Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > Diario dei sogni lucidi di Alkimist

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Re: Diario dei sogni lucidi di Alkimist

Messaggioda Alkimist » 13/10/2013, 17:30

È un periodo che sto vivendo in modo cupo.

Sab. 12/10/2013

Il cielo è all'imbrunire e sembra che stia per mettersi a piovere. Sono sull'adirato andante, camminando in un luogo avente molte caratteristiche in comune col giardino condominiale ed il contesto residenziale in genere, della mia attuale abitazione.
È una sorta di piazza con ciottoli autobloccanti e aiuole qui e lá, a crearne gli abbozzi dei sentieri percorribili. Ad una decina di metri sulla mia destra c'è la strada e quasi dritto davanti a me vi è un chiosco frutta&verdura nel quale entro bruscamente.

Decido di chiedere qualcosa al mio inconscio.
Giro l'angolo dell'unico scaffale e in fondo alla breve corsia vedo due ragazze, una ha i capelli neri, l'altra rossi. Chiamo quella coi capelli neri con un insulto e lei mi risponde "Ttana?". Mi avvicino ma una volta raggiunto il punto, lei non c'è più, mi giro intorno ma è sparita, guardo la ragazza coi capelli rossi con fare interrogativo, lei alza spalle e sopracciglia a indicare che non sapesse che fine aveva fatto l'amica.

Sconsolato e chiedendomi il perchè della mia aggressivitá nei confronti di quello sconosciuto P.O., torno in dietro a sguardo basso, avvicinandomi cosí alla cassa con due uomini in coda. Al secondo non dedico attenzioni, ma il primo mi sta osservando, alzo la testa e lo guardo negli occhi. È una decina di cm più alto di me, ha il volto un po' asimmetrico e un aspetto buono e paziente.

Penso che chiunque vada bene per porre la domanda, cosí, con un po' di incertezza nella sua formulazione, gli chiedo, questa volta con molta calma e un accento di malinconia: "Come posso essere felice?"
Mi parve suonare come una richiesta di indicazioni stradali.
Lui mi guarda compassionevole e con fare di sostegno emotivo.
"Io non lo so." Dice. Un istante di pausa e poi aggiunge: "Dovresti credere in ció che hai ed andare per ordine"
Non so perchè, ma quelle parole toccarono un nervo scoperto, infatti appena le udii mi si creó un grosso nodo alla gola. Non volevo piangere e non lo feci ma avevo un forte magone. Quell'uomo aveva ragione. Provai una "tempesta" di emozioni, per lo più malinconiche.

Quando uscii dal chiosco, l'ambiente esterno era come prima che vi entrai. Ora avevo voglia di piangere, non riuscivo più a trattenere quella forte sensazione di soffocamento emotivo, ma era come se non potessi farlo. Mi sentivo come intrappolato in quelle emozioni quasi angoscianti e se anche fossi riuscito a piangere non le avrei minimamente alleviate.

Cammino a passo svelto in direzione di casa, per farla arrivare prima chiudo gli occhi senza fermarmi e immaginando sotto i miei piedi il marciapiede della via che voglio raggiungere. Faccio qualche passo a occhi chiusi, quando li riapro sono dov'ero prima di chiuderli. Provo altre due volte ma non funziona.


Mi sveglio con gli occhi bagnati.
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Re: Diario dei sogni lucidi di Alkimist

Messaggioda Cenwyn » 14/10/2013, 12:39

Bello davvero Alki : Love :
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Re: Diario dei sogni lucidi di Alkimist

Messaggioda ErikBauer » 14/10/2013, 14:04

UAHO... Alkimist, questo lucido è... molto molto intimo. Non credo ci sia bisogno di dirti di tenere ben conto del suggerimento di quel PO, posso solo dirti che leggerlo mi ha dato una sensazione bellissima, come se tu fossi arrivato ad una presa di consapevolezza importante, quale che essa sia. : Thumbup :
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Re: Diario dei sogni lucidi di Alkimist

Messaggioda SandStorm » 14/10/2013, 18:23

Quando i sogni riescono a farti vivere emozioni così intense allora la situazione si fa davvero interessante!
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Re: Diario dei sogni lucidi di Alkimist

Messaggioda Alkimist » 16/02/2014, 21:13

Questo SL non è riuscito a carburare...

