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Fenomenologia dell'Induzione

Messaggioda Pakko » 20/01/2014, 16:44

Scrivere su questo forum è molto piacevole, soprattutto quando vengo a raccontare le mie esperienze oniriche. E se già non sono un grande lucidatore normalmente, figuriamoci in periodo scolastico... Quindi, dato che proprio in questo periodo ho scritto una cosina che trae ispirazione direttamente dal mondo dei sogni e dalla mia personale esperienza di WILD, mi permetto di condividerla con voi. Mi rendo conto di pretendere che voi sprechiate molto del vostro tempo, ma se ne avete voglia... niente, qui ve lo lascio. Mi fa piacere che qualcuno possa leggerlo.
(Questa dovrebbe essere la sezione adatta per questo tipo di cose... no?)

Fenomenologia dell'induzione

L’aria che entrava nei suoi polmoni era una candida luce purificatrice, che pervadendogli le membra portava via ogni male. Quando le palpebre si congiunsero sulla cupa notte, il respiro diventò sempre più profondo. I suoi piedi indolenziti sembravano immersi fra grani in costante movimento, che danzavano sulla sua pelle come un esercito di formiche che brulica senza meta. Il torpore li pervadeva e si andava espandendo, fino ad accarezzare le caviglie e a risalire lungo i polpacci. Mille e più timide dita affilate che procedevano disordinate. Ogni parte del corpo che cedeva al loro possesso, si appesantiva e sembrava sprofondare, come se ogni molecola si separasse e si mescolasse con la materia del mondo sottostante. Le gambe erano completamente affondate come milioni di granelli, i polmoni continuavano a prendere energia e rigettarla ciclicamente. Senza arrestare il suo lento e inesorabile avanzamento, il torpore risalì i fianchi, prese il bacino, comparve sulle mani. Con la stessa paziente tenacia si impossessò delle braccia, finché anche loro non furono altro che una marea di particelle. Finché non furono altro che un tutt’uno con la terra e con l’aria. La rasserenante oscurità prese le spalle, continuò a percorrere il ventre, e toccò il collo. Si richiuse incalzante sul petto, e la percezione del respiro si offuscò. Mancava solo un punto al centro della fronte: mentre le migliaia di minute zampe lo circondavano, pronte a richiudersi su di esso, restava l’ultimo punto ancora intatto. Come un terzo occhio, osservava senza vedere... finché anche lui fu completamente disgregato.

E all’improvviso esplose il caos primordiale.

Il corpo informe tremava e vibrava freneticamente sotto l’assillante accompagnamento di uno stridulo fischio, e sembrava aver perso la facoltà di respirare. L’energia purificatrice che il respiro portava con se smise di proteggere i più deboli anfratti della mente dalla paura e dal terrore, dal soffocamento e dalla paranoia. Nell’incessante frenesia, la stanza parve riprendere una vaga forma. Le pareti sfumavano nel buio e la porta le perforava. Oltre di quella, il nero era più buio della più profonda oscurità, e sulla soglia, una sagoma alta e feroce era addirittura più opaca. Un buco nello spazio che inghiottiva ogni cosa - persino la luce dei suoi schiusi bulbi rossi. Ovunque il cuore si trovasse, batteva all’impazzata. Desideroso di ricomporsi per poi esplodere un'altra volta. Gli amorfi arti non rispondevano a nessun impulso, e anche se avessero potuto muoversi, sembrava che qualcosa di più selvaggio tenesse fermo l’intero corpo. Allo stridulo fischio, che mai aveva smesso di scortare le violente vibrazioni, si aggiunse una voce gelida al punto di ustionare. Sul suono acuto oltre ogni limite, parlava più grave di quanto si potesse fare: era la voce stessa dell’oblio, della paura più profonda. Il buco nero dagli occhi ardenti si avvicinava, la voce diventava sempre più perversa. Il panico sfociava nella paranoia, e nessun millimetro del suo corpo poteva compiere un minimo movimento. Cercò di gridare, ma non riusciva, cercò voltarsi, ma non poteva. Non poteva esistere nulla di peggiore di quell’inferno, e sperò con tutto se stesso che tutto finisse. A costo che anche la sua coscienza si spegnesse.

