Indice Condivisione Esperienze Diario dei sogni non lucidi > Diario dei sogni comuni di teo

Raccolta di sogni privi della consapevolezza di sognare.
Condividi nel tuo diario i sogni più belli e particolari per trasmettere ai lettori le stesse emozioni che hai vissuto.

Re: Diario dei sogni comuni di teo

Messaggioda teo » 14/06/2014, 16:46

6-7/11/2013

PREMESSE
Nada

SOGNI
1) Berlusconi in my house: vado a fare colazione, e bum mi trovo seduto al tavolo accanto a mia madre con Berlusconi all'altro lato del tavolo. Lui parla parla parla (non ricordo di cosa si parlasse), io mi limito ad ascoltare, avrei molto da dire ma interpreto quella discussione come una partita a scacchi. Tuttavia l'unica parte che ricordo del discorso è quando lui ricorda con piacere la morte di persone di altro stampo politico, diciamo così.
Poi però è il tempo di andare, torno in camera per prendere i vestiti e vedo/sento che il Berlusca sta facendo la doccia dentro il mio armadio. Nulla di strano: anche se continuo a sentire il suo parassitare nei luoghi della mia intimità la vedo come una cosa normale.
note: ma alla fine non aveva scelto i servizi sociali? [SM=x431243] vi prego tutto ma non i MIEI domiciliari!!

2) Cinema: mi trovo nella piazza dove siamo soliti darci appuntamento io e i miei amici. Adesso sono con due di loro, uno dei quali, in realtà, non sento da un pò e con cui non ho più il rapporto di una volta.
Andiamo al cinema (un cinema veramente brutto, squallido) a vedere Lo Hobbit (non ricordo se fosse quello già uscito o quello che dovrà uscire). I posti a sedere non sono le normali poltrone ma sono una "specie di poltrone" che consiste praticamente nella sola seduta, collocata a pochi centimetri da terra. Le sedute non si trovano di fronte allo schermo ma solo ai lati, a scendere in diagonale verso lo schermo.
Sento che non dovrei essere lì, che in realtà dovrei fare altro ma sono rimasto bloccato in questa situazione. In più il film mi sta facendo veramente schifo. Nel complesso quindi mi sento molto a disagio.

3) Ricordo: sono a casa della mia ragazza. Non è rappresentata come casa sua, c'è qualcosa di particolare che non riguarda la disposizione delle pareti o delle cose ma riguarda il mio modo di sentire l'ambiente.
Sono in un letto sotto le coperte da solo e sto guardando un film sul televisore davanti al letto.
Ricordo che ad un certo punto entra la sorella e ci diciamo qualcosa.

CONSIDERAZIONI:
Benchè siano passate una quindicina di ore ho ricordi molto vividi dei primi due sogni, ricordo ancora i miei pensieri e i miei sentori. Per quanto riguarda il terzo.. la mattina non lo ricordavo, mi è venuto in mente durante la giornata senza che cercassi di ricordare cosa ho sognato. Non ho la stessa lucidità dei primi due nel rimembrare il terzo.
Comunque questi giorni sono molto impegnato praticamente da mattina a sera e ho poca voglia di scrivere i sogni.
Mi hanno già conferito il potere che regge il mio destino,
e io nulla stringo, così non avrò nulla da difendere.
Non ho pensieri, così potrò vedere.
Non temo nulla, così ricorderò me stesso.
Distaccato e sereno, sfreccerò oltre l'Aquila, verso la Libertà




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Re: Diario dei sogni comuni di teo

Messaggioda teo » 14/06/2014, 16:46

Tra il 7/11 e il 3/12

PREMESSE
Come mi capita troppo spesso, comincio le cose e non le finisco. Tadan! Ecco un altro splendido esempio. Sono tornato qui dopo un mese stimolato dal fatto di aver avuto un pò di lucidità in sogno. Ma quel sogno sarà oggetto del prossimo post. In questo, visto che non si butta niente, scriverò due sogni che ho avuto nel periodo di assenza: il primo lo posso riportare qui perchè l'ho scritto la mattina seguente, il secondo perchè ancora me lo ricordo tanto mi ha impressionato.

SOGNI
1) Bere con i cinesi: sono seduto ad un tavolo lungo, in un locale, con dove ci siamo io, Silvia e un uomo e una donna cinesi. Stiamo bevendo superalcolici seguendo un gioco un pò strano: la donna passa una specie di rasoio/coltello, lungo una cinquantina di centimetri, a fior di bicchiere, passando prima per un bicchiere, poi l'altro, poi l'altro ecc.. Stiamo bevendo un liquore molto forte: se quando il rasoio passa sopra al tuo bicchiere ancora non hai finito questo liquore, il bicchiere ti verrà riempito con lo stesso liquore. Se il bicchiere è vuoto, puoi decidere qualche altro superalcolico con cui riempirlo.
Cambia scena e mi trovo in una hall molto spaziosa di un grande edificio, sembra come un grattacielo senza piani tanto che non vedo un soffitto. Incontro alcuni vecchi compagni del liceo seduti su un divano in questa hall. Accanto a loro c'è uno schermo che mostra qualche scena. Guardo il video e lo riconosco: è un mio sogno lucido.
[la cosa deve essere più contorta perchè sul foglio dove ho appuntato il sogno c'è scritto: "guardare allo schermo il sogno lucido e sapere che sognando ti sei ricordato il sogno lucido", ma non mi è ben chiaro cosa intendessi]
note: mi do tutti gli indizi possibili per prendere lucidità ma proprio non ci voglio riuscire eh!

