Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > Diario dei sogni lucidi di Hari

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Re: Diario dei sogni lucidi di Hari

Messaggioda unknow » 07/09/2020, 21:41

Ciao Hari,
è divertentissimo e stimolante leggere il tuo diario : Mr green : Anche a me capitano le paralisi come a te, solo con minor frequenza e non ho ancora imparato bene a sfruttarle. Ma quello che sento sempre è la presenza maligna che a volte si fa vedere a volte no. Comunque, ti dico come una volta, una sola nella vita, sono riuscito a far amicizia con questa entità, magari ci puoi provare pure tu e mi fai sapere se funziona...ero completamente lucido, paralizzato sul divano, e questa specie di ombra nera si aggirava per la casa, accendendo e spegnendo luci, ridacchiando e prendendomi in giro. Questa si avvicina sempre di più a me, io terrorizzato e non sapendo come fare per salvarmi, le chiedo con l'intento di farmi per piacere un massaggio ai cervicali. Colpo di scena, l'entità mi prende per mano, e da li inizia l' OBE più forte della mia vita, mi son trovato a volare nello spazio dove vedevo la terra dall'alto, tanto che ad un certo punto mi sono spaventato per paura di non riuscire a ritornare più nel mio corpo. Domanda, dato che nei tuoi sogni incontri spesso entità e non semplici p.o., ti è mai capitato di incontrare degli esseri fatti di acqua?
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Re: Diario dei sogni lucidi di Hari

Messaggioda Hari » 09/09/2020, 13:50

unknow ha scritto:Ciao Hari,
è divertentissimo e stimolante leggere il tuo diario : Mr green : Anche a me capitano le paralisi come a te, solo con minor frequenza e non ho ancora imparato bene a sfruttarle. Ma quello che sento sempre è la presenza maligna che a volte si fa vedere a volte no. Comunque, ti dico come una volta, una sola nella vita, sono riuscito a far amicizia con questa entità, magari ci puoi provare pure tu e mi fai sapere se funziona...ero completamente lucido, paralizzato sul divano, e questa specie di ombra nera si aggirava per la casa, accendendo e spegnendo luci, ridacchiando e prendendomi in giro. Questa si avvicina sempre di più a me, io terrorizzato e non sapendo come fare per salvarmi, le chiedo con l'intento di farmi per piacere un massaggio ai cervicali. Colpo di scena, l'entità mi prende per mano, e da li inizia l' OBE più forte della mia vita, mi son trovato a volare nello spazio dove vedevo la terra dall'alto, tanto che ad un certo punto mi sono spaventato per paura di non riuscire a ritornare più nel mio corpo. Domanda, dato che nei tuoi sogni incontri spesso entità e non semplici p.o., ti è mai capitato di incontrare degli esseri fatti di acqua?



Ciao unknow :) mi fa piacere che apprezzi il mio diario :). Molto interessante la tua esperienza di OBE con l'entità, io invece quando ho provato a parlarci e fare delle domande sono stato portato in un luogo tetro e delirante, mentre l'essere continuava ad insultarmi e accusarmi dei crimini più atroci compiuti chissà quando e di cui ovviamente no
ho alcun ricordo. Comunque ho provato più volte a farci amicizia, anzi questo è il mio attuale approccio con l'entità. Recentemente sembrava che avessi fatto progressi, il rapporto con questa entità sembrava essersi evoluto e per un po' non mi ha più disturbato. Ultimamente però le aggressioni sono ricominciate ma a dire il vero non sembra sia la stessa entità di prima. Mentre quella di prima la percepivo come femminile questa la percepisco come maschile e più aliena, e mi sono reso conto che già altre volte mi aveva fatto visita. Sembra che io abbia migliorato un po' i rapporti con l'entità femminile, o la parte femminile della stessa entità se vogliamo, mentre invece abbia ancora grossi problemi con quella maschile. Per quanto riguarda esseri fatti d'acqua, che io ricordi non ne ho mai incontrati. In genere i personaggi che incontro, sia benevoli che ostili, hanno aspetto umano, con qualche eccezione ogni tanto ma esseri fatti d'acqua o di altri elementi non mi sembra. Tu invece ?
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Re: Diario dei sogni lucidi di Hari

Messaggioda unknow » 10/09/2020, 20:37

Eh niente una volta in sogno, vidi passare delle creature con forma di uomo ma fatte di acqua, e molto grandi, almeno 3 4 volte una persona normale. Queste stavano camminando per aria, fa conto a 10 metri di altezza e se ne stavano andando da qualche parte...quando le ho viste ho acquisito lucidità, e ho fischiato più forte che potevo per richiamare la loro attenzione. una di queste si accorge di me, si avvicina verso di me e si inginocchia tendendomi una mano per farmi salire e io gli porgo la mia. Solo che in quel momento ho sentito una forza incontrollabile che mi risucchiava verso l'alto ed è entrata in gioco la solita paura del cavolo, che mi ha fatto reagire cercando di fuggire da quella presa, cosa che mi è riuscita. Morale, le entità pigliano e se ne vanno, e il sogno finisce...quanto rimpiango ancora di non essere riuscito a superare la paura dell' ignoto..ancora una volta!!! : WallBash :
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Re: Diario dei sogni lucidi di Hari

Messaggioda Hari » 13/09/2020, 18:41

Bellissima esperienza, peccato che la paura ti abbia bloccato. Purtroppo è quasi inevitabile, le prime volte la paura dell'ignoto ha la meglio sulla curiosità e finiamo per fuggire, per poi magari pentircene al risveglio. È capitato diverse volte anche a me qualcosa di simile, soprattutto l'essere attirato verso l'alto, proprio come è successo a te, anche se nel mio caso non c'erano entità con una forma ma solo una forza invisibile che non potevo controllare. Con l'esperienza poi la paura inizia a venire meno e si impara a lasciarsi andare :)
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Re: Diario dei sogni lucidi di Hari

Messaggioda Hari » 04/10/2020, 18:53

7 settembre 2020

Sogno lucido ore 1.00-5.30

[slpc]Mi trovo in paralisi ed eseguo più volte il distacco, disturbato anche dall'entità della quale sento gli artigli stringermi le mani. Alla fine riesco in qualche modo a liberarmene e ad un certo punto sono al mare, in una località imprecisata ma molto bella e dall'atmosfera serena e rilassante. Cammino su dei piccoli scogli molto bassi, che spuntano appena oltre la superficie del mare. Mi viene voglia di salire su una barca e prendere il mare, dunque chiedo a qualcuno dove posso trovare una barca. Mi dicono di chiedere ad un certo tizio, di cui non ricordo il nome, che si occupa di queste cose e mi indicano una direzione. Per raggiungerlo mi trovo a passare in uno spazio stretto in mezzo a diversi ostacoli come sedie, tavoli e altri oggetti accatastati. La cosa mi rallenta non poco[/slpc] e finisco per perdere lucidità e anche il ricordo sfuma.

11 settembre 2020

Sogno lucido ore 4.00-5.20

Fotoricordo

[slpc]Prendo lucidità improvvisamente mentre sto camminando lungo il vialetto che porta dalle scale al cancello. E' notte, mi guardo le mani, le intravedo appena, apro il cancello ed esco in strada. Prendo il volo e subito si oscura tutto, potrei attendere e ripartire dal letto ma decido invece di raggiungere direttamente un altro luogo. Penso ad una spiaggia e cerco di sentire la sabbia al tatto. La sensazione della sabbia sulle mani è appena accennata, quasi inesistente, e infatti quando le immagini arrivano non mi trovo in spiaggia ma su un pavimento cementato. Mi guardo intorno, sembra una specie di cantiere o edificio abbandonato. Non ci sono né porte né finestre, la luce solare filtra da alcune aperture, vado dunque verso una di queste e attraversandola vedo che mi trovo sul terrazzo di palazzo. Prendendo il volo da qui potrei sorvolare la città e raggiungere la spiaggia in pochi secondi. Mi accorgo che c'è qualcuno con me, un tizio dai capelli lunghi che quando inizio a levitare mi suggerisce di andare a piedi, << col cavolo ! >> gli rispondo io. Prendo il volo e poco dopo mi accorgo che anche lui sta volando, una ventina di metri dietro di me, partito da un altro palazzo nelle vicinanze. Sorvolo gli edifici di questa città finché non vedo il mare, di colore verdastro e molto mosso, non certo l'ideale per farsi un bagno. Atterro a pochi metri dalla riva, poi decido di riprendere il volo e sorvolarlo spingendomi a largo per vedere cosa succede. Nel farlo però, come era già capitato altre volte in cui avevo provato a fare la stessa cosa, provo una forte emozione, con un formicolio all'addome. Le volte precedenti a bloccarmi era stata la paura dell'ignoto, quella paura ormai l'ho superata però temo che spingermi troppo in là possa farmi svegliare prima del tempo, dunque torno indietro. Chiedo al tizio con i capelli lunghi, che mi ha raggiunto in spiaggia, cosa succede se mi lascio andare a largo e lui risponde che mi sveglierei, la risposta però è sicuramente condizionata dalle mie aspettative. Subito dopo però mi dice che uno che conosce si è ritrovato in astrale facendo la stessa cosa, anche questa affermazione non è nulla di nuovo, l'alternativa infatti è quella di ritrovarmi in paralisi o direttamente fuori dal corpo. Decido di tentare di nuovo, sento le stesse sensazioni ma stavolta non mi fermo. Vedo delle barche in lontananza e sento voci di persone, più vado avanti più lo scenario si deforma, si sgretola, sto per oltrepassare i confini del sogno. Si oscura tutto e dopo qualche istante mi ritrovo in una casa che non conosco, in una stanza in penombra, probabilmente una camera da letto. Dalla poca luce sembrerebbe essere mattina presto, un momento in cui tutti stanno
dormendo e le luci sono spente. Trovo alcuni oggetti su un mobile, leggo qualche scritta che però ora non ricordo. Esco dalla stanza e mi ritrovo in una sorta di anticamera. La vista ancora traballa leggermente, mi chino dunque a toccare il pavimento per stabilizzare, lo sento al tatto con i palmi delle mani e qui una voce nella testa mi dice << è come l'altra volta >>. Questa voce la sento come fosse un pensiero ma non pensato da me, come se mi fossi in qualche modo sdoppiato. Io infatti non ricordo di essere già stato qui però evidentemente qualcuno o qualcosa dentro di me se lo ricorda. Mi guardo un po' intorno e subito la mia attenzione è attratta da alcune foto su una parete. Le foto ritraggono me da bambino, in almeno una di queste appaio grasso, come ero tra i 10 e i 12 anni. Vedo mia madre con i capelli corti come li portava nei primi anni 2000, periodo che coincide con quello in cui ero in sovrappeso, indossa una maglia a righe orizzontali bianche e rosse. Vedo altre foto su un'altra parete, alcune in bianco e nero, che ritraggono volti di persone. Riconosco alcune di queste, una assomiglia ad una mia zia deceduta alcuni anni fa, poi vedo la foto in bianco e nero del volto di un uomo che ha una vaga somiglianza con mio padre, forse un suo antenato ? E' tutto molto suggestivo ed anche molto vivido e reale.[/slpc]Qui però lo scenario inizia a dissolversi e mi sveglio. Mi pare di ricordare di aver sentito la presenza di qualcuno in quella casa e di aver pensato di poterlo incontrare. Per un attimo, mentre guardavo le foto, pensavo che quella poteva essere una delle due case in cui ho vissuto in Svizzera prima di trasferirmi in Italia all'età di 3 anni.

17 settembre 2020

Sogno lucido pomeridiano ore 13.30-15.30


Mi trovo a girare per il centro della mia città di sera e [slpc]ad un certo punto prendo lucidità. C'è molta gente in giro e in particolare vedo parecchie persone il cui aspetto indica che provengono da Paesi dell'Asia meridionale. Ho l'impressione di trovarmi in un futuro non troppo lontano in cui la comunità sud-asiatica nella mia città è aumentata notevolmente. Attraverso la piazza principale e la strada adiacente e mi trovo davanti un locale con un insegna luminosa verde con scritto qualcosa del tipo "Vuntu Bar". So che si tratta di un ristorante gestito da immigrati indiani o bengalesi, ci entro insieme a qualcun altro. Il locale non è molto grande, arredamento molto spartano, pavimento e pareti bianche, pochi tavoli. In fondo a sinistra c'è un bancone, dietro al quale si trova una ragazza, all'angolo a destra invece c'è un passaggio che fiancheggia la cucina e conduce forse ai bagni oppure ad un'altra sala. C'è un pannello appeso al muro con immagini in movimento nel quale vedo inizialmente una mappa dell'Asia meridionale. Un cameriere ci indica un tavolo e ci sediamo, io mi siedo dando le spalle al bancone, in modo da guardare verso la porta. Vedo alcune persone che chiacchierano fuori dal locale proprio attraverso la porta vetrata. Al tavolo con me è seduto mio padre, alla mia destra e qualcun altro che ora non ricordo. Con una scusa mi alzo ed esco dal locale, ho intenzione di fare un giro[/slpc] ma qui il sogno si dissolve. L'esperienza continua con episodi molto confusi e caratterizzati da scarsa lucidità.

19 settembre 2020

Sogno lucido pomeridiano ore 13.30-15.30

Musica nelle cuffiette

[slpc]Mi trovo in paralisi e sento la presenza dell'entità femminile sopra di me, percepisco una forte emanazione di tipo sessuale. La ignoro, mi alzo ed esco dalla mia stanza, invoco una sfera di energia intorno a me, una sorta di barriera per isolarmi da questa e altre possibili entità che tentino di disturbarmi. Vado di sopra, esco in strada ma la mia lucidità va perdendosi. Mentre cammino per la strada non so perché ho le cuffiette alle orecchie con della musica dance tipica degli anni '90 (non cammino mai con le cuffie alle orecchie e non sono solito ascoltare quel genere di musica, anche se quando mi capita di sentirla alla radio mi richiama alla mente ricordi piacevoli della mia infanzia) . Ad un certo punto chiedo ad alta voce che la musica che ho nelle cuffiette venga sparata anche all'esterno in modo che la sentano tutti. Mi tolgo le cuffiette e in effetti la musica si sente tutto intorno ma a volume basso. Qui il sogno crolla e riparto dal letto, invoco nuovamente una sfera di energia intorno a me[/slpc]ma qui il ricordo sfuma.


22 settembre 2020

Lucido ore 5.00-5.30

Festa di compleanno e paesaggio di montagna

[slpc]Sono nella mia stanza, sopra al letto di mio fratello vedo cose appese alla parete che nella realtà fisica non esistono. Esco in strada e sento della musica provenire da una casa vicina, mi avvicino e vedo che nel giardino di una delle villette della zona è in corso una festicciola, forse un compleanno. Mi imbuco alla festa e vedo un lungo tavolo pieno di bicchieri, piatti di plastica e resti di cibo, mentre la gente è sparsa per il giardino. Sul tavolo c'è anche delle fette di torta già tagliate ma che nessuno sembra aver toccato, ne prendo una, vedo che è fatta con pan di Spagna, panna, e scaglie di cioccolato. La assaggio ma non è un gran che, la rimetto dove l'ho trovata e un tizio che mi vede commenta negativamente il mio comportamento. Mi guardo intorno, ci sono perlopiù bambini e adulti, deve essere il compleanno di qualche bambino. Esco dal giardino e proseguo lungo la strada con l'intenzione teletrasportarmi altrove, con me c'è qualcuno che mi suggerisce cosa fare, una sorta di accompagnatore-guida, di quelli che rimangono fuori dal campo visivo. Mi trovo alla fine della strada che inizia di fronte casa mia, mi chino a sfregare le mani sull'asfalto per e lo trovo stranamente troppo liscio, anche se fosse stato appena messo dovrebbe essere così liscio. Mi metto ora a sfregare le mani sul muro di recinzione di una villa, questo invece rispetta le mie aspettative, è ruvido come dovrebbe essere. Proseguo e all'incrocio giro a sinistra, dopodiché, giunto all'altezza del bar-ristorante che si trova in quel punto anche nella realtà fisica, mi chino di nuovo a sfregare le mani sull'asfalto, che ancora una volta risulta liscio. Osservo il mio corpo e come sono vestito, indosso una maglietta a maniche corte multicolore che con varie immagini e scritte (ce l'ho anche nella realtà fisica ma non la indosso in questo momento ) e un paio di calzoncini verdi di quando giocavo a calcio diversi anni fa. Decido che è il momento di andare da qualche altra parte, perciò mi fermo in piedi mi concentro per levitare verso l'alto. Mi concentro sul respiro, tutto è estremamente vivido e reale, il che mi fa sempre molto piacere ma in queste condizioni è difficile sollevarsi da terra solo col pensiero, dunque faccio un saltino ed ecco che rimango sospeso a mezz'aria. A questo punto l'ambiente inizia a dissolversi e quando sono nel buio totale vado verso il basso e tocco terra con le mani per stabilizzarmi in un altro ambiente. Mi sposto in avanti gattonando finché lo scenario non prende forma intorno a me. Qui mi rendo conto che sono rimasto dov'ero, non ho fatto altro che spostarmi in avanti di qualche metro :D. Evidentemente sono stato troppo frettoloso, avrei dovuto attendere qualche istante in più nel buio, in modo tale da distaccarmi dall'ambiente di partenza. Qui dovrei tentare di nuovo ma perdo parzialmente lucidità, vedo una bella ragazza bionda inizialmente di spalle, poi vedo che si siede su una panchina e la raggiungo sedendomi accanto a lei. Qualche istante dopo il sogno si deforma, io perdo del tutto lucidità e mi ritrovo per un po' in una sequenza di immagini deliranti. In seguito torno in me mentre sono sul mio letto e da qui riparto, esco dalla mia stanza, do un'occhiata rapida in salotto, ci sono i miei sul divano. Vado di sopra ed esco in strada, l'obbiettivo è sempre quello di teletrasportarmi altrove e una volta lì, eseguire una serie di compiti programmati. Il primo è quello di osservare il mio corpo e come sono vestito, sia guardandomi direttamente, sia allo specchio. Il secondo step è quello di sperimentare al massimo i 5 sensi, uno alla volta o anche più di uno insieme interagendo anche con gli elementi inanimati del sogno. Il terzo è quello di raccogliere informazioni leggendo, ascoltando o facendo domande a persone che incontro. Decido di usare il vecchio metodo per cambiare ambiente, ovvero entrare in una casa vicina per poi uscire da un'altra porta. Entro subito nella casa di fronte, qui il sogno raggiunge autonomamente un alto livello di stabilità, senza che io esegua alcuna tecnica particolare. Mi guardo intorno, è tutto estremamente vivido e reale, mi trovo in una cucina e sembra non esserci nessuno in casa. Vedo due porte, una a due passi davanti a me, l'altra alla mia sinistra un po' più lontana. Apro subito quella davanti a me e, come spesso accade, ci trovo un bagno. Vado dunque verso l'altra porta, la apro e mentre lo faccio mi osservo, osservo il mio braccio mentre lo sollevo, afferro la maniglia e la tiro verso di me. Varco la soglia e mi trovo in un minuscolo stanzino con un'altra porta. Qui inizia il solito labirinto di mini stanze e porte, perdo il conto ma credo di aver aperto almeno 7-8 porte. Mentre le attraverso, una dopo l'altra, dico a me stesso che sarebbe impossibile tornare indietro al punto di partenza. Il mio obbiettivo comunque è quello di uscire all'aperto e ad un certo punto finalmente vedo la luce del sole filtrare da una porta già aperta o per lo meno socchiusa. Attraverso quest'ultima porta e mi ritrovo all'aria aperta, in un paesaggio di montagna. Sento subito una piacevolissima brezza che mi accarezza la pelle, sullo sfondo si vede un monte che ricorda vagamente quello che si vede dalla casa in montagna dei miei nonni. A questo punto dovrei eseguire il primo compito, ovvero quello di osservarmi ma la presenza dei miei amici A.T. e D. mi distrae dal piano d'azione. Mi rivolgo a loro facendo notare la stabilità e il realismo di questo ambiente. Faccio un giro, sono nello spazio esterno di una casa in montagna immersa nel verde, non sembrano esserci recinzioni e da dove mi trovo non vedo strade o altre tracce di civiltà. A dire il vero non vedo nemmeno la casa, ma intuisco la sua presenza alle mie spalle da alcuni elementi che vedo intorno a me, tra cui una struttura in legno tipo gazebo, vicino al quale trovo anche un pallone da calcio, di quelli a poligoni bianchi e neri di una volta. Lo vado a prendere e mi ci metto a giocare insieme ad A.T. e D., per testare la solidità di questo ambiente, il che fa parte del secondo dei tre compiti, che dunque in questo modo sto eseguendo almeno in parte. Corro palla al piede verso A.T. che è il più vicino dei due e cerco di dribblarlo, non ci riesco ma sul rimpallo il pallone rimane a me ed ora provo lo stesso con D., stavolta sul contrasto il pallone schizza via lontano. Mi fermo qui, sono abbastanza soddisfatto, il fatto che non sia riuscito a fare più di quello che saprei fare nella realtà fisica (a parte sentirmi un pizzico più leggero ed essere dunque leggermente più veloce) è indice di un altro grado di stabilità. A questo punto dovrei almeno proseguire con il secondo compito ma me ne dimentico e mi viene invece in mente di provare a levitare. Nel frattempo i miei amici sono impegnati in altre attività, vedo D. che si solleva da terra utilizzando una specie di zainetto jet. Faccio un saltino e rimango sospeso a mezz'aria a circa mezzo metro dal suolo ma non riesco ad andare più su di così. Dico agli altri che la stabilità di questo ambiente non permette di fare più di così, la materia qui è più densa rispetto ad un sogno normale. Poi però faccio notare loro che da quando siamo qui alcune cose si sono modificate a causa della nostra presenza. Proprio ora vedo una bambina di 5-6 anni che mi fissa ed istantaneamente mi arriva l'informazione che questo ambiente è suo, è il suo sogno e noi (a dire il vero solo io, ma in quel momento la mia lucidità non è al massimo e considero i miei amici come sognatori indipendenti invece che p.o. che mi sono portato dietro inconsapevolmente) ci siamo dentro. Colgo l'occasione per eseguire il compito numero 3, ovvero ottenere informazioni. << Come ti chiami ? >> le chiedo, << Barbara >> risponde lei, dove ci troviamo << a Burs, che adesso è in Germania >>. Le chiedo quanti anni ha ma qui lei esita e si rivolge ad un signore anziano seduto su un divano (nel frattempo lo scenario è cambiato, ora siamo in un salotto che ricorda vagamente quello del piano terra della casa in montagna dei miei nonni) chiamandolo nonno e rigirando a lui la domanda. Il nonno allora si rivolge a me e, scrollando le spalle, dice: << e come facciamo a stabilire un tempo ? >> Istintivamente gli chiedo << perché ? >> ma in realtà so già il motivo di quella risposta, qui lo scorrere del tempo è completamente stravolto. Riformulo la domanda chiedendo quando è nata la bambina e il nonno risponde che è nata nel 1999, poi inizia a raccontare cose che non ricordo bene. Fa un discorso lungo e non è facile seguirlo, ricordo solo alcuni frammenti. Dice che qualcosa del tipo che sarebbe dovuta nascere due anni prima, che veniva dal Giappone ed era figlia di un mafioso che faceva di cognome Colace.[/slpc] Vengo svegliato da mia madre a conversazione ancora in corso ma in questo caso è stato un bene perché ormai la mia lucidità era agli sgoccioli e se fossi andato avanti a sognare avrei rischiato di dimenticare parte dell'esperienza.


