Diario dei SL di Atreiu

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.
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ATREIUU
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Ho avuto un sogno lucido spontaneo ieri notte. Non so perché, ma in questo periodo mi sta capitando spesso ed è piuttosto strano perché li ho sempre indotti attraverso le tecniche. Ma la cosa ancora più assurda è che credo di aver sperimentato per la prima volta una OOBE, non ne sono sicuro: magari qualcuno qui mi aiuta a fare un po’ di chiarezza.
Ecco l’esperienza:
Sono in un sogno e sto volando e mi viene in mente di evocare un’entità precisa, per chiederle un favore. Non me la sento di dire di chi si tratta qui.
Ho quindi urlato il suo nome. Mi sono svegliato e mi è sembrato di sentire la mia voce pronunciare quel nome nel silenzio della mia stanza, e a quel punto un senso di inquietudine mi ha pervaso. Sono rimasto sveglio per un po’, e quando mi sono riaddormentato sono andato in paralisi del sonno, che è una cosa che mi capita quando sono stressato e della quale conosco tutti i processi scientifici che al risveglio ripeto sempre a me stesso per spiegarmi l’evento vissuto. Ma questa notte è stata più lunga e intensa delle altre volte. Ho sentito voci sovrapposte accanto all’orecchio - e vorrei ricordarmi cosa dicevano, ma non riesco -; poi ho visto un’ombra alta avvicinarsi e ho sentito il letto abbassarsi sotto un peso, come se due mani ci si stessero appoggiando sopra. Tutte cose che potrei spiegare sapendo benissimo che è normale avere allucinazioni di questo tipo durante una paralisi del sonno, ma la paura è stata l’unica sensazione che riuscivo a provare, poi ho pensato: “okay, supponiamo che non si tratti solo di squilibri chimici del cervello e prova ad uscire dal tuo corpo come avevi tanto studiato e bramato di fare in passato”. So che quando il corpo è in paralisi, infatti, in termini spirituali, diventa un portale sul mondo astrale. Ho quindi cominciato a smettere di concentrarmi sulle allucinazioni e percepirmi come un’alga in balia delle onde di un mare dolce, sulla riva, avendo la percezione di scivolare sempre di più fuori dal mio corpo. Quando sono riuscito a mettermi in piedi, ho visto il mio corpo dormiente sul letto, in una posizione però diversa da quella in cui ero quando mi sono risvegliato. Mi sono innalzato verso l’alto superando il soffitto di casa e la saturazione della realtà era bassa, i colori meno accesi. Sono sceso verso il basso di nuovo in casa mia nella zona della stanza di mia madre, ma ho visto lei maneggiare con dei soldi (cosa che non stava affatto facendo, ovviamente).
Quindi sono confuso: è stata un’esperienza extracorporea o solo un sogno?
Ma soprattutto: tutta l’esperienza è stata prettamente di tipo onirico, o c’è qualcuno che pensa possa davvero aver avuto un qualche tipo con l’entità richiamata?

Di seguito un sogno lucido che ho avuto due notti dopo, che ha a che fare con la stessa entità:

