da Saladriel » 17/01/2016, 10:05
Ieri vado a dormire neppure troppo tardi dopo una piacevole serata "Pizza e birra" con gli amici.
Mi sento piuttosto scarico e mentre rientro in casa penso che è il caso di riprendere a sviluppare energia, propositività ed entusiasmo dentro di me, ma sono troppo stanco per iniziare a farlo, così mi corico semplicemente ascoltando il respiro e ripetendomi "Io ricordo i sogni - Io sogno lucido".
La prima parte della nottata passa senza consapevolezza di sognare, Tiger viene ad un certo punto ad infilarsi sotto le coperte, svegliandomi, mi riaddormento coccolandola e coccolato dalle sue fusa.
[...] Sono in una struttura simile ad un aeroporto, che però è una sorta di mega casello di ingresso/uscita dall'autostrada (in quel sogno le autostrade funzionano proprio così). Sono con delle persone, forse FC, RR, MS e DS (gli amici con cui ho passato la serata) e stiamo camminando verso il ritiro dell'auto. Ad un certo punto viene dato un'annuncio all'altoparlante generale, ha qualcosa a che fare con il ricordarsi di ritirare qualcosa, non ci faccio però bene caso... continuiamo a camminare e ad un certo punto sento qualcuno di fianco a me che parla di un'autovettura che non ha registrato i pieni fatti e ha ancora 2000€ di gasolio da dichiarare.
Quasi subito mi prende un mini attacco di panico... "Gasolio... da dichiarare?!? E quando mai l'ho fatto, io? Si riferiranno mica a me?". Improvvisamente mi ritrovo solo, come se gli amici non fossero mai stati lì a passeggiare con me. Mi dirigo d'istinto verso l'uscita, ho bisogno di prendere un po' d'aria... mentre cammino, ascoltando sprazzi di dialoghi intorno a me e ragionandoci io, pian piano capisco che quei 2000€ non li ha dichiarati qualcun'altro, semplicemente perchè ha fatto i pieni all'automatico e non ha mai ritirato gli scontrini (un sistema automatizzato legge i numeri di targa e li elabora nel suo database), cosa che invece io faccio sempre.
Bene, dubbio risolto... mi rimane però il senso di angoscia, per cui continuo a volermi dirigere verso l'aria aperta, e così faccio.
Esco, mi trovo in una via secondaria di Torino, è notte e ho sulla destra una piazza, ci separa una strada a due corsie per senso di marcia, di fronte a me un palazzo anni '50 di quelli belli massicci e alle mie spalle, dietro all'uscita del complesso di ingresso dell'autostrada (che sembra un po' l'uscita della Metro), un cortile recintato di una villa cittadina tipica del centro storico di Torino. La via nella quale sono, che entra a T nello stradone che ho descritto prima, è stretta e scarsamente illuminata, apparentemente tranquilla.
Visto che cerco un po' di tranquillità mi ci incammino di istinto, senza pensare che sono da solo, di notte, in una via poco illuminata di una grande città.
Ed in effetti, dopo pochi passi succede: sento dei rumori alle mie spalle, mi volto ed un una gang di giovani ragazzi (i membri erano un misto di ragazzi e ragazze dai 16 ai 22 anni) mi si avvicina con fare che non lascia dubbi: cercano rogne. Istintivamente mi metto spalle al muro, loro mi guardano dritto negli occhi, con segno di sfida. Mi vengono in mente flash delle lezioni di difesa personale e inzio ad applicarli all'istante... assumo un atteggiamento rilassato, abbasso lo sguardo puntandolo sul mento in modo da non accettare la loro sfida (guardarli negli occhi avrebbe voluto dire sfidare la loro presenza) e mentre pronuncio " 'Sera, ragazzi! Posso fare qualcosa per voi?" muovo le braccia gesticolando davanti a me, una scusa per averle pronte ad agire anzichè averle inermi appoggiate al muretto del recinto o lungo i fianchi.
