da Alrescha » 16/08/2022, 18:20
Sogno lucido del 16/08/2022 Ore 4-5 del mattino circa a giudicare dalla luce fuori
Manipolazione del tempo, Morfeo liberato
Sono andata a letto alticcia dopo vari bicchieri di vino ed un bel barbecue. Mi sono svegliata a metà nottata con una sete tremenda che mi ha costretta ad alzarmi e bere.
Poi quando sono tornata a letto, avró speso almeno un’ora a fare daydreaming perché non riuscivo a prendere sonno, colpa anche di una maledettissima zanzara che mi ronzava nelle orecchie ogni due per tre.
Mi immaginavo nel palazzo di Morfeo, ad avere udienza con lui. Di chiedergli della mia task, ma anche chiedergli di varie cose che non gli avevo mai chiesto fino ad ora.
Queste sessioni di daydreaming prima di dormire vanno un po’ dove vogliono. Nel senso che dopo un po’ ne perdo il controllo. Nella mia immaginazione ad un certo punto è arrivato Lucifero. Un ragazzo sulla trentina con i capelli corti rossi ramati, la pelle chiara e due occhi verdi smeraldo innaturali. Ricordo fosse completamente nudo, dalle ali con piume rosso fuoco ed un sorriso a dir poco ferino. Le immagini si confondono. Ricordo che Lucifero mi offre un bicchiere di qualcosa. E poi ecco che entro in un prelucido. L’ambiente attorno a noi cambia. Ora siamo a casa mia qui in Francia, di notte, fuori nel giardino dove ieri abbiamo fatto il barbecue. Lucifero ripete ancora il gesto di offrirmi un bicchiere di vino rosso mentre mi sorride in maniera carismatica. Il daydreaming si è trasformato in sogno ma io sono ancora semicosciente. Come Lucifero mi porge il calice di vino peró, si alza un vento di tempesta tutto attorno a noi, che porta della sabbia. Ci guardiamo un attimo e poi entrambi guardiamo in alto, verso il tetto di casa mia. Morfeo sembra aggrapparsi al tetto con tutte le sue forze per non essere trascinato via dal vento. Mi dice qualcosa come <<Non accettare niente di ció che ti offre>>, alza una mano e il calice di vino scompare dalla mano di Lucifero in un pugno di sabbia. Il sogno, che non era ancora stabile, si spezza completamente e cado in un sogno normale.
Ricordo di passare avanti ad una bancarella di quelle da fiera che vendeva bigiotteria. Avevo adocchiato degli orecchini bellissimi da comprare per mia sorella. Li prendo in mano per guardarli meglio. Mi dico che prima vado a pranzare nel ristorantino giusto di fianco e che poi ci rifaró un salto. Stacco di scena, vedo che un ragazzo dai capelli biondo rossicci, giovane, mi teneva d’occhio ed ha visto che avevo adocchiato gli orecchini. Si avvicina e li compera. So che è un serial killer. Stacco di scena, esco dal ristorante e vado verso lo stand della donna con la bigiotteria. Cerco gli orecchini che mi interessavano con gli occhi, ma non li trovo più. Il sogno mi inocula la nozione del fatto che un serial killer li ha comprati al posto moi perché li avevo toccati, per metterli nella futura scena del crimine che consumerà in modo da far incolpare me al suo posto.
Stacco di scena ed il sogno riprende più caotico. Sono in un albergo, c’è uno dei personaggi di Stranger Things. Per caso entrambi cerchiamo camere da letto libere ma una scolaresca sembra aver occupato tutto l’hotel e fa un chiasso della miseria. Mi ricordo di aver visto un divano nero nella hall e mi dico che poco importa se non ci sono camere libere, io dormiró lí sopra.
Stacco di scena, il sogno si resetta e ricomincio dalla bancarella di bigiotteria e dal ristorante. Mi dico che voglio vedere se lo stand di bigiotteria ha qualcosa di interessante che io possa comprare a mia sorella…ma aspetta…lo avevo già fatto.
Mi sale il dubbio che non sia un sogno. Spicco un balzo ed ecco che mi trovo a fluttuare in aria. Da qui prendo consapevolezza ed il ricordo si fa ben più vivido.
Volo sopra la cima di una bassa montagna lí vicino. Mi accorgo che la luce del sole sulla cima della montagna è una luce fredda, quasi bluastra. Appoggio una mano a terra, su della terra brulla. Mi accorgo di non sentire calore sulla mano o sul braccio illuminati da questa luce. Guardo il sole in cielo e brilla ancora alto, ma sembra appunto freddo ed il cielo attorno a me comincia a virare verso la notte. Non faccio in tempo a prendere lucidità che il sogno fa già quello che vuole !
