Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > Quando Littledeath si risveglia in sogno

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Re: Quando Littledeath si risveglia in sogno

Messaggioda LittleDeath » 15/11/2014, 20:55

Alrescha ha scritto:
Noooo, sul più bello! Se fossi in te proverei a ritornarci e cercherei di leggere qualche schedario o parlerei con qualche PO di lì. Magari all'apparenza sono anonimi, però non è detto che un PO secondario di riempimento rimanga sempre tale, potrebbe cambiare ruolo all'improvviso e rivelarsi più interessante di quanto si pensi.
Prova ad esplorare quella stessa stanza, magari scopri cose strane. E poi mi ha colpito molto un'analogia con un mio vecchio e breve lucido: anche da me tutto ciò che avevo dimenticato, depositato, nascosto o represso era stato proposto come una cassettiera con schedario, solo che era completamente circondata e chiusa da delle catene con dei lucchetti che poi ho aperto.


Alrescha, con quale tecnica riesci a tornare intenzionalmente in un luogo onirico?
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Re: Quando Littledeath si risveglia in sogno

Messaggioda Alrescha » 15/11/2014, 21:07

Umm, di solito se sono dentro un sogno basta che io lo immagini. Ad esempio prendiamo la tua stanza: non importa se è dentro un condominio, se la trovo entrando dentro una metropolitana o se svolto l'angolo e c'è la porta di un negozio che mi ci conduce, basta che tengo la sua immagine in mente e la volontà ferma che in qualche modo ci arrivo. Puoi tentare anche il teletrasporto o creare tu una porta su un muro a caso convincendoti che ti possa condurre lì dove vuoi arrivare. Di modi ce ne sono tanti...poi magari quando la raggiungi ti accorgi che qualcosa è cambiato come la disposizione di qualche mobile, l'importante però è che tu creda e senta che sia la stessa stanza.
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Re: Quando Littledeath si risveglia in sogno

Messaggioda LittleDeath » 15/11/2014, 21:25

Citrato ha scritto:Il PO in cui ti sei imbattuta dovrebbe essere un "inconsapevole" o PO di tipo (2) secondo la classificazione riportata nel seguente topic:

viewtopic.php?f=23&t=7113

non c'è verso di convincere sul serio questi PO del fatto che si trovino in un sogno. Non sono disposti ad accettarlo così facilmente e sono sempre pronti a schernire le tue dimostrazioni, anche davanti all'esibizione di super-poteri onirici. Forse questo PO non ha tutti i torti nell'affermare che non sei stata tu l'artefice del sogno, dal momento che non l'hai creato in modo consapevole, ma è stato creato dal subconscio. E' possibile che il subconscio avverta questa distanza tra sè e il tuo io consapevole e intenda fartelo notare attraverso le risposte date da questi PO così permalosi.


Il tuo topic è interessante e lo rileggerò volentieri.
Tuttavia, non definirei quel PO inconsapevole, beffardo o permaloso. Al contrario, il suo tratto primario era la levità, unita ad un grande carisma: come se volesse smontare la mia arroganza onirica. Non per smontarmi, ma per rendermi più saggia e matura, come onironauta. Una specie di guida, insomma.
Mi piacerebbe incontrarla ancora, proprio come la cameriera rumena di "Finalmente sole".
Però non so se fosse positivo o negativo, non riuscire a staccarmi da lei.
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Re: Quando Littledeath si risveglia in sogno

