Indice Conversazioni Off Topic Bar da Morfeo > Opinioni sul mio racconto

Luogo ricreativo per chiacchierate libere.

Opinioni sul mio racconto

Messaggioda dixit » 01/02/2014, 20:08

Ho scritto un racconto di fantascienza poliziesco, con elementi onirici. Mi piacerebbe avere la vostra opinione. :) S'intitola "Gli esploratori".

Vi metto il link al racconto leggibile on line e anche il link al formato kindle.
Se vi va, fatemi sapere che ne pensate. Mi piacciono le critiche!

http://www.terrediconfine.eu/gli-esploratori.html

https://mega.co.nz/#!lMAFxaST!QUwTGBNfTKRC__x0_5rQd9fFiAE0vbrofM8SoXSqFNY

: Smile :
Avatar utente
dixit
 
Messaggi: 4402
Iscritto il: 31/01/2008, 14:01
Località: Italia
Ha  fatto 'Mi piace': 135 volte
'Mi piace' ricevuti:: 629 volte

Re: Opinioni sul mio racconto

Messaggioda Alrescha » 02/02/2014, 1:11

Lo leggerò di sicuro dix! Dammi solo il tempo di sbrogliarmi dalle faccende universitarie e poi lo farò subito. Sono curiosa : WohoW :
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


Virtualmente affine ad Alkimist
Avatar utente
Alrescha
 
Messaggi: 926
Iscritto il: 03/05/2012, 23:17
Ha  fatto 'Mi piace': 251 volte
'Mi piace' ricevuti:: 420 volte

Re: Opinioni sul mio racconto

Messaggioda dixit » 02/02/2014, 14:21

Alrescha ha scritto:Lo leggerò di sicuro dix! Dammi solo il tempo di sbrogliarmi dalle faccende universitarie e poi lo farò subito. Sono curiosa : WohoW :

garzie! : Chessygrin :
Avatar utente
dixit
 
Messaggi: 4402
Iscritto il: 31/01/2008, 14:01
Località: Italia
Ha  fatto 'Mi piace': 135 volte
'Mi piace' ricevuti:: 629 volte

Re: Opinioni sul mio racconto

Messaggioda Morfeo99 » 10/02/2014, 21:48

Finalmente ho trovato il tempo di leggerlo tutto. Direi semplicemente che sembra uscito fuori dalla mente di Dan Brown. Molto dinamico da un certo punto di vista...riflessivo per certi versi. Ma con un'atmosferea onirica molto ben costruita e molto ben portata fino alla fine. Non cosa di poco conto. Però forse è meglio che mi fermi perchè non voglio spoilerare tutto a chi è interessato alla lettura :lol: .
Insomma, molto bravo Dix. Un racconto entusiasmante : Thumbup : .
Voto 10/10. : Beer :
Attività onirica da 1 a 10:
Spoiler:
Durata:5
Vividezza :9
Percezione:8
Lucidità:7
Controllo:6
Memoria:8


Immagine

Sogni Lucidi (23): DILD(17) - WBTB(6)

Comprese che l'impegno di modellare la materia incoerente e vertiginosa di cui si compongono i sogni è il più arduo che possa assumere un uomo, anche se penetri tutti gli enigmi dell'ordine superiore e dell'inferiore: molto più arduo che tessere una corda di sabbia o monetare il vento senza volto.
Avatar utente
Morfeo99
 
Messaggi: 352
Iscritto il: 09/05/2013, 19:47
Ha  fatto 'Mi piace': 58 volte
'Mi piace' ricevuti:: 113 volte

Re: Opinioni sul mio racconto

Messaggioda dixit » 10/02/2014, 22:02

Morfeo99 ha scritto:Finalmente ho trovato il tempo di leggerlo tutto. Direi semplicemente che sembra uscito fuori dalla mente di Dan Brown. Molto dinamico da un certo punto di vista...riflessivo per certi versi. Ma con un'atmosferea onirica molto ben costruita e molto ben portata fino alla fine. Non cosa di poco conto. Però forse è meglio che mi fermi perchè non voglio spoilerare tutto a chi è interessato alla lettura :lol: .
Insomma, molto bravo Dix. Un racconto entusiasmante : Thumbup : .
Voto 10/10. : Beer :

Wow, grazie! E dire che mi aspettavo commenti criticissimi :)
In teoria avevo programmato di realizzare una serie di racconti per farne un'antologia. Vedremo se ci riesco... : Nar :
Avatar utente
dixit
 
Messaggi: 4402
Iscritto il: 31/01/2008, 14:01
Località: Italia
Ha  fatto 'Mi piace': 135 volte
'Mi piace' ricevuti:: 629 volte