24 settembre 2020

Lucido ore 3.30-5.15

Viaggio nei ricordi ?

[slpc]Sono con mia madre e non ricordo chi altro, so di stare sognando e credo di star visitando luoghi del mio passato. Ad un certo punto ci troviamo in un luogo che mi trasmette una forte emozione, penso sia una delle due case in Svizzera, paese nel quale ho vissuto nei primi tre anni della mia vita. C'è un cortile stretto che gira intorno ad una casa con una vetrata, cammino e mi guardo intorno come incantato. Mi specchio pensando di vedermi all'età in cui vivevo lì ma in realtà il riflesso mi restituisce un'immagine simile a quella attuale. Entro in un luogo chiuso e chiedo ad un tizio come posso accedere ai ricordi del passato, riviverli in prima persona. Mi invita a seguirlo ed entriamo in una stanza, mi dà una pasticca presa da una scatoletta, sulla quale c'è scritto che è per il mal di testa. Io gli dico che non ho mal di testa e lui dice che non ce l'ho adesso e che quella pasticca è per prevenire il mal di testa che potrebbe venirmi tra poco quando mi farà fare questa cosa per accedere ai ricordi. La cosa mi lascia un po' perplesso, perché cavolo dovrebbe venirmi il mal di testa ? Inizio a pensare che il tizio sia il solito impostore onirico che mi sta facendo perdere tempo. Entriamo in un'altra stanza, semi buia, ed il tizio sparisce, confermando i miei dubbi.[/slpc]


30 settembre 2020

Serie di lucidi ore 3.30-5.00

Quartiere inglese in...Giappone

[slpc]Mi alzo dal letto ed esco dalla mia stanza, è buio ma la vista è attiva, perciò intravedo appena l'ambiente intorno a me. Ho ancora addosso un senso di negatività che mi porto dietro da un mezzo incubo fatto poco prima nel quale ho avuto un attacco di terrore improvviso e senza un vero motivo, come mi capitava a volte da bambino. Vado di sopra ed esco dal portone, vedo mio padre fermo in piedi al di là del cancello, ha un'aria assente, sguardo vuoto, sembra un automa, è un'immagine decisamente inquietante. Chiaramente non è mio padre, ma un'entità che ha preso le sue sembianze ed ho la netta sensazione che mi creerà dei problemi, non è proprio il caso di passare dal cancelletto. Il sogno non è ancora stabile perciò basta solo il fatto di voler evitare quella cosa inquietante a farmi ritrovare nel giardino dei vicini. Tuttavia sono molto pesante e non riesco ad allontanarmi, l'essere si avvicina inesorabilmente e finisco per svegliarmi prima che mi raggiunga.[/slpc] Mi trovo ancora semi paralizzato, rimango fermo in modo da rientrare nel sogno ma qui perdo temporaneamente lucidità. Sento mio fratello alzarsi dal letto e fare rumore in piena notte, gli chiedo cosa stia facendo, e lui risponde con un mugugno. A questo punto mi alzo per seguirlo e appena sono in piedi ho la sensazione che potrei stare sognando, faccio infatti un saltino e mi sento un pizzico più leggero del normale. In ogni caso vado in salotto e vedo il televisore acceso, altra stranezza a quest'ora della notte. Per togliermi ogni dubbio guardo l'ora sullo smart band e il semplice fatto di trovarlo al polso [slpc]mi conferma di essere in un sogno, dato che di notte lo tengo sul comodino. Inoltre è anche un po' diverso da quello che ho nella realtà fisica. Giro un paio di canali, ci sono programmi di varietà, ricordo un tizio calvo in primo piano, poi sull'ultimo canale che metto ci sono delle ballerine. Vado di sopra, dove incontro mio nonno che sta appendendo qualcosa all'appendiabiti. Esco dal portone, mi chiedo se troverò di nuovo l'essere sotto le sembianze di mio padre fuori dal cancello ad aspettarmi. Sembra non esserci nessuno ma vedo un mezzo di trasporto indefinito, potrebbe trovarsi lì dietro, forse si sta nascondendo per poi apparire quando è ormai troppo vicino per evitarlo. Vado comunque in quella direzione, esco in strada e in effetti trovo mio padre, ma stavolta ha un aspetto diverso, più vivo e naturale. Non tenta assolutamente di aggredirmi ma mi ferma per raccontarmi qualcosa e io lo assecondo restando fermo ad ascoltare, ma al contempo mantengo la concentrazione e la lucidità. Parla e gesticola a lungo ma in realtà dice cose senza senso, si impappina continuamente, sembra non sapere nemmeno lui cosa deve dire. Ad un certo punto gli dico << ok, me lo dirai la prossima volta >>, in questo modo riesco a congedarmi senza contrariarlo, infatti si fa da parte e mi lascia andare. Faccio un pezzo a piedi, dopodiché spicco il volo, svolazzo a pochi metri da terra, arrivo alla fine della strada, mi sembra di vedere qualcuno sul marciapiede ma si tratta invece di una statuetta. Guardo verso il cielo, voglio salire di quota ma non ci riesco e dopo qualche istante lo scenario si dissolve. Mi trovo nel buio, vado verso il basso e tocco il terreno con le mani per stabilizzarmi in un altro ambiente. Lo sento liscio, è chiaramente un pavimento interno di una casa, al tatto sento anche le fughe tra una mattonella e l'altra, sembra proprio il pavimento di casa mia. Devo allontanare però questa idea altrimenti ripartirò dalla mia stanza e dovrò fare tutto da capo. Ci riesco in parte, quando la vista torna attiva infatti sono in una camera da letto che ricorda la mia per dimensioni e forma ma è decisamente diversa nell'arredamento. Ci sono due letti singoli posizionati paralleli e a circa un metro di distanza l'uno dall'altro, con la testiera a ridosso della parete dietro alla quale passa l'intercapedine. Esco dalla stanza e mi ritrovo in un salotto che invece ricorda quello della casa dei miei bisnonni in cui durante l'infanzia andavo tutti i giorni dopo uscito da scuola. La casa infatti si trova a due passi dalla scuola elementare che frequentavo, il mio bisnonno veniva sempre a prendermi all'uscita e dato che i miei genitori lavoravano restavo a pranzo lì. Si tratta dunque di uno dei luoghi principali della mia infanzia, di cui ho un bel ricordo e ogni volta che lo sogno ho sempre sensazioni positive. Mi guardo ad uno specchio e vedo che sono una bella donna bionda sulla quarantina, dai capelli lunghi e lisci. Mi capita molto spesso di trovarmi in corpi femminili durante queste esperienze, questa volta però non mi fermo a cercare informazioni ma cerco subito di uscire all'aperto. Attraverso un'altra porta e mi trovo in un luogo molto più ampio e affollato ma sempre al chiuso, di cui non comprendo la funzione. Ora esco finalmente all'aperto e mi ritrovo in una strada che dà l'idea di appartenere ad una città britannica. Ci sono diversi locali, perlopiù pub ed è pieno di gente che passeggia. Vedo una ragazza carina dai capelli scuri e ricci legati in una coda, indossa un giubbottino e sta mangiando un cono gelato. Cerco di richiamare la sua attenzione per farle alcune domande (ancora una volta mi dimentico del punto 1 e 2 del piano e passo direttamente al terzo), ma sembra non vedermi. La sua è una reazione leggermente infastidita, come quando un insetto ci ronza intorno e lo scacciamo via. Provo anche con altre persone, delle quali ricordo un signore sui 70, ma niente da fare, non possono vedermi, sono come un fantasma :D . Ora mi metto davanti ad una vetrina di un locale, alle spalle di un ragazzo e una ragazza che guardano verso il locale. Mi vedo riflesso allo specchio e anche loro vedono quel riflesso, quando si girano però gli prende un colpo perché non trovano nessuno :D, possono vedere il mio riflesso allo specchio ma non vedono me ! Ad ogni modo parlo con loro e li tranquillizzo, ora sembra che riescano a vedermi. Chiedo dove ci troviamo e mi rispondono che siamo in Giappone, :? la cosa mi lascia un po' perplesso, questo posto non assomiglia affatto ad una città giapponese. Mi dicono che si tratta di una zona della città nella quale è stato riprodotto un quartiere di una città britannica, mi dicono pure il nome, qualcosa tipo "Sanase" o "Sasane".[/slpc] Nel frattempo è rimasto solo il ragazzo, il quale è seduto di fronte a me. Gli chiedo altre cose e nel frattempo ci troviamo a camminare, gli chiedo in che anno siamo e risponde 2020, la mia lucidità però va via via perdendosi. Ad un certo punto mi dice che suo padre è uno importante e che per questo motivo lui ha accesso a luoghi interdetti alla gente comune. Lo seguo all'interno di un edificio, arriviamo ad una porta, entriamo e ci accoglie Cristiano Ronaldo :D, lo saluto come se già ci conoscessimo di vista. Qui il ricordo sfuma.
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Re: Diario dei sogni lucidi di Hari

Messaggioda Hari » 04/11/2020, 19:59

7 ottobre 2020

Lucido ore 4.00-5.25

Ragazza incinta

[slpc]Prendo lucidità mentre mi trovo in cucina al piano terra, di notte. Faccio fatica a stabilizzare, non sono ancora pienamente distaccato dalle percezioni del corpo fisico e infatti mi ritrovo sul letto, avvolto dalle vibrazioni. Parte una serie di distacchi con tentativi di stabilizzazione falliti ed episodi confusi di cui ricordo poco o nulla. Riporto quell'episodio più lungo e stabile. Esco in strada e mi metto a correre fino a raggiungere la via che fiancheggia la ferrovia. L'idea iniziale è quella di raggiungere il centro ma la mia attenzione viene attirata da una delle case nelle vicinanze. Vedo infatti un gruppo di persone sedute in veranda, entro e le osservo più da vicino, si tratta di signori sui 50-60 anni, mi soffermo su alcuni dettagli del viso di uno di questi, li vedo molto chiaramente. Chiedo il permesso di entrare a quello che sembrerebbe essere il padrone di casa, dicendogli che devo andare un attimo in bagno. Mi fa entrare e mi indica pure una direzione, una stanza, entro e vedo una serie di abiti appesi con le stampelle disposti in più file composte da 5-6 abiti. Proseguo e trovo un piccolo bagno, alla fine attraverso una porta e mi ritrovo in un luogo sempre chiuso ma più ampio. Dovrei uscire all'aperto ma me ne dimentico anche perché incontro una ragazza mora carina e mi fermo a parlarci. Le chiedo come si chiama, risponde di chiamarsi Sabrina. Si tocca la pancia dicendo che le fa male, poi dice qualcosa rimanendo un po' sul vago ma facendomi capire che è incinta. Sono sorpreso, << davvero ? Sei così giovane ! >> e lei mi dice << perché ? Quanti anni mi dai ? >> <<18-19 >> rispondo io e lei dice di averne 23. Nel frattempo lei mi tende la mano e io la prendo delicatamente e continuiamo a tenerci per mano mentre parliamo. Le chiedo in che anno è nata e non so perché prima che mi risponda mi viene in mente il 1976. Lei dice di essere nata nel 1978 ma dice anche qualcos'altro che non comprendo bene che ha a che fare con il 1976. Le chiedo di spiegarsi meglio e mi dice che è morta nel 1976 e si è poi reincarnata nel corpo attuale nel 1978.[/slpc] La conversazione prosegue per un po', poi continuo a sognare in maniera più o meno lucida ancora a lungo. In un episodio mi trovo a passare per un paesaggio di campagna, in un altro invece entro in una villa nelle vicinanze di casa mia nella quale abita una donna sui 50 dai tratti mediorientali. Ha un atteggiamento un po' scorbutico ma non ricordo cosa dice, poi compare anche il marito, anche lui mi guarda storto e non sembra gradire la mia presenza. Entro lo stesso in casa ma qui perdo lucidità ed anche il ricordo sfuma.

19 ottobre 2020

Lucido ore 5.00-6.00

Centro di teletrasporto spaziotemporale

Mi trovo a casa mia nel seminterrato e[slpc]prendo lucidità, esco in strada e stabilizzo, la vista si attiva ma c'è poca luce. Mi incammino lungo la strada e ad un certo punto mi trovo in un luogo bizzarro e grottesco. Intorno a me infatti ci sono edifici in miniatura, alti poco più di me e alcuni forse più bassi. Inizialmente la vista è molto sgranata e non riesco a mettere bene a fuoco. In seguito vedo intorno a me dei palazzi, stavolta a grandezza normale ma tappezzati di bambole e pupazzi grossi come persone se non di più. Qui succede qualcosa che ricordo però molto vagamente, qualcuno tenta di intralciarmi e con me c'è anche una ragazza mulatta che forse mi aiuta. Entro in un ascensore per allontanarmi il prima possibile da questo luogo e premo il tasto 0 ( i tasti sono disposti in verticale e arrivano fino a 11 ) ma quando la porta sta per chiudersi (a scorrimento) qualcuno da fuori la blocca e tenta di riaprirla. Non voglio intrusi con me, così inizia una lotta con io che tento di chiudere la porta e qualcuno fuori che la spinge nel senso opposto, intenzionato ad entrare. Alla fine cedo ma per fortuna la persona che tentava di entrare altri non è che la ragazza mulatta di prima, la quale sta dalla mia parte. << Ah sei tu, pensavo fosse quella matta ! >> le dico, riferendomi ad una donna che ci aveva creato problemi poco prima, della quale però non ho alcun ricordo. Mentre scendiamo vedo che una sbarra di metallo, posta sulla parete dell'ascensore alla quale è appoggiata la ragazza, scorre in senso obliquo fino a sbattere sulla sua testa. Ora l'ascensore si ferma, usciamo e ci troviamo in una sala con tutti schermi pieni di scritte sulle pareti. Leggo nomi di diversi città e numeri, capisco che siamo in un luogo da cui ci si può teletrasportare in diverse città e quelle che leggo sono le possibili destinazioni. Mi rendo conto anche che i numeri corrispondono a date, dunque deve trattarsi di teletrasporto spazio-temporale, viaggi nel tempo ! Mi ero posto come obbiettivo quello di recarmi nell'Antico Egitto, mi guardo intorno e su uno schermo che si trova in basso leggo scritto "Cairo". Davanti allo schermo c'è un uomo dalla carnagione olivastra tipica dei nordafricani, mi avvicino ed inizio a parlarci, non so perché in inglese, mi viene così. Gli dico che voglio andare nell'Antico Egitto e lui mi mostra una foto attuale della città del Cairo con le piramidi sullo sfondo. Gli indico le piramidi e gli dico che è esattamente lì che voglio andare e lui, con entusiasmo, dice << Giza ! >> e io << sì, esatto, Giza ! >> Mi dice poi altre cose in inglese e ogni tanto ci infila qualche parola in italiano ma non riesco a seguirlo. Devo specificargli il periodo storico in cui voglio andare, ci penso un attimo e gli dico che voglio andare lì in un epoca in cui le tre piramidi erano state già costruite. Il tizio parla ancora e alla fine dice <<vi porterò io lì >> dopodiché si alza ed esce dalla sala. Mi chiedo dove stia andando, ho fretta, la sveglia potrebbe suonare da un momento all'altro. Dopo un po' che non torna vado fuori anche io e lo vedo che si è fermato a parlare con qualcuno. Lo esorto a tornare alla sua postazione ed a farci andare dove gli abbiamo chiesto dato che non ci resta molto tempo. Lui però fa il vago, si vede proprio che cerca di prendere tempo, a questo punto mi rendo conto che è la solita fregatura, il tizio ci ha presi in giro e ci ha fatto solo perdere tempo. Ora il sogno si dissolve e mi trovo poi su una specie di altopiano in mezzo alle montagne. Ci sono dei soldati che stanno preparando qualcosa, forse un'accampamento militare o qualcosa del genere, comunque ho la consapevolezza che non si tratta di un addestramento, è in corso una guerra. Mentre cammino in salita sento una voce di sottofondo che dice qualcosa riguardo la follia e i crimini del genere umano. Ad un certo punto mi alzo in levitazione ed inizio a sorvolare le montagne. Provo quell'emozione tipica di quando mi trovo a volare molto in alto, con il solito formicolio all'addome. Tuttavia poco dopo mi trovo a volare in un ambiente per niente realistico, le immagini ora sembrano quelle di un videogioco fatto male.[/slpc] La cosa va avanti per un po' finché non mi sveglio.

20 ottobre 2020

Lucido ore 3.30-5.00

L'autobus

[slpc]Mi sveglio nello stato intermedio, attendo qualche istante poi mi alzo dal letto. Vado di sopra ed esco dal portone, me la prendo comoda e stabilizzo mentre percorro il vialetto dal portone al cancello. Qui però inizio a sentirmi osservato e seguito e mi accorgo che l'entità, sotto le sembianze di mia madre, è uscita anche lei dal portone e mi sta inseguendo. Esco in strada e provo a correre per seminarla ma sono pesante e mi sento anche tirare all'indietro. Mi volto e vedo l'entità che muove le braccia come a tirare verso di sé una corda invisibile, è lei che mi sta trattenendo e vuole riportarmi alla base, ovvero al corpo fisico che dorme sul letto. Mi sforzo di avanzare e di liberarmi ma alla fine cedo e mi ritrovo appunto nel letto. Mi alzo di nuovo, stavolta la vista non è ancora attiva, vado di sopra ed esco di corsa, saltando tutti e sei i gradini della rampa di scale che dal pianerottolo del portone porta al vialetto. Anche stavolta non faccio tanta strada però, vengo nuovamente attirato nel corpo fisico. Al terzo tentativo riesco a stabilizzarmi un po' meglio, anche grazie alla corsa, la quale mi permette di allontanarmi più in fretta da casa e quindi dalla percezione del mio corpo fisico. Mi sento comunque ancora un po' pesante, segno che il distacco non è avvenuto al 100 %, mi metto a camminare e cerco di fare chiarezza e stabilizzarmi ulteriormente. Alla fine della strada vedo un autobus e penso che potrebbe essere una bella occasione per trasportarmi altrove velocemente e senza fare fatica. Salgo a bordo dell'autobus dalla porta centrale e resto in piedi vicino ad essa in modo da essere pronto a scendere in qualsiasi momento. Ci sono poche persone, sono quasi tutte sedute e ci sono ancora posti liberi a sedere. Ora vedo alzarsi una donna sui 50, a quanto pare deve scendere alla prossima. Le chiedo se sa in che città siamo e giustifico la domanda dicendo che mi ero addormentato durante il viaggio. La donna però mi risponde con un aria spaesata dicendo di non saperlo nemmeno lei. Nel frattempo guardo fuori e mi rendo conto che ci troviamo ancora nella mia città, nella zona centrale, dunque l'autobus non ha fatto molta strada. Ora il mezzo si ferma e scendo, sono nella piazza centrale della mia città e vedo un altro autobus, penso di prenderlo per andare altrove[/slpc]ma qui la mia lucidità inizia a vacillare. L'autobus diventa un taxi ma io ci salgo lo stesso e con me sale anche mio fratello. A bordo c'è un uomo di colore, gli dico la destinazione ma non sono molto preciso, a dire il vero non so nemmeno io dove devo andare. Il sogno si deforma ulteriormente, perdo definitivamente lucidità e discuto con mio fratello su come pagheremo la corsa una volta arrivati a destinazione.

21 ottobre 2020

Semi lucido vivido ore 3.30.5.30

Manifestazione multietnica

E' sera e sto camminando sul lungomare della mia città, nella sua parte centrale. Ad un certo punto vedo alcuni uomini e donne di colore che iniziano a raggrupparsi qui sul lungomare, poco più avanti c'è un altro gruppo di africani abbastanza numeroso. Il fatto di per sé non mi sembra troppo strano dato che nella mia città vivono molti immigrati africani, sia del nord Africa che dell' Africa subsahariana, questi in particolare appartengono al secondo gruppo. Tuttavia è insolito trovarli in gruppi così numerosi e inoltre alcuni di loro hanno un'aria losca e ciò mi spinge a non proseguire sul lungomare e a deviare verso il centro. Qui incontro un altro gruppo di uomini e donne sempre africani che cantano e ballano per le strade, proseguo ancora e incontro un altro gruppo numeroso di persone che cantano e ballano, stavolta però sembrerebbero latino americani. Sembra che tutte queste persone stiano facendo festa ma in realtà sento che c'è anche qualcos'altro sotto.
Percepisco un'aria di protesta, deve trattarsi di una manifestazione pacifica, non so di preciso contro cosa ma essendo tutti immigrati stranieri mi viene da pensare che stiano protestando contro la discriminazione nei loro confronti. Mi faccio strada tra queste persone e ad un certo punto un ragazzo alza una mano come per darmi il cinque ma poi la ritira, ho l'impressione che l'abbia fatto perché si è accorto che non sono uno di loro. Proseguo ancora, ora sono in una delle tre piazze principali della mia città e stavolta a cantare e ballare sono un gruppo di persone dell'est Europa o penisola Balcanica, perlopiù giovani. Sento chiaramente in sottofondo una canzone rap in una lingua che sembra di quelle parti. Ci sono anche bancarelle e vedo ragazzi e ragazze che girano per strada cantando quella canzone. Ricordo in particolare una bella ragazza mora, alta più o meno come me che ad un certo punto senza motivo si tira giù la maglietta mostrando il seno :D. Qui inizio a prendere lucidità, passo davanti ad una bancarella nella quale vedo un tizio dal collo esageratamente lungo, non mi è chiaro se si trattasse di una persona vera o di un manichino.[slpc]Torno verso il lungomare, raggiungo lo stesso punto in cui mi trovavo all'inizio e ci ritrovo anche gli africani di prima. Prendo la direzione opposta a quella in cui stavo andando prima, vedo delle bancarelle nelle quali sono esposti strani pupazzi, alcuni dei quali mostruosi e in sottofondo sento una canzone inglese famosa ma vecchia, tipo anni '50-60, ora non riesco però a ricordare quale fosse. Proseguo e ad un certo punto le immagini diventano in bianco e nero e inizio a sentir parlare in tedesco.[/slpc] Il sogno inizia a deformarsi e ora mi trovo a guardare queste immagini in terza persona. Torno indietro e il sogno si ristabilizza parzialmente, incontro di nuovo gli africani poi torno a vedere delle scene in terza persona, forse su uno schermo televisivo. Le scene mostrano persone di colore che scappano per le strada di una città di notte, bersagliati da proiettili sparati da mezzi militari volanti, forse elicotteri.

