Diario di varie esperienze oniriche di Rosa Rossa
Buongiorno e Buon Natale a tutti!
Vi auguro un anno ricco di ogni bene
Apro questo diario con l'esperienza di questa mattina; ogni tanto mi accade di svegliarmi con delle frasi in testa che non percepisco provenire da me.
È questo il caso.
La frase che ho percepito stamattina è:
Non è necessario essere potente se sei una bella donna
È bizzarro perché non stavo pensando a niente del genere né ci ho ragionato ieri prima di addormentarmi e perché l'ho percepita provenire da una mente maschile

Vi auguro un anno ricco di ogni bene
Apro questo diario con l'esperienza di questa mattina; ogni tanto mi accade di svegliarmi con delle frasi in testa che non percepisco provenire da me.
È questo il caso.
La frase che ho percepito stamattina è:
Non è necessario essere potente se sei una bella donna
È bizzarro perché non stavo pensando a niente del genere né ci ho ragionato ieri prima di addormentarmi e perché l'ho percepita provenire da una mente maschile
Stanotte ho sognato il mio ex ed era veramente da tanto che non accadeva.
Era un sogno particolarmente piacevole dato che ho sempre sentito di non aver mai potuto chiudere, con questo uomo, in modo pacifico, con delle spiegazioni chiare... mi è stato negato qualcosa che talvolta è tornato nei sogni.
Stanotte invece lavoravamo insieme, avevamo due distinte scrivanie, una di fronte all'altra e l'atmosfera era molto positiva, distesa ed anche lui era sorridente.
Conversavamo in modo rilassato da scrivania a scrivania finché ci alzavamo in piedi e finivamo a parlare sotto l'enorme cappuccio fuxia della mia felpa.
Questo dettaglio è stra interessante perché ricordo una vecchissima esperienza in cui un incappucciato, di cui non vedevo mai il volto, compariva nei miei sogni per darmi degli strani suggerimenti di vita.
Ho concluso, nel tempo, che il cappuccio, che copre il capo di qualcuno, rappresenta una sorta di occulto iniziatore ma in questo caso, io gli ero completamente rivelata.
L'ho interpretato come un sogno di buon auspicio che scioglie un nodo karmico e finalmente mi permette di proseguire anche nel cammino di coppia.
È incredibile come i sogni scandiscano i tempi della mia vita aprendo e chiudendo delle precise fasi.
Era un sogno particolarmente piacevole dato che ho sempre sentito di non aver mai potuto chiudere, con questo uomo, in modo pacifico, con delle spiegazioni chiare... mi è stato negato qualcosa che talvolta è tornato nei sogni.
Stanotte invece lavoravamo insieme, avevamo due distinte scrivanie, una di fronte all'altra e l'atmosfera era molto positiva, distesa ed anche lui era sorridente.
Conversavamo in modo rilassato da scrivania a scrivania finché ci alzavamo in piedi e finivamo a parlare sotto l'enorme cappuccio fuxia della mia felpa.
Questo dettaglio è stra interessante perché ricordo una vecchissima esperienza in cui un incappucciato, di cui non vedevo mai il volto, compariva nei miei sogni per darmi degli strani suggerimenti di vita.
Ho concluso, nel tempo, che il cappuccio, che copre il capo di qualcuno, rappresenta una sorta di occulto iniziatore ma in questo caso, io gli ero completamente rivelata.
L'ho interpretato come un sogno di buon auspicio che scioglie un nodo karmico e finalmente mi permette di proseguire anche nel cammino di coppia.
È incredibile come i sogni scandiscano i tempi della mia vita aprendo e chiudendo delle precise fasi.
Ho fatto un sogno strano, al limite dello psichedelico/splatter.
Inizia in una sorta di ospedale dove sono ospite ma in realtà non ho granché, solo mal di schiena.
Con me sono ricoverati alcuni miei amici, anche loro hanno poco o niente e se ne vanno tutti prima di me.
Resta solo Diana.
Siamo abbastanza libere di girovagare e fare quello che ci pare, siamo sempre in camicia da notte e lei mi dice che dovrei curare di più il mio aspetto.
Vengono varie persone a trovarci tra cui il mio ex che mai mi sarei aspettata di vedere! È vestito elegante ma trasandato e la giacca non gli si chiude sulla pancia, io lo abbraccio molto felice di rivederlo ma lui mi dice una frase che mi lascia interdetta:
- Possiamo anche tornare insieme, basta che tu dica anche solo una piccola, piccolissima bugia.
E mi suggerisce anche cosa dire. Lo allontano.
Poi giunge un altro tizio, non so chi sia, è strano, molto alto e robusto.