Ma qualcosa stava cambiando adesso... si, qualcosa si muoveva. I suoi occhi erano di nuovo chiusi. Non guardavano più perché sapevano che non c'era più niente di cui preoccuparsi. Le sensazioni sul corpo stavano diventando sempre meno violente, e lo stridulo fischio stava perdendo la sua intensità. Il processo era l'esatto opposto di ciò che lo aveva portato in quello stato: così come il torpore l'aveva inglobato, così come le vibrazioni erano cresciute a dismisura, così come la sua consistenza si era dispersa nell'universo, e così come il caos aveva raggiunto il Culmine massimo otre il quale non si poteva più andare, così adesso stava procedendo al contrario, ristabilendo la pace originale dei sensi. Ma adesso c’era qualcosa di nuovo, in quello stato… non si era rimaterializzato lì dove aveva giaciuto, ma dall'altra parte. Il Culmine massimo era il confine fra i due strati dell'esistenza. E dov'era finito allora? Nel sogno cosciente? O con il pensiero si era liberato del corpo? O ancora, magari, in quanto re incontrastato della sua mente, sarebbe riuscito in seguito a volteggiare sulla carne e sulle ossa? Aprì gli occhi, ed era ancora buio. Si alzò seduto, ma le sensazioni erano addormentate: usò la voce perché la sentisse, si toccò le mani perché le percepisse, e più i sensi si ridestavano, più la luce del giorno accresceva il suo candore. Scese dal letto e si mise finalmente in piedi. Era a casa, ma l'atmosfera intorno a lui era più mistica, più serena. L'arredamento era diventato essenziale, ed una luce bianca permetteva di guardare anche se nessun sole splendeva nel cielo. Si voltò per scrutare il suo corpo che dormiva beato, e si chiese se fosse reale oppure no. Doveva aver avuto quell'aspetto per tutto il tempo, mentre dentro vorticava il caos.
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Re: Fenomenologia dell'Induzione

Messaggioda Alkimist » 21/01/2014, 13:51

Davvero molto bella pakko, si sente che è ispirata.
Fa rivivere il momento a chi l'ha vissuto e penso descriva emotivamente bene la transizione a chi lo cerca e ancora lo attende, crea atmosfera.
Complimenti
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Re: Fenomenologia dell'Induzione

Messaggioda dixit » 21/01/2014, 13:55

Bello :)
Un paesaggio variopinto delle emozioni che nascono dalle esperienze wild! Immagino che i tuoi sogni lucidi siano stratosferici! : Yahooo :
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Re: Fenomenologia dell'Induzione

Messaggioda Pakko » 21/01/2014, 15:49

Oh, vi ringrazio!
In realtà vorrei farne di migliori, di lucidi... (attualmente vorrei farne, almeno) ma è solo perché mi ci sto dedicando poco :) Ho avuto le mie belle esperienze insomma
Ultima modifica di Pakko il 22/01/2014, 17:23, modificato 1 volta in totale.
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Re: Fenomenologia dell'Induzione

Messaggioda dixit » 21/01/2014, 19:37

Pakko ha scritto:Oh, vi ringrazio!
In realtà vorrei farne di migliori, di lucidi... (attualmente vorrei farne, almeno) ma è solo perché mi ci sto dedicando poco :) Ho avuto le mie belle esperienze

Costanza! Ci vuole costanza! :wyn:
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Re: Fenomenologia dell'Induzione

Messaggioda Pakko » 22/01/2014, 15:38

Lo so, lo so... eccome! Purtroppo ci sono periodi di costanza e periodi in cui si pensa ad altro. E ammetto che vorrei essere come chi ha la pazienza di dedicarsi ad entrambe le cose, ma mi accontento :roll:
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