30 ottobre 2020

Lucido ore 4.00-5.00

[slpc]Prendo lucidità non ricordo in quali circostanze, la vista non è attiva ma so di essere nel parcheggio dietro casa mia, evidentemente prima stavo sognando di essere qui o comunque di essere appena uscito dal giardino. Sfrego le mani sulla siepe per stabilizzarmi e dopo qualche secondo la vista si attiva, è giorno ed è sereno. Guardo alla mia destra e vedo i palazzi al di là della ferrovia, mentre in cielo si vede anche la Luna quasi piena. Vado verso la discesa, mi ricordo del piano d'azione che prevede di viaggiare nel tempo verso una destinazione a caso. Vedo una costruzione in fondo alla discesa, appena all'interno del campo di sterpaglie, e penso di utilizzarla come passaggio dimensionale.[/slpc] Prima che io riesca a raggiungerla però il sogno crolla.

31 ottobre 2020

Lucido ore 6.30-7.30


[slpc]Prendo lucidità mentre sono in casa nel seminterrato, sdraiato su qualcosa che si trova tra il divano e il televisore. Mi alzo, barcollo, non ho pieno controllo del mio corpo e la vista è sgranata. Vado verso la porta del garage ma crolla tutto e mi ritrovo al buio totale. Mi metto allora a fluttuare nel buio e richiamo ad alta voce il mio obbiettivo che è quello di viaggiare nel tempo. Il piano d'azione prevedeva di raggiungere prima un luogo tipo quello del lucido del 19 ottobre, dal quale poi scegliere la destinazione spaziotemporale. Tuttavia nello stato in cui mi trovo posso partire verso qualunque destinazione utilizzando l'intento. Dico ad alta voce << ora entro in un tunnel spaziotemporale ! >> ed ecco che mi sento accelerare e allungare in avanti, continuo a vedere tutto nero ma percepisco la sensazione di movimento. Non avendo però stabilito una destinazione precisa, ad un certo punto inizio a percepire, se pur vagamente, il mio corpo nel letto. Mi rotolo giù dal letto e inizio a spostarmi carponi, sento chiaramente il pavimento al tatto. Devo pensare a qualcosa a cui aggrapparmi per stabilizzarmi in un nuovo ambiente e al tempo stesso devo evitare di pensare a casa mia altrimenti mi ritroverò al punto di partenza. Tasto nel buio immaginando di trovare un mobile di legno ma niente, mi viene in mente allora un lavandino, elemento che ho già usato altre volte per materializzarmi in uno scenario. Lo trovo subito, sento al tatto il rubinetto lungo e sottile, giro la manopola e mi sciacquo le mani, le sensazioni sono estremamente vivide e reali. La vista ora si attiva e vedo il rubinetto e il getto d'acqua, mi sciacquo ancora una volta le mani poi lo chiudo. Mi guardo rapidamente intorno, vedo che mi trovo in un piccolo appartamento. Entro in una stanza adiacente, ho ancora le mani bagnate e lascio cadere intenzionalmente delle gocce a terra, poi mi chino verso il pavimento e do dei colpetti per constatarne la solidità. Mi alzo in piedi e osservo la stanza in cui mi trovo, noto delle mensole piene di pupazzi di vari colori, poi un televisore posto su un mobiletto alto circa un metro. Si tratta di un televisore di quelli a tubo catodico, molto vecchio, anni '50 forse. E' piccolo e lo schermo non occupa tutta la parte frontale dell'apparecchio, ma ha su un lato uno spazio sul quale si trovano i tasti. Premo un tasto che so essere quello di accensione ed ecco che partono le immagini. I canali si girano da soli e trasmettono diversi programmi di varietà nei quali i protagonisti cantano e ballano allegramente. Dal loro look e dalla qualità delle immagini si capisce che si tratta di scene degli anni '80, forse primi anni '90 al massimo. Tra gli altri mi sembra di riconoscere un giovane Carlo Conti che balla insieme ad altri. Esco dalla stanza lasciando il televisore acceso, voglio uscire all'aperto. Esco dal portone e mi ritrovo in un corridoio di un palazzo, con una rampa di scale alla mia sinistra. Scendo la rampa e mi trovo in un altro corridoio identico, mi chiedo quanti piani ci siano da scendere, spero non troppi perché il sogno potrebbe dissolversi prima di arrivare al piano terra. Scendo la seconda rampa e fortunatamente si rivela essere l'ultima. Ora dovrei trovarmi nell'androne del palazzo ma sento delle voci di giovani che schiamazzano alla mia destra, guardo in quella direzione e vedo una tavolata piena di ragazzi e ragazze seduti a mangiare. La cosa mi incuriosisce e decido dunque di fare una piccola deviazione, raggiungo i tavoli e qualcuno dei ragazzi dice << ecco Nina, è arrivata ! >> Ed io istintivamente chiedo << chi è Nina ? >> e subito dopo mi rendo conto che Nina sono io ! Una ragazza di fronte a me mi guarda perplessa e mi
dice << sei tu Nina ! >> Io per rimediare dico << ah sì, sì, pensavo ci fosse un'altra Nina >>. Non voglio sedermi al tavolo ma vedo davanti a me un piatto di pasta agli scampi molto invitante, così lo prendo e lo assaggio mentre mi allontano dal tavolo, è molto buono ![/slpc]Concentrandomi troppo sul piatto però perdo parzialmente lucidità e il sogno qui si dissolve.

2 novembre 2020

Lucido ore 5.30-6.25


Mi trovo nello stato ipnagogico, intravedo la sala del seminterrato a casa mia e piano piano ci entro dentro. [slpc]Vado subito verso la porta del garage ma quando la apro trovo tutto buio, torno dunque indietro e prendo le scale. Nel frattempo si è oscurato tutto ma mi mantengo nel sogno aggrappandomi alla ringhiera mentre salgo, una volta sopra esco dal portone, poi dal cancello ma la vista ancora non si attiva.[/slpc]Non sono riuscito a stabilizzarmi e finisco per svegliarmi, seppur solo per qualche istante. [slpc]Successivamente mi trovo in un'altra ipnagogica molto intensa in cui vedo un bambino seduto su un divano a guardare la TV, la quale si trova circa un metro davanti a lui. Entro facilmente nella scena e mi siedo sul divano alla destra del bambino, poi mi alzo e tocco il televisore per stabilizzarmi meglio. Dopodiché apro una porta ed inizia la solita serie di porte e stanze minuscole, finché non ne vedo una dalla quale filtra luce solare. Esco dunque all'aperto e mi arriva subito una folata di vento. Mi trovo in un angolo di un cortile e sento delle voci ovattate che mi sembrano quelle dei miei, i quali sono già svegli e sicuramente stanno parlando tra loro. Temo che le loro voci possano interferire con il sogno e farmi svegliare prima del tempo. Mi metto perciò a toccare il muro e sfregare le mani per stabilizzarmi meglio e allontanarmi dalle percezioni fisiche. Proseguo e vedo che mi trovo in un cortile di un'abitazione o un complesso di abitazioni con muri di colore rosso mattone. Anche il muretto di recinzione intorno al complesso è di quel colore. Mi guardo intorno, non c'è nessuno e non vedo punti da cui uscire, c'è un'area in cui si trovano alcuni tavoli, vado in quella direzione e penso di scavalcare il muretto ma quando lo raggiungo mi accorgo che mi trovo in alto, almeno 4-5 metri sopra il livello della strada. Inizialmente penso di salire sul muretto e saltare da lì prendendo il volo ma poi rinuncio perché saltando da quell'altezza rischierei di destabilizzarmi. Inoltre mi rendo conto che faccio fatica a salirci sopra, non è altissimo ma a quanto pare io sono troppo basso e poco agile. Torno indietro e mi guardo ad uno specchio appoggiato per terra e vedo che sono una ragazzina di 11-12 anni, ho capelli scuri, corti e lisci. Ora vedo che il cortile in cui mi trovo sfocia direttamente nella strada, senza che vi sia un cancello a separare. Vedo sulla sinistra quello che sembrerebbe un bar, mi ricordo dell'obbiettivo di cercare informazioni sul prossimo futuro leggendole su un giornale e penso di trovarne uno in quel bar. Qualcuno però mi precede, chiede informazioni proprio su dove poter trovare un giornale e qualcun altro gli indica un locale accanto. Io però vedo quella che sembrerebbe un'edicola dall'altra parte della strada ed è lì che vado. Ci sono delle persone in attesa, non capisco per cosa, mentre una donna che lavora qui è al telefono ed ha dei giornali appoggiati sulla spalla. Un tizio davanti a me ne prende uno, così mi sento autorizzato a prenderlo anche io. Si tratta di un giornalino di 4-5 pagine al massimo, leggo la data sulla copertina: 13-11-2013. La guardo più volte e non si modifica, sfoglio le pagine e trovo la stessa data anche lì. Ora prendo un altro giornale, stavolta ben più corposo,[/slpc] poco dopo però la mia energia inizia ad esaurirsi e il sogno sfuma.


3 novembre 2020

Lucido ore 4.00-6.00

Ali tarpate

Mi trovo in un ristorante e gradualmente prendo lucidità. [slpc]]Mi siedo ad un tavolo con un amico che era con me già prima (il sogno andava avanti già da un po' prima che mi trovassi al ristorante e prendessi lucidità). Mi metto ad osservare le persone sedute agli altri tavoli, l'ambiente è molto stabile e riesco senza problemi ad osservare i volti di queste persone. Ricordo una donna sui 45-50, capelli scuri un po' mossi, fino alle spalle, sguardo un po' cupo. Ricordo poi dei bambini dai capelli lisci e biondi, sia maschi che femmine, si assomigliano molto tra loro, anzi alcuni sembrano quasi identici, forse sono gemelli. Guardandomi intorno mi accorgo che ci sono altri "doppioni", alcune persone infatti hanno uno o più sosia, seduti a tavoli diversi. Faccio notare questa cosa al mio amico P., gli dico che se si guarda con attenzione ci si accorge che alcune persone si ripetono e questo è un chiaro dream sign. Mi capita però pure di vedere un signore sui 50 che all'inizio mi sembra identico ad un altro, osservando meglio mi accorgo che gli somiglia solamente ma è chiaramente una persona diversa. Qui il sogno crolla e mi ritrovo sul letto nello stato intermedio. Scendo dal letto rotolandomi sul pavimento, mi alzo, vado di sopra, esco dal portone e di inizio a levitare. Mi ricordo subito dell'obbiettivo che mi ero posto, ovvero quello di incontrare degli esseri evoluti. Sono nel buio totale e inizialmente percepisco che mi sto muovendo in avanti ma poi mi fermo. Esprimo il mio intento ma non accade nulla, anzi inizio a sentire sensazioni negative e dopo un po' comincio a percepirmi sdraiato sul letto in posizione supina (in realtà il mio corpo fisico è sdraiato sul fianco destro, a volte capitano queste discrepanze tra la posizione del corpo fisico e quella del corpo astrale ). Cerco di allargare le braccia in segno di apertura verso questi esseri ma qualcosa mi impedisce di farlo. Riesco ad allargarle leggermente ma una forza me le tiene bloccate. Inizio a sentire l'entità aliena maligna dietro di me, mi tiene bloccato, mi impedisce di aprirmi e di elevarmi. Percepisco tutta la sua negatività, sento, seppur vagamente stavolta, quel ripugnante rumore simile a risucchio caratteristico di questo essere, lo sento tra la base del collo e la parte alta della schiena. Non mi muovo, non cerco di divincolarmi perché so che lottare fisicamente sarebbe controproducente. Non ho però nemmeno la forza di affrontarla a livello sottile, la sua presenza e la sua negatività mi atterriscono, mi fa sentire impotente e mi fa desiderare di fuggire, ovvero svegliarmi[/slpc]. Così faccio, fuggo svegliandomi ed uscendo dalla paralisi, dopo me ne pento come al solito, ma in quel momento non avevo sufficiente lucidità per fare ciò che andava fatto.
May my heart be my guiding key
Hari
 
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Re: Diario dei sogni lucidi di Hari

Messaggioda olrac » 07/11/2020, 21:54

Davvero bellissime esperienze! :)
Riguardo all'entita' negativa (cosi' odiosa che se me la trovo davanti la prendo a calci! :) ) hai mai provato a lanciare un 'pensiero di amore concentrato' inviato dal 4 chakra? Potrebbe sembrare ingenuo ma a volte funziona bene per allontanare questi esseri fastidiosi...

Hari ha scritto:7 ottobre 2020

Lucido ore 4.00-5.25

Ragazza incinta

[slpc]Prendo lucidità mentre mi trovo in cucina al piano terra, di notte. Faccio fatica a stabilizzare, non sono ancora pienamente distaccato dalle percezioni del corpo fisico e infatti mi ritrovo sul letto, avvolto dalle vibrazioni. Parte una serie di distacchi con tentativi di stabilizzazione falliti ed episodi confusi di cui ricordo poco o nulla. Riporto quell'episodio più lungo e stabile. Esco in strada e mi metto a correre fino a raggiungere la via che fiancheggia la ferrovia. L'idea iniziale è quella di raggiungere il centro ma la mia attenzione viene attirata da una delle case nelle vicinanze. Vedo infatti un gruppo di persone sedute in veranda, entro e le osservo più da vicino, si tratta di signori sui 50-60 anni, mi soffermo su alcuni dettagli del viso di uno di questi, li vedo molto chiaramente. Chiedo il permesso di entrare a quello che sembrerebbe essere il padrone di casa, dicendogli che devo andare un attimo in bagno. Mi fa entrare e mi indica pure una direzione, una stanza, entro e vedo una serie di abiti appesi con le stampelle disposti in più file composte da 5-6 abiti. Proseguo e trovo un piccolo bagno, alla fine attraverso una porta e mi ritrovo in un luogo sempre chiuso ma più ampio. Dovrei uscire all'aperto ma me ne dimentico anche perché incontro una ragazza mora carina e mi fermo a parlarci. Le chiedo come si chiama, risponde di chiamarsi Sabrina. Si tocca la pancia dicendo che le fa male, poi dice qualcosa rimanendo un po' sul vago ma facendomi capire che è incinta. Sono sorpreso, << davvero ? Sei così giovane ! >> e lei mi dice << perché ? Quanti anni mi dai ? >> <<18-19 >> rispondo io e lei dice di averne 23. Nel frattempo lei mi tende la mano e io la prendo delicatamente e continuiamo a tenerci per mano mentre parliamo. Le chiedo in che anno è nata e non so perché prima che mi risponda mi viene in mente il 1976. Lei dice di essere nata nel 1978 ma dice anche qualcos'altro che non comprendo bene che ha a che fare con il 1976. Le chiedo di spiegarsi meglio e mi dice che è morta nel 1976 e si è poi reincarnata nel corpo attuale nel 1978.[/slpc] La conversazione prosegue per un po', poi continuo a sognare in maniera più o meno lucida ancora a lungo. In un episodio mi trovo a passare per un paesaggio di campagna, in un altro invece entro in una villa nelle vicinanze di casa mia nella quale abita una donna sui 50 dai tratti mediorientali. Ha un atteggiamento un po' scorbutico ma non ricordo cosa dice, poi compare anche il marito, anche lui mi guarda storto e non sembra gradire la mia presenza. Entro lo stesso in casa ma qui perdo lucidità ed anche il ricordo sfuma.

19 ottobre 2020

Lucido ore 5.00-6.00

Centro di teletrasporto spaziotemporale

Mi trovo a casa mia nel seminterrato e[slpc]prendo lucidità, esco in strada e stabilizzo, la vista si attiva ma c'è poca luce. Mi incammino lungo la strada e ad un certo punto mi trovo in un luogo bizzarro e grottesco. Intorno a me infatti ci sono edifici in miniatura, alti poco più di me e alcuni forse più bassi. Inizialmente la vista è molto sgranata e non riesco a mettere bene a fuoco. In seguito vedo intorno a me dei palazzi, stavolta a grandezza normale ma tappezzati di bambole e pupazzi grossi come persone se non di più. Qui succede qualcosa che ricordo però molto vagamente, qualcuno tenta di intralciarmi e con me c'è anche una ragazza mulatta che forse mi aiuta. Entro in un ascensore per allontanarmi il prima possibile da questo luogo e premo il tasto 0 ( i tasti sono disposti in verticale e arrivano fino a 11 ) ma quando la porta sta per chiudersi (a scorrimento) qualcuno da fuori la blocca e tenta di riaprirla. Non voglio intrusi con me, così inizia una lotta con io che tento di chiudere la porta e qualcuno fuori che la spinge nel senso opposto, intenzionato ad entrare. Alla fine cedo ma per fortuna la persona che tentava di entrare altri non è che la ragazza mulatta di prima, la quale sta dalla mia parte. << Ah sei tu, pensavo fosse quella matta ! >> le dico, riferendomi ad una donna che ci aveva creato problemi poco prima, della quale però non ho alcun ricordo. Mentre scendiamo vedo che una sbarra di metallo, posta sulla parete dell'ascensore alla quale è appoggiata la ragazza, scorre in senso obliquo fino a sbattere sulla sua testa. Ora l'ascensore si ferma, usciamo e ci troviamo in una sala con tutti schermi pieni di scritte sulle pareti. Leggo nomi di diversi città e numeri, capisco che siamo in un luogo da cui ci si può teletrasportare in diverse città e quelle che leggo sono le possibili destinazioni. Mi rendo conto anche che i numeri corrispondono a date, dunque deve trattarsi di teletrasporto spazio-temporale, viaggi nel tempo ! Mi ero posto come obbiettivo quello di recarmi nell'Antico Egitto, mi guardo intorno e su uno schermo che si trova in basso leggo scritto "Cairo". Davanti allo schermo c'è un uomo dalla carnagione olivastra tipica dei nordafricani, mi avvicino ed inizio a parlarci, non so perché in inglese, mi viene così. Gli dico che voglio andare nell'Antico Egitto e lui mi mostra una foto attuale della città del Cairo con le piramidi sullo sfondo. Gli indico le piramidi e gli dico che è esattamente lì che voglio andare e lui, con entusiasmo, dice << Giza ! >> e io << sì, esatto, Giza ! >> Mi dice poi altre cose in inglese e ogni tanto ci infila qualche parola in italiano ma non riesco a seguirlo. Devo specificargli il periodo storico in cui voglio andare, ci penso un attimo e gli dico che voglio andare lì in un epoca in cui le tre piramidi erano state già costruite. Il tizio parla ancora e alla fine dice <<vi porterò io lì >> dopodiché si alza ed esce dalla sala. Mi chiedo dove stia andando, ho fretta, la sveglia potrebbe suonare da un momento all'altro. Dopo un po' che non torna vado fuori anche io e lo vedo che si è fermato a parlare con qualcuno. Lo esorto a tornare alla sua postazione ed a farci andare dove gli abbiamo chiesto dato che non ci resta molto tempo. Lui però fa il vago, si vede proprio che cerca di prendere tempo, a questo punto mi rendo conto che è la solita fregatura, il tizio ci ha presi in giro e ci ha fatto solo perdere tempo. Ora il sogno si dissolve e mi trovo poi su una specie di altopiano in mezzo alle montagne. Ci sono dei soldati che stanno preparando qualcosa, forse un'accampamento militare o qualcosa del genere, comunque ho la consapevolezza che non si tratta di un addestramento, è in corso una guerra. Mentre cammino in salita sento una voce di sottofondo che dice qualcosa riguardo la follia e i crimini del genere umano. Ad un certo punto mi alzo in levitazione ed inizio a sorvolare le montagne. Provo quell'emozione tipica di quando mi trovo a volare molto in alto, con il solito formicolio all'addome. Tuttavia poco dopo mi trovo a volare in un ambiente per niente realistico, le immagini ora sembrano quelle di un videogioco fatto male.[/slpc] La cosa va avanti per un po' finché non mi sveglio.

