Sull'effetto Schnoll

[Citrato]

Te lo auguro proprio.

[PK2]

Credo che la fama possa aspettare.
Ho applicato il metodo agli anni 2011 e 2012 e l'effetto non è stato confermato. Rimane da capire perché si è manifestato così evidente nei dati del 2010...

[PK2]

Specifico meglio, perché dire che non è stato confermato può lasciare intendere che non c'è il "near effect", cosa non vera.
L'effetto "near" è ancora presente, e l'andamento generale è lo stesso, però con queste differenze:
1) In qualche modo la progressione lineare iniziale è più "smorzata", meno evidente
2) il punto di discontinuità è ancora presente, ma non più dopo circa 80 ore ma precedente
Ecco ad esempio i dati di similarità per l'anno 2011:

2011.jpg (41.71 KiB) Visto 1329 volte

Dettaglio del punto di discontinuità, circa dopo 25-30 ore:

2011b.jpg (31.46 KiB) Visto 1329 volte

Questo invece è l'andamento per l'anno 2012 (notare i valori dell'indice, di alcuni ordini di grandezza superiori):

2012.jpg (45.44 KiB) Visto 1329 volte

Quando il tempo libero me lo consentirà proverò a esaminare il near effect nei tre anni senza fare medie (i valori finora espressi sono medie calcolate nell'arco di tutto il periodo considerato), vediamo cosa esce fuori...

[PK2]

Non ho proseguito nelle sperimentazioni per mancanza di tempo.
Ho però spulciato in giro e trovato un fenomeno che mi pare che a Citrix, nelle sue spigolature sul web, sia sfuggito. Questi gli antefatti: in esperimenti fatti presso l'acceleratore nucleare GSI a Darmstadt, in Germania, si è trovato che il decadimento di un certo tipo di atomi radioattivi era periodico, con andamento ciclico sinusoidale di periodo circa 7 secondi (tenendo presente la "legge delle ottave" Gurdjeff sorriderebbe sotto i baffi a questa notizia). Le misurazioni sono accuratissime, dato che vengono osservati i singoli atomi, quindi si tratta di misurazioni unitarie e non statistiche. La questione ha inizialmente portato a supporre che l'effetto fosse dovuto a una certa "mistura" con i neutrini prodotti nella reazione, ipotesi che è stata poi scartata in via teorica e abbandonata definitivamente. Qui
http://www.technologyreview.com/view/42 ... ned-maybe/
http://arxiv.org/pdf/1204.1896v2.pdf
due ricercatori italiani propongono un'altra interpretazione, basata sulle differenti energie presenti nel sistema, e ipotizzano che questo fenomeno possa spiegare le periodicità osservate in altre scale.
Ovviamente non è così, almeno non nei termini detti, dato che nella complessità di interazioni dei decadimenti di una sostanza radioattiva eventuali influenze a livello così "basso" tenderebbero ad annullarsi. Però la cosa potrebbe portare a un sistema caotico e instabile in cui piccole influenze di origine ignota potrebbero generare modifiche nel decadimento osservabili a livello macroscopico tramite regolarità e periodicità.

PS: forse Citrix è stato un poco avventato a mettere subito questo topic su "pseudoscienza", o no? Per essere pseudoscienza, la scienza se ne sta occupando abbastanza...

[Citrato]

Dalla lettura dei link che hai fornito mi sembra di aver capito che ci troviamo davanti ad un fenomeno di oscillazione degli stati energetici di alcuni atomi pesanti che stando alla spiegazione fornita dagli autori dovrebbe dipendere dall'interazione tra il decadimento radioattivo di questi elementi e l'apparato di misurazione, tanto che nell'articolo si fa continuamente riferimento all'effetto di Zenone e all'effetto di anti Zenone, come io stesso avevo accennato in uno dei miei post. Nell'articolo inoltre non si fa riferimento ai cicli planetari (tra l'altro l'intervallo di tempo in cui si verifica la periodicità è di 7 secondi in questo caso) ma si discute appunto sul modo in cui l'apparecchiatura usata per la misurazione può interferire con la stato di decadimento radioattivo. Non si parla del rumore di fondo come per l'effetto Shnoll, ma delle condizioni che permettono di misurare segnali al di sopra di esso ( (cut-off) ). Tutto ciò mi sembra perfettamente in linea con le mie argomentazioni e non mi pare di aver scorto alcun argomento legato all'astronomia, ne tanto meno all'astrologia. Il fatto che tale periodicità corrisponda a 7 secondi, oltre che rendere felice Gurdjieff, potrebbe anche far sorridere i nani di Biancaneve o i cavalieri dell'apocalisse. Infine, la spiegazione data dagli autori sulle ragioni del fenomeno in questione mi pare che poggi ancora una volta su delle basi speculative, tanto che quel "Maybe" scritto nell'articolo del MIT appare più che mai eloquente.

[PK2]

Infatti la spiegazione fornita dagli italiani è ancora ipotetica e limitata al caso specifico della periodicità dei sette secondi. E anche l'ipotesi che questo tipo di interazioni possa spiegare le periodicità di scala maggiore è "buttata lì" (e secondo me falsa, se non altro perché la sovrapposizione di innumerevoli periodicità di diversa fase e intensità porterebbe a un effetto complessivo nullo).
Rimane il fatto che la scienza prende sul serio queste anomalie del decadimento radioattivo (ma anche in altri fenomeni), anche se forse non abbastanza sul serio.

[Citrato]

Queste anomalie riscontrate nella fisica quantistica rientrano più generalmente nel novero del cosiddetto "Measurement problem":

https://en.wikipedia.org/wiki/Measurement_problem