Questa notte ho avuto un SL (TALD, che tra l'altro prima o poi vorrei raccontare perché molto bello e ispirato probabilmente ai sogni di @Reylock e @Anakin sull'"omega" device), dopo il quale mi sono svegliato. Ho dormito a casa di un'amica, che doveva uscire di casa per una commissione la mattina presto, quindi mi ha salutato, il che mi ha dato la conferma di essermi svegliato per davvero.
Dopo che è uscita, sono rimasto a letto 5 minuti buoni a riflettere sul TALD appena compiuto, con l'intenzione di alzarmi di lì a poco per farmi un caffè.
Ho guardato l'ora, era presto, quindi ho pensato di provare a chiudere gli occhi giusto una decina di minuti in più, senza però riaddormentarmi; eppure...
Dopo un solo minuto, nel campo visivo oscurato dalle palpebre iniziarono a comparire delle macchie di colore. Ho riaperto gli occhi, li ho richiusi e i colori erano scomparsi.
Un altro minuto e ricomparvero, definendosi sempre più. Provai dunque a focalizzarmi sull'immagine che si stava generando e sembrava che stesse per innescarsi una WILD.
Mi sembrava di scorgere un libro fluttuante, rilegato in pelle nera, solido, definito e concreto, dalle fattezze un pò antiche...Provai a immaginare di prenderlo con una mano ma scoprii che il corpo era entrato in paralisi.
Il libro si scompose in tanti pezzettini come se si stesse polverizzando e scomparve.
Decisi di alzarmi, ma avevo ancora gli occhi chiusi che per qualche motivo non riuscivo ad aprire (nonostante completamente sveglio e lucido mentalmente) e il corpo paralizzato.
All'improvviso percepii il mio corpo rotolare autonomamente di lato, come un tronco: arrivò sul bordo del letto, talmente in bilico che ero convinto che stessi per cadere a terra.
Cercai di rotolare dalla parte opposta ma non ci riuscii: per lo sforzo però mi si aprirono gli occhi e persi l'equilibrio, cadendo dal letto; ma...
Invece che prendere una dolorosa facciata sul pavimento, quello scomparve rivelando un totale vuoto nero, un pozzo senza fine verso l'oblio.
Riacquisii la capacità di muovermi, ma stavo precipitando verso il basso velocemente, attratto dalla forza di gravità, in questo ambiente buio e senza suoni, al di là del vento che sentivo sferzare nelle orecchie.
Mi voltai verso l'alto e vidi un'apertura rettangolare allontanarsi sempre più: era la stanza in cui mi trovavo.
La caduta sembrò infinita e dopo una decina di secondi iniziarono a precipitare accanto a me anche una manciata di mattoncini Lego (?), come se qualcuno li avesse gettati dall'alto.
Non ci feci molto caso, dato che ero preso dal fatto che tutto sembrava così stranamente realistico che pensai di star avendo una qualche strana Out Of Body Experience.
Continuavamo a precipitare "entrambi" ancora per decine di secondi, quindi non avendo molto da fare tornai a focalizzarmi su di essi: appena mi concentrai, iniziarono a vorticare su di loro in modo caotico.
Provai a fare un test: immaginai di metterli insieme col pensiero. Loro subito interruppero il moto caotico, si misero in fila e uno a uno si incastrarono in autonomia andando a formare un oggetto che pareva essere una tuta d'astronauta (forse ero condizionato dal vuoto che mi dava la sensazione di essere nello spazio).
Poi provai a decidere cosa creare, sempre con la sola forza del pensiero: un armadio. Si scomposero e si ricomposero formando un armadio. E poi una macchina, un tavolo, un letto, un cellulare, una penna, un astronave...fino a che esaurii la fantasia cosciente e si tramutarono nello stesso libro che vidi poco prima.
Una forte sensazione di deja vu mi colse e provai a prenderlo in mano allo stesso modo dell'altra occasione, ma...appena ero lì lì per prenderlo in volo, ci schiantammo entrambi su un pavimento liscio.
Il libro andò subito in frantumi facendo scivolare ovunque i pezzettini lego di cui era composto e io percepii una forte botta alla spalla, al collo e alla schiena, come un "colpo di frusta" che contribuì, per quanto un pò doloroso, a fornire tangibilità e realismo al sogno.
Mi alzai e mi palpai il mio corpo, percependolo molto reale. Ero finito in uno sgabuzzino che presentava una luce mezza fulminata, una scopa, qualche cassetta degli attrezzi e ovviamente uno squarcio scuro sopra la mia testa, dal quale ero precipitato.
Aprii la porta dello stanzino e...mio dio!

Ero finito nello stesso identico ambiente di uno dei luoghi visitati nel TALD della notte appena trascorsa. Ma questa volta era vuoto e silenzioso, come se fosse "abbandonato".
