Ma devi convenire sul fatto che tanto il nervo del muscolo dello stomaco quanto ad esempio il sensore di una protesi elettromeccanica ricevono entrambi un impulso, che potrebbe anche essere una semplice scossetta, SOLO DOPO che la mente produce un pattern all'interno di una specifica area del cervello (es: pattern di memoria tattile), pattern di cui la mente si avvale per prendere una decisione. Intendo dire che un motoneurone del sistema periferico, quale quello associato al muscolo dello stomaco, non può imparare da solo come giocare al videogame perchè il suo unico compito è quello di ricevere istruzioni dal sistema nervoso centrale, il quale dopo aver memorizzato l'esperienza sensoriale (es: memoria tattile, visiva, uditiva, ecc..) decide quale azione compiere, pilotando i suoi motoneuroni con semplici impulsi. Quindi un nervo che ad esempio riceve dal cervello il comando di far alzare un braccio, non è consapevole del perchè il cervello ha deciso di compiere questa azione. Pertanto se l'impulso inviato su questo nervo verrà a sua volta inviato nel nervo somatosensoriale di un altro individuo, questi potrà ad esempio registrare una sensazione, ma il nervo non conoscerà lo scopo per cui questa sensazione è stata prodotta, nemmeno se alzi il braccio ritmicamente per inviare un codice, poichè è sempre necessario un cervello che interpreti il risultato. Il risultato interpretato dal cervello non è equivalente al treno di impulsi inviato dal nervo, ma è un pattern prodotto dalle cellule di quella specifica area cerebrale ed è questa l'informazione che è possibile trasferire direttamente da mente a mente. Tu dirai: e allora dove sta la novità dell'esperimento? La novità sta nel fatto di aver dato ai topi il dono della parola perchè senza questo escamotage non avrebbero potuto coordinarsi e migliorare le loro performance. Ancora, nel caso dell'esempio da te proposto, eseguire un esperimento in cui si contempla di inserire un elettrodo in un neurone somatico afferente al sistema nervoso centrale, come ad esempio quello di una zampa, avrebbe senso se si volesse istruire la cavia SOLO per classico condizionamento pavloviano, nel senso cioè di inviare ad esempio una piccola scossa per condizionarne il comportamento (meccanismo premio/punizione), ma non è questo il solo scopo dell'esperimento in atto, perchè, come recita l'articolo: "l'attivita neuronale corticale è stata registrata e analizzata in tempo reale e dopo trasferita alle corteccie somatosensoriali di altri animali collegati al Brainet, utilizzando la microstimolazione intracorticale". Intendo dire che i topi non hanno appreso l'informazione dai nervi periferici dei loro compagni, che da soli non avrebbero potuto fornire lo scopo dell'informazione dato che gli manca la parola, ma hanno imparato dall'esperienza dei loro compagni; esperienza che è stata possibile codificare mediante la tecnica della stimolazione intracorticale e poi trasferire tramite nella mente tramite Brainet:
https://en.wikipedia.org/wiki/Cortical_ ... on_mappinghttps://en.wikipedia.org/wiki/ElectrocorticographySolo in questo modo i topi hanno potuto trasferire la loro consapevolezza agli altri topi, producendo quindi dei risultati che nessun topo privo del dono della parola avrebbe mai potuto sognare. Quindi il trasferimento di informazioni tra mente e mente è un concetto che SUPERA il trasferimento di informazione tra nervi somatosensoriali e non metterei le due cose sullo stesso piano. Le decisioni prese dalle cavie durante l'esperimento dipendevano dalla consapevolezza di memorizzare una informazione (tattile, piuttosto che visiva o uditiva) discriminativa, direttamente inserita nella loro mente, e che nondimeno era avvertita come qualcosa finalizzata ad un preciso scopo, che ogni cavia interpretava come il proprio scopo, GRAZIE alla specifica sequenza dei picchi del segnale di stimolazione, che rappresentano appunto il messaggio da codificare a seconda del diverso esperimento e che coinvolge contemporaneamente diverse centinaia di neuroni del loro cervello. Ciò non avrebbe potuto accadere senza l'unisona sincronizzazione dei pattern neocorticali che le cavie hanno imparato a raggiungere intuitivamente e questo è l'equivalente di più processori che lavorano in parallelo. Molto interessante inoltre l'esperimento sul trasferimento delle memorie tattili.
Infine i ragazzi che giocano insieme al videogioco, ognuno col proprio avatar, sono perfettamente consapevoli di stare collaborando a un fine comune e il feedback tra di essi si basa sulla vista e sullo scambio senziente delle parole, mentre i topi non sanno di ricevere informazioni dai compagni, ma avvertono tali informazioni come proprie, ricevendole direttamente dentro la mente, e nel fare ciò riescono a risolvere le task a vantaggio di tutti i topi. Ciò che quindi emerge in un simile esperimento è il fatto che le informazioni scritte nell'hardware di un topo hanno un condizionamento sulle decisioni prese da un altro topo, che le interpreta come proprie necessità, senza prima aver fatto esperienza di queste necessità e senza saper di dover fare il tifo per i propri compagni. Quindi il cervello si dimostra come un hardware espandibile con altri hardware in modo da superare ostacoli dovuti alle sue limitazioni (basso intelletto del topo e incapacità di comunicare). Comunque, trascurando questo studio sui topi che prevede un training preliminare delle cavie, sai bene che gli esperimenti di optogenetica sono più che mai eloquenti nel dare la cifra degli avanzamenti tecnologici raggiunti, poichè si può letteralmente far credere quel che si vuole ai topolini senza che essi abbiano prima fatto esperienza o siano mai stati preparati ad eseguire una task in modo pavloviano.