8 ottobre 2021
Serie di lucidi/OBE ore 3.30.5.30
[slpc]Sono nello stato intermedio, mi alzo dal letto ma non ho il pieno controllo dei miei movimenti, mi sento tirare all'indietro ma non verso il letto bensì verso la parete opposta della mia stanza. Inizialmente tento di oppormi e prendere il controllo ma poi mi lascio andare. Vengo trascinato rapidamente verso il basso, dentro il pavimento, sottoterra e la mia vista si oscura. Continuo a scendere velocemente, avvolto da un intenso flusso vibratorio, sono curioso di scoprire dove mi porterà. Ad un certo punto smetto di percepire il movimento e mi ritrovo immobile, con una lieve percezione del mio corpo che piano piano aumenta. Intravedo una luce bianca, poi immagini varie sconnesse, mi accorgo che se penso a qualcosa questa appare al centro del mio campo visivo, seppur in maniera sbiadita. Probabilmente se concentrassi maggiormente quel pensiero l'immagine diverrebbe più nitida fino a diventare tridimensionale. Non mi soffermo però su nessuna immagine o pensiero, voglio lasciarmi andare ed aprirmi ad ogni possibilità. Dopo un po' mi percepisco in paralisi sul letto, al momento giusto mi alzo e resto qualche istante nella mia stanza, la vista è già attiva ma essendo buio riesco a malapena ad intravedere intorno a me. Esco instrada e, mentre scuoto le sbarre del cancello per stabilizzarmi, vedo passare un tizio in bicicletta che saluto anche se non so chi sia. Si tratta di un ragazzo dai capelli rossi e carnagione chiara, mai visto in vita mia. Ora do un'occhiata alla cassetta postale e leggo chiaramente due cognomi che però non sono i nostri, come se qui ci abitassero degli estranei, purtroppo però ho dimenticato quei cognomi. Proseguo con il mio piano d'azione che prevede di entrare nella casa di fronte e poi uscire da un'altra porta per raggiungere un altro scenario. Entro nel cortile della casa di fronte e vengo accolto da una donna sui 65-70, dai capelli corti e scuri, dovrebbe essere Luisa. Mi dice qualcosa, ma vengo distratto da qualcun altro che si affaccia a sua volta, un signore più o meno della stessa età della donna, brizzolato, alto circa 1.80, penso si tratti di Gianfranco. Sembra invitarmi a passare da dove si trova lui ma poi mi accorgo che stava parlando con qualcun altro alle mie spalle, dunque vado verso la signora, salendo alcuni gradini e raggiungendola sul pianerottolo. Saluto Luisa ed entriamo in casa, qui però si aggiunge un'altra persona che si mette a parlare con lei. Appena entrati i due girano a destra e io decido di non seguirli, proseguo dritto con l'intenzione di trovare subito una porta. Mi ritrovo però in un angolo della casa senza porte, da questo momento il ricordo si fa vago, passo un po' di tempo a cercare uscite passando attraverso vari luoghi, per lo più chiusi o semi aperti ma tutti abbastanza confusionari. Tra questi ricordo un episodio in cui esco su un balcone dove ci sono alcune persone, tra cu due ragazze carine appoggiate al parapetto. Le raggiungo e le saluto ma loro mi ignorano e non mi viene in mente niente da dire loro che possa suscitare il loro interesse. Meglio così a dire il vero, dato che questo è uno di quegli ambienti onirici di basso livello, abitato per lo più da forme pensiero superficiali. Non a caso, ora che sono vicino alle due ragazze, vedo che la sua immagine è sfocata e deformata. Con un salto salgo sul parapetto con l'intenzione di prendere il volo ma, come detto, questo è un ambiente di basso livello dunque estremamente instabile e mutevole, perciò mi ritrovo da tutt'altra parte. Dopo un po' di tempo trascorso a girovagare per luoghi fumosi e inconsistenti mi ritrovo a casa mia ed esco nel parcheggio dietro casa. Qui la mia vista si oscura del tutto e mi metto a sfregare le mani sull'asfalto, frustrato per la difficoltà che ho oggi di stabilizzarmi in un ambiente coerente. Passo diversi secondi a sfregare le mani tanto che ad un certo punto quasi mi bruciano, poi la vista inizia a tornare, c'è un vento forte che fa volare verso di mei dei giornali. Ne afferro uno al volo mentre sono ancora a terra, vedo che si tratta di uno di quei cataloghi delle offerte dei supermercati che vengono messi nelle cassette della posta o della pubblicità. Lo sfoglio e vedo diversi prodotti in offerta, per lo più alimentari, e leggo delle scritte in una lingua straniera che in un primo momento mi sembra rumeno, poi però leggo altre scritte che sembrano appartenere ad una lingua completamente diversa. Mi alzo e lascio andare il catalogo, l'ambiente intorno a me ora è abbastanza stabile. Percorro la discesa guardandomi intorno, è notte e vedo una luna piena bassa nel cielo dritto davanti a me, che poi però scompare dietro gli alberi per poi ricomparire enorme in un'altra zona del cielo. Nel frattempo sono arrivato in fondo alla discesa, e ho imboccato un'altra strada. Vedo la luna cambiare più volte posizione, alla fine diventa piccolissima, un pallino poco più grande delle stelle che si vedono in cielo.[/slpc]Da qui il ricordo sfuma.
