4 dicembre 2020
OBE ore 1.00-4.00
Mi trovo a casa mia al piano terra al buio, in un atmosfera carica di negatività. Sento grida, voci stridule, poi mi ritrovo nel letto, sdraiato sul fianco sinistro, posizione nella quale è sdraiato anche il mio corpo fisico. Inizialmente penso di essermi svegliato, anche perché sento chiaramente una strana puzza tipo di fumo e la cosa mi preoccupa, poi però [slpc]capisco che si è trattato di un falso risveglio. Ora sono in paralisi e sono schiacciato da qualcosa di pesante, anche se stavolta non sento i rantoli dell'entità aliena. Sento forti pressioni in varie parti del corpo che poi si concentrano in un unico punto tra le sopracciglia. Esco e rientro in paralisi più volte e ad un certo punto riesco anche ad alzarmi a sedere sul letto ma vengo subito riattirato nel corpo fisico.[/slpc] Alla fine cedo, mi sveglio e cambio posizione sdraiandomi sul fianco destro. La scarsa lucidità ha fatto sì che venissi sopraffatto anche stavolta dalla negatività e dall'inquietudine che questa
genera.
5 dicembre 2020
Lucido ore 00.00-00.40
L'esperimento
Vado a letto con in mente il piano d'azione scelto per un esperimento ideato da alcuni utenti di un gruppo Facebook dedicato a sogni lucidi e viaggi astrali di cui faccio parte. L'esperimento consiste in tre obbiettivi: il primo è assumere una sorta di farmaco onirico che rinforzi il nostro sistema immunitario; il secondo è trovare un oggetto nascosto da un'utente del gruppo in una scatola che lei stessa ci ha mostrato in foto; il terzo è incontrare Mago Merlino e chiedergli di darci un talismano portafortuna e un incantesimo composto da una frase o alcune parole. L'idea di partecipare a questo esperimento di gruppo mi carica a tal punto che prendo lucidità già nelle prime ore di sonno, forse addirittura nel primo ciclo (mi sono messo a letto intorno alle 22.35 ma probabilmente non mi sono addormentato prima delle 23). [slpc]Sono in paralisi e riesco ad alzarmi anche se con difficoltà. Vago un po' nel buio e quando la vista si attiva mi reco subito in cucina ed apro la credenza dove teniamo le medicine. Nel frattempo vedo mio padre che gironzola per casa e quando mi vede viene da me ed inizia a dirmi cose. Io lo assecondo e fingo di ascoltarlo per non avere problemi ma in realtà il suo è un flusso continuo di frasi sconnesse. Prendo un pacchetto dalla credenza ma vedo che non è quello che cercavo, ne prendo un altro ed è quello giusto. Estraggo una compressa di forma circolare dal diametro di circa 1,5 cm, è troppo grande per ingoiarla intera così la spezzo in due parti ma non riesco a dividerla a metà ed una delle due risulta comunque troppo grossa. A questo punto capisco che si tratta di una di quelle compresse che si sciolgono in acqua, così prendo un bicchiere e ci metto dentro la compressa. La pastiglia al contatto con dei residui d'acqua sul fondo del bicchiere inizia a frizzare, a quanto pare si tratta di una di quelle effervescenti. Verso l'acqua nel bicchiere e la compressa si scioglie in pochi secondi. Bevo velocemente, è effervescente e insapore. Ora devo passare al secondo punto dell'esperimento, ovvero trovare quella persona e farmi mostrare il contenuto della scatola. Qui però si oscura tutto e mi trovo a lottare a lungo nel buio tra paralisi e tentativi di distacco ostacolati dall'entità aliena. Sono quasi sul punto di cedere, la morsa dell'entità è forte, sento pressioni a tratti quasi dolorose in vari punti del corpo, cerco di lasciarmi andare ma non è facile. Ad un certo punto mi viene in mente la tecnica del movimento fantasma, così provo a muovere il mio braccio sinistro astrale (sono sdraiato sul fianco destro) ma l'entità se ne accorge e stringe ancor di più la morsa. Ad un tratto esco temporaneamente dalla paralisi, rimanendo per alcuni istanti in quel sottile "limbo" in cui posso già muovermi col corpo fisico ma allo stesso tempo posso ancora lasciarmi scivolare nella paralisi e quindi nella fase REM. Mi lascio andare alla paralisi ma stavolta mi muovo di scatto, senza pensarci, anticipando l'entità e riuscendo dunque a sfuggirle. Esco dalla mia stanza, vado di sopra ed esco in strada, è notte, mi metto a correre per allontanarmi al più presto dagli stimoli sensoriali del corpo fisico. Proseguo finché non mi trovo in un'altra città, sempre di notte, mi fermo in una piazzetta e chiedo informazioni su dove posso trovare la persona che ha nascosto l'oggetto. Una donna mi indica una via al di là di una recinzione che circonda la piazza, mi dice che abita da quelle parti ma non mi sa dire dove di preciso. Vado in quella direzione, esco dalla piazzetta e imbocco quella via, una stradina stretta fatta di sampietrini e con edifici antichi. Cammino in mezzo alla gente finché non incontro una donna dai capelli neri lunghi e lisci e che indossa degli occhiali da sole. Assomiglia vagamente alla persona che sto cercando, le chiedo se è lei (dicendo nome e cognome) e mi risponde di sì. Si toglie poi gli occhiali e mi accorgo solo adesso che ha una maschera aderente al viso, si toglie anche quella. Mi invita a seguirla a casa sua e qui c'è anche un ragazzo con noi, un tizio alto circa 1.80 dai capelli ricci scuri, che entra in casa. Dico loro che potrei non avere molto tempo a disposizione, è da un po' che sto sognando e potrei scollegarmi da un momento all'alto, dunque vado subito al punto e chiedo di vedere la scatola. Inizialmente la prende il ragazzo ma gli dico che devo vederla prima io (del resto sono arrivato anche prima di lui). Me la lascia e la apro, è una piccola scatoletta quadrata di circa 6-7 cm di lato. Al suo interno trovo un piccolo cavallo a macchie bianche, azzurre e dorate, con un lungo pennacchio sopra la testa. La parte superiore del muso, e le zampe sono dorati, la parte inferiore del muso mi pare fosse azzurra o bianca. La criniera è azzurra e il pennacchio dorato con chiazze nere mentre il corpo è bianco e azzurro. Qui la donna e il ragazzo iniziano a ridacchiare sottovoce ed ho l'impressione che ridano di me, come se non mi fossi accorto di qualcosa. Poi mi rendo conto che all'interno del cavallo si vedono dei personaggi di cartoni animati. Ora in mano non ho più un cavallo ma una tessera con disegnati personaggi di Dragon Ball da un lato, poi la metto sotto sopra ma guardando sempre lo stesso lato e invece di vedere i personaggi capovolti ne vedo altri, sempre di Dragon Ball. Ora guardo l'altra faccia della tessera e qui vedo scene in movimento, brevi filmati di pochi secondi dei quali ricordo vagamente il primo: qualcuno che spara con un arma da fuoco. Lascio perdere perché tanto sarebbe impossibile ricordare tutto e anzi rischierei di perdere lucidità e dimenticare i dettagli del cavallo che, essendo la prima cosa che ho trovato nella scatola è anche la più importante. Mi alzo e dico ai due che ora mi sveglierò per ricordare ed annotare tutti i dettagli. Mi fermo in piedi e mi concentro per uscire dal sogno. In pochi istanti l'ambiente si dissolve, mi sento leggermente sprofondare nel pavimento e mi ritrovo nel buio in paralisi.[/slpc] Esco volontariamente dalla paralisi e mi giro sul fianco sinistro, poi prendo il cellulare e annoto l'esperienza sul mio diario virtuale. Ho deciso deliberatamente di non fare subito il terzo punto dell'esperimento poiché non volevo rischiare di dimenticare i dettagli dei primi due. Ho pensato che, avendo ancora diverse ore di sonno a disposizione, lo avrei portato a termine quella notte stessa, tuttavia in seguito non ho più ripreso lucidità e ho continuato a sognare normalmente fino al risveglio.
