Chiunque voglia imparare ad avere Sogni Lucidi, si trova davanti a una situazione paradossale, spesso senza esserne cosciente: essere consapevole proprio nella fase in cui si abbandona lo stato di vigilanza, controllare qualcosa che non dipende dalla volontà, lasciarsi completamente andare e contemporaneamente restare vigili.
Questo paradosso è comune anche ad altre situazioni, per esempio nella meditazione: il neo-meditante vuole (in genere è convinto che deve) raggiungere uno stato mentale di silenzio, cioè di assenza di pensieri verbali. Ma questo non dipende da lui perché la mente non è sotto il suo controllo. Qualunque sforzo in quel verso è controproducente
Per alcuni questo genera un circolo vizioso: convinti che la riuscita dipenda dalla propria volontà, eseguiranno con molta determinazione gli esercizi previsti, aspettandosi di ottenere, più o meno automaticamente, i risultati attesi. Questa forte tensione è essa stessa l'impedimento; la riuscita non è dovuta a una vittoria su se stessi (qualunque vittoria su se stessi implica una sconfitta di se stessi!), ma a una armonia tra i vari aspetti della persona.
Molto spesso il risultato viene raggiunto proprio quando la tensione viene a mancare: per esempio il meditante le prova tutte, finché una settimana (oppure mese, o anno o decennio) dopo, magari sfiduciato e frustrato da tutti i suoi tentativi andati a vuoto, si abbandona al rilassamento e alla respirazione senza pensare di bloccare i pensieri; e mentre si gode questo stato all'improvviso si accorge che non sta pensando. A me successe qualcosa di analogo per il mio primo sogno lucido (vedi diari 'Il mio primo sogno lucido”). La notte che decisi di non farlo mi capitò (non sto dicendo che deve accadere cosi'; sto dicendo che accade quando il praticante non è in lotta con se stesso).
Questa difficoltà è dovuta a una dicotomia tra mente e corpo, tipica dell'uomo moderno. Siamo convinti che la mente controlli o possa controllare tutto, mentre in realtà il controllo mentale è una parte ben piccola nella vita di un essere umano; ad esempio solo una minima parte della comunicazione è razionale (10-20%), il resto è il cosiddetto linguaggio del corpo o paraverbale
In conclusione è necessario che tutti gli aspetti dell'individuo siano armoniosamente coinvolti dal fisico, all'emotivo e al mentale. In altre parole è necessario che il praticante, oltre che alla mente, sappia affidarsi al proprio corpo.
Facciamo un esempio pratico alla portata di tutti, prendiamo l'anagramma POCATOLIMC. Se cerchiamo di risolvere questo semplice anagramma ridisponendo le lettere per trovare la parola nascosta, possiamo anche perdere molto tempo senza trovare la soluzione. Se invece ci rilassiamo, distendiamo la mente e lo osserviamo senza alcuna tensione , il nostro corpo troverà la soluzione. Ti do un consiglio, se non riesci a risolverlo subito, prosegui nella lettura di questo scritto o altro e tornaci tra un po'. Vedrai che la soluzione ti apparirà immediatamente. Rimando a ' a 'La Saggezza del Dubbio' di A. Watts per chi volesse approfondire questo aspetto.
Quindi se sei un praticante e hai difficoltà ti suggerisco:
1. Non sentirti in colpa o sminuito; non dipende da te
2. Fai gli esercizi con molto impegno ma..
3. goditeli. Prova piacere a farli, divertiti a lasciarti andare e a mantenere il controllo, divertiti a ricordare i sogni lucidi o non lucidi che siano
Perché questa attività non è un obbligo, ma una forma di libertà