20 ottobre 2020

Lucido ore 3.30-5.00

L'autobus

[slpc]Mi sveglio nello stato intermedio, attendo qualche istante poi mi alzo dal letto. Vado di sopra ed esco dal portone, me la prendo comoda e stabilizzo mentre percorro il vialetto dal portone al cancello. Qui però inizio a sentirmi osservato e seguito e mi accorgo che l'entità, sotto le sembianze di mia madre, è uscita anche lei dal portone e mi sta inseguendo. Esco in strada e provo a correre per seminarla ma sono pesante e mi sento anche tirare all'indietro. Mi volto e vedo l'entità che muove le braccia come a tirare verso di sé una corda invisibile, è lei che mi sta trattenendo e vuole riportarmi alla base, ovvero al corpo fisico che dorme sul letto. Mi sforzo di avanzare e di liberarmi ma alla fine cedo e mi ritrovo appunto nel letto. Mi alzo di nuovo, stavolta la vista non è ancora attiva, vado di sopra ed esco di corsa, saltando tutti e sei i gradini della rampa di scale che dal pianerottolo del portone porta al vialetto. Anche stavolta non faccio tanta strada però, vengo nuovamente attirato nel corpo fisico. Al terzo tentativo riesco a stabilizzarmi un po' meglio, anche grazie alla corsa, la quale mi permette di allontanarmi più in fretta da casa e quindi dalla percezione del mio corpo fisico. Mi sento comunque ancora un po' pesante, segno che il distacco non è avvenuto al 100 %, mi metto a camminare e cerco di fare chiarezza e stabilizzarmi ulteriormente. Alla fine della strada vedo un autobus e penso che potrebbe essere una bella occasione per trasportarmi altrove velocemente e senza fare fatica. Salgo a bordo dell'autobus dalla porta centrale e resto in piedi vicino ad essa in modo da essere pronto a scendere in qualsiasi momento. Ci sono poche persone, sono quasi tutte sedute e ci sono ancora posti liberi a sedere. Ora vedo alzarsi una donna sui 50, a quanto pare deve scendere alla prossima. Le chiedo se sa in che città siamo e giustifico la domanda dicendo che mi ero addormentato durante il viaggio. La donna però mi risponde con un aria spaesata dicendo di non saperlo nemmeno lei. Nel frattempo guardo fuori e mi rendo conto che ci troviamo ancora nella mia città, nella zona centrale, dunque l'autobus non ha fatto molta strada. Ora il mezzo si ferma e scendo, sono nella piazza centrale della mia città e vedo un altro autobus, penso di prenderlo per andare altrove[/slpc]ma qui la mia lucidità inizia a vacillare. L'autobus diventa un taxi ma io ci salgo lo stesso e con me sale anche mio fratello. A bordo c'è un uomo di colore, gli dico la destinazione ma non sono molto preciso, a dire il vero non so nemmeno io dove devo andare. Il sogno si deforma ulteriormente, perdo definitivamente lucidità e discuto con mio fratello su come pagheremo la corsa una volta arrivati a destinazione.

21 ottobre 2020

Semi lucido vivido ore 3.30.5.30

Manifestazione multietnica

E' sera e sto camminando sul lungomare della mia città, nella sua parte centrale. Ad un certo punto vedo alcuni uomini e donne di colore che iniziano a raggrupparsi qui sul lungomare, poco più avanti c'è un altro gruppo di africani abbastanza numeroso. Il fatto di per sé non mi sembra troppo strano dato che nella mia città vivono molti immigrati africani, sia del nord Africa che dell' Africa subsahariana, questi in particolare appartengono al secondo gruppo. Tuttavia è insolito trovarli in gruppi così numerosi e inoltre alcuni di loro hanno un'aria losca e ciò mi spinge a non proseguire sul lungomare e a deviare verso il centro. Qui incontro un altro gruppo di uomini e donne sempre africani che cantano e ballano per le strade, proseguo ancora e incontro un altro gruppo numeroso di persone che cantano e ballano, stavolta però sembrerebbero latino americani. Sembra che tutte queste persone stiano facendo festa ma in realtà sento che c'è anche qualcos'altro sotto.
Percepisco un'aria di protesta, deve trattarsi di una manifestazione pacifica, non so di preciso contro cosa ma essendo tutti immigrati stranieri mi viene da pensare che stiano protestando contro la discriminazione nei loro confronti. Mi faccio strada tra queste persone e ad un certo punto un ragazzo alza una mano come per darmi il cinque ma poi la ritira, ho l'impressione che l'abbia fatto perché si è accorto che non sono uno di loro. Proseguo ancora, ora sono in una delle tre piazze principali della mia città e stavolta a cantare e ballare sono un gruppo di persone dell'est Europa o penisola Balcanica, perlopiù giovani. Sento chiaramente in sottofondo una canzone rap in una lingua che sembra di quelle parti. Ci sono anche bancarelle e vedo ragazzi e ragazze che girano per strada cantando quella canzone. Ricordo in particolare una bella ragazza mora, alta più o meno come me che ad un certo punto senza motivo si tira giù la maglietta mostrando il seno :D. Qui inizio a prendere lucidità, passo davanti ad una bancarella nella quale vedo un tizio dal collo esageratamente lungo, non mi è chiaro se si trattasse di una persona vera o di un manichino.[slpc]Torno verso il lungomare, raggiungo lo stesso punto in cui mi trovavo all'inizio e ci ritrovo anche gli africani di prima. Prendo la direzione opposta a quella in cui stavo andando prima, vedo delle bancarelle nelle quali sono esposti strani pupazzi, alcuni dei quali mostruosi e in sottofondo sento una canzone inglese famosa ma vecchia, tipo anni '50-60, ora non riesco però a ricordare quale fosse. Proseguo e ad un certo punto le immagini diventano in bianco e nero e inizio a sentir parlare in tedesco.[/slpc] Il sogno inizia a deformarsi e ora mi trovo a guardare queste immagini in terza persona. Torno indietro e il sogno si ristabilizza parzialmente, incontro di nuovo gli africani poi torno a vedere delle scene in terza persona, forse su uno schermo televisivo. Le scene mostrano persone di colore che scappano per le strada di una città di notte, bersagliati da proiettili sparati da mezzi militari volanti, forse elicotteri.

30 ottobre 2020

Lucido ore 4.00-5.00

[slpc]Prendo lucidità non ricordo in quali circostanze, la vista non è attiva ma so di essere nel parcheggio dietro casa mia, evidentemente prima stavo sognando di essere qui o comunque di essere appena uscito dal giardino. Sfrego le mani sulla siepe per stabilizzarmi e dopo qualche secondo la vista si attiva, è giorno ed è sereno. Guardo alla mia destra e vedo i palazzi al di là della ferrovia, mentre in cielo si vede anche la Luna quasi piena. Vado verso la discesa, mi ricordo del piano d'azione che prevede di viaggiare nel tempo verso una destinazione a caso. Vedo una costruzione in fondo alla discesa, appena all'interno del campo di sterpaglie, e penso di utilizzarla come passaggio dimensionale.[/slpc] Prima che io riesca a raggiungerla però il sogno crolla.

31 ottobre 2020

Lucido ore 6.30-7.30


[slpc]Prendo lucidità mentre sono in casa nel seminterrato, sdraiato su qualcosa che si trova tra il divano e il televisore. Mi alzo, barcollo, non ho pieno controllo del mio corpo e la vista è sgranata. Vado verso la porta del garage ma crolla tutto e mi ritrovo al buio totale. Mi metto allora a fluttuare nel buio e richiamo ad alta voce il mio obbiettivo che è quello di viaggiare nel tempo. Il piano d'azione prevedeva di raggiungere prima un luogo tipo quello del lucido del 19 ottobre, dal quale poi scegliere la destinazione spaziotemporale. Tuttavia nello stato in cui mi trovo posso partire verso qualunque destinazione utilizzando l'intento. Dico ad alta voce << ora entro in un tunnel spaziotemporale ! >> ed ecco che mi sento accelerare e allungare in avanti, continuo a vedere tutto nero ma percepisco la sensazione di movimento. Non avendo però stabilito una destinazione precisa, ad un certo punto inizio a percepire, se pur vagamente, il mio corpo nel letto. Mi rotolo giù dal letto e inizio a spostarmi carponi, sento chiaramente il pavimento al tatto. Devo pensare a qualcosa a cui aggrapparmi per stabilizzarmi in un nuovo ambiente e al tempo stesso devo evitare di pensare a casa mia altrimenti mi ritroverò al punto di partenza. Tasto nel buio immaginando di trovare un mobile di legno ma niente, mi viene in mente allora un lavandino, elemento che ho già usato altre volte per materializzarmi in uno scenario. Lo trovo subito, sento al tatto il rubinetto lungo e sottile, giro la manopola e mi sciacquo le mani, le sensazioni sono estremamente vivide e reali. La vista ora si attiva e vedo il rubinetto e il getto d'acqua, mi sciacquo ancora una volta le mani poi lo chiudo. Mi guardo rapidamente intorno, vedo che mi trovo in un piccolo appartamento. Entro in una stanza adiacente, ho ancora le mani bagnate e lascio cadere intenzionalmente delle gocce a terra, poi mi chino verso il pavimento e do dei colpetti per constatarne la solidità. Mi alzo in piedi e osservo la stanza in cui mi trovo, noto delle mensole piene di pupazzi di vari colori, poi un televisore posto su un mobiletto alto circa un metro. Si tratta di un televisore di quelli a tubo catodico, molto vecchio, anni '50 forse. E' piccolo e lo schermo non occupa tutta la parte frontale dell'apparecchio, ma ha su un lato uno spazio sul quale si trovano i tasti. Premo un tasto che so essere quello di accensione ed ecco che partono le immagini. I canali si girano da soli e trasmettono diversi programmi di varietà nei quali i protagonisti cantano e ballano allegramente. Dal loro look e dalla qualità delle immagini si capisce che si tratta di scene degli anni '80, forse primi anni '90 al massimo. Tra gli altri mi sembra di riconoscere un giovane Carlo Conti che balla insieme ad altri. Esco dalla stanza lasciando il televisore acceso, voglio uscire all'aperto. Esco dal portone e mi ritrovo in un corridoio di un palazzo, con una rampa di scale alla mia sinistra. Scendo la rampa e mi trovo in un altro corridoio identico, mi chiedo quanti piani ci siano da scendere, spero non troppi perché il sogno potrebbe dissolversi prima di arrivare al piano terra. Scendo la seconda rampa e fortunatamente si rivela essere l'ultima. Ora dovrei trovarmi nell'androne del palazzo ma sento delle voci di giovani che schiamazzano alla mia destra, guardo in quella direzione e vedo una tavolata piena di ragazzi e ragazze seduti a mangiare. La cosa mi incuriosisce e decido dunque di fare una piccola deviazione, raggiungo i tavoli e qualcuno dei ragazzi dice << ecco Nina, è arrivata ! >> Ed io istintivamente chiedo << chi è Nina ? >> e subito dopo mi rendo conto che Nina sono io ! Una ragazza di fronte a me mi guarda perplessa e mi
dice << sei tu Nina ! >> Io per rimediare dico << ah sì, sì, pensavo ci fosse un'altra Nina >>. Non voglio sedermi al tavolo ma vedo davanti a me un piatto di pasta agli scampi molto invitante, così lo prendo e lo assaggio mentre mi allontano dal tavolo, è molto buono ![/slpc]Concentrandomi troppo sul piatto però perdo parzialmente lucidità e il sogno qui si dissolve.

2 novembre 2020

Lucido ore 5.30-6.25


Mi trovo nello stato ipnagogico, intravedo la sala del seminterrato a casa mia e piano piano ci entro dentro. [slpc]Vado subito verso la porta del garage ma quando la apro trovo tutto buio, torno dunque indietro e prendo le scale. Nel frattempo si è oscurato tutto ma mi mantengo nel sogno aggrappandomi alla ringhiera mentre salgo, una volta sopra esco dal portone, poi dal cancello ma la vista ancora non si attiva.[/slpc]Non sono riuscito a stabilizzarmi e finisco per svegliarmi, seppur solo per qualche istante. [slpc]Successivamente mi trovo in un'altra ipnagogica molto intensa in cui vedo un bambino seduto su un divano a guardare la TV, la quale si trova circa un metro davanti a lui. Entro facilmente nella scena e mi siedo sul divano alla destra del bambino, poi mi alzo e tocco il televisore per stabilizzarmi meglio. Dopodiché apro una porta ed inizia la solita serie di porte e stanze minuscole, finché non ne vedo una dalla quale filtra luce solare. Esco dunque all'aperto e mi arriva subito una folata di vento. Mi trovo in un angolo di un cortile e sento delle voci ovattate che mi sembrano quelle dei miei, i quali sono già svegli e sicuramente stanno parlando tra loro. Temo che le loro voci possano interferire con il sogno e farmi svegliare prima del tempo. Mi metto perciò a toccare il muro e sfregare le mani per stabilizzarmi meglio e allontanarmi dalle percezioni fisiche. Proseguo e vedo che mi trovo in un cortile di un'abitazione o un complesso di abitazioni con muri di colore rosso mattone. Anche il muretto di recinzione intorno al complesso è di quel colore. Mi guardo intorno, non c'è nessuno e non vedo punti da cui uscire, c'è un'area in cui si trovano alcuni tavoli, vado in quella direzione e penso di scavalcare il muretto ma quando lo raggiungo mi accorgo che mi trovo in alto, almeno 4-5 metri sopra il livello della strada. Inizialmente penso di salire sul muretto e saltare da lì prendendo il volo ma poi rinuncio perché saltando da quell'altezza rischierei di destabilizzarmi. Inoltre mi rendo conto che faccio fatica a salirci sopra, non è altissimo ma a quanto pare io sono troppo basso e poco agile. Torno indietro e mi guardo ad uno specchio appoggiato per terra e vedo che sono una ragazzina di 11-12 anni, ho capelli scuri, corti e lisci. Ora vedo che il cortile in cui mi trovo sfocia direttamente nella strada, senza che vi sia un cancello a separare. Vedo sulla sinistra quello che sembrerebbe un bar, mi ricordo dell'obbiettivo di cercare informazioni sul prossimo futuro leggendole su un giornale e penso di trovarne uno in quel bar. Qualcuno però mi precede, chiede informazioni proprio su dove poter trovare un giornale e qualcun altro gli indica un locale accanto. Io però vedo quella che sembrerebbe un'edicola dall'altra parte della strada ed è lì che vado. Ci sono delle persone in attesa, non capisco per cosa, mentre una donna che lavora qui è al telefono ed ha dei giornali appoggiati sulla spalla. Un tizio davanti a me ne prende uno, così mi sento autorizzato a prenderlo anche io. Si tratta di un giornalino di 4-5 pagine al massimo, leggo la data sulla copertina: 13-11-2013. La guardo più volte e non si modifica, sfoglio le pagine e trovo la stessa data anche lì. Ora prendo un altro giornale, stavolta ben più corposo,[/slpc] poco dopo però la mia energia inizia ad esaurirsi e il sogno sfuma.


3 novembre 2020

Lucido ore 4.00-6.00

Ali tarpate

Mi trovo in un ristorante e gradualmente prendo lucidità. [slpc]]Mi siedo ad un tavolo con un amico che era con me già prima (il sogno andava avanti già da un po' prima che mi trovassi al ristorante e prendessi lucidità). Mi metto ad osservare le persone sedute agli altri tavoli, l'ambiente è molto stabile e riesco senza problemi ad osservare i volti di queste persone. Ricordo una donna sui 45-50, capelli scuri un po' mossi, fino alle spalle, sguardo un po' cupo. Ricordo poi dei bambini dai capelli lisci e biondi, sia maschi che femmine, si assomigliano molto tra loro, anzi alcuni sembrano quasi identici, forse sono gemelli. Guardandomi intorno mi accorgo che ci sono altri "doppioni", alcune persone infatti hanno uno o più sosia, seduti a tavoli diversi. Faccio notare questa cosa al mio amico P., gli dico che se si guarda con attenzione ci si accorge che alcune persone si ripetono e questo è un chiaro dream sign. Mi capita però pure di vedere un signore sui 50 che all'inizio mi sembra identico ad un altro, osservando meglio mi accorgo che gli somiglia solamente ma è chiaramente una persona diversa. Qui il sogno crolla e mi ritrovo sul letto nello stato intermedio. Scendo dal letto rotolandomi sul pavimento, mi alzo, vado di sopra, esco dal portone e di inizio a levitare. Mi ricordo subito dell'obbiettivo che mi ero posto, ovvero quello di incontrare degli esseri evoluti. Sono nel buio totale e inizialmente percepisco che mi sto muovendo in avanti ma poi mi fermo. Esprimo il mio intento ma non accade nulla, anzi inizio a sentire sensazioni negative e dopo un po' comincio a percepirmi sdraiato sul letto in posizione supina (in realtà il mio corpo fisico è sdraiato sul fianco destro, a volte capitano queste discrepanze tra la posizione del corpo fisico e quella del corpo astrale ). Cerco di allargare le braccia in segno di apertura verso questi esseri ma qualcosa mi impedisce di farlo. Riesco ad allargarle leggermente ma una forza me le tiene bloccate. Inizio a sentire l'entità aliena maligna dietro di me, mi tiene bloccato, mi impedisce di aprirmi e di elevarmi. Percepisco tutta la sua negatività, sento, seppur vagamente stavolta, quel ripugnante rumore simile a risucchio caratteristico di questo essere, lo sento tra la base del collo e la parte alta della schiena. Non mi muovo, non cerco di divincolarmi perché so che lottare fisicamente sarebbe controproducente. Non ho però nemmeno la forza di affrontarla a livello sottile, la sua presenza e la sua negatività mi atterriscono, mi fa sentire impotente e mi fa desiderare di fuggire, ovvero svegliarmi[/slpc]. Così faccio, fuggo svegliandomi ed uscendo dalla paralisi, dopo me ne pento come al solito, ma in quel momento non avevo sufficiente lucidità per fare ciò che andava fatto.
olrac
 
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Re: Diario dei sogni lucidi di Hari

Messaggioda Hari » 08/11/2020, 21:17

Ciao Olrac :), ho capito ormai da tempo che è proprio quella la chiave,anche grazie alla lettura delle tue esperienze, tuttavia metterla in pratica è un altro paio di maniche. Non è un problema che riguarda solo gli incontri con questa entità negativa, è proprio un mio limite, non riesco a richiamare quell'energia. Sono abbastanza certo ormai che sia proprio quello il blocco che mi impedisce di progredire nelle mie esperienze. Ormai da tempo infatti ci sono molti elementi e situazioni ricorrenti, spesso molto frustranti, che sembrano indicare proprio questo. L'entità aliena è solo una delle tante manifestazioni di questo blocco, anche se è indubbiamente la più evidente.
May my heart be my guiding key
Hari
 
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Re: Diario dei sogni lucidi di Hari

Messaggioda Hari » 02/12/2020, 21:14

7 novembre 2020

Serie di lucidi-OBE ore 5.00-6.30

Prendo gradualmente lucidità mentre mi trovo a svolazzare a casa mia nel seminterrato. [slpc]Esco dal portone ma qui lo scenario onirico inizia a sfaldarsi e mi ritrovo sul letto. Scendo dal letto e vado al piano terra, entro in bagno e osservo il mio riflesso allo specchio, sembra abbastanza fedele a quello fisico, tuttavia qui il sogno crolla di nuovo. Riparto dal letto, torno di sopra ed esco dal portone, tento di stabilizzare e aumentare la mia lucidità richiamando alla mente nozioni della veglia ma ci riesco a metà, i ricordi della veglia si fondono con quelli onirici. In ogni caso anche stavolta il sogno si dissolve prima di riuscire ad uscire in strada e perdo anche temporaneamente lucidità. In seguito torno lucido e mi ritrovo in paralisi con l'entità aliena che mi afferra le braccia da dietro, come accaduto nell'esperienza di qualche giorno prima. Stavolta però non mi faccio fregare, non cedo alla paura e alla negatività, mi metto a cantare e dopo un po' riesco a staccarmi dalla morsa ed a scendere dal letto. Con calma, continuando a cantare, vado di sopra ed esco in strada, qui però il ricordo sfuma, probabilmente lo scenario si dissolve di nuovo appena oltrepassato il cancello. In un altro episodio mi trovo per l'ennesima volta a ripartire dal letto e mi metto subito a cantare e proseguo finché non raggiungo la strada, anche qui però non vado molto lontano. Riparto ancora dal letto e canto di nuovo, stavolta arrivo fino al bar-ristorante che si trova circa a metà strada tra casa mia e la stazione. Incontro qui un gruppo di persone e coinvolgo anche loro a cantare con me, è notte ma non è buio, i lampioni funzionano, è pieno di gente e c'è un bel clima di festa. Ora smetto di cantare, mi fermo in un punto e mi metto ad osservare il cielo, vedo le stelle e penso che voglio raggiungerle ed incontrare delle guide, degli esseri evoluti. Come al solito però non riesco a salire, fluttuo a non più di due metri da terra senza riuscire ad andare più su di così. Dopo un po' lo scenario si dissolve e mi ritrovo prima nel blackworld poi sul letto in paralisi. A tratti sento delle pressioni sul mio corpo ma rimango rilassato, mi alzo e salgo le scale ma la mia energia per oggi è agli sgoccioli e tutto si dissolve[/slpc]prima che io riesca ad uscire di casa.


8 novembre 2020

Serie di lucidi-OBE ore 5.30-7.45


Mi trovo a casa e prendo lucidità, [slpc]esco dal portone ed inizio a fluttuare, guardo verso il cielo, vedo la Luna, poi il sogno inizia a sgretolarsi e mi lascio andare senza provare a mantenerlo. Non ricordo se qui riparto dal letto o se mi ritrovo direttamente in un altro ambiente. Ricordo comunque che ad un certo punto mi trovo a fluttuare a qualche metro da terra in una città che non riconosco, al crepuscolo. La città è sul mare ma è sopraelevata, si poggia infatti su una base alta diversi metri. Mentre fluttuo sento una voce disincarnata che che parla di questa città e dice che ci sono delle persone che girano fluttuando per controllare gli edifici se sono agibili. La voce non lo dice esplicitamente ma mi arriva l'informazione che io sono uno di questi. Mi addentro nella città e mentre mi accingo a girare un angolo vedo che lì è completamente buio e subito dopo si oscura tutto. Lotto per rimanere in questo ambiente dando colpi ad una parete ma poi per un motivo
che ora non ricordo ci rinuncio e mi lascio andare.[/slpc] Da qui parte una serie di episodi che però fatico a mettere in ordine cronologico. Elencherò qui quelli più significativi.

