Sogno del 30/04/2022
Mi scuso per essermi dilungata un po' in dettagli ma questo sogno è stato molto particolare e mi sono sentita in dovere di non tralasciare nulla e di cercare di riportare tutto il più riccamente e fedelmente possibile per non rischiare di dimenticarlo con il tempo.
Lucid dreamers : civil war verde=prelucido/lucido con bassissima consapevolezza
blu=lucido
Il sogno comincia come un sogno normale.
Sono in viaggio in camper con mia cugina ed è lei a guidare. Ci siamo fermate per dormire e ricordo che siamo dentro una casa, ci distendiamo su quelle che sembrano brandine per passare la notte e riposare un po’ prima di riprendere il viaggio di mattino presto. Ci distendiamo, ma invece di dormire scambiamo due parole, nessuna delle due ha davvero sonno. Ma poi per qualche secondo smettiamo di parlare e restiamo così in attesa. Finito l’attimo di silenzio, decidiamo di alzarci e ripartire.
Il camper è dentro la casa (? lol) ma lì per lì non lo noto (il sogno sta ben attento a non mostrarmi il fatto che sia all’interno. C’è giusto uno stacco di scena dall’attimo in cui ci alziamo dalle brandine e che riprende mentre apriamo le portiere del camper per salire).
Ancora una volta mia cugina è alla guida mentre io sono seduta sul sedile accanto.
Lei mi spiega che domani arriveremo alla cittadina che dobbiamo raggiungere. Mi dice che lei puó accompagnarmi solo a metà strada rispetto alla cittadina in cui io devo andare per il più importante raduno/pellegrinaggio di sognatori lucidi.
Helsinki? Zurich ? Quando mi sono svegliata sapevo che la cittadina doveva avere una S (o suono simile, tipo Z) se non in prima lettera, almeno che fosse accentuata, e probabilmente doveva avere un suono duro come una k da qualche parte per far risultare il suono della parola un po’ tedesco. Inoltre la cittadina è molto conosciuta e con un nome sufficientemente lungo, per questo non credo fosse Zurich ma piuttosto Helsinki. Potrebbe essere un falso ricordo, ma ci si avvicina molto come nome.
E qui mentre mia cugina mi spiega, c’è uno stacco di scena in cui mi compare una mappa dell’Europa avanti agli occhi. Sulla mappa compare con una freccia rossa il tragitto che stiamo percorrendo in camper. Partendo dal Nord Italia, fra la Toscana ed il Piemonte, la freccia prosegue verso Nord e si ferma appena prima del confine fra Italia e Svizzera/Francia. Dopodiché, mentre la freccia rossa continua che indicava il tragitto da fare con il camper, devia verso Milano, un’altra freccia tratteggiata che simboleggia il mio cammino, si traccia mostrandomi che io sono destinata a valicare le Alpi per andare dall’altra parte in questa fatidica cittadina che identifico più verso la Francia che in Svizzera.
Mi accorgo di sapere di questo raduno importante e di volerci andare, ma di non sapere bene perché. So che è qualcosa di storico mai avvenuto prima.
Mia cugina ad un certo punto mi dice di volersi fermare perché è ora di cena e poi voler andare a dormire. La guardo confusa. Credo che il sogno cambi scena, siamo di nuovo fuori dal camper, in un ambiente a metà fra il chiuso, come una stanza di un salotto, e l’esterno, perché mancano parte di muri e parte di soffitto,.
Le dico che ci siamo fermate appena qualche minuto prima per domrire e che sono appena le 3 del pomeriggio (orario che leggo sullo schermo del mio cellulare che tiro fuori dalla tasca). Fuori il sole non solo è al tramonto, ma non è mai pienamente sorto ed alba e tramonto coincidono. C’è qualcosa di strano nel percepire il tempo e mi dico che questo è qualcosa che puó succedere solo nei sogni. Qui sento di prendere una parziale lucidità.
Mi dico che il tempo sembra scorre diversamente nei sogni e che questo deve essere un lucido di come quelli descritti da Neuroengeneer in cui il tempo percepito non coincide con il reale. Nel senso che sebbene io sappia di essere dentro al sogno solo da qualche minuto ora, ho come il “sentore” interiore di essere in viaggio da giorni.
Mia cugina parla con me guardando l’esterno del camper come se cercasse tracce, ammaccature o controllando che sia tutto in ordine, ma non ascolto quello che dice.
Mi ritrovo a guardarla sorridendo mentre la vedo indaffarata ed io mi domando...cosa succederebbe ora se le dicessi che siamo dentro un sogno?
