da Alrescha » 15/12/2014, 0:14
Ho sbaruffato xD in teoria dovevo solo prepararmi per riuscire nella task in una delle notti prestabilite invece ho fatto il contrario, l'ho raggiunta prima e poi ho toppato nelle notti successive almeno per quanto riguarda la baita.
P.s. mi sono un po' persa nelle descrizioni, altrimenti come lucido è durato veramente poco.
Sogno lucido dell' 11 dicembre 2014
Alla baita onirica
Prima di andare a dormire faccio un po’ di visualizzazione guidata a voce alta del posto con la baita che devo visitare per incontrarmi con gli altri. Quando mi sento pronta, cerco di tenermi concentrata sulla scena dell’ambiente ed entrare. Come spesso mi accade però i miei pensieri prendono il sopravvento, così cominciano i collegamenti assurdi che avvengono con le ipnagogiche e addio baita. Mi perdo in un sogno normale che non ricordo minimamente.
Ad un certo punto perdo anche il sogno normale, forse in un microrisveglio, e quando torna a formarsi un’ambientazione mi trovo in mezzo alla neve.
Mi guardo attorno ma non c’è nessuno e ci sarebbe un silenzio quasi assoluto se non fosse per il sibilo leggero del vento. In alto il cielo inizia a farsi buio e cominciano ad apparire le prime stelle mentre alle mie spalle il sole sta dando i suoi ultimi raggi. Mi accorgo di essere a metà di un dislivello, di una collina di neve, mentre più avanti vedo svettare il picco verticale di una montagna che sta lentamente prendendo colorazioni azzurre e dove la roccia nuda affiora di tanto intanto fra le spruzzate bianche. Mi chiedo per un secondo perché sono qui. E’ come se sapessi di dover fare qualcosa di importante in questo posto ma non ricordare cosa. Solo nel momento in cui faccio qualche passo avanti, salendo, e l’occhio mi cade su un rifugio addossato proprio sotto le pendici della vetta, mi blocco perplessa. Perché mi è così famigliare? I miei ricordi subiscono una sorta di scossa e tutto riaffiora come un fiume in piena. E’ come quando si cerca di ricordare un sogno appena fatto e non riuscirci finché non si incappa nella parola giusta che ha la chiave per aprire il cassetto della memoria. Una volta trovata, ogni cosa diventa chiara.
Il rifugio è molto basso, con solo il pianoterra data la singola fila di finestre che vedo, e dal tetto inclinato e scuro che contrasta con il suo zoccolo di pietre unito al rivestimento in legno. Le finestre sono illuminate di una luce gialla e calda e quasi mi sembra di sentire delle risate provenire da dentro portate dal vento.
Comincio a correre nella neve senza alcuna difficoltà come se, invece di affondare per il peso, riuscisse a reggermi mentre ci cammino sopra.
Arrivo alla porta in legno massiccio, che non si trova al centro della struttura ma spostata verso destra, e busso. Qualcuno mi apre ma non riesco ad identificarlo e non ne ricordo il volto anche perché in preda all’euforia e alla curiosità mi precipito dentro senza badargli. Alla mia entrata i presenti mi salutano contenti che io sia arrivata, ma intanto noto che sono già tutti con dei bicchierini pieni in mano senza avermi aspettata! Maledetti, hanno cominciato la festa senza di me.