Episodio 1: Rumori misteriosi e testa fluttuante

[slpc]Mi alzo dal letto ed esco dalla mia stanza, provo a saltare per rimanere sospeso a mezz'aria e prendere il volo. Salto più volte e sento il mio corpo più leggero rispetto a quello fisico ma non abbastanza per volare. La vista è già attiva ma essendo notte intravedo appena intorno a me. Salgo le scale e raggiungo il piano terra, dove c'è decisamente più luce. Qui decido di fare qualcosa che non facevo da tempo, ovvero salire al primo piano. Appena raggiunto il primo piano entro nella stanza degli ospiti, l'idea è di uscire sul balcone e da lì prendere il volo ma qualcosa attira la mia attenzione. Sento uno strano rumore provenire dall'armadio a ridosso della parete adiacente alle scale. E' un rumore di qualcosa che si muove e sbatte, è un po' inquietante nel silenzio generale ma la mia curiosità ha la meglio, mantengo la calma e vado a vedere di cosa si tratta. Apro uno sportello aspettandomi di trovarci qualcosa tipo un animale o un mostriciattolo, invece trovo solo oggetti inermi. Tra questi noto delle scatolette e penso che quella cosa che si muoveva e faceva rumore potrebbe trovarsi all'interno di una di queste. Le apro tutte ma niente, sono tutte vuote ! Lascio perdere ed esco sul balcone, qui ho un attimo di sfasamento, lo scenario si deforma e mi trovo sopra la testa una fastidiosa tettoia che mi impedisce di saltare da qui. Inoltre inizio a sentire caldo e mi accorgo che indosso uno scaldacollo e qualcos'altro di pesante addosso, forse un cappotto. Mi tolgo lo scaldacollo e guardo verso il giardino sotto di me, la scena che mi trovo davanti è del tutto assurda e grottesca: la testa di un bambino che fluttua a mezz'aria sopra al prato. Salgo sul muretto e salto rimanendo sospeso in aria, volo verso dei palazzi, ormai non sono più nel mio quartiere e nemmeno nella mia città.[/slpc]Volo tra i palazzi e ad un certo punto inizio a sentire una presenza vicino a me. La mia lucidità cala e il ricordo inizia a farsi vago.

Episodio 2: La nave militare

[slpc]Esco di casa ed entro in una delle case vicine con l'intenzione di usarla come passaggio dimensionale. All'ingresso c'è una signora dai capelli corti, la saluto e lei mi chiede << chi sei ? >> Le dico il mio nome e che sono qui solo di passaggio e lei mi fa entrare. Mentre attraverso il salotto vedo che c'è un uomo seduto su un divano, probabilmente il marito della signora. Attraverso la prima porta che trovo e qui inizia il solito labirinto di porte finché non sbuco in un luogo sempre chiuso ma più ampio. Qui trovo diverse persone intente a svolgere diverse attività non meglio precisate. Mi guardo intorno per capire dove mi trovo, ci sono tavoli e schermi sulle pareti.[/slpc]Perdo parzialmente lucidità e parlando con una donna capisco di essere all'interno di una nave, vedo infatti attraverso una vetrata il mare. Non ricordo esattamente cosa mi dice la donna ma a quanto pare si tratta di una nave militare e lei sospetta che io possa essere una spia. Minaccia di torturarmi e uccidermi se non fornisco informazioni sul nemico ma io le dico che ha frainteso, non sono una spia ma un viaggiatore temporale proveniente dall'anno 2020 e capitato qui per sbaglio. Il motivo per cui dico di aver viaggiato nel tempo è che so di essere nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Guardo verso il mare e vedo bandiere degli Stati Uniti, a quanto pare siamo ancora al porto, la nave deve ancora partire o è appena partita.

Episodio 3: Trascinato verso l'alto

[slpc]Vengo trascinato verso l'alto da una forza invisibile, cerco di lasciarmi trasportare da questa forza ma qualcosa ad un certo punto mi blocca.[/slpc]
11 novembre 2020

Sogno lucido ore 3.45-5.15

Test di solidità in casa

Mi trovo sdraiato su un letto al centro del salotto nel seminterrato, come se fosse la cosa più normale del mondo, sono mezzo addormentato. Arriva mia madre, inizio a prendere lucidità ma non del tutto perché giustifico il fatto di essere qui dicendo a me stesso che sono stato io a portare qui il letto dalla mia stanza (non si sa perché). Mi dico inoltre che posso rimetterlo al suo posto in un attimo, mi basta chiudere gli occhi e decidere di teletrasportarmi nella mia stanza. Mia madre mi dice qualcosa che non ricordo, poi ad un certo punto mi alzo, è tutto estremamente reale ma io comunque[slpc]ho l'impressione di non trovarmi nella realtà fisica e verifico guardando l'ora. L'ora cambia ad un secondo sguardo dunque ho la conferma di essere in un sogno. Assecondo mia madre, ovviamente non devo farle capire che sono lucido, altrimenti potrebbe ostacolarmi. Mentre mi parla vado verso la parete dove ci sono le due finestre in alto. Qui ci trovo un mobile che è fuori posto rispetto alla mia casa fisica, poi vado in cucina e vicino al rubinetto normale ci trovo pure quello che del depuratore dell'acqua che abbiamo messo di recente. Ci sono le tre manopole, apro quella più in alto, quella dell'acqua naturale a temperatura ambiente e il getto è leggermente irregolare, come se il rubinetto fosse vecchio e usurato. Riempio mezzo bicchiere d'acqua e la bevo, è liscia e perfettamente fedele a quella fisica che bevo tutti i giorni. Ora torno verso il letto e proseguo con i miei test di stabilità, voglio testare il mio olfatto, il senso che nei sogni uso meno. Prendo le mie scarpe, le annuso e sento chiaramente una leggere puzza di piedi, le riappoggio a terra e le spingo sotto al letto. Vado ora verso le scale per salire al piano terra ma appena sotto le scale sento chiaramente un odore di caffè. Mi accorgo che ci sono delle tazzine con dei residui di caffè appoggiate su un mobiletto sotto le scale ( qui c'è ancora il vecchio sottoscala, dove adesso nella realtà fisica c'è lo sgabuzzino). A differenza di prima, quando ho preso le scarpe con il preciso scopo di sentirne l'odore, qui l'odore mi arriva da solo, prima ancora di vedere le tazzine di caffè. Si tratta di qualcosa di molto raro nei miei sogni, anzi che io ricordi è la prima volta che si verifica qualcosa del genere, sono piacevolmente sorpreso da ciò, considerando che io il caffè nemmeno lo bevo ! Prendo una delle tazzine, che tra l'altro è una di quelle che ho a casa, la avvicino al naso e sento ancor più chiaramente l'odore di caffè. Ora voglio testare la gravità, faccio cadere la tazzina prima sul mobile da pochi centimetri d'altezza, poi sul pavimento. Non si rompe ma il tempo di caduta e il rumore dell'impatto sono perfettamente reali, tutto è indistinguibile dalla realtà fisica, ad eccezione dell'orario che cambia da un'occhiata all'altra. Rifletto su questo mentre salgo le scale, poi entro in bagno e mi guardo rapidamente allo specchio, anche il mio aspetto sembra fedele a quello fisico. Esco poi dal portone e sento mia madre che mi urla contro dal seminterrato rimproverandomi di non aver messo a posto qualcosa, non ricordo ora di cosa si trattasse. Io però faccio finta di niente e proseguo, prima di uscire in strada[/slpc] però il sogno crolla di colpo.[slpc]In seguito riparto dal letto, stavolta però nella mia stanza. Vado in salotto, la vista è attiva ma stavolta percepisco l'ambiente un po' meno solido e sento che posso facilmente levitare. Faccio un saltino, allargo le braccia e rimango sospeso a mezz'aria, mio fratello mi vede ma non sembra stupirsi minimamente. Trovo dei pacchetti di fazzoletti sparsi in giro e mi diverto un po' a lanciarli contro mio fratello col pensiero colpendolo in più punti. Dopo un po' lui decide di rispondere al fuoco ed inizia a lanciarmi gli stessi pacchetti ma con le mani, e li lancia molto più forte di quanto abbia fatto io. Inizialmente riesco a schivarli ma poi inizia a lanciarli con maggiore frequenza e qualcuno mi colpisce anche se sulle gambe mentre altri li respingo con le braccia. Salgo al piano terra ed esco dal portone ma prima di arrivare al cancello il sogno si dissolve. Riparto dal letto in paralisi e percepisco la presenza dell'entità femminile alla mia sinistra. Mi parla con la sua solita vocina bisbigliante, mi dice qualcosa del tipo << sono la tua amica >> ed altre cose che ricordo solo vagamente. Nel frattempo sento forti vibrazioni e a tratti delle pressioni in vari punti del corpo. Dopo un po' riesco a muovermi e ad alzarmi, vado in salotto e mi siedo sul divano a guardare la TV, che al momento è su RAI 1. Prendo il telecomando per fare zapping ma vedo che gli altri canali sono oscurati, c'è una schermata tremolante di colore grigio-violaceo, torno dunque al canale iniziale, a quanto pare qui si vede solo RAI 1 ![/slpc]
14 novembre 2020

Lucido-OBE ore 6.00-7.45

Lisa

Sono seduto sul divano nel seminterrato a guardare la TV che trasmette un programma di varietà. Inizio a rendermi conto di stare sognando ma inizialmente non penso di alzarmi ed uscire, bensì di rimanere qui a vedere la TV e sentire se dice qualcosa di interessante che valga la pena ricordare. [slpc]Tuttavia mi rendo presto conto che non riesco a seguire quello che viene detto dunque decido di lasciar perdere e di uscire. Vado di sopra, esco dal portone e tocco intorno a me per stabilizzare ma appena esco in strada il sogno crolla. Sfrego le mani sull'asfalto per stabilizzarmi in un altro ambiente, penso di teletrasportarmi sul lungomare della mia città ma per un po' non succede nulla. Ad un certo punto provo ad alzarmi in piedi ma sono pesantissimo e nello sforzo di alzarmi sento una forte pressione tipo crampo all'altezza della scapola destra. Mi fermo subito perché temo di muovermi con il mio corpo fisico e di svegliarmi. Dopo qualche istante la vista si riattiva e sono in un ambiente chiuso, seduto su un divano. Alla mia sinistra c'è un tizio mulatto dai capelli neri e ricci e dall'aria simpatica. Di fronte, un po' spostato verso destra, c'è un giovane Keanu Reeves (ha l'aspetto che aveva nel film Matrix), seduto su una poltrona, mentre sulla sinistra c'è un altro tizio di cui non ricordo l'aspetto. Proprio quest'ultimo chiede dove e quando siamo, al che Keanu risponde dicendo che siamo nel 1999 mentre io dico che vengo dal 2020. Il tizio mulatto seduto accanto a me però interviene dicendo che qui non esiste nessun tempo, poi dice di essere stato lui a mandare ognuno di noi tre sulla Terra per uno scopo preciso. Inizia a parlare del motivo per cui ci ha inviati sulla Terra, iniziando forse da Keanu Reeves, io però sono curioso e impaziente perché tempo che il sogno si dissolva troppo presto, così lo interrompo e gli chiedo di rivelami il mio scopo. Lui a questo punto fa un'espressione divertita e dice qualcosa del tipo << eh, sapessi ! >> Lasciando intendere che si tratta di qualcosa di grosso e aumentando ancor di più in me la curiosità. Insisto ulteriormente per farmelo dire e lui ad un certo punto dice: << ti ho mandato per andare a Kazzibar ! >> La sua risposta mi lascia perplesso, probabilmente mi sta prendendo in giro ma la cosa comunque mi fa ridere e mi viene spontaneo ribattere << e che c...o è ? >> facendo scoppiare a ridere anche gli altri, forse per l'assonanza tra la parola "Kazzibar" e la mia parolaccia :D. Nonostante la strana risposta del tizio, mi colpisce la spontaneità di questa conversazione e delle reazioni dei presenti, non si tratta di personaggi anonimi ma vivi e dotati di una loro personalità. Qui l'ambiente si dissolve e mi ritrovo in paralisi sul letto. Con me c'è l'entità femminile che mi dice << vai, scendi >>, in pratica mi lascia libero di alzarmi dal letto e proseguire, non ha intenzione di ostacolarmi stavolta. Mi alzo in piedi, sento ancora le vibrazioni intorno a me e la sua presenza. Mi dice altre cose, bisbigliando, ma non riesco a capirla, le chiedo di ripetere ma la sua voce è troppo bassa e confusa ora. Prima di andarmene mi viene in mente di chiederle come si chiama, lei risponde ma la sento appena, mi sembra di capire "Elisa" e le chiedo conferma, ma lei ripete il nome con un tono di voce che mi fa capire che non è "Elisa". << Lisa ? >> Chiedo, e lei risponde di sì. Dunque si chiama Lisa, << finalmente conosco il tuo nome ! >> le dico. Vado di sopra ed esco in strada,[/slpc] qui perdo gradualmente lucidità e mi perdo in attività frivole.

16 novembre 2020

Lucido-OBE ore 4.30-6.00

[slpc]Mi sveglio nello stato intermedio, sono semi paralizzato, muovo le braccia ma qualcosa mi afferra subito le mani bloccandomele. Si tratta dell'entità aliena (non Lisa quindi), stavolta però me la ritrovo davanti anziché dietro. E' inutile fare forza per togliermela di dosso, rimango fermo e rilassato e dopo un po' riesco ad alzarmi. Ho un vago ricordo di un momento in cui mi metto a pronunciare parole positive ma mi escono con una voce demoniaca e cavernosa. Esco dalla mia stanza, il ricordo qui è molto vago, in ogni caso poco dopo mi ritrovo nella stessa situazione di prima e mi metto a canticchiare per esorcizzare tutta questa atmosfera cupa e carica di negatività. Riesco nuovamente ad alzarmi e ad uscire dalla mia stanza, intravedo una luce fluttuante in salotto, deve trattarsi di una qualche entità ma non mi soffermo ad interagire con essa, preferisco allontanarmi. Pur trattandosi di una luce, mentre di solito vedo al massimo ombre, continuo a percepire emanazioni negative, anche se non so dire se provenissero o meno da quell'entità. Salgo le scale e mi volto un attimo a guardarmi indietro, vedo mia madre indaffarata in qualcosa, non sembra intenzionata ad ostacolarmi. Vado di sopra ed esco in strada, è notte e buio, i lampioni sono spenti, provo a dare un po' di luce allo scenario pronunciando ad alta voce parole positive ma stavolta non funziona molto. Lo scenario ad un certo punto si dissolve e mi ritrovo nel buio totale, dal quale posso teletrasportarmi ovunque. Sono sospeso nel vuoto ed inizio a tastare sotto di me per ancorarmi in un qualche luogo a caso. Sento un pavimento liscio mentre sono ancora nell'oscurità, poi c'è uno stacco improvviso e da un momento all'altro mi ritrovo con la vista attiva in un luogo chiuso che sembrerebbe un ufficio. Sono in piedi e c'è qualcuno alle mie spalle che mi sta parlando, mi volto e vedo che si tratta di un uomo mulatto sui 35-40, seduto ad una scrivania. Dà l'idea di essere il mio datore di lavoro, o meglio, il datore di lavoro della persona di cui sto temporaneamente occupando il corpo. Mi sento infatti come se fossi stato improvvisamente catapultato nel corpo di un'altra persona nel bel mezzo di una conversazione. Vado verso l'uomo alla scrivania, devo fare finta di niente, comportarmi in maniera normale, anche se non ho idea né di chi sia quest'uomo né di chi sia io in questo momento. Lui sembra notare qualcosa di strano in me, << qualcosa non va ? >> mi chiede, ma io faccio cenno che è tutto a posto, prendo una sedia alla mia destra e mi siedo di fronte a lui. Da come si pone nei miei confronti ha proprio l'aria di essere il mio datore di lavoro ma sembra comunque esserci una discreta confidenza tra noi. Dice di volermi raccontare una barzelletta, la inizia ed io sono curioso di ascoltarla ma dopo un po' si interrompe dicendo << nah...lasciamo stare, è troppo complicata >>, a quanto pare deve essersela dimenticata. Ora prende un quotidiano, il Corriere dello Sport (leggo chiaramente il nome del giornale in rosso in alto nella prima pagina). Io ne approfitto per leggere la data senza farmi vedere ma riesco a leggere solo l'anno, il 2012. Poi il tizio sfoglia il giornale e qui riesco a leggere la data per intero su una delle pagine: 5 novembre 2012. Ora vedo che c'è un frigorifero, gli chiedo se ha qualcosa di sfizioso da mangiare, lui lo apre ed è quasi vuoto. C'è però una grossa ciotola con dentro quella che sembra una mousse, i cui colori verde e marrone mi fanno pensare subito a pistacchio e nocciola, due dei miei gusti preferiti. La parte verde è di un verde acceso in superficie mentre sotto è il tipico colore della crema di pistacchio, quando la assaggio però rimango deluso perché risulta piuttosto insipida. L'uomo mi dice che non si tratta di quello che pensavo ma di una mousse ai gamberetti e non ricordo cos'altro. La mia lucidità inizia a calare, giro per la stanza e ad un certo punto spunta pure mio fratello che mi fa notare qualcosa, non ricordo ora cosa fosse, in base al quale ha dedotto che il tizio che abita qui deve essere molto ricco. A me sembra strano però che un ricco viva in un appartamento così piccolo, poi però noto una rampa di scale a salire, dunque c'è almeno un altro piano, non è poi così piccolo. Vedo inoltre una porta al piano in cui mi trovo e penso che al di là di essa debba esserci una grande sala o qualcosa del genere. Quando la apro però trovo solo uno stretto corridoio, lo imbocco e trovo un'altra porta. E' chiusa ma sento scorrere dell'acqua dall'altra parte, si tratta sicuramente di una doccia e qualcosa mi dice che lì dentro deve esserci la moglie del tizio che si sta lavando. A questo punto dovrei girare i tacchi e tornare indietro,[/slpc] invece subentra in me una sorta di impulso di trasgressione che mi spinge ad aprire la porta ed entrare. Trovo la doccia subito alla destra della porta e vedo una donna in piedi nella cabina aperta, con una vestaglia bianca addosso. Qui torno parzialmente in me, mi scuso ed esco, poi esce pure lei ed ha ancora addosso la vestaglia bianca che però stranamente le copre solo la parte superiore del corpo, al di sotto è completamente nuda. Evito di trattenermi oltre, facilitato dal fatto che la donna non è particolarmente attraente. Torno indietro e incontro il padrone di casa, che ora però è un uomo bianco dai capelli brizzolati. Mi rendo conto solo adesso che non sono più nel luogo iniziale, in effetti questa è una casa mentre prima ero in un ufficio. Probabilmente già dal momento del frigorifero mi ero inconsapevolmente traslocato, ma distratto dalla mousse non me ne ero minimamente reso conto, eppure avrei dovuto notare l'incongruenza di trovare un frigorifero in un ufficio. Realizzo che prima o poi la moglie gli dirà che sono entrato in bagno mentre c'era lei, sono pentito di averlo fatto ma in fondo posso tranquillamente dirgli che non mi ero accorto fosse occupato, del resto la porta non era chiusa a chiave. Voglio uscire di qui e dico al padrone di casa che devo andare in bagno, in realtà intendo usarlo come passaggio dimensionale per raggiungere un luogo all'aperto. Quando entro in bagno però inizio a perdere lucidità e mi fermo ad urinare nel water. Vedo un'ampia vetrata davanti a me dalla quale si vede la strada di sotto. Penso per un attimo di calarmi giù da qui ma alla fine non lo faccio anche perché ad un certo punto l'uomo entra anche lui in bagno come se niente fosse. Da qui il ricordo sfuma.

20 novembre 2020

Lucido ore 3.30-5.30

[slpc]Mi sveglio nello stato intermedio, mi alzo ed esco di casa, apro il cancello premendo il pulsante sul muro che però si trova più in alto del normale, tanto che devo allungarmi un po' per arrivarci. Ultimamente questa stranezza si è verificata più di una volta. Esco e mi metto a correre lungo la strada, poi proseguo camminando ma mi sento molto pesante, come se qualcuno mi tirasse indietro con una corda. Riesco comunque ad andare avanti e dopo un po' mi ritrovo in mezzo a delle persone e mi accorgo che non sono io a decidere dove andare, c'è una forza invisibile che mi tira da una parte, la stessa direzione in cui stanno andando alcune di queste persone. Potrei oppormi con uno sforzo deciso ma la cosa mi incuriosisce e decido di assecondare questa forza. Dico ad alta voce: << proviamo a seguire la "trama" del sogno, vediamo che succede >>. La forza mi porta verso una scalinata a salire, salgo le scale e insieme a queste persone e arrivati in cima alla rampa attraversiamo una porta sulla sinistra ed entriamo in un luogo chiuso. Sembrerebbe essere un ristorante, tuttavia dopo qualche secondo di attesa mi rendo conto che non accade nulla di rilevante, nessuno viene ad interagire con me, a quanto pare non c'è nessuna "trama" in questo sogno, sono libero di andare e fare quello che voglio. Esco dunque ma qui il sogno si dissolve. Da qui il ricordo è confusionario, si verificano diversi episodi che fatico a mettere in ordine cronologico. In uno di questi raggiungo la stazione della mia città, attraverso il sottopassaggio e vado alla biglietteria, che qui si trova all'esterno, nel piazzale di fronte alla stazione. E' molto strana come biglietteria, è costituita da un lungo bancone con diverse postazioni ed è allo stesso tempo anche un'edicola. C'è una donna dietro al bancone ed una persona davanti a lei, mi metto dunque in fila ma poi mi accorgo che la persona che ho davanti è intenta a fare tutt'altro, tanto che la donna stessa si rivolge a me. Acquisto un giornale e un biglietto per il treno, poi vado verso la ferrovia[/slpc]ma qui lo scenario si dissolve.

