Sogno lucido 6 Aprile 2016
sveglia alle 6:10 (grazie alla sveglia...non ricordavo di averla puntata)
riaddormentata alle 7:07 dopo estenuanti tentativi di riprendere sonno
sveglia definitiva alle 8:45 circa
Oniria e disegniIl sogno lucido comincia da un falso risveglio.
Apro gli occhi e la serranda è già mezza alzata, ho preso questa abitudine da tempo ormai e fuori sembra esserci il sole. In sottofondo sento la mia coinquilina che litiga con qualcuno al telefono mentre è in cucina.
Sto per togliermi il pigiama e vestirmi con i vestiti di casa quando mi guardo allo specchio e mi accorgo di avere tutti disegni geometrici neri che mi circondano il collo come a simulare una specie di collier fatto d’inchiostro. Ma che roba è?
Mi guardo dal vero e la mia pelle è pulita, non c’è niente.
Allora mi guardo di nuovo allo specchio ma il disegno è ancora lì…e mi pervade la sensazione che io me lo sia portato dietro dal mondo dei sogni in cui ero immersa un attimo prima. Una specie di illusione tardiva.
<<Una penna, mi serve una penna>> mi dico ad alta voce fra me (sì, mi capita di parlare da sola).
Vado alla mia scrivania (tra l’altro perfettamente reale e coerente così come l’intera stanza) e trovo una delle penne nere con cui avevo scritto e studiato la sera precedente. Mi auguro che il disegno non sia scomparso perché ormai sono completamente sveglia e anche l’ultimo strascico di allucinazione dovuto allo stato di addormentamento potrebbe essere perduto.
Invece tornando avanti allo specchio è ancora lì. Mi scosto il bavero del pigiama e comincio a tracciare i disegni che vedo dallo specchio sulla pelle, in modo da non perderli. Trovo difficile coordinare i movimenti con il mio riflesso ed i tratti mi vengono un po’ male. Arrivo poco più sopra del seno sinistro in cui compare disegnata la mano di una donna con il palmo rivolto verso l’alto. Credo che la figura debba rappresentare una dea greco-romana o qualche divinità femminile comunque legata alla notte anche se non vedo il volto perché va sotto la maglia del pigiama. Nell’ultimo anello disegnato, quello più vicino al collo, ripasso dei segni che sembrano degli ideogrammi giapponesi. Ne ricordo solo uno, il più semplice, perché lo avevo imparato guardando un anime anni fa.
Ad un certo punto la mia coinquilina entra dentro la mia stanza iniziando a sfogarsi sulla telefonata appena ricevuta, ma appena nota il mio strano comportamento mi chiede funerea cosa sto facendo e cosa sono quei segni sul collo.
<<Aspetta, ora ti spiego…>> ma ho l’impressione che non mi crederà mai. Come mi volto comincia a gridare e avere paura di me dicendo che sono pazza. Io mi avvicino e le afferro le mani cercando di calmarla e dicendole che non riesco a vedere i disegni dal vero, che è strano anche per me ma lei non mi crede. Mi indica dei fogli grandissimi sopra il divano a favore della sua tesi e noto che ci sono dei disegni fatti come dalla mano di un bambino: stilizzati, coloratissimi, senza senso. Lei li prende e li dispone sul pavimento in due file da tre accusandomi.
<<Non li ho dipinti io>> le dico.
<<Certo che li hai dipinti tu! Stanotte!>> mi grida.
<<Ma non ricordo di averli dipinti...>> le rispondo e poi arrivo alla conclusione
<<…sono sonnambula>> ed ho l’impressione che concentrarmi così tanto sullo studio dei sogni abbia fatto in modo che questi si stiano impossessato di me anche in veglia.La mia coinquilina scappa dalla mia camera dicendo che non vuole più stare lì un giorno di più, afferra la sua valigia ed esce dal nostro appartamento.
Allibita prendo uno di quei disegni e lo volto dal dritto verso di me: c’è disegnato una specie di scuolabus ma è colorato a strisce come la bandiera italiana. Lo scuolabus è perfettamente al centro del foglio e non c’è nient’altro se non la linea di terra nera che dovrebbe rappresentare la strada e su cui poggiano le ruote sproporzionate del mezzo. Gli altri raffigurano una persona umana, forse un bambino e un altro in particolare sembra il più complesso ed evoluto di tutti: ha lo sfondo completamente fatto a tempera di quel colore marrone che si crea mescolando tutti i colori e poi in mezzo sono raffigurate due virgole bianco azzurre come degli uccelli che stanno volando sempre in modo stilizzato.
Torno a guardarmi allo specchio con un senso di angoscia misto a curiosità.
Il disegno di diversi semicerchi variamente decorati sono ancora lì sul mio collo. Ho studiato Colorimetria come materia all’università e mi chiedo se tutto ciò non sia soltanto un effetto ottico o qualcosa di simile. Chiudo prima l’occhio sinistro e vedo che metà del disegno scompare, ma non in modo normale bensì è come se la porzione visibile della decorazione si fosse divisa in quattro e scomparissero le due parti opposte. Occhio sinistro chiuso e destro aperto: quarto in alto a destra ed in basso a sinistra scomparsi. Occhio destro chiuso e sinistro aperto: quarto in alto a sinistra ed in basso a destra scomparsi. Quando li riapro tutti e due, il disegno torna ad essere visibile per intero. E’ tutto così assurdo. Ma non è anche questo è un sogno?
Faccio il test del dito che trapassa la mano: fallisce, la mia mano è consistente ed il dito pure.
Sì va beh, non mi funziona mai ma non sono convinta e che sia un sogno sarebbe la spiegazione a tutto.
