Indice Conversazioni Off Topic La dimora del filosofo > la questione "coscienza"

Pensieri liberi di un certo spessore, riflessioni, ipotesi e speculazioni di varia natura. Ragionamenti all'interno dell'ambito umanistico non necessariamente attinenti all'onironautica.

Re: pluralità di mondi

Messaggioda nagualdreamer » 26/11/2014, 19:40

Hahah.. Infatti io trovo piú verosimile un punto di vista olistico... Il totale è maggiore della somma delle parti...
" If we choose to recondition our interpretation system, reality becomes fluid,
and the scope of what can be real is enhanced without endangering the integrity of reality.

Dreaming, then, indeed opens the door into other aspects of what is Real."
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Re: pluralità di mondi

Messaggioda PK2 » 26/11/2014, 19:50

DayDreamer ha scritto:
forse è solo una banale questione semantica, ma per coscienza non si intende quel "qualcosa" attraverso il cui possiamo percepire l'esistenza?
Non ha a che fare con l'immagine di sé, con l'io, ecc ecc.
Non vedo l'utilità di una simile definizione. Intanto la coscienza è sempre coscienza "di" qualcosa, e non da sola. Poi l'esperienza e la mente umana funzionano tramite aggiunta modulare di funzioni diverse. Come un computer che è un insieme di parti che messe insieme danno l'esperienza del computer. Allo stesso modo, la coscienza è un insieme di parti e capacità (sensi fisici, visione di sè e del mondo, elaborazione neurologica e psicologica, difese attive, salute, etc). Togliendo alcune parti possiamo limitarne la "potenza" e se togliamo tutte le parti alla fine non rimane più nulla, semplicemente. Anche il sogno lucido è il risultato di una somma e non di una sottrazione: alla nostra capacità di sognare impariamo ad aggiungere la nostra capacità di essere consapevoli.

Comunque riconosco la mia incapacità in ambito filosofico che mi fa sfuggire il senso della disciplina : Nar :

Quindi il computer ha coscienza?
Ho idea che le tue idee siano confuse in merito. Coscienza, esperienza e mente sono cose diverse, non sono sinonimi.
Una macchina può avere sensi fisici, visione di sè e del mondo, elaborazione, etc... e, ovviamente, non avere coscienza.
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Re: pluralità di mondi

Messaggioda DayDreamer » 26/11/2014, 19:59

Non intendevo che il computer ha coscienza, ma che il computer e la coscienza sono entrambi composti da parti che attivate insieme danno come risultato finale l'esperienza della coscienza (o, nel caso del computer, l'esperienza di un desktop acceso e in grado di avviare programmi). Per esempio un essere umano senza sensi non potrebbe sviluppare un senso del Sè e quindi nessuna coscienza di. Il Sè è un altro costrutto che si sviluppa a tappe durante lo sviluppo e nasce dall'esperienza coerente e costante della propria vita nello spazio e nel tempo. E' una storia, una narrazione. Penso che, volendo scomporre il problema, l'unità minima sia composta da tre elementi: senso del Sè, un oggetto non-sè, il legame percettivo che li lega (la coscienza di).
IMHO
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Re: pluralità di mondi

Messaggioda PK2 » 26/11/2014, 20:13

Il senso di sé è ancora un concetto diverso (e molto frainteso) dall'idea di coscienza o consapevolezza.
Il senso di sé, l' "IO" è una finzione, nel senso che non esiste un "io". Quando sorge un pensiero diciamo "io penso", mentre in realtà il pensare è un processo puramente meccanico: il pensiero sorge, viene generato, viene attivato da uno stimolo o ricordo. Non c'è un "io" che "pensa".
La pura consapevolezza prescinde dall'io, è conoscenza diretta dell'oggetto. La pura consapevolezza può prescindere anche dai sensi, diventare autoconsapevolezza, se opportunamente indirizzata.
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Re: pluralità di mondi

Messaggioda olrac » 27/11/2014, 0:15

da questi interessanti discorsi sulla coscienza mi veniva in mente che durante uno dei distacchi dal corpo fisico (obe) ho avuto quella meravigliosa esperienza di essere contemporaneamente cosciente nella mente fisica e nel corpo sottile, ed erano ad una distanza di almeno due o tre metri (ero cioè sospeso sul soffitto).
in quel momento ho capito delle cose, immediatamente, senza fare alcuna fatica per comprendere. nessuno mi ha detto nulla, nessun tipo di linguaggio, niente teorie, solo la certezza assoluta che la coscienza era in due luoghi differenti e in contemporanea (in una occasione ho anche pronunciato una parola e ho percepito che veniva emessa contemporaneamente da due diversi luoghi, come in un effetto stereo, durante un particolare esercizio meditativo...).
se può accadere una esperienza del genere, chissà cosa si potrebbe fare in prospettiva e con molto allenamento...

(volevo anche dire che probabilmente la definizione di coscienza cambia a seconda del livello di coscienza della persona stessa)

Spoiler:
sarebbe interessante chiedere stanotte nel sogno cosa sia la coscienza ai personaggi che incontriamo e stilare una classifica di risposte...
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Re: pluralità di mondi

Messaggioda PK2 » 27/11/2014, 7:41

olrac ha scritto:(volevo anche dire che probabilmente la definizione di coscienza cambia a seconda del livello di coscienza della persona stessa)

Diciamo che la comprensione delle cose cambia a seconda del livello della persona

olrac ha scritto:sarebbe interessante chiedere stanotte nel sogno cosa sia la coscienza ai personaggi che incontriamo e stilare una classifica di risposte...