21 novembre 2020

Lucido-OBE ore 6.00-7.40

[slpc]Prendo lucidità durante la fase ipnagogica, mi metto a correre ed entro nella scena e piano piano mi ci stabilizzo toccando muri di recinzione e siepi intorno a me, battendo i piedi a terra e ancora correndo. Quando pare che mi sia stabilizzato però lo scenario si dissolve, riparto dal letto e a questo punto decido di partire direttamente da qui per incontrare delle guide, degli esseri evoluti. Mi tuffo nell'oscurità esprimendo questo intento e dopo un po' inizio a sentire un'energia tutto intorno, vibrazioni e scossoni, ma non vado da nessuna parte, mi ritrovo sul letto. Vedo un lampo di luce per una frazione di secondo, poi inizio a sentirmi sollevare dal letto per le gambe fin quasi alla vita ma la parte superiore del mio corpo rimane ancorata al letto. Inizio a sentire la morsa dell'entità aliena che mi tiene bloccato, le mie gambe svolazzanti e il mio busto tirato verso il basso da due braccia potenti all'altezza del mio petto, appena sotto il collo. La stretta inizia a farmi male e sento altre pressioni in altre parti del corpo. L'entità mi dice anche qualcosa con la sua voce metallica ma non si capisce niente. In ogni caso è chiaro che vuole trattenermi a tutti i costi, non vuole permettermi di elevarmi. Per un attimo penso di svegliarmi ma poi scaccio via questa idea, non posso cedere, non deve averla vinta ! Se non posso elevarmi verso l'alto, almeno eseguirò il distacco alla vecchia maniera e procederò come al solito a piedi. Mi metto a canticchiare e dopo un po' riesco a liberarmi e ad alzarmi dal letto, ma ormai la forza che mi attirava verso l'alto ha smesso di agire. Vado di sopra ed esco in strada, da qui parte la solita serie di episodi, in uno dei quali entro in una casa per usarla come passaggio dimensionale. Qui incontro un uomo sulla quarantina, lo saluto e gli chiedo se posso prendere un bicchiere d'acqua. Apro il frigorifero e prendo una bottiglia di plastica appoggiata in orizzontale su uno scompartimento in alto e ne verso un po' in un bicchiere sempre di plastica, in cima ad una pila di bicchieri. Tutto è estremamente reale ed eseguo ogni movimento mantenendo l'attenzione nel qui ed ora, bevo l'acqua poi rimetto a posto la bottiglia nel frigorifero. Nel frattempo l'uomo sta parlando con qualcuno, forse un bambino, e blatera qualcosa a proposito della cocaina, dice di doverne prendere una dose. Gli dico di lasciar perdere quella robaccia, poi lo saluto ed esco. Qui però mi ritrovo nel giardino di casa mia, forse perché la cucina in cui mi ero fermato somigliava troppo a quella di casa mia al piano terra.[/slpc]


23 novembre 2020

Sogni lucidi ore 4.30-6.00

Breve lucido vivido in salotto

[slpc]Sono lucido e giro un po' per il seminterrato. Vado in salotto e vedo che la zona divano-TV si trova nella vecchia posizione. Vedo i due divani disposti ad L sulla sinistra ma l'arredamento è molto diverso da come era un tempo. E' tutto molto vivido e reale ma al tempo stesso l'atmosfera è onirica, seppur molto tranquilla e serena.[/slpc] Ora ho dimenticato i dettagli, ricordo vagamente che tra i colori dominanti c'era il giallo e che c'erano dei cuscini forse con delle scritte.

Alla ricerca della ragazza

Sono con mio fratello nei pressi del mio vecchio liceo, dobbiamo entrare non in questa scuola ma in un'altra, il cui perimetro esterno è adiacente a quello del liceo. Entriamo nel cortile del liceo e passiamo dietro al campo di calcetto, mi rendo conto però che per raggiungere l'altra scuola non possiamo passare da qui, dobbiamo fare il giro dalla strada. Tornando indietro però passeremmo di nuovo davanti all'entrata e rischieremmo di farci vedere, così decidiamo di scavalcare la recinzione direttamente da qui. Vedo qualcuno nei pressi del cancello d'ingresso da cui siamo passati prima e temo che possano vederci, in tal caso come spiegheremmo quello che stiamo facendo ? Alla fine scavalchiamo senza che nessuno ci fermi e proseguiamo verso l'altra scuola. Una volta raggiunta entriamo senza trovare nessuno che ci sbarri la strada, giro un po' per delle stanze, vedo porte e armadietti, poi ad un certo punto lo scenario si deforma e mi ritrovo a casa di mia nonna paterna.[slpc]Noto l'incongruenza e prendo lucidità, entro in cucina ed apro il freezer e il frigorifero ma è tutto vuoto. Mi reco ora in salotto, dove in un lucido di un po' di tempo fa avevo trovato un quadro con figure egizie, che poi si era trasformato temporaneamente in un filmato con protagonisti degli esseri alieni umanoidi. Stavolta trovo due quadri con figure egizie sulla parete dove dovrebbe esserci il mobile grande con il televisore. Ora vado verso il balcone, la porta finestra è aperta, vedo in lontananza una luce con i colori dell'arcobaleno tra i palazzi. Esco sul balcone e salgo sul corrimano della ringhiera, poi salto e rimango sospeso a mezz'aria ma qui lo scenario si dissolve. Mi trovo a fluttuare nell'oscurità e provo a sfruttare la situazione per raggiungere un qualche ambiente a caso ma alla fine mi ritrovo sul letto. Mi alzo, faccio un po' fatica a spostare le coperte, che sono un po' pesanti. Il mio obbiettivo è recarmi nella casa di fronte e incontrare
Gianfranco e Luisa, ai quali chiedere informazioni su una ragazza che incontrai tre anni fa in un lucido e che da allora non sono più riuscito ad incontrare. Esco in strada e mi dirigo subito verso la casa di fronte, suono il citofono e dopo qualche istante mi risponde una voce maschile: << chi è >> chiede, ed io gli dico il mio nome, al che mi riconosce e mi apre subito. Entro ed incontro subito Gianfranco che sta uscendo per portare a spasso il cane, un grosso cane marrone. Il cane mi viene incontro e io istintivamente mi scanso ma Gianfranco mi dice di stare tranquillo che non mi fa niente. Lui si avvia verso il cancello per uscire con il cane, dunque sembra che non potrò chiedere informazioni a lui, gli chiedo allora se c'è sua moglie Luisa in casa e lui mi risponde qualcosa che non ricordo bene, tipo che è un po' indaffarata. Gli dico che sono venuto qui per chiedere informazioni su una ragazza che ho incontrato circa 3 anni fa e che poi non più rivisto. Nel frattempo arrivano dei ragazzi, tra cui uno sulla trentina dai capelli corti scuri e forse un accenno di barba. Potrebbe essere il figlio di Gianfranco, il tizio ora tiene lui il cane al guinzaglio, mentre Gianfranco non è più presente. La cosa mi fa pensare che il ragazzo possa essere Gianfranco stesso da giovane ma lì per lì non approfondisco la cosa. Dico anche a lui di questa ragazza, lui mi chiede come si chiama e io gli dico che è proprio questo il problema, non conosco il suo nome, mi sono dimenticato di chiederglielo. Gli dico che dopo quella volta inizialmente non l'ho cercata per un po' ma quando ho cominciato a farlo non sono mai riuscito a trovarla. Dovrei descriverla e descrivere le emozioni che mi ha trasmesso in quell'incontro ma
stranamente mi sento in imbarazzo. Nonostante io sappia bene di stare sognando non riesco ad esprimere le mie emozioni di fronte a lui e agli altri ragazzi che nel frattempo sono arrivati. Lui mi dà quasi l'impressione di essere una persona fisicamente esistente, un sognatore come me, il che mi rende difficile aprirmi completamente. Ad un certo punto il cane mi si avvicina e lo accarezzo, gli chiedo come si chiama e lui mi risponde ma era un nome lungo e strano che ora non ricordo. Ora mi dice che posso trovare la ragazza che cerco in un certo luogo e mi indica una direzione da prendere che sembra essere casa sua. A quanto pare devo passare da lì per raggiungere questo posto. Chiedo al gruppo chi vuole unirsi a me e subito si propongono in due, un ragazzo dai capelli biondi corti alto circa 1.65, e un altro alto circa 1.80 dai capelli neri, un po' lunghi, lisci e schiacciati. Il primo si chiama Giovanni, il secondo Andrea (i due nomi sono sicuramente questi anche se c'è la possibilità che io li abbia invertiti). Io a dire il vero pensavo di portare con me uno solo di loro ma va bene anche così. Entriamo in casa ed attraversiamo la porta indicataci dal tizio col cane, i due ragazzi sono dietro di me mentre davanti c'è un altro tizio dalla testa rasata che prima non era presente o forse non lo avevo notato. Non era previsto che venisse con noi, tuttavia è lui che ci sta facendo strada, ci sta facendo da guida perciò va bene così. Del resto lui sa sicuramente meglio di me dove dobbiamo andare, seguirlo potrebbe non essere una cattiva idea, a patto che non nasconda secondi fini. Il suo nome pare sia Luca o almeno questa è l'informazione che mi arriva nel frattempo. Ci troviamo in un'area mediamente affollata di una qualche città e i due ragazzi dietro di me si mettono a correre e si fiondando dentro un campo di basket nelle vicinanze, lasciandomi indietro. In un primo momento mi sembra che si stiano azzuffando con qualcuno e decido di intervenire. Inizio a scavalcare il muretto al di sopra del quale si trova la recinzione del campo, che è sopraelevato rispetto alla strada. Qui però mi rendo conto che stanno semplicemente giocando a basket, scendo e faccio il giro raggiungendo il lato nel quale si trova l'ingresso al campo. Qui trovo diversi gruppi di persone perlopiù ragazzi della stessa età di Andrea e Giovanni più o meno. Tra questi noto una ragazza mora molto carina, la quale indossa un vestitino che lascia scoperte le gambe dalla cosce in giù ed è in compagnia di un ragazzo. Vedere questa ragazza mi ricorda il motivo per cui sono partito in questa spedizione e mi rendo conto che portarmi dietro altre persone non è stata una buona idea, questa è una cosa che devo fare da solo.[/slpc]

28 novembre 2020

Sogno lucido ore 5.15-5.55

Il finto obitorio

[slpc]Mi sveglio in paralisi e dopo un po' riesco a muovermi, mi alzo, ho un corpo molto sottile e devo concentrarmi molto per materializzare le mie mani ed aggrapparmi alla ringhiera mentre salgo le scale. Esco in strada e vado subito verso la casa di fronte, il mio obbiettivo è lo stesso dell'esperienza del 23 novembre, incontrare la ragazza di cui ho parlato nella precedente esperienza. Prima però devo chiedere maggiori informazioni, su come si chiama, su dove devo andare e cosa devo fare per trovarla. Sono due i motivi per cui voglio chiedere queste informazioni a Gianfranco e Luisa, uno è che sono le uniche due persone che abitano questa dimensione con le quali ho fatto conoscenza, l'altro è che l'incontro di tre anni fa con quella ragazza è avvenuto proprio nei pressi di casa loro. Suono il citofono e quando mi rispondono dico il mio nome, mi aprono ed entro. Trovo subito Gianfranco, che però si mette a fare discorsi incomprensibili, sembra arrabbiato e spara parole e frasi senza senso. Gli chiedo se c'è Luisa in casa ma lui non mi risponde, forse nemmeno si accorge che sono qui, continua nei suoi deliri e capisco che è inutile insistere. Vado verso la prima porta che trovo e la attraverso. Qui inizia il solito labirinto di stanze e porte finché ad un certo punto mi trovo in un corridoio stretto con un water sulla sinistra, al di là del quale, sulla destra, c'è un'altra porta. Supero il water ma mi accorgo che qui il passaggio si restringe troppo, non ci passo. Non ho intenzione però di tornare indietro, così spingo il muro alla mia sinistra per allargare lo spazio. Inizialmente il muro fa resistenza, muovendosi un po' per poi tornare indietro come se fosse elastico. Poi però do una spinta più decisa e riesco nel mio intento. Ora però mi viene in mente che se il muro si può spostare, si può anche tirare di lato come se fosse una grossa porta a scorrimento. Così faccio e mi ritrovo in un luogo sempre chiuso ma decisamente più ampio. Ricordo che i colori dominanti sono il giallo, il verde e il bianco. Vedo due scalinate metalliche che scendono, una di fronte a me, l'altra alla mia destra, entrambe ad una decina di metri di distanza da me. Rimango qualche istante fermo a scegliere quale prendere e alla fine opto per quella di fronte. Non appena imbocco la rampa di scale mi assale un forte senso di inquietudine e negatività, come se mi stessi dirigendo in un luogo lugubre e pericoloso, ciò nonostante vado avanti lo stesso, sforzandomi di dominare le emozioni. Giunto in fondo alla scala le mie sensazioni trovano piena conferma in quello che vedo. Mi trovo infatti in un'immensa sala sotterranea e intorno a me vedo tantissimi letti a castello tipo quelli delle caserme, di almeno tre piani e con sdraiati sopra dei cadaveri nudi e calvi. L'impatto emotivo è molto forte, come non mi capitava da tempo nelle mie esperienze. Mi dico che deve trattarsi di un obitorio, ma è solo un modo per tranquillizzarmi ed esorcizzare questa atmosfera tetra e maligna, in realtà l'intuito mi dice che si tratta di qualcosa di sinistro. Giro un angolo e più vado avanti più aumenta la sensazione di essermi addentrato in un luogo che avrei dovuto evitare. Ad un certo punto vedo delle persone che percepisco come ostili, mi fissano, vorrebbero assalirmi ma io uso il mio intento per tenerle a bada, alzando l'indice destro come gesto simbolico nel quale infondere la mia volontà. Inizialmente funziona, i loschi individui non mi si avvicinano ma poi ne arriva uno che si vede subito che è fatto di un'altra pasta. Ha una volontà e una consapevolezza di gran lunga superiore rispetto agli altri, tanto da resistere alla mia manipolazione psichica, deve trattarsi del loro capo. Mi viene incontro e mi incalza chiedendomi cosa sto facendo qui. Gli dico che sono venuto qui semplicemente per esplorare, lui però non se la beve e mi chiede cosa stavo facendo con quel dito alzato. Gli rispondo che quello era un tic, ma il tizio non è affatto un idiota e dice: << allora come mai qui stavano tutti fermi ? Normalmente ti avrebbero assalito all'istante >>. In pratica ha capito che stavo usando l'intento per tenere lontani da me quegli uomini. Mi sta addosso, non riesco a respingerlo e un attimo dopo i suoi uomini mi assalgono tutti insieme come belve affamate. Il loro comportamento e la loro emanazione energetica è la stessa di quei vampiri che avevo incontrato all' "Inferno" nell'esperienza pomeridiana del 15 agosto di quest'anno. Anche in quell'occasione mentre mi avvicinavo a quel luogo ero stato assalito da sensazioni negative, anche se non così intense come in questo episodio. Si oscura tutto[/slpc] e non ho la forza di oppormi stavolta, mi assale una pura irrazionale di rimanere bloccato qui o di essere prosciugato dalla mia energia. Dopo un po' mi sveglio e prendo il cellulare per guardare l'ora, segna le 21 e qualcosa, mi dico che è impossibile, devo averlo immaginato in dormiveglia come spesso accade. La cosa si ripete altre tre o quattro volte finché non mi rendo conto di stare ancora sognando. Non appena realizzo che si era trattato di un falso risveglio mi trovo in paralisi, una paralisi profonda, non riesco a muovere un muscolo e fatico pure a respirare. Mi assale nuovamente il panico di rimanere bloccato, mi sento come se questi vampiri mi abbiano in qualche modo imprigionato. Alla fine con uno sforzo riesco a muovermi e svegliarmi e subito cambio posizione per non ricadere subito in paralisi. Quando, ormai sveglio, torno lucido mi pento di essere fuggito, mi sono fatto sopraffare dall'inquietudine e da paure ancestrali e irrazionali. E' incredibile quanto queste entità siano abili nel manipolarmi e stravolgermi con le loro emanazioni, in pochi istanti riescono a fare a pezzi la mia sicurezza e a ridurmi all'impotenza. E' frustrante constatare come, nonostante i progressi fatti in questi anni, questi esseri siano ancora in grado di piegare la mia volontà e spingermi a fuggire. Tuttavia non ho alcuna intenzione di arrendermi, è qualcosa che devo continuare ad affrontare finché non riuscirò a superarlo. Anche se in quei momenti ogni fibra del mio essere spinge per stare lontano da certi luoghi oscuri, probabilmente è proprio in quei luoghi che ho bisogno di andare se voglio riuscire a rimuovere quei blocchi che mi impediscono di elevarmi.
May my heart be my guiding key
Hari
 
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Re: Diario dei sogni lucidi di Hari

Messaggioda Hari » 05/01/2021, 14:14

4 dicembre 2020

OBE ore 1.00-4.00

Mi trovo a casa mia al piano terra al buio, in un atmosfera carica di negatività. Sento grida, voci stridule, poi mi ritrovo nel letto, sdraiato sul fianco sinistro, posizione nella quale è sdraiato anche il mio corpo fisico. Inizialmente penso di essermi svegliato, anche perché sento chiaramente una strana puzza tipo di fumo e la cosa mi preoccupa, poi però [slpc]capisco che si è trattato di un falso risveglio. Ora sono in paralisi e sono schiacciato da qualcosa di pesante, anche se stavolta non sento i rantoli dell'entità aliena. Sento forti pressioni in varie parti del corpo che poi si concentrano in un unico punto tra le sopracciglia. Esco e rientro in paralisi più volte e ad un certo punto riesco anche ad alzarmi a sedere sul letto ma vengo subito riattirato nel corpo fisico.[/slpc] Alla fine cedo, mi sveglio e cambio posizione sdraiandomi sul fianco destro. La scarsa lucidità ha fatto sì che venissi sopraffatto anche stavolta dalla negatività e dall'inquietudine che questa
genera.

5 dicembre 2020

Lucido ore 00.00-00.40

L'esperimento

Vado a letto con in mente il piano d'azione scelto per un esperimento ideato da alcuni utenti di un gruppo Facebook dedicato a sogni lucidi e viaggi astrali di cui faccio parte. L'esperimento consiste in tre obbiettivi: il primo è assumere una sorta di farmaco onirico che rinforzi il nostro sistema immunitario; il secondo è trovare un oggetto nascosto da un'utente del gruppo in una scatola che lei stessa ci ha mostrato in foto; il terzo è incontrare Mago Merlino e chiedergli di darci un talismano portafortuna e un incantesimo composto da una frase o alcune parole. L'idea di partecipare a questo esperimento di gruppo mi carica a tal punto che prendo lucidità già nelle prime ore di sonno, forse addirittura nel primo ciclo (mi sono messo a letto intorno alle 22.35 ma probabilmente non mi sono addormentato prima delle 23). [slpc]Sono in paralisi e riesco ad alzarmi anche se con difficoltà. Vago un po' nel buio e quando la vista si attiva mi reco subito in cucina ed apro la credenza dove teniamo le medicine. Nel frattempo vedo mio padre che gironzola per casa e quando mi vede viene da me ed inizia a dirmi cose. Io lo assecondo e fingo di ascoltarlo per non avere problemi ma in realtà il suo è un flusso continuo di frasi sconnesse. Prendo un pacchetto dalla credenza ma vedo che non è quello che cercavo, ne prendo un altro ed è quello giusto. Estraggo una compressa di forma circolare dal diametro di circa 1,5 cm, è troppo grande per ingoiarla intera così la spezzo in due parti ma non riesco a dividerla a metà ed una delle due risulta comunque troppo grossa. A questo punto capisco che si tratta di una di quelle compresse che si sciolgono in acqua, così prendo un bicchiere e ci metto dentro la compressa. La pastiglia al contatto con dei residui d'acqua sul fondo del bicchiere inizia a frizzare, a quanto pare si tratta di una di quelle effervescenti. Verso l'acqua nel bicchiere e la compressa si scioglie in pochi secondi. Bevo velocemente, è effervescente e insapore. Ora devo passare al secondo punto dell'esperimento, ovvero trovare quella persona e farmi mostrare il contenuto della scatola. Qui però si oscura tutto e mi trovo a lottare a lungo nel buio tra paralisi e tentativi di distacco ostacolati dall'entità aliena. Sono quasi sul punto di cedere, la morsa dell'entità è forte, sento pressioni a tratti quasi dolorose in vari punti del corpo, cerco di lasciarmi andare ma non è facile. Ad un certo punto mi viene in mente la tecnica del movimento fantasma, così provo a muovere il mio braccio sinistro astrale (sono sdraiato sul fianco destro) ma l'entità se ne accorge e stringe ancor di più la morsa. Ad un tratto esco temporaneamente dalla paralisi, rimanendo per alcuni istanti in quel sottile "limbo" in cui posso già muovermi col corpo fisico ma allo stesso tempo posso ancora lasciarmi scivolare nella paralisi e quindi nella fase REM. Mi lascio andare alla paralisi ma stavolta mi muovo di scatto, senza pensarci, anticipando l'entità e riuscendo dunque a sfuggirle. Esco dalla mia stanza, vado di sopra ed esco in strada, è notte, mi metto a correre per allontanarmi al più presto dagli stimoli sensoriali del corpo fisico. Proseguo finché non mi trovo in un'altra città, sempre di notte, mi fermo in una piazzetta e chiedo informazioni su dove posso trovare la persona che ha nascosto l'oggetto. Una donna mi indica una via al di là di una recinzione che circonda la piazza, mi dice che abita da quelle parti ma non mi sa dire dove di preciso. Vado in quella direzione, esco dalla piazzetta e imbocco quella via, una stradina stretta fatta di sampietrini e con edifici antichi. Cammino in mezzo alla gente finché non incontro una donna dai capelli neri lunghi e lisci e che indossa degli occhiali da sole. Assomiglia vagamente alla persona che sto cercando, le chiedo se è lei (dicendo nome e cognome) e mi risponde di sì. Si toglie poi gli occhiali e mi accorgo solo adesso che ha una maschera aderente al viso, si toglie anche quella. Mi invita a seguirla a casa sua e qui c'è anche un ragazzo con noi, un tizio alto circa 1.80 dai capelli ricci scuri, che entra in casa. Dico loro che potrei non avere molto tempo a disposizione, è da un po' che sto sognando e potrei scollegarmi da un momento all'alto, dunque vado subito al punto e chiedo di vedere la scatola. Inizialmente la prende il ragazzo ma gli dico che devo vederla prima io (del resto sono arrivato anche prima di lui). Me la lascia e la apro, è una piccola scatoletta quadrata di circa 6-7 cm di lato. Al suo interno trovo un piccolo cavallo a macchie bianche, azzurre e dorate, con un lungo pennacchio sopra la testa. La parte superiore del muso, e le zampe sono dorati, la parte inferiore del muso mi pare fosse azzurra o bianca. La criniera è azzurra e il pennacchio dorato con chiazze nere mentre il corpo è bianco e azzurro. Qui la donna e il ragazzo iniziano a ridacchiare sottovoce ed ho l'impressione che ridano di me, come se non mi fossi accorto di qualcosa. Poi mi rendo conto che all'interno del cavallo si vedono dei personaggi di cartoni animati. Ora in mano non ho più un cavallo ma una tessera con disegnati personaggi di Dragon Ball da un lato, poi la metto sotto sopra ma guardando sempre lo stesso lato e invece di vedere i personaggi capovolti ne vedo altri, sempre di Dragon Ball. Ora guardo l'altra faccia della tessera e qui vedo scene in movimento, brevi filmati di pochi secondi dei quali ricordo vagamente il primo: qualcuno che spara con un arma da fuoco. Lascio perdere perché tanto sarebbe impossibile ricordare tutto e anzi rischierei di perdere lucidità e dimenticare i dettagli del cavallo che, essendo la prima cosa che ho trovato nella scatola è anche la più importante. Mi alzo e dico ai due che ora mi sveglierò per ricordare ed annotare tutti i dettagli. Mi fermo in piedi e mi concentro per uscire dal sogno. In pochi istanti l'ambiente si dissolve, mi sento leggermente sprofondare nel pavimento e mi ritrovo nel buio in paralisi.[/slpc] Esco volontariamente dalla paralisi e mi giro sul fianco sinistro, poi prendo il cellulare e annoto l'esperienza sul mio diario virtuale. Ho deciso deliberatamente di non fare subito il terzo punto dell'esperimento poiché non volevo rischiare di dimenticare i dettagli dei primi due. Ho pensato che, avendo ancora diverse ore di sonno a disposizione, lo avrei portato a termine quella notte stessa, tuttavia in seguito non ho più ripreso lucidità e ho continuato a sognare normalmente fino al risveglio.

