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Come superare i propri limiti e aumentare le nostre capacità in veste di onironauti.

[Coscienza = Pensiero di Pensiero] Il mestiere della mente

Messaggioda NeuroEngineer » 28/11/2022, 17:45

EDIT: Mi sono spiegato un pò meglio nel secondo post, magari partite da quello e poi se vorrete approfondire leggetevi anche questo (il primo del topic).

Lo sappiamo: nessuno, compresa la scienza, riesce a comprendere cosa sia la coscienza.
Eppure, due cose possiamo dirle:
1) La coscienza implica l'autoconsapevolezza di sé e la valutazione in chiave soggettiva di ciò che accade nell'ambiente circostante;
2) La coscienza è definibile pensiero di pensiero.

Cosa si intende con il secondo punto? Semplice: nel cervello vengono continuamente messi in atto dei meccanismi in grado di generare un pensiero (inconsapevole).
Un pensiero è come un pacchetto che racchiude al suo interno informazioni, dati, concetti, idee, desideri, bias, ragionamenti e riflessioni "In background", istruzioni del "pilota automatico" (che impatta sul comportamento istintivo), raffigurazioni del mondo, percezioni, memorie, ecc...e trascina con sé anche le emozioni. Il pensiero è la forma che tutta questa mutevole gamma di elementi, inizialmente caotica e deforme, assume.
Tutti gli animali dotati di sistema nervoso, chi più chi meno, pensano: è grazie a tale "forma" che viene plasmato e successivamente messo in pratica il loro agire.

Il pensiero è caratterizzato, inizialmente, dall'essere totalmente inconsapevole, dunque guidato dall'inconscio (più del 75% della mente). E' il prodotto finito di scariche elettriche(-magnetiche), flussi chimici e meccanismi fisici-biologici...è un "circuito stampato" su cui scorrono input sotto forma di impulsi nervosi, con lo scopo di raggiungere un output.

Eppure, cosa accadrebbe se l'input che genera un pensiero fosse, a sua volta, esso stesso un pensiero? E' qui che molti studiosi posizionano la coscienza.
E' come se il cervello fosse dotato di due tipologie di elaboratori, presenti su due "strati" differenti:
-) allo strato più basso troviamo il pensiero inconsapevole. Questo prende in input stimoli, provenienti dall'ambiente esterno, in totale autonomia > il suo output è l'agire, il comportamento, mettere in moto specifici "ingranaggi" presenti nel corpo e nella mente. L'inconscio registra i dati dell'ambiente, li associa alle esperienze/memorie pregresse e dà forma ad un pensiero inconsapevole.
-) allo strato più alto troviamo il pensiero consapevole. Questo arriva dopo rispetto al tipo di pensiero sopra descritto, in quanto lo necessita come input. Infatti, il pensiero consapevole prende in input il pensiero inconsapevole (una sorta di iterazione del pensiero) e ne ricava un output che è la coscienza, la consapevolezza di star pensando e l'associazione del contenuto del pensiero stesso ( e di conseguenza dell'agire ) al proprio io.

Inoltre, ogni pensiero nasce perché finalizzato a qualcosa, serve un obiettivo che dia forma (e senso di esistere) al pensiero. Senza una causa scatenante o senza un scopo il pensiero non nasce, non esiste proprio.
Se non ci credete, ecco un esperimento. Stavate pensando per caso ad un tagliaerba prima che io avessi scritto la parola "tagliaerba" in questa frase? Ovviamente no. Esperimento riuscito.

Altro esperimento: stavate pensando di star respirando? No, ma ora che ci fate caso probabilmente inizierete a sentire "strano" il vostro respiro, non più spontaneo come prima.
Oppure, se camminate in modalità "pilota automatico" e poi pensate di star pensando di camminare, probabilmente inizierete a camminare storti e avrete difficoltà ad avere un ritmo normale ed equilibrato come prima. Paradossalmente è come se vi foste dimenticati come si cammina.

Comunque sia, perché tutto questo discorso?
Perché una tecnica super-banale ma anche la più super-efficace per innescare consapevolezza (ad un grado superiore rispetto al normale) è ricordarsi di pensare di pensare.
Ponetevi ogni tanto l'obiettivo di pensare al vostro stesso pensiero: vedrete che bastano un paio di minuti per sentirvi osservatori esterni di voi stessi.

