Lo sappiamo: nessuno, compresa la scienza, riesce a comprendere cosa sia la coscienza.
Eppure, due cose possiamo dirle:
1) La coscienza implica l'autoconsapevolezza di sé e la valutazione in chiave soggettiva di ciò che accade nell'ambiente circostante;
2) La coscienza è definibile pensiero di pensiero.
Cosa si intende con il secondo punto? Semplice: nel cervello vengono continuamente messi in atto dei meccanismi in grado di generare un pensiero (inconsapevole).
Un pensiero è come un pacchetto che racchiude al suo interno informazioni, dati, concetti, idee, desideri, bias, ragionamenti e riflessioni "In background", istruzioni del "pilota automatico" (che impatta sul comportamento istintivo), raffigurazioni del mondo, percezioni, memorie, ecc...e trascina con sé anche le emozioni. Il pensiero è la forma che tutta questa mutevole gamma di elementi, inizialmente caotica e deforme, assume.
Tutti gli animali dotati di sistema nervoso, chi più chi meno, pensano: è grazie a tale "forma" che viene plasmato e successivamente messo in pratica il loro agire.
Il pensiero è caratterizzato, inizialmente, dall'essere totalmente inconsapevole, dunque guidato dall'inconscio (più del 75% della mente). E' il prodotto finito di scariche elettriche(-magnetiche), flussi chimici e meccanismi fisici-biologici...è un "circuito stampato" su cui scorrono input sotto forma di impulsi nervosi, con lo scopo di raggiungere un output.
Eppure, cosa accadrebbe se l'input che genera un pensiero fosse, a sua volta, esso stesso un pensiero? E' qui che molti studiosi posizionano la coscienza.
E' come se il cervello fosse dotato di due tipologie di elaboratori, presenti su due "strati" differenti:
-) allo strato più basso troviamo il pensiero inconsapevole. Questo prende in input stimoli, provenienti dall'ambiente esterno, in totale autonomia > il suo output è l'agire, il comportamento, mettere in moto specifici "ingranaggi" presenti nel corpo e nella mente. L'inconscio registra i dati dell'ambiente, li associa alle esperienze/memorie pregresse e dà forma ad un pensiero inconsapevole.
-) allo strato più alto troviamo il pensiero consapevole. Questo arriva dopo rispetto al tipo di pensiero sopra descritto, in quanto lo necessita come input. Infatti, il pensiero consapevole prende in input il pensiero inconsapevole (una sorta di iterazione del pensiero) e ne ricava un output che è la coscienza, la consapevolezza di star pensando e l'associazione del contenuto del pensiero stesso ( e di conseguenza dell'agire ) al proprio io.
Inoltre, ogni pensiero nasce perché finalizzato a qualcosa, serve un obiettivo che dia forma (e senso di esistere) al pensiero. Senza una causa scatenante o senza un scopo il pensiero non nasce, non esiste proprio.
Se non ci credete, ecco un esperimento. Stavate pensando per caso ad un tagliaerba prima che io avessi scritto la parola "tagliaerba" in questa frase? Ovviamente no. Esperimento riuscito.
Altro esperimento: stavate pensando di star respirando? No, ma ora che ci fate caso probabilmente inizierete a sentire "strano" il vostro respiro, non più spontaneo come prima.
Oppure, se camminate in modalità "pilota automatico" e poi pensate di star pensando di camminare, probabilmente inizierete a camminare storti e avrete difficoltà ad avere un ritmo normale ed equilibrato come prima. Paradossalmente è come se vi foste dimenticati come si cammina.
Comunque sia, perché tutto questo discorso?
Perché una tecnica super-banale ma anche la più super-efficace per innescare consapevolezza (ad un grado superiore rispetto al normale) è ricordarsi di pensare di pensare.
Ponetevi ogni tanto l'obiettivo di pensare al vostro stesso pensiero: vedrete che bastano un paio di minuti per sentirvi osservatori esterni di voi stessi.
Per esempio, io sto digitando i tasti sulla tastiera e fino a questo momento lo ho fatto in automatico, senza pensarci consapevolmente: a guidarmi era il pensiero inconscio.
Ma basta pensare di pensare di star digitando ogni singolo tasto per essere più consapevoli del momento presente (anche se è dimostrabile sia sperimentalmente che empiricamente sulla propria pelle che in questo modo la quantità di errori aumenta, l'inconscio è più potente e produttivo del conscio; di fatti in queste ultime due frasi ho dovuto correggere 5 errori di digitazione, cosa che prima non mi era capitata).
Quando guardate un albero, quando scrivete, quando disegnate, mangiate, dormite, vedete un film...pensate di star pensando. Tutto qui, semplice, banale, ma sorprendente se ci si prova davvero.