2) Nel bosco: cammino per strada e una amica mi dice che se sapessi cosa c'è sotto le strade allora non ci andrei più. Quindi mi immagino/so che ci sono/visualizzo grandi cantieri sotto le strade, per i quali la strada su cui camminiamo è solo un soffitto retto da enormi colonne.
Sto andando ad una cena in ristorante per la quale sono in ritardo, ma i miei amici sanno che sarei arrivato dopo quindi al mio arrivo trovo un piatto di pasta al sugo lasciato sul tavolo. Mi siedo e mi viene consegnato un foglio a quadretti su cui sono disegnati dei quadrati. Devo calcolare l'area dei quadrati a partire dai quadretti. E' come un gioco che accompagna la cena, tanto che il cameriere ogni tanto viene a vedere come stia andando. La descrizione è molto semplice ma in realtà il gioco è molto difficile e faccio fatica.
Ci troviamo in montagna e dopo cena dobbiamo andare a vedere una discesa. E' una discesa particolare in cima a un monte, molto ripida, insomma è una cosa interessante da vedere.
Salgo in macchina con un mio amico e andiamo per queste strade di montagna. L'altra macchina, che stavamo seguendo, va troppo veloce e la perdiamo. La strada diventa molto impegnativa, curve strettissime, e piano piano si crea il vuoto intorno alla striscia di asfalto su cui ci troviamo. Niente guard rail, solo l'asfalto e ai lati lo strapiombo talmente profondo che sembra infinito. Cala la notte. Guardando giù dalla strada non si vede neanche dove finisce lo strapiombo, solo oscurità. Cala la nebbia.
Andiamo avanti fino a quando la strada non entra in un bosco. C'è buio, c'è nebbia, la strada è dritta e a destra e sinistra solo alberi e natura. Vedo un cartello di segnalazione stradale ma non capisco cosa segnali visto che è coperto da uno spray. Presumo/sento che segnali il possibile attraversamento orsi. Dopo poco un animale sfreccia davanti a noi. E' tutto buio, quindi più che altro si vede a malapena una sagoma nera, ma soprattutto si sente (non nel senso di udito, nel senso di sentire viscerale) che questo animale ha attraversato come un razzo davanti alla macchina. Sono sicuro che sia una specie di cervo. Subito dopo di lui ne passano altri tre o quattro insieme. Tiro su il finestrino perchè comincio ad avere un pò di inquietudine.
Guardo a destra e sinistra e, tra gli alberi, vedo animali aggirarsi più o meno lentamente per il bosco. Sono minacciosi ma soprattutto sinistri. Alcuni combattono tra di loro, altri si muovono lentamente. A causa del buio e della peculiare e inverosimile strana visibilità, riesco a vedere le loro sagome nere muoversi nel buio. E' come se tutto fosse illuminato al chiaro di Luna ma le loro sagome rimanessero di pece. I loro occhi però sparano una violenta luce argentea. I loro bulbi oculari sono sostanzialmente costituiti da questa potente luce. Come se avessero solo la cornea che emana un forte bagliore. Una visione inquietante. Sento aggressività intorno a me.
note: sempre questi animali ostili che la fanno da padrone

CONSIDERAZIONI
Come detto sopra: come sempre in tutte le salse mi ritrovo animali ostili, che mi attaccano o che mi provocano inquietudine.
Per il primo sogno, boh, comincio quasi a pensare che una parte di me mi stia mandando dei messaggi, degli indizi enormi per farmi prendere lucidità durante il sogno, ma proprio non riesco a coglierli nel momento in cui li ricevo. Cosa potrei volere di più di sognare me stesso che in una tv guardo un mio sogno lucido (ovviamente sapendolo che quello che guardo è un mio sogno lucido)?
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Re: Diario dei sogni comuni di teo

