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Sugli stati psi-conduttivi

Messaggioda Citrato » 22/09/2015, 20:00

Ho approfittato di un po' del mio tempo libero per preparare un'analisi critica del lavoro di parapsicologia proposto da PK2 qualche tempo fa, all'interno di un commento postato nel diario dei sogni lucidi di olrac. Per motivi di brevità ripropongo di seguito il link dell'articolo:

http://deanradin.com/evidence/Sherwood2 ... eamESP.pdf

L'articolo in questione è una review piuttosto datata che si propone di passare in rassegna i risultati di un certo numero di studi condotti nel campo dei sogni "Maimonides". Cercherò di spiegare brevemente in cosa consistono di solito questi tipi di esperimenti: in questi casi il sogno è visto come uno stato di coscienza che apre le porte alle esperienze extra-sensoriali per mezzo di una sorta di trasmissione telepatica di immagini. Pertanto avremo due soggetti, un "trasmettitore" e un "ricevitore", che passeranno la notte in un laboratorio. Il ricevitore si troverà a dormire in una stanza isolata e le sue onde cerebrali, nonchè il movimento dei suoi occhi, verranno monitorati durante il suo sonno. Quando il ricevitore entrerà nella fase REM, lo sperimentatore segnalerà al trasmettitore, tramite un apparecchio acustico e sotto la supervisione di un secondo sperimentatore, l'inizio della sessione dell'esperimento. Il trasmettitore dovrà pertanto concentrarsi su di una figura scelta da un computer in modo casuale, allo scopo di influenzare i contenuti del sogno del ricevitore. Alla fine della fase REM il ricevitore verrà svegliato e gli verrà chiesto di descrivere quello che ha sognato. La procedura potrà essere ripetuta più volte nel corso della notte, utilizzando la stessa figura. Infine, il resoconto scritto, riguardante i sogni avuti dal ricevitore, verrà passato ad una giuria che in modo indipendente dovrà dare una valutazione sulla possibile corrispondenza tra l'immagine bersaglio e i contenuti del sogno. I dati verranno trattati statisticamente al fine di valutare se esiste una correlazione significativa tra le figure selezionate dal computer e le immagini sognate dal ricevitore e stabilire quindi se il numero di successi ottenuti è significativamente maggiore di quello che si sarebbe avuto nel caso di eventi indipendenti occorsi in modo perfettamente casuale.

Premetto subito che in circa 150 anni di studi nel campo della parapsicologia, gli sperimentatori non hanno mai potuto trovare, purtroppo, dei soggetti che fossero dotati in modo chiaro e univoco di poteri paranormali, così che per sopperire alla mancanza di gente capace di spostare massi con la forza del pensiero ogni volta che gli veniva richiesto o di profeti in grado di dare sempre previsioni infallibili, si è dovuto fare affidamento agli strumenti della statistica e del calcolo delle probabilità. All'inizio, nel corso del XIX secolo, sotto l'influsso della corrente di pensiero positivista, l'entusiasmo in questo campo di ricerca era molto alto, tanto che eminenti scienziati dell'epoca, del calibro di Alfred Russel Wallace e William Crookes, spinsero l'allora professore di fisica William Fletcher Barrett e il filosofo Henry Sidgwick a fondare nel 1882 la famosa "Society for Psychical Research", dedicata agli studi sul paranormale, nel tentativo di unire questa disciplina alle leggi della fisica conosciuta. Purtroppo però quando ci si accorse a distanza di tempo che anche i più eminenti scienziati, convinti della bontà dei loro risultati, potevano venire facilmente ingannati anche da trucchi puerili messi in atto da bambini che avevano imparato i giochi di prestigio, la fiducia verso questo campo di ricerca iniziò a venire messa in discussione. Si scoprì che i soggetti migliori a smascherare questo genere di trucchi non erano tanto gli scienziati, quanto gli stessi maghi prestigiatori, i quali vennero prontamente reclutati, riuscendo a mettere a nudo una quantità innumerevole di frodi perpretrate da sedicenti medium e spiritualisti che venivano sottoposti ai test di laboratorio. Tra i più eminenti maghi scettici vale la pena menzionare grandi personalità del calibro di Houdini, James Randi nonchè il nostro benemerito mago Silvan. Nel corso dei decenni i risultati nel campo della parapsicologia divennero sempre meno convincenti e il numero di dipartimenti universitari che ottenevano finanziamenti per queste ricerche cominciarono a scemare, fino a ridursi al lumicino. Attualmente esiste ancora una ristrettissima cerchia di parapsicologi che si affida alla statistica per cercare di dimostrare l'esistenza di certi fenomeni paranormali, ma niente che possa paragonarsi alla numerosissima pletora di studiosi che iniziarono a fare questi esperimenti. L'indice statistico sintetico utilizzato in questi studi è ,di solito, il coefficiente di correlazione di Pearson, indicato con la lettera "r". E' un indice molto semplice, già superato da altri strumenti statistici molto sofisticati, ma che nondimeno può essere ancora considerato valido se i dati che vengono messi in correlazione appaiono coerenti e di facile interpretazione. Purtroppo la statistica è una disciplina maledetta ed io che in passato mi sono occupato di disegnare studi epidemiologici ed ho un background tanto nella statistica di base, quanto in campi specializzati come la statistica industriale, la statistica medica e la bio-statistica, so bene come la scelta degli strumenti matematici da applicare allo studio di una popolazione di dati possa finire per essere fuorviante e dare una rappresentazione dei dati completamente avulsa dalla realtà. Come se non bastasse, l'applicazione impropria di questi strumenti pare possa venire ancora oggi fatta scientemente da ricercatori che si occupano di campi di studio diversi da quelli della parapsicologia, specie se vengono finanziati da lobbies o istituzioni private che tendono a far passare certi messaggi all'opinione pubblica, sperando così di ottenere un ritorno di tipo pecuniario. Un caso da manuale potrebbe essere ad esempio quello della guerra ancora in corso tra studi epidemiologici che vogliono dimostrare la pericolosità delle diete che contemplano il consumo di carne rossa, come il famoso "ChinaStudy" oppure questo:

http://aje.oxfordjournals.org/content/179/3/282.long

e studi che smentiscono questa affermazione, come questo:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23486512