Dom. 16/02/2014 (5:00-7:30)

Come nella realtà, mi trovo nel letto con mio figlio che mi dorme affianco.
Stanno passando a prendermi per andare al lavoro.
Dato il ritardo, mi vesto di fretta e furia e prendo il piccolo e facendo attenzione a non svegliarlo scendo con lui in braccio.

Arriviamo sul posto ed entro in una stanza sotterranea che ricorda una grotta, gli unici punti luce provengono da delle finertrelle vicine al soffitto. L'arredamento è del tutto assente se non per dei pochi ripiani qua e là, fatti di terra o pietra, per terra non c'è pavimentazione e ci sono alcune pozzanghere e della sabbia.
Nel sogno è Lunedì mattina presto e alle 7:30 passerà sotto casa mia la madre di mio figlio a prenderlo per portarlo all'asilo (come nel vero).
Penso con ansia al pochissimo tempo che ho, mentre "infarino" la pancia del bambino con della sabbia umida presa da terra e poi cerco di togliergliene il piú possibile da dosso con la mano (il tutto mentre lui dorme ancora).
<Accidenti> penso <Ma come mi è venuto in mente di venire qui portando anche mio figlio?! Dannazione, perchè non ho aspettato a casa che arrivasse lei per poi venire qui dopo?!... Oh cacchio, devo ancora svegliarlo, fargli la colazione e prepararlo!>
Sono preoccupato perchè in seguito a questa mia negligenza mi sento un padre irresponsabile ed inaffidabile, in piú l'idea della super litigata che questo causerà con sua madre mi pervade d'ansia e ancor di piú mi chiedo <Ma che mi passava per la testa!?!> <E poi perchè ha la pancia ricoperta di sabbia?... Ma porca...!>
Lo prendo in braccio per appoggiare il suo corpicino dormiente su di un piccolo ripiano in pietra e cambio stanza.
Lì trovo mia nonna materna seduta davanti ad un ripiano (uguale a quello precedente) con su in piedi mio figlio, sveglio e pronto per uscire.
Mia nonna mi saluta amorevolmente e mio figlio mi guarda con un gran sorrisone.
<Ma tu sei di là che dormi> penso <Ohh, meno male! È un sogno>. L'ansia svanisce improvvisamente e insieme ad essa anche tutto lo scenario.


Sono sul letto, restando immobile osservo con attenzione tutto ció che è contenuto nel mio campo visivo.
Sono coricato sul fianco destro, sulla sinistra mio figlio dorme rivolto verso di me.
Sembra tutto perfettamente regolare se non per una sensazione ed un oggetto: faccio molta fatica a tenere sollevate le palpabre ma ho come la sensazione di avere gli occhi chiusi, nonostante continui a vedere; dritto davanti a me, sul mobile affianco al letto, c'è una bottiglia di plastica a forma di "L" rovesciata ( Г ) con un tappo rosa.

A questo punto decido di trovarmi ancora in un sogno, ma gli occhi mi si rigirano tanta è la fatica nel tenerli aperti, allora cambio metodo e li strizzo forte (anche se col timore di svegliarmi) per poi spalancarli con altrettanta forza. Sembra aver funzionato!
Quella strana bottiglia è ancora lì, tutto il resto è uguale e non sento piú quella forte pressione alle palpebre. Ora cerco di muovere una mano ma mi rendo conto di essere paralizzato (non mi capita mai).

Ci riprovo e improvvisamente percepisco con la mano il corpo del bambino (cosa che non coincide con la vista di un attimo prima), al che abbasso lo sguardo e vedo che ora sta dormendo accucciato a me. Rialzo lo sguardo verso il mobile e la bottiglia non c'è piú.
Sono sveglio.
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Re: Diario dei sogni lucidi di Alkimist

Messaggioda Dreyeam » 16/02/2014, 22:23

Alki proverò anche io questo metodo mi ricapitasse di non riuscire ad aprire gli occhi/muovermi... : Thumbup :
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Re: Diario dei sogni lucidi di Alkimist

Messaggioda Alkimist » 11/03/2014, 14:46

Sab. 08/03/2014

Coricamento alle 14:59 sveglia naturale alle 15:38 sveglia puntata alle 15:41.

Fuori da casa mia, in piazza, si sta festeggiando carnevale, c'è musica per bambini a tutto volume.