Siamo seduti ad un tavolo di legno, lui di fronte a noi ha una ciotola in mano (ricompare la ciotola!) beve qualcosa che a me sembra vino ma lui dice che è latte d'osteria!
Cambia la scena, vedo questo uomo insieme ad un altro più magro, girovagano per una casa con dei coltellacci in mano, cercano prede, trovano un ragazzino che se ne sta rannicchiato in un angolo piangendo e coprendosi la testa con le mani
Il tizio di prima gli parla in rima, sembra quasi un rap è uno strano verso sulla vita e sulla morte, sulla paura e sull'illusione.
Il ragazzino è ancora più terrorizzato.
Poco dopo il coltello sanguina.
I due cercano altre vittime.
Vedo un'altra scena, è una sorta di convegno all'aperto.
Una donna del nord, sembra svedese, deve parlare del suo film, un girato di breve durata, ad una platea.
Sale al microfono e si scusa molto per non essersi preparata il discorso in inglese.
Un'altra donna, mora, amica dei due "assassini" è molto contrariata ed annota il suo nome in un quaderno.
Poi uno dei due assassini, la spalla del primo, prende la parola.
È magro, vestito molto elegantemente con un completo scuro e degli stivaletti bianchi in contrasto.
È in riva all'acqua sembra un lago e parla/canta quasi danzando e sbracciandosi dicendo:
- La telecamera non deve mai staccare dalla scena ma deve ruotare e cercare e indagare... cercare come un occhio curioso!
Il vero cinema non è una telecamera che stacca, ma un occhio che non stacca mai e sempre cerca.
Poi mi ritrovo in un'altra casa, è notte, sembra che la figlia di due signori defunti voglia venderla e ce la mostra ma con noi ci sono anche i due "assassini".
Giriamo per le stanze, loro parlano e ad un certo punto vedo il primo assassino accordarsi con un altro uomo, e stringergli la mano. Sono sicura che hanno deciso di prendere me.
Qui mi ritrovo sola nella penombra.
Penso: è una trappola!
Cerco l'uscita ma la porta che ho percorso precedentemente è uno sgabuzzino!! Non va da nessuna parte!
Penso: è un'illusione!
Prendo la porta verso un cortile e camminando al contrario raggiungo la strada.
Mi ritrovo ad un'altra manifestazione di balletto classico, qui ci sono ancora i due "assassini" che discutono molto animatamente con qualcuno che è vicino ad un muro. Vedo la scena dall'alto, leggermente spostata, quindi non capisco di chi si tratti.
Dietro di loro una folla enorme li applaude.
L'"assassino" principale, quello della ciotola, dice più o meno, parlando del ballerino:
- Dovete lasciarlo a noi! Dovete permetterci di avvicinarlo, capisco che vi interessi di più mostrare il suo talento ed il suo pene ma non è questo il suo ruolo!
Io sono esterrefatta, non capisco cosa voglia esprimere e perché sia così arrabbiato e con chi stia parlando!
Allora, sempre dall'alto, quasi stessi volando, mi sporgo di più, di più, di più e resto sconvolta: è solo un'immagine della Madonna, una statua dentro il muro.
L'assassino parla ad una statua dentro un muro! Perché?
Poi mi ritrovo a guardare un soffitto di legno, molto bello, a tessere, non lo riconosco e non posso muovermi, so che sono stata sedata.
Poi sono lungo una strada, seduta su un muretto con tutte le persone che erano dentro la casa dove sono rimasta sola.
Stanno tutte ricamando delle frasi in azzurro su della tela bianca, alcune le ho già sentite dagli "assassini".
C'è anche una lavagna che rimanda alcune immagini.
Voglio capire tutta la faccenda, che non mi è affatto chiara, allora domando alla ragazza alla mia sinistra:
- Che film è?
E lei:
- È Anna dai capelli rossi ma in realtà non li ha rossi e da Roma è venuta a vivere in Veneto.
Sta parlando di me?
Molti dettagli che rimandano al Mostro di Firenze.
Inizia in una sorta di ospedale dove sono ospite ma in realtà non ho granché, solo mal di schiena.
Con me sono ricoverati alcuni miei amici, anche loro hanno poco o niente e se ne vanno tutti prima di me.
Resta solo Diana.
Siamo abbastanza libere di girovagare e fare quello che ci pare, siamo sempre in camicia da notte e lei mi dice che dovrei curare di più il mio aspetto.