Per non parlare di studi che arrivano addirittura alla conclusione che qualsiasi cibo si ingerisca, vegetariano o non, può portare ad un aggravamento della salute:

http://ajcn.nutrition.org/content/97/1/127.long

A questo punto è d'obbligo chiedersi quale di questi studi è quello capace di darci un'informazione veritiera. La verità è che purtroppo si tratta in tutti i casi di studi "osservazionali", che come nel caso della parapsicologia, cercano di trovare una correlazione senza poter risalire alle vere cause del problema. E' come dire ad esempio che esiste una correlazione tra malattie e consumo di caffè, come se quest'ultimo potesse essere la causa della malattia, quando invece poi si viene a scoprire che in realtà la maggior parte di consumatori accaniti di caffè sono anche incalliti fumatori ed è questa la causa delle loro malattie. Altro esempio più torbido potrebbe essere quello delle lobbies che in passato hanno spinto alcuni ricercatori a pubblicare ricerche che volevano dimostrare la non pericolosità del consumo di zuccheri raffinati, ma ne potrei fare ancora tanti altri di esempi come questi.

Alla luce di queste riflessioni potrei anche fermarmi qui, ma decido invece di addentrarmi nel merito dello studio parapsicologico sui Maimonides per dimostrarne i punti di debolezza, ma senza perdermi troppo in tecnicismi che potrebbero solo finire per farmi apparire troppo pedante sull'argomento.

Una prima parte della review è dedicata alla disamina di alcuni studi pubblicati dall'inizio degli anni '60 fino alla fine degli anni '80 e che sembrano aver dato risultati statisticamente significativi. Gli autori di questi studi sono parapsicologi del calibro di:

Montague Ullman https://en.wikipedia.org/wiki/Montague_Ullman ;

Stanley Krippner: https://en.wikipedia.org/wiki/Stanley_Krippner ;

Charles Honorton: https://en.wikipedia.org/wiki/Charles_Honorton ;

e Daryl Bem: https://en.wikipedia.org/wiki/Daryl_Bem

Si tratta in tutti i casi di studi datati che sono ormai stati ampiamente esaminati e aspramente criticati per i difetti nel modo in cui sono stati disegnati e per l'evidente assenza di replicabilità.

Una seconda parte della review si occupa dei tentativi indipendenti di replicazione degli studi precedenti e ciò che purtroppo esce fuori sembra per gran parte una sfilza di fallimenti, annessi a problematiche sul modo di disegnare gli esperimenti, di cui ho estratto le parti più indicative:

- in some earlier studies, the blind judges’ judgements may not have been completely independent so that
they might have derived clues to the target identity from other transcripts
(Clemmer, 1986).


- Although no specific details of the outcome nor any statistical analyses were reported, Globus et al. (1968, p. 365) concluded that ‘A consensus of judges was unable to correctly designate the “target picture” more often thanwould be expected by chance; thus, the null hypothesis was not rejected’.

- However, six independent judges did not identify the target pictures better than MCE. It is not known how the judges (one of whom was the receiver) performed individually but it has been reported elsewhere that ‘the judges differed widely in their ratings’(Strauch, 1970, p. 50).

- As Dement acknowledged, this experiment was very problematic, not least because the senders were shown
a photo of the receiver and then asked to decide which target they should send. Although the judging procedure is not described, Dement reported that none of the targets was manifested in the receivers’ dreams.

- However, this study lacked adequate controls against sensory leakage and involved arbitrary selection of data for analysis (see Parker, 1975; Strauch, 1970) and so cannot here be considered a successful replication of the Maimonides studies.

- Van de Castle (1971) also acted as experimenter in a non-laboratory dream telepathy study involving a group of youth-camp members. However, the limited amount of information available in the published summary of this study makes it difficult to evaluate fully.

- Van de Castle (1989) felt very strongly that the conditions in the replication study were far from conducive and that it should be deemed neither a replication attempt nor a failure. However, the onus is on parapsychologists to identify what the psi-conducive and psi-inhibitory factors are and to ensure that studies are designed to maximize the former and minimize the latter; simply saying, after the fact, that the conditions were not right can too easily be seen as attempt to salvage a favoured but unsupported hypothesis.

- However, again this study cannot be considered an exact replication attempt. As Foulkes et al. (1972, p. 734) pointed out, ‘Our experiment deviated from the original in a number of ways. . . . It is not clear which set or sets of factors may have contributed to the discrepancy in results between the two studies’.

- In summary, none of the five studies that used EEG–EOG monitoring and deliberate awakening can be considered exact replication attempts because of their variations in procedure. Four of them cannot be considered successful conceptual replications either, in that performance was not significantly better than MCE.

- One potential problem with this study is that Weiner, who had determined the target sequence, independently judged the target and dream codings and compared her judgements with McCain to check for discrepancies; her memory of the target sequence might have influenced the resolution of any such discrepancies.

