da Saladriel » 24/05/2016, 9:34
Ieri vado a dormire preso da un'altro Down emotivo. Pensavo di essermi tolto dal fianco la spina di SR, ma l'universo ha ben pensato di farmi notare che in realtà non era proprio così.
Questo mi fa venire in mente che il vero "problema" non sono tanto le varie ferite o spine da togliere, ma il modo in cui tendo a non guardarle quando ci sono e quello in cui reagisco quando tornano a farsi sentire.
Comunque sia, passo una giornata decisamente apatica corroborata soltanto dalla presenza di un cliente al mattino per un trattamento ReiKi (e qui ho conferma che mi fa stare bene, per un'oretta non penso ai miei problemi ma mi godo il fluire del Ki).
Comunque sia, vado a dormire verso le 23 dopo essermi imbottito di video di Sabaku, chiedendo al mio inconscio se se la sentiva di iniziare a rielaborare SR di notte, in sogno.
Ecco ciò che ricordo dei sogni fatti:
[...] sono in una stanza, c'è un materasso per terra e delle carte da gioco sul genere fantasy/fantascientifico, alcuni libri illustrati aperti e altri dettagli che ora non ricordo. La scena è catturata dalla presenza di SM (non SR), completamente nuda, sul materasso. E' girata su di un fianco, dandomi la schiena (io sono in piedi di 3/4, vicino allo spigolo in basso a sinistra del materasso), ha un fisico da ventenne (ed è esattamente il fisico che le idealizzavo addosso) ma so che è la lei attuale. Non provo imbarazzo alla scena, anche se siamo ormai divorziati e so che lei ha un compagno.
Mi parla... mi parla di fantasy come se non ne parlasse da tempo, è come se stesse iniziando a sfogarsi di Fantasy con me. Mentre lo fa si gira sul materasso, mettendosi a pancia in giù e giocando ad alzare ed abbassare le gambe all'altezza delle ginocchia.
Ricordo di aver pensato vagamente che probabilmente si è lasciata con il compagno [...]
Altro sogno:
[...] Sono in una base ribelle, la situazione non è dissimile da quella dei ribelli di Star Wars. Mi sono arruolato con competenze da guaritore, visto il mio talento con il ReiKi, ma essendoci anche carenza di tiratori mi è stato dato il ruolo di tiratore/guaritore in una squadra di soccorso. I ricordi iniziano dopo la fine del mio addestramento come tiratore, addestramento che non ha portato a risultati eccelsi, anzi... ricordo che i miei commilitoni un po' mi prendono in giro per la mia scarsa mira, ma il bisogno è tale per cui mi hanno tenuto comunque.
Ricordo ancora qualche immagine dell'addestramento: veniamo dotati di un lungo fucile in plastica liscia e nera, la punta diventa via via più stretta mano a mano che si allontana dall'impugnatura, finendo con un diametro paragonabile a quello del dito mignolo di una ragazza. Spara proiettili di energia azzurrina parecchio potenti ma non velocissimi, per cui bisogna anche intuire i movimenti dei nemici, sopratutto quelli più lontani (non sono lenti, ma ci mettono comunque un mezzo secondo netto a raggiungere il bersaglio da quando si preme il grilletto).
Ricordo che la scena di allenamento consisteva nello sparare da una finestra orizzontale nella parete dove una camera ad ologrammi simulava una vallata esterna nella quale volavano figure nere simili ai dissennatori di Harry Potter. Dovevo colpire prima i più vicini e poi, via via quelli più lontani. Con quelli vicini non avevo grandi problemi, sopratutto se arrivavano in corpo a corpo, dove grazie ad un pugnale di luce li seccavo facilmente, il problema l'avevo con quelli da media distanza in su dove, non importava quanto bene mirassi con l'occhio destro allineato al mirino, il colpo andava sempre a finire con qualche cm di scarto fuori dal bersaglio. Matematico.
Il senso di frustrazione ed impotenza mi prendeva e veniva amplificato dai commenti sarcarstici (anche se bonari, mai anche solo un minimo maligni) dei compagni di allenamento e degli istruttori.
Finiti i flashback dell'allenamento torno ad essere "presente" nella base, base che è un complesso di corridoi e stanze molto simile ad un vecchio albergo, probabilmente però scavato nel sottosuolo. C'è un grande via vai di gente indaffarata e sto cercando la mia stanza (le nostre camerate sono numerate esattamente come le camere di albergo, la mia era se non erro la 48B).
Mi muovo nei corridoi, cercandola. Era già la mia camera prima dell'addestramento, devo solo ricordarmi i punti di riferimento in mezzo ai corridoi per raggiungerla. Ho comunque la sensazione di avvicinarmi, per cui continuo per la mia strada fino a che non la vedo: è circondata di gente, c'è letteralmente la coda per poterci entrare.... inarco un sopracciglio e mi avvicino per chiedere spiegazioni.