Messaggioda LittleDeath » 17/12/2014, 22:59

Ragazzi... che nottata!
Ancora una volta, una botta di lucidi nel bel mezzo di un mese vuoto (di notte, perché troppo incasinato di giorno: tra lavoro, moroso, un minimo di vita sociale nonché di interessi personali...). Vi ricordate com'ero eccitata col primo Gran Triplo, quello di Ottobre? Beh, non ho proprio idea di quanti ne abbia fatti stanotte: sei, sette, otto, di più, boh? Uscivo da un lucido per cacciarmi immediatamente in un altro. Il lato negativo è la qualità: di quasi tutti ricordo solo brevissimi flash e spezzoni di dialogo. Forse avrei bisogno di più igiene del sonno; o di più sonno, punto. Certo che è interessante, questo fenomeno dei lucidi a raffica: mi sa che apro un topic, mi piacerebbe proprio confrontarmi con voialtri e sentire il parere degli autori wiki.
Un punto fantastico, però, è che per la prima volta in vita mia (e non credevo che ci sarei mai riuscita!), ho realizzato un
INGRESSO DA SVEGLIA! : Yahooo : E' andata così: dopo essermi messa a letto (meglio non precisare l'ora), ho iniziato il solito tentativo di MILD, che di norma si conclude in sonno incosciente. Ieri notte, però, nonostante la stanchezza, ho avuto subito l'impressione di essere più presa del solito: non è facilissimo spiegarlo, ma avvertivo i primi segni di incoscienza (senso crescente di rilassamento, brevi frasi insensate o inspiegabili, come recitate nella mia testa da una voce pacata, immagini sfuggenti) e, al tempo stesso, riuscivo a non lasciarmi andare al sonno. Pensavo: "Ehi, vuoi vedere che è la volta buona? Da sveglia a lucida, micidiale!" (Erano mesi, da quando vi ho scoperti e molto prima di iscrivermi, che ci provavo.) Insomma, dai e dai, le immagini hanno incominciato a farsi più stabili, le brevi frasi si sono trasformate in un brusio di sottofondo... "Noo, non devo mollare, non mi devo addormentare proprio adesso..." Vabbè, non ve lo so raccontare nei minimi dettagli, perché tra l'altro sospetto di aver avuto anche qualche attimo di incoscienza, nel processo, però sono certa di una cosa: NON HO MOLLATO, non mi sono addormentata : Builder : ! E, da sveglia, mi sono ritrovata di fronte a quella che mi sembrava la porta di un ufficio, lucida! Intorno a me, c'era gente che andava avanti ed indietro, molto affaccendata. La porta si apre e compare un tizio dipinto nell'aria, con forti chiaroscuri: mezza età, longilineo, viso angoloso e abbigliamento formale. Mi fissa severamente: è chiaro che non si aspetta niente di buono da me. Io, completamente a corto della mia solita baldanza, tento di spiegare a Muso Duro la situazione.
- Sa... scusi per il disturbo... guardi che non ho mica bussato, eh...
Il dipinto d'uomo mi fissa, sempre più incagnato.
- E' che... sa, ero nel mio letto, fino a pochi minuti fa...
Mi sento peggio di Fantozzi :( , ci manca solo che mi torca le dita (ma non lo faccio!). Da parte dello stronzo, nessun aiuto.
- Mi sa che ho lucidato, tutto qui. Da sveglia... non lo trova... no, eh?
...
- Vabbè, come non detto. Anzi, sa cosa le dico? Chissenefrega di lei e di questo posto!
Ritrovata di colpo la mia dignità, gli giro le spalle: e il sogno precipita.
Dopodiché ricordo molto poco, se non l'essere passata al galoppo da una situazione all'altra, di aver lucidato più di una volta, di aver pestato i piedi per stabilizzare il sogno (esiste, come tecnica?), finchè non mi sono ritrovata in uno scenario del quale ho ricordi (appena) più chiari e che posso solo intitolare

TUTTA COLPA DI DIXIT!(https://www.sognilucidi.it/forum/viewtopic.php?p=59382#p59382: mi è rimasto molto impresso.) Inizia per strada, da lucida, con un litigio con un PO, un ragazzo piuttosto anonimo, non ricordo per quali ragioni. Gli urlo:- Squagliati!- e lui comincia subito a sciogliersi (con un mucchio di bolle ad effetto comico, non splatter), fermandosi però all'altezza degli occhi.
- Che credi di fare, così? Fino in fondo!- Ma quello sogghigna, con la testa dimezzata e il gelato che gli cola negli occhi: non ne vuol sapere, di riprendere lo scioglimento : Mr green : . Allora gli salto addosso e (tecnica che ho già adottato in un altro lucido) lo costringo a terminare l'opera, premendogli le mani sulle spalle con tutto il peso del mio corpo e spingendolo verso il basso. Nel corso dell'operazione tengo gli occhi chiusi, non so perché. Li riapro solo per ritrovare il PO ridotto ad una massa sciolta di crema variegata, ai miei piedi: soddisfatta, ricomincio immediatamente con un altro, e un altro ancora...
(continua)
Ultima modifica di LittleDeath il 18/12/2014, 5:08, modificato 4 volte in totale.
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Re: Quando Littledeath si risveglia in sogno

Messaggioda LittleDeath » 18/12/2014, 1:11

(ripresa)... finchè il sogno non crolla, ne ricominciano altri, lucido almeno un altro paio di volte e mi ritrovo, già lucida, in un sogno che finalmente ricordo con chiarezza e che intitolo

