da Hari » 01/04/2020, 19:34
6 marzo 2020
Lucido/OBE pomeridiano ore 13.15-14.50
Sono a casa a riposare sul divano, mi sveglio bruscamente da un sogno normale e [slpc]mi ritrovo in paralisi. Rimango immobile e poco dopo eseguo il distacco, vado verso le scale toccando intorno a me per stabilizzare. Salgo le scale e quando arrivo al piano terra la vista si attiva. Esco dal portone, c'è una forte luce solare, come capita sempre durante esperienze pomeridiane, a causa della luce nella realtà fisica che mi ritrovo anche nel sogno. Non è però abbagliante come quando dormo nella mia stanza, in questo punto infatti arriva meno luce e riesco ad avere una vista soddisfacente. Mentre percorro il vialetto mi vengono in mente non so perché dei flash di ricordi della mia infanzia di pomeriggi trascorsi a casa dei miei bisnonni. Esco e mi incammino lungo la strada, devo allontanarmi definitivamente dalla percezione del corpo fisico, per farlo devo allontanarmi il più possibile da casa e magari usare un passaggio dimensionale verso un altro scenario. Per questo dopo qualche passo entro in una casa sulla destra da cui stanno uscendo delle persone, una donna e un bambino sui 10-11 anni, forse madre e figlio. L'ingresso è ampio,sembra quasi che non ci siano porte. C'è una sala con un tavolo al centro, dovrei passare oltre ed uscire da un'altra porta per recarmi altrove ma mi faccio incuriosire da questa sala e dal tavolo apparecchiato e decido di rimanere ancora un po' qui. Voglio comunque mantenere la lucidità e stabilizzare al massimo questo ambiente mantenendolo il più a lungo possibile. Tuttavia qui incontro delle persone le quali mi accolgono e continuano a parlarmi[/slpc]e alla fine finisco per distrarmi e perdere parzialmente lucidità. [slpc]Più avanti riprendo lucidità e mi metto ad osservare alcuni oggetti di questa casa, tra cui un bicchiere, cercando di fare in modo che non modifichi la sua forma. Non sono abbastanza concentrato però perché il bicchiere cambia forma e dimensioni. Poco dopo le immagini iniziano a vacillare[/slpc]e mi sveglio.
7 marzo 2020
Serie di lucidi/OBE ore 6.00-7.45
[slpc]Mi trovo in paralisi, eseguo il distacco ed esco di casa. Mi guardo le mani, sono perfettamente reali, le sfrego tra loro per stabilizzare e proseguo lungo la strada fino a raggiungere la ferrovia. Entro in una palazzina e cerco un ascensore con il quale salire e traslocarmi altrove. Incontro il mio amico A.T. che mi suggerisce una porta, ci entro e mi ritrovo al buio totale, immagino di toccare un muro davanti a me e in breve mi stabilizzo in un altro ambiente. Qui mi trovo al chiuso in uno stretto corridoio costituito da un corso d'acqua artificiale che porta verso l'esterno della struttura. Ci sono due o tre strisce di pavimento che collegano i due lati del corridoio. Salto nell'acqua e gli schizzi mi arrivano fin quasi agli occhi, è tutto molto vivido e reale. Mi rendo conto che ho rischiato di perdere lo scenario se l'acqua mi fosse finita negli occhi. Proseguo lungo il corso d'acqua fino ad uscire all'aperto, dove mi trovo davanti un'enorme piscina, lunga oltre cinquanta metri e dalla forma irregolare e curva, la cui larghezza nel punto più largo supera i venti metri. Non è molto affollato qui ma c'è una bella atmosfera di serenità e tranquillità. Esco dall'acqua, mi guardo intorno, vedo due ragazze in acqua vicino al bordo piscina, qualcosa mi dice che una delle due potrebbe essere una bagnina. Cammino a bordo piscina osservandola e constatando la sua grandezza, penso che per una piscina così grande debbano esserci più bagnini. Una signora mi ferma chiamandomi per nome e mi chiede se faccio il bagno in piscina e io le rispondo che l'ho già fatto. Mi offre allora delle pizzettine, ne prendo una, poi le chiedo come fa a sapere il mio nome ma lei non mi risponde, fa la vaga.[/slpc] Non ricordo altro di questo episodio, è probabile che si sia interrotto qui o poco dopo. In un altro episodio mi trovo a casa mia in un sogno normale a parlare con il mio amico A.S. Sono seduto su una sedia e lui si siede sulle mie gambe, cosa che nella realtà fisica sarebbe impossibile dato che pesa quasi il doppio di me. Tuttavia questo ancora non mi fa prendere lucidità. Mi parla di possibili esperimenti da fare in un sogno lucido, incontrandoci e scambiandoci informazioni per poi verificarle nella veglia. A.S. nella realtà fisica non sa nulla di sogni lucidi e tutto il resto, ma neanche questo mi fa prendere lucidità. Ora arriva mio padre che si mette a parlare con qualcuno, forse mio nonno, di un tizio che doveva venire a fare delle riparazioni qui a casa e che ha sempre rimandato la cosa. Ora che lui e mia madre sono in ferie all'estero, il tizio ha chiamato dicendosi disponibile e mio padre è incazzato perché è convinto che l'abbia fatto di proposito sapendo che ora lui non c'è e che quindi avrebbero dovuto rimandare ancora. I miei sono davvero in vacanza all'estero eppure lui è qui a casa ma neanche qui scatta la lucidità. Mentre parla però mi metto a fissare un punto sul muro ed è [slpc]a questo punto che mi ricordo di stare sognando. Questo è l'emblema di quanto, nel mio caso, la presa di lucidità sia quasi totalmente slegata dal concetto dei dream sign presenti in un sogno. Continuo a fissare il punto sul muro e mi lascio trasportare, sono sempre più leggero, qualcuno mi chiede insistentemente di dargli una penna che ho in mano, penso voglia trattenermi, ma quando gli lascio la penna, semplicemente la prende e se ne va. Qui inizio a fluttuare, svolazzo un po' per la sala, poi esco dalla finestra e salgo verso l'alto. Si oscura tutto, sono nel buio totale, mi muovo verso l'alto, poi verso il basso, poi di nuovo verso l'alto e infine atterro immaginando di trovare un pavimento sotto i piedi e così è. Tocco di fronte a me un muro immaginario, il quale così facendo si materializza, la vista si attiva e mi stabilizzo in un nuovo ambiente. Mi trovo in un angolo di un vicolo, c'è un piccolo davanzale concavo sul muro di fronte a me, pieno di sporcizia e ragnatele. Vedo chiaramente una ragnatela in un angolo, infilo le dita nella concavità e sento la sporcizia e la polvere su di esse. Mi pulisco subito le dita e mi guardo entrambe le mani, sono perfettamente reali ma la pelle è molto screpolata sui palmi, come corrosa dall'utilizzo prolungato di un qualche prodotto per le pulizie. Esco dal vicolo e mi trovo su un'ampia strada di un città. Alla mia destra c'è un locale, forse un ristorante, e sulla vetrina ci sono attaccati dei fogli con annunci pubblicitari e numeri di telefono fisso che iniziano tutti col prefisso 06. Capisco dunque di essere a Roma, o comunque in provincia di Roma. I numeri ad una seconda occhiata si modificano leggermente