11 dicembre 2020

Lucido ore 4.00-5.15

[slpc]Mi sveglio nello stato intermedio e mi alzo dal letto. Esco di casa e raggiungo la stazione, imbocco il sottopassaggio e raggiungo uno dei binari.[/slpc] Con me ora c'è un mio amico e la mia lucidità si è abbassata. C'è un treno fermo e con le porte aperte, pensiamo di salirci ma io mi ero posto come obbiettivo quello di utilizzare un ascensore per salire verso l'alto (dato che con il volo non riesco a salire oltre una certa altezza). Sono un po' indeciso, ci penso un attimo ma alla fine decido di tenere fede al mio piano d'azione e insieme entriamo in un ascensore nelle vicinanze. Sul pannello dei comandi non ci sono numeri ma solo due tasti con le frecce, una all'insù, una all'ingiù. Premiamo ovviamente quella che punta verso l'alto ma qui perdo lucidità e in seguito mi ritrovo con il mio amico a casa mia in situazioni confuse. In seguito riprendo parzialmente lucidità e mi ritrovo ai giardinetti nei pressi della stazione in compagnia di qualcuno che non ricordo. Qui incontro una donna che ricorda Barbara D'Urso, la quale mi rimprovera per qualcosa che ho fatto e sto continuando a fare, dice che non vuole investigatori qui e che non dovrei portarmi dietro questa persona che è con me (che pare sia una ragazzina). Mi arriva un ricordo che spiega l'atteggiamento accusatorio della donna nei miei confronti, pare che in passato io abbia pestato a sangue qualcuno e che lei abbia assistito alla scena. Le dico che purtroppo a volte, quando non sono lucido, mi capita di compiere azioni violente (nei sogni) ma quello non sono io, io sono assolutamente pacifico. [slpc]Prendo di nuovo il sottopassaggio e raggiungo lo stesso ascensore di prima, stavolta voglio prenderlo da solo però. Non faccio neanche in tempo a pensarlo che mi ritrovo il mio amico che vuole entrare anche lui. Prima che la porta si chiuda riesce ad entrare, deciso a mettermi i bastoni tra le ruote come suo solito (nella realtà fisica è un gran burlone e rompiscatole, uno di quelli che non riescono a starsene buoni un secondo, sempre a fare scherzi e stuzzicare ). Gli do un calcio spingendolo fuori dall'ascensore ma lui insiste e devo scalciare e spingerlo più volte per tenerlo fuori. Ora la porta si sta per chiudere ma poi si blocca, è ancora lui che la tiene aperta da fuori, proprio non vuole saperne di mollare. Alla fine in qualche modo riesco a lasciarlo fuori e premo il tasto per salire. Nel frattempo però l'ascensore si è trasformato in qualcos'altro. C'è una vetrata da cui si vede l'esterno e mi accorgo che il mezzo invece di salire in verticale inizia a muoversi qua e là almeno apparentemente a caso, sbandando continuamente. Mi trovo a fluttuare tra i palazzi a bordo di questo strano mezzo che non vuole saperne di salire verso l'alto. Ad un certo punto inizio a sentire una forte pressione nella testa all'altezza della fronte. Mi ritrovo sul letto, mi alzo subito e corro di sopra per allontanarmi il più velocemente possibile e far quindi cessare la pressione che è quasi dolorosa. Esco di casa e mi incammino subito lungo la strada, mi fermo a stabilizzare sfregando le mani su una rete zincata di recinzione e mentre lo faccio vedo un signore al di là della rete che mi guarda perplesso, sicuramente si starà chiedendo cosa cavolo sto facendo. Ora mi metto a tirare la rete e a strattonarla, sempre per stabilizzare, e qui il tizio non la prende bene, esce dal suo giardino e inveisce contro di me perché teme che io possa rompergli la rete. Mi scuso con lui e gli dico che la cosa non si ripeterà più. Lui guarda il giacchetto che ho addosso, è uno di quelli delle tute di rappresentanza della squadra di calcio della mia città per cui lavoravo come magazzinieri fino a qualche anno fa. Mi dice: << tu sei di quella società...chiamerò loro >> intendendo forse dire che nel caso in cui rilevasse dei danni alla sua rete contatterà quella società calcistica affinché risponda di tali danni. Io gli dico che può parlare direttamente con me, non ho problemi ad assumermi le mie responsabilità per le mie azioni. Lui però mi dice che non conosce il mio nome e non ha il mio numero di telefono, quindi può solo chiamare l'unico modo che ha di contattarmi è di chiamare la società di calcio. Per non stare a discutere gli dico che ha ragione e proseguo[/slpc]. Qui ho un vuoto di memoria,[slpc]dopodiché mi trovo in un luogo chiuso pieno di gente. Mi ricordi che devo prendere l'ascensore e salire, raggiungo una saletta con diverse porte disposte in fila, le apro una dopo l'altra ma sono tutti minuscoli bagni con solo il water. Chiedo ad un tizio dove si trova l'ascensore e lui mi indica una grossa cabina scura che potrebbe essere l'ascensore ma quando apro la porta trovo un blocco compatto al posto di uno spazio in cui entrare. Chiaramente non è un ascensore e nemmeno una cabina, il tizio ora preme qualcosa e lo strano marchingegno inizia a scomporsi in una maniera che non capisco, non riesco a capire di cosa si tratta. Torno verso i bagni, apro una porta e trovo di nuovo un bagno, stavolta più grande però e con una doccia. E' tutto estremamente stabile e reale e mi viene voglia di farmi una bella doccia. Apro l'acqua e me ne butto un po' addosso per sperimentare a pieno il realismo di questo ambiente, un po'mi bagna la testa e qualche goccia rischia di finirmi negli occhi, il che potrebbe farmi scollegare dallo scenario. Chiudo l'acqua ed esco dal bagno, ora voglio uscire all'aperto anche perché questo ambiente chiuso sta diventando un po' opprimente. Vedo l'uscita e vado in quella direzione, un'ampia vetrata con un'apertura in mezzo. Qui vedo che che è in corso una sparatoria e vedo persone che scappano in preda al panico. Io però so di essere invulnerabile e proseguo in tutta tranquillità. Esco e vedo che sia coloro che sparavano sia quelli che scappavano si fermano e sento qualcuno dare delle indicazioni a queste persone e intuisco immediatamente che si tratta di un regista e che siamo sul set di un film. Forse la mia intrusione li ha costretti ad interrompere le riprese o forse è solo un caso. Ora mi sento molto pesante, cammino molto lentamente e avanzo a fatica come accade subito dopo il distacco, forse sono vicino al rientro nel corpo. Leggo l'insegna di un negozio o locale e il cartello che indica una via ma ho dimenticato entrambi. Mi guardo intorno poi alla ricerca di uno specchio o di una qualunque superficie che sia un minimo riflettente per poter vedere il mio aspetto. Passo accanto ad una vetrata che però riflette appena e non riesco a capire gran che. Entro ora nel locale del quale avevo letto l'insegna, è una specie di bar-pasticceria. Cerco anche qui uno specchio e nel frattempo qualcuno, forse una donna, si rivolge a me dicendomi che non dovrei stare qui. Non do ascolto alle sue parole, trovo uno specchio che però si trova troppo in alto o, meglio, sono io che sono troppo basso, e devo alzarmi sulle punte per poter vedere il mio volto riflesso. Vedo che sono un uomo anziano, forse è per quello che mi sento così pesante e impacciato nei movimenti. Mi dirigo ora al bancone, dove vedo esposto un dolcetto particolare e ci sono alcune persone in fila. Quando davanti a me rimane una sola persona chiedo ad una donna dietro al bancone informazioni su quel dolcetto. Vedo che è composto da alcune sfere marroni poggiate su una specie di crema arancione che sembrerebbe marmellata. La donna risponde alla mia domanda ma ricordo solo vagamente la sua risposta, pare si tratti proprio di marmellata o confettura, comunque di qualcosa alla frutta.[/slpc]

14 dicembre 2020

Lucido ore 1.40-2.30

La libreria

Dopo una serie di situazioni più o meno lucide e l'ennesimo incontro-scontro con l'entità della paralisi, mi alzo dal letto ed esco di casa. Mi dirigo subito verso la casa di fronte e con me ora ci sono dei tizi, due dei quali hanno l'aspetto degli attori Christian De Sica e Max Tortora. Entriamo e invece che in casa di Gianfranco e Luisa ci ritroviamo nell'androne di un palazzo. Dico agli altri che prenderemo l'ascensore, e mentre ci avviamo verso di esso altre persone cercano di entrarci ma le fermo dicendo loro che possono salire solo tre persone alla volta. Entriamo e nell'ascensore e qui mi accorgo che siamo in 4 e Max Tortora resta fuori. La porta si chiude e l'ascensore inizia a salire senza che nessuno abbia premuto alcun pulsante. Dopo un po' ordino all'ascensore di fermarsi ma devo insistere parecchio prima che si fermi. Usciamo e ci ritroviamo in un ampio spazio che sappiamo essere al ventisettesimo piano e che ad un'occhiata rapida sembra essere adibito interamente libreria. Un ragazzo seduto ci dice che questo edificio ha 53 piani e che ogni piano ha 10 sale. Quello che cerchiamo si trova in una di queste sale quindi è come cercare un ago in un pagliaio praticamente. [slpc]Ci mettiamo a guardare libri e fumetti sugli scaffali, la mia attenzione viene richiamata da un volume di One Piece, il numero 89, che non oso aprire per evitare spoiler. Ne trovo poi un altro invece di Naruto, messo in mezzo a libri di vario genere, a quanto pare non c'è un organizzazione in questa libreria, è tutto buttato alla rinfusa. Prendo poi un libro e lo apro dandogli una rapida occhiata, poi ne prendo uno tascabile e vedo che le scritte sono minuscole e lo mostro agli altri che ora non sono più gli attori ma alcuni miei amici. Dico loro che per leggerlo ci vorrebbe la lente d'ingrandimento.[/slpc]

18 dicembre 2020

Lucido ore 4.30-5.15

[slpc]Prendo lucidità non ricordo in quale circostanza ma comunque mi ritrovo quasi subito nell'oscurità e mi percepisco in paralisi sul letto. Passano alcuni secondi in cui attendo il momento giusto per muovermi ed alzarmi[/slpc]ma poi ho un vuoto di memoria e il ricordo riprende che [slpc]mi trovo a camminare per il centro della mia città. Vengo dal lungomare e raggiungo la piazza principale, è pieno di gente intorno a me e sento chiaramente il loro chiacchiericcio in sottofondo. Provo a fermare il chiacchiericcio urlando << silenziooo ! > Qualcuno si gira verso di me a guardarmi ma le persone non smettono di parlare. Una voce disincarnata mi rimprovera per aver provato a zittire la folla. Attraverso la piazza ed incontro un tizio che ricorda vagamente un mio amico, poi imbocco il viale principale continuando a guardarmi intorno ed osservando i passanti senza però interagire con loro. Ad un certo punto decido di prendere il volo ma mi ritrovo a svolazzare in maniera poco
controllata e maldestra. Vedo un palazzo di 7-8 piani e penso di volare verso l'alto fino a superarlo ma come al solito non riesco a salire più di qualche metro. Penso che potrei usare l'ascensore di quel palazzo per salire ma nell'atterrare il sogno si destabilizza e mi ritrovo nel buio. Continuo comunque a percepire l'ambiente intorno a me al tatto ed entro ugualmente nel palazzo e poi nell'ascensore. Premo alla cieca un pulsante e l'ascensore inizia a scendere, io però volevo andare verso l'alto così premo un tasto più su, immaginando che serva a dare il comando di salire e così è. Salgo per alcuni secondi finché non decido che è ora di fermarsi, anche perché inizio a sentire una lieve pressione nella testa. Devo fermarmi prima che la pressione diventi troppo forte e mi faccia ripartire dalla paralisi. Premo un tasto e dopo qualche istante l'ascensore si ferma, la vista non è ancora attiva e da qui il ricordo si fa confuso. Più avanti riparto dalla mia stanza e ed entro nella casa di Gianfranco e Luisa i quali vedendomi mi dicono qualcosa del tipo << ancora tu qui ! >> Pare non siano contenti della mia visita ma dico loro che sono qui solo di passaggio, non mi tratterrò e a quel punto loro dicono che stavano solo scherzando. Noto un pacchetto di un qualche snack Kinder su un tavolo, seduta a quel tavolo c'è una donna che ricorda mia zia, quella che abita nella casa accanto alla mia. Saluto tutti e faccio loro gli auguri di buon Natale, poi attraverso una porta e mi ritrovo in una piccola stanza con un letto singolo. Penso che potrebbe essere la stanza del figlio di Gianfranco e Luisa, c'è la TV accesa e si sente una voce che parla con un forte accento napoletano. Esco da questa stanza e mi ritrovo in un'altra, più grande, con un letto matrimoniale e un altro singolo.[/slpc] Poco dopo il sogno si dissolve.

19 dicembre 2020

Serie di lucidi ore 5.30-6.25

Mi alzo intorno alle 4.45 dopo circa 6 ore e mezza di sonno, vado in cucina e bevo un po' d'acqua, rimango poi lì a focalizzarmi sull'intento di sognare lucido e sui miei obbiettivi. Mi rimetto
a letto intorno alle 5.15 sdraiandomi in posizione supina.

Episodio 1: Sole pallido

Ad un certo punto mi trovo su un lungomare ad osservare l'alba. Vedo il disco solare che sbuca all'orizzonte quasi per intero, è stranamente pallido, sembra più la Luna che il Sole se non fosse per le dimensioni. E' un'immagine molto suggestiva, [slpc]mi ricordo di stare dormendo e capisco che si tratta di un sogno. Sono però semiparalizzato, mi percepisco ancora in parte sul letto ma dura poco perché camminando in direzione del mare entro completamente nello scenario onirico. Mi trovo su una strada sopraelevata rispetto alla spiaggia ma voglio a tutti i costi raggiungerla. Scavalco il muretto e salto giù su una roccia che si trova circa 3 metri sotto di me, poi da lì su un altra roccia poco più giù e infine atterro sulla spiaggia, in tutto saranno stati circa 5 metri. Mi sdraio un po' sulla sabbia fresca, poi mi rialzo e vado verso un gruppo di persone,[/slpc] qui però il ricordo sfuma.

Episodio 2:

Mi trovo in un luogo chiuso e vedo un mio amico in piedi di fronte ad una donna sulla cinquantina anch'essa in piedi. Il mio amico inizia a raccontare una storia che ha a che fare con un lupo e un orco. Capisco che siamo a scuola e che questa è un'interrogazione, dopo un po' prendo lucidità e decido di uscire da qui. Con me ci sono Keanu Reeves e mio fratello, li invito a seguirmi fuori, in particolare mi rivolgo a Keanu dicendogli che abbiamo una missione da compiere. Usciamo e mi rivolgo nuovamente all'attore chiamandolo col nome del personaggio forse più celebre da lui interpretato: "Neo" di Matrix, uno dei miei film preferiti (è vestito come Neo ed appare come era all'epoca). Ora siamo all'aperto e camminiamo lungo una stradina pedonale stretta che fiancheggia un campo di calcetto alla nostra destra. La stradina poi prosegue ancora a lungo, attraversando anche un tratto alberato ma io vedo una ragazza carina all'interno del campo e decido di fermarmi qui. Do indicazioni a Neo dicendogli che dovrà cercare informazioni sulla ragazza che sto cercando da oltre tre anni e sull'entità aliena della paralisi e poi tornare a riferirmi quello che avrà scoperto. Lui va, proseguendo lungo la stradina, mentre io entro in campo insieme all'altro tizio che è con me, che ora non è più mio fratello ma un ragazzo mulatto, forse sudamericano. Qui il ricordo sfuma.

20 dicembre 2020

Serie di lucidi ore 5.45-7.30

Mi alzo intorno alle 4.50 dopo poco meno di 6 ore di sonno, vado in cucina a bere un goccio d'acqua e rimango un po' lì a focalizzarmi sul piano d'azione. Vado poi in bagno e mi rimetto a letto intorno alle 5.15. Mi sdraio in posizione supina e ci rimango per un po' di tempo, nel quale ogni tanto vedo scenari ipnagogici ma non mi addormento del tutto. Ad un certo punto mi sdraio sul fianco destro e in questa posizione poco dopo mi addormento.

Il ricordo di come prendo lucidità è piuttosto vago, forse parto dal letto ma non ricordo ora cosa ho fatto subito dopo. Ricordo alcuni episodi che riporto qui in ordine non necessariamente cronologico.

Episodio 1:

[slpc]Esco di casa ed entro in una delle villette nelle vicinanze, tra le tante opto per una in cui le luci del giardino sono accese e il cancello è aperto o forse non c'è affatto, quasi un invito ad entrare. Mi trovo a percorrere un vialetto[/slpc] ma qui il ricordo sfuma.

Episodio 2:

[slpc]Sono a casa al piano terra, ho qualcosa in mano, entro nello sgabuzzino e chiudo la porta pensando di usarlo come passaggio dimensionale. Quando riapro la porta però mi trovo sempre a casa mia al piano terra, solo che è una versione un po' diversa, una delle infinite versioni che mi capita di esplorare ogni volta. Esco dalla porta-finestra della veranda, attraverso il giardino e raggiungo il parcheggio dietro casa. Entro nel campo di sterpaglie senza un preciso obbiettivo in mente e rischio così di perdermi e di perdere lucidità. Ad un certo punto incontro un tizio che ricorda il mio amico M.G., mi viene contro e tenta di aggredirmi, mi mette le mani addosso, io cerco di difendermi ma senza colpirlo fisicamente perché sarebbe controproducente. Il tizio tenta di afferrarmi il collo ed urla qualcosa di incomprensibile, io però mi concentro sul mio intento per allontanarlo da me senza usare minimamente la forza e funziona. Lui si stacca da me e indietreggia, è stato un osso più duro del solito ma ora è totalmente sotto il mio controllo, lo faccio allontanare e proseguo indisturbato. Entro in un area cementata e spoglia, forse un cantiere abbandonato. Sulle pareti ci sono delle aperture rettangolari qua e là, dove avrebbero dovuto esserci delle porte. Mi sale una sensazione di inquietudine ma la tengo a bada e vado avanti, in fondo sono proprio queste sensazioni forti che sto cercando, sento che attraverso di esse posso accedere a qualcosa di importante.[/slpc]Qui però si oscura tutto ed il ricordo si fa vago, forse accade mentre attraverso una di quelle aperture.

Episodio 3:

[slpc]Riparto dalla mia stanza e vado subito in salotto, devo prendere una busta di tozzetti, di quelli che mia madre fa ogni anno per Natale, e portarli a Gianfranco e Luisa, ai quali li avevo promessi in un'esperienza di qualche giorno fa. Incontro mia madre nel frattempo, prendo la busta già pronta con i tozzetti e le dico che devo portarli a degli amici. Esco di casa e vado subito verso casa di Gianfranco e Luisa. Trovo diverse porte, come se ci fossero più appartamenti, non so quale sia quella giusta ma lo capisco quando sento la voce di Gianfranco provenire da una porta aperta. Entro e saluto lui e la moglie, mostro subito loro la busta con i tozzetti ma ora mi accorgo che è molto più piccola di quando l'avevo presa, ci entreranno al massimo 3 tozzetti qui. La metto sul tavolo e loro la aprono tirandone fuori dei biscottini vari che nulla hanno a che fare con i tozzetti di mia madre. Mi scuso con loro dicendo che avevo preso i tozzetti ma deve essere accaduto qualcosa nel tragitto da casa mia a qui. Spiego che in questa dimensione le cose sono molto mutevoli e certe cose possono accadere. Ora mi trovo a parlare con mia zia, è la seconda volta consecutiva che la trovo qui, chissà come mai. Le chiedo di dirmi cosa è secondo lei questa dimensione e lei mi risponde << qui vicino c'è la Torre Eiffel >>. La frase in sé non sembra avere senso ma in realtà è una sintesi perfetta del concetto che volevo esprimere. Colgo al volo la "metafora" e le dico che in effetti qui a volte basta girare l'angolo per trovarsi da tutt'altra parte. Ora invece parlo con Gianfranco e gli chiedo se pensa di essere una persona esistente anche sul piano fisico oppure no. Lui però forse non capisce la mia domanda, non sa cosa rispondere e fa un'espressione strana ed anche un po' inquietante. Temo si sia offeso, forse pensa che io lo consideri irreale, non è così, per me è assolutamente reale in quanto esiste in questa dimensione, il mio dubbio è se esiste o sia esistito anche in quella materiale. Cerco di spiegarglielo[/slpc]ma qui il sogno si dissolve.