Una parte di me mi dice “diglielo subito” e l’altra mi dice “aspetta! Questo sogno ha premesse interessanti! Fatti portare al luogo di pellegrinaggio prima e poi glielo dici”. Sono curiosa di sapere dove andrà a parare questo sogno con il raduno, ma considerando che i lucidi sono spesso istabili, potrei non arrivarci mai. Decido quindi di rischiare ed avere qualcosa di interessante subito piuttosto che aspettare e perdere tutto.
Mi avvicino a mia cugina e le dico che ci troviamo in un sogno lucido.
Lei risponde dicendo qualcosa come <<Non crederai mica a queste cose!? Nessuno ti crederebbbe neanche se ci fosse qualcun altro al posto mio>>.
Ed io le rispondo di rimando <<Vediamo>>.
Fermo il primo PO che trovo: un ragazzo che sta passando lì vicino, uscendo dal vicolo di un centro di una cittadina che sembra Italiana e medioevale. Il vicolo è chiuso fra delle mura in mattoni marroni sbiaditi con un piccolo arco sopra che ha delle finestre e connette il muro destro dal sinistro come facente parte di un piccolo borgo fortificato. Ricorda vagamente la mia città natale. In più ora sui muri sembra filtrare la luce del giorno, ma lì per lì non lo noto.
Il ragazzo è giovane, fra i 20 e i 30, dai tratti africani, di carnagione scura, capelli ricci neri e corti, occhi scuri. Gli poso la mano sulla spalla e gli dico <<Sei in un sogno lucido>> mentre mia cugina è accanto a me, pronta a valutarne la reazione.
Il ragazzo mi risponde <<No, non è possibile>>. Mia cugina mi guarda con una faccia del tipo “che ti avevo detto?”. Ma il ragazzo ferma subito un altro PO che passa di li per caso, un signore, e comincia a discutere con questo PO dicendo <<Lo sa che queste persone credono che siamo in un sogno? Io non sono un anti-celtico (non-celtico? Una delle due è la corretta) ma non credo a queste assurdità>>.
Allora decido che passare all’azione vale più di mille parole. Richiamo l’attenzione del ragazzo dicendo <<Hey, non ci credi? Te lo dimostro>>. Faccio un salto e flutto a diversi metri d’altezza restando in volo. Ora, con questo semplice gesto, la lucidità diviene nitida, chiara e finalmente sento il controllo.
Mia cugina, il ragazzo ed il PO dell’uomo mi guardano sbigottiti, ma il ragazzo è come se ad un tratto acquistasse vitalità, si sbloccasse da una sorta di binario che lo costringeva ad agire da semplice PO di fondo. È talmente entusiasta di vedermi volare che come un sognatore lucido novellino esclama subito <<Noooo voglio provarci anch’io!>>. Salta sul posto ed anche lui rimane per aria a volteggiare ad un metro dal suolo.
Lo sento gridare di gioia e provare a nuotare in aria come se fosse in acqua per spostarsi.
Lo osservo per qualche secondo, incuriosita nel vedere cosa fa, poi scendo a terra e volto le spalle al trio camminando dalla parte opposta del vicolo da cui veniva il ragazzo, allontanandomi dal borgo. Il camper che era dietro di noi è scomparso e l’ambiente è cambiato. È giorno, e c’è una specie di prato avanti a me. Faccio qualche passo cercando di capire cosa fare, ma sento qualcuno alle mie spalle. Quando mi volto mi accorgo che il ragazzo africano mi sta seguendo a distanza di diversi metri, incuriosito e con uno sguardo che sembra ammirazione.
Il suo comportamento è molto insolito. Questo suo prendere vita ed il suo entusiasmo sono talmente reali che basta per farmi chiedere per un attimo se quelli che noi definiamo PO, o almeno alcuni di essi, non siano in realtà solo persone dormienti in sogni normali che diventano lucidi nel momento in cui li si sipinge a farlo o siano messi al corrente. Insomma il fatidico “sogno condiviso”. (Tenete presente questa riflessione, sarà importante per dopo).
Decido di studiare le reazioni del ragazzo ancora un po’. Voglio vedere come reagisce ad un altro tipo di dimostrazione di potere.
Mi volto verso di lui e, focalizzando la mia attenzione in un punto giusto accanto a lui che possa essere abbastanza in sicurezza da non fargli del male, faccio dei movimenti con le braccia per dare enfasi al gesto e assicurarmi di ottenere ció che voglio e penso “fuoco!”.