ad eccezione dei prefissi che restano 06. Vedo un cartello grosso sul ciglio dell'ampio marciapiede in cui mi trovo, c'è scritto via Ostia Mare. Ci sono altri cartelli che indicano direzioni in cui si trovano vari luoghi della città forse o al di fuori di essa. Ora arriva un tizio alto e grosso e anche un po' grasso che in forte accento romanesco mi chiede dove siamo. Gli rispondo usando il suo stesso gergo che non ne ho idea. Lui insiste, dice che devo saperlo per forza perché sono di qui, al che gli dico che si sta sbagliando, non sono affatto di qui, gli dico che probabilmente siamo a Roma ma non so in che zona. Per giustificare il fatto che non so dove mi trovo gli dico che mi sono svegliato qui ubriaco, non posso certo dirgli che sono un sognatore lucido e che mi sono teletrasportato qui. A questo punto mi lascia stare e se ne va. Vado in strada e raggiungo una grande piazza che mi sembra familiare, forse questo posto esiste nella realtà fisica e ci sono stato, oppure ci sono stato in un altro sogno, chissà...C'è un chiosco forse di gelati o granite da 30-40 metri da me. Mentre cammino per raggiungerlo mi guardo intorno e leggo qualche insegna di negozi ai lati della piazza, che ora però ho dimenticato. Ricordo che una di questa era scritta al contrario, da destra verso sinistra. Raggiungo il chiosco, ora con me il mio amico A.T., lo stesso che ho incontrato all'inizio di questa serie di episodi.[/slpc]Perdo parzialmente lucidità, chiedo una granita al cocco, il mio gusto di granita preferito che prendo sempre l'estate al chiosco di granite della mia città. Una ragazza inizia a prepararla e qui mi viene in mente di specificare che voglio una granita naturale, non una grattachecca. A questo punto la ragazza disfa quello che stava facendo ed esegue la mia richiesta. Mi scuso per non aver specificato subito e lei, con molta gentilezza, mi dice di non preoccuparmi. Vedo che mette delle fettine di cocco tagliate lunghe e sottili su una coppetta che alla fine risulta riempita di una sostanza bianca cremosa che di certo non è granita. Non sembra essere nemmeno gelato, assomiglia più ad un frozen yogurt. Paghiamo e ce ne andiamo, [slpc]lo yogurt è piuttosto insipido, a quanto pare è yogurt bianco senza zucchero. Trovo un giornale su un tavolino, leggo il titolo in alto al centro "Sogno brutto". Penso si riferisca ad un qualche incubo ma non capisco il perché di un titolo del genere. Mi viene in mente uno dei miei obbiettivi lasciati in sospeso, un esperimento che consiste nell'ottenere informazioni su eventi futuri attraverso notizie sul giornale, da verificare poi nella veglia. Ho notato infatti che nei lucidi riesco a leggere chiaramente date, titoli e anche alcuni spezzoni di articoli su questi quotidiani. Leggo alcune notizie, sono quasi tutte notizie sportive, soprattutto calcistiche, ciò credo sia dovuto in parte al fatto che quando ero piccolo e non avevo internet gli unici quotidiani che leggevo erano quelli sportivi. Oltre a questo ovviamente c'è l'influenza che il calcio ha avuto ed ha tuttora, seppur in misura decisamente minore rispetto a prima, sulla mia vita. Rimango a sfogliare il giornale per diversi minuti, finché non sento che sto esaurendo l'energia e decido di svegliarmi volontariamente per non rischiare di ritrovarmi in un sogno normale e dimenticare parte di questa esperienza.[/slpc]
8 marzo 2020
Sogno lucido ore 5.45-6.45
Sono a casa nel seminterrato, disorientato, prendo gradualmente lucidità, sento vibrazioni forti, ronzio all'orecchio, forse si tratta di una zanzara. Vado di sopra, mi lancio contro il portone e sono nel buio totale, vado verso l'alto ma non riesco a muovermi liberamente stavolta. [slpc]Le vibrazioni aumentano e mi ritrovo nel letto in paralisi, aumentano ancora ed inizio a sentire la pressione nella testa sempre più forte. Stavolta però non mi faccio spaventare dal quasi dolore e mi alzo dal letto e rapidamente vado di sopra. Qui vedo i miei nonni sul divano e li saluto con un cenno della mano. Esco dal portone ed incontro il cane di mia nonna, che pochi giorni fa è deceduto (era anziano e malato da tempo). Mi rendo conto che è la prima volta che lo incontro in sogno da quando è morto. Lo accarezzo e gli chiedo come sta adesso, non mi risponde a parole ma lo vedo sofferente, emette i suoi soliti gemiti. Penso allora che stia male perché non trova i miei nonni, così apro il portone e lo faccio entrare. Appena li vede corre verso di loro che lo accolgono sorridenti, non sembrano tuttavia sorpresi della sua presenza, evidentemente non si ricordano che è morto.[/slpc]
15 marzo 2020
Serie di lucidi/OBE ore 5.00-7.00
Episodio 1: [slpc]mi sveglio in paralisi con la pressione nella testa, mi alzo e vado velocemente di sopra. Esco dal portone e raggiungo il cancelletto. Qui sono ancora al buio, la vista non si è ancora attivata. Premo il pulsante sul muro per aprire il cancelletto e la vista si attiva. Esco e chiudo il cancello, per stabilizzare strofino le mani sulle sbarre e spingo il cancello più volte come per aprirlo. Il cancello non si apre, reagisce esattamente come fa nella realtà fisica, segno di ottima stabilità.[/slpc]Mi incammino lungo la strada e per aumentare la lucidità richiamo alla mente nozioni della veglia come "che giorno è oggi", "cosa ho fato ieri". La data è giusta, tuttavia confondo quello che ho fatto ieri con dei sogni fatti stanotte nelle prime ore di sonno. [slpc]Ora lo scenario intorno a me è cambiato, sento delle voci femminili che chiacchierano, entro in un palazzo e prendo l'ascensore. Premo il tasto col numero 6, che dovrebbe essere l'ultimo piano, l'ascensore inizia a salire ma anche a restringersi, cosa già accaduta altre volte. Lo faccio fermare ed esco, mi trovo in una sala piena di tavoli con roba varia esposta in vendita, tra cui anche cose da mangiare e da bere. Dietro ai tavoli delle persone presentano i prodotti, alcuni sono vestiti in maniera insolita, che non riesco a ricondurre alla moda di nessun'epoca passata. Mi fermo ad un tavolo dove un signore sui 50 presente ai clienti un bicchiere o calice contenente un liquido blu. Lo chiama "Giaccappotto". Lo assaggio, è leggermente dolce ma non particolarmente saporito. Mi faccio un giro tenendo il bicchiere in mano e dando qualche altro sorso, poi lo riappoggio sul tavolo.[/slpc] Esco e qui il ricordo si fa vago. Ricordo che ad un certo punto sto per entrare in un altro ascensore ma un ragazzino mi segue ed entra anche lui. Premo un tasto per salire e lo scenario si deforma tanto che davanti a me vedo l'interno di un treno in corsa, pur non percependomi però all'interno del treno stesso. Poco dopo mi sveglio, sono sdraiato supino, mi giro sul fianco destro e poco dopo mi riaddormento.