- When the results of these two studies were combined, the cumulative result was significant. Child et al. (1977) reported that ‘In subsequent months we carried out similar experiments with the agent in Connecticut and the participant in either Tennessee or Italy. These experiments showed little deviation from chance.’ (pp.
92–3) but mentioned no further details. These replication attempts do not appear to have been published and are therefore unavailable for review.

- The following morning, as a group, Rustomji-Kerns and the two experimenters judged first the Ganzfeld and then the dream mentation against four pictures in the target set, using ratings and rankings ... Once the judging had been completed, the target envelope was opened. For the preliminary trials, the mean z-scores indicated that in the Ganzfeld condition the targets were rated slightly higher than the non-targets but the reverse was true in the dream condition. However, neither of these means nor the difference between them was statistically significant.

- An attempted replication (Kanthamani & Khilji, 1990) involved a sample of ten participants who, in this case, each contributed two trials of each type, completed in a counterbalanced order. There were only two judges; the participant and the experimenter. Again, there was evidence of missing in the Ganzfeld condition
and hitting in the dream condition and, although neither of these deviated significantly from MCE, the difference between the conditions was again significant.

- Analyses of the combined ranks confirmed earlier findings, but here dream performance was also significantly better than chance. However, we are not convinced about the validity of the t-test analyses conducted given that it would appear, from the reported degrees of freedom, that the two data points per participant in each of the two conditions were treated as independent.

- Sargent and Harley did not analyze the two conditions separately, but rather combined performance for the two conditions, giving a sum of ranks of 101 that is below the MCE of 110. Although performance
in both conditions was better than MCE, neither comes close to significance (SOR for Ganzfeld is 53, where MCE = 60; for dream trials SOR is 48, where MCE = 50). Ganzfeld performance was a little better than dream performance, however.

- After a dream trial, the participant came into the laboratory with his or her dream report and rated and ranked four picture postcards. Unlike the Kanthamani studies, there were no additional independent judges. Although performance was lower than MCE in both conditions (dream SOR = 131, Ganzfeld
SOR = 137, MCE = 125), it was marginally better in the dream condition.

- McLaren and Sargent (1982) conducted another dream precognition study with a single participant who kept a dream diary. Performance on the non-CC trials indicated significant psi-missing; performance was insignificantly better than chance on the CC trials. Unfortunately there is insufficient information
provided concerning the methodological and security aspects of this study to evaluate their adequacy.

- Harley’s rankings were suggestively poorer than MCE and his ratings were significantly poorer. An independent judge’s performance was also significantly poorer than MCE. The author noted that none of the target pictures had strong emotional connotations, which may have been a contributing factor to
failure here.

- Markwick only recorded ‘selected dreams and hypnagogic imagery’ (Markwick & Beloff, 1988, p. 77) and then ranked each duplicate set of five target possibilities. Some of the trial judgements were based upon multiple nights’ dreams. In the first experiment (Markwick&Beloff, 1983), overall performance was significantlybetter than chance but seemed to decline after trial 64 following a crisis in
Markwick’s personal life. This significant finding is of particular interest given that ‘It was obtained by a skeptically minded subject working under an ultrarigorous regime, with a reputed negative experimenter’ (Marwick & Beloff,1983, p. 229).

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Nota: il seguente periodo: " This significant finding is of particular interest given that ‘It was obtained by a skeptically minded subject working under an ultrarigorous regime, with a reputed negative experimenter" contraddice le affermazioni del parapsicologo Dean Radin, il quale, in modo a mio avviso più che ridicolo, giustifica i fallimenti di certi esperimenti come conseguenza del fatto che gli sperimentatori scettici creano una sorta di interferenza mentale sui soggetti sottoposti all'esperimento.

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- Markwick’s earlier success was not replicated and her performance was worse than chance, though not significantly. Markwick and Beloff (1988) speculated that the failure to replicate may have been due to a ‘balancing out’ of direct hits and extreme misses, which effectively cancelled each other out.

- In an ingenious pilot study (Hearne, 1981a), the participant attempted to use ocular signalling during a lucid dream to communicate a four-digit target number being sent by the experimenter. Of nine nights spent in the sleep laboratory, only two yielded lucid dreams. During the first of these the participant awoke himself
without having signalled; during the second, he saw several different numbers during his dream and made several aborted attempts to signal them. None of the numbers suggested were correct.

- In another study (Hearne, 1981b), eight emotionally close sender–receiver pairs participated in an experiment that investigated whether the receivers, in either a waking, NREM or REM sleep state, could detect when electric shocks were administered to the sender. There were no significant differences in the
receivers’ mean heart rate between the experimental and control periods in any condition. One pair seemed to demonstrate a difference in the waking condition but two replication attempts with this pairing failed.

- On eight non-consecutive nights, Hearne attempted to send a randomly selected magazine picture between
5:00 and 7:00 a.m. The participant recorded any dreams that she could remember upon awakening after 5:00 a.m. The following day, she ranked a duplicate set of eight pictures. However, it is not clear how the sender and receiver were prevented from communicating between the sending and judging periods. The participant
scored below MCE. Hearne (1985) had earlier reported a case of ostensible precognition involving his dream machine but it is not clear whether this was part of any formal investigation and the report is not particularly
impressive.

- Dalton et al. (2000) reported a sixteen-trial extended replication attempt in which four undergraduate students acted as experimenter–participants. The superiority of emotional over neutral targets was not confirmed by the group performance but three of the four individuals were more successful with emotional targets.

- Sherwood et al. (2002) conducted an exploratory investigation of dream precognition using static targets. The group and two of the individual participants scored below MCE in terms of direct hits while the other participant (SS) scored slightly above MCE. The results of this study did not provide much evidence for dream ESP nor any definite advantage of consensus over individual judging methods, in contrast to three previous studies.

