12 - 06 - 2013 - Boss malavitoso, scagnozzo e fantasma.
Sono in cucina a casa insieme a mia sorella e due uomini. Uno è grasso vecchio e basso, l’altro è alto giovane e magro. Siamo tenuti in ostaggio dai due che devono essere un boss malavitoso e il suo scagnozzo. Il boss chiama mia sorella, la costringe a sedersi sulle sue gambe e minaccia di non fare storie altrimenti ci avrebbe ucciso. Allora inizia a toccarla e a baciarla con la sua bocca viscida. Mi arrabbio e apro il cassetto delle posate e prendo un coltello da cucina. Mia sorella blocca il boss e io alle spalle sgozzo l’uomo alto, con odio; ora provo molta eccitazione nel sentire la lama che più volte passa attorno alla sua gola e fa fuoriuscire il sangue caldo. Vado dal boss e faccio lo stesso. Poi in fretta e furia portamo i corpi in cantina e puliamo tutta la cucina anche dalle eventuali impronte digitali. Salgo in piazza per crearmi un alibi. Ora mi trovo in un altro luogo che somiglia a piazza Duomo all'Aquila. Sto camminando con D. lungo un vicolo dove c’è una porta. D. non vede l’ora di entrare nel rifugio del boss e rubargli tutte le sue ricchezze. Gli dico di aver visto il caveau pieno di soldi e opere d’arte di altissimo valore. Stiamo per entrare, avidi, ma un fantasma trasparente di donna sbuca attraverso la porta e si avvicina verso di noi urlando. Dico a D. di non preoccuparsi. Arretriamo e il fantasma scompare. Spiego che quello è il fantasma della madre del boss, ho la sensazione di avere un mucchio di conoscenze sulla vicenda, come se fossi un altro. Non ricordo però la parola d’ordine per entrare nel nascondiglio e dobbiamo andare a chiederlo a mia sorella.