da Alkimist » 12/11/2016, 0:11
L'ultimo perchè
Poniamoci una domanda... una domanda qualsiasi.
Probabilmente, la prima cosa che ci interessa sapere è la risposta a tale domanda.
Ma, fermiamoci.
La domanda non è soltanto la causa della risposta; è, a sua volta, effetto di qualcos'altro: cosa? Dipende dalla domanda ovviamente, ma quale che sia la sua causa, quest'ultima sarà sempre effetto di qualcos'altro, e qualcos'altro, e qualcos'altro; che siano meccanismi fisici, circostanze, emozioni, dati o le lenzuola sporche, ci sarà sempre un perchè alla sua condizione: un perchè che a sua volta sarà risultato di altre componenti, cause, domande, condizioni.
Beh, e quindi? Retorica, retorica perpetua ed infinita... non avrà mai fine, è chiaro che a tutto si possa continuare a chiedere "perchè?" all'infinito.
Come in tutte le cose, concrete ed astratte, ci sono domande pessime: inutili o controproducenti, che non portano da nessuna parte, non hanno reale necessità nel loro contesto, e possono solo causare danni o intoppi, e ci sono domande ottime: propositive ed efficienti, che mettono in evidenza fulcri importanti, inerenti al motivo per cui sono state poste, che se soddisfatte possono solo portare beneficio.
Ora, mentre le une se ne stanno a girare in tondo, tergiversare, prendersi in giro e perdere tempo, le altre progrediscono, evolvono e vanno avanti nello scavo degli infiniti "perchè?".
Ma sono realmente infiniti questi interrogativi? Se preceduti da domande sbagliate, certamente; ma lo stesso vale per le domande giuste? Se sono azzeccate, risoluzionarie, produttive, intelligenti, utili e necessarie, rimarranno ugualmente infiniti questi "perchè"?
Ammettiamo che non è limpido il concetto di infinito alla nostra mente; diciamoci, prendendo per buono, che "infinito" significhi semplicemente che permanga oltre la nostra vita, tanto per rendere il senso della domanda più alla nostra portata.
Ebbene? Sono davvero infiniti? E se sì, lo sono per chiunque indipendentemente da tutto? Qualche persona mai nel tempo dell'umanità, è riuscita a contemplare "l'ultimo perchè" (sempre che esista)?
Nel caso qualcuno sia mai riuscito in ciò, dubito che il resto del mondo oltre lui, ne sia mai potuto venire a conoscenza. Verità sicuramente troppo ampie e profonde per essere imbrigliate in parole, come un qualsiasi altro pensiero. Potrebbe però, questa verità, essere in qualche modo "riprodotta" in vari frangenti, concetti precisi, poi riuniti per comporre una sorta di proiezione, più o meno approssimativa. Una proiezione "monodimensionale" di una realtà multidimensionale...
Personalmente, ciò che credo vede tutto questo in modo tanto semplice nel pratico e nello svolgersi naturale degli eventi, quanto complesso nel teorico e nella spiegazione. Non saprei rinchiuderlo in una definizione esatta, eppure trovo sia "la semplicità" per eccellenza: ciò mi "spinge" a voler comprendere la natura, il funzionamento padre, il principio primo che fa funzionare tutte le cose, in modo da poterlo carpire ed applicare per trarne beneficio (personale e non). Forse due parole possono riassumere a grandissime linee il concetto: "tutt'uno", ma spiegano pressoché niente, solo un piccolo, minuscolo, frangente.
Stanno arrivando, le verità.
Ma tu, sei pronto e disposto ad accettarle, qualunque implicazione portino con sè?
Anche se l'individualità e unicità, tua e di chiunque, smettessero di avere un qualsiasi senso?
"Davanti agli occhi di una bestia crolla come un castello di carte qualunque sistema filosofico."L. Pirandello
"Incanta la bestia e arriva alle nuvole."
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