Messaggioda teo » 14/06/2014, 16:47

3-4/12/2013

PREMESSE
Nada

SOGNI
1) SL in spiaggia: mi trovo nei pressi di una spiaggia, direi proprio nel punto in cui, camminando verso il mare, finisce la strada orizzontale e comincia la sabbia. Appena passato dall'asfalto alla sabbia mi fermo presso un chiosco. Torno a camminare sulla spiaggia. C'è molta gente ed è notte. La notte non è serena, è molto nuvolosa e le nuvole, che col loro leggero chiarore si distinguono dal cielo notturno, creano forme surreali. In spiaggia c'è moltissima gente e l'atmosfera è di grande eccitazione, anche io faccio parte di questa eccitazione benchè non sappia a cosa sia dovuta (ma probabilmente non c'è una causa, è così e basta) ma nel sogno non penso nemmeno a un'eventuale motivazione.
Cerco di camminare verso il mare e faccio una gran fatica, sia per la calca di persone, sia perchè camminare sulla sabbia è difficile: pur rimanendo tale, infatti, la sabbia assume un pò le connotazioni di un mare non proprio calmo creando quindi onde ed arrivando ai polpacci/ginocchia.
Arrivato più vicino al mare guardo a largo e per qualche secondo vedo, dietro a dei grandi faraglioni (potrei descriverli come piccole montagne in mare) che prima non c'erano, grandi fari di navi che scorrono orizzontali, in entrambi i versi, parallelamente alla spiaggia. E' notte ed ogni navi ha un faro, è come vedere le gigantesche luci di gianteschi motorini scorrere orizzontalmente dietro questi faraglioni. E' notte quindi le sagome delle navi sono quasi impercettibili, è molto maggiore la sensazione di sapere che siano navi piuttosto che quella di vederle. Il tutto è davvero surreale.
Per un momento immagino, a metà tra l'eccitato e lo spaventato, come sarebbe se da quelle navi arrivassero ondate di soldati. Dopo pochi secondi comunque tutto torna come prima.
Adesso mi trovo sul bagnasciuga con alcuni miei amici, sembrerebbe esserci la luce del giorno. La spiaggia è molto più libera di quanto non fosse prima, e io ho in mano un tipico pallone da spiaggia. Una mia amica mi dice che esistono 12 livelli di coscienza. A questo punto calcio il pallone lontanissimo, lungo il bagnasciuga, e corro per raggiungerlo avendo il mare a sinistra. Correndo, alla mia destra, invece di vedere la gente sulla spiagga vedo più volte (accostato, uno di fianco all'altro) lo stesso gruppo di persone (immobili, come una foto) ripetersi sempre uguale. E' come se la disposizione si ripetesse nello spazio, come mettere una di fianco all'altra le fotocopie di uno stesso disegno, così da poterne vedere piu d'una contemporaneamente. Guardando quelle persone sento che uno di loro sono io, pur essendo diverso fiscamente.
Mentre li guardo sento/capisco che quelli che vedo sono lo stesso momento, la stessa situazione, vissuto ogni volta ad un diverso livello di coscienza in riferimento a quello che mi ha detto poco fa la mia amica.
Raggiungo il limite destro della spiaggia (che finisce come a ridosso di una grande parete di pietra) e qui, vicino al pallone, c'è un cane nero.
Il processo che mi ha portato a prendere gradualmente lucidità è cominciato dalla frase della mia amica ma è qua, raggiunto il pallone alla fine della spiaggia, nei pressi del cane, che sono diventato lucido al 100% rendendomene effettivamente conto.
Sono molto eccitato, per un istante penso alla possibilità dell'astrale ma lascio stare, non è quello che mi interessa, non ancora, ho deciso che prima di provarci (non essendo per me qualcosa di spontaneo) ci sono molte cose che devo esplorare a partire proprio dai miei sogni.
Sono totalmente lucido ma nonostante ciò non ho il totale controllo sul sogno: provo a sollevare in verticale un pò di acqua del mare ma non succede niente. Sono lucido ma non riesco ad essere il creatore attivo del sogno e la cosa mi indispone un pò.
Nonostante la mia lucidità non mi sento a mio agio nei pressi di quel cane: c'è un che di mistico nella sua presenza anche perchè rimane fermo a guardarmi, ma non mi sento a mio agio nonostante la mia lucidità perchè la paura dei cani è un fardello che mi porto dietro tanto nella vita reale quanto in sogno (dove sono coinvolti in realtà tutti gli animali, come si capisce facilmente da questo diario). Il cane comunque non fa niente e dentro di me c'è contrasto tra l'istintiva paura che provo nei suoi confronti e la consapevolezza che è una figura buona (e che è una figura del mio sogno).
Dopo il fallito tentativo di modificare il sogno decido di voler percepire il mio corpo dormiente. Mi riesce piuttosto facilmente e arrivo a sentirlo in modo molto chiaro. Sono lì che cammino in quella strana spiaggia ma allo stesso tempo sento molto bene e molto fisicamente il mio corpo nel letto e la sua posizione.
Lascio stare questo pensiero e corro lungo la spiaggia come tornando verso i miei amici. Poi decido di rifare questa cosa del corpo ma non la riesco a controllare molto bene e, distratto dal pensiero del mio corpo nel letto, mi sveglio.
Dopo qualche secondo mi riaddormento e riprendo il sogno, la situazione è un pò diversa ma è il seguito del sogno precedente, senza tuttavia essere lucido.
Continua il sogno fino a quando io e amici torniamo verso la spiaggia di prima, a piedi, che dista ancora qualche centinaio di metri. Un mio amico scatta una foto alla spiaggia affollata. Decido di andare a vedere la foto e con lo zoom sento proprio di voler andare a vedere il punto dove ho acquisito lucidità. Lo vedo e nella foto, a differenza della "realtà", non ci sono persone: è come quando c'ero stato prima. Nel riguardare quel punto della spiaggia attraverso la foto ho un principio di lucidità ma è troppo poco e non riesco a governarlo, il sogno continua come un sogno ordinario.

