Cari amici PK2 e nagual, vi confesso che dopo aver letto questi vostri ultimi commenti sono stato per un istante tentato dall'idea di rinunciare a scrivere, non già perchè mi mancano argomentazioni per approfondire il discorso, ma quanto per il fatto che mi rendo conto che il vostro atteggiamento impedisce di assolvere a quella che, secondo me, è l'unica ragione per cui vale la pena partecipare ad una discussione, ovvero fornire delle argomentazioni che possano arricchire il sapere di tutti e che, per il bene di tutti, possano aiutare a fare luce su argomenti spinosi o controversi. Purtroppo mi rendo conto che la piega da voi presa è quella di una sorta di tifoseria dove l'atteggiamento dominante è quello che qualcuno ha voluto prima rimproverarmi, ovvero citare delle presunte "autorità" per ripararsi dietro il mantello della loro fama. Come ho fatto notare, non è l'autorità che conta, quanto il contenuto di quello che afferma, affinchè si possa con la PROPRIA ragione discernere serenamente i fatti. Mi rendo conto purtroppo che siete carenti di una simile forma mentis e di un corretto background filosofico. Quindi è chiaro che corriamo il rischio di rendere questa discussione pittosto sterile. Purtroppo registro il fatto che il vostro atteggiamento davanti alle problematiche qui poste è di tipo peripatetico, nel senso che come certi allievi di Aristotele, anche in voi c'è la scarsa tendenza ad andare oltre "i dettami del proprio maestro", rifiutando a priori l'approfondimento personale e accettando la verità che vi viene imposta. I nomi che PK2 ha citato, come Eugene Wigner e Neville Mott(di quelli italiani parlerò successivamente), si riferiscono ad illustrissimi personaggi della scienza, della matematica o della filosofia che, malgrado siano stati talvolta tentati da qualche giornalista a lasciare una dichiarazione sull'ambito della coscienza, poco hanno a che fare con essa. Ma anche se ne avessero a che fare, ciò non toglie che le loro affermazioni non debbano venire confrontate con quanto oggi la neuroscienza afferma realmente. Anche Einstein diceva che "Dio non gioca a dadi", ma la scoperta dell'entanglement quantistico, nonchè la violazione sperimentale del teorema di Bell, l'hanno poi smentito. Anche il principio di indeterminazione di Heisemberg è stato ormai bypassato dall'introduzione del così detto "metodo di misurazione debole", capace di calcolare contemporaneamente posizione e momento angolare della funzione d'onda:
http://www.nature.com/nature/journal/v4 ... 10120.html e il principio in sè è stato praticamente falsificato, portando la misura della coppia di grandezze ad una precisione dello 0,99996%:
http://phys.org/news/2014-02-team-limit ... ciple.html. Si potrebbe citare anche il caso di Linus Pauling, che credeva nel fatto che la vitamina C guarisse dal cancro o più recentemente quello di Luc Montagner, che a causa di una presunta toxoplasmosi si è messo a credere nella memoria dell'acqua. Quindi se una grande eminenza scientifica può sbagliarsi nel campo di sua competenza, come si può pretendere che abbia ragione in un campo che non gli appartiene? Noi che abbiamo il dono di saper leggere e scrivere, dovremmo avere la pazienza di andare a verificare con il NOSTRO intelletto(Scusate, non voglio starvi sui maroni) certe affermazioni. Ringrazio invece per aver citato Donald Hoffman, dal momento che almeno abbiamo a che fare con un ricercatore pertinente, se pur non eminente, e posso quindi avere la possibilità di dire la mia opinione. Gli studi di Hoffman rientrano nell'alveo degli stessi studi speculativi di Hameroff & Co, ma l'evidenza sperimentale (quella che come sapete a me preme di più) non gli rende giustizia. Comunque, per farla breve, in uno dei suoi studi più recenti, Hoffman afferma che non esiste ancora una teoria sulla coscienza. In realtà la teoria esiste di recente, è stata giudicata a dir poco illuminante dal mondo accademico e ci è fornita da Michael Graziano:
http://www.apa.org/monitor/2013/06/heads.aspx. Quanto a Steven Weinberg, che comunque non ci azzecca nulla con la neuroscienza, sappiate che è un ateo convinto che ha lasciato una sua famosa dichiarazione: "