Re: Opinioni sul mio racconto

Messaggioda Dreyeam » 10/02/2014, 23:39

Sono riuscito finalmente a leggerlo anche io... Be che dire, fantastico! : Chessygrin : Sei riuscito a mischiare diversi argomenti interessanti e tirarne fuori un bel racconto... Direi che l'aver inserito riferimenti al mondo onirico è una cosa che mi piaciuta molto e spero la porterai avanti... Aspetto con ansia le nuove avventure di Stefano allora... : Thumbup :
It's just a ride
Avatar utente
Dreyeam
 
Messaggi: 708
Iscritto il: 09/11/2013, 2:17
Ha  fatto 'Mi piace': 656 volte
'Mi piace' ricevuti:: 158 volte

Re: Opinioni sul mio racconto

Messaggioda dixit » 11/02/2014, 9:38

Ce n'è un'altra pubblicata su N.a.s.f. :) Più tardi la metto qui..
Avatar utente
dixit
 
Messaggi: 4402
Iscritto il: 31/01/2008, 14:01
Località: Italia
Ha  fatto 'Mi piace': 135 volte
'Mi piace' ricevuti:: 629 volte

Re: Opinioni sul mio racconto

Messaggioda dixit » 15/02/2014, 20:09

Il canto delle sirene
Spoiler:
Stefano aprì gli occhi e si stiracchiò per un lungo momento, felice di aver goduto di un riposante pisolino pomeridiano di venti minuti. Il sedile dell'idrovolante su cui viaggiava, non gli concedeva molto spazio, ma non aveva nessuno intorno, così poteva approfittarne per allungare gli arti senza disturbare nessuno. C'erano pochi passeggeri diretti all'isola artificiale di Melany. L'aereo volava a bassa quota. Stefano osservò dal finestrino la spiaggia di un'isoletta tropicale, con gli alberghi lussureggianti e gli ombrelloni dei turisti, dei piccoli puntini colorati. Il relitto arrugginito di un transatlantico era incagliato a circa un chilometro dalla riva. Come fosse finito lì era davvero curioso.
Una donna sui trentacinque anni percorse il breve corridoio e si sedette sul sedile accanto a lui.
– Mi spiace averla fatta attendere, signor Horson, – esordì – sono Anna Belmonte, direttrice di Melany.
– Piacere. Non si preoccupi, ho colto l'occasione per riposare.
– Bene! Ci sarà molto lavoro per lei nelle prossime ore. – prese una cartellina da sotto il braccio e gliela passò – Ho qui una lista di alcune cosucce che dovrebbe sapere, riguardo gli ultimi accadimenti nella “zona”, che riteniamo essere una delle nuove possibili residenze degli Erad.
– Fantastico! – esclamò lui, dando una rapida scorsa ai fogli – Sono stupito da tanta irresponsabilità. Basta dare un'occhiata alla geografia della così detta “zona”, per capire il motivo della rabbia degli Erad nei confronti degli umani: turismo selvaggio, navi affondate alla deriva e conseguente inquinamento dei mari.
– Veramente, – ribatté lei, con tutta calma – la regione è a inquinamento zero: lo dimostra la presenza di specie marine molto delicate, che prosperano in queste acque. Ed è questo che ci appare strano: perché i nostri nuovi vicini di casa si sono dimostrati così ostili verso di noi? Dopo il loro arrivo sulla Terra, trent'anni fa e i difficili rapporti diplomatici, pensavamo di poter godere di una lunga e pacifica convivenza: noi sulle terre emerse, loro nelle profondità degli oceani. Come esseri acquatici, hanno trovato i nostri mari adatti alla loro sussistenza e vi si sono insediati.
– Forse hanno semplicemente cambiato idea e hanno deciso che siamo di troppo.
– Oppure sta succedendo qualcos'altro che non comprendiamo.
– A me sembra l'inizio della replica di quanto accadde trent'anni fa, quando scoprimmo di non essere l'unica specie intelligente nell'universo: spiaggiamenti di animali marini ovunque nel mondo, profonde mutazioni negli ecosistemi, avvistamenti di mostri marini… tutto spiegato con la colonizzazione da parte degli Erad, allo scopo di acqua-formare il nostro pianeta.
– Questa volta però è accaduto in tempi più lunghi, inoltre si tratta di casi isolati, tutti concentrati in questa zona. Sembra una sorta di triangolo delle Bermude.
– Allora spero che qui non si possa verificare l'eruzione di un nuovo supervulcano, come quella che gli Erad produssero per cambiare il clima sul nostro pianeta.
– Non ci sono le condizioni geologiche per quello, non tema.
– Meglio così. – chiuse la cartellina – Tutti gli eventi sono stati menzionati dalla stampa come comuni mutazioni ambientali.
– È ovvio, non possiamo rivelare il pericolo al mondo, l'opinione pubblica attraversa una fase delicata. Secondo la gente comune noi siamo perfettamente in grado di comunicare con gli Erad, in modo diplomatico.
– Cosa un po' esagerata, vero?
– La verità è che non siamo mai stati veramente in grado di dettare loro delle regole di convivenza. Certo, usiamo un linguaggio appropriato, ma non sappiamo se i significati che vorremmo attribuire ai messaggi, siano davvero quelli che vengono recepiti. L'unica cosa che pensavamo è di essere stati accettati come una forma di vita simile. Ora è in dubbio.
