da Anakin » 04/09/2022, 12:52
01/09/22
SULLE TRACCE DI BILBO BAGGINS
Lucido WILD
Sono in bici con un amico, stiamo percorrendo la strada dove andavamo alle medie. Ad un certo punto noto due macchine parcheggiate in modo improvvisato sul lato della strada. Sono i nostri genitori, mio padre e suo padre, che ci fanno cenno di salire nelle rispettive macchine. Decido di farlo e salgo in auto con mio padre. Guida lui, io sono seduto dietro, siamo di fretta per andare da qualche parte. Dopo qualche minuto in cui vedo paesaggi e strade che non conosco, ci fermiamo in un piccolo borgo abbastanza affollato. Lui mi molla lì e se ne va. Il paesino in cui mi trovo sembra di epoca medioevale anche se potrebbe essere una ricostruzione. Tra i gruppetti di persone ferme a parlare vedo C, mi raggiunge e mi dice “finalmente vedi il tuo Signore degli Anelli, sei contento?”. “Non è vero” penso, troppo figo. Mi guardo intorno in cerca di segnali che confermassero la sua affermazione ed in effetti ci sono dei cartelli con il nome di posti della Terra di Mezzo. Al centro della piazzetta c’è un palo in legno con almeno 5-6 indicazioni geografiche di lotr, tipo quei cartelli con le frecce orientate verso le varie capitali del mondo. Comincio dunque a camminare con C in una via che sale, altri gruppetti di persone sono davanti e dietro di noi. Sembra di essere in un parco divertimenti a tema o in una località turistica. Temo che si tratti piuttosto di ricostruzioni di alcuni set del film piuttosto che il vero universo fantasy. Proseguiamo per un po’, la strada si fa a tornanti e per tagliare passiamo nell’erba tra un tornante e l’altro. Mi raggiunge una donna abbastanza anziana, con capelli bianchi e occhiali, ma parecchio arzilla. Mi rivolge la parola dicendomi “andate anche voi a Mordor?”, io penso un attimo a cosa dire ma lei mi precede: “non è male, anche se noi d’estate andiamo a Mantegna di solito”. Penso che ho già sentito questo nome, rispolvero al volo la memoria grossolana di storia dell’arte delle superiori e le chiedo: “E’ la città del pittore?” ma lei dice di non saperlo. Arriviamo infine ad un bivio: a sinistra l’indicazione per Mordor, a destra quella per la Contea. Lì per lì sono abbastanza indeciso, ma poi decido di non complicarmi la vita e prendere la strada per la Contea. Camminiamo per un bel po’ finché non ci troviamo su una stretta strada sterrata con il precipizio sulla sinistra. Alcune persone sono ferme sull’orlo ad osservare la fossa di Helm, riesco a vedere anche io la fortezza scavata nella roccia, ma è molto lontana. Adesso che ho sondato la veridicità delle location voglio raggiungere la Contea il prima possibile, quindi decido di far apparire una bici lungo la strada. Comincio a pedalare con il desiderio di raggiungerla e dopo poche pedalate finalmente ci sono: mi trovo in un piccolo spiazzo con davanti a me il ponticello in pietra che segna l’ingresso nel paese, intorno c’è il verde dell’erba, vedo delle farfalle, la luce è calda, è proprio come la immaginavo. A questo punto sono molto curioso di vedere il resto, quindi attraverso il ponte con la bici. Nel mezzo però la pendenza del ponticello cambia radicalmente, come si fosse inarcato. Faccio molta fatica ad andare avanti, ma scalando le marce alla fine riesco a fare la salita. Ora vedo la collinetta con le varie casette degli Hobbit disposte su più livelli. Sento una voce dire “di qua per la casa di Bilbo”. A parlare è una specie di guida turistica, tiene un cartello in mano e al suo seguito ci sono delle persone cinesi. Seguo il gruppetto tenendomi in disparte, la guida si ferma davanti ad una casa che non può essere quella di Bilbo perché è troppo in basso, ma da fuori effettivamente sembra proprio quella di Bilbo Baggins. I turisti cominciano a disperdersi, così mi avvicino alla guida chiedendogli dove fosse Bilbo. Lui rimane visibilmente spiazzato dalla domanda, come se gli avessi chiesto qualcosa che di solito i turisti non chiedono. Mi risponde dicendo che “al momento non è in casa”, ma non ne sembra molto convinto. Mi avvicino alla famosa porta circolare, la tocco per testarne il materiale: è di un legno molto lucido e liscio al tatto. La apro ed entro nella casa, l’ambiente è buio e polveroso, sulla sinistra intravedo il tavolo e la cucina. Entro nel suo studio, alla ricerca del diario sulla scrivania, che però non c’è. Ci sono invece degli oggetti che stanno sulla mia di scrivania. Nel pensare alla stranezza di questa cosa mi sveglio.