CONSIDERAZIONI
1- Riflettendo, c'è una cosa che trovo interessante: mi sembra che la mia mente (il mio subconscio, io, boh non so come chiamarlo) abbia avuto bisogno di creare un percorso e una fine del percorso per raggiungere la lucidità. E' difficile spiegare, ma sento che è stato come un modo per agevolare il processo. Sarebbe stato possibile raggiungere lucidità da quella frase sui livelli di coscienza e in effetti è proprio da lì che è partito il processo, ma ho avuto bisogno di correre correre lungo la spiaggia fino ad arrivare alla fine di questa corsa, in quell'angolo di sabbia dall'atmosfera mistica, per diventare lucido. E' stata una corsa nel sogno ma dentro di me sento chiaramente che è stata anche una corsa verso la lucidità che si è conclusa proprio quando si è conclusa quella nel sogno. A proposito di questa riflessione tiro fuori questo sogno di un pò di tempo fa, dove vedo che vale esattamente lo stesso discorso e ho avuto la stessa sensazione per raggiungere quei pochi secondi di lucidità
2- Probabilmente ero preso un pò dall'eccitazione ma col senno del poi mi rendo conto che avrei potuto fare molte altre cose, anzitutto provare a guardarmi le mani quando sentivo di perdere gradualmente lucidità. Devo imparare ad essere "lucido" nei momenti di lucidità, insomma
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Re: Diario dei sogni comuni di teo

Messaggioda teo » 14/06/2014, 17:05

Trascritto il diario che tenevo, dopo 6 mesi di stop si torna al tempo presente : Hide :

12-13/06/2014

SOGNI
Falso lucido tra i corridoi: mi trovo nello spogliatoio di una squadra di non so cosa. Sono nuovo: non sono l'unico nuovo, ma l'unico tra i nuovi che si è già integrato e , con gli altri compagni, prendo in giro quelli che non l'hanno fatto.
[...]
Mi trovo ora dentro una struttura fatta di corridoi che si intersecano, non semplice. Ai lati dei corridoi vi sono tutte docce tipo spogliatoi, ma buie. Entro in una ma devo uscire perché devo spostare la macchina: parcheggio e rientro. Seguo due ragazze, per questi corridoi, per le quali provo un lievissimo desiderio sessuale, ma loro non vanno nello stesso corridoio nel quale mi trovavo prima. Allora cerco il posto giusto ma mi perdo. Trovo una piscina all'aperto, mi cade il cellulare, lo raccolgo e lì vengo trovato da L. e F.
Non ho ben chiaro come, ma L. sa che siamo in un sogno ed è lucido. Qui cambia qualcosa in me: non capisco se sono diventato lucido o solamente penso di essere lucido senza esserlo in realtà, o una via di mezzo. Propendo per il fatto di pensarlo solamente.
Chiedo a L. come faccia a diventare lucido quando vuole e mi dice che lo fa grazie a una frase di Arrigo Sacchi, ma non vuole dirmi quale. Ci incamminiamo per i corridoi. Io continuo a pensare di essere lucido ma continuo a comportarmi come se non lo fossi.
A un certo punto, forse preso da un attimo di vera ma bassa (e quindi poco avveduta) lucidità decido di percepire il mio corpo dormiente. Questo piano piano mi porta a svegliarmi. Mi riaddormento e il sogno riprende come un sogno ordinario.
Sono con L e F. All'inizio, uscendo da quel posto, si parla di prostituzione. Poi, visto che mi avevano chiesto di andare a giocare a calcio a 5, mi dicono da chi sarebbe composta la nostra squadra.
A un certo punto chiedo nuovamente a L quale sia la famosa frase di Arrigo Sacchi e me la dice. Non la ricordo, era una frase composta da tre parole: tre verbi separati da due virgole.

CONSIDERAZIONI: il giorno prima avevo letto il diario di un utente che parlava di falsi lucidi. Non ne avevo mai sentito parlare ma intuivo di cosa si trattasse, benché non riuscissi a concepire come si potrebbe, in sogno, credere di essere lucidi ma non esserlo veramente. Il mio subconscio, molto premuroso e attento ai miei dubbi, ha deciso di mostrarmelo alla prima occasione possibile. Assolutamente frustrante
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Re: Diario dei sogni comuni di teo

