da Anakin » 27/07/2022, 23:18
27/07/22
INCEPTION
Sogno lucido senza risveglio
Stanotte ho fatto questo lucido parecchio lungo e interessante per come è strutturato.
Sto sognando e sono nel parco davanti a casa mia, non sono lucido ma il sogno è molto vivido. Ad un tratto l’ambiente cambia completamente (non ricordo perfettamente questa transizione) e mi ritrovo lucido in un posto sconosciuto. Si tratta di una zona montuosa brulla, spazi sterminati a perdita d’occhio. La temperatura è torrida e afosa, il cielo è nuvoloso e preannuncia pioggia. Mi fermo a pensare al fatto che pochi istanti fa mi trovassi a casa mia mentre ora sono chissà dove senza che abbia fatto niente e che inoltre questo passaggio mi abbia procurato la lucidità. Comincio a risalire la collinetta su cui mi trovo a grandi balzi per coprire più velocemente gli spazi del sogno. Arrivo in cima e mi guardo in giro, l’orizzonte davanti a me si compone di una moltitudine di collinette come quella in cui mi trovo. Sotto c’è una valle di grandi lastre di pietra, la raggiungo con un salto. Appena tocco il suolo però noto un grosso animale che sta camminando su una cresta davanti a me e che ogni tanto mi guarda con la coda dell’occhio, è abbastanza lontano e non riesco a capire cosa sia. Sicuramente un felino ma dalle dimensioni mi fa pensare ad una di quelle bestie che vivevano migliaia di anni fa. Non ho paura dell’animale in sé ma del mio inconscio e che possa rovinarmi il lucido, quindi evito di guardarlo e di fare movimenti bruschi. Decido di chiamare la mia guida, mi giro ma sorprendentemente non c’è o meglio, è spawnata molto distante da me e vedo solo un puntino in lontananza che si avvicina. Penso però che ora che arriva è probabile che mi sarò già svegliato e abbandono anche l’idea di andargli incontro o riprovare l’evocazione. Mi concentro invece sulla roccia su cui poggio i piedi: è disegnata infatti un’enorme mappa della Terra con alcuni segni rossi, sembra un’incisione rupestre. I segni indicano che il posto in cui mi trovo è la Turchia, la parte nord-est, ma sono segnati anche altri punti d’interesse in giro per il mondo, ricordo dei segni nelle Americhe e in India, ma mi sfugge la logica della mappa. Poi succede una cosa strana perché alzando lo sguardo il disegno della mappa mi rimane dapprima nel campo visivo, poi in testa, cioè nella mente. Improvvisamente sento delle forti vibrazioni e perdo contatto con l’ambiente che mi circonda, l’unica cosa che vedo è questa mappa che guardo come in terza persona. La sensazione ora è quella di stare sprofondando e non provo a visualizzare ma mi lascio trasportare sperando di non svegliarmi. Mi ritrovo in un altro ambiente, sono per strada, una strada antica di grossi massi di pietra. Basta una veloce occhiata in giro per capire più o meno dove mi trovo, infatti ai lati della strada vedo dei mandala appesi e quelle bandierine tibetane colorate, da cui deduco appunto di essere in tibet. La strada è in salita e non vedo dall’altra parte, ai lati ci sono due corde che delimitano il percorso. La prima cosa che noto a livello di sensazioni è che la lucidità è migliore di prima e riesco a pensare in modo molto razionale. Innanzitutto mi avvicino ad una corda e comincio a toccarla, riesco a sentire i fili e i rigonfiamenti della fune e sfrutto questa cosa per stabilizzare ancora di più il sogno. Comincio a camminare in salita per raggiungere il punto in cui poi la strada scende dall’altra parte, che non riesco a vedere. Lo faccio guardando il terreno e mettendo i piedi evitando gli spazi tra le pietre, tra le quali scorre dell’acqua. Appena raggiungo la cima davanti a me c’è una strada affollata su cui aleggia un forte odore di spezie indiane. Le persone sono in effetti indiane e camminano velocemente in entrambe le direzioni. Mi butto anche io nella mischia dopo un attimo di tentennamento ma ben presto la folla mi viene a noia. L’idea che mi viene in mente è quella di creare una grande onda d’urto che spazi via queste persone, poi però decido che è una soluzione un po’ drastica e decido piuttosto di farmi guidare da qualcuno, infatti mi viene in mente che in India ho spesso un ragazzo che mi guida. A questo pensiero intravedo davanti a me un ragazzino che si avvicina verso di me facendosi largo tra le persone che camminano in direzione contraria. Lui mi guarda facendomi intuire chiaramente che sta cercando di raggiungermi. Appena mi è davanti gli chiedo se è il ragazzo dell’altra volta. Lui mi dice di no, che è suo fratello. Mi dice che lui è stato chiamato per andare in guerra. Il ragazzino indossa solo qualcosa che gli copre le parti intime. Mi guida fuori dal fiume di persone, percorrendo una via che si apre sulla sinistra. Questa via stona con l’ambiente di prima, sembra di essere in Europa ed è fatta a spirale che va in senso orario. Arriviamo alla fine, davanti ad una portone verde con pomelli dorati, il ragazzo mi saluta e io entro. Sulla mia destra c’è uno sportello tipo quelli per le biglietterie, in vetro con un buco al centro. Dall’altra parte del vetro c’è un uomo anziano con la barba lunga, mi fermo per chiedergli qualcosa. Sul momento la cosa più strana che mi viene in mente è “mi dia un biglietto per un altro mondo”. Lui prende un rotolo da sotto il bancone dal quale strappa un biglietto dorato simile a quelli del film della fabbrica di cioccolato e me lo allunga da sotto il vetro. Io lo prendo e proseguo all’interno dell’edificio, dapprima passando per un corridoio per poi trovarmi in una sorta di sala di aspetto. Non faccio in tempo però ad ambientarmi che sento una voce che chiama il mio nome, sembra quella di mia madre. Entro nella stanza dalla quale proviene la voce e in effetti sdraiata su un lettino chirurgico c’è mia madre.