Vengono varie persone a trovarci tra cui il mio ex che mai mi sarei aspettata di vedere! È vestito elegante ma trasandato e la giacca non gli si chiude sulla pancia, io lo abbraccio molto felice di rivederlo ma lui mi dice una frase che mi lascia interdetta:
- Possiamo anche tornare insieme, basta che tu dica anche solo una piccola, piccolissima bugia.
E mi suggerisce anche cosa dire. Lo allontano.
Poi giunge un altro tizio, non so chi sia, è strano, molto alto e robusto.
Siamo seduti ad un tavolo di legno, lui di fronte a noi ha una ciotola in mano (ricompare la ciotola!) beve qualcosa che a me sembra vino ma lui dice che è latte d'osteria!
Cambia la scena, vedo questo uomo insieme ad un altro più magro, girovagano per una casa con dei coltellacci in mano, cercano prede, trovano un ragazzino che se ne sta rannicchiato in un angolo piangendo e coprendosi la testa con le mani
Il tizio di prima gli parla in rima, sembra quasi un rap è uno strano verso sulla vita e sulla morte, sulla paura e sull'illusione.
Il ragazzino è ancora più terrorizzato.
Poco dopo il coltello sanguina.
I due cercano altre vittime.
Vedo un'altra scena, è una sorta di convegno all'aperto.
Una donna del nord, sembra svedese, deve parlare del suo film, un girato di breve durata, ad una platea.
Sale al microfono e si scusa molto per non essersi preparata il discorso in inglese.
Un'altra donna, mora, amica dei due "assassini" è molto contrariata ed annota il suo nome in un quaderno.
Poi uno dei due assassini, la spalla del primo, prende la parola.
È magro, vestito molto elegantemente con un completo scuro e degli stivaletti bianchi in contrasto.
È in riva all'acqua sembra un lago e parla/canta quasi danzando e sbracciandosi dicendo:
- La telecamera non deve mai staccare dalla scena ma deve ruotare e cercare e indagare... cercare come un occhio curioso!
Il vero cinema non è una telecamera che stacca, ma un occhio che non stacca mai e sempre cerca.
Poi mi ritrovo in un'altra casa, è notte, sembra che la figlia di due signori defunti voglia venderla e ce la mostra ma con noi ci sono anche i due "assassini".
Giriamo per le stanze, loro parlano e ad un certo punto vedo il primo assassino accordarsi con un altro uomo, e stringergli la mano. Sono sicura che hanno deciso di prendere me.
Qui mi ritrovo sola nella penombra.
Penso: è una trappola!
Cerco l'uscita ma la porta che ho percorso precedentemente è uno sgabuzzino!! Non va da nessuna parte!
Penso: è un'illusione!
Prendo la porta verso un cortile e camminando al contrario raggiungo la strada.
Mi ritrovo ad un'altra manifestazione di balletto classico, qui ci sono ancora i due "assassini" che discutono molto animatamente con qualcuno che è vicino ad un muro. Vedo la scena dall'alto, leggermente spostata, quindi non capisco di chi si tratti.
Dietro di loro una folla enorme li applaude.
L'"assassino" principale, quello della ciotola, dice più o meno, parlando del ballerino:
- Dovete lasciarlo a noi! Dovete permetterci di avvicinarlo, capisco che vi interessi di più mostrare il suo talento ed il suo pene ma non è questo il suo ruolo!
Io sono esterrefatta, non capisco cosa voglia esprimere e perché sia così arrabbiato e con chi stia parlando!
Allora, sempre dall'alto, quasi stessi volando, mi sporgo di più, di più, di più e resto sconvolta: è solo un'immagine della Madonna, una statua dentro il muro.
L'assassino parla ad una statua dentro un muro! Perché?
Poi mi ritrovo a guardare un soffitto di legno, molto bello, a tessere, non lo riconosco e non posso muovermi, so che sono stata sedata.
Poi sono lungo una strada, seduta su un muretto con tutte le persone che erano dentro la casa dove sono rimasta sola.
Stanno tutte ricamando delle frasi in azzurro su della tela bianca, alcune le ho già sentite dagli "assassini".
C'è anche una lavagna che rimanda alcune immagini.
Voglio capire tutta la faccenda, che non mi è affatto chiara, allora domando alla ragazza alla mia sinistra:
- Che film è?
E lei:
- È Anna dai capelli rossi ma in realtà non li ha rossi e da Roma è venuta a vivere in Veneto.
Sta parlando di me?
Molti dettagli che rimandano al Mostro di Firenze.
Ho fatto delle ricerche, l'uomo era questo:

La statua di Villa Verde.
Il soffitto era precisamente a cassettoni, nome tecnico che non conoscevo.