9 ottobre 2021
Lucido ore 6.30-7.15
[slpc]Mi ritrovo a partire dalla mia stanza dopo una serie di episodi che ho dimenticato. Le luci sono accese ma mi rendo conto che si tratta di uno scenario di quelli di basso livello, ovattato e confuso. Vado di sopra e ora la mia vista non è più attiva e ritorna solo una volta uscito in strada. Proseguo fino ad entrare in una villetta e qui mi arriva un ricordo di un sogno fatto di recente, forse ieri notte, che ho però dimenticato e quindi non ho scritto nel mio diario. Tale ricordo riaffiora all'improvviso appena entrato in questa casa, come se fosse la stessa di quel sogno o comunque molto simile, penso che dovrei scriverlo appena sveglio. Proseguo ad esplorare la casa, mi trovo ad attraversare una sala con mobili marroni, passo davanti ad una porta aperta che dà su una stanza in cui c'è un grosso armadio marrone con la scritta bianca in verticale "COKE", in corsivo, nello stile di scrittura originale del marchio. Questo armadio e questa scritta mi fanno venire in mente un altro ricordo onirico di essere stato di recente a casa di una cugina di mia madre e che aveva in casa proprio questo mobile con questa scritta. Entro in un'altra stanza e mi guardo allo specchio, vedo il volto di una donna ma per uno strano effetto ottico lo vedo piccolo, distante. Mi guardo poi in un altro specchio e pure qui il riflesso non è regolare, anche perché lo specchio non è piatto ma ha un rilievo al centro. Riesco comunque a vedere il mio volto che risulta abbastanza fedele a quello fisico. Esco da questa stanza e proseguo la mia esplorazione, cerco una rampa di scale che conduca al piano di sopra e la trovo subito, salgo e raggiungo il primo piano, dove trovo qualcosa di inaspettato. Mi trovo infatti in un'ampia sala piena di giocattoli in esposizione, sia sugli scaffali posti a ridosso delle pareti, sia sul il pavimento. I giocattoli che si trovano sul pavimento sono tutti di dimensioni medio-grandi, tra essi ricordo dei robot giocattolo tra cui il famoso Emiglio, che io e mio fratello avevamo da bambini. Trovo ora un'altra rampa di scale e salgo ancora, arrivo dunque al secondo piano e qui trovo, sempre in un'ampia sala, delle bellissime, coloratissime e lucentissime automobili d'epoca ma anche altre cose tipo dei tavoli di calcio balilla e similari. Osservo in particolare uno di questi, un pezzo di antiquariato risalente ad almeno un secolo fa. Non si tratta del classico calcio balilla, con gli omini rossi e blu, bensì di un gioco molto più semplice e rudimentale. Una leva ad un'estremità del tavolo controlla una singola pedina che probabilmente dovrebbe servire a mandare una pallina nella buca opposta. Non mi soffermo troppo però neanche qui perché il mio obbiettivo è un altro e non voglio rischiare di perdere lucidità. Cerco una porta che conduca finalmente all'esterno, trovo invece l'ennesima rampa di scale, salgo ancora ma qui c'è un buco nella mia memoria, forse mi sono trovato a passare per un'altra sala o stanza, in ogni caso il ricordo torna che mi trovo all'aperto. E' giorno e sono in una qualche città, in un'ampia strada o piazza. Mi guardo un po' intorno ma non mi sento ancora del tutto stabilizzato in questo ambiente, sento che potrei scollegarmi da un momento all'altro. Ho bisogno di sfregarmi le mani per stabilizzarmi ma mi accorgo che ho addosso dei guanti spessi e stretti che fatico non poco per togliermi. Non appena riesco finalmente a sfilarmi i guanti mi sfrego le mani ottenendo subito una maggiore stabilità. Incontro una donna bionda sulla quarantina e penso di rivolgermi a lei per chiedere informazioni su questo posto, poi però ci ripenso e decido che prima è meglio dare un'occhiata in giro e leggere qualcosa che possa farmi capire dove mi trovo. Vedo un edicola su un lato della strada e vicino ad essa un cartello con il nome di una via, nello specifico "via delle troie". Rimango decisamente perplesso nel leggere il nome di questa strada e mi chiesto se io non abbia letto male, così guardo di nuovo e stavolta leggo "via delle tromaie". Non avevo letto male, semplicemente è comparsa una sillaba in più in mezzo alla parola iniziale, censurando così la parolaccia con una parola priva di senso
. Mi rivolgo ora alla donna bionda e commento la stranezza del nome della via, dopodiché le chiedo il nome di questo posto e lei mi dà come risposta un nome che non ricordo, comunque una parola buffa che non sembra affatto il nome di un luogo. Lei stessa si mette a ridere subito dopo averlo pronunciato, qui mi rendo conto che forse non c'è una risposta seria alla mia domanda perché questo in cui mi trovo di fatto non è un luogo ma uno stato di coscienza onirico, forse rideva proprio perché la mia domanda appariva priva di senso dal suo punto di vista. Nel frattempo è arrivata un'altra donna, una signora sulla cinquantina, dai capelli scuri, entrambe hanno l'aria di essere delle autorità in qualche modo, persone che dirigono le cose in questo posto, che si distinguono dunque dalle persone comuni che lo popolano. Dico loro che sono un sognatore lucido ed ecco che subito iniziano a guardarmi storto e mi dicono qualcosa che non ricordo, il cui significato però sembra essere che quelli come me sono una scocciatura. A quel punto, prima che mi aggrediscano per sbattermi fuori, dico loro che non ho intenzione di creare problemi, non mi metterò a dire alla gente che siamo in un sogno o cose del genere. Dico loro che in passato l'ho fatto e ne ho pagato le conseguenze, dunque non intendo farlo di nuovo. Mi riferisco ovviamente alle aggressioni subite dagli Agenti o dai personaggi stessi ai quali dicevo di trovarsi in un sogno. Nel frattempo non so perché mi trovo accucciato per terra e faccio un po' fatica a rialzarmi in piedi, mi sento pesante. Ora la donna bionda è andata via ma c'è ancora quella dai capelli scuri alla quale chiedo suggerimenti su come raggiungere lo stato di focus 27. Non sono molto convinto a dire il vero che sia la persona giusta a cui chiederlo, sia lei che la donna bionda non hanno l'aria di essere degli individui molto affidabili. La donna mi risponde che focus 27 si trova proprio...al limite e mi indica un ponte ad alcune decine di metri di distanza da dove ci troviamo. Per darmi un'indicazione più precisa, mi dice inoltre che nel punto in cui devo andare c'è una birra, in pratica questa birra dovrebbe essere un segnale che mi farà capire che sono nel posto giusto. Non so cosa intenda per "al limite", mentre per birra immagino intenda "birreria", comunque seguo le sue indicazioni e mi dirigo correndo verso quel punto. Trovo un grande assembramento di persone nei pressi del ponte, mi fermo e do un'occhiata a quello che sembrerebbe un locale e cerco un'eventuale insegna che mi faccia capire se si tratta di una birreria. Vedo invece sul muro il disegno di un boccale di birra, dunque non mi stava dicendo di trovare una birreria, intendeva proprio una birra, anche se solo un immagine disegnata di essa. Ora so di essere nel posto giusto ma ancora non capisco come fare per raggiungere lo stato di coscienza denominato "focus 27". Qui infatti c'è parecchia confusione, e non vedo nelle vicinanze porte o portali da attraversare per accedere a livelli superiori. Mi rivolgo ad un tizio e mi viene spontaneo chiedergli se per caso è un sognatore lucido, qualcosa mi dice infatti che in base alla sua reazione capirò se è