La religione rappresenta un insulto alla dignità umana. Con o senza di essa, ci sarebbero sempre buoni che farebbero il bene e cattivi che farebbero il male. Ma perché i buoni facciano del male, occorre la religione.'' (e anche certa metafisica, aggiungo io). Quindi per il bene di una corretta informazione, stiamo attenti quando citiamo le fonti. -------(scusate scrivo tutto di seguito perchè mi si è rotto il tasto invio) ------ Passiamo ora ai nomi italiani. Anselmo Caputo è un metafisico sconosciuto che ha a suo attivo una sola pseudo-pubblicazione su una rivista senza impact factor:http://www.researchgate.net/researcher/80325134_Anselmo_Caputo. Per l'ennesima volta vi prego di evitare di parlare di metafisica. Inoltre non capisco perchè PK2 abbia voluto metterlo insieme a nomi come Weinberg o Schrödinger, facendolo apparire come un luminare della scienza, quando nemmeno il mio collega professore con cui lavoravo, che ha più di 120 pubblicazioni a suo attivo, è considerato dalla scienza come un luminare. Vuoi farmi credere che questa sua unica pseudo-pubblicazione abbia superato la filosofia di tutti i metafisici del passato e abbia scoperto il sacro gral della coscienza, senza tra l'altro parlare nemmeno di coscienza, ma di fenomenologia di Heidegger e di Husserl? --- Gianfranco Basti, stesso discorso: teologo, filosofo e per giunta sacerdote.
http://www.researchgate.net/profile/G_Basti. Che vi aspettavate dalle speculazioni metafisiche di uno come lui? Che vi parlasse della coscienza come fenomeno che emerge dal cervello? Quanto a Bruno Callieri, stiamo parlando di uno psichiatra umanista che collabora con l'Enciclopedia Cattolica e il Dizionario di Mistica. C'è forse qualche sua frase o ragionamento che potrebbe essere utile alla nostra discussione o l'hai citato tanto per nasconderti dietro al suo mantello? Su Luigi Aversa mi pare abbiamo a che fare con un filosofo/psicologo di nessuna fama, con nessuna pubblicazione a suo attivo, quindi spero che non l'hai citato solo perchè magari abita vicino casa tua (e lo dico senza ironia). Piero Trupia... con tutto rispetto PK2, ma quanto può pesare quest'uomo sull'opinione scientifica? Non è che un altro teologo di scarso rilievo con 4 pseudo-pubblicazioni e presentato da te come un grande nome della scienza.
http://www.researchgate.net/researcher/ ... ero_Trupia. Mi spieghi cosa ti ha suggestionato del pensiero di Piero Trupia? Posso avere una citazione di qualcosa di veramente rilevante del suo lavoro? Ragazzi, spero vi rendiate conto che le vostre citazioni sono un pò demagogiche e fuorvianti. Capisco che non fate nemmeno voi parte del mondo accademico e non potete quantificare il valore degli studiosi, ma almeno cercate di darmi delle argomentazioni sul loro lavoro. Riguardo invece a Vittorio Gallese, devo dire che mi piace la sua figura , lo considero un vero scienziato e trovo molto coraggioso il suo tentativo di unire la neuroscienza con la filosofia. Di lui apprezzo la riflessione sul concetto di "embodiment", cioè che mente e corpo devono essere una cosa sola: anche nel campo dell'intelligenza artificiale si ritiene che il computer debba avere un corpo con cui interfacciarsi con l'ambiente. Comunque egli basa il suo approccio fenomenologico sulla scoperta dei neuroni a specchio e, purtroppo, malgrado in passato la notizia di questa scoperta abbia suscitato interesse, al giorno d'oggi il suo valore si è del tutto ridimensionato, dato che i neuroni a specchio sono una peculiarità solo di alcuni primati:
http://www.pnas.org/content/106/24/9925 ... f_ipsecsha. Inoltre come alcuni che difendono le loro teorie, anch'egli si pone con atteggiamento negativo di fronte a certe ipotesi, come nel caso della sua affermazione: "
Come c’insegna la fenomenologia, la cognizione sociale non è soltanto ‘metacognizione sociale’, cioè il pensare esplicitamente al contenuto della mente altrui per mezzo di simboli o di altre rappresentazioni in un formato proposizionale. Le possibilità di trovare nel nostro cervello aree contenenti i correlati neurali di credenze, desideri e intenzioni come tali sono probabilmente vicine allo zero. Una simile ricerca, dal vago saporeneofrenologico, costituisce una forma degenere di riduzionismo che non porterà da nessuna parte."