Dubito che avresti risposte sensate.

Secondo alcuni l'oggetto della coscienza (o consapevolezza) può essere solo unico, e quando siamo consapevoli di più cose in realtà stiamo applicando la consapevolezza in rapida successione alle diverse cose, una dopo l'altra.
Secondo Gurdjieff invece la consapevolezza può essere divisa in due parti, e anzi questo processo è alla base del suo metodo di autosviluppo. Per la mia esperienza la divisione della coscienza si può fare, anche se in assenza di un training lungo e costante si tende a tornare all'unità nella percezione dell'io. Dopo un tempo che va dai sei mesi a qualche anno si produce un processo cosciente autonomo, un io osservatore, che diventa testimone dei propri processi interni (pensieri, emozioni, sensazioni, etc...). In tal caso si sperimenta un poco quello che hai sperimentato tu nella OBE, si è in due posti contemporaneamente, si è colui che agisce e colui che osserva l'agire.
Ultima modifica di PK2 il 27/11/2014, 13:17, modificato 1 volta in totale.
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Re: pluralità di mondi

Messaggioda woland » 27/11/2014, 7:50

:)
Mentre scrivevi mi sono imbattuto in un' interessante considerazione:
"...l’uomo é l’unico animale che si separa dal corso biologico-evolutivo della propria specie in virtù di un’automanipolazione dovuta al proprio modo di rapportarsi alla natura circostante"
In pratica: Il lavoro su di se
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http://www2.units.it/eserfilo/art712/lucci712.pdf
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Re: pluralità di mondi

Messaggioda PK2 » 27/11/2014, 10:54

woland ha scritto::)
Mentre scrivevi mi sono imbattuto in un' interessante considerazione:
"...l’uomo é l’unico animale che si separa dal corso biologico-evolutivo della propria specie in virtù di un’automanipolazione dovuta al proprio modo di rapportarsi alla natura circostante"
In pratica: Il lavoro su di se
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http://www2.units.it/eserfilo/art712/lucci712.pdf

Una lettura interessante, anche se il concetto di esercizio espresso non distingue tra l'esercizio (o lavoro) cosciente da quello meccanico (di cui sono capaci anche gli animali). E la differenza è invece fondamentale!
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Re: pluralità di mondi

Messaggioda cetaceon » 28/11/2014, 10:00

Non saprei quanto si possa effettivamente usare l'analogia tra mente e computer. Qualche mese ho letto un articolo scritto da un ricercatore nell'ambito dell'intellgienza artificiale che diceva in sintesi:
il computer è il risultato dell'assemblaggio di parti differenti progettate ciascuna con una specifica funzione; il cervello invece si sviluppa partendo da un insieme di cellule indifferenziate che poi moltiplicandosi si specializzano in neuroni, ecc. Non è un rigido insieme di parti che collaborano tra di loro dopo essere state assemblate.
L'architettura del cervello è ancora quasi totalmente misteriosa: 100 miliardi di neuroni collegati con un numero astronomico di connessioni: nessuno sa come gli impulsi elettro chimici neuronali si trasformino in pensieri.
Fino ad oggi nel campo informatico sono falliti tutti i tentativi di creare una forma di intelligenza artificiale. Ci sono degli ottimi software che sembrano intelligenti e qualche volta addirittura coscienti solo perchè inglobano tantissima intelligenza umana, ma di per sè il computer ha la stessa coscienza di una caffettiera.
L'analogia mente - computer purtroppo non porta da nessuna parte, almeno per ora.
E' una delle tante scommesse perdute dalla fantascienza degli anni d'oro che per gli anni in cui oggi viviamo profetizzava la conquista delle galassie, robot servizievoli e computer molto più intelligenti e consapevoli di noi... : Cowboy :
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la questione "coscienza"

Messaggioda DayDreamer » 28/11/2014, 14:27

La mia era una metafora per esprimere un concetto, riguardo all'analogia mente-computer sono d'accordo con te: non hanno nulla in comune. E' uno dei motivi per cui penso fortemente che una IA cosciente non organica non esisterà mai, comunque il discorso è lungo e OT. Però non sono d'accordo col discorso del ricercatore: il cervello è esattamente un insieme di parti diverse che si sono evolute insieme e ancora oggi collaborano tra loro. Quando parla di cellule indifferenziate probabilmente parla della crescita, la quale segue precise istruzioni codificate in modo da ricostruire i vari sistemi ereditati dai genitori. Accennando brevemente alle parti, il cervello è prima di tutto diviso in 3 sistemi, cervello rettile, mammifero e neocorteccia. Ognuno ci deriva da rami evolutivi diversi e ognuno ha scopi, istinti e obiettivi diversi e specifici, i quali si accavallano nella nostra esperienza cosciente prendendo il controllo a turno. Questa è una divisione strutturale, poi ne abbiamo molte funzionali (sistema sociale, sessuale, etc) fino alle funzioni più specifiche sensoriali o autonomiche (vista, udito emozioni, empatia, etc)
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