Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni lucidi > pagine di sogni di Alrescha

Raccolta dei propri sogni lucidi condivisa con gli altri sognatori.
La parte di testo dove il sognatore è lucido viene colorata di blu.

Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 07/09/2015, 0:48

Sì, è molto probabile. Se in qualche modo il sogno viene forzato perché il controllo non è dei migliori può tirare fuori cose un po' meno reali del solito.
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 29/09/2015, 22:53

Dopo molto tempo di fermo torno a fare qualcosa finalmente!
I primi due con cui apro sono solo momenti di lucidità ma niente di particolarmente interessante da segnalare. Entrambi avuti in questa settimana (diciamo dal 22 al 26 Settembre, le date precise non le ricordo)

Metamorfosi

Qualche notte fa, ora non ricordo la data precisa dato che l’ho scritto solo oggi, ero nel bel mezzo di un sogno normale quasi senza trama. Stavo vagando fra delle colline verdi e floride dall’erba talmente bassa, para e brillante da sembrare ricoperte del tipico prato all’inglese. C’è un bel tramonto pieno di colori e mentre vago senza sapere bene dove noto che in una, molto in lontananza, c’è un cowboy sopra un cavallo che si sta godendo la pace almeno quanto me.
Mi viene in mente che anch’io vorrei cavalcare con il mio cavallo nero, Odino, se solo esistesse. Sconsolata comincio a scendere dalla cima della collina su cui sono per dirigermi verso una città quando all’improvviso mi blocco a metà strada.
Mi guardo alle spalle e mi chiedo perché sto andando via. Non è quello che voglio davvero. Questo repentino cambio di idea è quello che, non so come, mi libera dal controllo del sogno e prendo lucidità. Voglio godermi ancora questo panorama, così comincio a correre di nuovo verso la cima ed ho la sensazione di essere libera di poter fare tutto.
Quando arrivo in alto dove c’è un albero morto molto pittoresco, guardo di fianco al pendio e vedo un piccolo fiume che si snoda fra l’erba. Mi dirigo verso il suo letto e noto che il fiume sembra uscire fuori da un groviglio impenetrabile di rovi che quasi formano una caverna e fra rami e spine osservo che ci sono ortaggi giganteschi come melanzane e zucche. Il sogno mi dà la nozione con la spiegazione del perché ci siano questi frutti giganteschi: il fiume ha le acque in qualche modo magiche ed anche i tre alberi che sono sul lato della mia sponda producono una specie di “miele” capace di dare un qualche potere proprio perché sono cresciuti qui. Insomma, è un posto sacro e inviolato ed io sono intenzionata a godermelo con timidezza, senza alterare nulla.
All’improvviso però sento delle voci alle mie spalle che mi stanno cercando. Guarda te! Uno cerca di starsene in pace e si ritrova sempre con dei PO invadenti fra i piedi.
Non voglio che mi trovino, però invece di scomparire provo qualcosa di nuovo. Mi accuccio su me stessa con l’intento di trasformarmi in un pesce per nascondermi dentro l’acqua. La visuale cambia da prima a terza persona (il controllo e la lucidità sono basse) e mi vedo diventare una cosa fra un pesce e un anfibio: ho la testa larga e piatta, quattro pinne che riesco ad usare anche come zampe per muovermi sulla terraferma, un colorito nocciola.
Mi muovo per entrare in acqua ma poi, grazie al punto di vista dall’alto che ho, vedo l’uomo e la donna allontanarsi.
Più rilassata e complice del fatto che i rovi mi proteggono dalla vista dei due PO, torno normale.
C’è una melanzana accanto ai miei piedi. Sono sempre in terza persona ma il punto di vista si abbassa fino ad arrivare sopra la testa del mio corpo onirico. Non riesco a rientrare ma in qualche modo posso comunque controllare ciò che voglio fare. Decido di trasformarmi in un insetto ed assaggiare la melanzana. Faccio in modo di mettermi sopra la melanzana e ancora una volta mi accuccio. Le dimensioni del mio corpo si riducono vertiginosamente e piano piano cambia forma e divento una lumaca. Allora addento la melanzana e ne sento il sapore fresco, acquoso ed aspro quasi di erba. Soddisfatta il mio corpo torna normale. Riesco finalmente a rientrare in me e riprendere il controllo totale.
L’uomo e la donna tornano sui propri passi e si avvicinano di nuovo. Stanno parlando del fatto che tagliare gli alberi e rubare il miele farà guadagnare loro un sacco di soldi e prima che possa fermarli è troppo tardi: si avvicinano ad uno degli alberi dove ci sono delle rarissime farfalle in via di estinzione che si stanno cibando del miele/resina e le fanno fuori tutte per rubarlo.
Questo fa scattare la molla della mia modalità incazzata. Mi trasformo in un falco e prendo il volo. Riesco benissimo a sentire il movimento delle ali e la sensazione di avere le zampe come dita artigliate. Arrivo da loro e punto ai loro occhi per poterli accecare con i miei artigli seguendo la tecnica del rimanere ferma nel posto sbattendo velocemente le parti più esterne delle ali e poi giù in picchiata. Quando però vedo l’impossibilità dell’impresa dato che i due si difendono e tentano di afferrarmi per le ali, torno umana e li stendo a mani nude. Atterro l’uomo con un pugno mentre la donna non sa che fare e, ora che è inerme, decido di renderlo innocuo del tutto afferrandogli una gamba e, immaginandomi di avere la forza sovraumana di una tigre, gliela giro in modo innaturale e gliela spezzo.

Controllo buono, lucidità un po’vacillante. Le sensazioni non erano neanche troppo buone all’infuori del gusto dato che ero in terza persona. Le sembianze di falco invece le ho sentite molto di più, riuscivo a muovere gli artigli e sbattevo le ali velocemente in modo da tenermi sospesa in un unico punto come è loro caratteristica. Lì il controllo è stato buono.