Mi feci una camminata in tutta tranquillità e, dato che si trattava di un museo di paleontologia, decisi di esplorarlo un pò anche per vedere se fosse accurato ed effettivamente identico al sogno che avevo avuto...si non c'è dubbio, era proprio lui, in ogni dettaglio. Mi soffermai ad ammirare degli scheletri di dinosauro esposti nelle grandi ed eleganti sale, provando anche a leggere delle targhette che fornivano una spiegazione super-dettagliata che mi sorprese alquanto, dato che era un sogno.
All'improvviso irruppe da una finestra qualcuno di mia conoscenza: me stesso?!? Seguito da alcuni PO.
Ora, io non ve lo ho raccontato, ma quel che vidi mi "spaventò" alquanto: stavo assistendo alla stessa identica scena avvenuta nel TALD. L'altro me e i PO iniziarono a parlare tra loro e ad agire esattamente come io sognai di aver fatto nel SL precedente (che percettivamente, essendo un TALD, mi pareva di un'oretta prima).
Mi passarono accanto, li chiamai e li strattonai ma risultai come invisibile ai loro occhi. Li seguii correndogli dietro e continuavo a stupirmi sempre di più: ogni singolo attimo era uguale a quello vissuto e questo mi ha consolidato la memoria / i ricordi del sogno come mai prima d'ora. A un certo punto persi me stesso di vista, perché decollò in volo e se ne andò, esattamente come avevo fatto io d'altronde.
Ma non potevo seguirlo, provai a volare ma ero ancorato a terra, mi sembrava tutto così talmente reale che non riuscii a farlo.
Ma sapendo cosa avrebbe (avrei) fatto dopo, decisi di prevedere le sue future (mie passate) mosse usando qualche scorciatoia nell'ambiente onirico che ormai mi pareva di conoscere come le mie tasche, anche se non lo avevo mai visto prima nella realtà.
Di fatti, bastarono 5 o 6 scorciatoie, tra porte aperte e corridoi di quell'immenso museo per ritrovare il me stesso a dialogare con un PO che ricordavo di aver conosciuto in quella specifica porzione di spazio.
Mi vidi (l'altro me, che era esattamente identico a come io sono nella realtà) usare qualche superpotere e nel mentre, dato che mi sembrava di essere estraneo alla mia stessa mente ormai, cercai di farmi vedere dal PO in tutti i modi, provai a spostarlo e a urlargli in faccia ma non si mosse, lo sguardo fissato sull'altro me stesso come se io fossi trasparente, nonostante il mio corpo (ai miei occhi) era ben visibile.
Provai infine a compenetrarmi nell'altro mio corpo-ricordo-passato ma non ci riuscii. Provai a usare la tecnica del pensiero di pensiero per riacquisire il controllo, ma nulla.
Non riuscivo neanche a svegliarmi, quindi iniziai un pò ad innervosirmi, dato che non sapevo cosa dovevo fare lì.
Tirai un pugno nello stomaco al PO, che finalmente esclamò:
"Mamma mia..."
L'altro me: "Che c'è?"
Il PO: "All'improvviso mi è venuto un forte dolore alla pancia..."
Invece che essere felice, mi inginocchiai a terra con gli occhi stralunati e la bocca aperta, ricollegando i pezzi..."dio santo, ma come è possibile" pensai.
Nel TALD, ricordo perfettamente che il PO aveva fatto la stessa osservazione e che quel dialogo sul "dolore alla pancia" aveva avuto luogo. All'inizio mi sembrò strano (al me passato), ma essendo un sogno non mi feci molte domande. Ma adesso tutto aveva senso!

Ma come diamine avevo inconsciamente saputo che il me stesso futuro avrebbe risognato il sogno passato, influenzandolo in questo modo?
Provai a mettermi in discussione pensando di star alterando i ricordi, ma no, era proprio così che era andata. Non so se avete mai visto Interstellar, ma la scena del "libro che cade dallo scaffale" che assume un senso solo alla fine...ero esattamente nella stessa situazione.
Provai ad agire in modo tale da deviare il corso degli eventi ma gli altri miei gesti non sortirono alcun effetto.
Poi, dietro di me, il suono di uno schiocco di dita che congelò il tempo: il PO davanti a me stava saltando e rimase bloccato a mezz'aria, l'altro me stava correndo e rimase congelato in quella posizione.
Io ero ancora "animato" e mi voltai: un altro me stesso, che sorridendo con uno sguardo di sfida mi fece un lento e dirompente applauso.
"Bravo, bravo! Complimenti! Insieme siamo riusciti a mettere in piedi un bel TALD, no? Hai seguito il mio copione alla perfezione" mi disse e la sua voce fece eco nel museo.
Balbettai "Non ci credo...Sei il mio inconscio?"