11 dicembre 2020
Lucido ore 4.00-5.15
[slpc]Mi sveglio nello stato intermedio e mi alzo dal letto. Esco di casa e raggiungo la stazione, imbocco il sottopassaggio e raggiungo uno dei binari.[/slpc]
Con me ora c'è un mio amico e la mia lucidità si è abbassata. C'è un treno fermo e con le porte aperte, pensiamo di salirci ma io mi ero posto come obbiettivo quello di utilizzare un ascensore per salire verso l'alto (dato che con il volo non riesco a salire oltre una certa altezza). Sono un po' indeciso, ci penso un attimo ma alla fine decido di tenere fede al mio piano d'azione e insieme entriamo in un ascensore nelle vicinanze. Sul pannello dei comandi non ci sono numeri ma solo due tasti con le frecce, una all'insù, una all'ingiù. Premiamo ovviamente quella che punta verso l'alto ma qui perdo lucidità e in seguito mi ritrovo con il mio amico a casa mia in situazioni confuse. In seguito riprendo parzialmente lucidità e mi ritrovo ai giardinetti nei pressi della stazione in compagnia di qualcuno che non ricordo. Qui incontro una donna che ricorda Barbara D'Urso, la quale mi rimprovera per qualcosa che ho fatto e sto continuando a fare, dice che non vuole investigatori qui e che non dovrei portarmi dietro questa persona che è con me (che pare sia una ragazzina). Mi arriva un ricordo che spiega l'atteggiamento accusatorio della donna nei miei confronti, pare che in passato io abbia pestato a sangue qualcuno e che lei abbia assistito alla scena. Le dico che purtroppo a volte, quando non sono lucido, mi capita di compiere azioni violente (nei sogni) ma quello non sono io, io sono assolutamente pacifico. [slpc]Prendo di nuovo il sottopassaggio e raggiungo lo stesso ascensore di prima, stavolta voglio prenderlo da solo però. Non faccio neanche in tempo a pensarlo che mi ritrovo il mio amico che vuole entrare anche lui. Prima che la porta si chiuda riesce ad entrare, deciso a mettermi i bastoni tra le ruote come suo solito (nella realtà fisica è un gran burlone e rompiscatole, uno di quelli che non riescono a starsene buoni un secondo, sempre a fare scherzi e stuzzicare ). Gli do un calcio spingendolo fuori dall'ascensore ma lui insiste e devo scalciare e spingerlo più volte per tenerlo fuori. Ora la porta si sta per chiudere ma poi si blocca, è ancora lui che la tiene aperta da fuori, proprio non vuole saperne di mollare. Alla fine in qualche modo riesco a lasciarlo fuori e premo il tasto per salire. Nel frattempo però l'ascensore si è trasformato in qualcos'altro. C'è una vetrata da cui si vede l'esterno e mi accorgo che il mezzo invece di salire in verticale inizia a muoversi qua e là almeno apparentemente a caso, sbandando continuamente. Mi trovo a fluttuare tra i palazzi a bordo di questo strano mezzo che non vuole saperne di salire verso l'alto. Ad un certo punto inizio a sentire una forte pressione nella testa all'altezza della fronte. Mi ritrovo sul letto, mi alzo subito e corro di sopra per allontanarmi il più velocemente possibile e far quindi cessare la pressione che è quasi dolorosa. Esco di casa e mi incammino subito lungo la strada, mi fermo a stabilizzare sfregando le mani su una rete zincata di recinzione e mentre lo faccio vedo un signore al di là della rete che mi guarda perplesso, sicuramente si starà chiedendo cosa cavolo sto facendo. Ora mi metto a tirare la rete e a strattonarla, sempre per stabilizzare, e qui il tizio non la prende bene, esce dal suo giardino e inveisce contro di me perché teme che io possa rompergli la rete. Mi scuso con lui e gli dico che la cosa non si ripeterà più. Lui guarda il giacchetto che ho addosso, è uno di quelli delle tute di rappresentanza della squadra di calcio della mia città per cui lavoravo come magazzinieri fino a qualche anno fa. Mi dice: << tu sei di quella società...chiamerò loro >> intendendo forse dire che nel caso in cui rilevasse dei danni alla sua rete contatterà quella società calcistica affinché risponda di tali danni. Io gli dico che può parlare direttamente con me, non ho problemi ad assumermi le mie responsabilità per le mie azioni. Lui però mi dice che non conosce il mio nome e non ha il mio numero di telefono, quindi può solo chiamare l'unico modo che ha di contattarmi è di chiamare la società di calcio. Per non stare a discutere gli dico che ha ragione e proseguo[/slpc]. Qui ho un vuoto di memoria,[slpc]dopodiché mi trovo in un luogo chiuso pieno di gente. Mi ricordi che devo prendere l'ascensore e salire, raggiungo una saletta con diverse porte disposte in fila, le apro una dopo l'altra ma sono tutti minuscoli bagni con solo il water. Chiedo ad un tizio dove si trova l'ascensore e lui mi indica una grossa cabina scura che potrebbe essere l'ascensore ma quando apro la porta trovo un blocco compatto al posto di uno spazio in cui entrare. Chiaramente non è un ascensore e nemmeno una cabina, il tizio ora preme qualcosa e lo strano marchingegno inizia a scomporsi in una maniera che non capisco, non riesco a capire di cosa si tratta. Torno verso i bagni, apro una porta e trovo di nuovo un bagno, stavolta più grande però e con una doccia. E' tutto estremamente stabile e reale e mi viene voglia di farmi una bella doccia. Apro l'acqua e me ne butto un po' addosso per sperimentare a pieno il realismo di questo ambiente, un po'mi bagna la testa e qualche goccia rischia di finirmi negli occhi, il che potrebbe farmi scollegare dallo scenario. Chiudo l'acqua ed esco dal bagno, ora voglio uscire all'aperto anche perché questo ambiente chiuso sta diventando un po' opprimente. Vedo l'uscita e vado in quella direzione, un'ampia vetrata con un'apertura in mezzo. Qui vedo che che è in corso una sparatoria e vedo persone che scappano in preda al panico. Io però so di essere invulnerabile e proseguo in tutta tranquillità. Esco e vedo che sia coloro che sparavano sia quelli che scappavano si fermano e sento qualcuno dare delle indicazioni a queste persone e intuisco immediatamente che si tratta di un regista e che siamo sul set di un film. Forse la mia intrusione li ha costretti ad interrompere le riprese o forse è solo un caso. Ora mi sento molto pesante, cammino molto lentamente e avanzo a