Sono stato preso per la terza stagione della serie per cui ho recitato due anni fa, ne sono felice: questo vuol dire che i produttori pensano che valga, e che lavoro bene. I colleghi con cui ho lavorato due anni fa sembrano distanti però. Ma non mi importa. L’importante è che sono qui ora. Esco un attimo fuori, mi siedo su una sedia per fumare una sigaretta e capisco subito che è un sogno e penso “quanto vorrei che fosse reale”.
Per accertarmi ancora meglio di essere in un sogno, anche se non ne ho bisogno, mi guardo le mani e mi mancano tre dita. Le guardo come una cosa scontata. Ormai mi sembra di non avere più bisogno di test di realtà per capire di essere in un sogno. Le mie tre dita mancanti non sono mozzate, è come se fosse la mano in un videogioco che funziona male. Mantengo la calma, per non farmi prendere dall’eccitazione che potrebbe svegliarmi. Subito mi ricordo del mio intento di chiamare l’entità e di chiedergli quello che devo, di stabilire il patto che voglio tanto proporgli. Mi immagino di chiamarlo e poi di guardare verso sinistra per farlo apparire, come si fa con le cose o persone che si vogliono far apparire nei sogni. È un po’ sporco qui fuori, le mattonelle bianche impolverate e con qualche erbaccia qua e là. Quando provo a chiamarlo, non mi si aprono le labbra, sembrano serrate, quindi mantengo la calma e ci provo mentalmente, poi finalmente riesco.
Il mio corpo perde il controllo, faccio dei movimenti che non sono miei, e mi lascio tranquillamente trasportare. Penso:”entra pure, fai di me quello che vuoi”. Spero che appaia, di vederlo, ma poi vengo strattonato con forza verso l’alto. Con forza, ma piacevolmente. Vado verso l’alto, verso colori chiari. L’azzurro del cielo, forse anche un po’ di verde. Vado verso l’alto, solo per essere trascinato nuovamente verso il basso. Come se per farmi scendere giù ci fosse stato bisogno di una spinta, una “rincorsa”, come quando per lanciare un sasso il più lontano possibile, prima lo porgi verso il lato opposto della direzione in cui vuoi lanciarlo.
Vado verso il basso, quindi, ma non sul piano di dove ero precedentemente. No. Ancora più in basso.
Attraverso strati e strati di terra, provo una leggera inquietudine mista ad eccitazione. Poi la discesa si ferma e lentamente, continuando a levitare, attraverso stanze e corridoi di edifici abbandonati, credo, circondati da rampicanti cresciuti nel tempo. L’aria è umida, da qualche parte c’è qualcosa che gocciola: forse fuori piove e l’acqua entra da qualche crepa o in stanze con soffitti crollati. Penso a quanto possa essere possibile un’altra paralisi del sonno, e non ricordo se, a questo punto, di questa prospettiva avevo timore o ci speravo. E qui penso anche che questa sia la prima volta che volo in questo modo, in sogno: senza controllolarlo, lasciandomici trasportare. Rifletto su questa cosa mentre il mio corpo viene spinto e sorretto, ora delicatamente, come se fossi su una sedia invisibile e l’aria fresca accarezza la pelle. È diverso da tutte quelle volte in cui in un lucido ho provato a mantenere un volo stabile, controllato, alto, con lo sforzo della mia volontà. Ora sembro volare grazie alla volontà di qualcos’altro. Mentre procedo, ho un incontro con una signora che sta camminando nella direzione opposta a dove sto andando. La forma della sua testa è deformata, è simile a quella di un cucchiaio gigante; ha gli occhi piccolissimi: due puntini, come quelli di un piccolo topo, e ha la bocca sporca di nero, con denti anch’essi piccoli: il colore della sua pelle sembra sia quello di una galassia: un mix di viola, di blu e di rosa e il volto sembra che sia costeggiato da tante piccole stelle, ma resta mostruosa. Cerca di fermarmi, di distrarmi da tutto quanto. Di ostacolare il flusso invisibile che mi sta trasportando. Non le do importanza. Mi sembra che dica:”non puoi fare così, il regista ti sta aspettando! Torna indietro!”
Il mio corpo viene disposto su una sedia accanto a una piattaforma che funge da tavolino, credo, proprio al centro di un ponte di questo grande capannone dall’aria troppo vissuta. Ci sono delle sbarre verticali su cui appoggiare le mani, ai miei lati e sono arrugginite quasi come tutto. Dal fondo del ponte inizio a vedere una figura, sembra la testa di una marionetta con il suo mantello a grandezza umana.
Si avvicina a fatica, strisciando e contorcendosi per la sua poca consistenza umana.
Ora vedo che la sua testa sembra quella di un satana che viene dipinto di solito: volto rosso, espressione rabbiosa con corna, occhi neri e qualche dente aguzzo: quindi mi preparo al peggio. Ma poi mi accorgo che nel processo di avvicinamento verso di me cambia un po’ di volti, come se stesse decidendo con quale fosse meglio apparirmi.