"Eh già!" - urlò - "Anche se il te conscio non avrebbe mai dovuto trovarsi qui, quindi è arrivato il momento di tornare nella veglia, caro *** (nome)".
Fece un altro schiocco di dita e all'improvviso la gravità divenne così forte che le mie gambe cedettero e mi distesi a terra senza avere la forza di alzarmi.
Lui si avvicinò, mi prese per la maglietta e mi trascinò a peso morto accanto a un muro, su cui bussò. Il muro si aprì e rivelò una "porta dietro le quinte" del sogno: mi trascinò dentro e disse "Pausa! C'è un attimo un contrattempo da sistemare!"
Mi trovavo in un vero e proprio "dietro le quinte", con scaffalature metalliche, oggetti da scena, vestiti, pareti false, manichini e PO che si stavano allenando a recitare delle parti...tutti i PO che avevo incontrato durante il TALD e altri.
"Hey, ma lui non è il sognatore?" disse un PO.
"Sì sì, non fate domande e continuate ad allenarvi, che tra un pò si entra in scena. Tanto questo qui non si ricorderà nulla". disse la copia-personificazione del me inconsico.
"Hey, guarda che me ne ricorderò molto bene invece!"
"Scommettiamo?" disse lui.
(Ho vinto io, questo post ne è la prova

Lungo il percorso e trascinamento per terra come un sacco di patate, vidi dei bambini gemelli che stavano discutendo sul da farsi con davanti un foglio di carta di quello che sembrava un copione, uno spogliatoio per donne con la porta aperta, dove alcune erano nude e si coprirono imbarazzate, un mimo e degli animali umanizzati che parlavano in italiano. Un cane in particolare, appena gli passai vicino, si sorprese e si rimise a quattro zampe dicendo "woof woof" e l'altro me, ridendo, disse "Tranquillo, guarda che è inutile fingere qui" e il cane si rimise in piedi a due zampe e disse "Ma guarda come mi sono ridotto..."
Arrivammo infine su una pedana-ascensore, l'altro me mi ci scaraventò sopra e tirò una leva; la piattaforma inizi a salire.
"Ciao ciao **(nome)**, la prossima volta bussa prima di entrare! Certe cose sono top-secret!"
"E invece no! Sappi che ritornerò!"
Mi risvegliai. Non ebbi un attimo di esitazione, cercai di ripetere la scena.
Chiusi gli occhi, mi concentrai e riuscii non so come ad indurre una paralisi. Usando la tecnica AV-WILD di Arwen, rotolai "per finta" verso il bordo del letto, ma ancora una volta, mi fermai sul bordo, questa volta volontariamente: "non è che stavolta cado e mi faccio male per davvero?".
Decisi di rischiare e per fortuna funzionò: ricaddi nel pozzo.
Questa volta la caduta fu più breve della precedente e caddi in un vagone pieno di carbone e cianfrusaglie metalliche. Ero in una stazione ferroviaria mercantile, che, anche questa volta, era uno scenario di una parte del sogno TALD. Provai ad alzarmi ma tra il rumore di ingranaggi, vapori emessi e attrito delle ruote metalliche sui binari, un urlo dalla voce familiare: "Eh no!" era la mia.
L'artiglio di una gru afferrò me e il vagone su cui ero, bloccandomi.
"Non sono mica un peluche!" (pensando subito a questo https://c8.alamy.com/compit/j332tf/gru- ... j332tf.jpg) urlai io "Fatti vedere!"
L'altro me mi si pose davanti scendendo dalla cabina di comando della gru in volo; indossava un caschetto giallo da muratore e un progetto blueprint da architettura: https://cognota.com/wp-content/uploads/ ... eprint.jpg
"Ti avevo avvertito di non tornare"
"E io ti avevo detto che sarei tornato. Che sta succedendo qui? Non ti ho mai incontrato e quando mai hai deciso di prendere il controllo in un MIO sogno lucido?"
"Ma questo non doveva essere un sogno lucido!"
"Mi pare proprio che lo sia"
"Dovevi accontentarti della TALD che ho progettato per te"
"Guarda che mi è piaciuta molto e ti ringrazio, ma sei tu che mi hai portato qui"
"No, non lo ho fatto"
Poi un silenzio imbarazzante dopo il "litigio" e scoppiammo a ridere entrambi.
"Beh dai, è successo" disse
"Ma cosa è questo luogo?"
"E' dove i sogni vengono fabbricati. Sto pianificando il tuo nuovo sogno di domani notte"
"Ma era la stazione di stanotte" feci notare
"Infatti, la stiamo radendo al suolo per farci qualche altro ambiente onirico"
"Lo sai benissimo che non funziona così, è tutto frutto del mio cervello e anche tu lo sei"
"Dipende dalla prospettiva, guardati intorno. Sono io quello che sta mettendo in piedi questo teatrino per te, sei tu il frutto del mio lavoro"
Una pausa.