Episodio 2: riprendo a sognare, mi trovo insieme a qualcuno, non ricordo chi fosse. Siamo a bordo di un mezzo di trasporto guidato da una terza persona che ho l'impressione che sia una donna. Una distesa d'acqua in lontananza, che lì per lì mi sembra un lago, attira la mia attenzione. Scendo dal mezzo e vado in quella direzione, [slpc]nel frattempo acquisisco lucidità. Più mi avvicino e più sembra essere il mare anziché un lago. Raggiungo un'ampia piazza fatta di sampietrini e per stabilizzare sfioro con la mano un muretto alla mia destra. Sento chiaramente il rumore delle mie scarpe sui sampietrini come se avessi della sabbia o terra attaccata sotto le suole che fanno un leggero attrito con il suolo. Leggo qualche insegna di negozi, poi torno a guardare verso il mare e vedo che si è allontanato, ma come ? Un attimo fa ero quasi arrivato ! Raggiungo comunque il lungomare, ora è notte, c'è un locale pieno di gente sulla destra, ed anche in spiaggia ci sono tavoli con gente a mangiare e bere, deve essere il ristorante dello stabilimento balneare. Entro nel locale sul lungomare, c'è una musica latino-americana, il tipico tormentone estivo. Salgo una scala a chiocciola, capisco che si tratta di una discoteca a più piani. E' pieno di gente che balla e si diverte, vedo diverse ragazze, alcune di esse decisamente attraenti. Alcune di queste hanno un look piuttosto stravagante, ricordo una ragazza con lunghi capelli sparati dritti verso l'alto.[/slpc]Vedo una ragazza mora carina e mi metto a ballare con lei, la mia lucidità, già bassa, viene meno ulteriormente ed il sogno si deforma. [slpc]Poco dopo torno in me e riparto per la mia strada, devo uscire da qui ma l'ambiente si sta dissolvendo, temo di essere vicino al risveglio. Riesco però a mantenere lo scenario, apro una porta e mi trovo in uno stanzino minuscolo con altre due porte. Le apro entrambe, poi scelgo quella di sinistra e mi ritrovo in un ascensore. Premo un pulsantino dando il comando mentale di salire. L'ascensore sale e dopo qualche secondo lo faccio fermare ed esco. Mi trovo in un luogo desolato, tra le macerie, in sottofondo si sente il coro della messa, deve esserci una chiesa nelle vicinanze che però da dove sono io ora non si vede. C'è qualcuno con me, uno di quegli accompagnatori che rimangono fuori dal campo visivo e dei quali sento solo la presenza e la voce. Giro un angolo e vedo una schiera di edifici di 3 o 4 piani piuttosto vecchi, di almeno un secolo fa, forse anche qualcosa di più. Pensavo di cambiare nuovamente scenario usando un altro ascensore ma dubito che in quegli edifici possa essercene uno. Vedo passare una ragazza campagnola che assomiglia molto all'attrice Alessandra Mastronardi. Indossa abiti tipo anni '40 e poco dopo un ragazzo, anche lui in abiti da contadino di quell'epoca. Io e il mio accompagnatore entriamo in uno di questi edifici e la ragazza ci segue. Ora ha cambiato aspetto però, inizia a parlare, si lamenta del fatto che ha la nomina di essere una ragazza di facili costumi e che i ragazzi del posto se ne approfittano e poco dopo è sdraiata sul letto nuda e tenta di sedurmi. Le dico che non sono qui per questo e scherzo dicendo che se vuole c'è il mio accompagnatore che è disponibile. Le dico che sono un esploratore e viaggiatore temporale e lei si mette a ridere. Le dico che non sto scherzando, siamo viaggiatori temporali e siamo giunti qui per caso, nel frattempo la ragazza si è trasformata in Pinocchio. Gli spiego che viaggiamo nel tempo attraverso il mondo onirico e lui sembra capire ora e accettare la cosa. Ora devo andare, devo prendere un altro ascensore per recarmi altrove[/slpc] ma qui mi sveglio di colpo.