PAURA DI VOLARE. Sono nella galleria al pianterreno del condominio nel quale vivono i miei. Mia madre è con me. Io, tutta felice della mia lucidità, svolazzo a circa 3-4 metri dal suolo, planando, scorrendo parallela al suolo, a circa dieci centimetri di distanza, per poi riprendere quota (di poco). Penso a che magnifica risorsa onirica sia volare e a quante volte l'abbia fatto da inconsapevole: mi esalto, decido che è ora di puntare al cielo, ci provo e... Oddio, per la prima volta nella mia vita onirica, mi viene uno spaghetto! Non ci riesco, assolutamente: librarmi a pochi metri dal suolo, va bene. Ma puntare al campanile, agli edifici più alti e poi alle nuvole, come ho già fatto centinaia di volte? Nooo, potrei schiantarmi!
Mia madre non dice nulla, ma so che mi sta guardando e si aspetta qualcosa di più da me; d'altra parte (penso) è un dovere che ho innanzitutto verso me stessa, sono in un sogno lucido, cazzo! Posso mica continuare a fingere che vada tutto bene, con quella svolazzata insignificante, ad altezza soffitto? : WallBash :
Mi viene un'idea: "Sai che faccio? Metto su una bella scala di edifici, uno adiacente all'altro: due piani, quattro, sette... Da un tetto all'altro, non è questa gran distanza. Quando arrivo al tetto più alto (e me lo faccio alto sul serio!), avrò senz'altro trovato il coraggio di buttarmi e spiccare un volo vero!" (Mia madre, nel frattempo, è sparita.) E così faccio: finchè, arrivata in cima alle svariate dozzine di piani del più alto, guardo giù e mi sento male. :shock: Vorrei tornare indietro, ma capisco che non posso: la facciata che ho sotto gli occhi si è inclinata, frazionata in un'infinità di segmenti e, trasformata in una scala mobile, ha cominciato a scorrere verso il basso. Capisco che fra poco il nastro, salendo, raggiungerà i miei piedi e mi costringerà a scendere, fuori dal sogno: e non c'è tentativo di stabilizzazione o di cambiamento di scenario che possa funzionare... peccato! Nel frattempo, sui gradini si aprono e si chiudono delle finestre di messaggio: "Dai, provaci lo stesso!" recita una. Un'altra: "Ma no, questa partita è persa!" Una terza: "Vabbè, al prossimo lucido!" Una quarta: "Ma perché vuoi fare questa figuraccia? Vola!" Poi altre ancora, ma io non leggo più niente...

... e apro gli occhi.
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Re: Quando Littledeath si risveglia in sogno

Messaggioda LittleDeath » 04/02/2015, 0:42

Ieri sera. Sono sola in casa. Non è molto tardi, ma ho avuto una giornata pienissima e crollo dal sonno. Sto navigando, non voglio mollare, ma la testa continua a piegarsi e i pensieri a perdersi. Alla terza o quarta volta che mi si abbassano le palpebre, avverto uno schiaffo sulla nuca: illusione ipnagogica che sperimento di frequente, quando lotto contro il sonno e sono prossima a perdere la battaglia. Di norma, mi riscuoto; stavolta penso che è la solita sberla antinarcolettica e crollo davanti allo schermo.

LA PANCHINA. Sono in un parco che non riconosco, seduta su una panchina. Dev'essere piena primavera, il sole non brucia e c'è un tepore dolce. Dagli alberi di fronte a me non cadono però petali di fiori, ma minuscole sfere trasparenti ed ambrate, identiche ad un integratore a base di "olio di carota" (un oleolito?) che ricordo di aver visto tempo fa, in un'inserzione pubblicitaria. Penso a che senso possa avere assumere un prodotto del genere, con tutte le carote che ci sono a questo mondo; mi chiedo se un integratore a base di betacaroteni possa comportare rischi di eccessivo accumulo di Vitamina A nel fegato, mi rispondo che comunque non voglio correre rischi e concludo che, dal momento che non soffro di nessuna avitaminosi, è chiaro che sto sognando. In quel momento, mi accorgo della creatura che è seduta accanto a me: in qualche modo, so che era lì dall'inizio del sogno. Vista di spalle, potrebbe sembrare una persona normale: ma il suo viso è il più assurdo incastro di piani che abbia mai visto in vita mia. Sporge e si incava in modi imprevedibili, come se fosse composto di cassetti che continuano ad aprirsi e richiudersi. Colgo però l'espressione gentile con la quale mi osserva.
- Lo sai che, se fossi più carino, potrei anche innamorarmi di te? - (Vabbè, lo so, manco Harmony! Ma la mia battuta è stata questa...) - Sì, ho già un ragazzo, ma non gli faremmo sapere niente.
Lui scuote la testa. - Stai perdendo tempo.
Non ha finito di dirlo, che un nebbione tremendo casca dal cielo...

... e mi sveglio con la testa appoggiata al portatile, lo schermo ancora illuminato (avrò dormito pochissimo? o l'avrò riacceso inconsapevolmente dopo che si è oscurato, premendo qualche tasto nel dormiveglia?). Mi rallegro con me stessa per il lucido, cambio fianco e ricrollo nel sonno.

