Mephisto93 ha scritto:Essere contro l'omosessualità significa considerarla una condizione da curare/compatire/perdonare (e in questo c'è sempre una sorta di condanna). Cosa che la chiesa fa. E questo, se permetti, è voler indossare i paraocchi e s-ragionare, ribadisco. E lo ribadiscono anche gli psicologi, che la definiscono "orientamento" e non "tendenza, deviazione, malattia". Fatti un giretto per parrocchie e scuole cattoliche e poi vedrai quanto condannano "solo la pratica".
Credo che tu sappia meglio di me che non basta dire cose contro-corrente per avere ragione o per essere più interessanti. Quindi questa morale piccolo - borghese che garantisce parità di diritto agli omosessuali, a meno che non trovi delle valide ragioni perché non sia così (senza il Mistero dell'Essere possibilmente), rimane la condotta che tutti gli stati e tutte le persone dovrebbero applicare per la tutela e il benessere dei suddetti omosessuali.
Purtroppo in un'età despiritualizzata e degradata come quella contemporanea è QUASI IMPOSSIBILE ragionare correttamente senza essere (o meglio, accorgersi di essere) "contro-corrente", usando la tua stessa terminologia.
Ma tralasciamo ciò, che è giustamente una considerazione personale.
Mi accusi di argomentazioni per autorità, ma sei tu che vi cadi affermando " lo ribadiscono anche gli psicologi, che la definiscono "orientamento" e non "tendenza, deviazione, malattia".".
Tutti sanno che oggi l'omosessualità non è in alcun modo considerata una problematica psichica-psicologica, qualora non cada in deviazioni aberranti come ad esempio la pedofilia (ma ciò vale ovviamente anche per l'eterosessualità, benché la pedofilia si riscontri spessissimo in persone quantomeno bisessuali); non si mette in discussione questo, si mette in discussione che abbia senso leggittimizzare matrimoni e soprattutto adozioni omosessuali e, sulla base degli assiomi psicologici moderni sull'omosessualità, considerarla alla stregua dell'eterosessualità.
Certamente l'omosessuale ha diritto, come qualsiasi altra persona, a rispetto e non-discriminazione, MA QUESTO E' ANCHE IL PENSIERO DELLA CHIESA dopo le riforme liturgiche del concilio vaticano secondo (e ricordo che il papa (il quale rappresenta la chiesa), per il dogma cattolico gode di infallibilità, dunque qualunque cristiano-cattolico che abbia posizioni sull'omosessualità differenti da quelle cattoliche odierne potrebbe, a ragione, essere considerato eretico).
Affermi che "Essere contro l'omosessualità significa considerarla una condizione da curare/compatire/perdonare" e questo può essere considerato vero, ma non consideri che la chiesa è contro anche la sessualità onanistica dunque all'avere atti sessuali al fine ludico e non per "dare figli a dio".
Dunque, in ultima analisi, non v'è ufficialmente discriminazione omosessuale da parte della chiesa la quale, infatti, all'omosessuale richiede di fare né più né meno ciò che richiede all'eterosessuale, ovvero fare sesso a fini concezionali, cosa che attraverso la pratica omosessuale non può essere possibile.
Che tutto ciò sia anacronistico e medievale posso essere d'accordo, ma non sono d'accordo che garantire pari diritti alle persone omosessuali debba conciliare con il permettere, ad esempio, adozioni gay. La questione è contorta e complessa e dovrebbe essere discussa anche sul piano pedagogico (sì lo so che molti psicologi (ben)pensano che un pargolo possa crescere sano e in salute anche con due papà e due mamme, ma è da vedere quanto ciò sia vero) e ridurla in termini di
"se due persone si amano e vogliono stare insieme e adottare un figlio, dovrebbe essere un loro diritto poterlo fare" è per me totalmente assurdo.