19 marzo 2020
Serie di lucidi/OBE ore 6.00-7.10
Episodio 1: assisto ad un'ipnagogica intensa nella quale si vede il viale principale della mia città affollato di notte, entro gradualmente nella scena. Sempre gradualmente [slpc]prendo lucidità e mi stabilizzo nello scenario. Cammino in mezzo alla gente lungo il marciapiede in direzione del mare, osservo i volti di alcune persone, sono estremamente reali. Noto in particolare una bella ragazza alta. Proseguo fino alla fine del viale, arrivo nella piazza principale, voglio raggiungere il lungomare ma vedo che al di là della piazza è tutto buio, i lampioni sono tutti spenti, e non ci sono luci nemmeno dai palazzi circostanti, deve esserci un black-out circoscritto in quella zona. Mi trovo dunque costretto a tornare indietro, qui però si oscura tutto, cerco di teletrasportarmi da qualche parte senza passare per la paralisi, sfrego le mani per terra aspettandomi di sentire l'asfalto invece trovo una superficie liscia. Ho un attimo di indecisione in cui penso a diverse destinazioni, tra cui la spiaggia, ma mi risulta troppo complicato richiamare la sensazione della sabbia al tatto in questo momento. Torno dunque a sfregare le mani per terra ma pare sia troppo tardi, mi ritrovo infatti in paralisi sul letto.[/slpc]
Episodio 2: non ricordo se questo episodio prosegue da quello precedente o se avviene dopo altri episodi. Comunque [slpc]ad un certo punto scendo dal letto e la vista è già attiva. Esco dalla mia stanza, sono a casa mia nel seminterrato, le immagini dapprima traballano un po', poi si stabilizzano. Il salotto è molto più vuoto e rispetto a come è attualmente nella realtà fisica e le pareti sono bianche e spoglie. L'atmosfera comunque è tranquilla e serena, anche grazie alla piacevole luce solare che filtra dalle finestre. Apro il frigorifero e con mia sorpresa ci trovo un ulteriore sportello bianco, apro anche questo e per fortuna è l'ultimo. Vedo che ci sono diversi barattoli iniziati di cibi di vario genere. Ne prendo uno che contiene una sostanza gelatinosa gialla ed ha sull'etichetta delle banane, potrebbe trattarsi di confettura di banane. Ne prendo un po' con le dita e la assaggio, ma è piuttosto insipida. C'è anche una merendina che ricorda vagamente la Fiesta, la prendo e chiudo il frigorifero. Ora voglio uscire, potrei salire le scale ma vedo che c'è un'apertura nel muro che nella realtà fisica separa la sala dal garage e che qui invece conduce verso l'esterno. A quanto pare non sono più a casa mia, esco da questa apertura e mi ritrovo su uno stretto sentiero di terra e sterpaglie che sembra girare intorno alla casa. Prendo una direzione, non vedo nessuno nei paraggi, chiedo allora ad alta voce se c'è qualcuno ma non ottengo risposta. Percorro l'ultimo tratto che è in salita e raggiungo un tratto asfaltato o cementato, a quanto pare la casa si trovo sotto il livello della strada. Davanti a me vedo un campo di calcio in erba sintetica al di là di una recinzione. Capisco di trovarmi in un centro sportivo. L'ambiente è estremamente stabile e reale, indistinguibile dalla realtà fisica. Vedo passare un ragazzo sui 15-16 anni che indossa una divisa da calcio di colore granata o amaranto. Si dirige verso il campo venendo all'incirca dalla direzione in cui si trova la casa da cui sono uscito. Lo fermo e gli chiedo dove ci troviamo, mi dice il nome della città o cittadina ma purtroppo l'ho dimenticato, ricordo solo che iniziava per V. Gli chiedo dove si trova esattamente e lui, un po' indeciso, risponde << boh, forse in Piemonte >>. Gli chiedo poi come sono arrivato qui e lui scrolla le spalle, non ne ha idea, gli chiedo se per caso sono un suo compagno di squadra e lui risponde << no, no >> stavolta perfettamente sicuro della risposta. Ora incontro un altro ragazzo che indossa la stessa divisa del primo, più basso e forse più giovane, almeno in apparenza. Lo fermo chiedendogli di poter leggere la scritta sulla sua maglia, sul lato sinistro del petto, c'è scritto Rubon, potrebbe essere il nome della squadra. Mi avvicino alla recinzione, ci sono dei giovani giocatori che fanno riscaldamento in campo, questi indossano una maglia bianca e calzoncini mi pare blu. Sulla maglia, sempre sul lato sinistro del petto, vedo uno stemma che a vederlo da qui mi sembra quello del principale club calcistico della mia città, ma non ne sono sicuro dato che non lo vedo bene. Mi si affiancano altri ragazzi sempre di quell'età, i quali si fermano ad assistere al riscaldamento, indossano una divisa nera o forse blu scura, dunque si tratta di un terza squadra. Si tratta forse di un torneo giovanile, a quanto pare questi ragazzi sono qui in attesa della loro partita che si svolgerà dopo questa. Chiedo ad uno di loro come si chiama la loro squadra, mi risponde una parola lunga che termina sicuramente con "...lese" qualcosa tipo "...cercolese", ma era un nome pià lungo, di almeno sei sillabe.[/slpc] Qui lo scenario crolla...
Episodio 3: [slpc]mi trovo in un luogo estremamente stabile e reale, come quello dell'episodio precedente. Ci sono dei campi di calcetto recintati, un altro centro sportivo dunque. Leggo su un cartello attaccato ad un cancello del centro sportivo la scritta "Bangladesh" e in particolare mi balza all'occhio la mascotte dei mondiali Francia '98. A quanto pare mi trovo nel passato, in Bangladesh alla fine degli anni '90. Poco dopo infatti incontro degli uomini che giocano a pallone nell'area esterna ai campetti, hanno tutti una fisionomia tipica della gente di quell'area geografica. Chiedo ad uno di loro dove ci troviamo, "Yesta" mi risponde. Percorro un tratto e guardandomi intorno vedo alla mia sinistra immensi campi di sterpaglie con alberi in lontananza. Raggiungo una strada asfaltata extraurbana, non ci sono edifici nelle vicinanze. Faccio un pezzo di strada, vedo dei cartelli con scritte in lingua sconosciuta ma in caratteri latini. Giro un angolo e incontro due ragazze occidentali che camminano.[/slpc]Mi fermo a parlare con loro ma il ricordo è vago. [slpc]Poco dopo mi trovo in paralisi con l'entità sopra di me ad opprimermi. Mantengo la calma e le dico che se vuole possiamo uscire a fare una passeggiata e una chiacchierata, lei però non risponde e continua con le sue manovre provocatorie ed intimidatorie. Io resto perlopiù immobile, a tratti provo a fare qualche movimento per vedere se ho ottenuto il controllo del corpo onirico e se è dunque il momento di eseguire il distacco. Qui accade qualcosa di mai visto, almeno che io ricordi. Mia madre entra nella mia stanza e, dato che l'entità è già qui a tormentarmi, in un primo momento penso sia veramente lei che è entrata nella mia stanza nella realtà fisica. Tuttavia rimango in paralisi, perciò capisco che non può essere lei, si tratta del personaggio onirico di mia madre. Di solito tale personaggio coincide con l'entità che ora però è già all'opera, sono confuso, non mi era mai capitato e non so come interpretare la cosa. In ogni caso non modifico il mio atteggiamento, continuo a rimanere calmo e ad invitare l'entità, o meglio, le entità a seguirmi fuori per una chiacchierata. Dopo un po' riesco a liberarmi e scendo dal letto. Vado di sopra di corsa poiché sento ancora la presenza dell'entità alle mie spalle. Esco in strada con l'entità che mi tiene per le braccia. Io però proseguo tranquillamente, consapevole che più mi allontano da casa più il suo effetto su di me si attenuerà. Provo ancora a parlarle ma proprio non ne vuole sapere. Fa un ultimo tentativo di strattonarmi e riportarmi in paralisi ma ormai è troppo debole e per liberarmene definitivamente la spingo via. Senza volerlo però uso troppa forza e finisco per scaraventarla contro il cancello di una villetta. Mi scuso con l'entità dicendole che non avevo intenzione di lanciarla così forte.[/slpc] Ora comunque si è ridotta ad un oggetto indefinito e inanimato per terra. Proseguo e mi ritrovo a passare per uno stretto tunnel in salita, la mia lucidità è piuttosto bassa in questo momento e mi arrivano pensieri confusi e negativi che comunque riesco con un po' di sforzo ad ignorare.