SALTI. Sono nello spazioso ingresso-soggiorno di una casa mai vista. Con me c'è mia madre, identica a come l'ho vista in una foto che le è stata scattata a sedici anni, mooolto prima della mia nascita. Capisco immediatamente che sto sognando. Urlo di gioia con tutto il fiato che ho in gola, la abbraccio e comincio a saltare per tutta la casa, trascinandola con me. Il soffitto, visto da terra, è ad un'altezza comune: ma, all'apice dei miei salti, il pavimento è distante di almeno otto o nove metri da noi.
- Tesoro - sorride - vedo che sei felice e sono felice anch'io per te, ma guarda che stai sprecando il tuo so...
Piombo in una black scene, sola. Faccio anche diversi commenti, che saranno :censored:, sulla balordaggine della situazione. Mi chiedo se non abbia bisogno di un cavatappi (?)
e, a quel punto, o perdo lucidità o esco dalla precedente black scene per entrare in un'altra, perché mi ritrovo in un buio pesto, inconsapevole di stare sognando. Dal buio emerge l'androne del condominio dei miei genitori: è notte. Cerco l'interruttore della luce al solito posto, non lo trovo e concludo che è meglio che ne faccia a meno e che mi sbrighi ad uscire, se non voglio perdere l'autobus. Sono nella galleria ma... troppo tardi! Vedo passare il 19. "Ehi, un momento! Ma il 19 passa a Bologna, non quaggiù dai miei..." e capisco che sto sognando. "Che gioia! E se provassi a farlo tornare indietro?" Mi butto all'inseguimento del 19, con i soliti grandi salti dei miei lucidi.
- Eeeehi! Questo è il mio sogno! Feeerma!
Il 19 ha ingranato la retromarcia e mi sta lentamente venendo incontro. Mi viene in mente che sarebbe bellissimo avere addosso il costume da bagno, proprio come in uno dei miei sogni inconsapevoli; solo che stavolta, contrariamente ad allora, girerei per il paese senza essere molestata da nessun PO. E, se qualcuno si azzardasse... Ma la scena scompare di botto
e non so cosa sia successo, se mi sia svegliata o semisvegliata o abbia magari fatto un sogno che non ricordo. Mi ritrovo comunque in un altro scenario.

RIUNIONE. Una piccola e squallida stanza, simile ad un ufficio gremito di oggetti inutili. Sono già lucidissima e altrettanto incazzata: ricordo bene com'è finito l'ultimo lucido. Mi chiedo perché, dopo più di un mese passato senza aver lucidato (a parte sprazzi brevissimi), tutto quello che la mia mente onirica riesce a produrre siano queste scenette monche (oddio, non che i miei lucidi siano mai stati granché stabili o duraturi...)
"Qui, bisogna riunire la redazione!" concludo. Afferro una specie di campanaccio da vacche posato sulla scrivania e lo scuoto con tutta la mia rabbia. Emette un suono pastoso e credibilissimo.
Immediatamente, la stanza si affolla di PO: una dozzina di uomini e donne di tutte le età, nessuno dei quali mai visto, né in sogno, né nella realtà.
- ALLORA! - abbaio - E' TUTTO QUELLO CHE RIUSCITE A COMBINARE? MA NON VI VERGOGNATE?
Mi interrompo, per studiare l'effetto della sfuriata. Giro lo sguardo da un PO all'altro: non c'è un viso che ritrovi identico, quando lo osservo per la seconda volta. Mi chiedo se si stiano facendo gioco di me, cambiando continuamente faccia in quel modo: ma ci sono troppa vergogna e soggezione nelle loro espressioni, e so che sono sentimenti sinceri.
- Avanti! Dite qualcosa!
Scoppiano a parlare tutti insieme. Non si capisce una parola: però, è chiaro che si sono presi la faccenda a cuore. Cominciano a starmi simpatici.
- Silenzio! - Obbediscono. - Cominciamo da una semplice risposta ad una semplice domanda: perché i lucidi mi durano così poco? E, soprattutto, perché mi finiscono all'improvviso? Se solo riuscissi a tenere di più, anche solo un po', son sicura che mi darebbero più soddisfazione!
Altro chiasso inconcludente.
- Tu! - punto il dito verso una rossa di nemmeno vent'anni, che immediatamente si trasforma in un distinto signore sulla cinquantina, col pizzetto sale e pepe. - NO! NON MI FARE INCAZZARE! COME PRIMA, GRAZIE!- Il signore torna ad essere una ragazza: simile a quella di prima, ma bruna e con occhi più grandi.
Non ho mai visto tanta irresponsabilità. Mi chiedo se debba commiserare questi PO per la loro palese mancanza di carattere, oppure schiacciarli tutti sotto una macina da mulino. O trasformarli in altrettanti chewing gum, meglio se accuratamente incartati. Farebbero una miglior figura e servirebbero a qualcosa.
Mentre faccio queste riflessioni, mi accorgo che la ragazza ha detto qualcosa, sottovoce.
- Non ho sentito! - Pronuncia una frase, a voce poco più alta. Mi sembra russo, ma non ne sono sicura.
- BASTA CON QUESTI GIOCHETTI! - Con un salto, scavalco la scrivania e sono addosso alla cagasotto, che è tornata rossa. La butto a terra, senza incontrare nessuna resistenza, e le afferro i capelli: che più tiro, più si allungano, si allungano... "Ma quanti chilometri di capelli ha?"
La luce inizia a declinare. Batto i piedi a terra, urlo: "Più chiarezza, più lucidità", la scena torna nitida ma continuo a tirare, a quel punto la chioma della ragazza ha riempito la stanza, vedo solo onde di rame chiaro davanti a me, che hanno chiaramente preso la direzione della porta, "persino i capelli di queste nullità riescono solo a darsela a gambe!" Decido però di lasciarmi trascinare dalla loro massa, ho l'impressione che mi porteranno in un luogo interessante...