Fuori trovo una mia amica che sta gestendo la coda e le chiedo che cosa succede. Lei sembra sorpresa di vedermi, poi mi saluta calorosamente e mi spiega che durante il mio addestramento la camera è stata adibita a punto di guarigione, dentro c'è un medico che sta facendo visite. Le spiego che anche io sono un guaritore e potrei aiutare il medico. Proprio mentre finisco di parlare la porta si apre ed esce il paziente, subito prima che possa entrare il successivo guardo all'interno alla ricerca di qualcuno.
Vedo che la camera è cambiata ben poco: il lettone sul fondo della parete destra, il piccolo corridoio con la porta che da sul bagno e un attaccapanni a piantone sono ben visibili dalla porta di ingresso. Vedo un lettino e della attrezzatura da medico in mezzo alla stanza, subito oltre il fondo del letto. Lì vicino ci sono due donne: una, la più anziana, deve essere il medico, l'altra evidentemente è un'assistente ed è anche una mia amica!
Cerco i suoi occhi fino a quando i nostri sguardi non si incrociano, le faccio cenno che potrei entrare ed aiutare il medico, lei guarda lei, poi guarda me e mi fa che è meglio di no.
Faccio per reagire frustrato quando vengo chiamato (non ricordo bene, ma probabilmente tramite una ricetrasmittente auricolare), una squadra di guaritori sta rientrando ma è inseguita da quelle figure nere e ha bisogno di fuoco di copertura. Corro verso la postazione, afferro il fucile, mi metto alla finestra e mi preparo a sparare alle figure nere.
Vedo chiaramente la scialuppa che sta fluttuando verso di noi, inseguita dalle figure, prendo la mira e sparo alla prima, la manco! Mi ci vogliono 3 colpi per centrarla... sento i commenti divertiti alle spalle, ma non provo rabbia... solo frustrazione: sto mirando come mi hanno insegnato a fare, eppure i colpi vanno fuori bersaglio... continuo così per un po' fino a quando [slpc]un ricordo di vita reale, un attimo di semi lucidità si fa strada nel sogno: una mia cliente, che fa tiro con l'arco, mi ha spiegato il concetto di occhio dominante e di come scoprire quale è. Io per tutta la vita ho creduto fosse il destro, mentre in realtà è il sinistro... ed in effetti a militare non ero certo conosciuto per la mia mira[/slpc], detto fatto chiudo l'occhio destro e apro il sinistro che, essendo stato chiuso fino a quel momento, vede sfocato... ma poco importa, allineo il bersaglio al mirino, faccio fuoco e... CENTRO!
Secondo bersaglio: one shot, one kill! E così via per i restanti due bersagli.
La scialuppa rientra illesa nella base e mentre i vicini mi guardano in maniera strana ho un'altro attimo di [slpc]semi lucidità dove il ricordo di questa cosa che mi è stata insegnata nella vita reale non corrisponde a quello che mi è stato insegnato qui, così letteralmente interrogo la realtà (senza però realizzare a pieno di essere in un sogno) chiedendole di mostrarmi il responsabile degli addestramenti di tiro.
Mi viene indicato un ragazzo tramite della grafica sovrapposta stile la realtà aumentata del visore di IronMan, ragazzo che però è impegnatissimo. Decido di sbattermene, mi avvicino[/slpc] e gli chiedo a gran voce perchè non spiegano ai tiratori il concetto di Occhio Dominante. Lui si gira per un attimo, fa una faccia strana, dopo di che riprende a parlare con le altre persone, sono dei militari, forse stanno discutendo di una missione.
Ripeto la domanda, aumentando il tono della voce e facendo intuire che sono parecchio alterato, lui si gira nuovamente, sguardo ancora più strano misto però con lo scocciato e fa un cenno. Cenno al quale risponde un droide sonda sferico, nero e poco più piccolo di un pallone da pallavolo, che mi si avvicina al volto fluttuando e mi chiede, con voce sintetica, di ripetere la domanda.
La ripeto... lui si prende un attimo di pausa dopo di che proietta su di una parete vicino tutta una serie di dati statistici, di studi e ricerche teoriche che ritengono improbabile l'esistenza dell'Occhio Dominante.
"Teorici? Ma l'avete almeno verificata questa roba prima di prenderla per vera?"... la domanda sembra mandarlo in loop perchè continua a proiettare nuovamente gli stessi grafici e articoli di rivista sulla parete.
Ricordo che insisto un po', dopo di che smetto... [...]
Qui i ricordi finiscono. Ci sono dei dettagli del sogno subito al di fuori della portata della consapevolezza, mano a mano che tento di raggiungerli sfuggono... credo che il motivo sia che non saprei come collocarli all'interno del contesto del sogno così come l'ho ricordato mentre lo scrivevo... a riprova del fatto che la mente razionale, addestrata come è a scrivere cose sensate, tende a scartare i ricordi ai quali non riesce a dare un contesto logico.