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Raccolta di sogni privi della consapevolezza di sognare.
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Il terremoto e la prova di canto

Messaggioda Girovaghi » 03/12/2009, 11:52

Ciao a tutti,
Ecco il mio strano sogno. Sono all'aperto, come si sta tipicamente al campeggio con tavolini e sedie, però dentro di me penso di essere sotto casa mia e scorgo anche il palazzo (ma è impossibile perchè altrimenti dovrebbe esserci il portone ed una strada principale che non può essere occupata nel soggiornare anche perchè c'è il marciapiede e non c'è spazio) e sono in compagnia di mio fratello (ora vive e lavora a Roma e potrebbe ospitarmi visto che sono disoccupato) e mio cugino (ora vive e lavora a Milano e come mio fratello potrebbe ospitarmi). Io sono seduto al computer come faccio di solito (sono un esperto di informatica) e all'improvviso avvertiamo le scosse di un terremoto, ma solo il suono, non vediamo nessuno squarcio e non avvertiamo muoversi niente. Così decidiamo di andar via senza scappare ma camminando velocemente e portando il computer con noi, ognuno ha un pezzo, mi sembra di ricordare che io avevo la tastiera, e mio fratello il monitor, mentre mio cugino portava il case. Improvvisamente mi ritrovo ad una fermata dell'autobus, ma sentivo che doveva essere vicino ad uno spiazzale dove si radunavano per scampare al terremoto, e sono in compagnia di mia madre e di una nuova amica che sembrava conoscere mia madre e che aveva buoni sentimenti e mi parlava, poi c'era un vecchio amico metallaro con i capelli lunghi e mi parlava di gruppi metal, genere che non mi è mai piaciuto molto (preferisco il rock classico) e cercava di sapere quali canzoni e gruppi conoscevo. Mi vennero in mente i Muse che lui apprezzava ma non riuscivo a ricordare il titolo di una loro canzone (mio cugino era sparito mentre percepivo la presenza di mio fratello ma non lo vedevo). Tutti sentivamo forti boati e sapevamo che era il terremoto che impazzava in lontananza ma ci sentivamo al sicuro e sapevamo che non ci avrebbe mai raggiunto. Poi, pur essendo ancora nel sogno, mi sveglio e vado sul letto di mia madre e cerco di raccontarle quanto avevo sognato. All'improvviso mi ritrovo in uno spiazzale di un benzinaio su una strada principale e mi ritrovo a dover sostenere una prova di canto con i miei genitori presenti che sentivo mi avessero raccomandato. Il giudice principale, una persona obesa, mi chiede di intonare la parola "ovunque". Ci prova prima mio padre varie volte ma non ci riesce. Poi ci provo io tantissime volte. Inizialmente non riesco, poi viene meglio e alla fine riesco ad intonarla come un tenore lirico (nella realtà sono molto bravo a cantare e spesso ho registrato con un amico jazzista). Il giudice approva, poi si avvicina con mio padre e mi chiede la scuola superiore che avevo frequentato, gli dissi della mia maturità classica. Incominciò a parlarmi dei miei esami di diritto e come procedevano i miei studi di giurisprudenza (nella realtà vorrei laurearmi ma, al momento, in famiglia non possono aiutarmi per problemi economici). Intuii che erano bugie di mio padre che infatti si apprestava a rispondere e così mi allontano in un vicolo veramente esistente nella mia città dove incontro due vecchi amici. Uno dei due mi porge, per aggiustarsi i vestiti o per bere, uno spinello di squisita fattura spento. Sono tentato di fumare ma memore della promessa fatta a me stesso subito desisto e l'amico stesso mi dice che io non posso fumare. Apriamo la porta di un locale tipo pub che accoglieva artisti e che frequentai tantissimo in gioventù ma ci trovammo in un ristorante. Qui l'altro amico mi chiede di offrirgli una pietanza ma io gli dico che i soldi se li doveva portare e che anche io non stavo messo bene. Lui mi dice di andare a casa a prenderli ma io gli dico che per stavolta non faceva niente, metto le mani in tasca convinto di cacciare un pezzo da dieci euro, ma ne caccio due o tre. Arriva la cameriera che fa le pulizie e scopro che è una mia ex-collega in un supermercato con gravi problemi familiari. Infatti poi entra il padre, un ubriacone buono ed affabile che anche nella realtà cerco di evitare perchè vuole sempre parlare con me ed io provo vergogna, quindi spero che non mi veda e infatti non mi vede, va a parlare con la figlia e mi accorgo che è vestito da marinaio o ha solo la piatta del marinaio in testa. A questo punto, il sogno finisce...
"Li ho visti una volta, quando ero bambino. Mi hanno condotto tra le braccia dei miei genitori quando mi ero perso. Perchè ora mi hanno abbandonato?
Perchè non vogliono condurmi a casa questa volta?"
- Mendicante ignoto
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