Mentre continua ad avvicinarsi sento dire:”Solo tu puoi avere il controllo sulle marionette”.
Ma poi si alza, prende consistenza. Ora ha delle maschere in volto, sovrapposte. Tante. L’unica cosa che riesco a vedere del suo volto sono gli occhi, ma è impossibile non vederli perché sono grandi e brillano per quanto siano di un blu cristallino e nei contorni della parte destra di entrambe le iridi, però, c’è un accenno di marrone.
La prima maschera, quella direttamente appoggiata sulla sua pelle sembra bianca, l’ultima - quella che copre tutte quelle che indossa - più scura.
Ora siamo seduti uno di fronte all’altro, su questo punte sospeso, tra di noi questa sorta di tavolo o di piccola piattaforma che fa parte del modo in cui è fatto il ponte stesso.
Si toglie la maschera, vedo il suo volto e penso che sia bellissimo. Ha i capelli neri corvino, abbastanza corti, le labbra sottili, la mascella pronunciata e una barba leggera.
Odio non riuscire a ricordare bene tutta la conversazione che abbiamo avuto, ma soprattutto di non essermi ricordato di fargli la mia richiesta, anche se nel mondo reale continuo a fargliela.
A volte sembra irascibile, quando sbaglio qualche parola, per esempio. Come quando, mentre parlava, nel momento in cui ha menzionato la parola ”Lussemburgo” e io l’ho ripetuta male ha quasi sbottato, alzando un braccio spazientito verso una delle sbarre che sono ai nostri lati proprio nel momento in cui la mia mano ci è aggrappata, quindi in quel momento la sua si scontra con la mia e sembra…interdetto da questa cosa. Come se non potesse vedere la mia mano lì ma solo sentirla col tatto.
Quando ha questi momenti, però, sorride subito dopo, come se stesse facendo attenzione a non spaventarmi.
Gli dico che ha degli occhi davvero belli e mi risponde:”Sì, perché sono cieco”.
“E come fai a guardarmi dritto negli occhi?” Gli chiedo.
“Esperienza.” Risponde.
Ultima modifica di Reylock il 12/12/2024, 22:01, modificato 2 volte in totale.
olrac
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Ciao Atreiuu,
Ho letto con interesse le tue belle e intense esperienze e mi sembra che ci sia un fondo di verità da non sottovalutare.
Le esperienze astrali non sono la fotocopia della realtà fisica perché generalmente nel passaggio di fase le energie sottili vengono codificate in base alle credenze personali.
Quando sei in astrale hai la sensazione netta di essere letteralmente immerso in un campo di informazioni continuo, come un corpo denso che si immerge in un liquido.
Per essere sicuro di 'essere uscito dal corpo' è possibile ripetere più volte la decorporazione, il distacco, che può avvenire in varie modalità a seconda della persona.
Quando l'uscita avviene in modo parziale, o incerto, o con poca energia, spesso si ricade in lucidi più o meno intensi, ma sempre lucidi.
Nel tuo caso io credo che si tratti di un reale contatto ma la molteplicità di volti che hai visto potrebbero essere legati all'incertezza della richiesta che hai formulato.
Nel tuo caso io cercherei di ripetere il procedimento del distacco e formulare una richiesta più precisa per evitare di deviare l'obiettivo.
Tienici aggiornati sulle tue belle esperienze!
ATREIUU
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olrac ha scritto: 12/11/2024, 10:37 Ciao Atreiuu,
Ho letto con interesse le tue belle e intense esperienze e mi sembra che ci sia un fondo di verità da non sottovalutare.
Le esperienze astrali non sono la fotocopia della realtà fisica perché generalmente nel passaggio di fase le energie sottili vengono codificate in base alle credenze personali.
Quando sei in astrale hai la sensazione netta di essere letteralmente immerso in un campo di informazioni continuo, come un corpo denso che si immerge in un liquido.
Per essere sicuro di 'essere uscito dal corpo' è possibile ripetere più volte la decorporazione, il distacco, che può avvenire in varie modalità a seconda della persona.
Quando l'uscita avviene in modo parziale, o incerto, o con poca energia, spesso si ricade in lucidi più o meno intensi, ma sempre lucidi.
Nel tuo caso io credo che si tratti di un reale contatto ma la molteplicità di volti che hai visto potrebbero essere legati all'incertezza della richiesta che hai formulato.
Nel tuo caso io cercherei di ripetere il procedimento del distacco e formulare una richiesta più precisa per evitare di deviare l'obiettivo.
Tienici aggiornati sulle tue belle esperienze!