fatica come accade subito dopo il distacco, forse sono vicino al rientro nel corpo. Leggo l'insegna di un negozio o locale e il cartello che indica una via ma ho dimenticato entrambi. Mi guardo intorno poi alla ricerca di uno specchio o di una qualunque superficie che sia un minimo riflettente per poter vedere il mio aspetto. Passo accanto ad una vetrata che però riflette appena e non riesco a capire gran che. Entro ora nel locale del quale avevo letto l'insegna, è una specie di bar-pasticceria. Cerco anche qui uno specchio e nel frattempo qualcuno, forse una donna, si rivolge a me dicendomi che non dovrei stare qui. Non do ascolto alle sue parole, trovo uno specchio che però si trova troppo in alto o, meglio, sono io che sono troppo basso, e devo alzarmi sulle punte per poter vedere il mio volto riflesso. Vedo che sono un uomo anziano, forse è per quello che mi sento così pesante e impacciato nei movimenti. Mi dirigo ora al bancone, dove vedo esposto un dolcetto particolare e ci sono alcune persone in fila. Quando davanti a me rimane una sola persona chiedo ad una donna dietro al bancone informazioni su quel dolcetto. Vedo che è composto da alcune sfere marroni poggiate su una specie di crema arancione che sembrerebbe marmellata. La donna risponde alla mia domanda ma ricordo solo vagamente la sua risposta, pare si tratti proprio di marmellata o confettura, comunque di qualcosa alla frutta.[/slpc]
14 dicembre 2020
Lucido ore 1.40-2.30
La libreria
Dopo una serie di situazioni più o meno lucide e l'ennesimo incontro-scontro con l'entità della paralisi,
mi alzo dal letto ed esco di casa. Mi dirigo subito verso la casa di fronte e con me ora ci sono dei tizi, due dei quali hanno l'aspetto degli attori Christian De Sica e Max Tortora. Entriamo e invece che in casa di Gianfranco e Luisa ci ritroviamo nell'androne di un palazzo. Dico agli altri che prenderemo l'ascensore, e mentre ci avviamo verso di esso altre persone cercano di entrarci ma le fermo dicendo loro che possono salire solo tre persone alla volta. Entriamo e nell'ascensore e qui mi accorgo che siamo in 4 e Max Tortora resta fuori. La porta si chiude e l'ascensore inizia a salire senza che nessuno abbia premuto alcun pulsante. Dopo un po' ordino all'ascensore di fermarsi ma devo insistere parecchio prima che si fermi. Usciamo e ci ritroviamo in un ampio spazio che sappiamo essere al ventisettesimo piano e che ad un'occhiata rapida sembra essere adibito interamente libreria. Un ragazzo seduto ci dice che questo edificio ha 53 piani e che ogni piano ha 10 sale. Quello che cerchiamo si trova in una di queste sale quindi è come cercare un ago in un pagliaio praticamente. [slpc]Ci mettiamo a guardare libri e fumetti sugli scaffali, la mia attenzione viene richiamata da un volume di One Piece, il numero 89, che non oso aprire per evitare spoiler. Ne trovo poi un altro invece di Naruto, messo in mezzo a libri di vario genere, a quanto pare non c'è un organizzazione in questa libreria, è tutto buttato alla rinfusa. Prendo poi un libro e lo apro dandogli una rapida occhiata, poi ne prendo uno tascabile e vedo che le scritte sono minuscole e lo mostro agli altri che ora non sono più gli attori ma alcuni miei amici. Dico loro che per leggerlo ci vorrebbe la lente d'ingrandimento.[/slpc]
18 dicembre 2020
Lucido ore 4.30-5.15
[slpc]Prendo lucidità non ricordo in quale circostanza ma comunque mi ritrovo quasi subito nell'oscurità e mi percepisco in paralisi sul letto. Passano alcuni secondi in cui attendo il momento giusto per muovermi ed alzarmi[/slpc]ma poi ho un vuoto di memoria e il ricordo riprende che [slpc]mi trovo a camminare per il centro della mia città. Vengo dal lungomare e raggiungo la piazza principale, è pieno di gente intorno a me e sento chiaramente il loro chiacchiericcio in sottofondo. Provo a fermare il chiacchiericcio urlando << silenziooo ! > Qualcuno si gira verso di me a guardarmi ma le persone non smettono di parlare. Una voce disincarnata mi rimprovera per aver provato a zittire la folla. Attraverso la piazza ed incontro un tizio che ricorda vagamente un mio amico, poi imbocco il viale principale continuando a guardarmi intorno ed osservando i passanti senza però interagire con loro. Ad un certo punto decido di prendere il volo ma mi ritrovo a svolazzare in maniera poco
controllata e maldestra. Vedo un palazzo di 7-8 piani e penso di volare verso l'alto fino a superarlo ma come al solito non riesco a salire più di qualche metro. Penso che potrei usare l'ascensore di quel palazzo per salire ma nell'atterrare il sogno si destabilizza e mi ritrovo nel buio. Continuo comunque a percepire l'ambiente intorno a me al tatto ed entro ugualmente nel palazzo e poi nell'ascensore. Premo alla cieca un pulsante e l'ascensore inizia a scendere, io però volevo andare verso l'alto così premo un tasto più su, immaginando che serva a dare il comando di salire e così è. Salgo per alcuni secondi finché non decido che è ora di fermarsi, anche perché inizio a sentire una lieve pressione nella testa. Devo fermarmi prima che la pressione diventi troppo forte e mi faccia ripartire dalla paralisi. Premo un tasto e dopo qualche istante l'ascensore si ferma, la vista non è ancora attiva e da qui il ricordo si fa confuso. Più avanti riparto dalla mia stanza e ed entro nella casa di Gianfranco e Luisa i quali vedendomi mi dicono qualcosa del tipo << ancora tu qui ! >> Pare non siano contenti della mia visita ma dico loro che sono qui solo di passaggio, non mi tratterrò e a quel punto loro dicono che stavano solo scherzando. Noto un pacchetto di un qualche snack Kinder su un tavolo, seduta a quel tavolo c'è una donna che ricorda mia zia, quella che abita nella casa accanto alla mia. Saluto tutti e faccio loro gli auguri di buon Natale, poi attraverso una porta e mi ritrovo in una piccola stanza con un letto singolo. Penso che potrebbe essere la stanza del figlio di Gianfranco e Luisa, c'è la TV accesa e si sente una voce che parla con un forte accento napoletano. Esco da questa stanza e mi ritrovo in un'altra, più grande, con un letto matrimoniale e un altro singolo.[/slpc] Poco dopo il sogno si dissolve.