Per esempio, io sto digitando i tasti sulla tastiera e fino a questo momento lo ho fatto in automatico, senza pensarci consapevolmente: a guidarmi era il pensiero inconscio.
Ma basta pensare di pensare di star digitando ogni singolo tasto per essere più consapevoli del momento presente (anche se è dimostrabile sia sperimentalmente che empiricamente sulla propria pelle che in questo modo la quantità di errori aumenta, l'inconscio è più potente e produttivo del conscio; di fatti in queste ultime due frasi ho dovuto correggere 5 errori di digitazione, cosa che prima non mi era capitata).

Quando guardate un albero, quando scrivete, quando disegnate, mangiate, dormite, vedete un film...pensate di star pensando. Tutto qui, semplice, banale, ma sorprendente se ci si prova davvero.
La coscienza, normalmente, si "attiva" nel momento in cui viene richiesto alla mente di prendere le redini della situazione, i comandi manuali: quando viene richiesta la soluzione ad un problema la cui soluzione non è istintiva. E da qui che nasce la ragione, la razionalità e l'etica, nonché l'aspetto decisionale volontario dell'essere umano.

La tecnica consiste dunque in questo (e potrebbe essere utilissimo per la TALD): ogni tanto, più tempo lo fate meglio é (bastano anche solo 10 minuti), continuate a fare quello che stavate facendo, qualunque cosa essa fosse, ma mentre la fate pensate consapevolmente di starla effettivamente facendo. In alternativa, questa è molto più potente, quando siete presi dall'immaginazione o dalle riflessioni, pensate al fatto di star pensando.
Molte volte questo aiuta anche per rendersi conto che i problemi su cui si stava rimuginando (trascinati ormai dal flusso del pensiero) erano stupidi e senza senso: che il problema era di scarsa importanza ed era divenuto apparentemente insormontabile (ma era tutta un'illusione) solo perché si era rimasti ancorati al pensiero inconsapevole che non riesce a distinguere bene cosa sia inutile, poco etico, essenziale e cosa invece si può evitare, magari andando contro l'istinto e mettendo in discussione i bias cognitivi e le esperienze passate a cui siamo abituati. In pratica serve per non fare due volte lo stesso errore.

Ho provato sulla mia pelle questa "tecnica" e funziona benissimo, sia nello stato di veglia che nello stato di sonno per indurre sogni lucidi.
In pratica si usa la definizione stessa di coscienza come "pensiero di pensiero" per poterla ottimizzare o indurre quando in verità bisognerebbe rimanere fermi allo stadio basso del pensiero inconsapevole (come quando si dorme).

Se diverrete abbastanza bravi, vi sorprenderete soprattutto di tre cose in particolare:
1) A volte vi porrete sul serio la domanda: ma il libero arbitrio esiste davvero? Perché i pensieri che frullavano nella vostra testa e che solo in apparenza percepivate come vostri, in verità non vi appartenevano e non eravate voi ad aver scelto di pensarli. Tanto è che quando pensate di star pensando ed acquisite controllo cosciente su tale pensiero vi dite: "Ma perché stavo pensando a questa cosa?";
2) Se vi sforzate per più minuti di fila di pensare di pensare, arriverete ad un punto in cui il pensiero non avrà più contenuto e sarà tutto un concetto astratto, completamente vuoto. Ciò che intendo è che se normalmente la coscienza nasce dal pensare consapevolmente ad un pensiero che ha un contenuto (esempio: "oh guarda, sto camminando! Oh guarda, sto guardando un video! Oh guarda, sto pensando a cosa farò domani"), portando la mente al suo limite inizierete a pensare solo di pensare e null'altro. Non c'è contenuto: c'è solo una presa di coscienza del fatto di essere coscienti del fatto di star pensando del fatto di star pensando. Questo mio delirio e spiegazione ripetitiva senza senso può essere compreso solo se lo si prova sulla propria pelle, sarà subito chiaro;
3) Essere coscienti costa tanti gettoni di energia. Il cervello non può mantenere una soglia elevata d'attenzione consapevole per sempre, sia nei sogni che nella realtà. Quindi dopo un pò di tempo sarete portati addirittura a dimenticarvi della tecnica che stavate eseguendo e l'inconscio sottometterà completamente il conscio e di conseguenza non penserete più al fatto di star pensando ma penserete a qualcos'altro e basta, vi farete prendere da ciò che vi accade attorno oppure dall'immaginazione non volontaria/non controllata. Se non credete sia possibile, ripeto, provate voi stessi: c'è chi riesce a durare di più, chi meno, ma dopo un pò di tempo, anche se vi ci mettete e vi obbligate a pensare al vostro stesso pensiero, dopo un pò il cervello dirà: "basta, sto spendendo troppa energia che tra l'altro non mi sta portando da nessuna parte, non ho riscontri tangibili" e sarete obbligati a dimenticarvi al fatto di pensare di pensare.