Messaggioda teo » 14/06/2014, 17:24

13-14/06/2014

SOGNI
Le strane vicende di una nuova comitiva: mi trovo nell'edificio di facoltà di S (totalmente diverso dalla realtà) e sto cercando una determinata aula per raggiungere S e altra gente che non conosco. Incontro il presidente di facoltà che è stupito dal fatto che io non conosca la strada, ma gli dico che è la seconda volta che entro in quell'edificio. Mi indica le scale da prendere, facendomi notare che un'altra rampa di scale è in costruzione.
Salgo e c'è qualcuno che conosco tra cui L. Sanno facendo esercizi di meditazione e io li disturbo, beccandomi il rimprovero dell'insegnante; faccio il vago.
Ora mi trovo con quelle persone a un lungo tavolo. Siamo divisi in due squadre e dobbiamo fare qualcosa come capire una trama a partire da alcune parole scritte in neretto su un vocabolario di latino. C'è una ragazza o due da cui mi sento vagamente attratto.
La scena cambia e mi trovo in macchina con mio padre, S e M. Sento la situazione come imbarazzante.
Adesso ci troviamo (tutta la gente di prima) sotto casa di S. Sento che il mio livello di confidenza con loro è cresciuto con il tempo. Vedo mia madre guardarmi da dietro una colonna mentre parla con delle persone.
Adesso tutti noi senza motivo ci allontaniamo di corsa e in qualche modo ciò ha a che fare con il vino. E' sera.
Ci troviamo in una stanza ma allo stesso tempo è anche il limitare di un bosco. Qui, una delle due ragazze da cui mi sentivo attratto scopre i suoi panni e si rivela essere una infiltrata tra di noi allo scopo di arrestare un ragazzo che vendeva erba. A questo punto, tipo finale dei romanzi di Agatha Christie, rivela i momenti in cui ha capito chi arrestare.
Dice: "quando è deragliato quel treno non poteva essere un caso che tu trovassi tutte quelle provette". Mentre parla vedo la scena a cui si riferisce, in cui il ragazzo è in apnea e si muove nuotando per raggiungere delle provette.
Il flashback visivo finisce ma la componente del "sott'acqua" rimane anche tornando alla scena principale: il ragazzo tenta di mangiare un pesce ma questo gli viene sottratto dalla infiltrata (non fisicamente, ma percepisco che è così). Allora prova a mangiarne un altro ma gli viene sottratto da un altro pesce. Il ragazzo allora prende il pesce ladro e gli fa sputare il pesce rubato. Dopo aver fatto questo percepisco il ragazzo come il pesce ladro, e diventa dorato. Lascia anche una scia dorata lungo la sua traiettoria. L'immagine è quasi mistica, e deduco che deve essere il finale di un libro di Castaneda.
In quel momento capisco che il ragazzo, diventato pesce dorato, è uno sciamano e quindi non riusciranno mai a rinchiuderlo in prigione.
La scena successiva è situata alcuni anni dopo queste vicende: sono in uno dei luoghi frequentati dalla comitiva, non c'è più nessuno. Su una parete sotto un portico c'è un dipinto che, diviso in vari quadrati e con una faccia su ogni quadrato (stile Andy Warhol, ma non con la stessa faccia sempre ripetuta), ritrae i volti degli appartenenti a quella strana compagnia, solo che ognuno ha i capelli alla Dott. Gonzo in Paura e delirio a Las Vegas. Tutti i negozi sono chiusi. C'è solo un parrucchiere che, a un cliente, ricorda con nostalgia la vecchia comitiva, anche perché adesso molta gente va da lui per chiedere i capelli come nel dipinto sotto i portici.
Mi allontano dal parrucchiere e mi avvio verso la mia macchina, parcheggiata a pochi metri in equilibrio sugli scalini di una brevissima scalinata. Mio padre e mia madre mi rimproverano perché dicono che è da stupidi parcheggiare così e che la macchina si danneggerà quando proverò a spostarla, ma non succede nulla e così vado via in macchina da quella zona pregna di malinconia e nostalgia.
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Re: Diario dei sogni comuni di teo

Messaggioda teo » 15/06/2014, 19:19

14-15/06/2014

Dormito tardi e poco, non nel massimo della comodità e appena sveglio ho dovuto subito interagire con il mondo. Per adesso ancora zero ricordi :angry:
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Re: Diario dei sogni comuni di teo

Messaggioda teo » 16/06/2014, 17:32

15-16/06/2014

PREMESSE: ho dormito molto.

SOGNI
A Copenaghen: mi trovo a Copenaghen. All'inizio, apparentemente, da solo. Trovo un "appartamento" costituito da una sola camera con letto e comodino in un semplice palazzo. Adesso non so dove sono, non ho corpo ma vedo solo immagini che sono parti di una foto che mi sta mostrando mia madre. La foto rappresenta una piazza di Copenaghen e lei mi chiede se riconosco i posti fotografati, e sento le nostre voci discorrere su ciò.
Adesso sono di nuovo nella camera, viene G. che mi dice di avere problemi perché un tizio gli ha levato una ruota dalla macchina o qualcosa di simile, mi preparo per scendere di corsa ma lui dice che non è necessario perché il tizio se ne sarà già andato da parecchio.
Adesso sono con L. Ci troviamo in macchina a Piazzale delle Province. Parliamo di multe: ha a che fare con la storia della macchina di G. e io gli spiego che l'eguagliare l'ammenda per tutte le sanzioni del codice della strada ha avuto lo stesso effetto dell'equiparazione delle pene derivante dalla non distinzione tra droghe leggere e non della legge Giovanardi.

In birreria: mi trovo in birreria. Sono al tavolino da solo, anche se ai tavoli accanto a me c'è parecchia gente che conosco. A un certo punto comunico con F., anche senza averla incontrata. Mi chiede di andarla a prendere la sera stessa (o l'indomani) per accompagnarla in un posto. Acconsento. Tuttavia torno a casa e, perdendo tempo e facendo altre cose, le do una grandissima buca senza farle sapere niente. Allo stesso tempo però poi, come se non le avessi dato buca, mi trovo ad accompagnarla a una traversa di via Nomentana dove si sarebbe trovata la sua vecchia scuola perché deve parlare con una professoressa. Non la trova, io insisto per chiedere a delle persone che si trovano lì.
Più tardi mi fa vedere delle foto di sua sorella, o meglio una foto composta da tanti riquadri dove in ognuno c'è una foto del volto della sorella.