Nello stesso istante in cui penso la parola e finisco il gesto delle braccia, un cubo di fuoco semitrasparente si genera dalle mie mani e segue la traiettoria data passando di fianco al ragazzo.
Il ragazzo avanti a me, che cercava di seminascondersi dietro un muretto per non farsi notare mentre mi seguiva, si scopre del tutto e mi grida tutto eccitato <<Ma è fantastico! Ti prego, insegnamelo >>.
Temevo di fare una pessima figura fallendo il colpo, ma anche se in parte sono sollevata che questo sia riuscito dimostrando che ho controllo, mi ritrovo piuttosto delusa perché è veramente nullo rispetto a quello che riesco a fare di solito. Le mie capacità sono ben altre.
Nel frattempo, dietro di me stavano camminando dei placidi PO random, ma dopo aver visto che ho creato un colpo di fuoco dalle mani, si fermano raggruppandosi alla mia sinistra.
Mi volto a guardarli. Sono PO randomici, uomini e donne di età varia che se all’inizio erano PO casuali, con abiti comuni, ora che si sono radunati di fianco a me noto che sembrano tutti indossare delle divise da combattimento da arti marziali, in stile kimono di colori rosso e nero. In più, anche loro sembrano aver acquisito una certa vitalità negli occhi e nel comportamento dopo avermi vista ed aver capito che ció che avevo fatto non poteva essere reale.
I PO vestiti con i kimono da combattimento sono ora in perfetta formazione, in due file da 3/4 persone l’una, e si mettono a ripetere all’unisono gli stessi movimenti che avevo fatto io con le braccia per formare il colpo di fuoco, ma senza riuscire ad arrivare a spararlo.
Non sono più PO, sono svegli e vogliono imitarmi ed imparare ad usare dei poteri come se fossero appunto essi stessi dei sognatori che da normali sono diventati lucidi. Esattamente come il ragazzo che mi sta seguendo. Sono stupita.
Sposto il braccio della persona più vicina a me, una ragazza dai capelli biondi lunghi, raddrizzandolo per farle avere una posizione più simile a quella che avevo fatto io e grido <<Ancora!>>, per incitarli a riprovare. Questa situazione mi ricorda che nella lista delle mie task c’era da qualche parte la volontà di creare un esercito di PO che potesse proteggermi e fare da “polizia” dei sogni, prendendo l’esempio dal film Inception.
I PO-sognatori riprendono a fare la sequenza dei movimenti. Non ho il coraggio di dir loro che fare le mosse con le braccia non serve assolutamente a nulla se non come supporto psicologico. Probabilmente capiranno presto da soli che se dicessero le parole ad alta voce, questo avrebbe lo stesso effetto di far partire il colpo. Perdo interesse e mi allontano.
Come faccio qualche metro verso la direzione del ragazzo dai tratti africani, sento un boato enorme e la forza di un’esplosione che mi butta a terra.
Alzo lo sguardo e mi accorgo che si sono creati due portali circolari di colore viola intenso nel tessuto del sogno, di cui uno poco lontano da me. Da entrambi i portali cominciano ad uscire persone e sono tutte molto particolari, armate, uomini e donne...ma soprattutto sembrano tutti, e dico tutti, molto autonomi come se avessero una coscienza propria e fossero, di fatto, altri sognatori.
Dal portale a me più vicino, le persone che escono mi danno le spalle mettendosi avanti a me e rivolgendo la loro attenzione verso le altre persone che invece escono dal portale opposto e che puntano lo sguardo direttamente su di me con quello che leggo come disdegno e rabbia. Percepisco tensione nell’aria. Un’ultima donna esce dal portale a me più vicino e mi guarda. Il suo aspetto è molto particolare. Ha i capelli marroni molto chiaro, quasi biondi, tagliati pari fino alle spalle. Ha una tiara d’argento sulla testa, indossa una specie di cappotto/abito di cotone o lino di colore verde pastello ricamato con dettagli rosa pastello (un cazzotto in un occhio sarebbe stato più piacevole). La donna tiene una specie di lancia in mano, percepisco che è molto potente e mi guarda con uno sguardo penetrante come se sia lì per dirmi “sto prendendo le tue difese solo perché sei tu”. Poi, come gli altri, si posiziona dandomi le spalle e frapponendosi fra me e l’altra linea di persone che sono uscite dal secondo tunnel e che mi guardano male.
Non ho la più pallida idea di cosa stia succedendo. Mi sento completamente spaesata ed in balia degli eventi.