Io voglio pieno giorno, voglio vedere gli ambienti sotto una luce calda, di un sole vero.
Allungo una mano verso il sole, mi immagino di afferrare una manopola invisibile ed intangibile in aria, e girarla in senso orario. Ora, se qualcuno ha mai visto la serie di Moonknight, c’è un episodio dove l’effetto che si riproduce è esattamente questo : il sole freddo tramonta e tutto diventa buio, sorge la luna in pochi istanti che continua il suo ciclo fino al picco e a tramontare di nuovo e poi ecco il sole sorgere con un rosso vivo all’orizzonte sulla mia sinistra. Ho mandato avanti il tempo di un giorno. Assaporo un po’ la vista dell’alba prima di provare a mandare avanti un po’ più lentamente. Mi accorgo che il sole che sta sorgendo in realtà non è solo uno ma è l’associazione di più soli vicini, forse cinque di differenti dimensioni.
Li osservo per un attimo ma poi perdono il mio interesse. Ora c’è un’idea che mi punzecchia nell’anticamera del cervello.
Guardo alle mie spalle, dal picco della mia bassa montagnola.
Dalla parte opposta al mio picco c’è un luogo che sembra una specie di radura che finisce a strapiombo su una vallata. Mi dico che sarà perfetto.
Alzo di nuovo la mano verso il cielo, come prima afferro una manopola intangibile ed invisibile e giro ancora in senso orario.
Il tempo allora sembra impazzire. Soli e lune, notti e giorni si susseguono alternati in una manciata di microsecondi mentre tengo fisso lo sguardo sulla porzione di radura avanti a me. Gli anni durano un battito di ciglia e vedo quella porzione di terra cambiare, deforestarsi, essere colonizzata da uomini e da una città, poi la città scompare, poi sembra che parte della radura cada a pezzi e finisca di sotto nello strapiombo perché la roccia cede con il tempo e rimane solo un isolotto. Altri uomini lontanissimi costruiscono una casa-castello signorile sopra l’isolotto sospeso nel vuoto, poi scompare e poi anche quell’isolotto che era rimasto collegato alla radura principale grazie ad un misero lembo di terreno si sgretola anch’esso e scompare del tutto. E poi foreste che crescono e muoiono. Sto andando avanti nel tempo ad una velocità pazzesca. E poi una foresta densa e buia, cresce dalla radura fino a tutta attorno a me e non vedo più segni di civiltà per secondi. Allora mi fermo ed il tempo riprende il suo corso normale.
La luce è ancora del giorno, ma la foresta è cupa, densa e buia. Non sono più sopra il picco della montagna, forse eroso dal tempo, ma fra gli alberi. Sento uccelli cinguettare ed animali vivere nel sottobosco. Credo di essere arrivata alla fine della civiltà umana in qualche modo.
Delle voci peró mi soprendono. Sono alle mie spalle. Mi guardo attorno.
Su una piccola porzione di prato libero in mezzo al bosco, ci sono due grandi case di legno. La prima alla mia destra è ben costruita, la seconda alla mia sinistra è poco più che una baracca/stalla.
Fuori dalla prima casa ci sono delle persone a torso nudo, con degli strani simboli blu elettrico che corrono loro su tutto il corpo e sembrano " vivi ", fatti di luce. Quello che identifico come un vecchio, ed anche il capo, mi lancia un’occhiata e mi fa <<Hey tu, umana ! Cosa ci fai lí ? come sei fuggita ? Torna insieme agli altri prima che decida di darti una lezione >>.
Rimango di sasso non sapendo bene che fare. Il vecchio insieme ad un uomo più giovane mi si avvicinano. Quello giovane mi afferra per il polso e mi porta nella baracca/stalla sulla sinistra. Dentro identifico un gruppo di uomini, donne e bambini vestiti di stracci e sporchi, tenuti come bestiame. Credo siano schiavi.
Quando mi lasciano andare lí, i due uomini adocchiano una ragazzina di forse quattordici anni, un po’ in carne, capelli lunghi che è fra le braccia di sua madre. La madre la tiene separata dagli altri, che credo ne abbiano paura. I due sghignazzano prendendo la ragazzina per un polso e tirandola via da sua madre che urla e piange dicendo che è malata. Uno dei due replica che tutti gli umani sono malati perché deboli e che prima o poi tutti saranno portati via dalla malattia. Io non capisco di che cosa stanno parlando e resto ad osservare.