Provino per un film: mi trovo in un'aula dove si sta svolgendo un provino per un film. Il provino consiste nel mettersi in piedi su una sedia, vicino alla commissione che esamina i partecipanti, fumando una sigaretta. Nel frattempo un membro della commissione misura l'altezza del partecipante con una fettuccia. Nella sala ci sono anche V. e S. Quest'ultima sembra non volermi nemmeno parlare. Quando arriva il mio turno salgo sulla sedia ma la difficoltà nel restare eretto aumenta esageratamente e per tenermi in equilibrio oscillo sulle mie gambe, non riuscendo a tenere la schiena dritta neanche per un attimo. La cosa mi preoccupa perché so che così non passerò il provino.
Passo però dalla sedia al tavolo lì vicino: adesso riesco a stare bene dritto, e sento che una lieve ondata di consenso accomuna i presenti nella sala. Vengo misurato.
Ora esco dall'aula e entro in una stanza lì accanto che è un bagno. Mi siedo su una specie di water-bidet. Ha la forma di un bidet ma lo percepisco come water. Sto lì, nudo e contento, quando entra una ragazza dell'est europa. Cominciamo a parlare e mi racconta qualche suo problema.

Condivisione del sesso: sono in una stanza. Sembra essere quella del sogno di Copenaghen, o avere a che fare con essa. Sono con S. e stiamo per avere un rapporto. A quel punto si inserisce L. Non so perché ma sento come se sia una cosa normale. Quindi, a malavoglia ma accondiscendente, rimando il sesso.

CONSIDERAZIONI: mi sono svegliato appieno dopo almeno uno di questi sogni, se non due o più, ma non ho avuto la forza di accendere la luce, prendere il foglio e la penna e scrivere. Mea culpa. Per questo i ricordi non sono estesi.
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Re: Diario dei sogni comuni di teo

Messaggioda teo » 17/06/2014, 10:55

16-17/06/2014

SOGNI
In sei in una casa: siamo in una casa io, S, L, M, P e C. La casa è piuttosto simile a quella di S. Nelle camere L e M, e P e C hanno trovato un pò di intimità. C'è anche qualcuno che sta facendo una doccia.

Corsa con palloncino: mi trovo a correre lungo Viale Jonio palleggiando con un palloncino. Insieme a me corre un altro ragazzo con capelli lunghi legati. E' una gara, ma probabilmente anche di più: è una questione molto importante vincere questa corsa. E' sera e corriamo in mezzo alla strada ognuno palleggiando con il proprio palloncino, non ci sono macchine. Corriamo per chilometri e chilometri senza fermarci mai. A un certo punto vedo che il mio palloncino si sta sgonfiando ma continuo. Dopo diverso tempo che corriamo ci fermiamo, noi due e altre persone a noi evidentemente conosciute che prima non c'erano, in una sorta di piccolo supermercato. Qui molti di loro prendono qualcosa da mangiare, in particolare due prendono dei gelati confezionati dall'aspetto poco invitante.

Uno squallido bar: mi trovo in uno strano bar, non capisco l'ambientazione né il motivo per cui sono qui. La barista ha problemi con qualche cosa che è in vendita, probabilmente è scaduto o fa schifo.

Una strana guerra in mare: mi trovo in mare, nuotando a largo con T. Fisicamente siamo noi, ma in realtà la nostra essenza è essere barche a vela. Siamo barche nel mare e andiamo avanti, discutendo animatamente sulla giusta direzione da prendere. Ora non siamo più barche ma siamo nuotatori vicino a barche a vela, ognuno dei due vicino a una, e nuotandole accanto la tocchiamo e le diamo direzione. Arrivati a destinazione comincia una battaglia marina, ma niente ha a che vedere con ciò che si intende per battaglia marina: devo prendere in mano un'arma da fuoco virtuale e sparare su una grande faccia di persona virtuale. Ogni punto di questa faccia corrisponde a un obiettivo da colpire. A volte l'obiettivo appare come piccolo disegno sul relativo punto della faccia virtuale, altre volte no. E' complicato sparare con questo arnese virtuale, e il metodo per farlo è pressoché inspiegabile.
Mi hanno già conferito il potere che regge il mio destino,
e io nulla stringo, così non avrò nulla da difendere.
Non ho pensieri, così potrò vedere.
Non temo nulla, così ricorderò me stesso.
Distaccato e sereno, sfreccerò oltre l'Aquila, verso la Libertà




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Re: Diario dei sogni comuni di teo

Messaggioda teo » 19/06/2014, 1:06

17-18/06/2014

SOGNI
All'uni e in camera di M: mi trovo all'università, nel parcheggio più grande che da su un vialetto sul quale si affacciano molte aule. Ora però il vialetto non c'è e le porte a vetri delle aule affacciano direttamente sul parcheggio. Ci sono molte sedie davanti a ogni aula, disposte ordinatamente come se fossero dentro. Si stanno svolgendo degli esami nelle aule e sulle sedie nel parcheggio sono seduti coloro che attendono di essere interrogati, ognuno di fronte all'aula dove si tiene il proprio esame. Cerco una sedia davanti all'aula che interessa a me.
Ora mi trovo in un parcheggio più piccolo, per il quale di solito passo con la macchina per uscire dall'università. Mi trovo in piedi su una scoscesa porzione di terra con erba che funge da parete del parcheggio e sto scendendo per andare verso la copisteria che dista duecento metri al massimo poiché devo comprare un libro. Faccio due volte avanti e indietro da quel posto alla copisteria senza comprare il libro. La scena cambia e mi ritrovo dentro casa di M da solo, ho potuto aprire perché ho le chiavi. C'è un cane, peloso e bianco, grande. Mi chiudo dentro la sua camera perché devo cercare qualcosa, ma il cane comincia a ringhiare alla porta e inizio ad avere paura. Arriva S che risolve questa situazione: apre la porta e con la sua presenza il cane non ha più problemi con me.
Mi trovo nuovamente all'università, fuori dall'edificio al lato opposto a quello del grande parcheggio iniziale. L'ambiente però è come quello dei parcheggi riservati ai docenti e al personale: colonne di 3 metri che sostengono un soffitto, in un ambiente senza pareti quindi liberamente accessibile. Ci stiamo avvicinando a alcune giovani donne, probabilmente docenti o assistenti, cercando di non farci vedere nascondendoci quindi dietro le colonne. Tutto ciò ha un che di lievemente losco.