Anna lasciò il sedile.
– L'idrovolante atterrerà fra circa dieci minuti. L'aspetto al porto, prima di iniziare, sono sicura le piacerà visitare il nostro piccolo paradiso.
– Ne sarò felice.
L'immagine della donna sfumò e il suo ologramma scomparve in pochi istanti. Anche la cartellina con i documenti svanì.
L'idrovolante sfiorò le onde e si fermò attraccando a un piccolo molo di Melany. L'isola si presentava come un comune atollo, ma di piccole dimensioni, con la spiaggia bianca e un rigoglioso bosco di palme. C'era molta gente nel porto e varie imbarcazioni, ma non sembrava un luogo per turisti.
Anna, in carne e ossa, si avvicinò a Stefano, appena sceso dal velivolo.
– Benvenuto nel tempio della scienza marina. Venga, le illustro le nostre attività.
– Grazie. Sono ansioso di mettermi all'opera.
Camminarono lungo il porto per un po', quindi si inoltrarono nel fitto palmeto. Una volta attraversato, raggiunsero il piccolo lago interno.
Il lago era diviso in due, come se Mosè fosse passato di lì. C'era un largo corridoio che lo attraversava, le pareti sembravano d'acqua.
– Vetro speciale, – commentò Anna, colpendolo piano con le nocche – è il nostro modesto acquario privato.
– Questa struttura oceanografica è mirata allo studio degli Erad, dico bene?
– In parte, ma da come lo dice sembra che ci accusi di volerci preparare a una specie di conflitto.
– Il tentativo di distruggerli fallì, no? Comunque, questa non è una semplice università, come me l'ha presentata. È una installazione militare ed è molto diversa da qualsiasi altra, non è vero?
Anna sorrise. – Naturalmente, non avevo dubbi sulla sua intelligenza. Definirei questa come una nave, in effetti. Non è ancorata, è dotata di moto proprio, anche se è lentissima per la maggior parte del tempo. E la sua locomozione è molto particolare, è analoga a quella di un essere vivente. In effetti, direi che l'isola è una creature vivente. Credo che la cosa solletichi la sua curiosità. Sono informata sulle sue doti: riesce a percepire qualcosa?
– Sento la presenza di un grande organismo: è tutt'intorno. È come una barriera corallina?
Al centro del lago, Anna appoggiò una mano contro una parete e il pavimento si rivelò un ascensore camuffato, che li fece scendere.
– No, non proprio. Come una medusa, piuttosto.
La struttura era un grattacielo alla rovescia, con i piani immersi nell'acqua. Ogni piano era dedicato a uno studio diverso e Stefano poté osservare il personale lavorare freneticamente. Giunti in una sala con una grande piscina, Anna l'accompagnò lungo il bordo. Al suo interno galleggiava sospesa una creatura simile a una sirena: era coperta di scaglie, con una lunga coda terminante in una pinna dai colori sgargianti. La metà frontale del corpo era antropomorfa, con una pinna dorsale. La testa aveva una cresta, che si alza e abbassava lenta, gli occhi erano dei grandi cerchi bianchi e vuoti.
– Una nuova specie di Erad? – chiese lui – O un nuovo visitatore?
– Una mutazione: l'incrocio tra un umano e un Erad. È in uno stato di quiescenza. Ora provo a risvegliarla.
– È pericolosa?
– Direi di no.
Anna prese una lunga fiocina da terra. Agganciò una siringa sulla punta e tornò al bordo piscina. Allungò la fiocina sott'acqua e fece un'iniezione alla creatura.
– Sto inserendo direttamente nel soggetto delle speciali cellule selezionate.
– Gli Erad sono organismi telepatici che possono comportarsi come un unico individuo. Si ritiene sfruttino i campi elettrici per comunicare. Così facendo non sta correndo il pericolo che questo esemplare possa avvertire i suoi simili di un'aggressione? A meno che…
– Scommetto che lo sta già pensando. Si tratta di cellule Erad geneticamente modificate con DNA umano.
– Oh, capisco: è così che ci riconoscono come membri di una specie affine, vero? Un piccolo inganno, ma che funziona.
Il sirenide si mosse, nuotò in tondo, quindi si raddrizzò e si mise in posizione eretta.
– Gli Erad registrano le informazioni per mezzo del loro codice genetico ed è tramite di esso che le condividono. In questo momento sto informando i nostri ospiti della nostra volontà di proseguire determinati studi su di loro.
Stefano la fissò stupito. – Gli sta dicendo che farete esperimenti su di loro?
– Crede che non sappiano a cosa serve quest'isola? È riuscito a capirlo lei appena arrivato e loro sono molto più intelligenti di noi. Tuttavia non credo si sentano come cavie prigioniere. Sono venuti qui di loro spontanea volontà, non li abbiamo catturati. Gli abbiamo chiesto di farci visita, per una “conversazione”. Ed è esattamente questo che stiamo facendo: conversazione. Che per noi sarebbero esperimenti genetici.
– Volti a cosa?
