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Raccolta di sogni privi della consapevolezza di sognare.
Condividi nel tuo diario i sogni più belli e particolari per trasmettere ai lettori le stesse emozioni che hai vissuto.

Sogni Comuni - Diario di KaitoH2

Messaggioda KaitoH2 » 04/02/2015, 20:28

Alla fine apro anche io un diario dei sogni comuni sul forum. Ho fatto spesso dei sogni normali che avrei voluto condividere, ma alla fine non l'ho mai fatto. Con quello di oggi ho cambiato idea.. e così eccomi che scrivo questo post.
La nottata è stata molto intensa a livello onirico. Abbrevierò la descrizione dei sogni di "contorno" per focalizzarmi su quello che mi ha colpito.

La Ragazza di Strada

Sogno fatto il 04/02/2015

Nel primo sogno che ricordo sono nella mia cameretta insieme a mia sorella. Mio padre entra e inizia ad appendere diverse lenzuola lanose sulle pareti. Dopo aver tappezzato tutta la stanza con la lana verde se ne esce (credo che questa parte sia un'integrazione nel sogno del fatto che recentemente ho fatto esperimento con il chromakey).
Io mi sdraio sul letto ed F sul suo. Dopo poco noto delle formiche che escono da sotto il mio letto e quando una delle lenzuola cade mi rendo conto che quegli esseri hanno assediato il mio letto.
Mi alzo in piedi e cerco di capire come uscire dalla situazione. Inorridito vedo sul pavimento una formica che con una specie di tentacolo sta catturando le altre e le sta divorando. Nel giro di pochi secondi l'animale diventa più grande (quanto un pollice). A quel punto il suo esoscheletro si spacca in due ed esce un altro insetto ancora più orrendo. Una specie di incrocio tra una mantide religiosa ed un granchio. Rapidamente si formano altri esseri di quel tipo. Io e mia sorella usciamo dalla cameretta quasi urlando. Decidiamo di dar fuoco all'appartamento e il tutto finisce.

In un altro sogno sono a dare un esame, dopo di ché per uno strano motivo mi ritrovo a correre in mezzo al fango e alla pioggia per raggiungere un obiettivo in tempo (una specie di punizione perché avevo dato l'esame in ritardo).

Sono con mia sorella e mia madre sul tetto del duomo di milano che, stando alla trama del sogno, non è altro che casa mia.
Passeggio sulle lastre di marmo finché non raggiungo una distesa d'erba (che nel sogno era sempre parte del tetto dell'edificio) e da lì mi affaccio verso la zona del duomo che conduce al tetto e che è però accessibile ai visitatori. Due vecchietti che si stanno sporgendo da un parapetto mi vedono e mi salutano. Mia madre e mia sorella mi raggiungono mentre uno dei due vecchieti si alza in piedi sul cornicione continuando a sporgersi pericolosamente.
"La smetta è pericoloso! Scenda giù!" urlo io.
Ma quello non mi ascolta, e anzi l'altro anziano inizia ad imitare il suo amico.
"Fermatevi subito!"
Il primo vecchietto mi guarda, ride e poi si lancia. Mi viene un vuoto allo stomaco. Il cuore sembra smettere di battere: ho visto un uomo morire. Non riesco ad elaborare la cosa, sono troppo scosso. Vedo che però mia mamma e mia sorella non lo sono e anzi la gente che prima si trovava vicino all'anziano sta esultando. Mi affaccio lentamente dal parapetto per vedere più in basso, sempre con il timore di poter cadere (tipico per me che soffro di vertigini). Scopro che sotto il duomo è stato mezzo un gigantesco gonfiabile, come quello usato nei film dove gli attori saltano dai palazzi. Un sacco di gente così inizia a saltare giù per il duomo e tra questi ci sono perfino alcuni bambini.