Immagini di foto di un pranzo: non ho corpo, c'è solo ciò che vedo. Ciò che vedo è una immagine di una foto, non capisco se c'è movimento infinitamente lieve o è una foto proprio immobile. Si vede una parte di una tavola tonda, su una grande terrazza nella natura, con tovaglia bianca. Vi sono A, in giacca e cravatta, probabilmente troppo per l'occasione, e C vestita elegantemente ma non in modo esagerato. Sono a pranzo insieme e, per la parte di tavolo che posso vedere, c'è un altro uomo non meglio identificato. Ho un sentore che possa essere il padre di C. C è molto allegra e io mi stupisco del fatto che sia a pranzo con A e dell'abbigliamento di quest'ultimo. I colori della foto non ritraggono i colori reali: tutto è spinto più sul rosso/violaceo. Non capisco se c'è movimento infinitamente lieve nell'immagine che vedo o è totalmente immobile, ma almeno una o forse due volte l'immagine si muove, cambiando molto poco, come andando avanti nel tempo di una manciata di secondi.
Note: se non sbaglio ultimamente mi era capitata almeno un'altra situazione dove il mio corpo nel sogno era totalmente assente ed ero solo vista. Strano perché, che ne ricordi, è una cosa totalmente nuova per me.

Musica in bagno: mi trovo nel bagno andando di corpo, ho preso il cellulare di mamma per sentire della musica che ha lì. Fuori dal bagno, nella stanza davanti, ci sono degli operai che lavorano e mi capita di vederli una o due volte per aver aperto la porta dell'ampiezza di 30-40 cm. La canzone che volevo ascoltare non sta sul cellulare di mia madre. Quindi ripiego su una canzone dei Mumford&Sons (forse la prima canzone che volevo era sempre loro). Quella che decido di ascoltare ha un titolo strano. Mentre la ascolto mi fomento parecchio. Mi chiedo dentro di me come faccia S a non amare le loro canzoni.
Mi hanno già conferito il potere che regge il mio destino,
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Re: Diario dei sogni comuni di teo

Messaggioda teo » 20/06/2014, 1:22

18-19/06/2014

SOGNI:
Rissa in un parcheggio: mi trovo in macchina con mia sorella, mamma e papà. Sento che sono venuto a prende mia sorella a scuola. Sto facendo manovra per uscire dalla strada in cui ci troviamo, che è una strada chiusa con la parte chiusa al termine di una salita molto ripida (somiglia molto alla strada dove abita M). Ho difficoltà a eseguire per bene la manovra. Più o meno alle mie spalle, sul lato destro della strada prendendola in salita, c'è uno spiazzo/parcheggio che sembrerebbe essere l'uscita della scuola. Mia madre si accorge che qui dei ragazzi stanno per dare fastidio a un ragazzo asiatico. Scendo dalla macchina e vado a difenderlo. Vengo aggredito, insieme all'asiatico, dai quattro ragazzi e comincia una rissa. E' faticoso combattere, difficoltà motoria alta [anche se minore rispetto a altre situazioni di sogno]. Un pò ce le prendo, un pò le do. Ad un certo punto uno dei quattro finisce per terra sotto mio tiro e mi sfogo sul suo volto. Già da questo risvolto l'ambiente intorno a noi sta svanendo, adesso sembriamo essere in un ambiente bianco senza dimensioni o punti di riferimento.
Adesso le botte che ci tiriamo diventano in qualche modo virtuali. Non so spiegare come, ma è come se non ce le stessimo dando davvero ma attraverso un "qualche modo" che ci fa combattere senza farlo fisicamente, anche se l'immagine è proprio quella di una rissa vecchia e buona. Adesso questo "modo" che ci faceva combattere così in questo strano modo virtuale si concretizza in uno strano aggeggio di ferro: è costituito da un piano, nell'ordine delle poche decine di centimetri, sul quale si posa un piccolo oggetto; questo piccolo oggetto (simile a un seme delle dimensioni di una moneta) viene schiacciato da una piccola pressa attivata a mano che lo fa diventare o banconote o una grande moneta. Ho la sensazione che più si fa forza sulla pressa e più le banconote diventino banconote di valore, o la moneta diventi una grossa moneta. Nel concepire ciò, intanto, l'ambiente è cambiato e gradualmente è diventato la mia cucina. Non ci sono più i tizi della rissa. Dico a mia madre che sarebbe bellissimo se si potessero fare i soldi attraverso quell'aggeggio strano.
Così in questo modo inconcepibile con cui il combattimento, pur sembrando reale, era percepito inspiegabilmente artificiale, adesso faccio del sesso artificiale con S, sul tavolo della cucina.