19 dicembre 2020
Serie di lucidi ore 5.30-6.25
Mi alzo intorno alle 4.45 dopo circa 6 ore e mezza di sonno, vado in cucina e bevo un po' d'acqua, rimango poi lì a focalizzarmi sull'intento di sognare lucido e sui miei obbiettivi. Mi rimetto
a letto intorno alle 5.15 sdraiandomi in posizione supina.
Episodio 1: Sole pallido
Ad un certo punto mi trovo su un lungomare ad osservare l'alba. Vedo il disco solare che sbuca all'orizzonte quasi per intero, è stranamente pallido, sembra più la Luna che il Sole se non fosse per le dimensioni. E' un'immagine molto suggestiva, [slpc]mi ricordo di stare dormendo e capisco che si tratta di un sogno. Sono però semiparalizzato, mi percepisco ancora in parte sul letto ma dura poco perché camminando in direzione del mare entro completamente nello scenario onirico. Mi trovo su una strada sopraelevata rispetto alla spiaggia ma voglio a tutti i costi raggiungerla. Scavalco il muretto e salto giù su una roccia che si trova circa 3 metri sotto di me, poi da lì su un altra roccia poco più giù e infine atterro sulla spiaggia, in tutto saranno stati circa 5 metri. Mi sdraio un po' sulla sabbia fresca, poi mi rialzo e vado verso un gruppo di persone,[/slpc] qui però il ricordo sfuma.
Episodio 2:
Mi trovo in un luogo chiuso e vedo un mio amico in piedi di fronte ad una donna sulla cinquantina anch'essa in piedi. Il mio amico inizia a raccontare una storia che ha a che fare con un lupo e un orco. Capisco che siamo a scuola e che questa è un'interrogazione,
dopo un po' prendo lucidità e decido di uscire da qui. Con me ci sono Keanu Reeves e mio fratello, li invito a seguirmi fuori, in particolare mi rivolgo a Keanu dicendogli che abbiamo una missione da compiere. Usciamo e mi rivolgo nuovamente all'attore chiamandolo col nome del personaggio forse più celebre da lui interpretato: "Neo" di Matrix, uno dei miei film preferiti (è vestito come Neo ed appare come era all'epoca). Ora siamo all'aperto e camminiamo lungo una stradina pedonale stretta che fiancheggia un campo di calcetto alla nostra destra. La stradina poi prosegue ancora a lungo, attraversando anche un tratto alberato ma io vedo una ragazza carina all'interno del campo e decido di fermarmi qui. Do indicazioni a Neo dicendogli che dovrà cercare informazioni sulla ragazza che sto cercando da oltre tre anni e sull'entità aliena della paralisi e poi tornare a riferirmi quello che avrà scoperto. Lui va, proseguendo lungo la stradina, mentre io entro in campo insieme all'altro tizio che è con me, che ora non è più mio fratello ma un ragazzo mulatto, forse sudamericano. Qui il ricordo sfuma.
20 dicembre 2020
Serie di lucidi ore 5.45-7.30
Mi alzo intorno alle 4.50 dopo poco meno di 6 ore di sonno, vado in cucina a bere un goccio d'acqua e rimango un po' lì a focalizzarmi sul piano d'azione. Vado poi in bagno e mi rimetto a letto intorno alle 5.15. Mi sdraio in posizione supina e ci rimango per un po' di tempo, nel quale ogni tanto vedo scenari ipnagogici ma non mi addormento del tutto. Ad un certo punto mi sdraio sul fianco destro e in questa posizione poco dopo mi addormento.
Il ricordo di come prendo lucidità è piuttosto vago, forse parto dal letto ma non ricordo ora cosa ho fatto subito dopo. Ricordo alcuni episodi che riporto qui in ordine non necessariamente cronologico.
Episodio 1:
[slpc]Esco di casa ed entro in una delle villette nelle vicinanze, tra le tante opto per una in cui le luci del giardino sono accese e il cancello è aperto o forse non c'è affatto, quasi un invito ad entrare. Mi trovo a percorrere un vialetto[/slpc] ma qui il ricordo sfuma.