Io: “cosa ti fanno mamma”
Lei: “mi danno dell’ashwaganda per l’insonnia”
Io: “sei sicura? So che è forte”. In questo momento pur essendo lucido confondo questo integratore con una droga del Sud America che avevo visto in un documentario qualche giorno fa e che dava allucinazioni psichedeliche.
Lei: “non ci sono effetti collaterali”
Io: “mamma tu stai già dormendo se sei qui, siamo in un sogno”
Lei: “tu stai dormendo, io no!” con tono scocciato.
Arriva nella stanza un guru vestito di arancio, si avvicina a mia madre e con le mani aperte senza toccarla comincia a farle una specie di quei massaggi energetici. Io guardo con attenzione e riesco a vedere qualcosa che scorre tra le mani sue e il corpo di lei. Quindi mi siedo a gambe incrociate e cerco di rilassarmi anche io. Passano pochi secondi e mi viene un’obe, mi vedo da fuori nella stanza di prima ma improvvisamente perdo il controllo del mio corpo e mi vedo un’altra volta in terza persona con quella sensazione di sprofondamento e abbandono. Mi lascio andare e un’altra volta l’ambiente cambia completamente. Sono ora nella casa di un samurai, ma l’epoca è dei giorni nostri. Credo si tratti di una vecchia casa di samurai ora aperta al pubblico per le visite. Il pavimento è in tatami e ci sono le tipiche porte scorrevoli delle case tradizionali giapponesi. Ancora una volta sono stupito di questo continuo inviluppo del sogno in strati sempre più profondi, quasi preoccupato perché è inevitabile il mio rimando a inception. Sono incuriosito dal nuovo ambiente in cui mi trovo e decido di visitarlo come fosse un museo, infatti ci sono degli oggetti e utensili esposti con accanto una descrizione per i visitatori, come nei musei. Provo a leggere un testo per curiosità ma non ci trovo niente di comprensibile. Ad un certo punto sento un vociare di bambini, una scolaresca. Entrano nella stanza delle ragazzine giapponesi vestite d’altri tempi, delle piccole geishe. Mi guardano e sorridono bisbigliando tra loro, noto dell’interesse nei miei confronti. Mi avvicino a loro ed in particolare ad una ragazza molto carina e le dico una frase in “giapponese”. Tuttavia non conosco il giapponese e non so cosa abbia detto in sogno, ma in quel contesto pare qualcosa di sensato e credo di sconcio perché la ragazza è diventata tutta rossa e si è girata verso le sue amiche ridendo imbarazzata. Poi mi prende il braccio e mi guarda in volto ma qualcosa nei suoi occhi neri mi evoca una sensazione negativa, di pericolo. Faccio per allontanarmi ma perdo di nuovo contatto. Non ricordo esattamente cosa sia successo dopo ma nella transizione che mi ha riportato all’inizio del sogno vedo delle immagini in sequenza che sono gli ambienti del sogno che si sono susseguiti fino ad ora, per ultimo il monte in Turchia. Mi ritrovo nel parco davanti a casa mia che ho perso quasi completamente lucidità, tuttavia sono ben cosciente di aver fatto un lucido. In quel momento che lo ripercorro mentalmente lo descrivo come un lucido strutturato su quattro livelli e mi dico che quando mi sveglierò la mattina dovrò trascriverlo perché è stato interessante. Poi continuo a dormire in modo incosciente. Tuttavia gli unici livelli che ricordo erano questi, che sono tre, quindi devo averne dimenticato uno ancora più profondo.