... e, ovviamente, a questo punto mi sveglio. : WallBash :
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Re: Quando Littledeath si risveglia in sogno

Messaggioda LittleDeath » 06/02/2015, 12:43

Sembrerebbe che il mio inconscio voglia rifarsi della pigrizia di Gennaio, perché stanotte ho vissuto un altro lucido. Avrei preferito di no: per la prima volta in vita mia, ho sperimentato l'impotenza da lucido, in forma radicale. E non è stata certo una bella esperienza.
Tecnica: crollo a dormire di botto (niente portatile, stavolta).

IMPOTENZA. Comincia con vari sogni inconsapevoli, dei quali ricordo uno dei più ricorrenti (e frustranti) per me. A volte l'ambientazione è la casa dei miei genitori, a volte quella di amici, altre ancora un appartamento sconosciuto. Ieri notte, ero nella casa del mio ragazzo: come in tutti gli altri scenari, sono sola e tento di nuotare nell'aria. Salgo su quello che so essere il mobile più alto della casa (un armadio o una cassettiera, di solito) e mi protendo nell'aria allungando ed allargando le braccia davanti a me, come se nuotassi a rana nel mare o in piscina. Le prime bracciate non pongono nessun problema: rimango tranquillamente a galla nell'aria e comincio ad esplorare così la casa, con una certa speditezza, a circa due o tre metri di distanza dal pavimento. Ma, dopo sette o otto bracciate, comincio lentamente e inesorabilmente a perdere quota, nonostante acceleri le bracciate; in pochissimo tempo, mi ritrovo lunga distesa a terra. (Se non altro, l'atterraggio non è mai brusco!)
Chiudo gli occhi e mi chiedo se, con l'allenamento, riuscirò mai a completare l'esplorazione della casa, nuotando nell'aria. Quando li riapro, mi ritrovo sulla banchina di un porto: il brusco cambiamento di scenario mi fa capire al volo che sto sognando. Sono sempre distesa, mi alzo. Il mare è lì, davanti a me: mosso, e proprio per questo invitante, come in tutti i bei sogni nei quali mi è apparso. Ne sento distintamente l'odore: è di un azzurro smaltato, senz'ombra di intorbidamenti, nonostante le onde. Insomma, urge un bel tuffo! La giornata è fresca, ma questo è il mio lucido: so che troverò l'acqua della temperatura che preferisco, sto per buttarmi, ma... non ci riesco! Cosa mi succede? Vorrei tanto tuffarmi, ma... "E se l'acqua è fredda? E se sto male?" Dopotutto, nei lucidi non si è onnipotenti, l'ho già sperimentato tante volte...
Mentre sono lì, a pensare se sia il caso o no di tuffarmi, arriva una BMW argento. "Beh" penso "se proprio non riesco a farlo, questo bagno, voglio perlomeno saltare sul tetto di quest'auto in corsa!" Comincio a correre dietro alla BMW, che percorre la banchina descrivendo dei cerchi. Ma, ancora una volta: "E se mi faccio male?" (Che sogno da vigliacchi!) Alla fine, la vettura si ferma: può darsi che l'abbia fermata io, ma non ne sono sicura. Comincio ad arrampicarmi sul bagagliaio, poi raggiungo il tetto e mi ci siedo sopra, a gambe incrociate. A questo punto, desidero intensamente il mio compact, per ritoccarmi il viso (non che mi sia sforzata tanto, eh!): cerco di farlo comparire nel palmo della mia mano, ma niente. Mi concentro, ma tutto quello che ottengo è che il palmo della mia mano si oscuri e nel centro si accenda un cerchio luminoso. Che sogno di schifo! Vabbè, andrà meglio al prossimo...
Mi accorgo che accanto a me, sdraiato sul tetto della BMW ed appoggiato ad un gomito, c'è Raul Bova (di circa vent'anni fa, diciamo). Mi chiedo cosa ci faccia nel mio lucido questo signore, che mi ha sempre ispirato una certa simpatia, ma nessuna particolare attrazione. Penso che la cosa migliore sia chiederlo a lui, e lo faccio.
- Passavo di qui... - mi fa - Spero di non disturbare. Dai, non te la prendere, un sogno di merda capita a tutti, ogni tanto.
- No, no, hai fatto bene a passare. Mi piacciono, i ragazzi con l'aria dolce. E che non se la tirano. Secondo te, dovrei tuffarmi o no?
Comincia a rispondermi, con quei suoi modi seri e pacati, e credo che abbia parlato a lungo,
ma non ricordo più niente.
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Re: Quando Littledeath si risveglia in sogno

Messaggioda LittleDeath » 09/03/2015, 5:47

Tre notti fa. Tecnica: XXX : Love :