Non so se si sia capito il discorso, purtroppo è difficile parlare di cose del genere in quando è tutto astratto e può essere compreso solo attraverso una messa in pratica personale sperimentata su sé stessi. E' tutta una questione di percezioni e di pensieri, a volte indescrivibili perché sono talmente immateriali e vuoti da non poter essere trascritti su carta.

Se invece pensate di aver colto perlomeno il senso generale e ve la sentite di provare, fatemi sapere qui sotto tramite un post come va! :angel:
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Re: Coscienza come pensiero di pensiero - Paradossi e Tecnic

Messaggioda ipparcos » 29/11/2022, 20:00

NeuroEngineer ha scritto:2) Se vi sforzate per più minuti di fila di pensare di pensare, arriverete ad un punto in cui il pensiero non avrà più contenuto e sarà tutto un concetto astratto, completamente vuoto.
3) ... dopo un pò di tempo sarete portati addirittura a dimenticarvi della tecnica che stavate eseguendo e l'inconscio sottometterà completamente il conscio e di conseguenza non penserete più al fatto di star pensando ma penserete a qualcos'altro e basta


Molto bello il tuo post!
Concordo e ho fatto esperienza dei punti 2 (quando mi fermo a pensare a quello che stavo pensando il pensiero svanisce e rimane solo il mio IO) e 3 (dopo un pò di tempo si innesca il pensiero automatico perchè non siamo capaci di rimanere troppo tempo PRESENTI A NOI STESSI).
Farò l'esercizio che ci hai suggerito. Ti farò sapere.

EDIT: in serata ci ho provato ed in effetti in quello stato di "primo pensiero" ci rimango veramente poco, anche pochi secondi. Con uno sforzo più attento anche un paio di minuti ma nulla più. Poi il "secondo pensiero" quello automatico prende il sopravvento.

DOMANDA: come tutto questo potrebbe essere tradotto in tecnica/modo per avere sogni lucidi?
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Re: Coscienza come pensiero di pensiero - Paradossi e Tecnic

Messaggioda NeuroEngineer » 30/11/2022, 15:48

in serata ci ho provato ed in effetti in quello stato di "primo pensiero" ci rimango veramente poco, anche pochi secondi. Con uno sforzo più attento anche un paio di minuti ma nulla più. Poi il "secondo pensiero" quello automatico prende il sopravvento.


Esatto. Durante questa settimana sto cercando di far perdurare il "primo pensiero", ogni giorno un pò di più rispetto al precedente: se si ragiona per piccoli passi, aumentando la durata anche di soli (circa, non è una scienza esatta, in base a come te la senti puoi fare +5 minuti in un solo giorno o al contrario mezzo nanosecondo)20 secondi al giorno, ogni settimana va a finire che riesci a mantenere la mentalità "carpe diem" tipica del pensiero di pensiero per +2 minuti rispetto al punto di partenza. E di conseguenza, alla fine del mese, si arriverà ad almeno una decina di minuti consecutiva (in una sola "sessione" di "primo pensiero"), con meno sforzo e più spontaneità.

In passato provai questa tecnica un paio di volte e funzionò benissimo: in due mesi raggiunsi una media di 1 oretta di "pensiero di pensiero" al giorno, il che non è per niente male, dato che poi puoi sfruttare quel mindset che ti sei creato per tutto il resto della giornata.