Ho cercato in rete ed ho trovato questo che allego che gli somiglia moltissimo, soffitto della Basilica di Santa Maria Maggiore.
Torna il collegamento con la sparizione Orlandi.

Dettaglio di un commento relativo ad un video sul MDF:

Nuovo sogno recente.
Sono ad una cena di gala con Aimone di Savoia Aosta che è lì per il suo grande progetto di NWO in cui lui deve essere il capo, la cima della Piramide.
Parla con tutti mentre, nella mente, suggerisce a questi vips altolocati, come agire per raggiungere il suo scopo, senza che essi se ne rendano conto.
Io mi rompo molto le palle, è tutto alquanto noioso, quindi lo pianto in asso e mi dirigo verso una palestra molto malfamata dei quartieri bassi.
Qui si respira un'altra aria, c'è molta più libertà, anche se il luogo potrebbe sembrare pericoloso.
In particolare mi attira una ragazzina che, su un tavolo, sta operando degli esperimenti di telecinesi.
Vicino a lei c'è il suo maestro, un Giapponese, che la esorta a continuare e le dà qualche rapido consiglio.
Un piccolo gruppetto le si affolla intorno, tra cui io.
Ad un certo punto, cambia l'esperimento ed io resto letteralmente SBALORDITA!
La giovane ragazza, di 14/15 anni, alza solo col pensiero un'enorme drusa dai colori bellissimi!
Muove le mani intorno alla pietra,senza toccarla e le fa fare bellissime evoluzioni!
Io sono colpita, ma non solo, ciò che vedo mi porta in un'altra dimensione, che non so spiegare, MAGICA.
I colori della drusa sono su tutti i toni del blu e dell'azzurro ed è particolarmente liscia ed a strati.
La ragazza, magra e mulatta mi guarda dritto negli occhi e mi dice: È PER LA CORONA!
Io non so rispondere anche perché cambia subito la scena
Mi ritrovo in un posto mai visto prima, bellissimo, in riva ad un ruscello che scorre a sinistra.
A destra invece delle case senza porte né finestre il cui interno è bellissimo pur molto semplice!
Tutto di legno con grandi spazi e banconi dove si fanno strane cose.
Mi sembra di essere in una fiaba ma la ragazza di prima mi dice:
- Queste case le abbiamo costruite noi a Feltre, noi brasiliani.
Sono interdetta! Ma come? A Feltre c'è un posto così bello?
Poi vedo la madre della ragazzina discutere con lei per via della drusa e le dice:
- Ma sei sicura? È la pietra più bella! Sei sicura?
E la ragazzina risponde nuovamente:
- sì Madre, sono sicura, è per la Corona!
E mi porge una drusa ancora più grande di prima, enorme!
Ma questa volta è morbida, quasi spugnosa ed al suo interno sono rappresentate tante piccole scene di vita che la fa sembrare quasi un presepe vivo.
FINE
Sono ad una cena di gala con Aimone di Savoia Aosta che è lì per il suo grande progetto di NWO in cui lui deve essere il capo, la cima della Piramide.
Parla con tutti mentre, nella mente, suggerisce a questi vips altolocati, come agire per raggiungere il suo scopo, senza che essi se ne rendano conto.
Io mi rompo molto le palle, è tutto alquanto noioso, quindi lo pianto in asso e mi dirigo verso una palestra molto malfamata dei quartieri bassi.
Qui si respira un'altra aria, c'è molta più libertà, anche se il luogo potrebbe sembrare pericoloso.
In particolare mi attira una ragazzina che, su un tavolo, sta operando degli esperimenti di telecinesi.
Vicino a lei c'è il suo maestro, un Giapponese, che la esorta a continuare e le dà qualche rapido consiglio.
Un piccolo gruppetto le si affolla intorno, tra cui io.
Ad un certo punto, cambia l'esperimento ed io resto letteralmente SBALORDITA!
La giovane ragazza, di 14/15 anni, alza solo col pensiero un'enorme drusa dai colori bellissimi!
Muove le mani intorno alla pietra,senza toccarla e le fa fare bellissime evoluzioni!
Io sono colpita, ma non solo, ciò che vedo mi porta in un'altra dimensione, che non so spiegare, MAGICA.
I colori della drusa sono su tutti i toni del blu e dell'azzurro ed è particolarmente liscia ed a strati.
La ragazza, magra e mulatta mi guarda dritto negli occhi e mi dice: È PER LA CORONA!
Io non so rispondere anche perché cambia subito la scena
Mi ritrovo in un posto mai visto prima, bellissimo, in riva ad un ruscello che scorre a sinistra.
A destra invece delle case senza porte né finestre il cui interno è bellissimo pur molto semplice!