Episodio 2:
[slpc]Sono a casa al piano terra, ho qualcosa in mano, entro nello sgabuzzino e chiudo la porta pensando di usarlo come passaggio dimensionale. Quando riapro la porta però mi trovo sempre a casa mia al piano terra, solo che è una versione un po' diversa, una delle infinite versioni che mi capita di esplorare ogni volta. Esco dalla porta-finestra della veranda, attraverso il giardino e raggiungo il parcheggio dietro casa. Entro nel campo di sterpaglie senza un preciso obbiettivo in mente e rischio così di perdermi e di perdere lucidità. Ad un certo punto incontro un tizio che ricorda il mio amico M.G., mi viene contro e tenta di aggredirmi, mi mette le mani addosso, io cerco di difendermi ma senza colpirlo fisicamente perché sarebbe controproducente. Il tizio tenta di afferrarmi il collo ed urla qualcosa di incomprensibile, io però mi concentro sul mio intento per allontanarlo da me senza usare minimamente la forza e funziona. Lui si stacca da me e indietreggia, è stato un osso più duro del solito ma ora è totalmente sotto il mio controllo, lo faccio allontanare e proseguo indisturbato. Entro in un area cementata e spoglia, forse un cantiere abbandonato. Sulle pareti ci sono delle aperture rettangolari qua e là, dove avrebbero dovuto esserci delle porte. Mi sale una sensazione di inquietudine ma la tengo a bada e vado avanti, in fondo sono proprio queste sensazioni forti che sto cercando, sento che attraverso di esse posso accedere a qualcosa di importante.[/slpc]Qui però si oscura tutto ed il ricordo si fa vago, forse accade mentre attraverso una di quelle aperture.
Episodio 3:
[slpc]Riparto dalla mia stanza e vado subito in salotto, devo prendere una busta di tozzetti, di quelli che mia madre fa ogni anno per Natale, e portarli a Gianfranco e Luisa, ai quali li avevo promessi in un'esperienza di qualche giorno fa. Incontro mia madre nel frattempo, prendo la busta già pronta con i tozzetti e le dico che devo portarli a degli amici. Esco di casa e vado subito verso casa di Gianfranco e Luisa. Trovo diverse porte, come se ci fossero più appartamenti, non so quale sia quella giusta ma lo capisco quando sento la voce di Gianfranco provenire da una porta aperta. Entro e saluto lui e la moglie, mostro subito loro la busta con i tozzetti ma ora mi accorgo che è molto più piccola di quando l'avevo presa, ci entreranno al massimo 3 tozzetti qui. La metto sul tavolo e loro la aprono tirandone fuori dei biscottini vari che nulla hanno a che fare con i tozzetti di mia madre. Mi scuso con loro dicendo che avevo preso i tozzetti ma deve essere accaduto qualcosa nel tragitto da casa mia a qui. Spiego che in questa dimensione le cose sono molto mutevoli e certe cose possono accadere. Ora mi trovo a parlare con mia zia, è la seconda volta consecutiva che la trovo qui, chissà come mai. Le chiedo di dirmi cosa è secondo lei questa dimensione e lei mi risponde << qui vicino c'è la Torre Eiffel >>. La frase in sé non sembra avere senso ma in realtà è una sintesi perfetta del concetto che volevo esprimere. Colgo al volo la "metafora" e le dico che in effetti qui a volte basta girare l'angolo per trovarsi da tutt'altra parte. Ora invece parlo con Gianfranco e gli chiedo se pensa di essere una persona esistente anche sul piano fisico oppure no. Lui però forse non capisce la mia domanda, non sa cosa rispondere e fa un'espressione strana ed anche un po' inquietante. Temo si sia offeso, forse pensa che io lo consideri irreale, non è così, per me è assolutamente reale in quanto esiste in questa dimensione, il mio dubbio è se esiste o sia esistito anche in quella materiale. Cerco di spiegarglielo[/slpc]ma qui il sogno si dissolve.
30 dicembre 2020
Serie di lucidi OBE ore 3.30-5.25
Mi alzo alle 3.22, vado in cucina a bere un goccio d'acqua, resto un po' lì a concentrarmi sull'intento di lucidare, poi vado in bagno e mi rimetto a letto alle 3.30. Dovendo alzarmi alle 5.30 non ho molto tempo per rimanere alzato.
[slpc]Mi sveglio in paralisi, mi alzo dal letto ed esco di casa. E' notte, c'è poca luce, l'atmosfera è cupa e come se non bastasse sento un rumore di sottofondo piuttosto inquietante, una specie di ronzio. Mi viene in mente che potrebbe trattarsi di una zanzara che mi ronza intorno alle orecchie nella realtà fisica (sembrerà strano ma da me le zanzare ci sono anche in questo periodo dell'anno). Oltre al rumore percepisco un'energia pesante e una presenza imponente, una di quelle che in passato mi ha più volte travolto e schiacciato, bloccando le mie esperienze. Stavolta però non mi faccio intimidire, avanzo e chiedo ad alta voce di vedere l'essere che emana quest'aura. Subito dopo inizio a sentire qualcosa che assomiglia ad una risata maligna e roboante, poi vedo un'ombra enorme che attraversa il cielo, una sagoma di un gigantesco animale volante, forse un drago. Nonostante l'inquietudine iniziale non intendo tirarmi indietro e dopo un po' l'essere si manifesta: un'enorme bestia rossa piumata a metà tra un uccello gigante e un drago. Atterra davanti a me a qualche metro di distanza, ora non è più così grosso, sarà alto poco più di due metri. Mi avvicino, gli dico "ciao, chi sei ?" e lui si rimpicciolisce ulteriormente e si trasforma fino a diventare un ragazzino più basso di me e del tutto innocuo. Parliamo un po', mi dice cose che ricordo vagamente, tra cui che è qualcuno che conosco e mi chiede se mi ricordo di lui ma gli rispondo di no.[/slpc] [slpc]Perdo parzialmente lucidità, ora con me c'è anche mio fratello e tutti e tre ci perdiamo in chiacchiere. Ora torno in me e rientro nel giardino di casa mia per poi raggiungere quello di mia zia. Raggiungo il portone e suono il campanello, nessuno mi risponde, sento della musica ad alto volume e capisco che probabilmente è per questo motivo che non mi sentono. Entro da solo e mi metto a girare per casa, ci sono mia zia e il suo compagno i quali però non sembrano molto contenti della mia presenza, ho l'impressione che non vedano l'ora che me ne vada.[/slpc]