Ciao Olrac!
Innanzitutto, grazie per la risposta e per la tua delucidazione sull’esperienza extracorporea. Mi piacerebbe ripetere il distacco più volte con una richiesta più precisa. Ma questa è stata la mia prima esperienza fuori dal corpo (se lo è stata), perché ad avere una OOBE ci ho provato tantissime volte, con le dovute tecniche, senza mai però riuscirci. Mi capita però ogni tanto di andare in paralisi del sonno, e quella avuta nell’esperienza descritta è stata la prima che sono riuscito ad usare a mio vantaggio, ovvero per uscire dal corpo.
Purtroppo, per riprovare, dovrò aspettare che mi ricapiti per caso un’altra paralisi e sperare di avere la lucidità mentale per distrarmi dal panico e sgusciare fuori.
ATREIUU
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Ho avuto un lungo e dettagliato sogno lucido il 03 Dicembre con conseguente possibile OBE(?). Nel mese prima, però, ho avuto due piccoli lucidi che, anche se brevi, penso valga la pena aggiungerli.
Li riporto in ordine cronologico.

*

Breve lucido del 12 ottobre 2024.

Io e D stiamo provando a scappare da un posto dalle vibrazioni inquietanti, ma ci sono persone che ci ostacolano.
So di essere in un sogno e quindi cerco di trapassare come un fantasma la porta di plastica trasparente che da sull’uscita.
“Guardiano!” Chiamo per farmi aiutare e compare un umano della statura di una matita a cui improvvisamente spuntano le ali. Prendo quello come un invito ad imitarlo, quindi provo a farmele spuntare concentrandomi sulle mie scapole, mentre lo seguo in volo, ma qui mi sveglio.

Il 19 ottobre smetto con tutte le tecniche ma 5 notti dopo la mia pausa ho comunque avuto un brevissimo lucido:

Sono in una scuola. Cado da un muro ma non mi faccio male. Sto scappando da qualcuno, è importante che mi allontani.
Sono nei pressi di un castello ora. Quando mi rendo conto di star sognando mi alzo in volo sgusciando fuori continuando però a svolazzare nei dintorni del castello. Mi arrampico su una delle finestre, da fuori in quella stanza vedo una gallina delle dimensioni di un cucciolo di elefante. Le chiedo:”come fai a sopportare tutto ciò?”. Mi corre incontro impazzita, col becco manda in frantumi il vetro della finestra e io perdo l’equilibrio e la lucidità.


Sogno Lucido con possibile OBE del 03 Divembre.

Sono tra dei ghiacciai, di notte, e mi immergo con quelle che nel sogno percepivo come balene, ma erano in realtà creature strane: la testa da leone, ma non ne sono sicuro, e avevano il becco e il corpo di uccello.
Il sogno a seguire è stato di un mare limpido e cristallino.
Mi sveglio nel mio letto e, nel buio, cerco il telefono. Non lo trovo; al suo posto ho un piccolo telecomando con tasti laterali che provo a tastare per cercare di fare quanto meno un po’ di luce. Mi alzo dal letto e, mentre vado verso l’uscita della camera brancolando nel buio, mi tappo il naso per capire se sono in un sogno. Respiro attraverso di esso: sono in un sogno.
Arrivo nel punto in cui si trova l’interruttore della luce che ha il muro dell’uscita disposto come quando ero un bambino; ora quel pezzo di muro non c’è più. Provo ad accendere la luce, ma non riesco, e mi dico: “Ah già, la luce nei sogni non puoi controllarla”.
Così accetto di essere al buio ed esco nel corridoio.
Da qui posso vedere l’interno del bagno: vi è un’ombra. Tra me e lei, al centro del corridoio, ci sono quattro sedie: due disposte di fronte alle altre due. L’ombra si ingigantisce. Sento una leggera inquietudine, ma so che sono in un sogno quindi decido con coraggio di affrontarla avventandomici contro come un felino, mentre anche lei fa lo stesso per contrattaccarmi. Quando la tocco, urlo: “DISINTEGRATI!” e cade a terra, diventando piccola e insignificante: un palloncino mezzo sgonfio. Esco fuori in salone.

