Citrato ha scritto:Se vai nel seguente link:
http://www.skepticalscience.com/solar-a ... vanced.htm
allora noterai che in fig. 6 è riportato il contributo del fattore antropico di temperatura rispetto a quello globale. Partiamo sempre dal fatto che il clima medio della Terra è il clima glaciale che dura circa 300000 anni, intervallato da un breve periodo di circa 50000 anni di clima temperato in cui attualmente ci troviamo, prima dell'avvento di un nuovo clima glaciale.
Guarda, in realtà il discorso qui si fa un po' più complesso, perché, al di là di cosa si intende tecnicamente per "glaciazione" (vedo che parli di 50.000 anni, come se il Würm, anche nelle sue massime punte, rientrasse appieno nel clima temperato...), che poi forse è solo una questione di "convenzione" (stabilendo tra noi quanto deve essere freddo o meno per poter essere definita glaciazione), rimane il fatto che le fluttuazioni climatiche sembrano procedere in maniera casuale e non con una ritmicità prevedibile, come lo è ad esempio per le stagioni attuali, che sono prevedibili proprio perché dipendenti da moti a loro volta prevedibili. Tutto questo per dire che affermare che ci troviamo in un intervallo prima della prossima glaciazione è improprio, per il semplice fatto che questa potrebbe arrivare e ci sta, perché negli "ultimi tempi" non ce ne sono state solo 5 come ho detto prima per semplicità, ma una lunga serie di fluttuazioni anche di grado minore, per cui il Donau (la prima del Pleistocene) non è certo stata l'inizio del tutto, ma solo l'emersione di un fenomeno già in corso da tempo, quindi è facile aspettarsene un'altra a breve, oppure se in realtà non ne arriverà un'altra, per lo meno a breve, e ci aspetta un altro periodo caldo lungo, come gli ultimi 250 (tolto il pezzettino finale) milioni di anni di cui parlavo.
Per questo motivo i geologi hanno sempre provato un certo imbarazzo a definire il periodo attuale un "interglaciale" in senso stretto, ma hanno preferito chiamarlo semplicemente "postglaciale", dal punto di vista climatico, dato che sicuramente è occorso dopo una glaciazione, senza però sapere se ne seguirà un'altra. Che poi, alla luce di quanto detto prima, se le stesse calotte polari ghiacciate sono più un "fenomeno particolare" che la norma per la Terra, allora mi chiedo se non occorra rivedere il tutto e smetterla di dire che il Würm è finito 10.000 anni fa dicendo di stare in un postglaciale e ammettere che la glaciazione wurmiana sia ancora in corso... Ma queste sono considerazioni, se vuoi esagerazioni, mie...
Citrato ha scritto:In passato le temperature della terra hanno anche potuto principalmente dipendere da fattori non antropici come l'attività vulcanica e l'effetto serra dovuto alle grandi emissioni di cenere causata da questa attività.
Anche su questo nutro un qualche dubbio, perché sembra dipendere più dal mitologema della "Terra giovane" (bias! ) che da una realtà effettiva (sarà anche stata giovane e con molti più vulcani di oggi 4,5 miliardi di anni fa, ma già a partire dai 4 la litosfera doveva essere simile a quella odierna, altri aspetti ambientali a parte, mentre ciò non è assolutamente valido per i tempi che stiamo considerando, cioè le ultime due ere geologiche): la presenza di vulcani attivi, stante la tettonica a zolle, non doveva essere superiore in passato rispetto a quanto lo sia adesso, inoltre la forte emissione di ceneri (si può arrivare a non so quanti milioni di Km cubici che rimangono nell'atmosfera per mesi per una singola eruzione di tipo esplosivo!) risulta in effetti sortire l'effetto opposto, il così detto "inverno nucleare", per intenderci, anche se qui il nucleare centra ben poco: le ceneri schermano la radiazione infrarossa del sole e il risultato è un forte raffreddamento climatico, cosa che è stata addirittura osservata in tempi recenti, mi pare all'inizio del secolo scorso, nel così detto "anno senza estate", in cui nevicava anche a luglio, un po' a tutte le latitudini (per non parlare dei raccolti agricoli) e il tutto per una singola eruzione da qualche parte in un'isoletta in mezzo all'Oceano (non ricordo quale, scusa...)!
Quello che può avere influito in quel caso, più che il sole o i vulcani (che ripeto dovevano avere la stessa quantità di oggi) deve essere stato più verosimilmente la distribuzione geografica dei continenti, a partire dalla formazione di Pangea tra il Carbonifero e il Permiano (quindi a ridosso del Triassico, di cui parlavo prima a proposito dei 250 milioni di anni fa): un'unica grossa terra deve avere contribuito, per venti, correnti, albedo e altre cose, oltre ad una sua disposizione proprio alle latitudini minori, un grande accumulo di energia termica, che è andata poi lentamente dissipandosi nei tempi successivi (anche insieme al cambio di disposizione delle terre, che ha favorito non solo circolazioni di mari e venti, ma anche quantitativi minori di terre emerse su cui distribuirsi e quindi con un effetto maggiore di prima...), ma che ancora era bella "tosta" nel Cenozoico.
Quindi escluderei i vulcani.
Citrato ha scritto: Anche il contributo del Sole in passato è stato più significativo
In base al fatto che doveva avere più carburante? Non credo che l'attività dovesse essere tanto superiore a quella attuale, poi non sono esperto di astrofisica e potrei sbagliarmi, chiedo scusa se è così, ma i nuclei vengono fusi in profondità per via della pressione e l'energia impiega lo stesso molto tempo per attraversare tutti gli strati e arrivare sulla Terra, quindi non lo so... Ma ripeto, di questo non so molto...
Detto per inciso, si dice anche che tempo addietro (almeno per il Mesozoico) non ci fossero cicli stagionali o che fossero meno marcati; non ho mai capito le basi di questa affermazione, ma potrebbe essere che per qualche motivo l'asse di rotazione fosse meno inclinato di oggi (ma poi da cosa lo hanno capito, piccole fluttuazioni costanti e calcolate a ritroso?) oppure che centri, ancora una volta, la disposizione delle terre di allora in posizioni latitudinali generalmente inferiori di oggi... Quindi ancora una volta il sole di per sé non centrerebbe.
Citrato ha scritto:ma oggi sembra che il fattore capace di giocare un ruolo determinante sia appunto il fattore antropico.
Non lo nego e ripeto che l'uomo sta trattando in maniera indicibile il pianeta. Sono sempre stato sensibile (anche se non fanatico, dopotutto il mio bell'impatto ce l'ho anch'io, per quanto cerchi di comportarmi bene ) ai problemi ambientali e spero che le cose possano andare meglio, solo che, da appassionato di paleontologia e abituato da sempre a "ragionare in milioni di anni", ho sempre notato una piccola incongruenza sul fattore antropico del surriscaldamento, come se stessimo giudicando da una prospettiva troppo ravvicinata e confusa quello che, visto da una distanza maggiore, appare più come una ri-normalizzazione del clima rispetto a come è sempre stato, che come un vero "surriscaldamento" in senso stretto.
Molto probabilmente l'uomo influisce, devo ancora leggermi il link che mi hai mandato, ma allo stesso modo, e non ci si fa caso, secondo me influisce ancora più pesantemente con la sottrazione di ambienti, non solo attraverso l'urbanizzazione, ma anche con l'agricoltura... Solo che da qui poi il problema si estende alla crescita demografica e diventa ancora più ostico da trattare...
Ancora scusa per l'OT e buona prosecuzione con l'argomento principale che ho interrotto!