Qui perdo di nuovo parzialmente lucidità e mi perdo in chiacchiere con mia zia. In seguito lo scenario si dissolve e poco dopo mi ritrovo ad alzarmi dal letto, inizialmente convinto di essermi svegliato. Mi accorgo subito però che non sono nella mia stanza, [slpc]dunque sto ancora sognando. Sulla parete di fronte a me vedo una porta, la apro e la attraverso. Qui trovo un'altra porta sulla sinistra, apro anche questa ma vedo che dà su una stanza buia. Mi ricordo dell'esperienza di circa un mese fa in cui ho ho tirato di lato una parete aprendomi un passaggio verso un altro ambiente. Provo a fare la stessa cosa, la parete non scorre via liscia come l'altra volta ma comunque riesco a tirarla via in qualche modo. Proseguo e mi ritrovo sempre in un luogo chiuso ma più ampio. Ci sono persone in piedi riunite di fronte ad un tizio che parla. Passo in mezzo al gruppo e poi mi volto a dare un'ultima occhiata e noto tra quelli che ascoltano un tizio che indossa qualcosa di strano sulla faccia, una specie di maschera-dispositivo elettronico di colore scuro. Non ho idea di cosa sia ma mi dà l'impressione di trovarmi in un futuro non troppo lontano. Vedo poi delle persone con degli strani oggetti dalla forma allungata e tondeggiante con i quali sembra stiano facendo delle riprese. La loro posa ricorda quella di chi riprende una scena col cellulare ma per qualche motivo mi danno l'idea di essere dei professionisti. Potrebbero essere dei cameraman i quali però al posto delle ingombranti telecamere che si usano oggi, utilizzano questi dispositivi tascabili. In seguito mi trovo a percorrere un tratto in mezzo a delle bancarelle, guardandomi intorno sembra di essere in un paese arabo, del Medio Oriente o Nord Africa. Ora su un palchetto alla mia destra vedo dei monaci indiani vestiti di arancione che meditano mentre in sottofondo si sente musica da discoteca ad alto volume, non proprio l'ideale per la meditazione
.[/slpc]
2 gennaio 2020
Lucido/OBE ore 7.00-8.35
I tre argentini, Sara e la donna con lo spray
[slpc]Mi sveglio nello stato intermedio, mi rigiro nel letto, il mio corpo è molto sottile, lo percepisco appena. Ora sono sdraiato in posizione supina e sento una forza che mi preme sul fianco sinistro. La ignoro e provo ad alzarmi, il piumone è molto pesante e devo fare un discreto sforzo per spostarlo. Mi alzo dal letto e lentamente esco dalla mia stanza, la vista è attiva ma essendo notte è buio e riesco a malapena ad intravedere intorno a me. Sono pesante dunque avanzo lentamente ma senza esitazioni, tenendo a bada le emozioni che caratterizzano questo stato di coscienza. So che al minimo cedimento verrei ricatapultato nel corpo in paralisi. Vado di sopra e raggiungo il portone, anche questo risulta più pesante del solito ma riesco ad aprirlo e ad uscire. Esco in strada e vedo mia zia davanti al cancello di casa sua che è appena uscita o forse sta rientrando. Mi chiede cosa ci faccio qui a quest'ora, poi mi offre una caramella al limone che accetto e metto subito
in bocca, ha un buon sapore, sa proprio di limone ! Proseguo lungo la strada camminando lentamente e rimanendo concentrato sul mantenere la lucidità ma non sull'ambiente circostante, lasciando dunque volontariamente che si modifichi. Nel frattempo ho gettato via la caramella per evitare che parte della mia attenzione venga risucchiata dal suo sapore intenso. Lo scenario intorno a me è cambiato, ora non sono più nel mio quartiere e nemmeno nella mia città. Mi trovo a salire una rampa di scale molto larga con pochi ampi gradini. Per verificare la mia lucidità richiamo alla mente alcune nozioni relative alla vita di veglia e tutte corrispondono, il mio grado di lucidità è abbastanza alto. Raggiungo un cortile con dei tavolini e persone sedute a sgranocchiare qualcosa, do un occhiata per vedere se c'è qualcuno di interessante con cui parlare ma non lo trovo. Entro poi in un bar antistante ( probabilmente il cortile con i tavolini appartiene proprio a questo bar )
e mi dirigo subito verso un uscita dalla parte opposta, dalla quale vedo filtrare della luce solare. Mi ero promesso di evitare luoghi chiusi se non per un rapido transito verso un altro ambiente, è proprio il caso di questo bar, dato che ho potuto già vedere l'uscita dall'altra parte, senza doverla cercare rischiando di perdermi. Arrivato davanti alla porta mi trovo davanti due persone che però si scansano per farmi passare, esco e mi ritrovo in un vicoletto pieno di oggetti "parcheggiati" qui alla rinfusa, tra i quali ricordo una piccola bicicletta per bambini. Esco dal vicolo e raggiungo una strada, mi chino a toccare l'asfalto ed osservo nel dettaglio la sua superficie, riesco a vedere chiaramente ogni minimo particolare, le piccole incrinature, i frammenti che lo compongono. Mi alzo e proseguo, mi trovo ora a percorrere una strada con delle bancarelle, cerco uno stand gastronomico in cui assaggiare qualcosa di sfizioso ma pare che non ce ne siano. Attraverso uno spartitraffico e raggiungo una strada parallela dove ci sono altre bancarelle,[/slpc] qui però ho un vuoto di memoria.[slpc]Il ricordo torna che mi trovo a camminare lungo una strada affollata e mi fermo a parlare con tre ragazzi, dicono di venire dall'Argentina, uno di loro specifica però che sua madre è peruviana. Due di loro dicono di avere 32 anni, mentre l'altro 18, nel frattempo raggiungiamo un'area con del verde e i tre ragazzi se ne vanno per conto loro. Ho perso parzialmente lucidità e mi fermo a parlare con una bella ragazza mora semi sdraiata su un muretto. Non si tratta però di una ragazza qualunque incontrata per strada come è stato con quei tre ragazzi di prima, la chiamo infatti per nome, Sara, a quanto pare la conosco ed ho una certa confidenza con lei. So perfettamente di non trovarmi nella realtà fisica ma i miei ricordi al momento sono misti tra quest'ultima e chissà quale altra realtà parallela. Le dico che mi piacerebbe fermarmi qui con lei
ma non posso farlo perché perderei lucidità e lo scenario collasserebbe.[/slpc]
E' proprio quello che accade infatti, con la mia attenzione tutta rivolta a questa ragazza il sogno si destabilizza e le immagini si deformano diventando confuse e grottesche.