http://www.unipr.it/arpa/mirror/pubs/pd ... finale.pdf. In realtà tale approccio riduzionista ha già identificato dei correlati innati nel cervello:
http://www.nature.com/nature/focus/cirbehav/ -http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3337482/ -
http://www.psychologicalscience.org/ind ... onses.html. Infine, sebbene Gallese rifiuti l'approccio computazionale, il nostro cervello ha parti che sono configurate come una macchina, dato che possiede delle sue unità computazionali:
http://unc.edu/campus-updates/unc-neuro ... the-brain/, ha una sua architettura che lo predispone a ragionare con i numeri:
http://www.sciencedaily.com/releases/20 ... 095522.htm - Si comprende che c'è una relazione tra la sua struttura e la sua funzione:
http://www.nature.com/nmeth/journal/v10 ... .2451.html - Vi sono slot di memoria collocati in specifiche regioni, come a formare degli hard disk. E' possibile studiare la formazione delle cellule che formano la memoria:
http://www.sciencedaily.com/releases/20 ... 141711.htm. E' possibile sapere cosa contiene ogni singola unità di memorizzazione:
http://health.ucsd.edu/news/releases/Pa ... emory.aspx. Poi è anche stato fatto uno studio per sapere se il libero arbitrio viene interpretato come una questione metafisica o di capacità mentale:
https://news.brown.edu/articles/2014/05/freewill. In ogni caso l'approccio di Gallesi è stato soppiantato dalla teoria di Michael Graziano. ------ Per quanto concerne Alberto Oliviero, non so davvero perchè abbiate voluto menzionarlo, dal momento che trattasi di uno scienziato riduzionista perfettamente in linea con la stragrande maggioranza degli altri neuroscienziati, ma che ama mettere a confronto alcune visioni epistemologiche. Vi basterà leggere questo articolo per rendervene conto:
http://www.treccani.it/enciclopedia/il- ... Secolo%29/. Tuttavia, come vi ho già dimostrato, Oliviero si sbaglia quando afferma che: "
la mente non si trova in un unico angolo del cervello. Persino nei sistemi nervosi più semplici, o in un lattante, la corteccia del quale non è ancora matura, non esiste un unico ambito in cui vengono depositati alcuni tipi di memoria. Certo: le memorie linguistiche, olfattive, tattili, visive sono localizzabili prevalentemente in alcune strutture. Ma ogni memoria ha varie connotazioni che sono ripartite nel grande spazio dei circuiti cerebrali. Quindi definire dove sia un ricordo è impresa quasi disperata". Sarebbe altresì "sciocco" ritenere che i neurobiologi o i neuroscienziati possano dare una formula per le singole memorie, valida per tutti gli individui. "Forse, un domani molto lontano, potranno descrivere come un particolare ricordo viene immagazzinato nelle tracce nervose". Il ricordo, spiega, va oltre una specifica formula chimica: "Deve tener conto di tutta una serie di aspetti che sono al di fuori della mente, perché i significati fanno parte di giudizi che dipendono da fattori non biologici":
http://lgxserver.uniba.it/lei/rassegna/990630b.htm. Infine Tito Arecchi è un fisico e non un neurobiologo che, come John Hegelin, ha semplicemente voluto costruire un'impalcatura metafisica nel tentativo di unire la scienza con la spiritualità e quindi da questo punto di vista rientra in quella stregua di personaggi appartenenti alla casta Scienza-religione:
http://www.uccronline.it/2012/11/06/luo ... -arbitrio/. --- Insomma, per farla breve avete voluto gonfiare un pò le cose, quando sapete benissimo che il 99% di tutta la comunità scientifica considera la mente come una proprietà emergente del cervello (oppure non lo sapevate davvero?). Volendo invece parlare di veri Nobel della coscienza, non possiamo esimerci di menzionare il grande Gerald Edelman, a cui tutto il mondo della neurobiologia fa riferimento e di cui quest'anno l'intera comunità scientifica rimpiange la morte:
http://it.wikipedia.org/wiki/Gerald_Edelman. A lui sarebbe stato giusto consegnare non uno ma due Nobel: uno per la scoperta delle immunoglobuline e uno per la scoperta della coscienza. Oggi è proprio grazie ad Edelmen se nelle cavie abbiamo già sufficienti dati per poter costruire un modello consistente di coscienza:
