Searig ha scritto:Si ho capito e sono d'accordo, ma continuo a ritenere che stiamo usando il termine con due accezioni diverse, anche se di poco.
Penso anch'io sia così, come al solito!
Searig ha scritto:E' vero che le stranezze ci colpiscono ma non al punto di dubitare della realtà (se vedo un tizio strano in strada penso "ma che strano" e tiro dritto, se non si accende la lampadina per prima cosa penso che sia fulminata e da cambiare, solo se magari non funziona tutto il resto del mondo comincio a sospettare di essere in un sogno), ma un senso critico di base minimo comunque c'è: se vedessi persone volare o le case vicino alla mia spostate rispetto all'ordine in cui le ho sempre viste non so come reagirei... Nei sogni lo so benissimo, non ci faccio caso, ma da sveglio? Ritengo che me ne accorgerei subito, anche se per ovvie ragioni non lo si può sperimentare...
Ok, anche su questo sono d'accordo. Prova però a partire dalla prospettiva della maggior parte delle persone che abitano questo mondo, ovvero di non conoscere nulla dell'onironautica e dare pochissima importanza ai sogni. Quante volte, se tu vedessi una cosa strana, inizieresti a dubitare di essere in un sogno? Molto raramente, credo...
Noi, che a differenza di quella gente diamo molta importanza ai sogni, conosciamo l'argomento "sogni lucidi" e tutte le varie metodologie, abbiamo imparato che un modo per indurre sogni lucidi è quello di dubitare della realtà, per cui siamo portati quasi automaticamente a pensare ai sogni qualora vedessimo una stranezza. Questo è un abbozzo di reflection, ma non è sufficiente per indurre sogni lucidi, visto che si tratta di scardinare un modello mentale radicato fin dalla nascita e quindi molto resistente.
Come già sottolineavo in questo vecchio topic (
viewtopic.php?f=4&t=8809), io sono dell'idea che una capacità di riconoscere le stranezze (che all'epoca chiamavo forse erroneamente "senso critico") sia più o meno attivata pure nei sogni. Ora come ora per senso critico io intendo non esattamente la capacità di riconoscere una stranezza, ma la spinta automatica a mettere in dubbio la realtà nella quale ci troviamo, in seguito al riconoscimento di una stranezza. Secondo questa visione si capisce che siamo più o meno sempre in grado di riconoscere delle stranezze, sia nei sogni che nella veglia, ma il senso critico (secondo la "mia" accezione) è disattivato in entrambe, o per lo meno è fortemente debole.
Te lo spiego con un esempio proprio di qualche notte fa: in un sogno mi ritrovo a maneggiare una moneta da 3 euro (che nella realtà ovviamente non esiste), e infatti tra me e me penso: «Che cosa strana, una moneta da tre euro, mah...», però poi appiano immediatamente questo dubbio pensando: «Ah, già... avevano detto che avrebbero inventato le monete da tre euro!» e continuo il sogno come se niente fosse. Da questo episodio si evince che la capacità di riconoscere quella stranezza fosse attivata, forse perché in quel momento erano parzialmente attivate pure delle memorie a lungo termine che mi hanno suggerito che una moneta da tre euro non esiste, però il tutto è stato razionalizzato come qualcosa di perfettamente normale (ecco che rientra in gioco la famosa razionalizzazione!). Ma di esempi di questo tipo che potrei raccontare ce ne sarebbero a pacchi...
E allora cosa potrebbe rappresentare questa razionalizzazione? Secondo me (e ripeto SECONDO ME) è un meccanismo di difesa che ci tiene ancorati alla realtà nella quale ci troviamo, perché se iniziassimo ad avere dei dubbi in tal senso ne usciremmo letteralmente pazzi. E te lo posso dire perché l'ho sperimentato spesso sulla mia pelle da quando applico la WIR. La tecnica WIR non è nulla di nuovo, perché non è altro che il principio primo dell'antichissimo yoga del sogno, che dice che per avere la lucidità nei sogni sia innanzitutto necessario cominciare ad eliminare l'ormai radicato dualismo veglia-sogno, e vedere tutto come se fosse un sogno, un semplice prodotto della mente. Quando ho applicato questo principio ho avuto alcune volte delle ripercussioni psicologiche veramente disturbanti e molto forti: ero completamente disorientato e non sapevo più in che realtà mi trovassi, con sintomi (per fortuna lievi, almeno credo) di depersonalizzazione, dissociazione e depressione. Tutto questo solo perché ho provato a mettere in dubbio la realtà! Come dicevo prima, la razionalizzazione sembrerebbe quindi un meccanismo di difesa che ci tiene saldamente ancorati alla realtà, altrimenti le conseguenze sarebbero molto negative. Non a caso, in quei giorni in cui mi veniva automatico mettere in dubbio la realtà, spesso a causa di forti stress emotivi che non sto qui a raccontare, tutto questo si è subito ripercosso sul sonno della notte immediatamente successiva, con episodi veramente allucinanti di lucidità nel primo ciclo del sonno, oppure anche quattro sogni lucidi in serie in una sola notte... è come se durante tutto quel sonno la coscienza fosse rimasta attiva quasi ininterrottamente e non si volesse spegnere.
Per cui in un sogno tu potresti vedere una persona volare in cielo, magari coglierai la stranezza, magari no, però ti parrà la cosa più normale al mondo perché in quella realtà (il sogno) quella è la norma, e in quanto tale la accetti. In fondo sogniamo fin dalla nascita, per cui fin dalla nascita portiamo avanti parallelamente queste due realtà, la veglia e il sogno, e mentre viviamo ognuna di esse tutto appare normale, ciascuna delle due ha le sue leggi, le sue stranezze, ecc che abbiamo accettato, ed è ovvio che non mettiamo in dubbio né una né l'altra!
Sempre rimanendo della prospettiva di colui che non conosce nulla dei sogni lucidi, la veglia è una realtà che ha le sue leggi, le sue stranezze e non si dubita, il sogno è un'altra realtà che ha le sue leggi, le sue stranezze e non si dubita. Mentre viviamo una realtà pensiamo che tutto sia normale, mentre viviamo l'altra idem. Il sogno lucido sembrerebbe un'intersezione della realtà della veglia in quella del sogno, cioè "la veglia che entra nel sogno", infatti spesso si diventa lucidi perché riconosciamo che un elemento del sogno è assurdo secondo la logica della veglia.
Quindi, quando in quel passo che mi hai citato nel primo post ho parlato di senso critico disattivato, mi riferivo a questo: siamo più o meno sempre in grado di riconoscere le stranezze, sia nella veglia che nei sogni, ma la capacità di pensare che possa esistere un'altra realtà è fortemente inibita. Molto probabilmente ho solo fatto un uso improprio del termine "senso critico", però il succo del discorso che volevo fare è questo.
La reflection (e la WIR, che è comunque una forma di reflection) sarebbero quindi degli esercizi per allenarci a dubitare più spesso della realtà, o meglio ancora, di pensare che tutta la realtà sia un sogno, in modo tale che questo atteggiamento si
rifletta nei sogni, con tutte le conseguenze del caso che conosciamo bene.
Ma poi questa ovviamente è solo la mia opinione da mezzo centesimo bucato eh...