Da qui in poi parte il delirio.
Una donna che sembra il capo della fazione che sembra odiarmi, dice quacosa ad alta voce sul fatto che io abbia commesso il crimine di aver spinto dei sognatori che stavano sognando un sogno normale, e che quindi agivano come PO, a diventare lucidi, mostrando loro i miei poteri e inducendoli alla lucidità. Per questo ho apertamente trasgredito alle regole per cui non è permesso interagire ed influenzare altri sognatori inducendoli a risvegliare la loro coscienza e divenire lucidi, e che quindi non posso essere lasciata andare impunemente. (una cosa allucinante...non so il mio cervello che trip si è fatto).
-Non ricordo se qualcuno della linea che mi difende ribatte qualcosa a mia difesa. Non scrivo nulla perché rischierebbe di essere un falso ricordo-
La donna finisce la sua sentenza, alza le braccia e la terra comincia a tremare come per un terremoto. Sono ancora attonita dallo sviluppo del sogno e dalle parole che ho sentito pronunciare. Ancora a terra mi sento scuotere. Nella mia mente si anima una sola, istantanea idea: “pericolo!”.
Mi rialzo in piedi più velocemente che posso e spicco un balzo prendendo il volo esattamente nell’istante in cui delle piante/liane escono dal sottosuolo in una ben specifica linea retta, intrappolando almeno la metà delle persone che erano uscite dal portale più vicino a me e che stanno apparentemente dalla mia parte. Altri, per fortuna, riescono a reagire in tempo alzandosi in volo e cominciano a combattere in aria.
Sono finita in mezzo ad una specie di guerra, la civil war dei sognatori lucidi fra quelli che vogliono far prendere coscienza ad altri sognatori e chi invece vuole che i sognatori lucidi restino in numero limitato e sconosciuti al resto del mondo.
Ormai in volo, mi metto in una posizione abbastanza in alto da essere ben lontana dal suolo ed in sicurezza. Sotto, a livello del suolo, altre liane sbucano dal terreno e crescendo in verticale. Sembrano in attesa del momento giusto di arrivare alla portata di altre persone per poterle intrappolare. Nel frattempo l’ambientazione sembra in parte cambiata con il prato e le liane alla mia destra ed una serie di archi in mattoni e colonne messe a caso, come resti di un’antica struttura romana di cui non rimane più nulla, alla mia sinistra.
Mi dico che questo sogno sta prendendo pieghe piuttosto strane e che, visto che tutto sta andando a quel paese nel caos, è meglio chiuderlo. Chiudo gli occhi cercando di svegliarmi, ma non sento il legame col mio corpo reale e quando li riapro sono ancora nel sogno mentre la battaglia infuria tutta attorno a me.
Il mio controllo in questo sogno non sembra buono e ci sono talmente tanti personaggi che si proclamano sognatori all’interno di questo pseudo-sogno collettivo che è come se la mia mente avesse deciso/settato che non sono io la sognatrice alfa. Ogni sogno, quando comincia, impone delle regole proprie ed una volta che queste sono settate è difficile anche per un sognatore lucido capovolgerle. Non è un incubo lucido, eppure non riesco a risvegliarmi e chiuderlo.
Arrendendomi all’idea di provare a seguire quello che il sogno propone, grido <<Chi diavolo è il sognatore?>>.
E vedo in lontananza, a terra, il ragazzo africano che mi perseguitava e che alza la mano in maniera colpevole, dicendo <<Scusa, credo di essere io>>. E mi viene da pensare “ecco, ora si che sono fregata”.
Ai pochi PO-sognatori ancora liberi dalle liane che stanno combattendo contro gli altri ostili ordino <<Proteggete il ragazzo!>>, e lo indico.
Va bene, se il sogno non collabora vediamo di fare a modo mio. Mi abbasso di quota fino ad atterrare dove le liane/piante intrappolano quattro o cinque sognatori lucidi che sono dalla mia parte.
Cerco di creare un colpo di fuoco per bruciare le liane come quello fatto poco prima, ma dalle mie mani scaturisce solo un colpo debole che sì e no riesce a bruciare le liane della prima persona avanti a me, liberandola.
<<Fuoco! Fuoco!>> ripeto più volte, ma ancora il colpo che parte è molto debole e stavolta non è sufficiente a liberare una seconda persona. <<Questo sogno è instabile!>> mi arrabbio prendendo a pugni la prima pianta di fronte a me che trovo.
Al diavolo, mi dico che la sola soluzione che mi rimane a questo punto è ricorrere all’astuzia.