WILD
Stando in ascolto dei sensi udito e vista cerco di tacere il pensiero senza peró renderla una fatica, cerco di lasciare come unico "spiffero" mentale il mio intento.
Sul momento ovviamente non ho potuto controllare l'orologio, ma saranno passati credo meno di 10 minuti.

Mi trovo all'ingresso di una "cantina cavernosa" accompagnato da qualcuno.
Sto ancora lavorando mentalmente per "focalizzare" il sogno e "scinderlo" da eventuali ipnagogiche dato che si sta ancora formando.
Mi inoltro di qualche passo e vedo uscire dal luogo un uomo con un bambino di 6/7 anni (padre e figlio), loro sembrano non notarmi.
Mi guardo attorno e contro un muro c'è un armadio vecchio e trasandato, sopra di esso è appoggiato in diagonale un grosso pezzo di legno massiccio scuro scolpito a mano con la forma di un violoncello. Svolto l'angolo del muro su cui era appoggiata la schiena dell'amardio e vi trovo un ripiano alto quasi un metro e mezzo con su la sola base di un vecchio bidone di ferro arruginito, dentro il quale scoppietta fiocamente della brace residua con qualche debole fiammella.
Prendo un pezzo di ramo che si trovava per terra lì affianco e lo metto di punta nel mucchietto di brace.
Ho un intento: picchiarmi selvaggiamente con un uomo.
Vedo tornare indietro padre e figlio, ma prima che mi raggiungano il padre si accorge della mia presenza e intima il figlio ad uscire da lì. Appena il bambino si dirige verso l'uscita, l'uomo viene verso di me mettendomi una mano sulla schiena per spingermi/trascinarmi pochi metri piú in là.
Il suo linguaggio del corpo parla chiaro: ho invaso il loro territorio e vuole farmela pagare. Nel momento preciso in cui lo "decifro empaticamente" (all'istante) gli dico: <FERMO, non devi costringermi,> mi ignora <vogliamo la stessa cosa,> si ferma <un bel combattimento!>
Mi giro facendo finta di niente per prendere il bastone che avevo posizionato prima (con l'intenzione di renderlo rovente in punta) ma anzichè 1 ne trovo 2, molto simili. Ho un attimo di indecisione ma fulmineo ne afferro uno e glie lo sbatto su un fianco.
Lui non riflette la ben che minima reazione.
Leggermente sconcertato impugno il bastone piú saldamente per colpirlo questa volta al collo (di lato) ma il risultato è lo stesso di prima, non batte ciglio.
Il suo sguardo si fa quasi beffardo come per dire "Finito?".
Scaglio l'inutile bastone per terra e carico l'uomo con una spallata al suo addome ma sembra di gomma, gli tiro 2 o 3 pugni ben assestati e qui mi rendo conto di sentirmi debole, come se avessi i muscoli atrofizzati, e lui pare invulnerabile.
Improvviso cambio di visuale, ma non di scena, nel quale mi visualizzo in terza persona.

Vedo me tenuto all'americana da una persona (mi tiene le braccia bloccate da dietro) mentre lui mi tira un pugno all'addome.
La mia reazione è nulla, non mi fa niente.
Parte col secondo pugno, stessa cosa,
al che vedo il mio io (protagonista) che con una faccia divertita guarda me (spettatore).
L'uomo sta caricando un terzo pugno, questa volta diretto alla faccia, ma non fa in tempo a farlo partire che improvvisamente perdo di vista la scena.

Inizio a percepire (ma non vedere) il mio corpo in posizione verticale ben dritta che ruota su sè stesso, dapprima lentamente, ma con crescente velocità. Non so dire quanto sia durato, ma abbastaza a lungo da farmi percepire svariati "dati" sul movimento che stavo esercitando: sospeso nel nulla, l'asse di rotazione mi passava esattamente al centro del corpo, man mano si inclinava in obliquo e la rotazione era in senso orario.
Non c'era niente, era tutto completamente nero, penso di essermi trovato nel cosiddetto blackworld.

Tutto si ferma.
Mi appare un flash di un ragazzo mulatto seduto al tavolo di un bar, che sta giocando a poker. Sembra molto concentrato.
Gli viene servita una carta, lui la fa strisciare coperta contro la superfice del tavolo fino ad avvicinarsela e la alza fino ad altezza occhi guardando a destra e sinistra che nessuno la veda.
Ora che la carta si trova ad una spanna dai suoi occhi (da essa coperti alla visuale) si apre per un secondo un piccolo varco a forma di "D" a pancia in giú sul retro della carta, attraverso il quale si vede il suo occhio che osserva la carta.
Questa scena mi ricorda lo stile di Waking Life.
"Che figata" penso.
La scena (durata in totale circa 5 secondi) sparisce e viene immediatamente sostituita da tutt'altro contesto.