Tutto di legno con grandi spazi e banconi dove si fanno strane cose.
Mi sembra di essere in una fiaba ma la ragazza di prima mi dice:
- Queste case le abbiamo costruite noi a Feltre, noi brasiliani.
Sono interdetta! Ma come? A Feltre c'è un posto così bello?
Poi vedo la madre della ragazzina discutere con lei per via della drusa e le dice:
- Ma sei sicura? È la pietra più bella! Sei sicura?
E la ragazzina risponde nuovamente:
- sì Madre, sono sicura, è per la Corona!
E mi porge una drusa ancora più grande di prima, enorme!
Ma questa volta è morbida, quasi spugnosa ed al suo interno sono rappresentate tante piccole scene di vita che la fa sembrare quasi un presepe vivo.
FINE
Ciao a tutti, ho creato alcune immagini con l'intelligenza artificiale della prima drusa che ho sognato qui sopra, le vorrei inserire perché sento che è un dettaglio molto importante ma non ci riesco, non so come si fa.
Qualcuno mi aiuta?
Qualcuno mi aiuta?
Sogno:
Era una notte senza tempo, come sospesa.
Io e te eravamo stati chiamati, scelti senza parola, senza possibilità di rifiuto.
Una regina venuta dall’asteroide ci aveva osservati con i suoi occhi di luce liquida e aveva pronunciato il nostro destino.
«Unitevi sotto il cielo bruciante, dal vostro incontro nascerà il nuovo seme.»
Poi eravamo in mezzo ad una foresta primordiale, e sotto la luce della luna c’era Nannuk.
Lei aveva la pelle scura come la terra dopo la pioggia e i suoi occhi riflettevano il fuoco degli astri.
Non parlava, non temeva, sapeva già.
Era il centro di un rito che era sempre stato e sempre sarebbe stato.
Abbiamo unito i nostri corpi nel ventre del mondo, tra il respiro degli alberi e il canto della terra.
Il nostro piacere era un’onda che, quando tutto si calmò, un'ombra si mosse tra di noi.
Non era uomo né donna, né animale né dio.
Era un essere grigio, nato senza un grido, con occhi neri e profondi come il vuoto tra le stelle.
Si nutrì di Nannuk, bevendo la sua essenza come fosse linfa primordiale.
Lei non gridò, non si dibatté, perché era stata scelta, e il suo sacrificio era già scritto nelle vene della notte.
Dal suo corpo dissolto nacquero crepe nella terra, e dal cielo caddero stelle infuocate.
La terra tremò, i fiumi divennero fuoco, le città scomparvero sotto ceneri silenziose.
Dalle macerie di quel mondo morente, qualcosa di nuovo iniziò a respirare.
Non era più il mondo degli uomini, non era il regno della regina celeste.
Era il regno dell'Essere, dal nostro incontro imposto e accettato.
Era una notte senza tempo, come sospesa.
Io e te eravamo stati chiamati, scelti senza parola, senza possibilità di rifiuto.
Una regina venuta dall’asteroide ci aveva osservati con i suoi occhi di luce liquida e aveva pronunciato il nostro destino.
«Unitevi sotto il cielo bruciante, dal vostro incontro nascerà il nuovo seme.»
Poi eravamo in mezzo ad una foresta primordiale, e sotto la luce della luna c’era Nannuk.
Lei aveva la pelle scura come la terra dopo la pioggia e i suoi occhi riflettevano il fuoco degli astri.
Non parlava, non temeva, sapeva già.
Era il centro di un rito che era sempre stato e sempre sarebbe stato.
Abbiamo unito i nostri corpi nel ventre del mondo, tra il respiro degli alberi e il canto della terra.
Il nostro piacere era un’onda che, quando tutto si calmò, un'ombra si mosse tra di noi.
Non era uomo né donna, né animale né dio.
Era un essere grigio, nato senza un grido, con occhi neri e profondi come il vuoto tra le stelle.
Si nutrì di Nannuk, bevendo la sua essenza come fosse linfa primordiale.
Lei non gridò, non si dibatté, perché era stata scelta, e il suo sacrificio era già scritto nelle vene della notte.
Dal suo corpo dissolto nacquero crepe nella terra, e dal cielo caddero stelle infuocate.
La terra tremò, i fiumi divennero fuoco, le città scomparvero sotto ceneri silenziose.
Dalle macerie di quel mondo morente, qualcosa di nuovo iniziò a respirare.
Non era più il mondo degli uomini, non era il regno della regina celeste.
Era il regno dell'Essere, dal nostro incontro imposto e accettato.