Comincio a sfregare le mani energeticamente, l’una contro l’altra, generando la sensazione di calore dallo sfregamento finché non vedo fiammate divampare fra di esse.
Mi faccio strada fra le piante, bruciandole con questo metodo e liberando i miei alleati intrappolati. I sognatori che libero sembrano entusiasti e sbalorditi dal tipo di soluzione alternativa trovata e li vedo sorridere ed incitarmi mentre volano via per cominciare finalmente a combattere.
Quando peró arrivo a bruciare tutte le liane/piante cresiciute in serie in questa unica striscia di terra in linea retta, mi accorgo che ad attendermi alla fine c’è la capa dell’altra fazione. Le piante erano talmente alte e fitte da non solo sovrastarmi in altezza ma anche coprire la mia visuale, tanto da non farmi rendere conto di aver finito di liberare tutti e di essere arrivata al limite della loro area di crescita.
La donna fra i 35 ed i 40 mi afferra il polso destro con una forza sovraumana per bloccarmi. Cerco di divincolarmi ma non riesco a farle mollare la presa, neanche provando a fare forza con l’altra mano. Lei non dice niente, mi guarda in silenzio in malomodo semplicemente osservandomi come a dimostrarmi la sua superiorità.
“Veleno, mi serve del veleno” penso fra me. La mia mente fa l’associazione istintiva ed immediata veleno=serpente. Come mi balza in mente questa associazione, sento un sapore amaro/dolciastro in bocca e la quantità di saliva mi aumenta in maniera spropositata. Schiumo e sbavo come un animale rabbioso una sostanza verdognola chiara che mi allappa la lingua. Mi accorgo di combattere contro la tentazione di deglutire e lo schifo che ho paura a mandare giù. Questo non era voluto, ma ora è tutto quello che ho a disposizione.
Con un movimento repentino mordo la mano della donna più forte che posso, ma quando mi ritraggo i miei denti non hanno lasciato segni sulla sua pelle. Così sono obbligata a ripetere istantaneamente la stessa operazione sforzandomi di pensare a denti aguzzi da serpente per far penetrare il veleno. Stavolta, quando risollevo la testa vedo due punti rossi di sangue che le sono comparsi sul dorso della mano. Ci guardiamo negli occhi mentre io le sorrido in maniera vittoriosa e sbavo ancora tutta la roba verdognola che non ho proprio il coraggio di deglutire e che quindi continuo ad accumulare fra le guance fino a far strabordare in maniera disgustosa quella in eccesso. È fatta, il veleno ci impiegherà pochi secondi per agire e la donna mi lascia il polso alzando gli occhi al cielo fra il seccato ed il rassegnato, ammettendo la sconfitta. Che sia un PO o un altro sognatore lucido, lei sa che fra un attimo verrà sbattuta fuori dal sogno.
La mia saliva diminuisce ed il sapore e la sensazione di bocca allappata svaniscono a poco a poco, probabilmente perché con la testa sono già intenta a pensare a cosa fare adesso. Ora che la donna a capo della fazione che mi voleva punire è sistemata, non mi resta che occuparmi degli altri. In particolare un ragazzo, forse il suo secondo, che sembra dare ordini a destra e a manca cercando di coordinare il loro gruppo.
Mi accorgo peró che se prima la battaglia era tutta attorno a noi, ora le persone che stavano dalla mia parte sono diminuite. Alcune sono state eliminate, altre sono state catturate ed immobilizzate sedute a terra. Solo un paio, oltre me, combattono ancora.
Qui si mette male. Dato che svegliarmi non funziona, decido di provare la fuga e lasciar perdere questo casino. Spicco il volo per andarmene verso sinistra, al di là dell’area dei resti di colonne ed archi antichi, ma mi accorgo ben presto di essere dentro un enorme ambiente chiuso da mura spesse di pietra grigia. È come se fossimo intrappolati dentro un enorme stanzone/corridoio più lungo che largo. Non so se sia stato il sogno o un PO-sognatore a creare l'ambiente, ma sembra proprio che non vogliano lasciarmi alcuna possibilità di andarmene.
Scendo di nuovo a terra e mi nascondo dietro una colonna con una delle pareti di pietra in lunghezza giusto dietro le mie spalle.
I suoni della battaglia li sento ancora, ma scemano e ben presto capisco di essere rimasta la sola in libertà.
Vedo tre sognatori avversari che si dirigono verso la parete di fondo chiusa alla mia sinistra. Con loro hanno dei secchi pieni d’acqua e si fermano accostandosi alla parete di pietra opposta a quella che ho io alle mie spalle.