[slpc]In seguito mi ritrovo sul tetto di un palazzo in una qualche città con palazzoni, della quale da questa altezza riesco a vedere una bella fetta. Salgo in piedi sul parapetto e spicco un salto rimanendo sospeso in aria e inizio a sorvolare la città. Osservo la città sotto di me e dei palazzoni di fronte a me verso i quali mi sto dirigendo. Questi edifici avranno almeno 10 piani e io mi trovo forse anche più in alto, dunque un'altezza considerevole che mi regala una bella vista panoramica molto suggestiva. Atterro sul tetto di uno di questi palazzi, qui incontro una donna dai capelli biondi e lisci che le arrivano non oltre la nuca, indossa un vestito nero elegante con un vistoso spacco sulle gambe. Non appena mi vede si spaventa e inizia a dare di matto, pensa forse che io sia una specie di maniaco o qualcosa del genere. Io cerco di rassicurarla dicendole che non ho cattive intenzioni e per dimostrarglielo rimango fermo dove sono, non cerco di avvicinarmi a lei. La donna però è troppo spaventata per darmi ascolto e scappa scendendo una rampa di scale esterne. A questo punto imbocco anche io le scale ma subito dopo la vedo risalire di corsa come una matta con in mano uno spray urticante che spruzza in tutte le direzioni. << Questa non ci voleva ! >> penso, se riesce a spruzzarmi quella roba negli occhi posso dire addio a questo scenario, mi destabilizzerei e mi crollerebbe tutto all'istante. Mi tocca scappare, corro di nuovo sul tetto e salgo sul parapetto per volare via ma nella fretta non mi concentro abbastanza e finisco per andare in caduta libera,[/slpc] così facendo il sogno crolla lo stesso. Avrebbe potuto lanciarmi oggetti, scagliarmi frecce, aggredirmi con delle lame o spararmi con armi da fuoco, non avrei avuto problemi a difendermi, invece mi tira fuori lo spray
. Ha trovato il mio punto debole, per quanto io possa essere lucido, se qualcosa interferisce con la vista il sogno inevitabilmente si destabilizza. A volte addirittura anche passandomi la mano davanti agli occhi rischio di far crollare lo scenario se non è abbastanza stabile, in questo caso lo era ma della roba spruzzata negli occhi sarebbe stata sufficiente a destabilizzarlo. Non a caso uno dei metodi più efficaci veloci per teletrasportarsi da qualche altra parte è chiudere gli occhi, proprio per scollegarsi da un dato ambiente e potersi sintonizzare su un altro. Alla fine comunque ci ha pensato la caduta libera a farmi destabilizzare, ripensandoci avrei potuto affrontare la donna disarmandola con la telecinesi, ma in quel momento mi ha preso alla sprovvista, inoltre quello spray aveva una portata molto ampia e quasi sicuramente avrebbe raggiunto i miei occhi. Tornando al sogno, [slpc]mi trovo nel blackworld e posso ancora risintonizzarmi su un altro ambiente senza dover ripartire dal letto. Cerco di immaginare un luogo che non sia casa mia ma nell'indecisione perdo troppo tempo e finisco per ritrovarmi nella stanza dei miei. Esco di casa volando, sorvolo il mio quartiere e ad un certo punto inizio a sentire una pressione al centro della fronte che aumenta d'intensità fino a diventare dolorosa[/slpc]e costringermi a svegliarmi. Devo ancora imparare a gestire questa situazione, spesso mi trovo con questa forte pressione nella testa che in pochi istanti mi riporta in paralisi. Molte volte si tratta di una paralisi molto profonda dalla quale sarebbe già difficile eseguire il distacco in condizioni normali, figuriamoci con quella pressione dolorosa che assorbe tutta la mia attenzione. D'altra parte se mi rilasso e cerco di lasciarmi andare, la pressione non fa che aumentare fino ad arrivare ad un punto in cui sembra che stia per esplodermi il cervello e mi viene spontaneo a quel punto svegliarmi e muovermi col corpo fisico per uscire dalla paralisi. Forse dovrei lasciare che quella pressione faccia il suo corso, lasciarmi andare ad essa, ma il dolore e l'istinto di sopravvivenza me lo impediscono.
Di questa mattina ricordo poi un breve episodio che però non riesco a collocare cronologicamente. [slpc]Sono in un luogo all'aperto in una città indefinita e vedo una ragazza mora carina seduta ad un tavolo. Mi avvicino a lei e la saluto, poi le chiedo se posso farle alcune domande. Le dico che sono un viaggiatore, un esploratore di mondi e che sto intervistando persone per raccogliere informazioni su i luoghi che visito e sui loro abitanti. La ragazza mi dice di fare in fretta, al che le chiedo se per caso sta aspettando qualcuno e lei dice di sì. Le dico allora che forse è meglio evitare e lei concorda, poi però cambia nuovamente idea e si concede all'intervista. Prima che io possa iniziare però ecco che arriva un ragazzo che si frappone fra me e lei. Suppongo sia la persona che la ragazza stava aspettando, probabilmente il suo ragazzo. Gli dico di stare tranquillo, che non ci stavo provando con lei, sono qui semplicemente per farle un'intervista.[/slpc]Qui il ricordo sfuma.
3 gennaio 2020
Serie di lucidi ore 7.15-8.40
Episodio 1: Visita inaspettata di una strana coppia
Mi trovo in cucina nel seminterrato e arrivano degli ospiti che salutano i miei genitori, seduti sul divano, sono due donne che ancora non ho identificato. Una delle due poi mi chiama per nome, mi sembra di riconoscerla questa voce, quell'accento straniero (è polacca), non sarà mica...Ora viene da me in cucina e la vedo bene in volto, è proprio lei, A., ex moglie di mio cugino, che ora vive in Svezia con il suo nuovo compagno e il figlio che ha avuto da mio cugino, che ci fa qui ? Non ricordo ci avesse avvertiti che sarebbe venuta per le feste natalizie, tra l'altro non si potrebbe nemmeno fare in questo periodo. Mi abbraccia calorosamente e mi fa subito una domanda molto strana e del tutto fuori contesto che mi lascia spiazzato: << cosa ne pensi di questa Repubblica ? >> Non so cosa intenda con "questa Repubblica", così do una risposta vaga poi cambio subito argomento [slpc]dicendole che siamo in un sogno. Nel frattempo infatti ho realizzato definitivamente di stare sognando
e sono curioso di vedere la sua reazione, magari è venuta a trovarmi in sogno di proposito, forse è anche lei un'onironauta. Lei però si mostra sorpresa dalla mia affermazione e risponde qualcosa del tipo << davvero ? >> Le chiedo se per caso è anche lei una sognatrice lucida ma lei mi guarda decisamente perplessa, a quanto pare non ha idea di cosa io stia parlando. Le spiego allora brevemente cos'è un sogno lucido e lei a questo punto ha una reazione entusiasta, sembra incuriosita dall'argomento. Inizio a chiedermi ora chi sia invece l'altra donna che è con lei, lo chiedo sia ad A. sia a mia madre ma non mi rispondono. La guardo di sfuggita prima che vada via e mi rendo conto che si tratta di V., ex moglie di un cugino di mia madre. Non capisco però cosa ci faccia insieme ad A., non credo sia siano mai nemmeno conosciute.[/slpc] Ripensandoci da sveglio mi rendo conto che hanno in comune il fatto di essere entrambe ex mogli di miei parenti stretti, tuttavia è un po' troppo poco, deve esserci qualcos'altro che mi sfugge e che deve aver generato questo strano collegamento nel mio subconscio. Se fossero personaggi ricorrenti dei miei sogni non ci avrei fatto troppo caso, ma si tratta di persone che non mi capita mai di sognare, per V. forse si tratta addirittura della prima volta, almeno che io ricordi.