La coscienza, normalmente, si "attiva" nel momento in cui viene richiesto alla mente di prendere le redini della situazione, i comandi manuali: quando viene richiesta la soluzione ad un problema la cui soluzione non è istintiva. E da qui che nasce la ragione, la razionalità e l'etica, nonché l'aspetto decisionale volontario dell'essere umano.
La tecnica consiste dunque in questo (e potrebbe essere utilissimo per la TALD): ogni tanto, più tempo lo fate meglio é (bastano anche solo 10 minuti), continuate a fare quello che stavate facendo, qualunque cosa essa fosse, ma mentre la fate pensate consapevolmente di starla effettivamente facendo. In alternativa, questa è molto più potente, quando siete presi dall'immaginazione o dalle riflessioni, pensate al fatto di star pensando.
Molte volte questo aiuta anche per rendersi conto che i problemi su cui si stava rimuginando (trascinati ormai dal flusso del pensiero) erano stupidi e senza senso: che il problema era di scarsa importanza ed era divenuto apparentemente insormontabile (ma era tutta un'illusione) solo perché si era rimasti ancorati al pensiero inconsapevole che non riesce a distinguere bene cosa sia inutile, poco etico, essenziale e cosa invece si può evitare, magari andando contro l'istinto e mettendo in discussione i bias cognitivi e le esperienze passate a cui siamo abituati. In pratica serve per non fare due volte lo stesso errore.
Ho provato sulla mia pelle questa "tecnica" e funziona benissimo, sia nello stato di veglia che nello stato di sonno per indurre sogni lucidi.
In pratica si usa la definizione stessa di coscienza come "pensiero di pensiero" per poterla ottimizzare o indurre quando in verità bisognerebbe rimanere fermi allo stadio basso del pensiero inconsapevole (come quando si dorme).
Se diverrete abbastanza bravi, vi sorprenderete soprattutto di tre cose in particolare:
1) A volte vi porrete sul serio la domanda: ma il libero arbitrio esiste davvero? Perché i pensieri che frullavano nella vostra testa e che solo in apparenza percepivate come vostri, in verità non vi appartenevano e non eravate voi ad aver scelto di pensarli. Tanto è che quando pensate di star pensando ed acquisite controllo cosciente su tale pensiero vi dite: "Ma perché stavo pensando a questa cosa?";
2) Se vi sforzate per più minuti di fila di pensare di pensare, arriverete ad un punto in cui il pensiero non avrà più contenuto e sarà tutto un concetto astratto, completamente vuoto. Ciò che intendo è che se normalmente la coscienza nasce dal pensare consapevolmente ad un pensiero che ha un contenuto (esempio: "oh guarda, sto camminando! Oh guarda, sto guardando un video! Oh guarda, sto pensando a cosa farò domani"), portando la mente al suo limite inizierete a pensare solo di pensare e null'altro. Non c'è contenuto: c'è solo una presa di coscienza del fatto di essere coscienti del fatto di star pensando del fatto di star pensando. Questo mio delirio e spiegazione ripetitiva senza senso può essere compreso solo se lo si prova sulla propria pelle, sarà subito chiaro;
3) Essere coscienti costa tanti gettoni di energia. Il cervello non può mantenere una soglia elevata d'attenzione consapevole per sempre, sia nei sogni che nella realtà. Quindi dopo un pò di tempo sarete portati addirittura a dimenticarvi della tecnica che stavate eseguendo e l'inconscio sottometterà completamente il conscio e di conseguenza non penserete più al fatto di star pensando ma penserete a qualcos'altro e basta, vi farete prendere da ciò che vi accade attorno oppure dall'immaginazione non volontaria/non controllata. Se non credete sia possibile, ripeto, provate voi stessi: c'è chi riesce a durare di più, chi meno, ma dopo un pò di tempo, anche se vi ci mettete e vi obbligate a pensare al vostro stesso pensiero, dopo un pò il cervello dirà: "basta, sto spendendo troppa energia che tra l'altro non mi sta portando da nessuna parte, non ho riscontri tangibili" e sarete obbligati a dimenticarvi al fatto di pensare di pensare.
Non so se si sia capito il discorso, purtroppo è difficile parlare di cose del genere in quando è tutto astratto e può essere compreso solo attraverso una messa in pratica personale sperimentata su sé stessi. E' tutta una questione di percezioni e di pensieri, a volte indescrivibili perché sono talmente immateriali e vuoti da non poter essere trascritti su carta.
Se invece pensate di aver colto perlomeno il senso generale e ve la sentite di provare, fatemi sapere qui sotto tramite un post come va!
