Il tema della memoria dell'acqua, ovvero di una presunta proprietà dell'acqua di conservare caratteristiche di sostanze diluite un numero di volte equivalente o superiore al numero di Avogadro, è uno dei fondamenti dell'omeopatia.
La questione, oltre che in ambito omeopatico (cattivi cattivi), è stato studiato anche dalla scienza ufficiale (buona buona), e addirittura alcuni studi di un immunologo francese, Benveniste, pubblicati su Nature (la bibbia della scienza buona buona) sono stati oggetto d'interesse della Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) del Dipartimento della Difesa statunitense, che dopo alcuni studi ha rilevato un non meglio identificato "esperimenter effect" alla base del fenomeno, interrompendo, almeno ufficialmente, lo studio. In pratica l'effetto di una presunta "memoria" si verificava se i campioni non erano secretati, oppure erano secretati da uno sperimentatore, mentre non si verificava se venivano secretati da un soggetto esterno all'esperimento.
Posto che il mancato interesse della DARPA non è significativo, visto che anche in casi di fenomeni interessanti ha sempre dichiarato di non proseguire gli studi, per poi presumibilmente continuare in segreto, recentemente un ricercatore francese ha ipotizzato un'altra interpretazione riguardo ai bizzarri esiti rilevati, appoggiandosi, manco a dirlo, alla meccanica quantistica.
Per chi interessasse (Citrix???) qui un articolo (in inglese): http://www.mille-mondes.fr/complements/ ... s_2013.pdf