25 o 26 settembre
Horus e l'isola del ritrovo

Un altro sogno è praticamente tutto normale tranne uno sprazzo in cui decido di creare un falco dal nulla. In realtà c’è una motivazione legata alla trama del perché proprio un falco, ma prendo consapevolezza solo dopo che creo un altro piccolo oggetto fra le mie mani per puro caso. Dopodiché so di essere l’unica che può creare un falco dal nulla perché sono io che sto sognando ed ho il controllo. Quindi appoggio le mani sopra dei rottami di ferro immaginando che questi possano assemblarsi e diventare poi carne ed ossa per formare l’animale. La cosa non riesce benché io tenti più volte.
Mi passa di fronte una farfalla e velocemente rallento il tempo perché mi scatta un’idea alternativa.
Con la farfalla minuscola sospesa a mezz’aria, con le mani faccio segno di modificarla da lontano senza però toccarla. A gesti mimo l’idea di prendere le sue ali e stirargliele facendole diventare più grandi e piumate, prendere il corpo e farlo diventare più tondo e con una coda, infine la testa che ingrandisco e su cui disegno un becco. Ecco qui, una farfalla modificata come un falco!
Il tempo riparte e il falco svolazza in giro senza però allontanarsi da me. Solo che dopo un po’ si abbassa di quota e si trasforma in un personaggio metà uomo e metà falco, completamente nudo, che assomiglia quasi ad un Horus.
Mi avvicino a lui correndo e lo abbraccio su di giri <<Non scomparire ti prego, sei uno dei migliori PO che abbia mai creato>>. Ed effettivamente è un PO creato dal nulla che sembra fra i più interessanti e spero di poterlo incontrare di nuovo in qualche altro sogno.

Uscita da questo sogno tento di incubare il luogo dell’incontro nell’isola per facilitarmi poi durante la notte della task collettiva con gli altri utenti del forum. Rientro ed effettivamente mi trovo che sto sorvolando un’isola mentre tutto attorno a me è buio.
C’è una debole luce che viene dalla mia destra e che illumina appena la montagna che sta dritta avanti a me, in direzione nord-ovest. La forma della montagna, un po’ spostata dal centro dell’isola, è particolare: allungata e stretta come se fosse una gigantesca colonna naturale. Sono ad un’altezza considerevole rispetto al terreno sotto che comunque non riesco a vedere perché è completamente ricoperto da una vegetazione fitta e buia. Sento le onde del mare ma non le vedo se non per i brevi lampi di debole schiuma bianca quando si infrangono sulla spiaggia libera. Cerco un falò con lo sguardo, ma sembra che tutto sia immerso nel buio e nel silenzio più assoluto. Non c’è nulla che indichi vita in questo posto. O magari sono io che sono in anticipo…
Vorrei fare il giro dell’isola e avvicinarmi alla montagna ma il sogno mi butta fuori subito. Il sogno precedente è durato troppo per permettere a questo di svilupparsi prima di svegliarmi.
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 29/09/2015, 23:18