– A capire cosa sta succedendo. Stiamo proponendo loro delle varianti genetiche che li rendano meno aggressivi. Specialmente, stiamo cercando di dare loro un carattere meno imprevedibile.
Stefano scosse il capo. – Un simile tentativo può aver successo? Possiamo noi modificare gli Erad come modificheremmo un maiale per rendere la sua carne più gustosa? Un'intelligenza antica, che solca gli spazi fra le stelle, può essere dominata dalla nostra?
– Non lo crede? La nostra scienza è molto avanzata e inoltre, se siamo sopravvissuti, è stato proprio grazie a una comunicazione di questo tipo. Un inganno, se vuole. Perché non dovremmo provare a spingerci oltre? C'è chi sostiene che la nostra intelligenza sia abbastanza diversa dalla loro, da consentirci di approfittare delle differenze e colmare in qualche modo il gap evolutivo. Esiste la possibilità di scavalcarli e tornare a essere noi a dominare il mondo.
Stefano tacque, rimase a osservare la creatura, che adesso si era nuovamente distesa, le sue pinne si agitavano ritmicamente, come se esprimesse un'emozione.
– Lei, comunque, è venuto qui per aiutarci a risolvere il mistero del nuovo mutamento dell'ecosistema locale. Inoltre, sappiamo che non è del tutto umano. Come le ho detto, siamo informati su di lei: umano per nascita, ma la sua natura è anche qualcos'altro. È in grado di manipolare il DNA delle forme di vita con cui viene in contatto, non dovrebbe criticare il nostro lavoro.
– Io non modifico le altre specie. Mi limito a leggere dentro di loro… come se fossero dei libri.
– Ci piacerebbe condurre degli studi sulla sua persona fisica, – gli rivelò Anna – ma a quanto pare lei è protetto da alcuni accordi con la LifeForce, organizzazione governativa di cui fa parte.
– Avrò bisogno di tutta la documentazione disponibile. – dichiarò, serio in volto.
– Naturalmente l'abbiamo già fatta preparare, assieme al suo alloggio, sarà nostro ospite. L'accompagno.
Anna lo condusse ad alcuni piani inferiori, fino a un piccolo appartamento con visuale sull'esterno.
– Avete manipolato voi il DNA per generare i meticci?
– No, – rispose prontamente lei – sono stati gli Erad, riteniamo che il loro obiettivo fosse analogo al nostro: renderci più simili a loro.
– Gli Erad rapiscono gli umani? – esclamò, allarmato.
– Non è necessario: non sa quante sette adoratrici degli Erad esistono? La gente utilizza le fughe di informazioni per scoprire dove sono gli Erad, poi si recano sul posto e si immergono. Quando tornano, alcuni giorni dopo, sono cambiati. Ad alcuni spuntano le pinne, ad altri le branchie, altri ancora diventano sirenidi, con la coda al posto delle gambe. Il sirenide che ha visto nella piscina fa parte di un gruppo che quasi non comunica più con il resto dell'umanità: vivono nel mare. È terribile, ma è una loro scelta. Lo sappiamo perché sono loro ad affermarlo.
Stefano si avvicinò al vetro e lo sfiorò. Oltre v'era l'oscurità dell'oceano.
– Che strano, – commentò – ho l'impressione che questo vetro sia organico.
– Lo è! – esclamò lei – Come le ho accennato, l'isola è viva, la struttura che la tiene insieme è organica. Un essere vivente animale.
– Sarebbe l'animale più grande del mondo!
– A dire il vero è una colonia. Così come lo siamo noi umani qui: una colonia. Gli individui sono meduse geneticamente modificate, ingigantite e utilizzate come moduli abitativi.
– Vuol dire che in questo momento siamo dentro una medusa?
– Esatto. Affascinante, vero?
L'attenzione di Stefano fu rapita da un rapido movimento che scorse in lontananza, nel mare.
– C'è qualcosa lì fuori. – asserì.
– Strano, non abbiamo avvistato banchi di pesci in avvicinamento.
– Erad? O forse mi sono sbagliato.
– Meglio controllare.
Uscirono e si diressero a un centro di comando. Nell'ampia sala diversi militari erano in attività frenetica. Alcuni scrutavano i sonar, altri discutevano, osservando una mappa tridimensionale della “zona”.
– Che succede? – s'informò immediatamente Anna.
Un ufficiale le si avvicinò, con aria preoccupata.
– Banchi di pesci inaspettati. E c'è qualcos'altro. Venga a vedere le telecamere.
Dei monitor mostravano l'ambiente esterno, a pochi metri sotto il pelo dell'acqua.
– Sirenidi. – commentò Anna, con aria contrariata.
– Che ci fanno qui? – chiese Stefano, sgranando gli occhi – Si comportano come banchi di pesci?
– Non ho idea di cosa vogliano, ma lo vede anche lei cosa stanno facendo: ci circondano.
– Che siano inviati dagli Erad? – propose lui.
– E perché no?
– Se sono stati gli Erad a cambiarli, la loro mente è stata condizionata? – ipotizzò Stefano.
Lei scosse il capo. – Non sembrano condizionati. Sono coscienti della loro situazione, inoltre gli esami clinici non hanno rilevato anomalie neurali.
Un ufficiale ordinò di dare l'allarme alla base.