uno qualunque o se è uno di quelli che dirigono le operazioni, come le donne incontrate prima. Mi risponde di no e di non sapere di cosa sto parlando e ciò mi fa capire che non è uno dei "direttori", mi rivolgo poi ad un altro tizio e gli chiedo direttamente se è uno di loro ma non ricordo la sua risposta. In ogni caso non è la risposta verbale che mi interessa, quanto il loro modo di interagire con me, il loro sguardo ecc., da queste cose capisco se sono dei personaggi qualunque o se possiedono un grado di consapevolezza più elevato rispetto agli altri abitanti del luogo. A dire il vero, se fossi stato pienamente lucido non mi sarebbe nemmeno servito fare loro delle domande, avrei capito istintivamente la loro natura dalla loro emanazione, come accaduto con le due donne di prima e come accade di solito quando il mio livello di lucidità è abbastanza alto. Qui mi ero un po' perso e ho perso tempo a fare domande inutili, dettate più che altro dall'abitudine, a persone da cui non potevo ottenere nulla di concreto. Ora mi trovo a percorrere un tratto in discesa e raggiungo uno spiazzo in mezzo al quale si trova uno strano macchinario che potrebbe essere un mezzo di trasporto. Vedo alcune persone sedute su una specie di panchina collegata alla struttura, pare siano in attesa di qualcosa, forse proprio della partenza di quel mezzo, ammesso che lo sia. Chiedo informazioni su dove porti quel macchinario e mi viene risposto "focus 27", tuttavia mi rendo subito conto che tale risposta è dovuta alla mia aspettativa, ho posto quella domanda aspettandomi quella risposta, dunque non ha molto valore. In ogni caso non mi sembra di avere molte alternative al momento, perciò mi siedo su una delle panchine della struttura e aspetto che il macchinario si attivi. Chiedo di fare in fretta perché non mi resta molto tempo, alludendo al fatto che sto lucidando da parecchio e tra poco potrei svegliarmi. Dopo un po' lo scenario si dissolve e mi ritrovo in un ambiente completamente bianco, immerso in un intenso flusso vibratorio. Percepisco vagamente una sensazione di movimento, probabilmente generata dalle vibrazioni stesse, dalle quali ad un certo punto mi sento quasi schiacciare, anche se non provo alcun dolore. Sento inoltre che faccio fatica a respirare, una sorta di apnea ma deve trattarsi di un'impressione dovuta al fatto che mi trovo nello stato intermedio ma ancora lontano dal controllo del mio corpo fisico e quindi della respirazione. Rimango fermo in attesa ed inizio ora a percepire il risucchio sul lato sinistro del collo, sopporto anche questo e alla fine mi ritrovo nella mia stanza, seduto per terra semi paralizzato. Mi alzo a fatica e con uno sforzo mi libero di una sostanza pesante che ho attaccata addosso e la getto a terra. Ora mi sento finalmente leggero e libero, esco dalla mia stanza e vado di sopra, è tutto stabile e reale ma riesco facilmente ad aprire il portone con la telecinesi, aiutandomi con lievi gesti della mano destra. Esco e sempre con la telecinesi chiudo il portone, non riesco a chiuderlo subito però perché inizialmente non tiro abbastanza forte, poi do un colpo più deciso e la porta si chiude. Come detto mi trovo in uno scenario estremamente realistico e stabile e riuscire ad usare la telecinesi in queste condizioni è una bella soddisfazione, sembra quasi che io lo stia facendo nella realtà fisica ! Faccio lo stesso con il cancello, anche stavolta devo fare più tentativi per richiuderlo ma alla fine ci riesco. Mi incammino lungo la via che inizia di fronte al cancello grande automatico ma qui lo scenario nel frattempo si è modificato, ora mi trovo in un'altra città, lungo una strada e vedo sullo sfondo dei vecchi edifici, risalenti probabilmente all'Ottocento. Prima che io riesca a raggiungerli però inizio ad essere attaccato da individui molesti, non rappresentano una vera minaccia, poiché si tratta di forme pensiero di basso livello e posso manipolarli facilmente, tuttavia sono tanti e particolarmente insistenti. Mi libero di molti di loro, un po' afferrandoli e scaraventandoli via, altri manipolandoli mentalmente affinché smettano di aggredirmi. Siccome però sono davvero tanti e non accennano a finire mi viene l'idea di utilizzare alcuni di loro per fermare gli altri. Non posso controllarli tutti insieme ma se ne manipolo alcuni posso renderli miei alleati affinché ostacolino gli altri e mi difendano da quelli che mi sono troppo vicini. Questi ultimi infatti me li ritrovo quasi addosso all'improvviso e non ho il tempo di concentrarmi per manipolarli, così faccio intervenire quelli che sono già sotto il mio controllo per farmi da bodyguard
, dato che voglio assolutamente evitare lo scontro fisico, che mi farebbe sprecare troppe energie. La cosa funziona ma sono davvero tanti, ho praticamente tutti i personaggi onirici contro, mi sembra di essere in Matrix, dove tutti i passanti sono potenziali "agenti".[/slpc] Alla lunga tutto ciò mi fa sprecare inevitabilmente tempo ed energia e fallisco nel mio obbiettivo. Perdo lucidità e mi perdo in scene oniriche confuse fino al risveglio.
16 ottobre 2021
Serie di lucidi ore 5.00-6.30
[slpc]Entro gradualmente in un'ipnagogica camminando e poi correndo lungo una strada di notte. Non è affollatissima ma ci sono altre persone che passeggiano, dall'aspetto sembra una via del centro di una qualche città. Passo accanto ad un albero e lo tocco per stabilizzarmi meglio ma evidentemente non abbastanza perché qualche istante dopo lo scenario si dissolve. A questo punto mi ritrovo nel buio e mi viene in mente l'obbiettivo di effettuare un recupero, ispirato dalle esperienze di Bruce Moen, di cui sto leggendo il secondo libro. Mentre vago nel buio chiedo dunque al Sé Superiore di mostrarmi qualcuno che abbia bisogno di aiuto, qui però il flusso vibratorio si fa sempre più intenso, mi ritrovo in paralisi e a tratti mi sento comprimere il torace e premere in altri punti del corpo. La compressione al torace è dolorosa e per un attimo devo uscire dalla paralisi ma poi rientro subito e chiedo di essere assistito dai cosiddetti "Aiutanti" di cui parla Bruce Moen nei suoi libri, delle guide che lo assistono nei recuperi e facilitano l'ingresso del defunto in focus 27. La mia voce è sempre più flebile, faccio sempre più fatica a parlare, ma mi lascio comunque attraversare da questa ondata e riesco a resistere fino al momento in cui posso muovermi liberamente ed alzarmi dal letto. Sono pesante e mi sento ancora l'entità addosso, riesco a liberarmene ed esco dalla mia stanza. Sento rumori poco rassicuranti provenire dal piano terra, sembra che qualcuno stia spostando pentole, padelle e altri oggetti. Mi chiedo chi sia a quest'ora, di sicuro non sono i miei nonni, deve esserci qualche intruso in casa. Vado di sopra, mettendo da parte la leggera inquietudine, la mia vista si attiva parzialmente mentre sono sulle scale ma vedo tutto sgranato e disturbato. Intravedo due individui, sembrano dei giovani, una forse è una ragazza, non sembrano minacciosi, non credo siano dei ladri. Qui vengo riattirato all'indietro e il ricordo si confonde. Più avanti mi trovo nei pressi della stazione ed imbocco il sottopassaggio, in cui c'è un sacco di gente e parecchia confusione. Mi ricordo che posso controllare questa gente e cambiare la situazione, così mi fermo sulle scale e guardando le persone nel sottopassaggio dico loro ad alta voce, quasi