- Roe et al. (2002) investigated dream clairvoyance and used dynamic targets selected for stronger emotional content. Contrary to predictions, neither the group nor any of the individual performances were significantly better than MCE. Group consensus judgements were more successful than two of the individuals but not significantly so. One individual (SS) again scored above chance‚ but this was counterbalanced by another individual (DL) who scored below chance with a similar effect size. There was a tendency for more emotional targets to be given lower ranks, and a suggestion that engaging clips were better than non-engaging ones, but these effects were generally quite small and with one exception did not achieve significance.


Da come si evince quindi, l'assenza di replicazione di questi studi è piuttosto lampante. Se andate a guardare nella tabella 2 della review noterete però che vengono citati alcuni tentativi di replicazione che presentano un "effect size r" statisticamente significativo. Il criterio per stabilire la significatività dell'indice "r" è stabilito dalla "regola di Cohen" che suggerisce un valore r=0.1 da considerarsi come un piccolo effetto; r=0.3 come un effetto medio e r>=0.5 come un effetto largo. Uno statistico ingenuo o poco accorto potrebbe dare per buoni questi risultati, ma è più evidente che mai il fatto che questi studi sono stati anch'essi disegnati male. Infatti alcuni degli esperimenti citati in tabella 2 hanno un "effect size r" addirittura "largamente negativo", il che significa che paradossalmente qui l'effetto parapsicologico è quello di portare i soggetti esaminati a commettere errori molto più spesso di quanto non avrebbero dovuto fare secondo il calcolo delle probabilità di eventi casuali. Questo dato è tipico degli esperimenti disegnati male, perchè la forbice tra r positivi e r negativi è troppo amplia. Se poi, come si fa di solito nelle review, si calcola la media aritmetica degli effetti r di ciascuno studio di tabella 2, ne esce un valore r=0.19. Se volete sapere come viene giudicato un simile effetto in termini di significatività statistica, allora vi rimando ad un simpatico giochino:

http://www.polyu.edu.hk/mm/effectsizefa ... esult.html


Capirete allora la bontà poco più che banale di questa "significatività". Ad ogni modo un ostinato credente nella parapsicologia potrebbe obbiettare che malgrado l'assenza puntuale di replicabilità di molti studi, un effetto poco significativo è sempre meglio che niente. Anche questa è un'affermazione ingenua, poichè anche in campi come la medicina, gli effetti poco significativamente superiori ai placebo vengono sistematicamente rigettati, dato che un ricercatore serio sa bene che, per il rasoio di Occam, è più facile che l'esperimento sia stato invece disegnato male e quindi si premurerà immediatamente a trovare gli errori metodologici. Se così non fosse, gli scaffali delle nostre farmacie sarebbero piene di pillole farlocche e ciò farebbe solo il favore delle case farmaceutiche. Del resto, come diceva ironicamente Ernest Rutherford, ovvero uno dei più grandi sperimentalisti mai esistiti: "Se un esperimento richiede l'uso della statistica, allora è meglio ridisegnare da capo l'esperimento".

A riprova di tutti gli argomenti che ho affrontato, vi rimando alla lettura sulle problematiche che riguardano l'utilizzo del parametro statistico in questione:

https://en.wikipedia.org/wiki/Effect_size

Scoprirete allora quali sono i casi in cui l'utilizzo di questo parametro risulta fuorviante, come per esempio quello della review sui Maimonides, dove gli studi discussi sono stati disegnati in modo l'uno diverso dall'altro e non vi è coerenza tra i dati analizzati, come ammesso dallo stesso autore della review:

"Overall, the Maimonides studies were more successful than the post-Maimonides studies but this may be due to procedural differences. There is a need for a meta-analysis of the experimental dream ESP literature, not only to provide an estimate of the overall effect size but also to identify process-oriented factors that might influence study outcomes."


"It is somewhat difficult to assess the success of the post-Maimonides studies overall and in relative terms because they used different outcome measures (sometimes more than one) so there is no single metric that runs across all of the studies."

Scoprirete anche che alla luce del modo arbitrario e fallace con cui viene usata la regola di Cohen, il Dipartimento dell'Educazione degli stati Uniti ha stabilito che tale metodo è inappropriato e non dovrebbe più essere utilizzato, perchè impedisce di dare interpretazioni univoche ai risultati, come dimostrato in questo elegante studio di sociologia:

http://ies.ed.gov/ncser/pubs/20133000/pdf/20133000.pdf


Tralasciando questa review che è piuttosto datata, posso asserire che comunque negli ultimi anni, proprio grazie alla reciproca collaborazione tra alcuni parapsicologi seriamente motivati e scettici scientificamente preparati, la parapsicologia ha cercato di affinare sempre più i suoi strumenti per presentare alla comunità scientifica dei lavori sempre più degni di venire analizzati, poichè si è cercato di eliminare in modo sistematico tutti i possibili errori metodologici nel condurre gli esperimenti e ciò, che ci crediate o meno, è molto lodevole e gratificante per noi scienziati schifosamente nerdosi. Un caso può essere quello della professoressa Julia Mossbridge, che ultimamente ha disegnato, secondo me, davvero un bell'esperimento per dimostrare quel che lei chiama "Predictive physiological anticipation", tanto da aggiudicarsi, al contrario di molti parapsicologi, una pubblicazione su un'autorevole rivista che tratta anche temi controversi:

http://journal.frontiersin.org/article/ ... 6/abstract


Infine, questo non significa purtroppo che i suoi risultati siano veritieri, perchè se pur con maggiore difficoltà, altre attente ed oneste analisi come quelle di D. Samuel Schwarzkopf, hanno potuto per l'ennesima volta mettere in luce i difetti metodologici dell'esperimento (colpa ancora una volta della malafede di Dean Radin e Jessica Utts?):