30 dicembre 2020

Serie di lucidi OBE ore 3.30-5.25

Mi alzo alle 3.22, vado in cucina a bere un goccio d'acqua, resto un po' lì a concentrarmi sull'intento di lucidare, poi vado in bagno e mi rimetto a letto alle 3.30. Dovendo alzarmi alle 5.30 non ho molto tempo per rimanere alzato.

[slpc]Mi sveglio in paralisi, mi alzo dal letto ed esco di casa. E' notte, c'è poca luce, l'atmosfera è cupa e come se non bastasse sento un rumore di sottofondo piuttosto inquietante, una specie di ronzio. Mi viene in mente che potrebbe trattarsi di una zanzara che mi ronza intorno alle orecchie nella realtà fisica (sembrerà strano ma da me le zanzare ci sono anche in questo periodo dell'anno). Oltre al rumore percepisco un'energia pesante e una presenza imponente, una di quelle che in passato mi ha più volte travolto e schiacciato, bloccando le mie esperienze. Stavolta però non mi faccio intimidire, avanzo e chiedo ad alta voce di vedere l'essere che emana quest'aura. Subito dopo inizio a sentire qualcosa che assomiglia ad una risata maligna e roboante, poi vedo un'ombra enorme che attraversa il cielo, una sagoma di un gigantesco animale volante, forse un drago. Nonostante l'inquietudine iniziale non intendo tirarmi indietro e dopo un po' l'essere si manifesta: un'enorme bestia rossa piumata a metà tra un uccello gigante e un drago. Atterra davanti a me a qualche metro di distanza, ora non è più così grosso, sarà alto poco più di due metri. Mi avvicino, gli dico "ciao, chi sei ?" e lui si rimpicciolisce ulteriormente e si trasforma fino a diventare un ragazzino più basso di me e del tutto innocuo. Parliamo un po', mi dice cose che ricordo vagamente, tra cui che è qualcuno che conosco e mi chiede se mi ricordo di lui ma gli rispondo di no.[/slpc] [slpc]Perdo parzialmente lucidità, ora con me c'è anche mio fratello e tutti e tre ci perdiamo in chiacchiere. Ora torno in me e rientro nel giardino di casa mia per poi raggiungere quello di mia zia. Raggiungo il portone e suono il campanello, nessuno mi risponde, sento della musica ad alto volume e capisco che probabilmente è per questo motivo che non mi sentono. Entro da solo e mi metto a girare per casa, ci sono mia zia e il suo compagno i quali però non sembrano molto contenti della mia presenza, ho l'impressione che non vedano l'ora che me ne vada.[/slpc] Qui perdo di nuovo parzialmente lucidità e mi perdo in chiacchiere con mia zia. In seguito lo scenario si dissolve e poco dopo mi ritrovo ad alzarmi dal letto, inizialmente convinto di essermi svegliato. Mi accorgo subito però che non sono nella mia stanza, [slpc]dunque sto ancora sognando. Sulla parete di fronte a me vedo una porta, la apro e la attraverso. Qui trovo un'altra porta sulla sinistra, apro anche questa ma vedo che dà su una stanza buia. Mi ricordo dell'esperienza di circa un mese fa in cui ho ho tirato di lato una parete aprendomi un passaggio verso un altro ambiente. Provo a fare la stessa cosa, la parete non scorre via liscia come l'altra volta ma comunque riesco a tirarla via in qualche modo. Proseguo e mi ritrovo sempre in un luogo chiuso ma più ampio. Ci sono persone in piedi riunite di fronte ad un tizio che parla. Passo in mezzo al gruppo e poi mi volto a dare un'ultima occhiata e noto tra quelli che ascoltano un tizio che indossa qualcosa di strano sulla faccia, una specie di maschera-dispositivo elettronico di colore scuro. Non ho idea di cosa sia ma mi dà l'impressione di trovarmi in un futuro non troppo lontano. Vedo poi delle persone con degli strani oggetti dalla forma allungata e tondeggiante con i quali sembra stiano facendo delle riprese. La loro posa ricorda quella di chi riprende una scena col cellulare ma per qualche motivo mi danno l'idea di essere dei professionisti. Potrebbero essere dei cameraman i quali però al posto delle ingombranti telecamere che si usano oggi, utilizzano questi dispositivi tascabili. In seguito mi trovo a percorrere un tratto in mezzo a delle bancarelle, guardandomi intorno sembra di essere in un paese arabo, del Medio Oriente o Nord Africa. Ora su un palchetto alla mia destra vedo dei monaci indiani vestiti di arancione che meditano mentre in sottofondo si sente musica da discoteca ad alto volume, non proprio l'ideale per la meditazione :D.[/slpc]

2 gennaio 2020

Lucido/OBE ore 7.00-8.35

I tre argentini, Sara e la donna con lo spray

[slpc]Mi sveglio nello stato intermedio, mi rigiro nel letto, il mio corpo è molto sottile, lo percepisco appena. Ora sono sdraiato in posizione supina e sento una forza che mi preme sul fianco sinistro. La ignoro e provo ad alzarmi, il piumone è molto pesante e devo fare un discreto sforzo per spostarlo. Mi alzo dal letto e lentamente esco dalla mia stanza, la vista è attiva ma essendo notte è buio e riesco a malapena ad intravedere intorno a me. Sono pesante dunque avanzo lentamente ma senza esitazioni, tenendo a bada le emozioni che caratterizzano questo stato di coscienza. So che al minimo cedimento verrei ricatapultato nel corpo in paralisi. Vado di sopra e raggiungo il portone, anche questo risulta più pesante del solito ma riesco ad aprirlo e ad uscire. Esco in strada e vedo mia zia davanti al cancello di casa sua che è appena uscita o forse sta rientrando. Mi chiede cosa ci faccio qui a quest'ora, poi mi offre una caramella al limone che accetto e metto subito
in bocca, ha un buon sapore, sa proprio di limone ! Proseguo lungo la strada camminando lentamente e rimanendo concentrato sul mantenere la lucidità ma non sull'ambiente circostante, lasciando dunque volontariamente che si modifichi. Nel frattempo ho gettato via la caramella per evitare che parte della mia attenzione venga risucchiata dal suo sapore intenso. Lo scenario intorno a me è cambiato, ora non sono più nel mio quartiere e nemmeno nella mia città. Mi trovo a salire una rampa di scale molto larga con pochi ampi gradini. Per verificare la mia lucidità richiamo alla mente alcune nozioni relative alla vita di veglia e tutte corrispondono, il mio grado di lucidità è abbastanza alto. Raggiungo un cortile con dei tavolini e persone sedute a sgranocchiare qualcosa, do un occhiata per vedere se c'è qualcuno di interessante con cui parlare ma non lo trovo. Entro poi in un bar antistante ( probabilmente il cortile con i tavolini appartiene proprio a questo bar )
e mi dirigo subito verso un uscita dalla parte opposta, dalla quale vedo filtrare della luce solare. Mi ero promesso di evitare luoghi chiusi se non per un rapido transito verso un altro ambiente, è proprio il caso di questo bar, dato che ho potuto già vedere l'uscita dall'altra parte, senza doverla cercare rischiando di perdermi. Arrivato davanti alla porta mi trovo davanti due persone che però si scansano per farmi passare, esco e mi ritrovo in un vicoletto pieno di oggetti "parcheggiati" qui alla rinfusa, tra i quali ricordo una piccola bicicletta per bambini. Esco dal vicolo e raggiungo una strada, mi chino a toccare l'asfalto ed osservo nel dettaglio la sua superficie, riesco a vedere chiaramente ogni minimo particolare, le piccole incrinature, i frammenti che lo compongono. Mi alzo e proseguo, mi trovo ora a percorrere una strada con delle bancarelle, cerco uno stand gastronomico in cui assaggiare qualcosa di sfizioso ma pare che non ce ne siano. Attraverso uno spartitraffico e raggiungo una strada parallela dove ci sono altre bancarelle,[/slpc] qui però ho un vuoto di memoria.[slpc]Il ricordo torna che mi trovo a camminare lungo una strada affollata e mi fermo a parlare con tre ragazzi, dicono di venire dall'Argentina, uno di loro specifica però che sua madre è peruviana. Due di loro dicono di avere 32 anni, mentre l'altro 18, nel frattempo raggiungiamo un'area con del verde e i tre ragazzi se ne vanno per conto loro. Ho perso parzialmente lucidità e mi fermo a parlare con una bella ragazza mora semi sdraiata su un muretto. Non si tratta però di una ragazza qualunque incontrata per strada come è stato con quei tre ragazzi di prima, la chiamo infatti per nome, Sara, a quanto pare la conosco ed ho una certa confidenza con lei. So perfettamente di non trovarmi nella realtà fisica ma i miei ricordi al momento sono misti tra quest'ultima e chissà quale altra realtà parallela. Le dico che mi piacerebbe fermarmi qui con lei
ma non posso farlo perché perderei lucidità e lo scenario collasserebbe.[/slpc] E' proprio quello che accade infatti, con la mia attenzione tutta rivolta a questa ragazza il sogno si destabilizza e le immagini si deformano diventando confuse e grottesche.[slpc]In seguito mi ritrovo sul tetto di un palazzo in una qualche città con palazzoni, della quale da questa altezza riesco a vedere una bella fetta. Salgo in piedi sul parapetto e spicco un salto rimanendo sospeso in aria e inizio a sorvolare la città. Osservo la città sotto di me e dei palazzoni di fronte a me verso i quali mi sto dirigendo. Questi edifici avranno almeno 10 piani e io mi trovo forse anche più in alto, dunque un'altezza considerevole che mi regala una bella vista panoramica molto suggestiva. Atterro sul tetto di uno di questi palazzi, qui incontro una donna dai capelli biondi e lisci che le arrivano non oltre la nuca, indossa un vestito nero elegante con un vistoso spacco sulle gambe. Non appena mi vede si spaventa e inizia a dare di matto, pensa forse che io sia una specie di maniaco o qualcosa del genere. Io cerco di rassicurarla dicendole che non ho cattive intenzioni e per dimostrarglielo rimango fermo dove sono, non cerco di avvicinarmi a lei. La donna però è troppo spaventata per darmi ascolto e scappa scendendo una rampa di scale esterne. A questo punto imbocco anche io le scale ma subito dopo la vedo risalire di corsa come una matta con in mano uno spray urticante che spruzza in tutte le direzioni. << Questa non ci voleva ! >> penso, se riesce a spruzzarmi quella roba negli occhi posso dire addio a questo scenario, mi destabilizzerei e mi crollerebbe tutto all'istante. Mi tocca scappare, corro di nuovo sul tetto e salgo sul parapetto per volare via ma nella fretta non mi concentro abbastanza e finisco per andare in caduta libera,[/slpc] così facendo il sogno crolla lo stesso. Avrebbe potuto lanciarmi oggetti, scagliarmi frecce, aggredirmi con delle lame o spararmi con armi da fuoco, non avrei avuto problemi a difendermi, invece mi tira fuori lo spray :D. Ha trovato il mio punto debole, per quanto io possa essere lucido, se qualcosa interferisce con la vista il sogno inevitabilmente si destabilizza. A volte addirittura anche passandomi la mano davanti agli occhi rischio di far crollare lo scenario se non è abbastanza stabile, in questo caso lo era ma della roba spruzzata negli occhi sarebbe stata sufficiente a destabilizzarlo. Non a caso uno dei metodi più efficaci veloci per teletrasportarsi da qualche altra parte è chiudere gli occhi, proprio per scollegarsi da un dato ambiente e potersi sintonizzare su un altro. Alla fine comunque ci ha pensato la caduta libera a farmi destabilizzare, ripensandoci avrei potuto affrontare la donna disarmandola con la telecinesi, ma in quel momento mi ha preso alla sprovvista, inoltre quello spray aveva una portata molto ampia e quasi sicuramente avrebbe raggiunto i miei occhi. Tornando al sogno, [slpc]mi trovo nel blackworld e posso ancora risintonizzarmi su un altro ambiente senza dover ripartire dal letto. Cerco di immaginare un luogo che non sia casa mia ma nell'indecisione perdo troppo tempo e finisco per ritrovarmi nella stanza dei miei. Esco di casa volando, sorvolo il mio quartiere e ad un certo punto inizio a sentire una pressione al centro della fronte che aumenta d'intensità fino a diventare dolorosa[/slpc]e costringermi a svegliarmi. Devo ancora imparare a gestire questa situazione, spesso mi trovo con questa forte pressione nella testa che in pochi istanti mi riporta in paralisi. Molte volte si tratta di una paralisi molto profonda dalla quale sarebbe già difficile eseguire il distacco in condizioni normali, figuriamoci con quella pressione dolorosa che assorbe tutta la mia attenzione. D'altra parte se mi rilasso e cerco di lasciarmi andare, la pressione non fa che aumentare fino ad arrivare ad un punto in cui sembra che stia per esplodermi il cervello e mi viene spontaneo a quel punto svegliarmi e muovermi col corpo fisico per uscire dalla paralisi. Forse dovrei lasciare che quella pressione faccia il suo corso, lasciarmi andare ad essa, ma il dolore e l'istinto di sopravvivenza me lo impediscono.
Di questa mattina ricordo poi un breve episodio che però non riesco a collocare cronologicamente. [slpc]Sono in un luogo all'aperto in una città indefinita e vedo una ragazza mora carina seduta ad un tavolo. Mi avvicino a lei e la saluto, poi le chiedo se posso farle alcune domande. Le dico che sono un viaggiatore, un esploratore di mondi e che sto intervistando persone per raccogliere informazioni su i luoghi che visito e sui loro abitanti. La ragazza mi dice di fare in fretta, al che le chiedo se per caso sta aspettando qualcuno e lei dice di sì. Le dico allora che forse è meglio evitare e lei concorda, poi però cambia nuovamente idea e si concede all'intervista. Prima che io possa iniziare però ecco che arriva un ragazzo che si frappone fra me e lei. Suppongo sia la persona che la ragazza stava aspettando, probabilmente il suo ragazzo. Gli dico di stare tranquillo, che non ci stavo provando con lei, sono qui semplicemente per farle un'intervista.[/slpc]Qui il ricordo sfuma.

3 gennaio 2020

Serie di lucidi ore 7.15-8.40

Episodio 1: Visita inaspettata di una strana coppia

Mi trovo in cucina nel seminterrato e arrivano degli ospiti che salutano i miei genitori, seduti sul divano, sono due donne che ancora non ho identificato. Una delle due poi mi chiama per nome, mi sembra di riconoscerla questa voce, quell'accento straniero (è polacca), non sarà mica...Ora viene da me in cucina e la vedo bene in volto, è proprio lei, A., ex moglie di mio cugino, che ora vive in Svezia con il suo nuovo compagno e il figlio che ha avuto da mio cugino, che ci fa qui ? Non ricordo ci avesse avvertiti che sarebbe venuta per le feste natalizie, tra l'altro non si potrebbe nemmeno fare in questo periodo. Mi abbraccia calorosamente e mi fa subito una domanda molto strana e del tutto fuori contesto che mi lascia spiazzato: << cosa ne pensi di questa Repubblica ? >> Non so cosa intenda con "questa Repubblica", così do una risposta vaga poi cambio subito argomento [slpc]dicendole che siamo in un sogno. Nel frattempo infatti ho realizzato definitivamente di stare sognando
e sono curioso di vedere la sua reazione, magari è venuta a trovarmi in sogno di proposito, forse è anche lei un'onironauta. Lei però si mostra sorpresa dalla mia affermazione e risponde qualcosa del tipo << davvero ? >> Le chiedo se per caso è anche lei una sognatrice lucida ma lei mi guarda decisamente perplessa, a quanto pare non ha idea di cosa io stia parlando. Le spiego allora brevemente cos'è un sogno lucido e lei a questo punto ha una reazione entusiasta, sembra incuriosita dall'argomento. Inizio a chiedermi ora chi sia invece l'altra donna che è con lei, lo chiedo sia ad A. sia a mia madre ma non mi rispondono. La guardo di sfuggita prima che vada via e mi rendo conto che si tratta di V., ex moglie di un cugino di mia madre. Non capisco però cosa ci faccia insieme ad A., non credo sia siano mai nemmeno conosciute.[/slpc] Ripensandoci da sveglio mi rendo conto che hanno in comune il fatto di essere entrambe ex mogli di miei parenti stretti, tuttavia è un po' troppo poco, deve esserci qualcos'altro che mi sfugge e che deve aver generato questo strano collegamento nel mio subconscio. Se fossero personaggi ricorrenti dei miei sogni non ci avrei fatto troppo caso, ma si tratta di persone che non mi capita mai di sognare, per V. forse si tratta addirittura della prima volta, almeno che io ricordi.

Episodio 2:La ragazza bionda

Sono nel seminterrato e [slpc]prendo lucidità, esco di casa passando dal garage e mi incammino lungo la strada che inizia di fronte al cancello automatico. Rimango concentrato sul mantenere la lucidità e nel frattempo mi guardo intorno. Vedo una signora che si affaccia al balcone di una delle villette sul lato sinistro della strada, poi torno a guardare in avanti e mi accorgo che sono già giunto quasi alla fine della via. Non sono io però ad essere andato più veloce, è la strada che è più corta del solito. Mi accorgo di avere addosso un giubbotto pesante, me lo tolgo ed ora mi sento decisamente più leggero. Passo ora davanti ad un cancello aperto di una villa e vedo che nel cortile c'è un lungo tavolo apparecchiato, a quanto pare sta per svolgersi un bel banchetto (probabilmente un pranzo dato che è giorno ). Dal cancello esce una ragazza bionda dal fisico statuario che inevitabilmente attira la mia attenzione. Indossa una mascherina bianca, pertanto non riesco a vederla bene in volto, che però sembra essere un po' lentigginoso. Giro l'angolo e mi accorgo che anche la ragazza prende la stessa direzione e lascio che mi superi così da poterla vedere di nuovo. E' uscita per buttare l'immondizia in un cassonetto che si trova all'inizio di questa via (mi trovo sulla strada che fiancheggia la ferrovia) sul lato destro della strada. Ora torna indietro e la vedo in faccia, non ha più la mascherina adesso, non solo ha un fisico che sembra scolpito nel marmo ma è anche molto bella. La saluto e lei viene verso di me, le dico che se viene con me la farò divertire, ho infatti in mente di fare un bel viaggio di quelli entusiasmanti. Ci prendiamo per mano e proseguiamo verso il sottopassaggio, qui però la ragazza inizia a parlare ininterrottamente ad alta voce, dicendo cose prive di senso e risultando dunque deleteria per la mia concentrazione. Mi rendo conto che ho sbagliato a farla venire con me ma quando provo a lasciarle la mano sento che la sua presa si fa più stretta, non ha intenzione di lasciare la mia mano. Sento anche quella sensazione inconfondibile degli artigli dell'entità e realizzo di essere caduto nella sua trappola. Se provassi a divincolarmi con la forza otterrei l'effetto contrario, devo mantenere la calma ed ignorare la sua presenza, è l'unico modo per liberarmene. Imbocco il sottopassaggio, ora la ragazza bionda non c'è più ma l'entità è ancora presente come forza invisibile che a tratti si manifesta come ombra fugace. Inizia una lotta più psicologica che fisica e alla fine riesco a ridurla ad una massa informe che tengo tra le mani. Concentro il mio intento per vaporizzarla definitivamente e mi aiuto lanciandola avanti a me e facendo scattare le mie braccia verso di essa come se volessi scagliarle contro un'onda di energia concentrata. Nel farlo però il sogno, già destabilizzato dallo scontro che inevitabilmente aveva assorbito tutta la mia attenzione, crolla e si oscura tutto. Mi aggrappo alle pareti nel tentativo di recuperare lo scenario o ristabilizzarmi da qualche altra parte ma mi rendo conto che la lotta contro l'entità mi ha tolto più energia del previsto. Le immagini iniziano a tornare ma faccio fatica a rimanere sintonizzato. Me la prendo con me stesso per essermi fatto fregare in quel modo, per aver ceduto alla tentazione di portarmi dietro quella ragazza.[/slpc]


4 gennaio 2020

Breve lucido ore 5.15-6.10

Mi trovo a camminare nei pressi della stazione, sono inizialmente in uno stato di confusione ma prendo gradualmente lucidità mentre avanzo [slpc]osservando i palazzi intorno a me. Giro un angolo e mi
tolgo il giubbotto per alleggerirmi un po',[/slpc] qui però il sogno si dissolve e mi sveglio.

5 gennaio 2020

OBE ore ?

[slpc]Mi sveglio nello stato intermedio, mi alzo dal letto e prima che la vista si attivi inizio a levitare. Voglio spostarmi partendo direttamente da questo stato di coscienza, voglio raggiungere un luogo che non sia casa mia e nemmeno la mia città. Mi viene in mente di andare a trovare il mio amico M., che vive a centinaia di chilometri da me, in un'altra regione. Quando lo scenario intorno a me prende forma vedo che mi trovo in un'ampia sala di una casa. Non riconosco l'arredamento, nessun elemento mi è famigliare ed inizialmente penso possa essere casa di M. (nella quale non sono mai stato e che non ho mai visto nemmeno in foto). Guardando meglio però mi accorgo che per forma e dimensioni è praticamente identico al seminterrato di casa mia, in particolare a come era prima dei lavori che abbiamo fatto 5 anni fa. La cucina è aperta su due lati, come allora, e non c'è il muro di cartongesso che separa la zona divano-tv dalla libreria ma solo la colonna al quale adesso è attaccato quel muro. In generale l'arredamento è piuttosto spoglio, la parete dove dovrebbe esserci un grosso mobile è quasi completamente vuota, ci sono giusto alcuni quadri messi qua e là sulle altre pareti. Di fatto si tratta di una delle infinite versioni alternative di casa mia, del resto quando l'esperienza parte dalla mia stanza mi risulta difficile teletrasportarmi direttamente altrove. Il più delle volte mi trovo a passare da una realtà parallela all'altra, ma sempre nello stesso punto dello spazio. Qui con me c'è un tizio con il quale commento quello che vedo, poi ad un certo punto mi guardo allo specchio e vedo un volto di un uomo calvo con la barba sui 35-40, non ho idea di chi sia, non assomiglia minimamente né a me né al mio amico M.[/slpc]
May my heart be my guiding key
Hari
 
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