gridando, di fare silenzio e dopo qualche istante tutti smettono di parlare e si fermano a guardarmi. Ora, con la stessa determinazione, dico loro di andare via e quasi tutti obbediscono, rimane qualcuno al quale ripeto l'ordine con maggiore decisione e anche questi se ne vanno. Tuttavia è rimasto ancora un ragazzino sulle scale dietro di me, mi rivolgo a lui e gli ordino di andarsene ma lui non vuole saperne di obbedire, a quanto pare è uno di quelli dotati di una propria volontà. Gli dico qualcosa del tipo: << sei un tipo tosto tu, mi piaci, vieni con me ! >> E lui mi segue sulle scale che dovrebbero portare ai binari ma qui lo scenario si deforma e mi ritrovo all'interno di un edificio. Il ragazzino si ferma a parlare con un uomo seduto ad una postazione di lavoro ed ho l'impressione che mi stia segnalando come sognatore lucido, così che l'uomo faccia intervenire la sicurezza per sbattermi fuori. Entro in una stanza e vedo un altro ragazzino che mi segue, siccome non voglio distrazioni gli dico di andare a fermare il ragazzino di prima. Mi trovo a transitare per varie stanze ma lo scenario qui è poco vivido e abbastanza instabile, anche la mia lucidità non è delle migliori e non so perché mi convinco di dover trovare una certa cosa che ora però non ricordo cosa fosse. E' come una missione da compiere che mi sono autoimposto per gioco e per avere un obbiettivo preciso che non mi faccia perdere del tutto
lucidità in questa situazione confusionaria, in attesa di accedere a scenari più elevati. Non ho idea però di dove cercare questa cosa in questo labirinto, sento che è come cercare un ago in un pagliaio. Sento anche che sarebbe inutile chiedere informazioni a qualcuno in questo posto. Tra le varie stanze che mi trovo ad attraversare ricordo una piccola cucina che mi trasmette istantaneamente vaghi ricordi che non riesco a definire. La sensazione è che quella stanza fosse un ricordo della mia primissima infanzia o magari di una vita passata.[/slpc]
18 ottobre 2021
Serie di lucidi/OBE ore 2.00-4.30
[slpc]Sono nello stato intermedio, mi rotolo giù dal letto e dopo aver eseguito alcune tecniche di stabilizzazione esco dalla mia stanza con mio fratello che mi segue. Lui tenta di colpirmi con...una pila di pacchetti di fazzoletti legati non so come uno in fila all'altro lunga circa un metro, un'"arma" decisamente bizzarra e non molto efficace
. Anche se non è qualcosa che può farmi male, comunque mi sta ostacolando e rischia di farmi perdere tempo, così mi fermo a fissarlo per qualche istante, gli ordino di tornare a letto e lui obbedisce. Vado di sopra ed esco dal portone, qui vedo che ci sono le chiavi attaccate fuori, faccio un giro di chiave per chiudere, poi però lo rifaccio nel senso opposto, lasciando dunque aperto. Esco in strada e mi dirigo verso la casa accanto alla mia, non quella di mia zia, quella sull'altro lato. Era parecchio tempo che non entravo qui, ricordo che in uno dei miei primissimi lucidi, forse il primo che io ricordi, avevo fatto irruzione proprio in questa casa. Prima di entrare vedo attraverso il cancello che nel cortile è pieno di ragazzini, suono il citofono e mi risponde una donna che dovrebbe essere la signora M. che abita qui nella realtà fisica. Si lamenta del fatto che ci siano tutti questi ragazzini nel suo giardino, a quanto pare sono entrati per recuperare un pallone che gli è caduto mentre giocavano in strada, ora però si stanno trattenendo più del dovuto e stanno facendo casino. Il cancello si apre ed entro, ignoro i ragazzini chiassosi e tiro dritto verso l'estremità opposta del giardino, con l'intenzione di attraversare il muro e sbucare in un altro scenario. Invece del muro però trovo una rete piena di squarci, uno di questi è abbastanza largo e abbastanza in basso da poterci passare, anche se devo comunque chinarmi e quasi sdraiarmi per attraversarlo. Non sono solo adesso, c'è una ragazza che deve accompagnarmi, non so perché, non c'è stato un momento in cui l'ho incontrata e ho deciso che dovesse seguirmi, semplicemente so che deve venire con me. Attraverso il buco nella rete e sbuco in un luogo completamente diverso, una stanza chiusa e buia, nella quale intravedo appena intorno a me. Mi accorgo inoltre che sono di nuovo solo, la ragazza non c'è, penso di chiamarla ma non so nemmeno il suo nome, neanche l'ho mai vista in faccia, sapevo solo che era dietro di me. Lascio perdere la ragazza e piuttosto cerco di accendere la luce urlando più volte << luce accenditi !>>. Dopo alcuni tentativi la luce si accende, cerco l'uscita e vedo una rampa di scale che scende. Proprio sulle scale però compare una ragazza combattente che so avercela con me, anche se ora non ricordo il motivo. Mi arriva il ricordo onirico che ha già tentato altre volte di aggredirmi per vendicarsi di qualcosa che le avrei fatto. Mi lancia contro degli oggetti, forse anche coltelli, ma io non ho difficoltà a respingerli o deviarli. Potrei liberarmi di lei facilmente ma non ho intenzione di colpirla, non voglio farle del male, preferirei chiarire la situazione e fare pace. Siccome però insiste ed è molto agguerrita sono costretto ad allontanarmi e seminarla, così apro la finestra, salgo sul davanzale e salto fuori rimanendo sospeso a mezz'aria. La ragazza però a quanto pare ha anticipato la mia mossa perché ora me la ritrovo anche qui fuori che continua a lanciarmi roba addosso che senza difficoltà respingo con una mano. Alla fine ci avviciniamo, riesco in qualche a farla parlare e ci chiariamo, anche se non ricordo quasi nulla di quello che mi dice, ho solo un vago ricordo di qualcosa che aveva a che fare con un'altra ragazza. Scendo poi a terra e prendo a cazzotti un tizio che mi stava dando fastidio, poi lo afferro e lo sbatto con forza sopra un tavolo. Un altro tizio invece mi lancia oggetti, paro facilmente con una mano anche questi, dopodiché lui scappa via spaventato. Sono ora nei pressi di una piazza e do un'occhiata in giro, vedo ancora il tizio di prima che corre come impazzito. Ora sono con mia madre in un'ampia piazza piena di tavoli con persone sedute a mangiare e incontriamo la ragazza di prima che ora è seduta ad uno di questi tavoli. Vado da lei e le chiedo se dunque tra noi è tutto a posto e lei dici di sì. Mi trovo poi a camminare da solo e incontro una donna che mi dice qualcosa a proposito della possibilità di contattare il Sé Superiore, sembrerebbe un suggerimento, e per una volta è un suggerimento utile. Mi stavo infatti a poco a poco perdendo, rischiando di perdere definitivamente lucidità e sprecare questa esperienza, la donna mi ha ricordato cosa sto facendo. Faccio chiarezza intorno a me e guardo verso il cielo mentre cammino lentamente, all'orizzonte vedo una sorta di tramonto ma dai colori insoliti, tipo viola e fucsia. L'atmosfera è tranquilla, sembra il momento giusto per contattare il Sé Superiore. Il ricordo qui però si confonde e mi ritrovo in seguito in una città indefinita di notte, ho perso parzialmente lucidità e raggiungo la postazione di un particolare macchinario che so essere un dispositivo per entrare nel sogno lucido. Chiedo ad una donna di poterlo usare e lei si mette a regolare una specie di antenna mentre io mi sdraio su un sedile inclinato. Dopo un po' il macchinario si attiva e chiedo di visitare un pianeta dove ci sia vita aliena intelligente. Lo scenario si dissolve e mi trovo in un buio 3D granuloso, percepisco