I due sembrano non avere buoni pensieri sulla ragazzina che, dal canto suo, non sembra essere in sé. Ha lo sguardo vuoto e digrigna i denti facendo versi strani. Credo che abbia perso il senno e sia regredita allo stadio animale. Un problema al cervello che la rende aggressiva ed irrazionale, specialmente verso gli umani. (ho l'impressione che sia come per le formiche zombificate dai funghi. I funghi prendono il completo controllo del corpo della formica che contamina le altre finché poi non si isola per far germinare il fungo e la suddetta muore definitivamente).
Decido che ne ho avuto abbastanza. Alzo ancora la mano verso il cielo, anche se non riesco a vedere completamente il sole. Spero dentro di me che funzioni anche il processo inverso. Stavolta mimo la manopola girando in senso antiorario. Tutto attorno a me cambia, ma mi basta un solo ciclo di sole/luna per tornare in un periodo semi-civilizzato.
Lascio andare la manopola a quando c’è sole pieno, ma avanti a me al posto della foresta, sembra esserci una specie di struttura di cemento semiabbandonata e presa d’assalto da quelli che sembrano rivoli di lava da cui peró nascono piante e fiori al tempo stesso. Una cosa strana.
Mi avvicino a questa struttura di cemento che ha un’apertura circolare enorme e va in profondità nel terreno. Dentro c’è un fiume che scorre sul fondo di questa struttura a tubo e tutto è illuminato e sembra gioioso, pieno di vita con fiori e piante che si mescolano a dei piccoli fiumi di lava. Sento anche una musica crescere.
Decido di andare ad esplorare e mi lascio cadere dentro. Per un secondo, non volendo, sfioro con una mano uno dei rivoli di lava che a mia sorpresa mi scotta con la sensazione di calore come essere sfiorati da dell’ortica (mi capita spesso davvero, perché ne ho il giardino pieno). Ritiro di corsa la mano, ma il dolore scompare quasi immediatamente. Fluttuo e mi aggrappo a delle piante cresciute dalla parte superiore del tubo prima di toccare l’acqua del fiumiciattolo. Ho quasi paura che scotti anche l’acqua. Immergo il primo piede ed invece è tiepidissima e piacevolissima. Qui compare una musica da lunapark mentre mi lascio cadere e glissare sullo scivolo ad acqua. Tutto sembra sprizzare gioia e mi diverto un mondo a scivolare giù per il tubo illuminato da piante fluorescenti ed i fiumiciattoli di lava tutto attorno. Ma poco dopo la luce data dai componenti naturali e vegetali scompare, la musica cessa. Rimango solo io mentre continuo a scivolare dentro questo enorme tubo di cemento e sento una lieve malinconia. In fondo vedo un’apertura che dà verso l’esterno. Lo scivolo d’acqua termina dentro un buco del tunnel che va ulteriormente giù in profondità dove è tutto nero, ma io mi alzo prima e fluttuo verso l’uscita.
Quando sono fuori e atterro, il cielo è semibuio e mi accorgo che sotto le mie scarpe cominciano delle dune di sabbia che si alternano a blocchi di cemento dell’ambiente alle mie spalle.
Le dune di sabbia del deserto mi ricordano la task iniziale. Basta giocare, devo focalizzarmi sulla task.
<<Morfeo !>> lo chiamo a gran voce mentre mi addentro fra le dune, nella notte. Lo cerco con lo sguardo e resto in attesa ma nulla si muove se non un po’ di vento. <<Morfeo !>> lo chiamo ancora.
Mi sembra di intravedere la sua figura fatta di sabbia che scompare sgretolandosi su un’altra duna. Un buon inizio. Mi avvicino di corsa alla duna in questione mentre lo chiamo ancora e ancora. Attorno a me, mescolate alla sabbia, ci sono resti di altari che sembrano in marmo bianco, di fattura della grecia classica. Sono colonne e frammenti in rovina ma più cerco e chiamo Morfeo e più templi e strutture si scoprono dalla sabbia, riemergendo.
All’ennesimo richiamo di Morfeo, due grossi lastroni bianchi di marmo, giganteschi di almeno tre/quattro metri di altezza, si avvicinano a me come lanciati da una forza invisibile e mi si assemblano attorno a mo’ di gabbia in un istante mentre si crea un muro di roccia dall’altro lato. Non faccio in tempo a fuggire perché l’ambiente che mi si crea attorno è quasi istantaneo e mi prende di sorpresa.
Sono interdetta ed in trappola. Mi guardo attorno. Sono dentro questa specie di ambiente piramidale a metà sommersa nella sabbia. C’è luce dentro e mi accorgo che fra i due lastroni, c’è uno spiraglio abbastanza grande da farmi passare e che porta su un altro ambiente sotterraneo. Questo secondo peró è collegato con l’esterno, riesco a vedere il cielo.