27 Settembre ore: 14:30 circa.

Task di olfatto, pittura e creazione di grandi oggetti

Dopo un sogno normale da cui sono uscita, tento di rientrare a DEILD per continuarlo ma invece di ripartire da dove avevo interrotto, entro inaspettatamente in un sogno già lucida anche se la lucidità è bassa.
Sono all’esterno della casa di una mia amica, nella mia città. Avanti a me c’è un parcheggio grande e proprio in mezzo, senza senso, c’è un piccolo edificio basso, grigio e squadrato che identifico come gli uffici di una banca. In realtà il parcheggio esiste davvero, ci sono gli stessi palazzi a cui do le spalle e sotto quei palazzi c’è davvero l’ufficio di una banca dove lavorava mio zio, ma di sicuro non è in un edificio piazzato fra i parcheggi in questo modo come vuole il sogno.
Fuori dalla banca c’è un tipo losco con un completo gessato in grigio chiaro a righe bianche ed un cappello dello stesso colore, in stile boss mafioso anni trenta. Mi avvicino di corsa. Non ne identifico subito l’età perché è un po’ immerso nell’oscurità ma più mi avvicino e più me lo immagino (o meglio mi convinco che lo sia) giovane e di bell’aspetto. Quando ormai sono a pochi metri riesco a vedere al di là dell’ombra e sotto il cappello: un giovane forse di qualche anno più grande di me, capelli corti biondi, occhi di un azzurro intenso e una barba appena accennata. Può andare.
Mi compare davanti all’improvviso come un flash sbiadito l’immagine a mezzobusto di Camael, quasi che la mia coscienza voglia avvertirmi che non è lui quello con cui sto per prendere l’iniziativa. Caccio via quella sensazione, afferro il ragazzo e lo bacio. In un primo momento sembra sorpreso ma poi mi asseconda e niente…finiamo per fare quello che dobbiamo, proprio fra i portici della banca. In realtà non è particolarmente soddisfacente, le sensazioni sono ovattate, così mi stanco e mi allontano per fare altro e con questo la mia lucidità aumenta notevolmente. C’è la mia amica S. lì con me. Nella realtà abita su un quartiere a fianco a questo, ma nel sogno sembra che la sua casa sia in uno dei palazzoni gialli a sinistra della banca. Sto per spiccare il volo ed andarmene quando lei mi chiede che cosa ne sarà del cane, un piccolo cucciolo femmina assomigliante ad un terranova nero e abbandonato, con cui lei giocherella. S. mi dice che se ne deve andare e non se la sente di lasciare lì l’animale. Torno indietro dei pochi metri che avevo fatto per prendere la rincorsa prima di poter fare il balzo che mi avrebbe dato la spinta del volo. Afferro il cucciolo per la pancia e me lo stringo al petto.
<<Per stasera sarai la mia mascotte>> parlo gentilmente all’animale che scodinzola contento fra le mie braccia. Per fortuna non è ingombrante. S. sembra soddisfatta e mi saluta tornando verso casa sua.
Torno all’idea del volo ma poi mi accorgo che lì vicino c’è un’aiuola con dell’erba su cui crescono a mazzi dei piccoli fiori rosa. Passo lì sopra e fra i tanti mazzi ne scelgo uno bello ricco di fiori che stacco e di cui viene via tutta la radice. Compio finalmente il balzo che mi permette di volare e annuso intanto i fiori. I polmoni mi si riempiono di un odore dolce e intenso. Lascio cadere la pianta a terra visto che è già servita al suo scopo ed in modo positivo: l’olfatto è il senso che riesco più difficilmente ad acquisire nei sogni, ma oggi sembra funzionare anche meglio delle altre volte che l’ho provato.
Sorvolo una delle strade principali della mia città e mi sto dirigendo verso casa. In una di queste c’è un muro che è sempre stato tutto grigio. Qualcuno aveva parlato di dipingere nei sogni e mi sembra un buon modo di farlo. Sfioro il cemento con la mano destra libera, dato che l’altra tiene ancora la cagnetta, e dalle mie dita scaturisce una scia arcobaleno che traccia esattamente la traiettoria che fanno. Sotto la scia arcobaleno dipinta scaturiscono altre immagini anche se sono molto infantili: un sole giallo, una casetta stilizzata e dei personaggi tutti essenziali, semplici e sproporzionati. Mi avvicino all’incrocio con un semaforo. Se fossi stata in macchina avrei dovuto girare a destra e così faccio volando seguendo la strada.
Prima di imboccare la giusta direzione e girare, mi dico che voglio saggiare bene come va il controllo creando qualcosa di un po’ assurdo: una montagna in mezzo alla città.
Ora la cosa si fa interessante perché noto che c’è uno spazio libero accanto ad un palazzo, come se ci fosse una zona ancora da costruire (nella realtà il palazzo esiste ma il posto vuoto ancora in costruzione no, c’è un altro palazzo vicino). Così impongo la mano libera avanti a me verso quel punto e lì, dalla terra, viene fuori un grosso ammasso di cosa nera deforme e indefinita. Non appena, volando in linea retta, ormai ci sono vicina la cosa nera si screpola e, come se fosse fatta di vetro o di una specie di verniciatura, i pezzi di copertura nera si staccano cadendo a terra e mostrando sotto una vera e propria montagna di roccia con tanto di neve annessa. Ci sto quasi per andare a sbattere contro, così viro in modo repentino e le do un’altra occhiata. In realtà ci sono due puntualizzazioni da fare: per prima cosa la montagna è alta neanche la metà del condominio accanto, perciò è in miniatura ma comunque fantastica, e la seconda il fatto che sia un po’ innaturale come se qualcuno l’avesse elaborata a computer grafica prendendola dal mondo di Skyrim e portandola qui.
Mentre volo all’indietro verso casa mia (qui passiamo ad un livello di volo 2.0) e continuando a fissare la montagna, decido di provare ancora qualcosa.
Da romantica quale sono e con un amore particolare per le cose vecchie e la storia, decido sul momento di riempire la mia città di torri. Con un gesto creo la prima parecchi metri avanti a me, in mezzo alla strada, e anche questa scaturisce da terra come ha fatto la montagna, rompendo l’asfalto con la sua forza dirompente. Dopo la prima le torri cominciano a spuntare a caso come funghi, invadendo letteralmente ogni spazio libero in una specie di foresta di architetture. Molte hanno gli orologi incorporati verso la cima, alcune hanno meridiane, altre solo merli e finestre. Però anche alcune di queste sembrano poco reali e più cartonate.
Tuttavia oggi sembra andare proprio tutto per il verso giusto: niente PO ostili, il sogno che mi dà retta…una meraviglia!
E dato che sono in un sogno mi viene in mente che posso fare qualcosa che nella realtà non voglio e non oso rischiare di fare: portare G. con me per un momento tutto nostro.
Solo che dovrei tornare indietro dato che la sua casa è vicina a quella di S. Va beh, fa niente tanto con il volo ci metto due secondi. Mi alzo di quota e aumento la velocità. Finalmente giungo alla sua casa che, se nella realtà è un villino bifamiliare, qui è un condominio giallo canarino.
Guardo al secondo piano e trovo le finestre della sua camera. Mi avvicino a quelle e riesco facilmente ad aprirle pensando di poterlo fare con il pensiero. Si attiva un allarme antifurto per tutto il condominio. Porca, così rischio di richiamare troppa attenzione e magari PO ostili! Penso in fretta ad una soluzione, appoggio la mano sulla parete più vicina e mi concentro. L’allarme smette di funzionare e rimango un attimo in ascolto ma non sembra che abbia svegliato nessuno, neanche il mio amico che si è limitato a mugugnare rigirandosi nel letto. Osservo brevemente la stanza che non ha niente a che vedere con quella reale. La cagnolina che tengo in braccio sembra piuttosto agitata ora, così la lascio andare sopra le coperte del letto di G. che, per caso, sono gialle anche queste. So che lui adora i cani e non dubito che la accoglierà calorosamente.
<<G. ehi, svegliati>> mormoro piano mentre lo scuoto delicatamente.
Apre gli occhi lentamente e poi assume un’aria meravigliata <<Che ci fai qui a quest’ora? Come sei entrata in camera mia?>>.
<<Siamo in un sogno, sono arrivata dalla finestra>> gli rispondo contenta di averlo colto di sorpresa.
Poi guarda la cucciolotta nera che balza sopra le sue coperte e gioca mentre lui la accarezza.
<<E lei?>>
<<Tienila pure>> taglio corto. Voglio mostrargli come volo ma ad un certo punto, sullo stipite della porta che lui tiene aperta e che collega con la stanza accanto, compaiono i suoi genitori.
Lui non mi sembra che ricalchi il padre vero, anche perché ha più capelli di quanti dovrebbe, e la madre non l’ho mai vista ma il sogno me la presenta come bionda, il viso severo, gli occhiali spessi e neri. Sembrano infuriati e cominciano ad interrogare e sgridare il figlio con cose del tipo “e questa chi è?”, “ti sembra il caso di invitare persone a quest’ora di notte?”. Mi arrabbio per l’interruzione e per il fatto che G. si debba sorbire tutte le paternali, così alzo un dito indicando le scale al di là della porta che collega questo piano della casa con la loro camera da letto in quello superiore e proprio come i genitori fanno con i bambini capricciosi gli ordino <<Andatevene in camera vostra, subito!>>.
I due PO presi in contropiede si avviano senza più fiatare. Il padre a metà scalinata si volta indietro come se volesse ribattere. Mimo l’avere una frusta e colpisco uno dei primi scalini come incentivo e sento lo schioccare nell’aria senza che però questa compaia visivamente. Anche se la frusta è invisibile, fa la sua funzione. I suoi genitori scompaiono dalla nostra vista.
<<Ma come ci sei riuscita…>> G. mi guarda stupefatto.
Sento la nonna del mio amico ridere, seduta su una poltrona della sala accanto, e dire <<Ha preso tutto il caratterino dalla famiglia dei C. (ovvero dalla famiglia di mia madre)>>.
Ora posso tornare a dare attenzione al mio amico <<Vuoi venire con me? Ti mostro come si fa>>.
A lui sembra una pazzia, ma si lascia convincere e ci avviciniamo alla finestra. Monto sopra il davanzale e faccio un paio di passi nel vuoto che mi sostiene come se fosse solido, poi allungo una mano per aiutare lui. Mi imita ma quando deve fare i passi nel vuoto, il vuoto non lo regge bene e scivola. Lo tengo stretto al polso mentre lo tiro su e mi abbraccia per paura di cadere. Rimaniamo così per un po’ finché non si convince che sta effettivamente volando. La curiosità prende il sopravvento sulla paura, ma dato che è ancora incapace di muoversi gli propongo di afferrarmi una caviglia in modo che io possa trascinarlo e fargli fare una specie di surf in aria.