lo spostamento finché ad un certo punto non mi trovo in una camera da letto. Scendo dal letto, intravedo appena nel buio, sento qualcuno russare e mi rendo conto che deve essere mio fratello nella realtà fisica. Anche se quella che vedo non è la mia stanza, la mia percezione è in parte già nel corpo fisico e quindi nella mia stanza fisica. In questo stato, finché la mia vista non si attiva del tutto, basta un niente per rientrare nel corpo o quantomeno nella mia stanza onirica, evito così di pensare ad essa e mi concentro sul percepire l'ambiente in cui mi trovo. Quando finalmente la luce si accende vedo che mi trovo in un salotto pieno di pupazzi in piedi sul pavimento, alti circa mezzo metro, anche un po' di più. Sono colorati e dall'aspetto bizzarro, sicuramente sono pupazzi per bambini, forse peluches, ma non mi avvicino abbastanza per poter capire di che materiale sono fatti. Esco da una porta-finestra già aperta e mi trovo ora all'aperto su un balcone, tutto intorno ci sono palazzi tra i 5 e i 7 piani, simili a quelli del centro della mia città. Prendo il volo, svolazzo un po' tra i palazzi e infine atterro nei pressi del macchinario che avevo usato per il teletrasporto, o comunque di un altro di quel tipo. Chiedo di usarlo di nuovo ma poi mi accorgo che è disattivato, inoltre qui il ricordo si fa confuso. Ad un certo punto volo via e mi viene in mente di andare a trovare M., defunto da alcuni anni e vedere come se la passa. Mi rivolgo al Sé Superiore con tale richiesta e così facendo vengo trascinato a grande velocità, forse verso il basso, forse di lato o forse in entrambe le direzioni. Schizzo nel buio veloce come un proiettile, avvolto nel flusso vibratorio, e nel frattempo cerco di stabilire un contatto con M. chiamandolo per nome. Cerco di comunicare ma è tutto completamente buio e non percepisco la presenza né sua né di nessun altro. Dopo un po' inizio a ricevere immagini di cartoni animati che forse rispondono alle mie domande. Si vede un tizio che scappa da altri tizi che gli fanno continuamente dispetti, gli lanciano cose. Mi chiedo se questa possa essere la risposta alla mia domanda sulla situazione attuale di M. Mi ritrovo poi sul letto in paralisi con il flusso vibratorio sempre più intenso e forti
pressioni sull'addome. Resisto e al momento giusto mi alzo e vado al piano di sopra, esco dal portone e la vista qui è già attiva ma intravedo appena nel buio. Esco in strada e mi trovo in un ambiente estremamente confuso e cupo, che non cambia nonostante io continui ad avanzare. Mi trovo in una sorta di limbo in cui possiedo a pieno le mie facoltà mentali ma lo scenario intorno a me non rispecchia minimamente il mio attuale stato di consapevolezza. Ciò diventa palese nel momento in cui mi fermo e mi rendo conto che nonostante l'inconsistenza dell'ambiente intorno a me, grigio e fumoso, privo di forme riconoscibili, riesco a pensare lucidamente. Capisco che è inutile forzare, mi conviene rimanere fermo e concentrarmi esclusivamente sul mantenere la lucidità, in attesa che lo scenario si formi spontaneamente intorno a me. La cosa funziona, infatti poco dopo mi ritrovo in una città abbastanza affollata, in cui incontro subito un gruppo di quattro cinesi ostili che mi sparano ma io respingo facilmente i proiettili. Questi però non si scoraggiano affatto, anzi estraggono dei coltelli e mi si avvicinano minacciosi. Con le lame ho qualche difficoltà in più rispetto ai proiettili, le percepisco infatti molto più reali, ma più che i coltelli in sé sono le quattro persone che mi si avvicinano a crearmi problemi. Il corpo a corpo per me è quasi sempre un problema nei lucidi, di solito lo evito manipolando mentalmente a distanza i potenziali aggressori, ma questi sembrano possedere una volontà non così debole come avevo creduto all'inizio. Uno di loro lascia volutamente un coltello a terra per farmelo prendere ma io capisco che è una trappola per pugnalarmi una volta che mi sarò abbassato per prendere l'arma, non ci casco e in ogni caso preferisco combattere senza. Penso di concentrare il mio intento per usare la telecinesi e colpirli con un'onda d'urto o uno spostamento d'aria, tuttavia in questo momento l'ambiente è stabile e loro troppo vicini, dunque non ne ho il tempo e il mio colpo fa cilecca. Si avvicinano ancora di più costringendomi al corpo a corpo, uno di loro mi graffia un braccio con il coltello ma in qualche modo riesco comunque ad eluderli e ad abbattere alcuni di loro prima di allontanarmi. Per qualche motivo decidono di lasciarmi stare, saggia decisione da parte loro perché stavo pian piano prendendo il pieno controllo dei miei poteri. Meglio così anche per me, poiché comunque avrei perso altro tempo prezioso e rischiato di destabilizzarmi. Mi trovo ora a leggere un cartello attaccato ad una parete o colonna, leggo la scritta due volte e non si modifica, purtroppo però non ricordo cosa ci fosse scritto. Ricordo poi un altro
frammento che non sono sicuro di come collocare cronologicamente ma si tratta di un episodio molto confuso e caratterizzato da scarsa lucidità, quindi non vale la pena riportarlo. Nell'ultima parte di questa mia lunga esperienza di stanotte mi trovo su un'altura con un tetto pochi centimetri sopra la mia testa. Percepisco subito questo scenario come uno di quelli grotteschi e finti, il fatto di avere un tetto sopra la testa in uno scenario all'aperto è un chiaro segno di ciò, anche perché questi tetti mi seguono ovunque io mi sposti, estendendosi di pari passo con il mio avanzare, che sia a piedi o in volo. Quando capita questo vuol dire che mi trovo in uno scenario onirico finto e che sono al limite di esso, proseguire in avanti o indietro è del tutto inutile, non farei altro che continuare a muovermi lungo questo bordo, rimanendo all'interno dello scenario. Mi viene dunque in mente di squarciare quel tetto e attraversare tale squarcio, ora il tetto è diventato un telo e mi riesce facile perforarlo prima con un dito e poi squarciarlo quanto basta per passarci attraverso. Non appena attraverso il varco sento un netto cambio di livello, una vibrazione/brivido mi percorre tutto il corpo, ora mi trovo in uno scenario decisamente più elevato e reale. Mi guardo intorno, è un posto che non ho mai visto prima, anzi non ho mai visto nulla del genere, è qualcosa di completamente nuovo per me, dunque faccio fatica a definire cosa sia esattamente. La mia prima impressione è che si tratti di una sorta di centro relax interplanetario, la prima cosa che vedo infatti è un essere alieno disteso su un lettino decisamente futuristico, di colore grigio e dalla forma allungata e tondeggiante. Non ho il tempo però di esaminare più da vicino perché subito mi sento chiamare per nome da qualcuno. Raggiungo questo qualcuno che mi ha chiamato, non lo vedo se non di sfuggita perché mi fa subito sedere davanti a lui, mentre lui resta dietro di me e mi parla. Non appena mi siedo vedo davanti a me quella che sembrerebbe una piscina e al di là di essa un grande schermo sul quale compare l'immagine del volto di un alieno dalla pelle grigia, occhi grandi e lunghi lobi auricolari che gli arrivano fin quasi alle spalle. Ora ascolto il tizio alieno che mi parla alle mie spalle, sento la sua voce subito dietro la mia testa e nello stesso momento noto con la coda dell'occhio alla mia destra la presenza di un qualcosa che si muove all'altezza