Credo di aver esaurito l'argomento a sufficienza. Spero inoltre di aver affrontato temi interessanti e decido infine di lasciare a voi l'ultima parola.
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Re: Sugli stati psi-conduttivi

Messaggioda nagualdreamer » 23/09/2015, 9:48

Caro citrato, questa volta il post mi é proprio piaciuto. Non ho il tempo al momento di approfondire i dettagli come andrebbe fatto ne di studiarmi per bene i le pubblicazioni in discussione come hai fatto te. Per questo e per il fatto che ancora ho sono in debito di un'altro intervento dettagliato riguardo al metodo scientifico che tempo fa sollevasti in un'altra discussione non potrò rispondere presto alla tua critica come secondo me merita. Sono d'accordo comunque che, da come descrivi il concetto dell'esperimento, risulta un po' troppo semplicistico ed effettivamente mi delude anche un po' l'idea che tempo e risorse vengano (vennero) sprecate in giochetti del genere.

A parte questo, anche se con una conoscenza della (matematica della) statistica abbastanza scarsa e non professionale e di certo meno sostanziosa della tua, mi viene di essere estremamente d'accordo con Rutherford.

Eppure mi chiedo una cosa... Anche se trovo semplicistico il fatto di trasmettere volontariamente un messaggio in modo telepatico sulla falsa riga di quanto facciamo con i messaggi vocali (attraverso l'aria) ritengo comunque Interessante da indagare e mi sembra meno, si fa per dire, irta di difficoltà la possibilità di acquisizione di informazioni da parte di un individuo che non utilizzi i sensi normalmente noti.
In questo caso si elimina il soggetto emittente che secondo tira in ballo troppi parametri incontrollabili e nascosti.

Esistono teorie matematiche (dell'informazione presumo) che studiano parametri come la complessità di stringhe simboliche (in bit credo e anche in altri modi forse) che potrebbero essere applicati ad un contenuto che deve essere ricevuto (ricevuto soltanto e non inviato da nessuno) da il soggetto di un ipotetico esperimento. Ti chiedo, se il soggetto riuscisse a riportare anche solo una volta, un messaggio con un'informazione con complessità superiore ad una certa soglia, potrebbe essere sufficiente ad far creare un evento che supererebbe in modo netta un'altra ipotetica soglia di casualità e quindi costituire una prova forte?

Forse potrai dire che a sto punto manca la ripetibilità e che quindi anche aver azzeccato tutti i numeri del superenalotto costituirebbe la prova della possibilità della precognizione...ma sappiamo che non é cosi.

Eppure con una informazione con una complessità tale da rendere la probabilità di essere imbroccata in modo casuale quasi zero non potrebbe cambiare qualcosa?

Ovviamente sto semplificando all'estremo. Non tengo conto del fatto che se esiste tale capacità potrebbe essere instabile, difficile da riprodurre, o necessiti di moltissimo lavoro personale interiore per essere raggiunta...e sono quasi tutti fattori soggettivi e non so quanto misurabili.
Il problema di formalizzare le procedure interiori, che riguardano la manipolazione dell'attenzione e della consapevolezza da parte di un soggetto sono notoriamente ostiche, millenni di tradizione meditativa indiana e buddista lo mostrano senza dubbio imho. Lo stesso lavoro di Laberge per rendere riproducibili in modo meccanico i sogno lucidi si é tradotto della creazione di una valanga di tecniche e varianti che altro non sono che particolari tipi di manovre di manipolazione della propria attenzione e che quindi fanno si ricollegano a tutte quelle pratiche meditative millenarie o non che hanno ognuna una finalità diversa, valanga di tecniche che é ben lontana dall'essere formale e dall'aver reso meccanicamente riproducibile il sogno lucido ed un esempio lampante di questo é il forum di sognilucidi.

Che forse per un certo genere di aree di conoscenza e indagine il desiderato grado di formalità, misurabilità e riproducibilità meccanica non sia possibile rimane un'opzione seria...a se non ovvia.

Ma qua il discorso diventa un po' lungo e un po noioso dato che se ne era già discusso ampiamente sul foro.
" If we choose to recondition our interpretation system, reality becomes fluid,
and the scope of what can be real is enhanced without endangering the integrity of reality.

Dreaming, then, indeed opens the door into other aspects of what is Real."
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Re: Sugli stati psi-conduttivi

Messaggioda Citrato » 23/09/2015, 19:20

Caro nagual, grazie per i tuoi apprezzamenti. Riguardo alla tua domanda:

"Ti chiedo, se il soggetto riuscisse a riportare anche solo una volta, un messaggio con un'informazione con complessità superiore ad una certa soglia, potrebbe essere sufficiente ad far creare un evento che supererebbe in modo netta un'altra ipotetica soglia di casualità e quindi costituire una prova forte? "