"Non ti do torto, inconscio"
"Bene, bravo, adesso però svegliati e lasciami lavorare in pace" disse bisbigliando mettendomi una mano sugli occhi per oscurarmi la vista.
"Aspetta aspetta! Un secondo!" lo fermai dandogli uno schiaffo sulla mano
"Che c'è ancora? Devi svegliarti che è tardi anche per te"
"Che cosa è il *******?"
Lo oscuro perché é un termine che uso esclusivamente nei sogni come RC e mai nella realtà, che funge da "parola magica" (spiegazione nel relativo Topic nel Forum) nonché un simbolo personale per me di grande importanza. Era il momento adatto per chiederlo al mio inconscio che si era dimostrato dalla profonda personalità.
Diversamente da come mi aspettavo, rimase completamente sconcertato.
"Cosa è cosa?" chiese
"Il ****"
Rimase in silenzio
"Non so di cosa tu stia parlando, forse non appartiene al mondo onirico" affermò
"Guarda che se c'è qualcuno o qualcosa che ha compreso cosa possa essere il *****, quello sei tu e sai benissimo di cosa sto parlando, essendo me stesso"
"Senti, sono sincero, forse appartiene al dominio del tuo conscio, quella zona del cervello per me è off-limits. Ora svegliati per favore"
Stavo per credergli, quando dal cielo terso e soleggiato proruppe un fortissimo bagliore colorato. Lo vedevo di striscio, perché in parte sopra la testa avevo il tetto della stazione che oscurava la vista.
"E quello?" indicai
"Niente, adesso basta, torna al mondo reale!"
Mi stavo seriamente innervosendo di aver perso il controllo e di essere tenuto all'oscuro delle cose da me stesso, qualunque cosa questo vogli dire.
Questa volta il me stesso si tolse l'elmetto, lo scaraventò a terra e mi tappò gli occhi con la forza, per farmi perdere il senso della vista e portarmi al risveglio.
In effetti, percepivo l'ambiente destabilizzarsi e non riuscivo a fargli gettare la presa.
Iniziai ad espirare ed inspirare velocemente per mantenere il controllo, usai la tecnica del pensiero di pensiero e del contare per riacquisire stabilità e ci riuscii in pochi secondi
"Ma come?" disse lui stupito
"Non puoi impedirmi di fare nulla, è la mia mente questa"
Col pensiero feci esplodere la gru che mollò la presa e saltai fuori dal carrello, correndo verso la zona della stazione dove non c'era più il soffitto.
Alzai gli occhi al cielo: era la "Ring Nebula", la nebulosa della Via lattea:
"E' quello ciò che serve per arrivare a capire il ***?! Dimmelo!"
L'altro me inconscio arrivò disperato e disse "Basta basta! Non posso risponderti adesso, lo vuoi capire? Non capisci che il **** non funziona più proprio a causa tua? Sono io a doverlo aggiustare!"
"E questo che significa? Parla chiaramente! Che vuol dire che sono stato io a romperlo? Sono anni che sto cercando di capire cosa è e come funziona e tu vuoi dirmi che si è rotto a causa mia??"
A quel punto la nebulosa emise un forte suono e l'aria intorno a noi iniziò a vibrare.
Cambiò forma: da essere ad anello diventò a forma di portale https://64.media.tumblr.com/tumblr_ls5t ... o1_400.jpg, un immenso portone nel cielo grande quanto un pianeta i cui contorni erano definiti da costellazioni e le cui porte erano formate dai colori della precedente nebulosa (dell'immagine).
Urlai il termine: "*****" mentre il me-inconscio si dondolava a terra come un pazzo, balbettando cose come "Non doveva andare così, perché, perché, cosa abbiamo fatto"
Al termine dell' "invocazione" della parola, le porte si spalancarono, mostrando...il nulla.
Il portone si prosciugò dei propri colori, come stingendosi, e le varie tinte "arcobalenose" andarono a confluire al centro dell'apertura della porta che mostrava nient'altro che il cielo, formando una sfera di luce.
La sfera venne catapultata verso di noi ad una velocità esagerata, seguendo un percorso parabolico.
Da enorme, man mano che si avvicinò divenne sempre più piccola diventando grande come una palla da calcio e si schiantò senza che io potessi far nulla sul mio petto, sbalzandomi all'indietro e provocandomi un forte dolore al torace.
Divenne tutto nero, entrò in riproduzione per un paio di secondi una musica malinconica e mi risvegliai nel letto.
A voi è mai capitato di rivivere eventi onirici "del passato" osservandovi dall'esterno? Mi ha molto sorpreso questa eventualità.
