In questo sogno mi ritrovo a giocare a pallone in piazza con un ragazzo di cui non ricordo bene l'identità. Ci scambiamo degli assist, trovandoci ad una certa distanza l'uno dall'altro. Noto di essere particolarmente abile sia nell'intercettare il pallone da lui calciato che nell'inviargli le mie telefonate di ritorno e ciò inizia a farmi dubitare sul fatto di trovarmi davvero nella realtà, dato che di solito sono un disastro a calcio. Dopo un po' mi accorgo che la palla diventa sempre più pesante e le sue sembianze assomigliano sempre più a quelle di un pallone medico. Al successivo assist scopro che il pallone da calcio ha persino assunto le sembianze di un pallone da basket. Incapace di calciarlo, data la sua pesantezza, decido quindi di afferrarlo e nel fare ciò scopro di aver affondato le dita a suo interno, rimuovendone involontariamente parte della superficie come se si trattasse della buccia di un'arancia. Inoltre vedo fuoriuscire del liquido dalla parte rimossa. Il dream sign diventa pertanto inequivocabile e acquisisco immediatamente consapevolezza del fatto di stare sognando. Mi guardo intorno e mi accorgo che l'ambiente è permeato da una coltre di nebbia abbastanza fitta. So già per esperienza che ciò è segno di scarsa stabilità onirica e quindi rifletto sul fatto di dover subito pensare ad una task da compiere, prima che il sogno collassi improvvisamente. Dalla lontananza scorgo una figura umana che cammina nervosamente, con passo svelto e deciso, proseguendo lungo la mia direzione. Riconosco la sua sagoma come quella di A. e considerato che probabilmente non dispongo di molto tempo, decido di andargli incontro per ripetere alcune domande fatte ad altri PO apparsi nei miei lucidi precedenti. Non appena A. ed io ci incrociamo, noto che il suo passo continua spedito verso una meta a me sconosciuta, quindi inizio a camminare anch'io per riuscire a stargli dietro. Salto la prima domanda che avrei dovuto porgli per stabilire a quale classe di PO egli appartiene, ovvero chiedere se egli è consapevole di trovarsi in un sogno e, pertanto, mentre gli cammino frettolosamente di fianco, procedo subito con le successive domande:
Io: "Esiste l'anima?"
A.: "Si."
Io: "Ma la mia anima è comunque destinata a scomparire?"
A: "Si."
Le sue risposte suonano secche, decise e perentorie. Mentre mi risponde continua a camminare spedito come se fosse preso da un impegno urgente e non avesse tempo da perdere con me. La sua seconda risposta mette in contraddizione la mia ipotesi circa il fatto che, alla luce delle esperienze oniriche precedenti, avrei dovuto essere capace di creare un feedback con il mio subconscio così da condizionarlo a darmi un certo tipo di risposta. Comunque decido di ripetere nuovamente le due domande e scopro che A. mi risponde esattamente nella stessa maniera, ma stavolta assumendo un tono quasi infastidito e osservandomi con uno sguardo di redarguizione, come a voler dire "Razza di idiota, non hai sentito le risposte che ti ho già dato?". La sua indignazione è talmente penetrante da creare in me imbarazzo, poichè mi rendo conto che dietro quello sguardo si nasconde l'intento di convincermi di non avere davanti a me solo un pupazzo comandato meccanicamente dal mio subconscio, ma una sorta di identità senziente, dotata cioè di un suo pensiero autonomo e che pretende di essere trattata con dignità pari a quella di qualunque altro essere senziente. Come previsto la nebbia ci avvolge completamente e la lucidità collassa. Ripiombo probabilmente in qualche ambientazione di un sogno non lucido, di cui altresì non ricordo alcun dettaglio, ma questa condizione non dura molto per fortuna: rieccomi nuovamente lucido, stavolta accovacciato nella posizione del loto sul pavimento di una piccola nicchia scavata all'interno di una roccia, con le spalle poggiate su di una delle pareti. Le mura della nicchia appaiono nude e spigolose, mentre l'ambiente è illuminato dalla luce di una candela. Sembra che il contesto in cui mi trovi nasconda un'aura di solenne religiosità se non addirittura di magia. Odo un rumore copioso provenire dall'esterno e pertanto affaccio la testa fuori dalla nicchia per esplorare l'ambiente circostante. Guardo prima in alto e scopro che il rumore avvertito è quello della pioggia, mentre le gocce d'acqua mi cadono sul volto, costringendo persino i miei occhi a chiudersi. Mi asciugo il viso e riaffaccio la testa fuori, stavolta guardando verso il basso. A questo punto scopro di trovarmi all'interno di un enorme pozzo, delle dimensioni forse paragonabili a quelle del pozzo di S. Patrizio di Orvieto. E' notte e osservo la pioggia infrangersi contro lo specchio d'acqua che sta alla base del pozzo e che riflette delle piccole luci. Successivamente volgo l'attenzione ai dettagli delle pareti, costituite da grossi blocchi rettangolari di pietra nuda e grigia, su cui posso notare ampie zone cosparse di muschio, nonchè piccole colonne d'acqua piovana che scivolando lungo le pietre si dirigono verso il basso. Mi accorgo anche che tali pareti presentano numerose altre nicchie, anch'esse illuminate e sulle cui mura interne si riflette l'ombra di persone accovacciate che sembrano dialogare tra loro. E' come se l'imponente pozzo ospitasse un'intera comunità di gente che si intrattiene in rapporti conviviali. Provo come una strana sensazione mistica che non saprei descrivere a parole. A questo punto indirizzo nuovamente lo sguardo all'interno della mia nicchia e scorgo un ragazzo accovacciato dinanzi a me, dai tratti fisiognomici assolutamente inediti, che mi guarda con aria pacifica e mi accenna un sorriso. Penso subito a quale quesito potrei sottoporlo, ma lui mi precede, consegnandomi una piccola conchiglia e invitandomi ad avvicinarla all'orecchio per ascoltarne il rumore. Odo il classico suono delle conchiglie e gli chiedo qual è la ragione di questa sua richiesta. Lui continua a guardarmi con aria pacata e alla fine esclama: "Senti questo rumore? Era per farti sapere che tra la vita e la morte esiste una continuità." A questo punto il sogno svanisce.
Riporterò le mie riflessioni sulle ennesime risposte contraddittorie ottenute da queste interviste nell'apposito topic dal titolo "Intervista ai personaggi onirici", pubblicato nella sezione "Esplora la mente". Ho anche trovato una foto, riguardante proprio il pozzo di S. Patrizio, che con tutti i suoi limiti potrebbe grossolanamente riassumere la fisionomia del luogo che ho sognato.