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Pensieri liberi di un certo spessore, riflessioni, ipotesi e speculazioni di varia natura. Ragionamenti all'interno dell'ambito umanistico non necessariamente attinenti all'onironautica.

Il problema della coscienza

Messaggioda Pakko » 27/11/2017, 18:34

Non mettevo piede qui da tempo ormai, ma é sicuramente il posto migliore per sviscerare uno dei problemi che un po' tutti prima o poi ci poniamo, magari in termini diversi. E sia chiaro, è il più vecchio dei problemi, quello che già si son posti tutti prima di noi, ma la cui soluzione sembra così intrinsecamente fuori dalla nostra portata da non invecchiare mai: materialismo contro idealismo, caos contro ordine. Sono i meccanicismi caotici dell'universo a risultare eventualmente nella coscienza, o è la coscienza stessa ad essere una caratteristica intrinseca dalla realtà? Bene questa semplice premessa non è bastata da sola a farmi avviare la discussione. Per discostarci un attimo da quel che già si dice da secoli mi piacerebbe scambiare opinioni su due punti in particolare:

Le nuove scoperte scientifiche possono dare una risposta a questa domanda? L'esempio più banale è senza dubbio la meccanica quantistica. Cosa ne pensate del ruolo dell'osservatore nella definizione della materia di cui facciamo esperienza?


Visto che è di coscienza che parliamo, sarebbe logico esplorare il problema all'interno della coscienza stessa. Chi meglio di un onironauta? Beh sicuramente un intellettuale, un uomo di scienza professionista, ma chi non ha tali competenze può sperare, secondo voi, di ottenere qualche risposta cercando in se stesso? o si finirebbe inevitabilmente condizionati da bias cognitivi? Che esperienze avete in merito?

Non posso fare a meno di pensare che tutte le teorie che contemplano l'esistenza del multiverso e dunque di una realtà iperspaziale, cioè consistente in più dimensioni spaziali oltre alle tre che possiamo percepire, possano implicare un vero e proprio limite invalicabile davanti alla nostra comprensione dell'esistenza, un muro che prima o poi ci troveremo davanti. Sembra sempre più chiaro che i nostri sensi forniscano una ricostruzione della realtà che non necessariamente la esaurisce: d'altro canto, se il tempo e lo spazio non sono quello che pensiamo (e magari "non esistono", e sono solo modi di relazione fra le cose che la sensibilità umana traduce in causa-effetto, posizione) anche un convinto materialista come me potrebbe trovar spazio, in quest'ottica, per fenomeni di natura spirituale. Almeno finchè non verranno domati anche quelli e conquistati dalla scienza, magari attraverso una nuova, grande rivoluzione scientifica.

Bisogna stare molto attenti, però, un pensiero può essere così affascinante da offuscare la ragione. La consapevolezza della propria ignoranza è fondamentale, ma spero che qualcuno meno ignorante di me possa regalarci di seguito qualche spunto migliore.
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Re: Il problema della coscienza

Messaggioda Tigro » 04/12/2017, 22:36

Tratto dalla mia analisi sulla coscienza e i sogni lucidi che puoi trovare integralmente qui: http://hokmaph-iperuranio.blogspot.it/2015/09/articoli-iperuranio-mondo-delle-idee.html

"Essere coscienti di se vuol dire sapersi identificare, vuol dire che quando vedi la tua immagine nello specchio15, quando senti la tua voce, capisci che chi guarda o ascolta è anche il soggetto guardato o ascoltato.
Non solo, noi siamo in grado di riconoscere di esistere, comprendiamo che i nostri pensieri vengono da noi e che le nostre idee, il nostro vissuto, ci definiscono.
La definizione corretta è questa: La consapevolezza nasce dalla presenza dinamica dell'istanza rappresentativa del se.

Per attuare questo procedimento c'è bisogno di conseguenza di:
1. Un'istanza rappresentative del se.
2. Un luogo in cui questa istanza possa agire/interagire.
Essere consapevoli, coscienti, non è altro che il risultato dell'esistenza di questo mondo reale interno, dove le istanze interagiscono tra di loro, tra cui l'istanza più importante, l'istanza di se stessi."

In pratica devi considerare uno spazio concettuale nella tua mente, che permette delle simulazioni delle rappresentazioni degli oggetti sensibili, tra cui te stesso.
Il mio Blog: https://hokmaph-iperuranio.blogspot.it/ ... -idee.html
(ho dovuto spegnere il mio vecchio sito per problemi tecnici)

Sul mio Blog è possibile trovare l'analisi del mondo delle idee di Platone, che secondo la mia teoria corrisponde al mondo onirico.
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Re: Il problema della coscienza

Messaggioda Citrato » 05/12/2017, 21:06

Ciao Pakko,

se sei interessato all'argomento, se ne è già ampiamente discusso nel seguente link:

viewtopic.php?f=23&t=7888
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Re: Il problema della coscienza

Messaggioda PK2 » 17/12/2017, 20:10

Il riduzionismo e il materialismo scientifico hanno portato a risultati paradossali, quando si è parlato di consapevolezza o coscienza. Alcuni hanno affermato perentoriamente che la consapevolezza "non esiste", frase la cui assurdità è palese, dato che ognuno ha piena esperienza, anzi unica esperienza, di tale cosa, seppur senza la capacità di definirla propriamente, tanto meno misurarla. Altri hanno affermato che la coscienza esiste ma è fuori dal contesto scientifico, proprio perché non oggettivabile, misurabile, replicabile. Altri ancora hanno ridotto la coscienza a pure funzioni neuronali, da misurare con elettrodi e tomografie, e qui è singolare che proprio i filosofi abbiano eccepito a questa impostazione ipotizzando i cosiddetti zombie, ovvero repliche precise delle funzioni materiali del cervello ma senza coscienza, puramente meccaniche e incoscienti, però dall'esterno indistinguibili da uomini "normali". Infine c'è chi ha rovesciato il punto di vista e ipotizzato che la coscienza sia precedente e costituente rispetto alla materia, che può esistere solo in quanto costituita di "atomi di coscienza". Questo approccio se non altro semplificherebbe le cose, perché mentre è possibile far derivare la materia dalla coscienza, risulta ostico il contrario.
La conclusione è che ne sappiamo ancora troppo poco, anche solo per ipotizzare la giusta via, e in tal senso la scienza si sta dimostrando estremamente inadeguata a esplorare un campo che, essendo interiore e personale, non può che essere sminuito e snaturato dall'approccio comportamentale (ovvero che solo l'esame esterno degli "effetti" della presenza della coscienza può costituire materia di indagine scientifica).
Un ragionamento sul tema lo fa Galen Strawson qui https://www.academia.edu/35334448/A_hundred_years_of_consciousness?auto=download&campaign=weekly_digest, anche se riferito principalmente a quella che chiama "grande negazione" della scienza.
« Gli invisibili unicorni rosa sono esseri dotati di grande potere spirituale. Questo lo sappiamo perché sono capaci di essere invisibili e rosa allo stesso tempo. Come tutte le religioni, la fede negli invisibili unicorni rosa è basata sia sulla logica che sulla fede. Crediamo per fede che siano rosa; per logica sappiamo che sono invisibili, perché non possiamo vederli. »

Sogni lucidi lucidosi
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