Questa notte un lungo sogno si è concluso con un'altra delle mie "cadute nel subconscio" in stato di semi lucidità
Riporto qui sotto la parte semilucida del sogno (non lo riporto tutto per non intasare il diario Lucido con un sogno che è in gran parte normale)
Chi volesse può leggerlo per intero nella pagina del Diario Onirico: http://www.sognilucidi.it/forum/viewtopic.php?f=11&t=8363&p=92189#p92189
[...] Il sogno prosegue con me che esco dalla struttura e mi incammino lungo un vicolo della città... quando all'improvviso l'oscurità piomba su di me, il suolo mi manca sotto i piedi e precipito verso il basso. Mi prende un forte senso di vertigine e vuoto allo stomaco, lo stesso che provo durante le discese delle montagne russe, sento l'aria che mi investe tale è la velocità che ho preso, e istintivamente so che è una caduta senza fine.
Qualcosa dentro di me scatta... Divento parzialmente Lucido e consapevole del fatto che sto precipitando non nell'abisso ma bensì nelle profondità del mio Subconscio. Mi metto in ascolto e sento la stessa emozione di base che percepivo mentre mi addormentavo, un misto di rabbia e disperazione, mi arriva in mente il concetto MK.
"Ecco, sto entrando nel fulcro della ferita che mi lega a lei" penso (più che parole sono sensazioni, consapevolezze), mi lascio andare, precipitando sempre più in profondità e mentre lo faccio chiedo ai miei sè di lasciare andare... percepisco come un'espansione, come se quel grumo di emozioni all'interno del quale sto precipitando fosse una sfera e stesse iniziando a pulsare, contraendosi e espandendosi come una stella prima di diventare Supernova.
Mi lascio penetrare e attraversare dalle emozioni, le accetto completamente, abbracciandole. Ad un certo punto la rabbia è tale che inizio ad urlare il nome di lei "Mmmm......", sento che sto per svegliarmi e fermo l'urlo, in qualche modo so che è notte e non voglio svegliare i vicini", sento il corpo contro il materasso, mi pare di avere una parete contro la sinistra, come se fossi nella camera di un albergo o nella vecchia stanza da letto dove dormivo a casa dei miei. Apro gli occhi per una frazione di secondo, dove c'è la parete vedo una vetrata, oltre la vetrata le luci delle vie e della luna riflesse sui tetti.
Chiudo gli occhi e sono di nuovo lì, nel vuoto, mentre precipito, urlo nuovamente, nel tentativo di spezzare i legami di dipendenza da quella persona, sento una sorta di vibrazione, come se qualcosa dentro di me (ma allo stesso tempo fuori, all'interno di quel buio senza fine) fosse cambiato, sento il corpo che si rilassa, la tensione che scema, il subconscio che mi ringrazia.
Apro nuovamente gli occhi, vedo la stessa scena di prima, ci metto qualche secondo a realizzare dove sono, quando sono...
ci metto qualche secondo a tornare nel tempo presente e a ricordarmi che vivo da solo, in un appartamento mansardato, a Fossano.
Chiudo nuovamente gli occhi, mi addormento beato.