del mio collo. Questa cosa indefinita pare muoversi al ritmo della voce dell'alieno dietro di me e ciò mi fa pensare in un primo momento che sia una parte del suo corpo che utilizza per gesticolare un po'come facciamo noi con le mani quando parliamo. Riflettendoci poi da sveglio però mi rendo conto che doveva trattarsi di una sorta di dispositivo di traduzione simultanea. Al termine di ogni sua frase infatti c'è una breve pausa in cui sento la stessa voce dire "giapponese antico" oppure "giapponese..." non ricordo gli altri aggettivi abbinati alla parola "giapponese", ma è piuttosto chiaro che quella voce mi informa sulla lingua che il tizio dietro di me sta usando per comunicare e dalla quale quindi il dispositivo stava traducendo. Dunque quella che sento non è la sua vera voce ma quella del traduttore automatico, che a quanto pare per qualche oscuro motivo si prende la briga anche di specificare la lingua usata al termine di ogni frase. Questa stranezza mi distrae dal discorso del tizio dietro di me,[/slpc] di cui quindi perdo totalmente il filo e di fatto non ricordo nulla al risveglio. Un'altra riflessione da sveglio riguarda il volto dell'alieno visto sullo schermo. In un primo momento ho pensato che si trattasse di un altro individuo presente da qualche parte in quella struttura ma ripensandoci credo che invece fosse proprio lo stesso alieno che mi stava parlando dietro di me. Quella cosa che si muoveva vicino al mio collo infatti era probabilmente proprio uno di quei lunghi lobi auricolari di quell'alieno, che a quanto pare fungeva da comunicatore/traduttore, anche se non è chiaro se fosse un dispositivo esterno o una parte del suo corpo. In ogni caso ritengo questa esperienza estremamente affascinante e intrigante, che potrebbe aprire nuovi scenari per le mie esplorazioni. Peccato non aver ricordato nulla delle parole dell'alieno, cercherò di tornare lì al più presto per parlarci di nuovo ed esplorare meglio quel luogo.
27 ottobre 2021
Sogno lucido ore 4.45-5.15
Sono al lavoro in un condominio al chiuso, sto salendo le scale e ad un certo punto diventa tutto buio e[slpc]mi rendo conto di essere in un sogno. Sono ancora un po' confuso ma mi sforzo di mantenere la lucidità e una volta uscito da una porta mi ritrovo all'aperto, di giorno, in un ambiente vivido e stabile. Mi trovo in una qualche città, in uno di quegli ambienti reali, luminosi, vivi. Vedo intorno a me diversi campi da calcetto in cemento e altre strutture che sembrano far parte di una grande area riservata ad attività sportive e ricreative. Si tratta di un ambiente molto piacevole, che emana un'energia positiva, di serenità e vitalità. Vedo a pochi metri da me uno di questi campi di calcetto, recintato, in cui dei ragazzi stanno giocando. Penso di entrare in campo e scambiare due parole con alcuni di loro, magari prima che inizino la partitella, al momento infatti sembrano intenti a riscaldarsi e fare tiri in porta. Osservo la recinzione alla ricerca di un'apertura da cui entrare, vedo un cancello su uno dei lati corti del rettangolo di gioco, lo attraverso ed entro in campo. Mi dirigo subito verso un gruppo di ragazzi vicini ad una delle due porte e mi rivolgo ad uno di loro, un giovane sui 14-16 anni. Gli chiedo se posso chiedere informazioni, poi gli chiedo come si chiama questo posto e lui risponde: << Borgo San Lorenzo...Salentino >> (fa una piccola pausa prima di dire "salentino", come se questa parola fosse un aggiunta che gli è venuta in mente dopo, ma non ho ancora capito perché). Dal nome deduco che ci troviamo nel Salento, chiedo allora se per caso siamo nella provincia di Lecce e lui risponde di sì, ma non sembra molto convinto. Ora vedo che stanno per iniziare la partitella e per un attimo sono tentato di giocare con loro ma poi mi rendo conto che sicuramente sono già al completo e mi faccio da parte. Inoltre se mi mettessi a giocare finirei col perdere lucidità. Mentre mi allontano guardo un pezzo di partitella, mi accorgo che sono in più di 5 vs 5 a giocare, probabilmente 6 vs 6. Ad un certo punto c'è un vero e proprio assedio alla porta vicino alla quale mi ero messo a parlare con quel ragazzo. C'è un batti e ribatti, salvataggi sulla linea, parate del portiere, ad un certo punto un tiro sembra destinato a finire in rete ma viene respinto da qualcuno nella mischia che non vedo perché coperto da altri. Quando la mischia si dirada al termine dell'azione vedo che a respingere il pallone è stata una donna sulla quarantina seduta per terra, probabilmente in seguito ad una parata fatta in precedenza. Proseguo e qui il ricordo si fa vago, mi ritrovo al buio, forse di nuovo nel condominio di prima, come se questa fosse una sorta di base
di partenza per avere esperienze lucide in ambienti più elevati come quello che ho appena visitato. Poco dopo infatti riprendo consapevolezza ed esco di nuovo all'aperto, ritrovandomi nella stessa città e nella stessa area di prima. Non ricordo cosa faccio in questa seconda occasione ma ricordo che ci ritorno una terza volta in seguito. Mi trovo nei pressi dello stesso campetto di prima e vedo che la partitella è finita, alcuni sono rimasti ancora sul campo ma la maggior parte dei giocatori sono andati via. Entro in campo e chiedo di poter calciare un rigore al portiere donna che ho visto prima e che si trova ancora qui. Mi mettono sul dischetto un Super Santos, storico pallone della mia infanzia e di quella di molti della mia età e più grandi. Tuttavia preferirei calciare un pallone da calcio come quello con il quale stavano giocando la partita, così ne chiedo uno e me lo danno ma è così sgonfio da non avere nemmeno più forma sferica
. Mi accontento e lo posiziono sul dischetto ma qui a quanto pare perdo la connessione con l'ambiente intorno a me, il quale si deforma e regredisce a scenario onirico di livello medio/basso. Inizio anche a sentirmi tirare la mano sinistra, segnale forse del mio corpo fisico che mi richiama. Due ragazzini poi si sdraiano molto vicini al pallone impedendomi di calciarlo come si deve, uno di loro inoltre mi sembra anche di conoscerlo, altro segno che ormai non mi trovo più in quella città ma in un'elaborazione mentale superficiale.[/slpc]
Tale regressione raggiunge livelli grotteschi quando mi ritrovo a calciare il rigore con...uno zerbino . Anche la mia lucidità qui è ormai agli sgoccioli, tanto che decido comunque di tirare il rigore. Lo calcio di punta, non potendo colpirlo in altro modo, e non so come passa sotto i piedi del portiere e va in gol. [slpc]In seguito mi trovo a camminare fianco a fianco con un ragazzo alto circa 1.80 che mi fa uno strano discorso di cui non ricordo quasi nulla. A dire il vero anche sul momento fatico a capire le sue parole, ricordo in particolare una frase in cui dice: << voi umani non sapete...>> non ricordo come continua, gli chiedo come mai abbia detto "voi umani" e cosa è quindi lui se non è umano. Non risponde a questa mia domanda e continua il suo discorso dicendo che quelli come lui devono spesso "bluare", fingere di fare certe cose per accontentare noi umani. Suppongo che per "bluare" intendesse "bluffare", nel discorso che ha fatto avrebbe senso. L'impressione che ho è che si stia sforzando ad esprimersi in un linguaggio per me comprensibile e inevitabilmente ogni tanto sbaglia qualche parola.[/slpc]Poi il ricordo sfuma, probabilmente perdo lucidità e mi sveglio poco dopo.