– È un'invasione, migliaia di creature stanno convergendo in questo punto. – esclamò.
– Sarà meglio che contatti il quartier generale. – dichiarò Anna.
– Per me invece è arrivata l'ora di iniziare il mio lavoro. Mi immergo subito.
– È sicuro, vuol farlo con quello che sta succedendo?
– Non vedo momento migliore. – rispose lui, eccitato e accennando una risata.
– Se per lei va bene, allora in bocca al lupo. Anzi, in culo alla balena! Si dice così, no? – gli strizzò l'occhio, maliziosamente.
Stefano si portò in superficie, indossò velocemente una muta da sub e pinne. Si mise le bombole sulle spalle, afferrò il boccaglio e si tuffò dal molo.
Udì le sirene cantare. Erano voci aggraziate, un coro sincronizzato, ispiravano una gioia immensa.
Ora che non guardava tramite le telecamere, aveva una visione più nitida del loro comportamento: nuotavano in circoli a piccoli gruppi e complessivamente giravano intorno all'atollo. Alcuni cercarono di avvicinarglisi e lui ne approfittò per cercare il contatto: non voleva rischiare di venire aggredito, ma tramite agili movimenti sfiorò con la mano la pelle squamosa di un mutante e si allontanò immediatamente. Con potenti colpi delle pinne, raggiunse una distanza di sicurezza. Meglio evitare di trovarsi nel mucchio al momento sbagliato, pensò.
– Stia attento, – si raccomandò Anna, via radio – io non mi fiderei a interagire con loro.
Stefano rimase incantato da quello spettacolo. L'atollo era unico, visto dall'esterno, dal mare. Osservandolo, riconobbe la stessa complessità delle forme di vita. La colonia di meduse che costituivano l'isola, erano grandi globi bianchi, emettevano una debole luce propria e si ammassavano gli uni sugli altri, a formare un unico enorme corpo molle, che sprofondava negli abissi. Ebbe l'impressione che le sirene cantassero alle meduse.
Stefano scese in profondità. Osservò quei mezzi umani dal basso, il Sole splendeva ribollendo sopra di loro. Sorridevano, sorridevano tutti e nuotavano con un ritmo perfetto, come danzatori.
A venti metri di profondità, un pesce, guizzando, gli sfiorò la tuta. Lo riconobbe: un barracuda di un metro. Vide altre sagome illuminate dalle meduse. Un banco di barracuda che risaliva. Se fossero stati intenzionati ad attaccarlo, avrebbero potuto ucciderlo. Erano moltissimi. Sembravano puntare altri banchi di pesci in avvicinamento. Scese ancora, l'atollo gli apparve come un grande verme luminescente, che si contorceva pigramente. Alcune meduse rientravano, piccoli batiscafi che si andavano a unire al grande verme, pilotati dal personale dell'isola.
Stefano si ritrovò circondato da miriadi di pesci di ogni specie: un ecosistema in evoluzione, in movimento. Il suo obiettivo era scoprire cosa gli stesse accadendo. Nuotò verso il basso, cercando di sfuggire alla massa che risaliva. Stava perdendo il senso dell'orientamento, per un lungo minuto non vide più l'atollo. Guardò il barometro: ottanta metri di profondità. Quei pesci avevano uno strano comportamento, erano senza dubbio controllati dagli Erad. “Ce l'hanno con l'atollo?” si chiese “Difficile stabilirlo con certezza.” Doveva scoprire quanto più possibile. La coltre di pesci s'interruppe improvvisamente e lui si ritrovò nuovamente faccia a faccia con il corpo del verme, che pareva non finire mai. S'era accorto però, che scendendo si assottigliava.
Una bocca enorme gli passò di fianco, solo l'occhio dello squalo non lo ignorò del tutto, prima che l'animale si immergesse nell'oscurità. Ne arrivavano altri. Stefano non voleva fare la loro conoscenza, non era sicuro non fossero affamati. Con quella muta non sarebbe sceso più in profondità e lì, decise, non avrebbe scoperto niente. Si tolse il boccaglio e rapidamente la muta, lasciandola andare alla deriva. Era nudo e le sue branchie si rivelarono, consentendogli di respirare. Il contatto con il sirenide gli aveva permesso di ricavare alcune cellule dalla cute e di estrarre da esse il materiale genetico. Aveva completato l'analisi del DNA sirenide e notò, con meraviglia, che i codici genetici umano ed Erad erano stati modificati con grande sapienza, tanto che la mutazione avvenne rapidamente. Le sue gambe si unirono, si fusero e gli crebbero le pinne, la pelle si ricoprì di scaglie e gli occhi si espansero, riempiendosi di un lago lattiginoso.