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Dal meccanico-birraio: mi trovo dentro casa mia ma l'immagine è quella di casa di L. Nel balcone c'è il mio meccanico ma l'aspetto è del tizio pelato della birreria in cui vado solitamente. Gli dico che deve controllarmi il motore del motorino, e gli dico che la notte dormirò lì (in casa). E' dato per inteso che lui resterà in balcone. C'è un altro tizio, suo amico.
Passa la notte e lui mi ha guardato il motorino: mi dice che c'è un problema e mi chiede quante candele mi aveva cambiato la volta precedente.

In un centro commerciale: mi trovo in un centro commerciale davanti all'ingresso di un negozio relativamente grande in cui prevale il colore blu. Sembra tipo un Media World, più piccolo e quasi senza scaffali nel mezzo dell'area. C'è il tizio pelato della birreria, anche lui lì davanti all'ingresso, e parla con un gruppo di persone. L'atmosfera è caotica e movimentata. Sono con papà e anche noi parliamo con lui. Entriamo dentro per cercare l'altro tizio proprietario della birreria, perché so di averlo intravisto prima. Esco dal negozio e, spostandomi nel centro commerciale, vedo due ragazze che sponsorizzano qualcosa. Spero che non mi fermino perché non ho voglia di ascoltare la gente che mi vuole appioppare la propria roba. Una di loro ha calzoncini e calzettoni da calcio, ma entrambi gli indumenti sembrano molto vecchi e malconci. L'altra entra in una profumeria per salutare un amico o due. Sono più rilassato perché ora so che non mi fermeranno.

Lungo una strana biblioteca: mi trovo con MS, papà e un altro uomo, passando a piedi per una piazza rettangolare con una bella fontana rettangolare nel mezzo. Nella piazza c'è un pò di gente ma decisamente non troppa; l'atmosfera mi sembra molto serena e tranquillizzante. Usciamo dalla piazza e prendiamo un lungo viale alberato abbastanza largo. Non vi sono macchine, è pedonale, ma in realtà non ci sono nemmeno altre persone. Da sinistra arrivano onde tipo bagnasciuga, quindi che vanno e vengono. Io cerco di evitare l'acqua ma le onde arrivano fino all'estremo lato destro del viale, quindi per evitarle devo salire le tipiche sbarre di legno da palestra che sono poste su una parete destra (non è chiaro se naturale o artificiale, poiché in realtà non la vedo) che segna il limite destro del viale. Io e MS siamo molto indietro rispetto a papà e l'altro tizio. A un certo punto papà si gira verso di noi scocciato per questo motivo e ci apostrofa.
Io e MS parliamo di calcio e in particolare di Lotito. Le sbarre a destra occasionalmente diventano scaffali e su uno di essi MS si mette a guardare l'immagine di Ibrahimovic sulla copertina di qualcosa che sembra un cofanetto, con sopra una scritta blu in latino (qualcosa che ha a che fare con il concetto di squadra preferita; forse vi rientra l'Inter).
Gli scaffali piano piano diventano una libreria e vi trovo diversi libri tra cui un libro di Castaneda che ho letto e uno a me inaspettatamente sconosciuto che è qualcosa di simile a una sua analisi dei propri libri. La cosa mi intriga ma esaminandone la copertina scopro che è precedente al quarto libro (probabilmente tra il terzo e il quarto) e quindi lo stesso Castaneda non è che potesse saperne così tanto. Diverse volte trovo anche Shantaram: l'ultima di queste volte la copertina è arancione con delle fantasie simili a fiamme. Nel frattempo ho parlato con un tizio e gli ho detto che ho cominciato a leggere la Bibbia per diletto, e lui mi ha chiesto che lo faccio a fare.
La ambientazione cambia gradualmente e adesso siamo al chiuso. M si lamenta perché non ha finito di leggere Shantaram. Scopro ora che l'ultima copia di tale libro che avevo trovato, quella arancione, diventa come una grande fisarmonica con copertina. Ci metto tanto a capirlo ma l'interno della fisarmonica è costituita da mutande nere tutte attaccate e consecutive, e quello costituisce un grande pannolone che mi è stato regalato. Lo commento con M, S, E.

Cercando una strada in macchina: sono in giro in macchina per le stradine vicino casa di M. Incrocio una vecchietta a piedi. I miei pensieri vanno alle immagini profilo di Facebook e al fatto che futuri datori di lavoro potrebbero scattarmi se mettessi cose sconce o volgari.
Adesso sono in macchina su una strada piatta, dritta e lunga (ma comunque è una strada di città) e so che sono vicino a dove ero prima: sto cercando una strada in particolare che so essere una traversa a sinistra della strada che percorro e che so che porta alla zone dove stanno le stradine interne del quartiere di prima. Scorrendo sulla strada dritta, le traverse a sinistra sono tutte a senso unico: una a senso vietato e l'altro no.

Eiaculatio: sono in uno spazio vuoto non definito e eiaculo in giro. La mia fisicità è limitata a ciò che mi serve per farlo.

note: alcuni di questi sogni, e lo si capisce da certe similarità che legano la fine di uno e l'inizio dell'altro, potrebbero essere solamente uno il seguito dell'altro. Tuttavia li percepisco come sogni diversi e così li scrivo
Mi hanno già conferito il potere che regge il mio destino,
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