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C'era una volta... il debito pubblico

Messaggioda Mirror » 04/05/2012, 12:52

"C’era una volta un uomo in giacca e cravatta che comparve un giorno in un villaggio. In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli fosse offerto. I contadini erano effettivamente un po' sorpresi, ma il prezzo era alto. Molti accettarono e tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come pasque. L'uomo venne anche il giorno dopo, e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tantissime persone gli vendettero i propri animali. Il giorno seguente, offrì 300 € a quei pochi che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio. Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne andò dal villaggio.
Il giorno dopo, affidò al suo socio il gregge di asini che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l'ordine di vendere le bestie a 400 € l'una. Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 € la settimana successiva, tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quel prezzo anche se molto più alto di quanto avevano ricavato alla precedente vendita e, per far ciò, si indebitarono con la banca. Come era prevedibile, i due uomini d'affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fino a sopra i capelli. Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti.
Il valore dell'asino era crollato. Gli animali furono pignorati ed affittati a caro prezzo ai loro stessi proprietari dal banchiere. Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore). Eppure quest'ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio né quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti.
Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l'aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia. Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità... Venne innalzata l'età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate. Sindaci e banchieri dicevano che ciò era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini. La storia non è finita soprattutto non sappiamo come potrebbe finire”.
Amo l'atletica perchè è poesia, se la notte sogno, sogno di essere un maratoneta
(Eugenio Montale)

« Profeta - io dissi - creatura del male! - certamente profeta, sii tu uccello o demonio! -
- « Sia che il tentatore l'abbia mandato, sia che la tempesta t'abbia gettato qui a riva,
« desolato, ma ancora indomito, su questa deserta terra incantata
« in questa visitata dall'orrore - dimmi, in verità, ti scongiuro -
« Vi è - vi è un balsamo in Galaad? dimmi, dimmi - ti scongiuro. -
Disse il corvo: « Mai più ».
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Re: C'era una volta... il debito pubblico

Messaggioda SandStorm » 04/05/2012, 14:14

Mirror ha scritto:"C’era una volta un uomo in giacca e cravatta che comparve un giorno in un villaggio. In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli fosse offerto. I contadini erano effettivamente un po' sorpresi, ma il prezzo era alto. Molti accettarono e tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come pasque. L'uomo venne anche il giorno dopo, e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tantissime persone gli vendettero i propri animali. Il giorno seguente, offrì 300 € a quei pochi che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio. Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne andò dal villaggio.
Il giorno dopo, affidò al suo socio il gregge di asini che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l'ordine di vendere le bestie a 400 € l'una. Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 € la settimana successiva, tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quel prezzo anche se molto più alto di quanto avevano ricavato alla precedente vendita e, per far ciò, si indebitarono con la banca. Come era prevedibile, i due uomini d'affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fino a sopra i capelli. Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti.
Il valore dell'asino era crollato. Gli animali furono pignorati ed affittati a caro prezzo ai loro stessi proprietari dal banchiere. Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore). Eppure quest'ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio né quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti.
Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l'aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia. Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità... Venne innalzata l'età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate. Sindaci e banchieri dicevano che ciò era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini. La storia non è finita soprattutto non sappiamo come potrebbe finire”.


Quindi è così che è finita l'italia?
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Re: C'era una volta... il debito pubblico

Messaggioda yareol » 04/05/2012, 14:48

Penso che la metafora sia molto azzeccata.
Sono stati però fessi quelli che hanno comprato asini a un prezzo superiore a quello guadagnato, lo sanno tutti che quando una cosa è commercializzata a un prezzo troppo alto basta aspettare qualche tempo e il prezzo crolla, perchè negozianti e venditori non possono andare in perdita lasciando la merce in giacenza per troppo tempo, altrimenti si svaluta, così la vende per meno ma almeno qualcosa recupera!
Ma siamo un popolo di cialtroni, beoti, superficiali e ignoranti, abbiamo avuto quello che meritavamo.
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Re: C'era una volta... il debito pubblico

Messaggioda Mirror » 04/05/2012, 16:07

yareol ha scritto:Penso che la metafora sia molto azzeccata.
Sono stati però fessi quelli che hanno comprato asini a un prezzo superiore a quello guadagnato, lo sanno tutti che quando una cosa è commercializzata a un prezzo troppo alto basta aspettare qualche tempo e il prezzo crolla, perchè negozianti e venditori non possono andare in perdita lasciando la merce in giacenza per troppo tempo, altrimenti si svaluta, così la vende per meno ma almeno qualcosa recupera!
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Vallo a dire a quelli che con 20mila euro lordi annui vanno a comprarsi il suv da 50 mila con un bel mutuo. Dillo a quelli che non si accontentano di stare in affitto e chiedono un mutuo per la casa, a quelli che chiedono mutui per andare in ferie....
purtroppo è anche colpa di tutti quelli che pretendono di vivere sopra le lotro possibilità ossia la maggior parte degli italiani medi :censored:

Ti devo dare ragione, abbiamo quel che meritiamo... cosa si può pretendere visto che nel mondo noi siamo solo pizza mandolino e mafia :cry:
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Re: C'era una volta... il debito pubblico

Messaggioda dreamimi » 16/08/2012, 11:59

anche secondo me ha ragione mirror. ci sono tanti disoccupati che si preoccupano di apparire, essere vestiti alla moda sfoggiando marche costosissime, comprate a suon di debiti. o c'è chi chiede prestiti e si indebita per "coltivare le proprie passioni", anche se di soldi non ne ha, e continua a comprare orologi longines da chrono24, soprammobili di swarowski e chi più ne ha più ne metta. e così va avanti l'italia...
Ultima modifica di dreamimi il 17/08/2012, 10:22, modificato 1 volta in totale.
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Re: C'era una volta... il debito pubblico

Messaggioda yareol » 16/08/2012, 13:04

Esatto dreamimi, concordo assolutamente! ;) ( :( )
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