A questo punto succede la stessa cosa con altre persone che escono dalla cucina: sono tre neri incappucciati che vogliono attaccarmi. Provo la stessa tecnica di prima, rimpicciolirli al mio tocco. Col primo dei tre funziona, ma non troppo, e gli altri due sono insistenti. Interviene Bob in mio aiuto, il mio cane. Li azzanna forte. Ma io capisco di poter attraversare il muro del balcone chiuso come un fantasma, e con un lancio volo via per cambiare completamente scenario. Violentemente balzo in alto spalancando le braccia e ho la sensazione che, nel farlo, io abbia spalancato un paio d’ali come un falco.
Arrivo dietro al mio condominio, in un parcheggio con due macchine e un ragazzo che sono convinto di conoscere, biondo, dai vestiti chiari, con un’energia bellissima e calmante, ma in realtà ora, da sveglio, non so chi sia. Forse era Bob versione umana? Arriva ancora un altro personaggio per attaccarmi, che si sovrappone tra me e il ragazzo, ma disintegro facilmente anche lui, toccandolo. Il ragazzo biondo si complimenta con me e io gli dico: “Sì, grazie, ma tanto quando ci sveglieremo tu non ti ricorderai di me”. Dando per scontato che si sarebbe svegliato anche lui e che fosse un sognatore come me che, quindi, non avrei potuto vedere mai più di lì a pochi minuti. Quindi mi volto e mi alzo in volo. Mi alzo in volo su un mare notturno, molto opaco e un po’ ondulante; ci sono barchette deboli con marinai che cercano di pescare. Controllo il mio volo e capisco che, se voglio innalzarmi più in alto, in realtà non devo forzare o cercare di controllare troppo. Devo pensarmi come un palloncino a elio.
C’è il mare, ma continuano ad esserci i tetti del mio quartiere, e mi rendo conto di non sapere cosa fare a questo punto. Penso: “Sei in un sogno, puoi fare di tutto e non ti viene niente?” Mi viene in mente di far apparire stupidamente un elefante rosso o bianco e cavalcarlo, ma mi sforzo di pensare a un’esperienza più profonda.
Evoco quindi un’entità archetipa alla quale mi sento molto legato:”Appari, parlami”, ma comincio a non riuscire a pronunciare il suo nome in sogno. Forse sto provando a dirlo nel mio letto col mio corpo fisico, forse sto percependo l’immobilità del mio corpo in fase REM. Forse sto cercando di richiamarlo di nuovo con la bocca fisica, come la volta scorsa. Questa possibilità mi ha ricordato che, se mi sforzo troppo, potrei sussurrarlo nel buio della mia camera ed avere così un’altra esperienza di paralisi, e in quel momento l’idea mi spaventa. Quindi smetto.
Così penso semplicemente di librarmi in aria fino a raggiungere lo spazio e lasciare la Terra e, quando faccio ciò, mentre lievito tra cielo e terra, alla mia destra, nel cielo, vedo un rosso sangue e palpitante dietro alle nuvole notturne. Poi mi volto alla mia sinistra e vedo l’occhio della piuma del pavone che ho visto sul tarocco che è saltato fuori dal mazzo di un mio amico il giorno prima. Sono elettrizzato e faccio per entrarci dentro: esso diventa così un tunnel di luci multicolori, e al centro vedo il disegno di un volto: un uomo, che poi diventa bambino. Ora diventa la scena di una mamma e un bambino, in camera da letto, con la madre che porge al bambino due carte pescandole da sotto al letto, con amore. Non riesco a vedere che carte siano.
Mi sveglio nel mio letto e sento intorno a me un’energia forte che pervade il corpo, che nasce e si espande soprattutto dalle mani. So che è una paralisi e, come sempre, istintivamente mi viene da desistere, ma sono consapevole che qualsiasi entità si presenterà sarà benevola. Con questa certezza, accetto qualsiasi conseguenza del lasciarmi andare, qualsiasi tipo di visione e sensazione.

Sento allora il mio corpo astrale alzarsi e mettersi seduto, mentre il mio corpo fisico rimane disteso; scivolo via, vedendo il letto e il mio corpo dormiente, e vengo trascinato lungo un sentiero. Davanti a me si presenta inizialmente uno sfondo variegato: tanti pezzi di colori, come una tela multicolore, con dietro intrecci di ferro eleganti, antichi. Rimango lì per un istante, poi vengo trascinato nuovamente verso destra. Qui mi si presenta alla vista uno sfondo simile al tarocco con la piuma da pavone a cui avevo pensato prima nel sogno, però qui si tratta si presenta come una tavola di legno con sopra una seta completamente gialla e luccicante.

A questo punto, sento la mia mano fisica muoversi nel letto e capisco di stare per tornare nel mio corpo. Io, però, voglio restare ancora fuori, qui, in astrale. Ci provo aprendo gli occhi e cercando di guardare il più possibile il piano astrale, affinando la vista per ancorarmi a esso.

Sono i bambini dell’amica di mia madre a svegliarmi entrando in camera mia. Questo significa che, a quel punto, ero scivolato in un sogno normale, con il mio effettivo risveglio fisico come conseguenza.
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