20 marzo 2020
Lucido/OBE ore 6.45-7.30
M[slpc]i ritrovo in paralisi e scendo dal letto. Esco di casa, sono semi abbagliato dalla luce del sole, e capisco che è così perché nella realtà fisica in questo momento è già giorno e la poca luce che entra dalla finestra si riflette nell'ambiente onirico. Per isolarmi totalmente dagli stimoli esterni devo allontanarmi il più possibile da casa, così esco dal giardino passando per una grossa apertura sul muro di recinzione e poi inizio a correre. Man mano che avanzo la luce si riduce, l'ambiente si stabilizza e diventa più reale e concreto. C'è un bel po' di gente, decisamente più di quanta ce ne sia di solito in questa zona. Mentre corro passo mi diverto a fare lo slalom tra i vari gruppetti di persone, loro sembrano non vedermi perché non hanno particolari reazioni. Raggiungo la via che fiancheggia la ferrovia e arrivato nei pressi del sottopassaggio mi accorgo che la sua entrata è sprovvista di copertura ma soprattutto vedo che poco più in là invece della ferrovia e c'è una spiaggia e il mare. Sono piacevolmente sorpreso da questa vista e sono inizialmente tentato di andare a farmi un bagno. Resisto però alla tentazione, devo portare avanti il mio programma, ovvero tornare nella città in cui sono stato nell'esperienza di ieri mattina ed esplorarla meglio. Entro dunque in una palazzina, preceduto da una ragazza. Vedo subito alla mia destra dei bagni, penso che andranno bene, lì farò diventare degli ascensori una volta dentro. Entro in uno di questi piccoli bagni, chiudo la porta e do il comando di salire. Dopo un po' ordino di fermarsi e premo un pulsante per aiutarmi. L'ascensore si ferma ed esco, mi trovo in un luogo chiuso, una piccola sala con pareti chiare e spoglie, forse una sala d'attesa di non so cosa.[/slpc]Un istante dopo che sono entrato, qualcuno o qualcosa alle mie spalle mi colpisce facendomi svenire. Si oscura tutto e poco dopo mi ritrovo in uno stato confusionale con scene confuse che si alternano e si sovrappongono. Mi arrivano pensieri negativi, come se qualcuno me li stesse inviando per spaventarmi. Mi arriva un'immagine in cui sono legato ad una sedia con le ruote spinta da una o due persone, ho l'impressione che si tratti di una sorta di istituto psichiatrico in cui fanno esperimenti illegali sui pazienti. Il sogno continua facendosi sempre più confuso e grottesco finché non mi sveglio in un sussulto.
22 marzo 2020
Serie di lucidi/OBE ore 6.00-7.10
Episodio 1: [slpc]mi sveglio in paralisi, sento ondate di energia sul mio corpo come se qualche entità mi stesse facendo una sorta di massaggio. Ogni tanto in alcuni punti sento una pressione un po' più forte ma mai dolorosa. Al momento giusto mi alzo dal letto ed esco di casa, stabilizzo e richiamo alla mente nozioni della vita di veglia, ricordo perfettamente che giorno è oggi e cosa ho fatto ieri. Devo raggiungere la città dell'esperienza di 3 giorni fa, quella col nome che iniziava per V, e che ho dimenticato. D'ora in avanti la chiamerò la città del Rubon, essendo questo l'unico nome che ricordo per intero (il nome di una delle squadre di calcio presenti al centro sportivo). Provo a saltare per volare ma al primo tentativo ricado a terra, al secondo mi concentro meglio e rimango sospeso in levitazione. Poco dopo però lo scenario crolla, mi ritrovo nel buio totale e tento di teletrasportarmi nella suddetta città immaginando di afferrare la recinzione del campo. Qui però mi percepisco già parzialmente sul letto e poco dopo mi sveglio.[/slpc]Resto comunque immobile in posizione supina e mi riaddormento.
Episodio 2: [slpc]esco di casa e raggiungo il cancelletto, qui accade qualcosa di insolito, non trovo il pulsante sul muro, poi scopro che è coperto da qualcosa. Stacco quella cosa che copre il pulsante e vedo che è rotto, il tasto è quasi staccato, è appeso ad un filo e sporge in fuori, ovviamente non funziona. Provo a tirare il cancello ma niente da fare, non si apre, è tutto molto stabile dunque reagisce esattamente come farebbe nella realtà fisica. Ovviamente non riesco nemmeno ad attraversarlo, provo infatti a buttarmi di fianco ma ci sbatto contro, la cosa mi piace perché è segno di grande stabilità. Spesso infatti quando si prova a stabilizzare intenzionalmente non si riesce a farlo così bene. Alla fine riesco ad aprirlo grazie ad una sorta di "bug" del sogno, un gancetto nella serratura che tiro e il cancello si apre. Esco in strada e qui la mia lucidità cala notevolmente. Entro in una casa vicina con l'intenzione di usarla come passaggio dimensionale[/slpc] ma qui incontro due amici e mi perdo a chiacchierare con uno di loro. A quanto pare in questa realtà abitano nella stessa casa con le loro rispettive ragazze ed anche un altra coppia di loro amici che non conosco. [slpc]Dopo un po' mi ricordo quello che era il mio obbiettivo, saluto il mio amico ed esco da una porta. Attraversando la porta avverto un chiaro cambio di livello, ora infatti tutto è molto più reale e stabile. Sono in luogo chiuso privo di mobili e di qualsiasi arredamento, ci sono solo delle palle da biliardo sparse sul pavimento. Ne prendo una e la faccio cadere da circa un metro di altezza per verificare il funzionamento della gravità in questo ambiente. L'effetto risulta del tutto coerente con le leggi fisiche che conosciamo. Dopo un po' l'ambiente inizia a vacillare,[/slpc] esco da una porta e una volta fuori lo scenario si fa confuso e fumoso, forse ho perso troppo tempo in questa stanza e la mia energia si è un po' ridotta.
Episodio 3: [slpc]sbuco in un ambiente esterno di giorno, vedo dall'alto uno stadio, sulle tribune o forse sul campo di gioco c'è una grossa scritta: "FORZA BARCA". Inizio a scendere ed ora mi trovo sulle tribune dello stadio, proseguo e mi trovo in un ambiente completamente diverso che ricorda in parte una zona della mia città non molto distante da casa mia. C'è parecchia gente che osserva qualcosa che sta accadendo a distanza, un punto in cui c'è un assembramento di persone, tra le quali mi sembra di vedere forze dell'ordine e giornalisti, qualcosa mi dice che si tratti di una scena del crimine. Mi avvicino e qualcuno da dietro mi grida di fermarmi, mi dice che non si può andare lì. Io però lo ignoro e dico, non so perché in inglese, "io vado dove mi pare". Ora sonoa pochi metri dalla presunta scena del crimine, vedo poliziotti, giornalisti e anche semplici curiosi, dunque non era poi così proibito avvicinarsi. Al di là di questo assembramento di gente c'è una strada ed al di là di essa vedo numerosi edifici con negozi e locali.[/slpc] E' lì che voglio andare ma una donna mi ferma dicendomi che non posso passare di qui, devo fare il giro. Io, che nel frattempo ho perso parzialmente lucidità, le do retta e prendo una stradina che gira intorno a dei vecchi edifici alla mia sinistra. Ovviamente finisco per perdermi sbucando in un luogo completamente diverso da quello che volevo raggiungere, avrei dovuto ignorare quella donna e attraversare quella strada.