Il sogno però finisce qui prima di poter fare altro.


Faccio delle brevi osservazioni:
-la prima riguarda Camael. Il sogno sembrava ammonirmi per il mio voler flirtare con un altro PO, mi ha insinuato il dubbio se stessi facendo la cosa giusta che poi ho scavalcato con un sentimento contrastante e di pari forza dicendomi "beh, allora la prossima volta si farà vedere se ci tiene".
-seconda è la pittura sulla grande muratura in cemento al lato della strada che stavo percorrendo. Ho lasciato che le mie dita sfiorassero il materiale, la sensazione era molto realistica, lasciando però libertà alla mente di riempire lo spazio vuoto come preferiva ed ha richiamato dei vecchi disegni infantili come i bambini nei loro primi anni di vita. Forse è significativo perché da piccola ero solita scribacchiare tutti i muri della mia cameretta con i pastelli, anche se avevo i fogli a portata di mano. E' ironico però che la mia mente abbia scelto un disegno infantile piuttosto che uno figurativo, proporzionato e in chiaroscuro come invece normalmente farei dopo aver frequentato un istituto d'arte.
-La montagna. In un altro sogno, forse il primo o il secondo lucido dopo che mi sono iscritta qui nel forum, avevo avuto la stessa sensazione ovvero che il sogno mi avesse appositamente lasciato uno spazio vuoto rispetto a tutta l'ambientazione attorno perfettamente finita e costruita, per permettermi di crearci dentro qualcosa sul momento. E' strano, come se avesse previsto che lo avrei utilizzato...o magari è più una cosa inconscia. La nostra mente tende a voler riempire ed "uniformare" le mancanze rispetto al resto perciò il punto dove ho costruito la montagna era l'unica opzione possibile per avere un armonico equilibrio con tutto il resto. Da indagare: abbiamo davvero il libero arbitrio nei sogni o è solo illusorio e in realtà è già tutto previsto?
-Inoltre qualcosa del colore giallo del palazzo e delle coperte sopra il letto del mio amico mi ha colpita. Non so perché ma credo che sia importante, anche se con lui non ha alcun nesso visto che non è un colore che usa, né è un colore che lo caratterizza. Per questo l'associazione mi ha un po' incuriosita, ma questa è più una cosa personale che di importanza per i sogni.
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 03/10/2015, 23:12

Hallelujah! Dopo mesi che progetto di incrociare di nuovo Nebula, finalmente ci sono riuscita!

Sogno lucido del 3 ottobre 2015

Duelli

Stamattina mi sveglio e guardo l’ora, sono le 8:29. Dovrei alzarmi per studiare, ma sono ancora stanca dato che ieri sera sono andata a dormire piuttosto tardi ed in più non ricordo minimamente il sogno che ho fatto stanotte, uno assolutamente normale.
Data la frustrazione non solo per non aver fatto un lucido ma anche per non riuscire a ricordare neanche quello normale, decido di rimettermi a dormire. Voglio tentare di incubare il sogno e la stanchezza dovrebbe aiutarmi.
Quando chiudo gli occhi però mi accorgo che non riesco ad avere una precisa priorità: dovrei incontrare e duellare con Nebula ma non il Nebula che conosco…piuttosto il suo PO originale come si era presentato a me in un paio di lucidi di tempo fa, inoltre vorrei anche andare sull’isola con Melody e incontrare gli altri utenti…e non mi dispiacerebbe neppure incontrare Camael che è una vita che non vedo. Insomma, ho talmente tanti obiettivi che quello che ne esce è un gran mix (aiutato probabilmente dalla giornata di ieri in cui ho avuto a che fare con tutto questo: ho parlato con Nebula prima di andare a dormire, per l’intero pomeriggio ho disegnato l’isola sognata e in chat ho parlato di Camael).
Tengo fissa in mente l’immagine dell’isola usando lo stesso punto di vista dall’alto, mentre volo, del precedente sogno lucido in cui ci ho messo piede. Le ipnagogiche cominciano praticamente subito e diventano 3D in un attimo. Mi trovo a sorvolarla anche se stavolta è giorno e poi a differenza dell’occasione precedente c’è qualcuno con me. Inizialmente ne percepisco solo la presenza, ma ne ho la conferma quando mi fermo in volo e il PO di Nebula mi supera. Si mette di fronte a me a metri di distanza e si ferma anche lui. Lo osservo bene per cercare di imprimermi la sua figura (dato che non ero più riuscita a sognarlo da quando ho conosciuto i suoi tratti reali, avevo temuto che questo potesse essere una causa). Il sogno a quanto pare ha un’ironia tutta sua perché quando, chiudendo gli occhi per riaddormentarmi, mi sono detta di non pensare al suo aspetto ma di sognare il PO a cui lo associavo all’inizio, ecco che me lo presenta sotto la sua vera forma.
Sotto di noi c’è solo foresta anche se siamo molto al di sopra delle cime degli alberi, la montagna è lontana e la spiaggia alla nostra destra è a metri di distanza. Avremo piena libertà di movimento.
Rimaniamo fermi per qualche secondo, studiandoci.
Anche questa non è una situazione nuova nei miei lucidi, avevo già affrontato qualcuno in questo modo per mettermi alla prova. Cambia solo l’avversario.
Decido di fare la prima mossa. Gli lancio contro una piccola palla di fuoco, una delle cose che mi riesce più facilmente e che mi serve anche per saggiare il tipo di controllo che ho stavolta. Nebula si sposta dalla traiettoria e mi lancia di rimando una palla di energia blu-violacea della stessa grandezza.
Ora sono io a muovermi per poterla evitare e facendomela passare vicino.
Ci limitiamo a scoccare un paio di colpi da lontano quasi per gioco. Tenermelo distante ed evitare il corpo a corpo è il mio obiettivo primario, cosa che è invece nell’indole del Nebula che mi sono sempre immaginata. Non appena però mi fermo per pianificare un modo con cui poterlo cogliere di sorpresa sento una voce famigliare gridare <<NO!>>.
Camael compare dal nulla alla mia destra e ad una quota più bassa di noi. Vola ad una velocità sostenuta e dalla sua espressione capisco che è a dir poco furioso, io al contrario sono allibita.
Mi si para davanti con il suo scettro da mago e lancia una sua magia contro Nebula e con rabbia.
Oh cazz, sta mirando a farlo fuori!
<<Camael che stai…? fermati!>> gli grido afferrandogli il braccio per tentare di fargli mancare il bersaglio.
Nebula neutralizza in qualche modo quella specie di fascio di energia verde lanciato dallo scettro, causando una minuscola fiammata a mezz’aria e, anche lui visibilmente confuso, contrattacca d’istinto.
Alzo un sottile campo, una specie di bolla dal colore biancastro, che possa racchiudere e proteggere me e il mio PO vicino assorbendo il colpo. La sfera di energia di Nebula si infrange sulla sua superficie senza alcun danno, ma non avevo dubbi sul funzionamento dato che l’avevo già sperimentato in un’occasione più problematica. Tutto ritorna immobile.
<<Dimmi cosa ti è saltato per la testa?>> mi arrabbio.
<<Guarda qui, ci è andato vicino!>> Camael si volta verso di me dando le spalle a Nebula e con una mano mi fa notare il braccio sinistro. Allora mi accorgo di indossare un giubbotto bianco a maniche lunghe che fino a due secondi fa non portavo (normalmente non indosso proprio giubbotti bianchi) e vedo che c’è un buco con una bruciatura marrone attorno. Questa è bella, sono sicura che i colpi che Nebula mi ha lanciato non mi hanno neanche sfiorata lontanamente.
<<Camael siamo in un sogno!>> gli rispondo esasperata <<Che male vuoi che mi faccia? E poi non stiamo mirando a quello>>.
<<anche un sogno può essere pericoloso>> mi risponde rimproverandomi.
E va beh, una supercazzola! I miei PO che parlano sempre in modo ambiguo facendo i misteriosi e sembrano sapere chissà quali segreti che io non so.
La sua severità però sparisce lasciando il posto a ben altro. E’ contento di rivedermi e mi abbraccia. Sono combattuta se assecondarlo dato che Nebula mi sta ancora aspettando immobile e da quando è cominciato il sogno non ha detto neanche mezza parola.
Ma l’abbraccio è troppo realistico e tentatore per lasciarmelo sfuggire. Riesco a sentire le sue braccia appoggiate dietro la schiena. Calma, assoluta quiete e serenità…nulla che mi farebbe sentire meglio. Faccio in tempo ad appoggiare la testa sulla sua spalla che il sogno si deforma destabilizzandosi e mi butta fuori.