"Oh, minchia 'zzoguardi!" "Oh cazzovuolequesto!" sono solo alcune delle tipiche espressioni da gang in cerca di rissa che escono dalle loro bocche. Tre di loro, tra i quali intuisco esserci il loro "capo" mi accerchiano e mentre il leader mi fissa con uno sguardo che ricorda quello del caporale istruttore che avevo al CAR da militare, uno degli altri parte con un gancio sporco diretto alla mia mascella sinistra.
Qualcosa dentro di me dice di non muovermi, di non reagire... e fortunatamente così faccio: il gancio risulta essere una finta, alla quale reagisco spostando d'istinto la testa leggermente verso destra e guardando il ragazzo che ha mimato il colpo. Noto una sorta di delusione nei suoi occhi, facilmente sperava reagissi, un facile pretesto per una rissa tanti contro uno... rissa alla quale non ho intenzione di partecipare.
Passano meno di due secondi quando il terzo parte con un "Ooh!" (come per dire "Ooh, ma come ti permetti!", almeno l'intonazione è quella) seguito istantaneamente da un gancio, sempre verso la mia mascella sinistra.
Di nuovo non mi muovo, di nuovo era una finta.
Finita la pantomima guardo il capo negli occhi, come per dire "Che vuoi da me?"... e lo sento pronunciare "Beh, ragazzi... questo qua è vestito bene, certo che se ci offrisse da bere potremmo lasciarlo stare!" La sua affermazione è seguita da un coro di risate e versi di conferma che non lasciano dubbi, è il loro modo per derubarmi... penso tra me e me che ho poco più di 100€ in tasca, spero bastino
"Beh, se è bere che volete... una birra me la faccio volentieri anche io" rispondo con l'amaro in bocca. Non mi va, proprio non mi va... ma l'alternativa è 1 contro 15.... e quello mi va ancor meno.
Detto fatto mi accompagnano verso un localaccio lì vicino, sembra il classico bar dei circoli ARCI delle bocciofile di paese, misto al classico "bar della stazione". So solo che l'illuminazione è pessima e la musica ancor di più.
Fatto sta che ci sediamo a dei tavolini messi vicino ad un palchetto al quale mancano soltanto i pali per la Lap Dance ed ordiniamo da bere.
Conitnuo ad essere nervoso ed insofferente verso la situazione, immagino già la birra sgasata che mi verrà servita e al fatto che sono stato letteralmente obbligato con la forza a fare una cosa controvoglia.
Ad un certo punto sale una ragazza sul palco, sulla 30na, piuttosto carina e ben vestita. Appena picchietta sul microfono la musica si spegne e le luci la circondano, mettendola in evidenza... cala non proprio il silenzio ma immagino che per un posto del genere fosse la cosa più simile che si possa immaginare.
"Ho un annuncio da farvi" esordisce, il suo sguardo passa sul pubblico per fermarsi su di me... rimane lì per un secondo o due, sgranando gli occhi, dopo di che sorride e riprende "E direi che non potevamo farlo in un momento migliore" il suo tono ha preso entusiasmo, genuinamente divertito.
"C'è stato un concorso, come sapete, per un racconto a più parti che facesse da slogan per l'azienda autostradale il cui casello principale è proprio oltre la parete che sta alle mie spalle"
Fa un attimo di pausa in modo che le sue parole abbiano il tempo di richiamare alla mente delle persone l'argomento di cui sta parlando
"Ebbene, il paragrafo migliore in assoluto è stato scritto da una persona che abbiamo la fortuna di avere qui, questa sera!" Il suo sguardo si abbassa nella mia direzione, così come fa il suo braccio, che mi indica
Improvvisamente mi vengono in mente ricordi di un concorso al quale ho distrattamente partecipato pochi mesi prima, senza alcuna velleità
"Secondo la giuria non solo è il migliore del concorso di quest'anno, ma uno dei paragrafi migliori di sempre da quando esiste questo concorso e che il qui presente Luca Giudice ha per certo un futuro!... Io propongo un applauso ed un brindisi al nostro scrittore!" E applaude, sorridendomi.