Episodio 4: [slpc]mi alzo dal letto e la vista è già attiva. Riprendo l'obbiettivo originale di questa serie di esperienze, ovvero quello di raggiungere la città del Rubon. La situazione mi sembra propizia in quanto mi trovo in condizioni simili a quelle dell'esperienza in cui mi sono poi ritrovato in tale città. Sono infatti a casa mia nel seminterrato di giorno, con la vista già attiva, e ambiente abbastanza stabile. Quella volta mi ero per prima cosa diretto in cucina ed avevo aperto il frigorifero, così decido di fare la stessa cosa. Stavolta però il frigorifero si trova nella vecchia posizione ed è anche pieno di roba invitante. Prendo uno yogurt al gusto cioccolato e vaniglia, lo apro e vedo che è di colore bianco con qualche macchietta marrone qua e là, a quanto pare di cioccolato ce ne è ben poco. Lo assaggio comunque e con mia sorpresa il sapore è davvero buono e intenso, non sa né di vaniglia né di cioccolato, a dire il vero non sono in grado di descriverlo perché non assomiglia a nulla che abbia già assaggiato. Vado in garage mentre continuo a mangiare questo yogurt eccezionale, è così buono e le sensazione sono così intense che non riesco a resistere, pur sapendo che ciò mi porterà a perdere lucidità e concentrazione.[/slpc]Infatti poco dopo il sogno si deforma e la mia lucidità cala notevolmente. Continuo a sognare ancora per un po' trovandomi in situazioni confuse e con la lucidità che va e viene.
25 marzo 2020
Lucido/OBE ore 4.30-5.30
Mi trovo in paralisi in uno stato confusionale. Percepisco presenze e sensazioni negative che, complice il mio stato confusionale, dovuto anche al fatto che sono ancora nelle prime ore di sonno, mi scoraggiano nell'eseguire il distacco. L'istinto infatti è quello di uscire dalla paralisi e svegliarmi e così provo a fare. Poi però inizio a prendere lucidità e anche se ho ancora paura un po' paura decido di affrontare la situazione. A[slpc]l momento giusto eseguo il distacco, scendo dal letto ed esco dalla mia stanza. Cammino lentamente, la vista è già attiva ma essendo notte è tutto buio, intravedo appena intorno a me. Esco dal portone e mentre scendo le scale che portano al vialetto sento una presenza e una voce maligna che in tono minaccioso e accento romanesco mi dice "se vedemo dopo", accompagnato da un rote di negatività che mi fa rabbrividire. L'inquietudine mi spinge ad allontanarmi in fretta di casa, così mi fiondo contro il cancelletto di fianco attraversando con un lievissimo attrito. Inizio a correre per la strada a gran velocità, voglio allontanarmi il prima possibile per evitare spiacevoli sorprese. Mentre corro mi vengono strani pensieri in mente, condizionati dalla negatività che mi circonda. Arrivo ai giardinetti della stazione, incontro delle persone, tra cui un amico[/slpc], perdo lucidità e mi metto a passeggiare e chiacchierare con lui. Più avanti sono in un luogo chiuso, forse un centro commerciale ed il mio amico viene sostituito da un altro amico, poi si aggiungono altri amici e continuo a sognare normalmente per un po'. Tra le varie cose che accadono, mi rimane impressa una frase almeno apparentemente senza senso pronunciata da un amico deceduto alcuni anni fa: "il baleno non è un virus". Chissà cosa avrà voluto dire.
OBE ore 4.30-5.430
Mi trovo di nuovo in paralisi ancora una volta avvolto in un'aura di negatività. Mi alzo, esco dalla stanza ma non ho il pieno controllo del mio corpo onirico, forse fluttuo a mezz'aria ma vengo tirato indietro da una forza invisibile. Mi ritrovo nel corpo...non ricordo poi cosa succede.
Lucido/OBE ore 6.00-7.10
[slpc]Mi trovo davanti casa già lucido e mi incammino lungo la via che inizia di fronte al cancello. La mia lucidità aumenta, cammino lentamente, l'ambiente è molto stabile, lo stabilizzo ulteriormente,mi guardo intorno, mi volto anche a guardare indietro. Leggo il cartello della via, ne trovo poi altri lungo la strada, vedo persone affacciate ai balconi delle case o nei giardini delle stesse. Raggiungo la via che fiancheggia la ferrovia, vedo che ci sono delle bancarelle e mi metto a correre per raggiungerle più in fretta. Mi fermo alla prima bancarella alla mia destra dove ci sono in vendita dei libri e fumetti, mentre sulla sinistra ce n'è una con gadget e action figure di varie dimensioni perlopiù di Dragon Ball. Per prima cosa vedo delle scatolette con la scritta "Dragon Ball GT" con l'immagine di Goku bambino con la divisa da combattimento blu e gialla che indossa in quella serie ed altri due personaggi tra i quali uno dalla pelle celeste che dà l'idea di essere un cattivo che però non riconosco. Ora vedo dei pupazzetti sempre di Dragon Ball ma fatti piuttosto male, imitazioni malriuscite delle action figure originali. Vedo poi delle grosse scatole raffiguranti personaggi vari sempre nello stile degli anime. Esco dall'area delle bancarelle e mi ritrovo in un'altra città. A giudicare dagli edifici sembra trattarsi del centro storico di una qualche città italiana, è giorno ed è pieno di gente. Una voce disincarnata mi incoraggia ad ottenere informazioni. Vedo un signore alto sulla settantina, lo fermo e gli chiedo se sa dirmi che città è questa. Lui sembra non capire la mia domanda, ha un attimo di incertezza, poi si rivolge a qualcuno alle sue spalle, forse gli rigira la mia domanda. Torna poi a voltarsi verso di me