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21713129. Quindi, quando nuovi dettagli si aggiungeranno, potremo costruire questo modello anche su di noi esseri umani. Oggi gli scienziati di tutto il mondo, quelli che conoscono bene il funzionamento del cervello e che creano nuovi farmaci per risolvere le malattie degenerative, non si interrogano tanto sul fatto che la coscienza sia dualistica o no, come qualcuno vuole farci credere, ma sull'identificare finalmente quello che viene definito "nocciolo neuronale di coscienza":
http://www.jneurosci.org/content/32/14/4935.full e vi sono seminari nelle università di tutto il mondo dove si discute di questo argomento. D'altronde non credo che Obama avrebbe speso 3 miliardi di dollari per il progetto di mappatura del cervello umano se la neuroscienza non avesse evidenze di ciò che sostiene. Quindi, se malgrado tutte le mie argomentazioni avete ancora dei dubbi, allora sarà comunque il tempo a farla da gentiluomo e non credo francamente che ci vorrà molto tempo in accordo alla legge di More. PK2, se ti andava di menzionare per una volta uno scienziato italiano di cui andiamo orgogliosi, allora ti avrei suggerito Giulio Tononi:
http://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Tononi che è considerato una massima autorità mondiale nel suo campo e non come quelle figure semisconosciute che con la neurobiologia centrano poco o niente. Dovremmo andare orgogliosi di chi ha davvero qualcosa da dire:
http://www.pubfacts.com/detail/24811198 ... Theory-3.0. Adesso che ho finito la mia dissertazione, vi pregherei, in caso vogliate commentare, di fornirmi contenuti su cui si può ragionare, altrimenti semplicemente astenetevi. Le monete piantate nel campo dei miracoli non si sono mai moltiplicate. P.S.: Per amor di giustizia deve rivedere le mie posizioni sul Prof. Tito Arecchi, riguardo al quale ho commesso l'errore di basarmi su qualche articolo che ne parla in modo fuorviante. Mi sono invece piaciute le sue critiche sul materialismo e il suo concetto di errore associato ad una misura che si propaga nel tempo. La sua posizione è quella di chi riconosce l'impossibilità di dare una definizione a concetti metafisici e lascia ai teologi disputare su temi come quello dell'anima. Dimostra un approccio fisicalista, che io condivido, cioè dare senso solo a ciò che può essere misurato. Quindi PK in questo caso hai proprio azzeccato perchè condivido molte sue idee come quella di tenere le distanze dalla metafisica, come fa capire anche il seguente articolo:
http://www.uccronline.it/2012/09/22/a-p ... ara-lalli/, dove Arecchi riporta alla fine anche una famosa frase presa dal Tractatus di L. Wittgenstein: . L'atteggiamento contro il riduzionismo e lo scetticismo di fondo verso l'intelligenza artificiale li guardo in senso critico invece perchè il metodo di misurazione debole permette adesso di calcolare le traiettorie delle particelle, come anche lo stesso principio di indeterminazione di Heisemberg è stato ridotto a un margine ristrettissimo di probabilità; insomma c'è la possibilità di intercettare momento angolare e velocità di una particella, in modo riduzionista (non bisogna aumentare senza necessità le entità coinvolte nella spiegazione di un fenomeno, in accordo al rasoio di Occam). Riguardo al cervello, l'nformazione trasmessa per mezzo di impulsi ottici programma certe parti della mente delle cavie e le spinge a reagire in modo puntuale ad uno stimolo, quindi pare esistere la possibilità di codificare il segnale digitale in un segnale di impulsi neuronali che possono venire interpretati da un cervello (compatibilmente con i limiti del "caos deterministico" di cui parla Arecchi). Un lavoro di Tegmark parla della coscienza come un "nuovo stato di materia", quindi come un fenomeno emergente. Ergo che se il fenomeno emerge come possono emergere gli stati solido, liquido, gas, condensati di Bose-Einstein, ecc..), allora influirebbe poco scegliere altro materiale dal carbonio come possibile substrato in cui il fenomeno della coscienza apparirebbe:
http://arxiv.org/abs/1401.1219