E no maledizione!
Finisco in black world. Sono ancora in tempo per recuperare.
Tento una DEILD tenendo fissa l’immagine dell’isola con la mente.
Riesco ad addormentarmi subito e continuare il sogno, ma non sono più nella stessa ambientazione.
Nebula mi è ancora di fronte per duellare, solo che lo scenario è strano. Ovunque si estende uno sfondo azzurro piatto e attorno a noi ruotano modellini di molecole inorganiche. Mi immagino allora che siamo rimpiccioliti fino a poterci spostare tra i singoli atomi (un po’ in stile Ant-Man se qualcuno ha visto il film), è l’unica spiegazione plausibile che permetta di adattarmi al nuovo ambiente. Ma il sogno non dura ugualmente e crolla subito facendomi tornare al black world. Riprovo di nuovo ad entrare.
Sono in macchina con Nebula vicino al guidatore, Camael al mio fianco nei posti dietro. C’è un PO che ci fa da autista, uno del tipo poco importante e privo di interesse di cui non vedo il volto ma che ha una camicia azzurra classica ed un cappello che assomiglia a quello degli autisti di lusso, nonostante stia guidando una macchina piccola come una carretta. Nebula ha mantenuto l’aspetto reale dal sogno precedente e questo mi suggerisce che forse sto cancellando il vecchio stereotipo e gliene sto facendo assumere uno nuovo, anche la maglia a mezze maniche blu intenso è rimasta la stessa. Ad un certo punto Nebula dice all’autista <<Fermati qui>>. E’ la prima volta che lo sento parlare oggi.
Scendiamo dalla macchina tutti e tre.
<<Tu rimarrai da parte>> chiarisco a Camael che incrocia le braccia al petto in modo assolutamente contrariato. Mi concentro infine sul nostro nuovo luogo di scontro e rimango perplessa: sembra un paesino alle pendici di un monte.
<<E’ una città abbandonata, sarà perfetta!>> Nebula è entusiasta.
Osservando bene le case, affiancate alle più diroccate, alcune mi sembrano nuove. Ci sono villini dipinti di fresco con i fiori sulle balconate e le serrande alzate…non mi sembra esattamente un paese disabitato e l’idea di distruggere case con PO dentro non mi piace.
Compare all’improvviso un altro utente del forum che richiama la nostra attenzione gridando un “Ehi!”. Non lo identifico oltre al fatto che è maschio, sui venticinque-trenta, un po’paffuto e che a primo impatto credo sia un utente novello. Ci chiede come si fa ad usare il portale per andare ad Oniria ed in effetti di fianco a lui c’è un gigantesco turbine viola sospeso per verticale a mezz’aria e che dà l’impressione di voler risucchiare le cose. Gli suggerisco di provare a buttarcisi dentro dato che normalmente un portale ha la funzione di trasportare…

Qui però il sogno crolla per l'ennesima volta e vengo di nuovo sbattuta fuori, stavolta svegliandomi definitivamente. Guardo l'ora e sono le 9:37
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Melody » 04/10/2015, 22:18

Bellissimo lucido Alre! : Razz :
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 16/10/2015, 0:01

Spero di aver fatto una buona scelta. Volevo mettere metà sogno qui e metà nel diario dei comuni ma poi forse avrebbe fatto troppa confusione e sarebbe stato frammentato, perciò ho deciso di metterlo tutto insieme dato che comunque è collegato.