Sono in una tomba (recentemente ho visitato le piramidi in Egitto, fino dentro). Mi dico di non panicare o qui finisce a incubo sicuro. Le lastre di marmo bianche noto essere squisitamente incise con dei bassorilievi, ma non ricordo che cosa rappresentassero le immagini.
<<Morfeo!>> lo chiamo ancora.
Sento un bum bum bum, rintoccato tre volte provenire dietro di me, da quella che osservo essere una piccola lastra di marmo che è comparsa sulla parete rocciosa alle mie spalle mentre ero presa a guardare le incisioni sulle altre due appoggiate l’una sull’altra a mo’ di piramide. Sembra il loculo della tomba e qualcosa vuole uscire da lí dentro, ma ho la netta sensazione che lui sia qui o non mi avrebbe guidata in questo posto.
Afferro la lastra con le mani e tiro con tutte le mie forze cercando di scardinarla, ma quella cigola e non si muove. Poi mi accorgo che sul lato destro ha una specie di chiavistello rosso in metallo, inciso con dei segni/sigilli, che la tiene bloccata. Lo afferro e lo tiro via rompendolo e poi ancora, facendo leva su tutta la mia volontà, afferro la piccola lastra di marmo e la apro liberandola dal terreno.
<<Morfeo ?!>> chiamo ancora. Ma dietro la lastra c’è quella che sembra una parete di polistirolo. Che diavolo è?! Per un istante mi chiedo se io stia facendo la cosa giusta. Se qualcuno si è dato la pena per mettere tutte queste pareti e questi sigilli, a qualcosa serviranno. Ma il dubbio dura solo un secondo quando sento battere ancora un colpo dall’altra parte, qualcosa sta disperatamente cercando di venire fuori.
Con un pugno rompo una parte della parete di polistirolo e con delle gomitate allargo la finestra. Dall’altra parte c’è il buio più nero.
<<Morfeo >> lo chiamo ancora.
Vedo un paio di occhi comparire nel buio e risvegliarsi. E poi vedo la testa del Signore dei Sogni, pallida, emergere dal buio, con un volto stanco ed estenuato ma sorridente come non lo avevo mai visto prima. <<Oh mio Dio, Morfeo chi ti ha intrappolato qui ? >> senza neanche pensarci due volte infilo il braccio dentro la tomba per afferrarlo. Il buio sembrava solo buio ma in realtà mi accorgo che è denso e viscoso comme della gelatina che sembra fare resistenza e non sembra volerlo lasciare andare. <<Come hai fatto a trovarmi ?>> mi chiede Morfeo mentre spinge un braccio verso di me, liberandosi. Sembra allo stremo delle forze. <<Reggiti>> gli rispondo. Ora mezzo busto è già per metà fuori. La carnagione pallida come la carta, i capelli scuri, arruffati e lunghi. Posso osservarlo meglio con la luce ed è proprio lui, gli occhi chiusi completamente abbandonato alla mia presa. Lo afferro per la vita e lo tiro verso di me finché tutto il corpo, coperto da un manto nero e blu liscio come la seta, non esce. Una volta completamente liberato non ho più alcun dubbio che sia lui.
Nonostante sia un PO adulto e di una taglia almeno due volte la mia, mi accorgo che non pesa nulla. Lo tengo sospeso da terra fra le mie braccia con la stessa facilità con cui potrei tenere una coperta.
" Aria, ha bisogno di aria. Devo farlo uscire di qui " penso fra me.
Con lui ancora fra le braccia, svenuto o addormentato non saprei dire, esco dalla camera della tomba in cui mi trovavo e passando sotto le due lastre di marmo con un balzo mi ritrovo nella seconda camera sotterranea che peró ha un accesso sull’esterno dall’alto. Spicco un balzo innaturale dritta nella sola piccola apertura che vedo e siamo fuori.
C’è un sole pieno, e non siamo più in mezzo al deserto ma in una specie di cantiere abbandonato di qualche città in periferia.
Appoggio Morfeo delicatamente a terra, ma sento già che il sogno sta svanendo. Ho raggiunto il limite.
Una voce fuori campo dice <<L’uno e figlio di Caino, l’altro è figlio di Abele>>. Credo che la voce volesse riferirsi, anche se senza alcun senso, a Morfeo e Lucifero perché con la coda dell’occhio, in un punto di fianco a noi, credo di veder passare Tom Ellis per un secondo, l’attore della serie tv « Lucifer », e che per l’appunto interpreta Lucifer Morningstar.
Ma qui il sogno si interrompe del tutto.
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "
Virtualmente affine ad
Alkimist