Per riassumere tutta la tecnica (e lo scorso post) in due frasi: consiste in una sorta di ADA o mindfulness e, nonostante sia molto più semplice e banale rispetto a queste ultime (richiede meno sforzo e non bisogna interrompere le proprie attività, ma anzi prenderne parte attivamente con la coscienza), ho scoperto essere molto più efficace in quanto si basa sulla definizione stessa di coscienza (>consapevolezza). Se la coscienza è definibile, per i nostri scopi, come "pensiero di pensiero" > allora basterà porre attenzione al fatto di star pensando (quindi auto-osservarsi, tramite il pensiero stesso, mentre la propria mente è in attività) per poter "risvegliare" la coscienza, anche nei momenti (come il sonno o il "pilota automatico") in cui normalmente è l'inconscio a governare.

Per approfondire anche da un punto di vista scientifico, la questione è collegata alla due reti della Default Mode Network e Task Positive Network (spiegazione semplificata qui: https://parolaperta.wordpress.com/2021/05/24/575/).

Un altro tassello da tenere bene a mente: il cervello ha solo uno scopo; smettere di pensare. Una volta assimilata questa nozione (verità), si comprenderà come manipolare la propria mente. Auto-manipolarsi per portare la propria mente a raggiunger un determinato obiettivo (es: essere più confidenti, sconfiggere le proprie paure, controllare le emozioni, avere sogni lucidi, apprendere più in fretta, ecc.) equivale a mandare un Cavallo di Troia all'interno del Cavallo di Troia stesso: prendi controllo del sistema (la mente) sfruttando i punti di forza e di debolezza del sistema stesso, nonostante tu non sia altro che una pedina del sistema (il conscio, ovvero il proprio io, è dipendente dall'inconscio ed entrambi definiscono la mente)!

Il cervello vuole smettere di pensare perché ciò significa risolvere tutte le cause (che vengono gestite come dei problemi, al di là che siano "belli" o "brutti") da cui sono scaturiti tutti i pensieri che in quel momento lo stanno "attanagliando", che da un punto di vista biologico significa che gli stanno prosciugando l'energia (è concretamente ciò che accade).
La storia del cervello, se ci si pensa, è abbastanza triste: una macchina che è nata con lo scopo di gestire i pensieri, ma l'unica cosa che desidera è il riposo, quindi smettere di pensare, quindi andare contro lo stesso principio che la ha fatta nascere. Lei fa quel che può, ragiona, riflette, emana flussi di coscienza e lascia gestire all'inconscio ciò che ormai è abituata a elaborare e dunque ritiene superfluo (> lo rende automatico/scontato)...eppure i pensieri non terminano mai. Rallenta un pò la sua frenetica e inesauribile mole di lavoro solo quando dorme, ma neanche nel sonno si ferma: tra sogni da simulare, memorie da consolidare e segnali da mandare/scartare provenienti da tutto il corpo, non ha mai pace. E poi ci sono quei momenti in cui proprio odia il suo lavoro, non ce la fa più: è lì che nasce lo stress, definito d'altronde proprio come "la risposta psicologica e fisiologica che l'organismo mette in atto nei confronti di compiti, difficoltà o eventi della vita valutati come eccessivi, troppo complessi e impegnativi". Lo stress nasce da un sovraccarico di pensieri.

Durante il viaggio della mente verso la tanto agognata pensione (la morte cerebrale :angel: , come vedete abbiamo tante cose in comune), alcuni pensieri portano a risultati straordinariamente produttivi (eureka!), altri vengono ben presto dimenticati perché insulsi, altri ancora ci fanno del male (frustrazione e rimuginare), ecc. Ci sono tante tipologie di pensiero; e ci mancherebbe, dato che si stima che ne abbiamo oltre 6.200 al giorno! (alcuni riportavano (fino al 2017) il numero 70.000, ma ci si è accorti che in verità è come se più "pensieri" ne definiscono uno solo (nuova stima del 2020)).

Tornando alla nostra tecnica, e quindi anche alla tua domanda@ipparcos, il discorso fin qui portato avanti è il carburante con cui far funzionare tutto ciò:
riassumendo in soldoni un'ultima volta, la mente vuole smettere di pensare, si funge dell'inconscio per gestire compiti secondari a cui ormai è abituata e il conscio nasce da un'iterazione del pensiero (pensiero di pensiero).

DOMANDA: come tutto questo potrebbe essere tradotto in tecnica/modo per avere sogni lucidi?