Alzo la serranda e spalanco la finestra. Dovrei provare a volare, saltare giù sarebbe un incentivo ad attivare il mio istinto di sopravvivenza che mi salverà la vita con qualche superpotere da sogno lucido…ma se mi sbaglio e questa è la vita reale sono al terzo piano e non farei di certo una bella fine. Opto per una cosa a metà: salterò di traverso in modo da atterrare sul balcone della mia vicina che è pur sempre lontano e rischierò di farmi male ma almeno non sarà così grave come arrivare di sasso fino a terra. Salgo sul cornicione e mi getto nel vuoto. Con un salto irreale arrivo al balcone ed atterro senza fatica poco oltre la balaustra. Mi isso sopra di questa con un altro balzo e mi spingo verso il balcone sopra. No, i salti sono irreali e non sento fatica nei movimenti, tutto avviene in modo armonioso senza alcuno sforzo ed allora ho la conferma di essere in un lucido.
Dall’ultimo balcone arrivo sul tetto, prendo la rincorsa e volo. La città scorre sotto di me e vedo i tetti rossi sfrecciare.
Mi accorgo subito che la città ha qualcosa che non corrisponde precisamente a Parma, ma poco importa. Richiamo alla mente la mia task: raggiungere Oniria, di nuovo.
Neanche senza pensarci prendo la direzione est con l’intento di arrivare al mare. Mi chiedo quanto ci vorrà per arrivare a vederlo dato che nella realtà Parma è molto nell’entroterra e lontana, ma confido nel fatto che nei sogni tutte le distanze siano sfalzate e più corte.
Dopo aver superato il confine della città in un baleno, tempo una manciata di secondi e trovo una cittadina che è attraversata da un fiume ben visibile. Decido di seguire il fiume perché è scontato che mi porterà al mare. Non più lontano di qualche altro secondo di volo trovo infatti il delta e poi il mare.
Cerco un’isola con lo sguardo e trovo tutti isolotti vicini alla terraferma, troppo vicini e troppo piccoli per essere l’Oniria che ho sognato a suo tempo. Uno di questi isolotti ha la forma di una specie di castello per gatti con casette, ripiani e tiragraffi…soltanto che è tutto ricoperto di alberi e fogliame.
Arrivo fin sopra il mare e supero quello strano isolotto, poi mi fermo a mezz’aria e faccio un giro su me stessa per guardarmi attorno. Non vedo altri isolotti e allora faccio un secondo giro su me stessa, ma ancora non riesco a scorgere nulla di interessante.
Il secondo giro destabilizza la mia concentrazione e il sogno. Tutto il paesaggio prende a vorticarmi attorno come se non riuscissi a fermare lo sguardo e di lì a poco vengo sbattuta fuori. Il sogno riprende di nuovo come normale e mi vedo raccontarlo alla mia coinquilina che mi deride scherzandoci sopra.
Potevo scrivere la parte d'inizio sogno in modo più concentrato e meno dettagliato, ma mi serviva per fare alcune considerazioni generali:
1° il sogno da falso risveglio risulta sempre il più stabile ma il più difficile da ottenere perché far crollare le proprie convinzioni è più dura. Fra un sogno normale e un falso risveglio, nel primo caso mi basta un minimo dubbio per poter ottenere la lucidità, con i falsi risvegli invece è sempre più faticoso perché siamo ancora più convinti che sia tutto reale dato che comincia da quando ci svegliamo.
2° Ancora una volta è il sogno a suggerirmi che forse sto ancora dormendo. Ormai sono anni che sogno lucido e mi sono accorta dell’evoluzione che questi hanno avuto: non soltanto capita sempre più spesso che siano i sogni stessi a mandarmi piccoli messaggi, ma sono sempre di più anche i personaggi che incontro e che sanno di essere dentro un sogno o di essere pura fantasia (non è questo il caso, ma in molti altri mi è successo).
3° I disegni da bambini. Non sono la migliore nel disegnare, ma nonostante tutto me la cavo bene. Sarebbe più logico vedere miei disegni fatti bene, invece continuano a presentarsi sotto questo tipo molto più primitivo e semplice, raffiguranti cose nonsense. Credo che potrebbero suggerirmi qualcosa sul mio inconscio, forse sarebbe interessante approfondire la loro ricerca.
4° I miei test di realtà falliscono se cerco di coinvolgere il tatto in qualche modo. Credo che sia fantastico avere una percezione della materia così buona, ma in questo caso è diventato quasi un limite visto che ha minato la tesi del sogno a cui ero appena giunta. A quanto pare il mio test più sicuro è quello di rischiare la vita
. Anche qui l’ADA è servita, non applicata al sogno ma alla veglia. Abitua a concentrarsi su sé stessi ed ascoltare il proprio corpo che in questo caso è stato utile: mi aspettavo fatica e non l’ho trovata-->è un sogno
5° Le distanze sono ridotte e irreali. Ancora una volta mi è stato confermato. Verne scrisse “il giro del mondo in 80 giorni”, ma un sognatore lucido potrebbe farcela in un solo sogno?
6° mannaggialapupazza a me che mi sono messa a cercare Oniria in quel modo. Il sogno era stabile, potevo scegliere millemila modi ed ho optato per quello più rischioso: arrivarci attraversando spazi da sola. Ma non solo...ero talmente presa dal cercare di individuarla che mi sono mossa troppo in fretta e mi sono deconcentrata. La prossima volta è meglio creare porte, portali, al limite farmi portare da qualche entità onirica voltante che è più stabile oppure entrarci da cartoline/immagini bidimensionali. L’esplorazione a lungo raggio è meglio lasciarla sempre come ultima cosa da fare.