e mi dà la risposta: "Sorrento". Proseguo e cerco altre persone a cui fare domande. Vedo una coppia di giovani fidanzati appoggiati ad un muro, un ragazzo e una ragazza mora molto carina sui 16-18 anni. Mi avvicino a loro mentre stanno abbracciati a baciarsi e chiedo loro se posso fare qualche domanda.[/slpc] La ragazza mi risponde in malo modo e con atteggiamento quasi mafioso, dicendomi di lasciar perdere, altrimenti qualcuno potrebbe picchiarmi. Capisco di aver sbagliato ad interagire con loro mentre erano in intimità, tuttavia la reazione della ragazza mi sembra eccessiva e mi infastidisce molto. Non sopporto certi atteggiamenti e, complice un calo di lucidità, reagisco rispondendo per le rime, dicendo che non ho paura di nessuno e che mi mandi pure qualcuno contro. Non è da me abboccare a certe provocazioni,[slpc]comunque prima che la situazione degeneri torno in me e mi allontano. Incontro ora un ragazzo che indossa un maglione chiaro tipo beige. Gli chiedo se posso fargli alcune domande, lui non risponde verbalmente ma non sembra avere nulla in contrario. Mi presento dicendo il mio nome e cognome e che sono un viaggiatore ed esploratore, un onironauta. Chiama un suo amico che sta passando proprio in questo momento e gli dice che sono un onironauta. Da ciò capisco che anche questo suo amico è un onironauta o aspirante tale. L'amico ci raggiunge e con un'aria un po' scettica mi dice << quindi sei un onironauta ? >> Glielo confermo, poi mi chiede << da quanti anni fai sogni lucidi ? >> Ci penso un attimo e gli rispondo che ho iniziato nel 2012, quindi sono quasi 8 anni. Lui ha una strana reazione ed in tono molto frustrato dice che lui sono due anni che ci prova senza risultati, poi esce da una porticina (ora siamo al chiuso) e la chiude sbattendola con rabbia. Scambio due parole col primo ragazzo a proposito di sogni lucidi e tecniche per indurli. Devo ancora fargli le mie domande ma ora si distrare a parlare col suo amico che nel frattempo è rientrato e sembra essersi calmato. Gli dico che il mio tempo qui è limitato e chè già parecchio che sono qui, in effetti questa esperienza prosegue da un bel po', sto mantenendo la lucidità da un tempo piuttosto lungo. Insisto ancora un po' per richiamare la sua attenzione, gli chiedo come si chiama questo posto ma non risponde, quasi mi ignora. << Sei di qui ?>> gli chiedo, << certo che sono di qui ! >> mi risponde lui.[/slpc]A questo punto però la mia lucidità inizia a vacillare e dimentico le altre domande che dovevo fare. Lo scenario poi cambia, mi ritrovo in una grande sala piena di gente seduta a dei banchi, il ricordo però è vago e probabilmente l'esperienza si interrompe qui.
26 marzo 2020
Serie di lucidi ore 6.00-8.10
Ho avuto una serie di episodi più o meno lucidi di cui ho ricordi frammentati che descriverò qui in ordine non cronologico.
Episodio 1: [slpc]non ricordo come mi trovo lucido in una casa che non è la mia, mi alzo da un letto e faccio un giro per la casa. Non è la mia casa della vita della veglia ma la sento in qualche modo mia, come se fosse una vita passata o parallela. Sembra che io viva qui da solo, o almeno in questo momento non ci sono altre persone. Giro un po' e mi guardo un po' intorno. Guardo il mio riflesso allo specchio e mi appare un volto deformato, del tutto irreale. Esploro diverse stanze, in una di queste trovo appesi ai muri dei quadri astratti e fotografie varie, perlopiù di calciatori, tra i quali distinguo chiaramente Alessandro Del Piero. Vedo poi anche diversi stemmi di squadre di calcio, dei quali ricordo un tricolore a forma di scudo blu, bianco e celeste. Esco da questa casa e mi trovo un piccolo pianerottolo in cima ad una rampa di scale.[/slpc]Salgo sulla ringhiera con l'intenzione di saltare e prendere il volo ma ho un calo di lucidità e rimango seduto a cavalcioni sul corrimano a fare niente. Vedo delle persone a distanza forse su un balcone di un'altra abitazione, mi vedono anche loro e sembrano allarmate, forse si chiedono cosa sto facendo seduto qui. Scendo e torno sul pianerottolo, ora mi raggiungono una donna e una bambina, la quale si rivolge a me dicendomi qualcosa del tipo << perché ci tratti così ? >> Mi viene in mente che potrebbero essere mia moglie e mia figlia in questa vita parallela, qualcosa di totalmente estraneo al mio stile di vita, forse per questo evito di interagire con loro. Provo nuovamente a salire sul corrimano per saltare ma la bambina, preoccupata, mi dice di non farlo. Da qui il ricordo si fa vago, forse mi trovo di sotto e tento di prendere il volo da terra.
Episodio 2: sbuco in un bar ed apro il freezer dei gelati confezionati ma poi lo richiudo, non voglio perdermi a mangiare cose gustose che mi distoglierebbero dal mio obbiettivo. Tuttavia la mia lucidità è già bassa e di fatto non ho le idee chiare su ciò che devo fare. Da qui non ricordo altro.
Episodio 3: [slpc]mi trovo nel buio totale e mi metto a tastare con le mani davanti a me cercando di aggrapparmi a qualcosa di solido per stabilizzarmi in un altro ambiente ma dopo diversi secondi non si materializza nulla nelle mie mani e ciò mi fa salire la frustrazione. Provo allora a battere le mani su un muro immaginario e questo si materializza subito. Mi trovo davanti a questo muro a pochi centimetri da esso ma non ricordo poi come prosegue.[/slpc]
Episodio 4:[slpc]prendo il volo forse direttamente dal suolo, vado verso l'alto finché non si oscura tutto. A questo punto scendo con l'intenzione di atterrare da qualche parte, batto i piedi e sento il terreno sotto di me.[/slpc] Non ricordo se e cosa compare a questo punto.
Episodio 5: mi trovo in un luogo indefinito, il ricordo è vago e la mia lucidità è bassa. Mi trovo a combattere contro un tizio alto e grosso che ribatte colpo su colpo. Dopo un po' mi rendo conto che non posso sconfiggerlo in una lotta corpo a corpo ma prima che riesca a fare altro mi trovo in paralisi. [slpc]Compio dei piccoli movimenti aspettando il momento giusto per alzarmi, dopo un po' mi alzo, esco dalla mia stanza e vado al piano di sopra[/slpc]ma da qui il ricordo sfuma.
27 marzo 2020
Lucido/OBE ore 5.30-6.00
Arrivo a casa, ho delle buste in mano, scendo la rampa del garage e mi fermo per aprire la serranda col telecomando ma questa inizialmente non si apre. Inizio a sospettare di stare sognando, mi volto a guardare verso la strada e leggo il cartello della via che però si trova sul lato opposto della strada rispetto a dove dovrebbe essere. Inoltre la scritta sul cartello è incomprensibile,dunque [slpc]ho la conferma di essere in un sogno. Nel frattempo la serranda si è alzata, poggio le buste appena dentro il garage e mi appresto a risalire la rampa. Ho ancora qualcosa di piccolo in mano e lo lancio nella busta facendo centro. Salgo la rampa ma mi rendo conto che sono troppo pesante e semi stordito, è tutto ovattato. Decido di uscire dal sogno ed andare in OBE, mi butto dunque contro la parete alla mia destra e mi ritrovo in paralisi sul letto.[/slpc] Prima che io possa eseguire il distacco però la paralisi svanisce e mi sveglio.