È di nuovo tutto molto buio, ma intravedo di profilo delle carnose labbra di donna.
Sento un bacio, caldo, intimo, delicato.


Mi sveglio.
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Re: Diario dei sogni lucidi di Alkimist

Messaggioda Alkimist » 04/09/2014, 16:02

Mer. 30/04/2014

WILD

Ipnagogiche macchie geometriche acquisiscono nitidezza e si "catallizzano" da forme tendenzialmente triangolari ad una strada rettilinea, sgombra dinnanzi a me.
Cammino, senza ancora vedere nè percepire chiaramente il mio corpo.
Ho ben chiaro in mente il mio obbiettivo: uccidere una persona ben precisa.
Inizio a correre avanzando sempre più velocemente, i passi diventano salti non alti ma lunghi, le falcate sempre più ampie.
Ai lati della strada inizio ad incontrare alcune case ed edifici che mi sfrecciano affianco, sento il vento pervadermi.
Il mio andamento si fa più fluido sino a percepirmi in macchina, più che a piedi. Appena noto questa cosa, noto anche che la visuale è “incorniciata“ dal parabrezza della mia auto.
Mi piace molto guidare, quindi decido di tenerla per buona e mi ritrovo all‘interno della vettura, sento le vibrazioni del motore che accellera, col piede spingo il pedale.
Così dovrebbe anche essere più rapido il raggiungimento della destinazione.
Guido molto spericolatamente e mi sto divertendo. Mi lascio un po‘ prendere la mano e faccio cose in stile GTA (videogioco che non ho ma con cui gioco a volte con mio cugino quando vado a trovarlo a casa sua).
Sfreccio a tutta velocità in contromano tra viali di scorrimento abitati, facendo lo slalom tra macchine che vanno nella mia direzione e in quella opposta, zigzagando da una corsia all‘altra.
Mi sto avvicinando ad altissima velocità ad un furgoncino bianco, rischio il frontale, ho il tempo necessario per decidere di evitarlo, ma no, lo voglio prendere in pieno e vedere che succede.
Spingo il pedale a tavoletta e... “Bong“ tonfo secco con tanto di strapazzo e lieve rimbalzo, manco fossi in un autoscontro.
In quei pochi secondi in cui mi sono trovato fermo mi è passata davanti una bella macchina, e opto per prenderla ed proseguire con quella. Così inizio a seguirla, accellero, la sorpasso e le freno davanti eseguendo un mezzo testa-coda e posizionandomi un po' di traverso in un incrocio, sbarrandogli la strada.
Scendo dalla mia auto e corro verso quella che voglio prendere, ma accingendomi ad aprirne la portiera, questa riparte sgommando rumorosamente e colpendo la mia di lato.

Situazione e visuale cambiano (l'ambiente rimane lo stesso) e vedo in terza persona che mi trovo nel mezzo di una sparatoria sotto tiro dei poliziotti e in men che non si dica mi vedo steso a terra in una pozza di sangue che si allarga, ma...
quel tizio che giace a terra non sono più io, la visuale si allontana in verticale inquadrandolo centralmente e la scena sembra ora mostrata da uno schermo.
Apro gli occhi seduto sul divano di mio cugino che sta facendo dei mestieri di casa, lì vicino a me.
"Gioca, gioca" mi dice indicando il joystick della play affianco a me. Per un istante penso alla stranezza del fatto che non mi abbia chiesto come mai non mi trovavo al lavoro ed immediatamente collegato a questo pensiero, mi chiedo tra me e me "Che ci faccio qui? Perchè non sono al lavoro?", ma non faccio in tempo a soffermarmi più di un secondo su tale pensiero, che mi squilla il telefono (quello reale), e mi sveglio, per davvero.
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Re: Diario dei sogni lucidi di Alkimist

Messaggioda Cenwyn » 29/09/2014, 23:19

ma puoi postare a settembre un lucido di aprile??
Voglio quelli nuovi!!
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Re: Diario dei sogni lucidi di Alkimist