Respirava l'acqua e ora poteva scendere quanto voleva. Aveva l'impressione che gli squali scappassero, più che altro. Non come gli altri pesci, forse guidati dagli Erad. C'era qualcosa lì sotto, un'altra creatura. Un pesce molto più grande. Aveva un po' di paura a proseguire, dove la luce del Sole non giungeva più. Soltanto la luminescenza dell'atollo lo guidava, in seguito avrebbe dovuto affidarsi ai campi magnetici, tramite un organo posizionato alla base del collo, assieme alle branchie. Sentiva che qualcosa era in agguato sotto di lui. Per scoprire cos'era doveva scendere ancora. Sempre di più. L'atollo era l'unico vero punto di riferimento, l'unica salvezza in quell'oscurità penetrante. Aveva già nuotato nell'oscurità dell'oceano, nelle tante immersioni che aveva praticato durante il suo addestramento militare, ma non aveva mai assistito a fenomeni legati agli Erad e quanto aveva visto lo rendeva inquieto. La sensazione di essere atteso sul fondo dell'abisso, gli suggeriva di desistere, di tornare indietro. Ma lui proseguì, spinto da una curiosità irresistibile. Sorrise, pervaso dal piacere dell'avventura.
Giunse in fine all'estremità inferiore dell'atollo. La coda del verme terminava con poche meduse, che ondeggiavano e ruotavano in circolo, spinte dalla corrente. Più in basso, l'ultimo globo luminoso si agitava richiamando la sua attenzione. Stefano vi si aggrappò e sentì quell'organismo pulsare di un'intensa attività vitale. Nel deserto delle oscurità oceaniche, quella grossa medusa era un'oasi rigogliosa. Alcune sue cellule fluirono nel suo corpo e lui ne osservò l'alterazione artificiale del DNA, indotta dagli ingegneri umani. Scoprì qual era la specie originale e ne fu ammagliato. Rimase a farsi dondolare, con sotto di sé solamente un abisso sconfinato. L'ultimo appiglio alla civiltà prima del grande salto nel vuoto. L'idea di stringere il confine fra la sicurezza e il pericolo del nulla sotto di lui, tuttavia, non lo atterriva. Anzi, si sentiva libero. Libero sopra l'abisso. L'unico umano in grado di provare quell'esperienza.
Un'ombra enorme si mosse sotto di lui e ne percepì la presenza. Il grande pesce scomparve subito, Stefano non ebbe il tempo di riconoscerlo. Lo vide poco dopo ricomparire di lato, alla sua stessa profondità. La sagoma scura s'ingrandiva, avvicinandosi.
“Sta per divorarmi? O è solo curioso?” si domandò Stefano.
La sua mole era gigantesca. Quando fu abbastanza vicino, l'animale rallentò l'andatura, fino a fermarsi. Stefano la riconobbe: era una grande balena azzurra. Un meraviglioso cetaceo, non un pesce. Lei gli andò vicino, scrutandolo con il suo occhio, simile a un oblò.
“Ci sono gli Erad dentro di te? O sei ancora soltanto una balena?” si chiese Stefano.
Lasciò la medusa, senza quasi rendersene conto e nuotò verso la balena, aggrappandosi alle incrostazioni sulla sua pelle, vicino al suo occhio, fissandolo. Prese ad accarezzarla. Il tocco gli permise di leggere in lei, la sua natura, la provenienza della sua stirpe, l'evoluzione della specie. Tutto ciò che poteva trovare in quel libro sconfinato che era il suo codice genetico, ogni cosa lo avesse modificato aveva lasciato una traccia e lui sapeva interpretarla. Era in grado di intraprendere un viaggio nel passato dei suoi avi, di incontrare i popoli da cui discendeva, indietro di milioni di anni, fino a quando camminavano ancora sulla terra ferma, prima di affrontare l'immensità degli oceani.
Non si era mai sentito così in pace con il mare come in quel momento. La balena si mosse e nuotò lontano dall'atollo, prese a scendere lentamente, sembrava dirigersi verso una direzione precisa.
“Sembra quasi tu sia venuta a prendermi,” pensò Stefano “come se il nostro incontro fosse stato deciso da tempo. E credo di sapere dove mi stai portando. Dagli Erad, non è così?”
Ci fossero volute ore, lui non avrebbe mollato la presa, se avesse potuto, sarebbe rimasto aggrappato a quel magnifico animale tutta la vita.
La balena lo condusse in acque più profonde, dopo alcuni minuti iniziarono ad apparire organismi bioluminescenti, come stelle che si accendevano al loro passaggio. Vide lunghi filamenti luminosi, che si muovevano lenti e diventavano sempre più numerosi, concentrandosi in un punto di fronte a lui.
“Creature giunte qui assieme agli Erad,” meditò “indubbiamente. Mi stai portando dalla regina degli Erad, non è così? Ma a quale scopo? Perché proprio io? È solo un caso?”
Stefano si fece accompagnare attraverso una serie di archi giganteschi, costituiti dai corpi sedimentati di innumerevoli organismi marini, fino all'interno di una cupola bianca. Nella cupola la balena rallentò, facendosi strada in un traffico sempre più fitto, di sfere luminose.
Poi la balena si fermò.
“Pare che siamo arrivati.”
Stefano lasciò la presa, un po' a malincuore, ma adesso immaginava che avrebbe risolto il mistero dei mutamenti.
La vide, la regina degli Erad, al centro della cupola: era di una bellezza indescrivibile.
Stefano fu avvolto da una nuvola di sfere luminose, che lo accompagnarono più vicino alla regina.