RISPOSTA: il sogno è un fenomeno governato dall'inconscio, quindi dal pensiero che definisco standard > per farlo diventare lucido, ovvero per acquisire consapevolezza, bisogna risvegliare la coscienza, quindi bisogna (ri)pensare al fatto di star avendo un pensiero standard, il che genera un pensiero che definisco eccezionale (nel senso che costituisce l'eccezione), ovvero un pensiero standard applicato ad un altro pensiero standard. Se dovessimo scriverlo come formule matematiche:

La funzione "P(x)" è una legge applicata al pensiero, che funziona inconsciamente.
Se applico P(x) a sé stessa, ovvero faccio P[P(x)], allora significa che penso di star pensando, il che porta a far divenire consapevole quel pensiero > innesca consapevolezza.

Di fatti, un sogno diventa lucido quando ci accorgiamo (pensiamo al fatto) di star sognando (che è a sua volta un pensiero).

Abituandoci (e quindi allenando la mente) a pensare di pensare, avremo più probabilità di farlo anche in sonno.
Spero di essermi spiegato un pò meglio questa volta, se ci sono altre domande o novità con l'esecuzione della tecnica (che ricordo avere benefici anche durante la veglia), fatemi sapere! :cool:
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Re: [Coscienza = Pensiero di Pensiero] Il mestiere della men

Messaggioda ipparcos » 01/12/2022, 10:46

Questa discussione è così stimolante! Ora ad esempio mi son messo a fare qualche minuto di pensiero di pensiero. Ebbene per un paio di minuti ci sono riuscito. Poi cosa è successo? È’ piombata nella mia mente un pensiero: ma oggi che tempo farà? È quasi in automatico ho tirato fuori il cellulare per vedere le previsioni! Assurda questa cosa! Un pensiero venuto dal nulla mi ha così condizionato da fermare l’esercizio e farmi prendere il cellulare. Questo mi è successo nel piccolo. Figuriamoci questi pensieri come condizionano la nostra vita nel grande!
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Re: [Coscienza = Pensiero di Pensiero] Il mestiere della men

Messaggioda NeuroEngineer » 01/12/2022, 18:22

Figuriamoci questi pensieri come condizionano la nostra vita nel grande!

Più scendi a fondo nella tana del "bianconiglio mentale", più ti rendi conto che siamo estranei a noi stessi; o meglio che quello che definiamo "io" non è quello che ci raccontiamo che sia.
Il libero arbitrio esiste, ma è un'illusione: siamo osservatori di decisioni che siamo portati (anzi costretti) a prendere, perché regolati dagli ingranaggi di causalità e casualità, illudendoci di essere stati noi ad aver scelto. Inoltre siamo portati ad avere pensieri (e quindi ad assumere un certo comportamento) che riteniamo aver deciso volontariamente di formulare, ma che in verità non ci appartengono.
Credo che la visione del "velo di Maya" come intesa da Schopenhauer renda bene il concetto, ma questo è materiale per un'altra storia...

Altre tre osservazioni utili per la tecnica:
-) Concentrarsi-attenzionare-focalizzare qualcosa significa non sforzarsi di combattere per far emergere quella cosa, fissandola intensamente; bensì significa filtrare tutto ciò che non sia quel qualcosa.
Per esempio, sforzarsi di studiare in un ambiente affollato usando il primo metodo (in rosso), equivale a far "urlare più forte" le pagine del libro sperando futilmente che possa eclissare tutto il chaos che ci circonda.
Invece, ha più senso usare il metodo in verde, in quanto sfrutta il modo in cui la mente stessa registra ed elabora gli input: filtra tutto ciò che non sia il libro su cui stai studiando, fai finta di non sentirle.
Così anche i "sussurri" delle pagine del libro saranno le sole voci che sentirai nel chaos, che mano mano inizia a scomparire e offuscarsi.
Vi sarà capitata una giornata in cui magari per strada o nell'edificio in cui abitate ci fossero dei lavori (trapani, martelli, ecc.): se il rumore perdura, il cervello cerca di "chiudere i ponti" con questo segnale esterno.
Dopo un pò vi ci abituerete e non ci farete più caso: solo quando i rumori cesseranno vi sorprenderete pensando "oddio, ma davvero fino ad adesso hanno fatto casino e io non me ne stavo neanche più rendendo conto?"
Lo stesso discorso vale con i pensieri: per focalizzarsi su uno specifico pensiero (che se ci ponete attenzione scivolano via come se fossero oleosi, cadendo ben presto nel dimenticatoio e venendo sostituiti da un flusso di pensieri irrefrenabile), non sforzatevi di imprimere quello specifico pensiero nella mente cercando di sopprimere tutto il resto (che è impossibile). Cercate invece di filtrare, mettere in secondo piano, tutti i pensieri che non siano quello che volete, che tuttavia continueranno ad affollare la vostra mente, ma non ve ne renderete conto!
In altre parole, per chiarificare definitivamente, significa dire: "Inconscio, lascio gestire a te tutto questo chaos, fai emergere alla coscienza solo ciò che mi interessa. Io mi focalizzerò su questo, mentre tu in background pensi al resto". Filtrare è la parola chiave.