Messaggioda Alkimist » 10/02/2015, 23:29

Immagine

Lun 09/02/2015

Dopo una stancante giornata lavorativa di 9 ore, torno a casa, ma aspetto mio padre per cenare e so che arriverà tardi.
Ho fame, cosí giusto per sgranocchiare qualcosa, mi lavo un gambo di finocchio e lo mangio con un po' di maionese.
Mi rilasso un po' ma le palpebre si fanno prepotentemente pesanti... "Quasi quasi nell'attesa mi faccio un pisolino, che magari ci scappa il lucido". Mi infilo sotto le coperte e alle 21:46, punto il timer a 30 min e chiudo gli occhi.



È tardo pomeriggio, il cielo è ancora illuminato ma si sta scurendo.
Sono in una piazzetta che mi ricorda vagamente il parcheggio a pagamento di una località balneare visitata un bel po' di anni fa.
Ci sono 2 o 3 macchine parcheggiate.
Vicino ad esse, 2 gruppi di ragazzini dell'età media di 15/16 anni discutono animatamente fra di loro, sembra tirare aria di rissa.
Sono in compagnia del mio amico V che fronteggia al mio fianco.
Io e V avanziamo e al nostro passaggio i ragazzi si spostano in religioso silenzio, con rispettoso timore.
Sembra che abbiamo interrotto un vero e proprio duello tra bande.

Ci guardiamo per un attimo negli occhi e con un complice sguardo d'intesa ci comunichiamo di cambiare zona.
Io spicco un salto librandomi in volo, lui mi segue nell'istante successivo.
In volo mi affianca urlandomi divertito di seguirlo, e cosí faccio.

Il palpabile senso di libertà dato dal volo, dal fatto che stia sognando lucidamente, e dalla gradevole compagnia, mi sta facendo divertire di cuore. Ho un forte senso di benessere.

Vedo V che si sta abbassando di quota, in prossimità di un incrocio stradale, dove ci sono ragazzi e ragazze di varie età.
Mi guarda e dice "Siamo in un sogno, no?" indicando con gli occhi una bellissima ragazza nel gruppo.
Io mi metto a ridere e giocosamente atterro a "cavalluccio" sulle spalle di lei, che ride divertita e mi porta a spasso per qualche metro.
Poi salto giù, la guardo dritto negli occhi (anche per vedere se succede qualcosa) e rimango sbigottito dalla sua bellezza.
Le carezzo il collo e lei se lo lascia fare con una dolcezza particolare, sembra quasi che ci conosciamo da una vita.
La saluto con un bacio delicato e mi rimetto in volo.
Io e V planiamo verso un piccolo palazzo ed entriamo attraversando le finestre aperte sul pianerottolo del 1° o 2° piano.
V si dirige verso una porta, la apre e mi invita dentro.
Ci troviamo in quella che dev'essere la sua abitazione. Dentro c'è M, la sua ragazza, che mi da il benvenuto.
È un piccolo bilocale di circa 25 m², la pavimentazione non è lineare, ci sono dei gradini che dividono le zone (letto, porta-pc, divano, cucina, balcone). M è seduta sul divano, alle sue spalle una portafinestra che affaccia sul balcone sul quale esco: guardando giù vedo un angolo di strada che mi è familiare.
Torno dentro, do un'occhiata ad una parete gialla con un chiodo su cui è appeso un mazzo di poche chiavi e dico a V "Ma davvero mi vuoi dire che anche tu stai sognando?" " Certo uomo!" mi risponde ridendo.
Sono entusiasta "Ca*zo, questo è incredibile!".
Inspiro profondamente e lentamente, accentuando tutti i miei sensi di percezione: delineo mentalmente lo spazio che mi circonda, sento l'aria passarmi dalle narici e riempirmi i polmoni, il torace mi si gonfia, sento la pelle sul mio corpo, i miei vestiti su di essa, odo il silenzio della notte provenire dall'esterno, la pressione del mio peso che posa sulle piante dei miei piedi all'interno delle scarpe, e tanti altri dettagli.
Chiudendo gli occhi in uno stato mentale di ricezione assoluta, pronuncio le parole "Sono io, qui, ora".
È come se venessi travolto da un'incontenibilità di "dati percettivi" e sensazioni, è uno stato che fa provare un senso simile alle vertigini.
Sento il buio dato dal retro delle mie palpebre che si allontana a velocità da capogiro (suona strano ma non saprei descriverlo meglio).