“Comincio a capire. Quando entrate in contatto con gli umani potete comunicare con loro tramite il pensiero, riuscendo a sincronizzarvi con la loro attività elettrica cerebrale. Ah, sì… capisco. Allora è così: i sirenidi sono dei messaggeri, inviti a cercarvi nuovamente, allo scopo di studiarci meglio. Sì, è tutto chiaro: avete sempre saputo che gli umani sono diversi da voi. Il vostro obiettivo è di mutare l'ambiente per renderlo adatto a una nuova forma di vita, la discendenza comune di Erad e umani: i sirenidi. Ma io non sono uno dei vostri figli. No, non m'interessa essere una creatura del mare, anch'io sono un messaggero.”
La regina si sollevò elegantemente dal suo giaciglio sul fondo del mare e si erse in tutta la sua grandezza: un corpo rosso allungato, simile a un serpente di dieci metri, con numerosi arti sottili ed estesi, come quelli dei crostacei, con estremità adunche. La testa era avvolta da una folta criniera di alghe e il volto somigliante a quello di un umano, con tre file di occhi blu come l'oceano. Con un arto fece un lieve cenno e le sfere si dispersero. Allungò un uncino verso il sirenide e gli circondò le spalle, attirandolo dolcemente verso di sé.
“Non temere,” gli comunicò la regina, entrando nella sua mente “non voglio farti del male. Sappiamo della tua esistenza tramite un membro della LifeForce che si è unito a noi ed è diventato nostro figlio. Non avevamo dubbi che saresti venuto, ti stavamo attendendo. Abbiamo voluto incontrarti perché rappresenti una delle forme di vita più evolute dell'universo. Sei il discendente di un'antica razza che si è dispersa nel tempo. Non siamo a conoscenza se esistano ancora altri simili a te, ma sappiamo come sei stato generato: dalla contaminazione genetica delle forme di vita della Terra, da parte di quella razza remota. Hanno lasciato su questo pianeta innumerevoli tracce del loro passaggio, depositando brandelli del loro DNA in ogni specie, perché attendessero pazienti il trascorrere del tempo. Sono passati molti milioni di anni e in fine alcuni di quei frammenti di codice si sono riuniti casualmente in unico individuo e si sono attivati, dando vita a un nuovo membro di quella razza. Umano, eppure alieno. In cambio di un tuo piccolo aiuto ti rivelerò un segreto che non conosci: non sei completo, i tuoi antenati possedevano un immenso patrimonio genetico e grandi poteri. Gli “esploratori della vita” hanno viaggiato in tutta la Galassia, hanno visitato milioni di mondi e li hanno inseminati così come hanno fatto con la Terra. Perché i loro discendenti potessero tornare a esistere, per sempre, anche soltanto uno alla volta. Se vorrai divenire completo dovrai cercare altri frammenti lasciati dai tuoi avi e assorbirli, renderli parte di te, anche lontano, molto lontano da qui.”
“Intendi in altri mondi?” rispose Stefano “Cosa volete da me?”
“Tu sei in grado di leggere il codice della vita con la stessa facilità di come apriresti un libro, puoi usare quel DNA per fare tue le caratteristiche delle altre specie, con una naturalezza che non ha pari in tutto l'universo. Non non siamo in grado di individuare dove risieda questa abilità nel tuo codice, abbiamo bisogno che tu ci dia volontariamente un frammento di te. Noi possiamo generare sirenidi a partire dagli umani, incrociando il loro patrimonio genetico con il nostro, ma non siamo in grado di fare altrettanto partendo da noi. Vogliamo che alcuni di noi Erad possano divenire così come trasformiamo gli umani e solo tu ci puoi dare questa abilità.”
Stefano rifletté. “Non starete mica pensando di trasformare tutti gli umani? Non è un'opzione che intendo prendere in considerazione.”
“No,” rispose la regina, con voce serena “vogliamo creare una nuova razza e un giorno, quando sarà pronta, lascerà questo pianeta e tornerà nel nostro, adatta ad abitarlo e in grado di curare i mali che abbiamo causato al nostro mondo. In cambio della tua collaborazione, ti faccio dono della mia natura e di tutta la storia che saprai leggere in essa.”
La regina lo avvicinò al suo volto, gli posò le labbra sulle sue e gli concesse un bacio, leggero come un respiro. Stefano accolse nel suo corpo alcune cellule della regina e le mise da parte per studiarle in seguito. Cercò in se stesso il segreto della sua trasformazione e concesse alla regina di prendere un frammento del suo DNA, per donare loro la capacità di assorbire il codice genetico umano.
“Ho messo parte di me sulle tue labbra,” le rivelò “tra qualche tempo alcune tue cellule inizieranno una mutazione e sarai in gradi di prelevarle e utilizzarle come credi.”
“Grazie. Ci stai liberando dal nostro esilio.”
La Erad lo lasciò andare e Stefano, lentamente, ammirando la regina e poi quella splendida città sottomarina, si allontanò, per fare ritorno alla superficie, confidando nel futuro.
Avatar utente
dixit
 