Serie di lucidi/OBE ore 6.00-7.30
[slpc]Prendo lucidità mentre sono a casa al piano terra in una situazione di sogno confuso e ovattato. Vedo il portone e inizio a correre a super velocità approfittando del fatto che al momento ho un corpo molto sottile. Attraverso portone e cancello e raggiungo la strada continuando a correre per alcune decine di metri, dopodiché distendo le braccia in avanti e tutto il mio corpo si allunga e si stira finché non mi trovo nel buio totale. Non ho pensato a nessuna particolare destinazione e forse per questo mi ritrovo alla fine nella mia stanza sul letto, o forse a fluttuare leggermente sopra di esso. Scendo dal letto e rimango un attimo fermo in piedi al centro della mia stanza. Mi sento come avvolto in una sorta di campo magnetico, mi guardo le mani, le intravedo appena nel buio della stanza. Esco dalla stanza, è buio essendo notte ma la vista è attiva ed intravedo quanto basta per evitare gli ostacoli. Esco di casa, vedo delle persone alla mia sinistra che parlano tra loro. Mi incammino lungo la strada, provo a correre ma sono pesante, sono troppo pesante a dire il vero anche per camminare. Mi concentro un attimo e riesco a prendere il controllo del mio corpo onirico, ora riesco a correre tranquillamente. Torno poi a camminare cercando di concentrarmi sull'ambiente circostante, mi trovo a passare in un tratto con delle piante che invadono parzialmente la strada, le sento chiaramente al tatto sia toccandole con le mani che urtandole col corpo mentre cammino. Nel frattempo lo scenario si è modificato, giro un angolo e vedo una schiera di tavoli all'aperto con gente seduta a mangiare. Ci passo vicino ma non mi fermo, non posso farmi distrarre, devo portare avanti il mio piano. Esco dall'area del ristorante passando accanto ad un omone pelato alto e grosso, un vero armadio ! Temo che possa rivelarsi ostile, in tal caso difficilmente riuscirei a sfuggirgli. Intraprendere una lotta corpo a corpo con lui non sarebbe una buona idea, inoltre è troppo vicino e non farei in tempo a scappare e probabilmente neanche a smaterializzarmi. Tuttavia inizialmente mi ignora, in me però rimane il timore che possa seguirmi e infatti poco dopo mi raggiunge. Per fortuna non ha cattive intenzioni, vuole solo mettermi una specie di bracciale al polso, credo serva nel caso debba rientrare nel locale, tuttavia non capisco come mai non si sia chiesto perché non lo avessi già.[/slpc] Io comunque non ho intenzione di rientrare, proseguo per la mia strada ma incontro un vecchio amico, M.S. che non vedo da parecchio tempo. Mi faccio distrarre e perdo lucidità, proseguo la strada insieme a lui e parliamo a lungo, mi racconta delle cose della sua vita.
28 marzo 2020
Serie di lucidi/OBE ore 6.15-7.40
Episodio 1: [slpc]prendo lucidità, non ricordo dove e in quali circostanze, mi sento ovattato, come se avessi la testa dentro una sfera di vetro, decido dunque di uscire dal sogno ed andare in OBE.[/slpc]
Episodio 2: [slpc]mi trovo in paralisi e mi rotolo giù dal letto, sono sdraiato per terra e sento il freddo del pavimento sulla pelle. Mi alzo in piedi, rimango nella mia stanza e mi concentro per levitare. Mi sollevo da terra ed inizio a svolazzare per la stanza ma è ancora tutto buio. Ad un certo punto inizio ad intravedere appena le mie mani e l'armadio. Esco dalla stanza sempre svolazzando, vado in salotto e a tratti per una frazione di secondo la vista si attiva per poi disattivarsi di nuovo.[/slpc] Ora è di nuovo tutto buio e sono anche in uno stato confusionale, poi ad un certo punto la vista si attiva e riprendo lucidità. Sono a casa mia nel seminterrato e sto fluttuando a mezz'aria. Vedo tutto molto nitido, al minimo pensiero mi muovo quasi istantaneamente nella direzione richiesta a gran velocità. Metto le mani in avanti per non sbattere contro la parete e farmi male o finire nel blackworld. Mi guardo intorno, credo di star vedendo la mia casa come è attualmente,invece solo dopo una volta sveglio mi renderò conto che non è così. La pittura delle pareti infatti è quella vecchia di cinque anni fa, ma lì per lì non me ne rendo conto, sono sì a casa mia ma nel passato. Vado al piano di sopra e qui invece mi accorgo delle incongruenze tra questo ambiente e quello della realtà fisica. C'è infatti una specie di serranda nel punto in cui dovrebbe esserci la finestra che dà sul giardino. Penso di uscire di casa sempre in volo ma ho un attimo di esitazione e finisco per ritrovarmi di nuovo nel buio, non ricordo poi come continua.
Episodio 3:[slpc]mi trovo in paralisi con la forte pressione nella testa, scendo dunque dal letto prima che diventi insopportabile, esco di casa e mi stabilizzo solo una volta uscito in strada, sfregando le mani sull'asfalto. La vista si attiva[/slpc]ma da qui il ricordo sfuma, comunque non credo di essere andato troppo lontano.
Episodio 4:[slpc]sono in un luogo chiuso e mi ricordo di stare sognando, mi sfrego le mani per stabilizzare, esco da una porta e mi trovo in un punto sopraelevato rispetto alla strada. Salto giù atterrando su un tetto di un edificio basso, poi salto ancora e atterro sulla strada. Cammino e mi guardo intorno osservando i volti estremamente reali e vividi dei passanti. E' una bella giornata di sole e c'è molta gente in giro. Osservo diversi gruppi di ragazzi e ragazze, perlopiù molto giovani, credo tra i 14 e i 16 anni. E' tutto così reale e indistinguibile dalla realtà fisica, inoltre l'aspetto e il look di queste persone è incredibilmente variegato. Ad un certo punto mi trovo a passare in un punto con una maggior concentrazione di persone, tutti adolescenti, ed urto qualcuno per sbaglio ma sembra non accorgersene. Proseguo, cerco qualcuno che si trovi da solo con cui parlare, a cui fare delle specifiche domande, tuttavia continuo a trovare solo gruppi di persone. Ad un certo punto vedo passare una ragazza carina che sembra camminare da sola ma poi qualcuno la raggiunge, segno che non era sola, semplicemente chi la accompagnava era rimasto indietro. Ora mi trovo nei pressi di un lungomare e vedo diverse belle ragazze in costume da bagno, queste ultime però sembrano decisamente più grandi, sopra i 30 anni probabilmente, ma si mantengono in gran forma. Mi avvicino al gruppo[/slpc] ma qui lo scenario si dissolve e forse mi sveglio.
May my heart be my guiding key