Improvvisamente, sono fuori dal sogno. Non saprei dire se sono sveglio o in una sorta di blackworld, ma è quiete assoluta.

"Peccato che sia finito, ma la sveglia? non è ancora suonata? Possibile che non siano ancora passati 30 minuti?"
Mi sfiora il dubbio di essere ancora nel limbo tra sonno e veglia. "Inutile che resti ancora coricato o che tenti di ottenere un altro sogno, la sveglia suonerà a secondi" penso. Ma per qualche ragione, ci riprovo.

Eccomi ricomparso nell'attimo e nel luogo preciso in cui ero sparito. Quasi non ci speravo, sono più uniche che rare le volte in cui sono riuscito a rientrare volontariamente in un sogno abbandonato, lucidamente forse mai.
"Oh, rieccolo!" esclama V a M, riferendosi a me, "Te l'avevo detto!". Io sorrido incredulo.
La coscenza che esista realmente un "mondo/luogo" nel quale poter accedere, insondabile per chiunque all'infuori del sognatore, unita al fatto che i sognatori, in questo esclusivo caso, siano 2, mi eccita moltissimo (indipendentemente dal fatto che tale coscenza corrisponda o meno alla realtà).
"Vieni" mi esorta V, "voglio farti provare una cosa". Lo seguo nella piccolissima stanza da letto dove apre un cassetto ed estrae un fucile a pompa corto e dall'aspetto moderno "Tieni".
Lo afferro e guardando oltre la finestra della camera che affaccia su una piazza vuota e silenziosa, con un capannino mo'di serra circondato esternamente da siepi di varie altezze, vedo C (un ubriacone attaccabrighe che va a bere nel bar dove di solito ci incontriamo con la compagnia) con un altro uomo, che si stanno dirigendo furtivamente verso il chioschetto vetrato.
Entrano, ma questo non mi impedisce di tenerli sotto tiro.
C sembra sentirsi osservato, si guarda attorno con aria da psicopatico mentre parla con l'altra persona.
Io indietreggio per non farmi vedere e quasi inciampo sul letto dietro di me.
V mi tranquillizza: non ci possono vedere e non ho bisogno di aprire la finestra socchiusa per sparare, inquanto i vetri resteranno intatti.
Prendo la mira e la mia vista si fa molto acuta e zoomma fino a farmi vedere la faccia di C come se ce l'avessi a 20cm dagli occhi.
Miro al centro della sua fronte. Improvvisamente C punta gli occhi dritti verso i miei e urla "Attento!" all'uomo in sua compagnia, buttandolo giù dalla sedia sulla quale si era appena seduto.
Tengo la mira e premo il grilletto.

È come se il tempo si stirasse, rendendo un decimo di secondo percepibile come un minuto (le mie azioni e tutto il resto si svolge in proporzionale lentezza).
La smorfia dell'urlo è ancora in atto sul volto di C.
Non odo alcuno sparo ma la mia visuale zoomma a velocità vertiginosa sulla sua fronte.
C'è un istante di confusione totale, perdo l'equilibrio e il tempo ritorna al suo normale fluire.
V mi evita la caduta a terra tenendomi dalle spalle e ci mettiamo a ridere tornando in cucina, dove M ci aspettava e dice imbronciata a V "Amo, lo sai che non mi piacciono 'ste cose...", "Tranquilla" risponde lui e io intervengo dicendo "È vivo e vegeto". Lei sembra rasserenata alla notizia, ma V aggiunge "Anche se sicuramente si stava preparando ad una rapina, non sarebbe stata una grande perdita".




Non ricordo altro, ma ora sono nuovamente coricato a occhi chiusi sotto le coperte, ripensando alle scene appena vissute e mi rilasso per qualche secondo.
"Ma cavolo, la sveglia??? Vuoi vedere che non l'ho puntata?..." penso. Mi giro sul fianco, apro gli occhi e guardo il telefono. Non solo il timer sta ancora andando, ma segna 4:46! Tutto questo vissuto onirico concentrato in soli 25 min (senza contare il tempo di addormentamento). Fatico a crederci, ma l'orologio parla chiaro.
Non è la prima volta che faccio SL in brevi lassi di tempo, ma questo è il più corposo che ricordo di aver mai avuto, in rapporto alla durata.
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