7 ottobre 2015

Ritorno alla porta dell'inconscio: tentativo1

Sono in un sogno normale, ormai alla fine a dire il vero, e di punto in bianco nella mia testa dico “ma questo non è un sogno lucido, perché sto continuando a seguirlo?” e decido di finirlo cadendo in black world. Mossa stupida numero uno dato che già il chiuderlo è un segno di coscienza e quindi potevo benissimo prendere lucidità in sogno. Dato però che queste occasioni non capitano di rado ed ogni volta faccio lo stesso errore ripetendomi che la prossima volta agirò in modo diverso senza chiuderlo, mi chiedo se questa improvvisa volontà sia proprio consapevole o meno. Probabilmente è uno stato di prelucido.
Non ricordo se ci sia una microsveglia in mezzo o meno, so che il pensiero che segue subito dopo è “devo entrare nella porta dell’inconscio con Nebula”.
Quando mi riaddormento, comincia un sogno in cui ho subito la sensazione di sognare e sento che c’è Nebula alle mie spalle anche se non mi sono mai voltata effettivamente. Avanti a noi c’è un grosso muro di rovi, rose canine (e sono sicura che fossero rose canine perché ricordo quei loro tipici cacchi rossi) e sterpaglie varie e in qualche modo so che stanno nascondendo l’accesso per l’inconscio.
<<Dovrebbe essere di qua>> gli spiego mentre comincio a strappare le piante per farci strada.
Dopo essere avanzata di poco e non vedendo grossi risultati, mi fermo.
<<Il mio accesso per l’inconscio è una cavolo di porta, che diavolo sono tutte queste piante?>>.
Spoiler:
(mi è scappato detto in dialetto, come diverse altre frasi in altri sogni del resto dove non riporto la loro forma originale alla lettera non perché sia incomprensibile ma per evitarmi figuracce. Spero che capiate questo disagio e dato che non ho mai fatto un appunto del genere prima, lo faccio ora per tutti i sogni precedenti e successivi a questo).

Una porta nella definizione che ho in mente deve contenere qualcosa al suo interno, non avere cose all’esterno. Devo poter entrare per poter trovare cose.
Mi immagino allora che la porta risucchi al suo interno tutti i rovi altissimi e pieni di spine come un buco nero. Il piano funziona a metà dato che le piante vengono effettivamente trascinate verso lo spiraglio nero al di là della porta, ma anche tutto il resto dell’ambiente comincia ad essere risucchiato finché il sogno non collassa su se stesso. Mossa stupida numero due: quando arriva la fortuna di avere un lucido è sempre meglio accontentarsi e assicurarsi che sia stabile prima di decidere di stravolgerlo.

Vengo sbattuta fuori ma non demordo. Mi serve un’ambientazione che conosco, mi serve un luogo in cui ho già sognato la porta, un luogo che potrei riconoscere fra mille perché importante. E richiamo alla mente il luogo che per me ha acquistato importanza per eccellenza dato il lucido felice che ci ho fatto tanto tempo fa: la costa in Croazia dove passo le mie vacanze ogni anno, con uno scoglio in particolare.
Anche qui la cosa riesce solo a metà, ricomincia un sogno con Nebula, la porta e i lucidi come tema ma è un sogno completamente e paradossalmente normale.
C’è un flash in cui sono nel posto esatto che avevo sognato tanti anni fa. C’è la mia porta sospesa nel cielo, esattamente dov’era e mezza aperta così da mostrare al di là il nero più totale. E’ una ferita nel tessuto del sogno, un taglio netto come se ci fosse passato un Fontana a lacerare la tela dello spazio.
“Ti prego Nebula, non farmi rovinare il ricordo che ho di questo posto” penso e sento la mia voce rimbombare come un'eco.
Cambio di scena: sono avanti al computer e sto parlando con Nebula in chat. Ci sono anche altri utenti connessi ma ricordo solo il nome verde di dixit, gli altri non ricordo chi fossero.
Io e Nebula stiamo parlando dei guardiani che proteggono la porta (non ho mai avuto guardiani a proteggere l’accesso all’inconscio). Nebula mi scrive qualcosa del tipo -Sì, sì sono carabinieri. Ma ti giuro ce n’era uno con i pantaloni lilla-.
Ed io che gli rispondo scrivendo -No dai, i pantaloni lilla no ti prego-.
Poi gli dico qualcosa sul fatto che ho difficoltà a prendere lucidità e Nebula mi scrive –Dai, ora scriviamo qui le ipnagogiche così adesso ti fanno da guida e piano piano entri lucida-
-Ma Neb, se scrivo al computer come faccio a sognare?- gli rispondo sarcastica. Quando il subconscio prova a dirtelo in tutti i modi che stai sognando…poveraccio.
La scena ritorna al mare Croato e sopra lo scoglio c’è veramente un gendarme con la divisa, il cappello a pennacchio, tutto in tiro e dei jeans lilla…e fa la guardia alla porta sospesa in aria.
Ulteriore cambio di scena che però io percepisco collegato all’ambiente del mare…cioè, per me è tutt’uno: sono in casa mia e c’è Nebula in salotto (lol) che mi vede salire le scale che conducono alle camere e da cui, a metà rampa grazie ad una piccola balaustra in un angolo, si riesce a vedere comunque il salotto da sopra.
<<Dove vai?>> mi chiede.
<<Tu attaccalo da davanti, io lo coglierò dall’alto>> gli spiego il piano per neutralizzare il carabiniere. Da qualche parte nel mio cervello c’era il salire le scale = salire di quota in volo ed io ero convintissima che lo avremmo attaccato volando…
Qui il sogno finisce.
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 16/10/2015, 0:47