Direi che anche in questo caso la risposta è no. Ti propongo un esempio di sistema complesso: supponi un oggetto qualsiasi composto da miliardi di particelle, ciascuna delle quali si muove in una direzione qualsiasi entro i suoi ranghi (anche gli atomi degli oggetti solidi si muovono all'interno della regione in cui sono imbrigliati), secondo le leggi della distribuzione di Boltzmann, in accordo alle regole della termodinamica. E' estremamente poco probabile, ma in principio non impossibile, che possa esservi un momento in cui le particelle si muovano all'unisono verso un'unica direzione. Se una cosa del genere dovesse davvero verificarsi, allora i vettori di moto di ciascuna particella si sommerebbero e la risultante genererebbe un movimento macroscopico del corpo, cioè lo vedremmo muoversi da solo. La probabilità che una cosa del genere accada è di una in non so quante ere geologiche, ma supponi che per la bizzarria della legge dei grandi numeri dopo qualche secondo si ripresenti nuovamente lo stesso fenomeno. Se a questo punto ci calcoliamo qualche test di probabilità, tipo ad esempio il test chi-quadrato, allora data la bassissima probabilità con cui si verifica l'evento, scopriremo di aver sforato largamente la soglia di significatività, ottenendo l'impressione che il fenomeno non obbedisca alle leggi delle casualità. In realtà non possiamo sapere se le cose stanno realmente così, perchè dovremmo aspettare non so quante ere geologiche per verificare se il fenomeno continuerà a presentarsi ancora altre volte, con una frequenza maggiore di quella attesa, quando invece l'evento potrebbe non più verificarsi per tempi astronomici, così come previsto, in modo da compensare le aspettative sul calcolo delle probabilità. Quindi perchè si possa scoprire se un fenomeno ad elevata soglia di complessità, come la chiami tu, obbedisca o meno alle leggi del caso, è necessario avere il tempo a disposizione per poter registrare le misure, in modo da raccogliere almeno una trentina di dati che è il numero minimo raccomandato per ottenere una corretta normalizzazione statistica dei valori di una popolazione.
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Re: Sugli stati psi-conduttivi

Messaggioda PK2 » 23/09/2015, 21:48

Mi fa piacere che prendi così seriamente questi temi, perché vuol dire che puoi essere redento :)
L'impostazione che dai alle tue argomentazioni mi paiono però così piene di premesse fuorvianti e di mani messe preventivamente avanti che il discorso risulta poco scientifico. Puoi fare meglio, cerca di essere più asettico.
Ad esempio per dire (anzi non dire neppure esplicitamente) che vi sono stati risultati statisticamente significativi, premetti una disquisizione sul fatto che avere un risultato statisticamente significativo non conta nulla (non senza vantare la tua autorevolezza del tipo "io si che me ne intendo"!).
Ma andiamo con ordine.
Io ho citato i Maimonides perché sono stati una serie di esperimenti di particolare successo. Tali esperimenti non sono stati più replicati, e con questo non intendo che le repliche non sono state fruttuose, ma intendo proprio che nessuno ha più ripetuto gli esperimenti con quei protocolli. La ragione è chiara: si tratta di esperimenti costosi ed è più facile sognare a casa che in laboratorio.
Il documento citato (datato sì, ma si tratta di un riassunto, non di una tesi scientifica, e comunque datato non significa da buttare) chiarisce bene questo punto, presentando gli esperimenti svolti dopo Maimonides e osservando che nessuno di essi può essere considerato una vera replica. Ora è inutile stare a disquisire sul fatto che le differenze metodologiche possano influenzare gli esiti di un esperimento, non è questo il punto. Il fatto è che gli esperimenti Maimonides non sono mai stati replicati, e questo di per sé nulla dice sulla loro replicabilità o non replicabilità: semplicemente nessuno ha mai provato a replicarli con gli stessi protocolli.
Vediamo ora il dettaglio di questi esperimenti e il loro esito.
Come ha già detto Citrato un "trasmettitore" e un "ricevente" cercano di trasferire un'immagine scelta casualmente tra 8 o 12 fotografie. La trasmissione avviene a ricevente addormentato, che viene risvegliato per narrare i sogni. Al mattino sia al ricevente che a una giuria "cieca" rispetto alle varie fasi dell'esperimento vengono date le 8 o 12 foto e la trascrizione dei sogni. Anche gli sperimentatori che forniscono le foto e assistono la giuria sono "bendati", nel senso che non sanno quale è la foto scelta dal trasmettitore. Mettono quindi in ordine le foto dalla più corrispondente ai sogni alla meno corrispondente. Se la foto target si trova nei primi 4 posti (o 6 posti nel caso di 12 foto) si ha un successo, altrimenti un fallimento.
L'esito degli esperimenti è stato questo: su 450 esperimenti si sono avuti 284 successi e 166 fallimenti. E' come se lanciando una moneta 450 volte venisse testa 284 volte. Qual è la probabilità che ciò accada per caso, ovvero lanciando una moneta qual è la probabilità che esca testa almeno 284 volte per caso? La probabilità è di uno su 119.121.572, ovvero una volta su 119 milioni succede questo esito (284 o più volte testa) per puro caso.
Condivido (sì, condivido veramente) quanto ha detto Citrato sulla "aleatorietà" delle conclusioni basate sullo "z-score" ovvero sullo scostamento dell'episodio dalla norma. L'osservazione di prima sul fatto che è estremamente improbabile che un esito del genere accada per caso non dimostra nulla, se non il fatto che la cosa è un evento straordinario e inspiegabile con le normali argomentazioni. Premettere che la significatività dell'effetto (che è una cosa diversa comunque dallo z-score) è poco significativa (mi si perdoni il gioco di parole) mi pare un modo di nascondere sotto il tappeto un fatto eclatante: ci sono esperimenti i cui esiti hanno dato una significatività statistica elevatissima, e che reclamano una spiegazione, non un accantonamento.
Oggi lo z-score in sé si usa molto meno, si utilizza di più la statistica bayesiana che sembra più "scientifica" ma che ha un brutto difetto: gli esiti dipendono molto da chi effettua la statistica, ovvero dalle probabilità a priori che individua, e non è un valore "secco" come lo z-score. In ogni caso un'analisi di tipo bayesiano, con livelli di probabilità così lontani dalla media, non possono che confermare l'anomalia.
Citrato giustamente rimarca che non vi è stata replica degli esperimenti, ma tralascia di affrontare il tema degli esperimenti stessi, ovvero come si sia prodotto un tale successo. Preferisce ribadire che i fenomeni psi sono indagati solo statisticamente per mancanza di uno sciamano che solleva i tavoli in laboratorio, quasi intendendo che questo dimostri la risibilità di tutto il campo d'indagine. Io invece la vedo diversamente: un effect size di 0.1 è, oltre che inspiegabile per le conoscenze attuali, di enorme rilievo. E' d'altronde ovvio che un effect size di quel livello possa essere esaminato solo con strumenti statistici, ma questo lo si fa in tantissimi ambiti scientifici, a iniziare dalla medicina che ha citato Citrato, dove vi sono farmaci in commercio con un ES ben inferiore a quello riportato dagli esperimenti PSI.
Per inciso, la "dimostrazione" dell'esistenza del bosone di Higgs è puramente statistica, con un'ampiezza dalla norma stimata in 5 sigma* (cinque volte la deviazione standard). Gli esperimenti Maimonides hanno una una deviazione standard di 5,6 sigma!