31 ottobre 2021
Serie di lucidi/OBE ore 4.30-6.45
Episodio 1: al termine di un sogno che al momento non ricordo [slpc]mi ritrovo in paralisi con una sensazione di contatto con non so cosa nella parte posteriore del collo, leggermente spostata verso sinistra. Poi inizio a sentire il flusso vibratorio che mi avvolge, rimango rilassato aspettando il momento in cui potrò muovermi. Non ricordo il momento del distacco, ricordo che in seguito esco dalla porta finestra della sala al piano terra, attraverso il giardino e raggiungo il parcheggio dietro casa. Non appena imbocco il sentiero nel campo di sterpaglie lo scenario si dissolve e mi ritrovo nel buio. Dato che sono ancora connesso allo scenario attraverso il tatto, inizialmente penso di usarlo per ancorarmi e ristabilizzarmi qui ma poi mi viene in mente che posso approfittare di questa situazione per teletrasportarmi altrove. Mi lancio perciò in avanti nel buio e mi sforzo di pensare ad un posto che conosco che sia lontano da casa mia e dalla mia città, da usare come approdo intermedio per poi spostarmi ulteriormente in qualche altro posto. Mi viene in mente la casa dei miei nonni in montagna e cerco di immaginarmi all'interno del salotto, allungo le mani alla ricerca del tavolo da tastare e quasi subito trovo una superficie solida. Dopo un po' lo scenario si materializza intorno a me ma non sono né nella casa in montagna né in nessun'altra casa che conosco. Mi trovo in quella che sembrerebbe una piccola cucina che però non riconosco, mi guardo un po' intorno cercando di memorizzare i dettagli, ripetendo anche ad alta voce quello che vedo.[/slpc] La cosa funziona solo parzialmente perché parte del ricordo si perde a causa del fatto che sono solo all'inizio di questa esperienza e i ricordi dei vari episodi successivi si sovrapporranno a questo nella mia memoria. Ricordo comunque un inferriata un po' arrugginita e delle pareti blu.
Episodio 2: [slpc]sono nello stato intermedio, mi alzo dal letto e mi guardo allo specchio, constatando che il mio aspetto è abbastanza fedele a quello fisico. Esco in strada e dopo una breve camminata entro in una villa sulla destra per usarla come passaggio dimensionale. Appena attraverso il cancello sento della musica reggaeton ad alto volume provenire da un altro lato del cortile. Raggiungo l'area da cui proviene quella musica e vi trovo una festa con un gruppo di uomini e donne, perlopiù di etnia latino americana, che ballano. Entro in casa[/slpc] ma qui la mia lucidità vacilla e il ricordo si fa vago.
Episodio 3: [slpc]riprendo lucidità più avanti, sono in compagnia di una ragazza ma non ricordo dove e quando l'ho incontrata, a dire il vero non ricordo nulla di quello che è accaduto dopo essere entrato in quella casa, però ho la sensazione che sia trascorso del tempo e che siano successe alcune cose, seppur di poco conto. Usciamo all'aperto, di notte e avendo ripreso lucidità dico alla ragazza che dobbiamo fare qualcosa per uscire da questa confusione. E' necessario porsi un obbiettivo preciso e perseguirlo, altrimenti continueremo a girare a vuoto e a perdere tempo. Mi ricordo quello che è il mio obbiettivo principale in questo periodo, ovvero raggiungere focus 27 e incontrare gli Aiutanti. Prendo per mano la ragazza e insieme saliamo in piedi su un piccolo rialzamento del terreno, le dico che dobbiamo rivolgerci al Sé Superiore, anche se mentre lo dico mi chiedo se la cosa possa funzionare anche per lei, se posso portarmela dietro mentre vengo trasportato. Le dico di fare tre respiri profondi mentre guardiamo il cielo e poi di ripetere con me la frase che pronuncerò. Mentre eseguo i tre respiri però mi sento stranamente tirare indietro e la cosa mi crea qualche difficoltà. Ora è il momento di pronunciare ad alta voce la richiesta al Sé Superiore ma in questo momento qualcosa di inaspettato attira la mia attenzione. Vedo infatti in lontananza, a circa duecento metri da noi, un enorme essere meccanico, una specie di robot quadrupede che colpisce con violenza quello che sembra un altro robot ma decisamente più piccolo. Addirittura riesce a scaraventarlo lontano verso degli edifici alle nostre spalle, rischiando quasi di colpirli ed abbatterli. E' una scena impressionante e spettacolare e resto fermo ad assistervi, ora il robot gigante viene verso di noi, ma non sembra accorgersi della nostra presenza. Si piazza infatti a pochi metri dagli edifici alle nostre spalle e capisco che non ha affatto buone intenzioni, è qui per distruggere. Deve trattarsi di qualcosa di alieno o forse pilotato da un'intelligenza artificiale ribelle, questa almeno è l'idea che mi faccio sul momento, osservandolo. Dico alla ragazza che dobbiamo allontanarci al più presto da qui per evitare di essere travolti dalla furia distruttiva della macchina. Non penso di essere in grado con i miei poteri di fermare un mostro del genere, alto e lungo decine di metri e con chissà quali armi di distruzione di massa a disposizione. Non ho affatto paura, ma non voglio nemmeno finire questa esperienza anzitempo, quindi meglio fuggire e provare magari nuovamente a contattare il Sé Superiore. Corriamo via e quando siamo abbastanza lontani da trovarci fuori dal raggio d'azione delle zampe meccaniche di quel bestione, mi volto e vedo che si è messo in una posa particolare, con la testa protesa in avanti. La testa ha forma pseudo cilindrica con un'apertura circolare al centro, in pratica è un enorme cannone e dalla posizione che ha assunto capisco che sta per sparare qualcosa di molto potente ! Un attimo dopo infatti vedo una luce azzurra accendersi all'interno della bocca della testa-cannone, sta per sparare un enorme raggio laser devastante ! A questo punto riprendiamo a correre per sfuggire a quest'arma micidiale che sicuramente avrà un raggio d'azione molto ampio. Il robot inizia a sparare il raggio laser spazzando tutta l'area davanti a sé e radendola al suolo. Dopo un po' il laser inizia però a perdere potenza e ad assottigliarsi, quando si avvicina a noi è ormai ridotto a qualche centimetro di spessore, ma sarebbe comunque sufficiente a perforare i nostri corpi se ci colpisse. Me lo vedo arrivare contro ma lo schivo all'ultimo istante, lo vedo sfilare via e rimpicciolirsi sempre di più. Ora è a 15-20 metri di distanza da noi e sta praticamente svanendo, qui però mi viene il dubbio che l'energia distruttiva non si sia del tutto esaurita e che potrebbe concludersi con un esplosione che da questa distanza potrebbe comunque travolgerci. Così istintivamente mi concentro su quella luce residua con l'intento di smorzare quell'energia ed impedire l'esplosione, per farlo mi aiuto con le mani, facendo sbattere con forza i palmi l'uno contro l'altro, come per schiacciare una zanzara. In quell'istante la luce scompare e l'esplosione non avviene, ma a dire il vero non so dire se sia stato io a fermarlo o se l'energia si stesse comunque esaurendo e non ci sarebbe stata alcuna esplosione.[/slpc] In ogni caso cambia poco, poiché comunque l'esperienza si conclude qui.