-) Non solo è difficile mantenere lo status del "pensiero di pensiero", ma anche il più banale "pensare alla stessa cosa per un certo tot di tempo". A meno che quel pensiero non sia come un "trauma temporaneo" che vi assilla anche emotivamente (come un rimuginare, una paura, un'aspettativa, una nostalgia o un motivo di rabbia, ecc.), ogni pensiero che voi abbiate durerà per poco e lascerà ben presto il posto ad altro, senza che voi ve ne rendiate conto.

Analizziamo un piccolo esemplare di umano all'opera: "Ah, ho fame. Vorrei proprio una fetta di pizza. Certo che fa freddo oggi, meglio mettermi un magione. Forse no, quello mi da sempre prurito alla pelle. Ma quando è che passa il treno? Domani ho un appuntamento alle 7:00. Stasera quando torno a casa mi vedo Slumberland. Ieri Giovanni mi ha proprio fatto incazzare."
Tutto questo accade in pochi secondi. 6.200 pensieri giornalieri dovranno pur trovare il loro posto e il loro tempo!

-) Nell'età contemporanea si assiste ad un fatto preoccupante per molti sociologi e neuroscienziati: la capacità di concentrazione è notevolmente diminuita. Le generazioni più giovani sembrano avere anche zone del cervello meno sviluppate, che coincidono proprio con la capacità di assistere ad uno stimolo per un certo tot di tempo. Il che, purtroppo, non sorprende: siamo passati dai documentari di due ore, ai video di YouTube di una mezz'ora, ai video di Instagram di un paio di minuti, a TikTok in pochi secondi... : WallBash :
Un disastro per la mente. Anche lo stile di vita frenetico e poco paziente influisce molto: vogliamo tutto, subito. Lo pretendiamo e se non ci arriva siamo talmente ipocriti da arrabbiarci subito!

"Wow, che rapidità Jeff! Hai viaggiato per mari e monti per recapitarmi questo oggetto, in un solo mese per giunta! Ti ringrazio tantissimo!" - Uomo nel 1700
"Che schifo Amazon, ieri ho ordinato un pacco e non mi è ancora arrivato" - Uomo nel 2022

La tecnica del pensiero di pensiero aiuta molto in questo. E' per motivi del genere che affermo che potrebbe avere una sua utilità anche nella questione del TALD: si impara a dare più importanza (proprio a livello di comportamento e percezione) al Tempo e al proprio sé.
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Re: [Coscienza = Pensiero di Pensiero] Il mestiere della men

Messaggioda ipparcos » 02/12/2022, 12:38

Viviamo in una società nevrotica in cui o si diventa tutti tiktok's style (cioè continui e veloci pensieri che all'atto pratico ti lasciano con "un pugno di mosche in mano" ) oppure si diventa fissati su pensieri ossessivi compulsivi (su preoccupazioni, cibo, sesso). Siamo diventati così.
In tutto questo nevrotismo quello che ci può salvare è l'OSSERVATORE che è dentro di noi. Che a nostra discrezione (con un atto di volontà) può zittire tutte le nostre nevrosi ed OSSERVARE.
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Re: [Coscienza = Pensiero di Pensiero] Il mestiere della men

Messaggioda Reylock » 31/12/2022, 0:32

Innanzitutto grazie mille perché come detto nel DreamCon da qualcuno, "poche" righe racchiudono un enorme e semplice significato da intuire su cui alcuni scrivono interi libri.
Questo concetto finalmente interiorizzato al meglio sta già rivoluzionando i miei processi mentali, le mie abitudini, stile di vita, approccio al sogno lucido, alla realtà, alla gestione delle emozioni negative,
apprezzare di più il presente, avere maggiore focus nelle attività più impegnative, ridurre lo stress etc etc...

