Tre notti fa. Tecnica:
XXX LA FINE DELLA CIVILTA'. Sono a casa mia, che nel sogno si trova all'ottavo piano. E' una notte tranquilla, ma all'improvviso appare una moltitudine di stelle e pianeti in cielo: e cominciano a farsi la guerra, scontrandosi in oceani di scintille, precipitando e risorgendo. Alla notte segue a palla di cannone il giorno e al giorno la notte, poi è ancora giorno... capisco che sta per succedere qualcosa di terribile. E infatti, avverto una sensazione di discesa e vedo dalla finestra che, proprio come quello nel quale mi trovo, tutti gli edifici circostanti si stanno abbassando. Non è un crollo, però, e nemmeno uno sprofondamento nel sottosuolo: è come se si stessero sgonfiando, accasciandosi al suolo in una marea di pieghe gommose, ma senza deformarsi, non prima di essere prossimi al piano della strada. Sono terrorizzata, convinta che da un momento all'altro tutto mi crollerà in testa, che sprofonderò tra le macerie e resterò lì ad agonizzare... ma no, il mio appartamento scende fino al pianterreno. E lì si ferma.
Stupita di essere viva, esco e mi ritrovo per strada. C'è una luce crepuscolare, ma per niente spiacevole. I giganteschi ammassi di edifici collassati sono scomparsi, e le strade sono state sostituite da vicoli e portici. C'è tanta gente, che corre in giro e si riunisce a gruppi: ascolto le loro voci. Sento che non ci sono stati né morti né feriti: però, la Civiltà è finita.
FINITA? Finita la Civiltà? L'angoscia mi strozza, seguita da un'ondata di tristezza: che farò senza la Civiltà, ora? Non temo la fame, il freddo o le malattie; non temo aggressioni, perché vedo solo solidarietà intorno a me. Capisco che sul piano materiale non mancherà niente a nessuno, nella nuova vita che dovremo organizzare: ma che vita sarà, senza libri, senza Internet, senza musica, senza scienza? Che fine faranno l'arte, il pensiero... e quel pomeriggio sarei dovuta andare dal parrucchiere, per poi vedere gli amici al solito pub...
Mi viene da piangere: perché sono sopravvissuta? Pensando che se fossi morta sarei stata l'unica, ma forse sarebbe stato meglio, mi unisco ad un gruppo di sconosciuti seduti in circolo.
- Su, non faccia così! - mi fa una signora di mezza età, caschetto biondo e aria rassicurante. Assomiglia un po' a Fay Weldon.
- Guardi che nel giro di vent'anni avremo ricostruito tutto! Non dobbiamo mica ripartire dalla ruota!
Un pensiero mi fulmina. - Signora, non le sembra strana, come fine della Civiltà? Voglio dire, niente catastrofi, niente morti né feriti, nessuno di cui aver paura... .
- Eeeh, ma lei ha visto troppi film americani! - Ride. - La Civiltà non finisce mica così, nella realtà.
La parola "realtà" mi evoca qualcosa di indefinibile. Intanto, la signora comincia una lunga spiegazione, che mi arriva come se fosse in inglese, anche se so che sta parlando in italiano: assomiglia all'articolo di uno di quei siti o quei periodici cartacei dediti al debunking. Mi si avvicina il primo tipo losco del sogno: un uomo sulla quarantina, ben vestito e perfettamente sbarbato, ma con l'aria più viscida che abbia mai visto in un PO. Ha con sé una valigetta di pelle, che mi apre sotto il naso. L'interno è colmo di pietre preziose dal taglio perfetto, per quanto possa giudicare una profana come me, accovacciate su un fondo di vellutino increspato: con la sua vociaccia untuosa, lo sconosciuto mi invita a scegliere secondo i miei gusti (non ricordo le parole esatte, però). Aggiunge che, grazie a me (?), le gemme di mia scelta verranno subito vendute: e divideremo a metà. Comincio ad infuriarmi: so per certo che questo stronzo è un assassino e vuol fare di me la propria complice. Infatti, per ogni pietra che sceglierò, una persona innocente sarà ammazzata: e questo, al solo scopo di arricchirlo! Capisco di botto perché poco prima la parola "realtà" mi avesse colpita
e lucido.
Urlo senza ritegno. - La pianti! So che razza di individuo è lei. E questo è un sogno!
Il figuro trema. - No, no, signorina, si sbaglia...
Comincio ad aumentare di statura, o forse è lui che rimpicciolisce. Sono felice, mi sento Amateratsu, o Gigeiten. - Verme, basta! Non ucciderò nessuno per farti piacere! Hai capito? E questo è un sogno, ti dico!
- No, no...
- Sì!
Continuo ad aumentare di statura, mentre il bastardo, impaurito, piega la schiena, comprime la testa tra le spalle (schiacciato dal peso delle proprie colpe, penso), continua a striminzirsi e si trasforma nel cartone animato di un malfattore da quattro soldi beccato sul fatto, per poi sbiadire e sparire nell'aria. Mi accorgo di essere tornata ad una statura normale: mi chiedo se non sarebbe stato meglio restare una dea giapponese, decido di no e mi unisco ad un gruppo di sopravvissuti (a niente, penso, divertita). Stanno discutendo di come faranno a riorganizzare la biblioteca: sento che si è sgonfiata, "come tutto il resto".
- Sentite! - intervengo - La biblioteca ve la rimetto in piedi io; e ve la amplio quanto vi pare. Il problema è un altro: non starete prendendo la Civiltà troppo alla leggera? Eccovi qui, a discutere della sua fine, come se nulla fosse, come se si trattasse solo di rompersi un po'...
Ci sono tante cose che vorrei aggiungere, ma non me le ricordo. Intanto, l'uditorio ha cominciato a mettere su una grigliata di verdure e qualcosa che mi sembra carne di ceci (dei similfiletti di pollo, fatti con farina di ceci e gelificanti vari): e questo non mi sembra molto rispettoso. Così come non lo è fregarmi una delle mie ricette preferite, senza neanche chiedermi il permesso.
Mi chiedo se non sia il caso di farli sprofondare sottoterra, ma decido di no: dopotutto, sono stati tutti gentili con me, prima che lucidassi. Ho voglia di fumare, tiro fuori dalla tasca una pipa: ma da quando, mi sono messa a fumare la pipa? Vabbè, è un sogno... senza preoccuparmi che il fornello sia già riempito di tabacco, strofino pollice ed indice della mano sinistra, faccio scoccare qualche scintilla ed avverto distintamente il profumo dei miei Mini Meharis Sweet Orient. Mi siedo su un gradino spuntato da chissà dove, aspiro e sento distintamente la pressione dei denti sul cannello, nonché il fumo che mi riempie la bocca. Il profumo dei cigarillos si mescola ai primi aromi di peperoni e zucchine arrosto. Che pace... Da questo punto in poi, non ricordo più nulla. Trovo notevole non aver avuto nessun problema di stabilizzazione, in questo lucido.