1 novembre 2021
Lucido ore 5.00-7.00
[slpc]Prendo lucidità durante lo stato ipnagogico avanzato, mi percepisco ancora parzialmente nel mio corpo sul letto ma vedo davanti a me uno scenario familiare, di una via non lontana da casa mia e in cui si trova una palazzina che vado a pulire due volte alla settimana con la ditta di pulizie. Inizio a camminare e gradualmente entro nello scenario, sono sul marciapiede e cammino fino all'incrocio, dopodiché giro a sinistra dopo un attimo di indecisione. Proseguo ed inizio a sentirmi un po' pesante, sembra che il mio corpo fisico mi stia già richiamando. Giro ad un altro incrocio[/slpc] ma poco dopo il sogno si dissolve, mi sono dimenticato di eseguire gli esercizi di mantenimento e ho finito per scollegarmi prima di riuscire a combinare qualcosa.
3 novembre 2021
Lucido ore 3.15-5.00
[slpc]Prendo lucidità all'interno di un sogno mentre sono a casa mia nel seminterrato. Vado di sopra e non appena esco avviene subito un netto cambio di livello e di scenario. Ora sono in un centro sportivo, di giorno, un ambiente molto stabile e reale. C'è un campo di calcio in erba sintetica sul quale si sta svolgendo una partita tra squadre giovanili. Io mi trovo in realtà fuori dalla recinzione del centro sportivo e avvicinandomi ad essa trovo un cartello di avviso attaccato, sul quale posso leggere una scritta che risulta assolutamente coerente e sensata e non si modifica minimamente. Purtroppo non mi sforzo di memorizzarla e l'ho completamente dimenticata, ricordo solo che si trattava di una sorta di avviso, roba tipo "accesso riservato solo agli addetti ai lavori...", cose di questo genere. Al di là della recinzione metallica c'è uno breve spazio cementato prima del terreno di gioco, forse a sua volta recintato, e su una parete o colonna vedo attaccato un altro cartello, più grande, sul quale campeggia il logo della FIGC. Ci sono delle persone al di là di questa recinzione, tra cui anche ragazzini, forse membri del club che utilizza questa struttura. Parlo con alcuni di loro chiedendo informazioni sui nomi delle squadre, più che altro per capire indirettamente se mi trovo in una città esistente anche nella realtà fisica o se si tratta di una realtà a sé stante. Non ricordo i nomi delle squadre, il ricordo a dire il vero è un po' vago, soprattutto a causa di quello che farò dopo essere andato via da qui. Quando me ne vado infatti mi ritrovo a percorrere una strada piena di stand gastronomici e mi faccio ingolosire da uno di questi,[/slpc] in questo modo perdo gradualmente lucidità e spreco quest'occasione.
8 novembre 2021
Sogno lucido ore 5.15-6.00
Sono in giardino, [slpc]prendo lucidità ed esco dal cancelletto sul retro che dà sul parcheggio dietro casa. Guardo verso il campo di sterpaglie e vedo che ci sono degli uomini che parlano tra loro in una lingua straniera, mentre guardando dalla parte opposta, verso la strada adiacente al parcheggio, vedo dei camion parcheggiati. Probabilmente queste due cose sono dovute al fatto che nella realtà fisica in quest'area attualmente c'è un cantiere per la costruzione di un palazzetto dello sport, in cui lavorano perlopiù operai rumeni e in cui la presenza dei camion che fanno avanti e indietro è una costante. Io però non vado da una parte né dall'altra, bensì cammino lentamente fissando un albero che si trovo all'incirca al centro del parcheggio, dritto davanti a me. L'ambiente è stabile e vivido, mi avvicino all'albero osservandone la folta chioma verde scuro e ad un certo punto mi trovo a guardarlo dall'alto verso il basso, è piuttosto alto, almeno 20 metri. Ora entro nel campo di sterpaglie e qui trovo un gruppo di persone che indossano una tunica bianca e un turbante dello stesso colore, tipico abbigliamento arabo. Mi avvicino ad uno di loro per fare qualche domanda, inizio col chiedergli <<chi siete ?>> Poi mi rendo conto che questa domanda possa sembrare un po' ostile, così mi rivolgo solo a lui chiedendogli come si chiama. Il tizio, un uomo sui 30-35 dalla carnagione olivastra, invece di rispondermi mi afferra il polso stringendolo con forza e mi dice << tu sei un coglione >>. Sorpreso dalla sua reazione, evito comunque di tirare via la mano per divincolarmi perché so che ciò peggiorerebbe solo le cose. Attendo che la sua presa si allenti e poi tolgo la mano, ma senza dare l'impressione di voler fuggire. Resto infatti qui cercando ancora di comunicare ma il tizio non vuole saperne e alla fine mi aggredisce e mi ritrovo a combattere corpo a corpo. So che in questo modo non ho speranze di uscirne, devo riuscire a dargli un colpo abbastanza forte da mandarlo a terra o comunque da metterlo per qualche istante fuori gioco in modo che io possa allontanarmi quanto basta per avere il tempo di concentrarmi ed usare i miei poteri. Prima che io possa farlo però ecco che arrivano i suoi amici arabi a dargli manforte, mi circondano in 3 o 4,non ho più una via di fuga e di fatto mi sbattono fuori.[/slpc]