Questi post, quindi la tua spiegazione, ha fatto da collante per una serie di letture, approcci alla meditazione e al "carpe diem"...e tutto ciò sta trasformando la mia vita, letteralmente sta avvenendo una metamorfosi. ( in positivo)

Ora è un mesetto che lo pratico, e da circa due settimane con più impegno.
Essendo una persona molto persa nei pensieri, complice a volte i lavori ripetitivi e una naturale attitudine di avere "la testa nelle nuvole", per me è stato abbastanza impegnativo riuscire a praticarlo.

Ora riesco a restare in quello stato per una ventina di minuti, ma dopo incontro un leggero affaticamento mentale, e preferisco focalizzarmi sul respiro, visto che ho notato che andando e venendo il ritmo del respiro crea dei momenti vuoti in cui l'attenzione si può " riposare". Quindi devo ancora capire quale equilibrio ricercare e con che ritmo aumentare ogni sessione.

Detto ciò sono molto soddisfatto perché durante il giorno i momenti in cui la coscienza si risveglia sono sempre più numerosi e stanno crescendo esponenzialmente man mano che la pratica prosegue.
Finalmente inizia ad essere riportato pure nei sogni normali, ma non ne segue lucidità, immagino che i momenti sono troppo brevi per il momento.
L'ho utilizzato alcune volte nei sogni lucidi e ne è conseguita una buona stabilità sia della realtà onirica, sia a livello emotivo e di aspettativa.

Salvo un caso nel quale il pensiero di pensiero unito alla non aspettativa mi ha portato in una totale e completa attenzione per il presente, per alcune decine di secondi non sono riuscito più ad accedere alla memoria,
quello unito al mondo iperrealistico mi ha fatto entrare in totale panico, non riuscendo più a capire dove mi trovassi.
Da capire se è un caso isolato e quindi solo imputabile a una bassa consapevolezza, o se il focalizzarsi sul pensiero di pensiero e totale non aspettativa sia meglio in seguito al parziale recupero di parte della memoria e risveglio della coscienza (magari pensiero di pensiero ma non aspettativa successivamente)

Un altro aspetto che immagino debba stabilizzarsi è una maggiore non lucidità di notte e al mattino, non capisco se è il confronto con le giornate che diventano man mano più consapevoli,
e quindi una prospettiva sfalsata. (Pure i sogni sembrano meno lucidi, meno dream sign, meno dubbi, meno reality check, sonno più profondo. ma potrebbero essere altri fattori a influire su questi ultimi)
Oppure l'inconscio che "spodestato" durante il giorno si prende la rivincita la notte? :roll:

Qualcun altro ha notato questo squilibrio la notte (e il mattino)?
Può essere che a causa dell'impegno nel praticare il pensiero di pensiero si creino zone del giorno in cui si concentra più consapevolezza e altre in cui è l'inconscio a guidare le azioni e pensieri?

In questo caso pensate che sia meglio lasciare un argine di manovra all'incoscio, oppure come suggerito
significa dire: "Inconscio, lascio gestire a te tutto questo chaos, fai emergere alla coscienza solo ciò che mi interessa. Io mi focalizzerò su questo, mentre tu in background pensi al resto". Filtrare è la parola chiave.

Quindi si può cercare una continuità maggiore nella coscienza durante le giornate e notti senza andare a creare uno squilibrio a livello mentale, perchè avverrà in parallelo ad essi.
quindi è solo necessario un pò di tempo per riprogrammare le abitudini e abituarsi.
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Re: [Coscienza = Pensiero di Pensiero] Il mestiere della men

Messaggioda ipparcos » 31/12/2022, 13:56

Reylock ha scritto:Innanzitutto grazie mille perché come detto nel DreamCon da qualcuno, "poche" righe racchiudono un enorme e semplice significato da intuire su cui alcuni scrivono interi libri.

Infatti io prima ero appassionato di saggi, poi ho capito che nella maggior parte dei casi libri di 200 pagine ne tengono 200 di pagine solo perchè devono vendere, quando ne bastavano 20 di pagine. E quindi non compro più libri.
Reylock ha scritto:Essendo una persona molto persa nei pensieri, complice a volte i lavori ripetitivi e una naturale attitudine di avere "la testa nelle nuvole", per me è stato abbastanza impegnativo riuscire a praticarlo.