* Ovviamente nessuno ha finora (e probabilmente mai lo farà) replicato gli esperimenti che hanno complessivamente portato a affermare l'esistenza del bosone di Higgs con una deviazione standard di 5 sigma, ma Citrato non sembra preoccuparsene
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Re: Sugli stati psi-conduttivi

Messaggioda Citrato » 23/09/2015, 22:33

Grazie anche per il tuo commento PK2. Purtroppo l'esempio da te fatto sulla moneta per giustificare il numero di successi rispetto agli insuccessi degli studi Maimonides non mi pare quello più appropriato in questo caso. Se l'esperimento fosse infatti stato condotto con una moneta e quindi con una informazione di tipo binario, ci sarebbero state di sicuro meno aleatorietà sull'interpretazione dei risultati. I risultati degli studi Maimonides, invece, non sono arbitrari solo per l'interpretazione dei numeri associati agli indici statistici, ma risentono sovente del giudizio fornito dalla giuria. Se andrai a leggere più nello specifico il metodo di valutazione che stabilisce la corrispondenza tra le immagini selezionate e il contenuto dei sogni riportati, allora scoprirai di cosa sto parlando.

A scopo esplicativo, riporto giusto un paio di esempi:

1. In un esperimento viene selezionata come immagine bersaglio un dipinto di Max Beckman, intitolato "La discesa dalla croce":

http://paintings.culturesite.org/it/art ... x_Beckmann

Il resoconto dato dal ricevitore, dopo essersi destato dal sogno è il fatto di aver sognato per ben due volte l'ex primo ministro britannico Winston Churchill. Tale resoconto viene giudicato un successo da Dean Radin perchè il cognome "Churchill" può essere visto come la crasi di due nomi, che sono appunto "Church" e "Hill".



2. L'immagine selezionata in questo secondo caso è quella di George Washington, mentre Il ricevitore riporta il seguente sogno:

I see the Lincoln Memorial...
And Abraham Lincoln sitting there... It's
the 4th of July... All kinds of fireworks...
Now I'm at Valley Forge... There are
fireworks... And I think of bombs
bursting in the air... And Francis Scott
Key... And Charleston...

Dato che sia Washington che Lincoln furono due eminenti politici americani, allora la giuria considera il resoconto come un successo.


A questo punto la giuria avrebbe potuto considerare un successo anche il caso in cui la foto fosse stata quella di Washington e il sogno avesse riguardato l'immagine di Churchill. Bastava che la giuria decidesse che si trattasse in questo caso di due eminenti politici del mondo anglosassone. Come vedi non esiste un modo chiaro ed univoco per capire davvero come stanno le cose, poichè questi studi non sono quantitativi, ma altamente soggettivi e discrezionali.


Spulciando gli studi di questo tipo e andando ad analizzare nello specifico i dati non troverai mai situazioni meno vaghe e farraginose di queste. Quindi più che un successo tra immagine del computer e sogno del ricevitore, io vedo questi risultati come il talento spiccato dello sperimentatore o della giuria nel saper trovare un'associazione anche quando non c'è.

Quando affermo che il lavoro da te proposto è datato intendo dire che i lavori passati in rassegna fanno uso di strumenti di analisi statistica ormai rudimentali non solo rispetto all'evoluzione della statistica in se, ma anche rispetto all'attuale stato di perfezionamento dei parapsicologi.

Per quanto riguarda gli studi in medicina, bisogna stare attenti a giudicare un effetto poco significativo come un successo:

http://www.biomedcentral.com/1756-0500/4/304

Un esempio potrebbe essere quello degli studi di un ricercatore inglese che voleva dimostrare un'associazione tra la somministrazione di certi vaccini e l'insorgenza dell'autismo. Dato che la notizia finì per causare un panico generalizzato, negli anni in cui questi studi vennero pubblicati la gente in Inghilterra rinunciò in larga parte a vaccinarsi, cagionando un aumento del numero di morti o di ricoveri ospedalieri per omessa vaccinazione. Ma basta dare un'occhiata agli esempi da me fatti sui lavori nel campo della nutrizione per avere una cifra su ciò di cui sto parlando.
Ultima modifica di Citrato il 24/09/2015, 1:18, modificato 1 volta in totale.
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Re: Sugli stati psi-conduttivi