Sogno lucido del 10 ottobre 2015
14:00 circa del pomeriggio fino alle 16:00

Oniria, la terra dei sognatori

Non mi ricordo nemmeno con quale pensiero mi sono addormentata di preciso. Forse volevo provare ad incubare il duello con Nebula cominciato in volo sopra quella benedetta isola in cui ci doveva essere il ritrovo e dove invece alla fine non ci ho neanche messo piede.
Il problema però è che comincia un sogno comune. Ho il ricordo della prima parte molto vaga e diventa più nitida poco prima di prendere lucidità. Sono all’esterno di casa mia, con il computer appoggiato sopra un muretto alto vicino alla pensilina dell’autobus e tra l’altro è collegato a corrente perché la batteria del mio pc non va nella realtà…
So che i miei sono usciti per andare a fare spesa perché è una nozione del sogno, così penso di poter avere abbastanza pace per provare a fare un lucido (ma ripeto, l’ambientazione è esterna, fuori casa).
Decido che la musica adatta potrà creare la giusta atmosfera epica per un buon sogno epico, la stessa che ho ascoltato davvero il giorno prima di fare questo lucido.
Spoiler:
per chi fosse curioso questa è la traccia (che compare tra l'altro nell'episodio di un anime intitolato "danza del fuoco/giuramento della stella" per chi coglie l'analogia): https://youtu.be/rudziat8H_k
Avvio media player dal pc, poi corro in un vialetto alberato inesistente, arrivo ad una certa distanza, mi volto verso il computer che ha attivato la musica e che rimbomba ovunque a gran volume e qui mi blocco chiudendo gli occhi nell’intento di dormire in piedi come i cavalli mentre mi concentro sul lucidare.
Però il trucco funziona: il sogno nel sogno si avvia e ne sono consapevole. Vedo il mio PO che sta volando sopra un drago nero, ma nonostante la terza persona riesco a controllare il corpo che vedo.
<<Ora viene la parte difficile>> dico ad alta voce riferendomi sia a me stessa che al drago <<tu continua a volare dritto>>.
E speriamo che il sogno non si destabilizzi, penso fra me.
Riesco a spostare il punto di vista da terza a prima persona con una zoomata fino a far coincidere i due punti di vista e sento che sia la lucidità che il controllo subiscono un picco d’aumento. Adesso è un lucido con la L maiuscola. Ho il braccio destro teso con la mano aperta appoggiata sul testone enorme del drago sopra cui sono a cavallo. Siedo in un punto strano, fra la testa e l’attaccatura del suo lungo collo. Il colore è di un nero/verdognolo anche se ha delle squame qua e là contornate di rosso e il muso ha una forma molto da classico lucertolone, diverso dai draghi precedenti che ho sognato.
A diversi metri sotto di noi corre il mare aperto a gran velocità mentre ci dirigiamo nella stessa direzione in cui il sole sta tramontando con colori aranciati. Il mare mi dà subito l’idea su cosa fare come prima task, così comincio a cercare Oniria con lo sguardo fra l’acqua tutt’attorno.
Compare poco più avanti e con un mio <<Eccola!>> il drago rallenta di conseguenza senza che io gli abbia dato un qualche comando.
Quella che vedo è un’isola dalla forma vagamente ellittica. Noi veniamo dall’unico lato in cui sorge una piccola catena di montagne, o forse è una unica dalla forma strana, che fanno una barriera quasi perfetta, alta, cadendo giù a strapiombo ma stretta di pochi metri.
A delineare tutto il perimetro dell’isola c’è una prima cinta di mura con quattro arconi d’accesso uno per ogni lato, perfettamente simmetrici. Gli archi trionfali si collegano a quattro viali, due più lunghi e due più corti, intervallati da una piazza circolare piccola, una piazza quadrata più grande esattamente a metà strada dell’intero viale ed una terza piazza identica alla prima. I viali convergono tutti su una seconda cinta di mura interna e terminano con altri quattro archi che danno accesso alla città. Dentro la seconda cinta di mura sorge Oniria. Non vedo piazze, non vedo edifici particolari perché tutte le sue luci e lucine accese che mi coprono i contorni di ogni cosa sono accecanti, credo che si stia festeggiando qualcosa. L’unico edificio che risalta è uno un po’ più alto verso il lato Ovest che ha un tetto particolare: l’edificio sembra una torre alta innestata su un corpo più basso e tozzo, e poi vi è un tetto che taglia la torre per trasversale.
Voglio fermarmi sull’isola e con il drago comincio a scendere di quota. In realtà è più una zummata di visuale. Io voglio andare verso il centro città, ma il drago sembra non volerne sapere e vuole invece lasciarmi in cima alle montagne. Blocco lo zoom della visuale prima che si avvicini troppo al terreno della catena montuosa e lo sposto di forza seguendo il vialetto dalle tre piazzette in direzione del centro.
Quando però nella mia visuale entra la piazza quadrata, vedo una figura vestita di blu e capelli scuri che sta trafficando con qualche cosa su delle lastre di pietra là sotto, messe a decorazione.
Maglia blu, capelli scuri…quello è Nebula sicuro, anche se a primo impatto da qui sembra quasi più un pupazzo delle lego che un essere umano. Mi lascio cadere dal drago e atterro in piedi sulla piazzetta lastricata, proprio nell’accesso opposto in cui sta lui. Ora che sono a terra, il suo aspetto è cambiato e decisamente umano anche se non è nei suoi tratti reali: indossa una specie di casacca blu che mi fa ricollegare il suo aspetto ad un pirata, una specie di baffi scuri appena accennati, i capelli corti e una benda blu che gli fascia la testa.
Ho trovato un'immagine con un vestito uguale al suo oltre che per colore anche per taglio/tipo
Spoiler:
Immagine