Episodio 2:La ragazza bionda
Sono nel seminterrato e [slpc]prendo lucidità, esco di casa passando dal garage e mi incammino lungo la strada che inizia di fronte al cancello automatico. Rimango concentrato sul mantenere la lucidità e nel frattempo mi guardo intorno. Vedo una signora che si affaccia al balcone di una delle villette sul lato sinistro della strada, poi torno a guardare in avanti e mi accorgo che sono già giunto quasi alla fine della via. Non sono io però ad essere andato più veloce, è la strada che è più corta del solito. Mi accorgo di avere addosso un giubbotto pesante, me lo tolgo ed ora mi sento decisamente più leggero. Passo ora davanti ad un cancello aperto di una villa e vedo che nel cortile c'è un lungo tavolo apparecchiato, a quanto pare sta per svolgersi un bel banchetto (probabilmente un pranzo dato che è giorno ). Dal cancello esce una ragazza bionda dal fisico statuario che inevitabilmente attira la mia attenzione. Indossa una mascherina bianca, pertanto non riesco a vederla bene in volto, che però sembra essere un po' lentigginoso. Giro l'angolo e mi accorgo che anche la ragazza prende la stessa direzione e lascio che mi superi così da poterla vedere di nuovo. E' uscita per buttare l'immondizia in un cassonetto che si trova all'inizio di questa via (mi trovo sulla strada che fiancheggia la ferrovia) sul lato destro della strada. Ora torna indietro e la vedo in faccia, non ha più la mascherina adesso, non solo ha un fisico che sembra scolpito nel marmo ma è anche molto bella. La saluto e lei viene verso di me, le dico che se viene con me la farò divertire, ho infatti in mente di fare un bel viaggio di quelli entusiasmanti. Ci prendiamo per mano e proseguiamo verso il sottopassaggio, qui però la ragazza inizia a parlare ininterrottamente ad alta voce, dicendo cose prive di senso e risultando dunque deleteria per la mia concentrazione. Mi rendo conto che ho sbagliato a farla venire con me ma quando provo a lasciarle la mano sento che la sua presa si fa più stretta, non ha intenzione di lasciare la mia mano. Sento anche quella sensazione inconfondibile degli artigli dell'entità e realizzo di essere caduto nella sua trappola. Se provassi a divincolarmi con la forza otterrei l'effetto contrario, devo mantenere la calma ed ignorare la sua presenza, è l'unico modo per liberarmene. Imbocco il sottopassaggio, ora la ragazza bionda non c'è più ma l'entità è ancora presente come forza invisibile che a tratti si manifesta come ombra fugace. Inizia una lotta più psicologica che fisica e alla fine riesco a ridurla ad una massa informe che tengo tra le mani. Concentro il mio intento per vaporizzarla definitivamente e mi aiuto lanciandola avanti a me e facendo scattare le mie braccia verso di essa come se volessi scagliarle contro un'onda di energia concentrata. Nel farlo però il sogno, già destabilizzato dallo scontro che inevitabilmente aveva assorbito tutta la mia attenzione, crolla e si oscura tutto. Mi aggrappo alle pareti nel tentativo di recuperare lo scenario o ristabilizzarmi da qualche altra parte ma mi rendo conto che la lotta contro l'entità mi ha tolto più energia del previsto. Le immagini iniziano a tornare ma faccio fatica a rimanere sintonizzato. Me la prendo con me stesso per essermi fatto fregare in quel modo, per aver ceduto alla tentazione di portarmi dietro quella ragazza.[/slpc]
4 gennaio 2020
Breve lucido ore 5.15-6.10
Mi trovo a camminare nei pressi della stazione, sono inizialmente in uno stato di confusione ma
prendo gradualmente lucidità mentre avanzo [slpc]osservando i palazzi intorno a me. Giro un angolo e mi
tolgo il giubbotto per alleggerirmi un po',[/slpc] qui però il sogno si dissolve e mi sveglio.
5 gennaio 2020
OBE ore ?
[slpc]Mi sveglio nello stato intermedio, mi alzo dal letto e prima che la vista si attivi inizio a levitare. Voglio spostarmi partendo direttamente da questo stato di coscienza, voglio raggiungere un luogo che non sia casa mia e nemmeno la mia città. Mi viene in mente di andare a trovare il mio amico M., che vive a centinaia di chilometri da me, in un'altra regione. Quando lo scenario intorno a me prende forma vedo che mi trovo in un'ampia sala di una casa. Non riconosco l'arredamento, nessun elemento mi è famigliare ed inizialmente penso possa essere casa di M. (nella quale non sono mai stato e che non ho mai visto nemmeno in foto). Guardando meglio però mi accorgo che per forma e dimensioni è praticamente identico al seminterrato di casa mia, in particolare a come era prima dei lavori che abbiamo fatto 5 anni fa. La cucina è aperta su due lati, come allora, e non c'è il muro di cartongesso che separa la zona divano-tv dalla libreria ma solo la colonna al quale adesso è attaccato quel muro. In generale l'arredamento è piuttosto spoglio, la parete dove dovrebbe esserci un grosso mobile è quasi completamente vuota, ci sono giusto alcuni quadri messi qua e là sulle altre pareti. Di fatto si tratta di una delle infinite versioni alternative di casa mia, del resto quando l'esperienza parte dalla mia stanza mi risulta difficile teletrasportarmi direttamente altrove. Il più delle volte mi trovo a passare da una realtà parallela all'altra, ma sempre nello stesso punto dello spazio. Qui con me c'è un tizio con il quale commento quello che vedo, poi ad un certo punto mi guardo allo specchio e vedo un volto di un uomo calvo con la barba sui 35-40, non ho idea di chi sia, non assomiglia minimamente né a me né al mio amico M.[/slpc]