La voce di un ragazzo, probabilmente il secondo che ha preso il posto della tipa che avevo precedentemente avvelenato e che ormai non c’è più, grida qualcosa come <<Trovatela! Non lasciatela scappare, non lasciate che liberi il demone con il fuoco>>.
Non ho la più pallida idea a cosa faccia riferimento, mi dico solo che se mi trovano ed usano il ghiaccio per bloccarmi, con il controllo penoso che ho in questo sogno sarà dura liberarmi.
Ma invece di cercarmi, i PO-sognatori appoggiano i secchi d’acqua a terra e con un movimento delle mani vedo che la fanno levitare dai secchi e la fanno strisciare in orizzontale sulla parete laterale verso il muro di fondo.
Ad occhio, credo che vogliano ghiacciare le pareti una volta che saranno tutte bagnate.
Lontano alla mia destra, ci sono i “sognatori lucidi” della mia fazione seduti a terra ed intrappolati con delle catene. Con loro ci sono anche dei PO normali, non vivi/non coscienti, come mia cugina ed il bello è che percepisco esserci una istintiva differenza fra gli uni e gli altri.
Accanto ai prigionieri, ci sono due persone di guardia di cui uno sembra il ragazzo in comando. Valuto i rischi, posso farcela se me la gioco bene.
Sgattaiolo via cercando di tornare nel prato aperto sulla mia destra. Esco dal mio riparo dietro la colonna e tenendomi bassa per non farmi vedere, coperta dall’erba alta e dalle liane che la donna aveva evocato ad inizio battaglia e che sono ormai bruciate, mi sposto più vicina alla fila dei prigionieri che ora mi divide dai due carcerieri. Il sognatore capo e l’altro di guardia, armato con una mitragliatrice, parlano in maniera talmente concentrata da non notarmi.
Dando un’occhiata alla mia sinistra, c’è un’altra parete di pietra in fondo che chiude l’ambiente.
I prigionieri sono stati messi seduti a terra ed in fila, a coppie dando l'uno le spalle all’altro e legati con delle corde che qualcosa nel mio istinto mi dice privino dei poteri i sognatori, altrimenti si sarebbero tutti già liberati. La prima coppia è talmente vicina alla parete di pietra che se allungassero una gamba, potrebbero toccarla.
Mi accorgo subito peró che questa parete di pietra è diversa rispetto all’altra. In basso a sinistra, verso il mio lato, ha una specie di piccola semi-torre con una serie di finestre riccamente decorate che sembra in stile liberty (un mix delle due immagini qui sotto)
Non so bene cosa fare per andarmene, ma visto che il tipo ha detto che non devo liberare non so quale demone con del fuoco, e visto che stanno cercando di ghiacciare le pareti, mi sembra il suggerimento giusto per creare scompiglio.
Ora o mai più. Scatto e mi avvicino correndo alla parete di fondo vicino ai prigionieri e quando sono abbastanza vicina, impogo una mano avanti a me pensando al fuoco e mirando alla torretta.
Parte una fiamma di fuoco dalla mia mano sotto gli occhi stupiti dei due PO-sognatori ostili. Quando il mio colpo di fuoco tocca la parete di pietra, si forma una specie di grossa chiave di lava che si va ad infilare in una serratura della parete che è comparsa dal nulla.
La torretta vetrata prende vita diventando parte di una gamba insieme a tutta la parete che si stacca dal resto della stanza e si trasforma in una specie di golem di pietra enorme, con corna nere ed occhi di brace. Non appena libero questo famigerato demone, sento finalmente di avercela fatta ed il sogno termina all’istante mentre mi sveglio nel letto con questa sensazione in corpo di adrenalina misto ad ansia.
Ps. Ripensandoci, credo che questo sogno abbia un suo perché. Giorni prima avevo parlato in chat con degli utenti di sognilucidi di romanzi riguardanti i sogni. Avevo citato il romanzo di Poet Anderson che ha più o meno questa trama di sogno lucido condiviso e di sognatori che si incontrano nel mondo dei sogni.
In più era venuto fuori anche il discorso se fosse giusto parlare di sogni lucidi a conoscenti o meno e del fatto che chi è sognatore lucido normalmente lo nasconde perché non viene preso sul serio, e che quindi magari tutti conoscono o hanno incontrato almeno un altro sognatore lucido senza saperlo.
Insomma, questo sogno è stato il risultato di più temi usciti in chat.