Anche a me è capitato di fare sogni del genere, anche se non in questi giorni
Riguardo l'olocausto citato da Neuro, ricordo che tempo fa sognai di essere in un campo di concentramento. Nella realtà, qualche anno fa ho visitato il campo di Dachau, che mi ha traumatizzata molto, ma non ricordo la data o l'anno di questo sogno. I toni dell'ambiente del sogno erano sul sabbia, beige, grigio e bianco. Ricordo che ero seduta con la schiena contro il muro fuori un edificio di cemento grigio in un luogo isolato. Il terreno era sabbioso, terroso, polveroso. Forse c'era una specie di recinto attorno, di forma quadrata. Ho un flash in cui mi vedo in terza persona. Ero da sola e avevo la consapevolezza che sarei stata la prossima ad andare nella camera a gas per essere uccisa. Le sensazioni che provai in quel sogno furono terrificanti. Provavo una paura talmente grande che vista in terza persona sembravo calma, avevo perso umanità, sembravo uno zombie. Ero rassegnata, sapevo che quello era un destino a cui non potevo sfuggire e aspettavo solo il momento ignoto in cui sarei entrata lì, per morire. Ricordo come se l'avessi vissuto per davvero la sensazione di resa, di impotenza, di angoscia e di attesa infinita.
Riguardo la guerra in generale:
In un altro sogno, più recente, ero in un accampamento in zona di guerra. Ci avevano chiamati dopo, non ero stata sempre un soldato e non ero preparata. Eravamo in un accampamento arrangiato in un luogo boschivo, montano. C'era la neve (anzi, credo che nevicasse anche in quel momento) e faceva molto freddo, era buio. Ricordo che eravamo vestiti tutti con giacconi scuri e che ero tornata un attimo nell'accampamento per riprendere qualcosa al dormitorio, che era molto piccolo, stretto e lungo e con letti arrangiati. Ricordo molta confusione e che c'era un particolare, ma adesso mi sfugge. Per far questo mi avevano lasciata indietro e sgridata. Quando sono uscita c'era solo una fioca luce blu ad illuminare tutto e le torce di chi aveva la fortuna di averle, nevicava e gli altri erano tutti in marcia su una stradina molto ripida. L'accampamento era su una zona spianata della montagna, la strada era dritta e ripida. In quel momento eravamo vestiti leggeri, vestivamo solamente pantaloncini e maglia in quello che credo fosse cotone o tessuti simili. Forse c'era una sorta di impermeabile sopra. Ricordo di aver pensato che era inadeguato. Eravamo tutti in fila e in marcia ma poi non ricordo cos'è successo
Questo è datato 6 dicembre 2021, anche se di "guerra" ha poco
estratto: [...] Sogno che sono a ** insieme a P. Prendo alcuni fiori da un albero e sento il loro profumo, sono bianchi e assomigliano al mandorlo. P. ne prende alcuni dalla strada e gli dico di non farlo. Dall'altro lato, qualcuno dice di prendere un rametto. Poi la situazione muta, è una situazione di guerra. Capisco che ci sono pochi sopravvissuti, ci nascondiamo. Capisco che è stato coinvolto qualcuno della mia sfera familiare e piango. [...]
Questo invece è del 23 dicembre 2021, a tratti lucido (è nel diario)
[...] In un altro sogno ero in una città post-apocalittica o post-guerra completamente distrutta, ero al buio e scappavo da non so cosa e mi sono rifugiata in una specie di pullman/corridoio (non ne ricordo la forma) arrugginito e pieno di soldati. I miei ricordi mi suggeriscono che in quell'istante riflettevo sulla caducità delle cose, perché ero consapevole che da un momento all'altro sarebbe potuta cadere una bomba, ammazzandoci tutti. [...] Il sogno è partito come un non lucido: ero sempre in quella strana circostanza post-guerra, in una stanza semplice, una classe di una strana scuola. C'erano pochi studenti, forse tre o quattro, ed eravamo vestiti come se ci trovassimo in un'epoca diversa. C'era una maestra/professoressa, non so cosa fosse, che mi rimproverava per qualcosa facendo una lista infinita di regole e poi mi picchiava. All'inizio non sentivo dolore ma la situazione era troppo strana e la lucidità lentamente arrivava; ad un certo punto, poi, ho avvertito dolore e ho preso coscienza. Mi sono guardata attorno attentamente, cercando di stabilizzare il più possibile, e ho esaminato ogni dettaglio della stanza: pavimento di legno, soffitto di legno con strani panni/tessuti bianchi infilati nelle travi, insomma qualcosa di molto instabile e precario. Dopo aver stabilizzato me ne sono andata (qui ho il flash di una ragazza bionda che correva verso una più piccola, con i capelli rossi, come se stesse andando insieme ad un esercito, ma credo appartenga ad un sogno non-lucido fatto prima) e, dopo qualche tempo, che ora mi sfugge, mi sono ritrovata sulla strada di casa, vicino la collina. [...]
Riguardo questo sogno ricordo molto bene l'ultima parte, in cui c'era questa bimba bionda che correva verso una con i capelli rossi e probabilmente ricci. Erano vestite come negli anni 40/50 (tipo così:
https://www.imore.it/rivista/wp-content ... nni-40.jpg) i colori del sogno erano tutti sul petrolio/marrone/beige/giallo e le sfumature dell'abbigliamento militare. C'era questa città assediata, bombardata, ci nascondevamo come potevamo nella ferraglia di edifici e autobus arrugginiti. Forse avevamo anche noi delle bombe a mano e dei fucili. Ricordo l'esercito, il volto di un soldato in particolare, gli uomini che c'erano, tutti soldati, e i pensieri che avevo in quei momenti. Non ero molto spaventata (forse perché non ero sola, ero insieme ad altri soldati), ero allarmata, attenta e consapevole di tutto, riflettevo sulla vita e cose del genere mentre attendevo, facendo attenzione ad ogni rumore, quello delle bombe che sarebbero potute cadere da un momento all'altro.
(Off topic: è terribile pensare che ci siano persone che da questi sogni non possono svegliarsi.)Update 8/3/22: proprio stanotte ho fatto un sogno più attuale, scrivo solo gli appunti
"Sognato la guerra. Facevo la verticale, un ragazzo biondo mi dava consigli (vaga somiglianza con L?)
Cartellone gigante di Putin (non era proprio un cartellone, erano lettere: una scritta nera con il suo nome in maiuscolo, i caratteri erano sottili e sorretti da qualche palo nero) che poi scompariva insieme a tutta la struttura che sorreggeva il suo nome, forse qualche giorno dopo, e diventava una struttura tutta bianca."