<<Nebula, cosa stai facendo?>> gli chiedo sospettosa. Tutti sono in città, invece lui se ne sta qui da solo e appena mi ha vista ha richiuso una specie di cofanetto triangolare di metallo posto a mo’ di spigolo in una delle lastre di pietra da decorazione. Credo che abbia preso qualcosa di estremamente importante dal suo interno e dato che Melody aveva parlato di assegnare ad ogni accesso un elemento, mi è inevitabile saltare alla conclusione che ha rubato qualcosa che deve rappresentare uno dei quattro elementi.
<<Lo so, proprio come tutti gli altri>> mi risponde con un sorriso amareggiato come se mi accusasse di giudicarlo dall’apparenza così come hanno già fatto dei presunti utenti nel sogno, poi continua sibillino tendendo una mano verso Oniria <<Ma credi che questo sia giusto?>>.
<<Rimetti lì quello che hai preso>> cerco di fargli cambiare idea, insistendo cauta.
<<Non posso farlo e non lo farò>>.
Mi guardo alle spalle e il mio drago atterra subito dopo. Non si ferma nella piazzetta in cui stiamo io e Nebula perché le lastre di pietra messe a decorazione glielo impediscono (o forse ha preferito evitare di fare danni). Sta di fatto che abbassa la sua testa fino a guardare dall’apertura dell’arco prima me e poi Nebula, ringhiando di minaccia.
Questo mi fa sentire più sicura perché mi ricorda di avere le spalle coperte almeno in parte. Peccato che arriva anche l’animale di Nebula a complicare la situazione. Anche lui si apposta dietro l’arco che dà accesso alla piazza, dalla parte esattamente opposta di dove sta il mio drago ed è un magnifico cavallo alato dal manto bianco come la neve (credo di essere stata un po’ influenzata dall’Orlando Furioso che sto leggendo). In realtà il cavallo non avrebbe problemi a sostare sulla piazza dato che è molto più piccolo di taglia e mi chiedo perché sia atterrato dall’altra parte, ma si ostina a non voler ritrarre le ali mettendole a riposo, così non può passare dalla porta dell’arco (scusa Nebula, il mio subconscio non ti ha affibbiato un animale molto sveglio).
Vedendo il cavallo però una nozione del sogno mi arriva lampante come un fulmine: se Nebula porterà lontano da Oniria ciò che ha preso, Oniria verrà distrutta.
Cerco di agire prima che Nebula decida di fuggire. Corro verso di lui in un tentativo di offensiva ma mi sorride e si dissolve in un secondo letteralmente davanti ai miei occhi. Ma che…
Il suo cavallo per contro scatta in avanti dall’arco d’accesso, scalpitando nervoso e con l’intento di mordermi. Mi scosto dalla traiettoria e lui rimane lì, con le ali mezze aperte incastrate fra il vialetto dietro, l’arco e mezzo corpo protratto sulla piazza. No, decisamente questa bestia non è un genio.
Mi guardo intorno cercando qualche segno del mio presunto avversario. So che Nebula è ancora qui, ne ho la sensazione ma non riesco a vederlo. Opto per ritornare al mio posto iniziale stando bene attenta a dare le spalle alla siepe alta che circonda tutta la piazzetta come un recinto. Mi sembra che qualche cosa mi aleggi attorno e temo che Nebula possa materializzarsi da un momento all’altro cogliendomi di sorpresa. Quando finalmente torno ad avere il drago dietro di me, mi tranquillizzo perché posso concentrarmi solo sul difendere un fronte.
E Nebula mi si materializza davanti, a pochi metri, stavolta nel suo aspetto reale anche se la maglietta che indossa è rimasta di un blu profondo. Mi sorride con un sorriso che preannuncia guai alla “se vuoi fermarmi accomodati”. Poi scompare ancora.
Sta usando una delle mie specialità e devo dire che subirla non è esattamente piacevole come esercitarla. Il sogno qui però comincia a destabilizzarsi. Finisco di nuovo in terza persona. Nebula allora torna visibile in un istante con un attacco fulmineo di una katana che, forse per la mia reazione sorpresa da visione esterna in cui censuro una brutta parola del tutto lecita in certi momenti, il mio PO para creando una seconda katana fra le mani. Qui il sogno lucido crolla
e sento giungermi alle orecchie una canzone degli Evanescence che io non ho assolutamente messo. Riapro gli occhi nel sogno normale esattamente da dove ero rimasta! Ovvero nell’atto di addormentarmi fuori e in piedi come un cavallo dove tutto mi sembra reale, lecito e normale. Il primo pensiero è di voler rientrare, ma la musica non è quella giusta. Torno alla pensilina dell’autobus con il computer ancora acceso e collegato. Cerco il brano che avevo messo prima di cominciare il lucido ma arrivano i miei e parcheggiano. Mia madre mi dice che è ora di rientrare a casa perché si deve cominciare a cucinare per poter cenare e mi rimprovera il fatto che io abbia lasciato delle paia di scarpe proprio sul muretto della pensilina del bus dove tutti possono prenderle. Mi giustifico che in garage non c’è più posto e questo è l’unico che ho trovato. Sbuffa contrariata mentre mio padre non dice nulla e continua a portare la spesa e mia sorella mi prende scherzosamente in giro per freddare i a mia madre. Chiudo il pc scollegando la spina, arrotolando il cavo senza averlo staccato da qualsiasi parte in cui fosse attaccata e mi carico tutto fra le braccia per portarlo in casa.
Qui il sogno finisce definitivamente.

Considerazioni: il trucco dell'ingannare se stessi funziona, peccato che bisogna avere fortuna che il sogno normale arrivi ad una situazione del genere. Non è la prima volta che mi addormento in sogno e mi ritrovo in lucido (e mi risveglio in sogno normale poi). Si potrebbe essere portati a credere ad un sogno a più livelli quando invece si tratta solo di cambi di scena e di convinzioni assolutamente fasulle da parte della mente. Chissà se c'è un modo per incrementare questi paradossi...
Le nozioni preconfezionate del sogno continuano ad arrivare; tante volte credo anche di costruirmi in modo automatico dei falsi ricordi/giustificazioni plausibili, come se la mente cercasse di adattarsi in qualche modo alla presa di coscienza e cercasse di colmare alcune lacune più grandi. Cosa ha rubato Nebula?=quello che Melody voleva mettere in città; rubare è sbagliato=oniria può essere distrutta dal gesto ma dato che non riesco a vedere Nebula come villain della situazione=il suo PO crea una giustificazione. Sono tutti concetti semplici di causa ed effetto dove si intrecciano cose di cui ho parlato di giorno con cose sognate la notte. Mi ha sorpreso che il subconscio abbia fatto tesoro di tutto ciò di cui Melody aveva parlato in chat immaginandosi Oniria. Le avevo chiesto di rimanere a cose semplici così da facilitare la mente a sognare il posto, invece alla fine il sogno ha inserito da solo tutti i particolari di cui lei aveva parlato.
Ultima modifica di Alrescha il 17/10/2015, 0:02, modificato 1 volta in totale.
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Nateolius » 16/10/2015, 7:31

Che sogno fantastico Alrescha!
Leggendo la parte delle mura e degli archi mi è sorta una domanda: è possibile che i grandi architetti / artisti del passato siano stati ispirati da sogni lucidi nei quali senza i limiti della realtà hanno potuto dare libero sfogo alla propria creatività?
Pensando ai SL in questa ottica acquisiscono un enorme potenziale: certo uno poi deve ricordarsi le cose, ma in linea teorica lo trovo affascinante.
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Alrescha » 16/10/2015, 13:39

Nateolius ha scritto:Che sogno fantastico Alrescha!
Leggendo la parte delle mura e degli archi mi è sorta una domanda: è possibile che i grandi architetti / artisti del passato siano stati ispirati da sogni lucidi nei quali senza i limiti della realtà hanno potuto dare libero sfogo alla propria creatività?
Pensando ai SL in questa ottica acquisiscono un enorme potenziale: certo uno poi deve ricordarsi le cose, ma in linea teorica lo trovo affascinante.


Chissà, se così fosse non me ne stupirei troppo : Chessygrin : fussli, carlo maria mariani, i surrealisti e chissà quanti altri hanno preso spunto dai sogni perciò non vedo perché gli architetti debbano essere esclusi. Concordo moltissimo sul fatto che i sogni abbiano un enorme potenziale
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Re: pagine di sogni di Alrescha

Messaggioda Nateolius » 16/10/2015, 19:18

Magari chissà qualcuno (anche scrittore) verrà influenzato dai tuoi sogni :D
Potresti proporre copioni di film, e faresti milioni!
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