Alla mia destra non c’è niente se non uno dei lati del rifugio con un paio di finestre. Avanti a me, proprio in asse con la porta d’entrata, c’è una scala in legno che porta al piano superiore, anche se da fuori avevo visto che il rifugio era ad un piano solo. Magari porta al sottotetto. Le scale sono separate da un grande salotto tramite una piccola parete in legno. Alla mia sinistra infatti si sviluppa tutta la struttura e quindi gli utenti si trovano tutti a girovagare là. Riconosco Daydreamer, non molto alto, con gli occhiali di un colore scuro, sulla trentina credo e con indosso una maglia rossa (ormai non potrò mai più scollargli di dosso l’identità di amministratore) che prende qualcosa da un ripiano in marmo della cucina che è sulla stessa parete lunga dove c’è la porta d’entrata e senza alcuna separazione dal salotto; c’è Kaito (niente a che fare con il Kaito che avevo già sognato in un piccolo sogno normale passato senza sapere quale fosse il suo aspetto reale. Qui è proprio lui) seduto su un divano di pelle marrone che, insieme ad altri due divani a formare un ferro di cavallo, sono stati posti sopra un tappeto rosso in maniera da circondare il camino; intravedo Silvietta, con indosso una leggera maglia bianco panna che sembra quasi fatta di rete finissima, parlare con un ragazzo di spalle che non riconosco e Cenwyn, vestita con una maglia a maniche lunghe dall’aspetto setoso e di un vivo blu cobalto che contrasta con i suoi capelli sul rosso-violaceo ed un rossetto dello stesso colore, che ha un bicchiere di spumante sulla mano sinistra e sembra piuttosto compiaciuta dell’atmosfera. Con lo sguardo seguo il profilo della cucina e mi accorgo che in fondo c’è una grande arcata senza alcuna porta che dà su un’altra stanza dalla luce accesa e con altri utenti ancora. Riconosco Dixit che si muove verso la finestra che dà sul lato alle mie spalle (lo stesso con la porta principale) e poi si volta appoggiando il suo peso al termosifone. Indossa un maglioncino pesante di lana verde scuro e il colletto di una camicia bianca sotto, un paio di jeans scuri, gli occhiali ed ha quel suo sorriso particolare che più volte ho visto in foto grazie a Cenwyn. Sembra stia parlando con qualcuno nella stanza che però non vedo perché non è all’interno dell’area che la porta mostra.
Ad un certo punto sento bussare alla porta principale proprio dietro di me. Dato che sono la più vicina perché non mi sono ancora spostata di un millimetro da quando ho messo piede qui dentro, decido di andare ad aprire aspettandomi l’arrivo di qualche altro utente.
Quando apro, invece, sulla soglia trovo Camael e Morfeo.
Sgrano gli occhi. Che diavolo ci fanno qui?
Tento velocemente di richiudere la porta mettendomi con la schiena appoggiata su questa ma Camael si mette di mezzo e comincia a spingere dalla parte opposta per aprirla.
<<Voi non siete stati invitati!>> dico seccata.
<<Ormai siamo qui>> mi risponde Camael altrettanto deciso.
Non ci posso credere, ora ho anche i personaggi onirici che si autoinvitano alle feste…
<<E va bene!>> mi tolgo dalla porta di malumore.
I due entrano nella casa mentre io so esattamente cosa devo fare.
<<Cenwyn!>> la chiamo ad alta voce per attirare la sua attenzione.
Lei, che stava parlando in piedi nel salotto con Day e con quello che mi sembra Amos, si blocca guardandomi.
<<Niente “cose strane” con loro>> indico i miei due PO, qualcuno ridacchia, e poi mi rivolgo a Camael e Morfeo che intanto mi si sono avvicinati <<E voi due comportatevi bene>>. Non mi rispondono. Solo Morfeo mi lancia un’occhiata veloce, impassibile e con le braccia conserte sul petto.
Grazie al cielo, mi dico, che ci sono poche donne fra gli utenti. Forse è stupido essere gelosi di persone che non esistono verso qualcun altro che non è effettivamente lì, però è più forte di me. Mi allontano dai miei due PO per cercare un bicchiere pieno di spumante nella cucina e poi andare a curiosare nell’altra stanza in cui Dixit stava parlando con altri utenti. Qui però il sogno termina di colpo e riprende uno normale in cui siamo io e mia sorella e vedo un autobus rosso…e lo ripeto…un autobus…deformarsi come gomma ed uscire dalla finestra di un palazzo.
<<Oh ma hai visto?>> chiedo a mia sorella.
<<Cosa?>>
<<Un autobus è uscito dalla finestra di quel palazzo>> le rispondo. Poi mi viene il dubbio…ma non è che è un sogno? Mi do due schiaffoni, anche abbastanza forti, sulle guance e non so da cosa deduco che no, non è un sogno. <<Cavoli non ho mai avuto delle allucinazioni tanto realistiche>> parlo fra me ad alta voce.
Intanto arriva mio padre con il camper, scende da quello e sale su una vecchia macchina grigia dal tetto nero che non ho mai visto, per spostarla e parcheggiare il camper al suo posto. Da quando mio padre ha una macchina del genere? L’avrà fatta nuova di recente…
E qui finisce il sogno stendendo un pietoso velo su quanti possibili lucidi si perdono per due schiaffoni…avessi fatto un test di realtà decente almeno...
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "
Virtualmente affine ad
Alkimist