LA FINE DELLA CIVILTA'. Sono a casa mia, che nel sogno si trova all'ottavo piano. E' una notte tranquilla, ma all'improvviso appare una moltitudine di stelle e pianeti in cielo: e cominciano a farsi la guerra, scontrandosi in oceani di scintille, precipitando e risorgendo. Alla notte segue a palla di cannone il giorno e al giorno la notte, poi è ancora giorno... capisco che sta per succedere qualcosa di terribile. E infatti, avverto una sensazione di discesa e vedo dalla finestra che, proprio come quello nel quale mi trovo, tutti gli edifici circostanti si stanno abbassando. Non è un crollo, però, e nemmeno uno sprofondamento nel sottosuolo: è come se si stessero sgonfiando, accasciandosi al suolo in una marea di pieghe gommose, ma senza deformarsi, non prima di essere prossimi al piano della strada. Sono terrorizzata, convinta che da un momento all'altro tutto mi crollerà in testa, che sprofonderò tra le macerie e resterò lì ad agonizzare... ma no, il mio appartamento scende fino al pianterreno. E lì si ferma.
Stupita di essere viva, esco e mi ritrovo per strada. C'è una luce crepuscolare, ma per niente spiacevole. I giganteschi ammassi di edifici collassati sono scomparsi, e le strade sono state sostituite da vicoli e portici. C'è tanta gente, che corre in giro e si riunisce a gruppi: ascolto le loro voci. Sento che non ci sono stati né morti né feriti: però, la Civiltà è finita.
FINITA? Finita la Civiltà? L'angoscia mi strozza, seguita da un'ondata di tristezza: che farò senza la Civiltà, ora? Non temo la fame, il freddo o le malattie; non temo aggressioni, perché vedo solo solidarietà intorno a me. Capisco che sul piano materiale non mancherà niente a nessuno, nella nuova vita che dovremo organizzare: ma che vita sarà, senza libri, senza Internet, senza musica, senza scienza? Che fine faranno l'arte, il pensiero... e quel pomeriggio sarei dovuta andare dal parrucchiere, per poi vedere gli amici al solito pub...
Mi viene da piangere: perché sono sopravvissuta? Pensando che se fossi morta sarei stata l'unica, ma forse sarebbe stato meglio, mi unisco ad un gruppo di sconosciuti seduti in circolo.
- Su, non faccia così! - mi fa una signora di mezza età, caschetto biondo e aria rassicurante. Assomiglia un po' a Fay Weldon.
- Guardi che nel giro di vent'anni avremo ricostruito tutto! Non dobbiamo mica ripartire dalla ruota!
Un pensiero mi fulmina. - Signora, non le sembra strana, come fine della Civiltà? Voglio dire, niente catastrofi, niente morti né feriti, nessuno di cui aver paura... .
- Eeeh, ma lei ha visto troppi film americani! - Ride. - La Civiltà non finisce mica così, nella realtà.
La parola "realtà" mi evoca qualcosa di indefinibile. Intanto, la signora comincia una lunga spiegazione, che mi arriva come se fosse in inglese, anche se so che sta parlando in italiano: assomiglia all'articolo di uno di quei siti o quei periodici cartacei dediti al debunking. Mi si avvicina il primo tipo losco del sogno: un uomo sulla quarantina, ben vestito e perfettamente sbarbato, ma con l'aria più viscida che abbia mai visto in un PO. Ha con sé una valigetta di pelle, che mi apre sotto il naso. L'interno è colmo di pietre preziose dal taglio perfetto, per quanto possa giudicare una profana come me, accovacciate su un fondo di vellutino increspato: con la sua vociaccia untuosa, lo sconosciuto mi invita a scegliere secondo i miei gusti (non ricordo le parole esatte, però). Aggiunge che, grazie a me (?), le gemme di mia scelta verranno subito vendute: e divideremo a metà. Comincio ad infuriarmi: so per certo che questo stronzo è un assassino e vuol fare di me la propria complice. Infatti, per ogni pietra che sceglierò, una persona innocente sarà ammazzata: e questo, al solo scopo di arricchirlo! Capisco di botto perché poco prima la parola "realtà" mi avesse colpita e lucido.
Urlo senza ritegno. - La pianti! So che razza di individuo è lei. E questo è un sogno!
Il figuro trema. - No, no, signorina, si sbaglia...
Comincio ad aumentare di statura, o forse è lui che rimpicciolisce. Sono felice, mi sento Amateratsu, o Gigeiten. - Verme, basta! Non ucciderò nessuno per farti piacere! Hai capito? E questo è un sogno, ti dico!
- No, no...
- Sì!
Continuo ad aumentare di statura, mentre il bastardo, impaurito, piega la schiena, comprime la testa tra le spalle (schiacciato dal peso delle proprie colpe, penso), continua a striminzirsi e si trasforma nel cartone animato di un malfattore da quattro soldi beccato sul fatto, per poi sbiadire e sparire nell'aria. Mi accorgo di essere tornata ad una statura normale: mi chiedo se non sarebbe stato meglio restare una dea giapponese, decido di no e mi unisco ad un gruppo di sopravvissuti (a niente, penso, divertita). Stanno discutendo di come faranno a riorganizzare la biblioteca: sento che si è sgonfiata, "come tutto il resto".
- Sentite! - intervengo - La biblioteca ve la rimetto in piedi io; e ve la amplio quanto vi pare. Il problema è un altro: non starete prendendo la Civiltà troppo alla leggera? Eccovi qui, a discutere della sua fine, come se nulla fosse, come se si trattasse solo di rompersi un po'...
Ci sono tante cose che vorrei aggiungere, ma non me le ricordo. Intanto, l'uditorio ha cominciato a mettere su una grigliata di verdure e qualcosa che mi sembra carne di ceci (dei similfiletti di pollo, fatti con farina di ceci e gelificanti vari): e questo non mi sembra molto rispettoso. Così come non lo è fregarmi una delle mie ricette preferite, senza neanche chiedermi il permesso.
Mi chiedo se non sia il caso di farli sprofondare sottoterra, ma decido di no: dopotutto, sono stati tutti gentili con me, prima che lucidassi. Ho voglia di fumare, tiro fuori dalla tasca una pipa: ma da quando, mi sono messa a fumare la pipa? Vabbè, è un sogno... senza preoccuparmi che il fornello sia già riempito di tabacco, strofino pollice ed indice della mano sinistra, faccio scoccare qualche scintilla ed avverto distintamente il profumo dei miei Mini Meharis Sweet Orient. Mi siedo su un gradino spuntato da chissà dove, aspiro e sento distintamente la pressione dei denti sul cannello, nonché il fumo che mi riempie la bocca. Il profumo dei cigarillos si mescola ai primi aromi di peperoni e zucchine arrosto. Che pace...