Qui ho un vuoto, ma penso che il sogno fosse ancora lo stesso visto che l'ambientazione resta la stessa. Sono nella piazza del duomo di milano, e mi sto guardando intorno come se stessi visitando la città.
Sembra che io sia insieme ad un gruppo di persone ma che queste sono andate avanti e io sono rimasto indietro a fantasticare.
D'un colpo vedo una statua, proprio antistante il duomo, che mi colpisce moltissimo. È una fanciulla che resta sospesa in volo, come se stesse danzando nell'aria. La statua la rappresenta con un mantello che si contorce per gli effetti del vento e sul quale, nella parte inferiore sono poggiati i piedi della ragazza. È come se questa avesse spiccato un balzo e poi avesse usato la piega del mantello stesso come scalino per darsi una spinta successiva e continuare a vibrare in volo.
Sorpreso soprattutto dalla statua che lievita le giro attorno per cercare di capire come è stata costruita. Ad un certo punto prendo il telefono per cercare di fare una foto. Nel mentre però con la coda dell'occhio mi sembra di vedere la statua che si muove.
Quando ormai ho preso il cellulare la statua non c'è più. Resta solo un velo grigio a terra. Vicino sulla destra c'è un piccolo baule con delle monete. Sulla sinistra invece, una ragazza malconcia tiene una chitarra tra le mani ed è accovacciata ai piedi della statua di un angelo dal tipico aspetto di una scultura greca (una statua che in ogni caso se esiste non si trova certo lì nella realtà).
Capisco che è una mendicante e che quello di prima non era pezzo di marmo: era lei stessa che si esibiva per raccogliere qualche spicciolo.
Vado verso il bauletto e prendo delle monete dal mio portafoglio: i pezzi più grossi che ho mi fanno arrivare a 3 euro. Rifletto un attimo se darle la banconota da 10 che ho con me, ma alla fine lascio cadere le monetine nel contenitore e mi dirigo poi verso di lei.
Ha dei jeans rovinati e un grosso cappotto marrone chiaro che la protegge dal freddo. Indossa un cappellino di lana, bianco con delle striature blu, dal quale sporgono i capelli biondi non molto lunghi e leggermente aguzzi. Eppure sono bellissimi, come il suo viso che sotto lo sporco della terra è quello di una ragazzina innocente, con li occhi azzurri penetranti e le labbra rosa.
"Ciao..." inizio io, ".. sei molto brava. Sembravi davvero una statua prima, pensa che stavo per farti una foto"
"Grazie signore, grazie" risponde lei senza guardarmi negli occhi.
"Non chiamarmi signore.. sono un ragazzo come te" sorrido io.
La osservo mentre guarda il vuoto e sfiora la chitarra con le dita.
"Sai, anche io sto imparando a suonare la chitarra... ti spiace se mi siedo un po' qui a parlare con te?"
"No.. va bene"
"Io mi chiamo Nicola, e tu?" le dico porgendole la mano.
"Alessia" mi risponde dandomi la mano e guardandomi negli occhi.
La sua mano è fredda e la pelle dura, come se fosse ricoperta di calli per il continuo suonare.
La ragazza si alza e mi indica una porta tra i locali della piazza. C'è un bagno pubblico. Capisco che vuole lavarsi e la accompagno. Attendo la fila lì con lei fin quando è il suo turno.
"Fai con calma, io ti aspetto fuori" le dico.
Passeggio per il posto nell'attesa e ad un certo punto mentre una donna delle pulizie esce dalla stanza la scorgo immersa nella vasca, tra le bolle di sapone, e con un cappuccio nero che le copre parte del volto.
Mi dirigo verso un bar nelle vicinanze, per prendere un caffè, e sono così costretto a salire delle scale. Al ritorno non trovo più la strada e non riesco a tornare da Alessia. Chiedo ad un'altra donna di servizio e quella mi spiega come fare. Io però capisco male e sbaglio.
"Ma cosa fa, le ho detto di andare dritto e poi scendere"
"Lasci perdere, ho capito io"
In quel momento è come se i diversi piani dell'edificio si compenetrassero e io potessi saltare direttamente dall'uno all'altro, tanto che ogni piano sembra ridursi ad un gradino di un'immensa aula universitaria. Chiedo a diversa gente di farmi spazio finché raggiungo la zona di prima. Non trovo più la porta però. Ce ne è una che non avevo visto prima ma è chiusa e sembra quella di un posto abbandonato. Smarrito in quell'irrazionale situazione mi sveglio.
Passo più di mezz'ora nel mio letto a ripensare a quello che ho sognato. Il viso della ragazza continua a presentarsi nella mia mente e provo una forte malinconia. Anche dopo essermi alzato dal letto ogni tanto ci ripenso, finché non decido di scriverlo qui.. come fosse uno sfogo.
"Perché sei così contento?"
"Perché sto per andare a dormire"


Legenda Diario dei Sogni Lucidi:
Spoiler:
- Pre-lucido, quando sto acquisendo lucidità ma la consapevolezza non è ancora sufficiente
- Sogno Lucido, quando ho consapevolezza del sogno ed eventualmente padronanza di esso
- Veglia, quando sono sveglio
- Indeterminazione, quando non sono certo di essere stato lucido o meno a causa dei miei ricordi compromessi (o anche quando non so se mi trovo in sogni o allucinazioni)
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