Io rimango basito, ogni traccia di emozione, positiva o negativa, completamente scomparsa... so solo che sto sorridendo, la guardo e sorrido... qui ho vaghi ricordi di lei che scende dal palco e viene a complimentarsi e chiacchierare con me
[...]
Poco dopo ho sognato questo:
[...]
Vedo Angel coricata dentro una scatola di cartone messa in verticale con il fondo contro una piglia e il lato aperto verso il centro del corridoio. E' messa in una posizione strana, circondata di pelo bianco perterra ed è intenta a strapparsi via il pelo a morsi, un ciuffo per volta. La osservo basito, ed anche un po' preoccupato... poi mi viene in mente che sta arrivando la primavera e facilmente sta facendo il cambio della pelliccia.
Mi rendo conto di essere a casa dei miei, con i miei gatti... e sto anando verso camera mia. Faccio mente locale e ricordo di essere tornato a vivere da loro.
[...]
Vado in bagno, in quello chiaro, e vedo la lettiera di Devil (il gatto nero di mia sorella) con soltanto un fondo di sabbietta, sicuramente insufficiente per ricoprire le cacchine, che infatti sono in bella vista. Mi fa venire in mente la cassettina di un gatto malato e poco curato. "Devo fare due parole con mamma e S." penso.
[...]
Mentre scrivevo questi sogni mi è venuto in mente quello che forse ho sognato nella prima parte della nottata:
[...] Sono seduto a terra in una grossa sala conferenze. Dietro alla scrivania ci sono diversi uomini incravattati e dietro di loro ancora c'è un grande schermo da proiettore. Sono lì con i miei amici, seduto in seconda fila e per un qualche motivo ho il telecomando del proiettore in mano. Fatto sta che sto giocando con il teleconamando, cambiando continuamente immagini e video, mettendoli in pausa o facendoli andare avanti, completamente a caso...
Dapprima vedo il loro addetto alla proiezione (seduto in mezzo a loro) impazzire nel tentativo di capire cosa sta succedendo, dopo di che uno di loro (con la faccia da esattore fiscale) si alza in piedi e inizia a scrutarci dicendo "Abbiate pazienza per l'inconveniente, ma sono certo che riusciremo a trovare chi ha il telecomando di riserva e lo sta usando per fare il burlone" La sua faccia è severa, quasi inespressiva... e si sofferma grossomodo nella mia direzione. Io ho il telecomando per terra, vicino a me... grosso quanto un lettore MP3, lo imbosco nel palmo della mano e metto la mano in tasca.
"Anzi... sono quasi certo di averlo trovato", si gira verso uno dei tipi della security e gli fa un cenno con la testa, questo prende a guardare verso la mia zona.
Non contento clicko un paio di volte sul pulsante e di nuovo cambiano immagini a caso dietro la schiena dei tipi incravattati
"Molto divertente! Ma ti abbiamo beccato!" dice nuovamente guardando grossomodo nella mia direzione... questa volta però il dubbio che non stia veramente guardando me è piuttosto forte... e mentre inizio a svegliarmi tiro fuori un fazzoletto dalla stessa tasca e lo porto al naso, guardando verso il tipo che sta parlando, come per dire "Io? No no, ti sbagli... io in tasca avevo questo"
Poi mi soffio al naso e continuo a guardarlo, come per aggiungere "Se vuoi controllarlo, è tutto tuo!"
Il sogno continua durante la fase di risveglio... ma non ricordo di preciso cosa succede... so solo che ho intuito di poter controllare le cose e ho iniziato a cambiare le immagini ed i video con la semplice forza di volontà
[...]