Da questo punto in poi, non ricordo più nulla. Trovo notevole non aver avuto nessun problema di stabilizzazione, in questo lucido.
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Re: Quando Littledeath si risveglia in sogno

Messaggioda LittleDeath » 16/04/2015, 21:00

Ieri notte (finalmente!).

L'INTERRUTTORE. Inizia come un sogno comune, che ricordo a scene: come un film visto con poca attenzione, ma del quale ho comunque presente la trama. Sono a casa dei miei per la Pasqua, ma al posto dei miei integerrimi genitori trovo due esseri malvagi, apparentemente dotati delle loro sembianze. Ho ancora paura, a ripensare ai loro visi tirati e malvagi: hanno perso ogni senso sia della legalità che della moralità e tengono in cantina un poveraccio che hanno sequestrato. Non mi è permesso vedere l'uomo, che però mi appare in ogni superficie chiara o specchiata (di quella che dovrebbe essere la mia casa, ma non lo è) sulla quale poso gli occhi: un uomo alto, di mezza età, distinto, che implora aiuto. Rendendosi conto che approfitto di ogni occasione per scendere in cantina, i miei (che non possono essere i miei!) mi affiancano una guardia del corpo identica a Mastro Lindo, che mi segue dappertutto. Ad un certo punto, non so perché, mi ritrovo nell'atrio del condominio dei miei (che non è il condominio dei miei, ma un posto mai visto), sempre con Mastro Lindo alle calcagna: è giorno, c'è luce ma, non so perché, avverto il bisogno irrefrenabile di premere l'interruttore della luce. Il gesto mi comunica una sorta di flusso energetico (piacevolissimo, niente a che fare con una scossa elettrica!), che parte dal mio indice, risale il braccio e mi provoca qualcosa di simile ad una mini-esplosione in testa: per un attimo tutto si fa nero, dopodiché lucido e, come spesso mi accade in queste occasioni, mi ritrovo in una versione molto più bella dell'ambiente in cui ero fino ad un attimo prima. L'anonimo atrio mi appare ora in un lussuoso art-deco, ancora più luminoso di prima (nonostante la luce non si sia accesa), con un bellissimo ascensore a gabbia e fiori dappertutto. Sono felice: i miei genitori sono sempre persone come si deve e nessuno è stato rapito!
La mia guardia del corpo però è sempre lì, storcendo la bocca: so che ha capito che ho lucidato e non apprezza la novità. - Non servi più! - gli annuncio, e desidero intensamente che sparisca inabissandosi nel pavimento. Mastro Lindo obbedisce immediatamente al mio desiderio non espresso: mi diverto a vederlo scomparire sotto alle piastrelle, senza minimamente incresparle, centimetro dopo centimetro, con un'espressione di dignitosa rassegnazione.
A quel punto, però, avverto una certa nostalgia del rapito: mi attrae in qualche modo, anche se non sono esattamente innamorata di lui. Vorrei rivederlo. "Un momento, lui non sa che ho lucidato e che quindi non c'è mai stato nessun rapimento! Basta non farglielo sapere..." Non ho ancora finito di formulare questo pensiero, che me lo vedo di fronte: non parla, ma capisco dal suo sguardo che è convinto di essere stato liberato da me e che me ne è grato.
- Vieni, voliamo! - gli propongo, prendendolo per mano. Ci troviamo improvvisamente nella cucina dei miei (quella reale), noi due soli. Faccio un piccolo salto e mi alzo di circa un metro dal pavimento, insieme a lui: volo decisa verso il muro che comunica col terrazzo, decisa ad attraversarlo, insieme al mio nuovo amico che crede di essere stato salvato da me, ma... PAURA! E se il muro si comporta da muro, anziché farci passare? E se ci schiantiamo?
Mi affloscio a terra col non-salvato, piena di frustrazione. Le piastrelle ad un centimetro dal mio naso sono così reali, identiche a quelle della cucina della mia infanzia ed adolescenza... mi viene un dubbio: e se non stessi sognando?
Per risolvere il dubbio, decido di tentare di mangiare un pezzo di muro. Mi tiro su a sedere sul pavimento, allungo la mano, stringo le dita su uno spigolo: il muro si spezza senza alcuno sforzo. Ne tiro via quanto posso tenerne nel palmo della mano: vedo filare dalla cavità che ho creato una sorta di ripieno, simile a mou. Assaggio ciò che ho staccato e... che meraviglia! Avete presente il torrone alle mandorle, quello bianco e morbido, ma dolce al punto giusto, senza quegli eccessi di zucchero che sono il limite del torrone? Non ho mai mangiato niente di più buono di quel pezzo di muro croccante e morbido, né da sveglia né in sogno!
Ne stacco un po' anche per il mio compagno, che lo accetta fiduciosamente. Mangiamo a lungo: dopodiché, decido che è ora di riprendere il volo. Mano nella mano, è sicuramente un sogno, si va! Saltiamo e sprofondiamo nel muro, che ci avvolge. Il viaggio è bellissimo: trapaniamo volando metri e metri di calcestruzzo, che non ci pesa minimamente addosso, come se fosse il nostro ambiente naturale: la cosa che più mi sorprende è che l'aria non ci manca per niente. Sembra di essere avvolti da un tunnel di velluto nero, che si apre al nostro passaggio, finché intravedo qualcosa che potrebbe essere uno spiraglio di luce...