03/09/22
OBE IN SOGNO
Sogno lucido
Sto sognando di aiutare mia madre a fare una cosa col cellulare quando compare una notifica a schermo con scritto in grande “SogniLucidi”. Lei la vede e mi dice “non avevi smesso con queste cose?” con tono di rimprovero. Mi sveglio. Sono nella camera d’hotel, ho ancora nelle orecchie gli auricolari con i quali mi ero addormentato. Me li tolgo e li appoggio vicino a me sul lenzuolo, mi accorgo tuttavia che sono due paia, per un totale di quattro cuffiette invece che due. Capisco quindi di essere in un falso risveglio e di stare ancora dormendo. Faccio dei reality check da sdraiato, ma falliscono tutti. Io però so di stare sognando e voglio svegliarmi perché i lucidi che partono dai falsi risvegli mi mettono un po’ d’ansia. Ma prima che riesca a farlo mi viene un’obe in sogno, devo dire questa volta abbastanza realistica. Di solito la transizione viene riprodotta in sogno in modo inaccurato, ma questa volta è diverso, le sensazioni sono davvero forti. Vengo sbalzato fuori dal corpo e mi ritrovo nella stessa camera d’hotel, è notte ma dalla finestra la fioca luce bianca di un lampione mi permette di vedere. Sono leggermente agitato per il fatto di avere avuto un’obe totalmente involontaria quando invece volevo solo svegliarmi e di stare sfruttando un falso risveglio in cui non sono nemmeno a casa mia. L’ambiente è di una stabilità incredibile, tanto che per tutta la durata del lucido (percepita di circa 2 ore) non uso nessuna tecnica per stabilizzarlo. Do una rapida occhiata alla stanza, che è come l’avevo lasciata, poi apro la porta e mi trovo nel corridoio dell’albergo. Alla mia sinistra ci sono le altre camere, davanti a me lo spazio con l’ascensore. Potrei prenderlo per uscire dall’edificio, ma è sorvegliato da un uomo di guardia che sta dormendo su un amaca legata alle due pareti, sbarrando l’accesso. Decido quindi di rientrare per sfruttare il balcone, ma prima faccio una capatina in bagno. Mi metto davanti allo specchio e mi osservo per un po’, cerco di capire se sono riprodotto accuratamente. Mi tiro i lati delle guance come fossi fatto di pongo, poi mi lavo la faccia con acqua fredda e ritorno di là. Ora c’è un divanetto che prima non c’era, sul quale è sdraiata una ragazza di colore svestita. Con la poca luce che c’è riesco a vederle solo le gambe e parte del busto. Abbiamo un rapporto sessuale, complicato dalla dimensione del divanetto sul quale faccio fatica a starci. Al termine di ciò rimango sopra di lei a rifiatare un po’. Analizzo meglio il suo corpo, poi la guardo finalmente in viso: è una donna che avrà due o tre volte la mia età, nonostante il corpo di prima fosse tonico come quello di una ventenne. Più la guardo più sembra vecchia, i capelli si fanno grigi e le rughe sempre più visibili. Grazie inconscio per i traumi. Mi alzo con la voglia di cambiare ambiente, voglio ricominciare da casa mia. Chiudo gli occhi e provo a teletrasportarmi nel parco davanti a dove vivo. Funziona, bene. Ora che sono in un ambiente più familiare sperimento diverse semplici task da fare in casa o all’aperto. Durante una di queste, mentre sono fuori che sto provando a fare crescere delle piante dal terreno, incontro un gruppetto di bambini. Ce n’è uno di spalle con un grosso album di figurine in mano e gli altri che gli stanno intorno incuriositi. Mi avvicino da dietro e gli metto una mano sulla spalla chiedendo “cosa fate di bello?”. Il bambino si gira: sono io da piccolo. Ovviamente il me bambino è ignaro di essere me e mi tratta come fossi un fratello maggiore, sfoggiando il suo bell’album come fosse un trofeo. Io invece lo osservo in silenzio mentre parla di cose tipiche della sua età. Non voglio interromperlo e per un attimo mi chiedo se ero davvero così. Per qualche motivo mi viene da emozionarmi e mi allontano. Il sogno è ancora perfettamente stabile e cosciente nonostante facessi ben poco per renderlo tale. Infatti subito dopo rimango in piedi senza fare niente per un bel po’, ripenso alla giornata di ieri e a quello che dovrò fare il giorno dopo. Penso alla sveglia che ho impostato per la mattina seguente, la sentirò? Avrà mai fine questo sogno? Ripensando a ieri mi viene in mente di un video che mi ha fatto vedere un amico di alcuni sub che nuotavano con gli squali. Volo sul tetto di casa mia cercando un modo di replicare l’esperienza di nuotare con gli squali in sogno. Comincio testando i miei poteri onirici: cerco di far apparire una nave dall’incrocio della strada. Piano piano il manto stradale si fa sempre più trasparente e da sotto vedo apparire una grossa nave che sta affiorando dalle profondità. Finisce per spaccare l’asfalto e fermarsi lì. Poi provo a creare il mare ma anziché usare ancora i poteri decido di tuffarmi direttamente. Durante il tuffo la strada diventa davvero la superficie del mare e mi ci immergo. Una volta in acqua mi guardo intorno in cerca degli squali ma quello che vedo sono due grandi rinoceronti che scalciano sott’acqua per nuotare. Il mare da blu diventa di un colorito giallognolo e attorno a me compaiono intere mandrie di bufali, gnu, zebre, elefanti e in generale tutti animali della savana che corrono. Penso di avere leggermente sbagliato a riprodurre la fauna del mare. Cerco di sostituire le mandrie di animali con banchi di pesci e dopo qualche tentativo funziona. Ora sono davvero in mare circondato da pesci di tutti i tipi. Improvvisamente però sento una voce sopra di me che per qualche motivo so essere quella dell’utente NeuroEngineer che dice “No! Fai il mare nella savana, ce la puoi fare”. Ok, vediamo cosa succede. Insieme ai pesci ricompaiono gli animali africani di prima che vengono trascinati sul fondo del mare, dove anziché esserci la sabbia c’è la savana vera e propria. Sopra di loro ci sono io che nuoto con i pesci. Sento la voce di prima esprimere approvazione. Anche io sono soddisfatto del lavoro. Mi sveglio. Sono nel letto dell’hotel, gli auricolari ancora nelle orecchie. Mi giro come in sogno per poggiarli sul lenzuolo, questa volta sono due. Faccio un reality check per sicurezza e guardo l’ora: sono le 6 del mattino.