Messaggioda PK2 » 23/09/2015, 22:43

Scusa Citrato, ma allora non hai letto bene il protocollo dell'esperimento. E' vero che venivano fatte analisi "soggettive" e interpretative dei sogni, ma proprio per sfuggire all'arbitrio dei giudizi il successo o meno del sogno veniva stabilito ordinando le foto e poi verificando se la foto "target" si trovasse tra la prima metà o l'ultima. Questo fa sì che le probabilità di successo siano 0.5 esattamente quella di testa o croce. La metodologia, che è comune a tanti esperimenti di questo tipo, impedisce che valutazioni arbitrarie possano condizionare l'esito, e danno piena scientificità alle conclusioni. Per chiarire la foto della croce era insieme ad altre 7 foto, è stata giudicata dai giudici sulla base delle loro considerazioni soggettive e della loro lettura dei sogni, però poi quei giudici hanno dovuto mettere le otto foto in ordine di rilevanza, e la immagine della croce è risultata un successo perché risultava tra le prime quattro, non perché interpretazioni di vario tipo la ponevano come successo. Tutto abbastanza oggettivo, non trovi?

"Receivers typically viewed between eight and twelve pictures, one of which was the target, gave a confidence rating for each picture and also placed them in rank order according to the correspondence with their dream mentation, associations and/or guesses. Complete dream transcripts and target sets were also sent to independent judges who made similar judgements. The ratings/rankings from the two or three blind judges were combined. A trial was a ‘binary hit’ if the target picture had been ranked in the top half of the target set and a ‘binary miss’ if ranked in the bottom half. Performance was then evaluated to determine whether it was significantly higher or lower than mean chance expectations (MCE)"
Ultima modifica di PK2 il 23/09/2015, 23:03, modificato 1 volta in totale.
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Re: Sugli stati psi-conduttivi

Messaggioda Citrato » 23/09/2015, 22:58

Forse qualcuno degli studi a cui si riferisce la review avrà pure usato questo metodo, ma rimane appunto la soggettività dell'interpretazione da parte della giuria. Non si può essere così indulgenti nell'attribuire un successo ad un risultato, altrimenti non si fa vera scienza. Non è così che funziona il processo di peer reviewing per accettare i lavori scientifici. L'oggettività è garanzia di affidabilità del risultato. Il resto rimane fede personale.

Altro esempio potrebbe essere quello di alcuni scienziati convinti che il riscaldamento globale fosse una sorta di bufala provando a dimostrare che in realtà questo riscaldamento stava rallentando, fornendo tra l'altro dei dati "cherry-picking". Un'analisi più veritiera e approfondita ha dimostrato ancora una volta che le cose non stanno così:

http://news.stanford.edu/news/2015/sept ... 91715.html

Se non si fosse applicato il rigore anche in questo caso, allora qualcuno avrebbe iniziato a pensare davvero che il global warming non è un problema serio che l'umanità deve affrontare.
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Re: Sugli stati psi-conduttivi

Messaggioda PK2 » 23/09/2015, 23:08

Citry, citi tante altre cose come uno che vuole parlare di tutto eccetto che del tema: i giudizi possono essere soggettivi, ma un ordinamento e una classificazione sopra/sotto sono oggettivi. Se non fosse intervenuto un fattore anomalo, dal momento che le probabilità per una foto target di finire sopra/sotto sono 0.5, gli hit avrebbero dovuto essere prossimi ai miss, e non con un divario così ampio. Tutti gli esperimenti Maimonides si sono svolti con questo criterio, proprio per evitare l'arbitrio dei giudizi.
Ti dirò di più in genere si fa così anche negli altri esperimenti, magari non con divisioni binarie, per stabilire se un certo fenomeno esiste o meno. In fisica delle particelle è una metodologia consolidata, questa, quindi non si può dire che sia una prerogativa degli studi PSI.

edit: il termine hit può essere fuorviante, non indica che il sogno era proprio associabile all'immagine, indica solo che per il criterio binario che si è scelto si ricade nella parte "buona". Ovviamente per valutare la significatività statistica occorre ripetere l'esperimento centinaia di volte perché questi hit portino a un risultato apprezzabile.
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Re: Sugli stati psi-conduttivi

Messaggioda Citrato » 23/09/2015, 23:29

Certamente il fattore anomalo ci sarà stato, ma la lampante mancanza di replicabilità, nonchè la mancanza di diretta corrispondenza tra l'immagine sognata e l'immagine bersaglio non fa pensare così facilmente all'esistenza di un fenomeno paranormale. Fa pensare invece ad un possibile difetto sul modo in cui è stato disegnato l'esperimento (prova ne sono i coefficienti r negativi) o peggio ancora, come già purtroppo accaduto in numerosi studi del genere, ad una deliberata frode. Infatti, molti di questi studi non hanno mai fornito i dati dell'esperimento e quindi la verificabilità dei risultati è rimasta nell'ombra. Non è certamente questo il modo di operare per convincere qualcuno sulla bontà di un dato scientifico, a meno che ti possa permettere il lusso di non fare il ricercatore e quindi poter credere in quello che vuoi. Ti faccio un ulteriore esempio e poi tacerò definitivamente sull'argomento:

ecco un esempio di telepatia condotto dalla Dr. Diane Powell ad opera di una bambina autistica affetta dalla sindrome di Savant:

https://www.indiegogo.com/projects/the- ... ect#/story

Sarebbe interessante sapere se secondo te i risultati di questo esperimento sono genuini, dato che vi sono anche ore ed ore di registrazione della bambina e del suo assistente durante le sessioni sperimentali.
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Re: Sugli stati psi-conduttivi

Messaggioda PK2 » 23/09/2015, 23:37

Grazie, sembra interessante, ci darò un'occhiata. ;)
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