Non ricordo più niente. E spero che il mio superamento dell'impotenza da lucido sia definitiva! :cool:
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Re: Quando Littledeath si risveglia in sogno

Messaggioda LittleDeath » 19/04/2015, 19:17

Strana e piacevolissima esperienza lucida, stanotte: peccato che ne ricordi molto poco! : WallBash : Mi era già capitato di passare consapevolmente dal dormiveglia ad uno scenario lucido in modo graduale, ma è la prima volta che riesco a trasformare una semplice immagine ipnagogica in un sogno cosciente.
IL PADIGLIONE. Sono alle soglie del sonno, nel momento in cui la coscienza va e viene e ti appaiono immagini che, un attimo dopo, riconosco come già oniriche. Mi vedo in un padiglione circolare con colonnine, simile ad una giostra (ma senza cavalli!), all'interno di un meraviglioso giardino che potrebbe essere uscito da "Indian fairy tales": il padiglione è arredato in modo sontuoso, con profusione di oro e oggetti squisitamente cesellati. Sono sdraiata a terra, tra grandi cuscini di seta: accanto a me percepisco una sorta di benevola presenza femminile, forse umana o forse soprannaturale, che però non riesco a scorgere. Di fronte, vedo un signore piuttosto piccolo e tozzo, in turbante, vestito con sfarzo regale: il suo sguardo è carismatico. Ho come l'impressione che le sue labbra si muovano, ma non sento nulla: capisco però che sta tenendo a me e alla non meglio identificata signora accanto a me un discorso di grande profondità.
La mia coscienza ha una sorta di sussulto: "Bello, ma che roba è?" Capisco che è un'immagine, o forse una sequenza ipnagogica: non riesco infatti a ricordare se ci fosse movimento o meno nella scena. Ma stranamente questo è secondario, rispetto alla vitalità palpitante e, al tempo stesso, alla serenità che il contesto mi trasmette. Subito dopo, penso che sarebbe magnifico se questo fosse lo scenario di un sogno lucido, anziché una semplice immagine ipnagogica: e desidero intensamente che lo diventi. "Non andare via, fermati, fermati..." Ed è quello che succede! Di punto in bianco, l'immagine nella mia testa non è più un annuncio onirico, separato dalla mia coscienza: sono all'interno del sogno, perfettamente lucida. "Ce l'ho fatta!" Forse mi sono fatta prendere la mano dall'euforia, perché da quel momento non ricordo quasi più niente: a parte il fatto di non aver perso la mia lucidità e di essermi divertita a far uscire una grande mano dal muro di una sala arredata con lo sfarzo di quel padiglione, seguita da una sorta di braccio lungo diversi metri e dalla consistenza gommosa. Ricordo anche l'espressione sconfortata dello stesso regale personaggio che ho descritto, alla vista di questo mio giochetto (che, evidentemente, giudicava puerile). :|
Il tutto rimane comunque una bellissima esperienza: che, però, non so come fare a replicare.
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