Pure io sono così. Quindi il tuo post mi è da ispirazione per provarci come stai facendo tu!
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Re: [Coscienza = Pensiero di Pensiero] Il mestiere della men

Messaggioda NeuroEngineer » 09/01/2023, 20:19

Grazie del feedback @Reylock! :geek:
Direi con piacere che i risvolti benefici della """"pratica"""""" si sono fatti vedere anche nel tuo caso. Ovviamente per convivere pacificamente, spontaneamente e senza sforzo/affaticamento mentale con il mindset del pensiero di pensiero, serve abitudine, una riprogrammazione (come tu la hai definita) del thought-flow (flusso di pensieri) e del così detto in gergo tecnico "Attentional Shift", ad opera di zone cerebrali come quella temporo-parietale, che come suggerisce il nome gestisce le informazioni e gli input che destano la nostra attenzione e soprattutto su dove cade (si concentra) il nostro focus selettivo.
In altre parole, il "cosa" verso cui sono portati a dirigersi i nostri pensieri e i nostri sensi (es: un forte rumore improvviso genera un rapido e impattante "Attentional Shift").
L'AS è una capacità umana che si è sviluppata negli anni per necessità di sopravvivenza e imparare a gestirlo coscientemente (con l'allenamento) significa ottimizzare e migliorare la propria capacità di concentrazione (filtraggio dei "rumori di fondo" indesiderati), assumere maggiore controllo su ciò che si pensa e dunque sulle proprie emozioni (contemporaneamente causa ed effetto di tali pensieri), ecc.
E' abbastanza ovvio il come l'AS sia connesso al "pensiero di pensiero".

Oppure l'inconscio che "spodestato" durante il giorno si prende la rivincita la notte? :roll:
Qualcun altro ha notato questo squilibrio la notte (e il mattino)?


In passato ti avrei risposto: "Sì, lo ho notato, anche a me accade questo".
Oggi ti dico invece: "No, anzi, il pensiero di pensiero innesca coscienza quasi in automatico anche durante il sonno > dunque nei sogni > dunque catalizza (o aiuta a innescare) sogni lucidi".

Si tratta di allenamento e quindi di energia necessaria per mantenere in equilibrio questo mindset: all'inizio ci vuole sforzo, dura per poco tempo e i risultati sono minimi. Mano mano, come in palestra, per "sollevare lo stesso peso" ci vuole meno sforzo, lo si riesce a fare per più tempo e aumenta la produttività. Si abbassa la soglia del potenziale d'azione per innescare questo meccanismo (si veda il parallelismo percorso neurale da sentiero ad autostrada).

Infatti la coscienza, qualunque cosa essa sia davvero a livello "anatomico", richiede una cosa fondamentale: ENERGIA (sottoforma di ATP principalmente). E ne richiede davvero tanta.
Ed è per questo che quando manca ossigeno o non si dorme / mangia / beve da tanto tempo si ha fatica ad essere coscienti (ovvero raccolta e riserve delle risorse), oppure che vengono delegate attività a cui siamo ormai abituati (a mò di pilota automatico) all'inconscio, ovvero a scopo di risparmio delle risorse.
E' ovvio che se si alza l'asticella della consapevolezza per un certo periodo in via eccezionale, quindi si è più coscienti di sé e dell'ambiente che ci circonda, l'energia viene spesa rapidamente, ci si stanca proprio a livello mentale e conseguentemente l'inconscio, molto più efficiente e meno dispendioso, prende come hai correttamente definito "il sopravvento".

Man mano tuttavia, più essere coscienti diventa un modo di vivere quotidiano alla carpe diem (second by second), più si allena la consapevolezza (per esempio tramite mindfulness), più facile e meno dispendioso sarà riesserlo in seguito.

Infatti io prima ero appassionato di saggi, poi ho capito che nella maggior parte dei casi libri di 200 pagine ne tengono 200 di pagine solo perchè devono vendere, quando ne bastavano 20 di pagine. E quindi non compro più libri.

Ma nooo!! :o Conseguenza troppo tragica hahahaah
Puoi usare l'applicazione di 4Books se non la conosci, anche se per me la carta rimane insostituibile.
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