Messaggi: 4402
Iscritto il: 31/01/2008, 14:01
Località: Italia
Ha  fatto 'Mi piace': 135 volte
'Mi piace' ricevuti:: 629 volte

Re: Opinioni sul mio racconto

Messaggioda Alrescha » 20/02/2014, 23:44

Allora dix, eccomi qui ed ora ti esporrò la mia :wyn:
Non prenderle come critiche ma come impressioni personali, poi molto va anche a gusti.
Per il momento ho letto soltanto la prima parte "gli esploratori". L'idea di fondo mi piace, la Terra che si difende come se fosse qualcosa di vivo e tratta le forme esterne come dei virus da cui difendersi. Mi piace molto.
Mi piace anche l'idea che hai del protagonista ma credo che tu abbia svolto tutto troppo velocemente.
I dialoghi sono troppo veloci, si susseguono qualche volta incessantemente senza uno stacco e svelano troppo tutto in una volta. Io avrei svelato meno e più lentamente.
La psicologia dei personaggi rimane un po' troppo in superficie, ma forse solo perché è il primo capitolo di una serie. Però non so...manca loro qualcosa. Alex è interessante ma rimane un po'...anonima. Anche l'incontro fra Stefano e Marika avviene troppo velocemente, un po' sottovalutato.
Ci sono situazioni che avrei svolto in maniera un po' diversa, però appunto è questione di gusti personali credo : Chessygrin :

Per il resto ti faccio i miei complimenti! Presto leggerò anche la seconda puntata :cool:
"Tal fu la mia follia da fermarmi per la bestia
Di cenere macchiata e del dono portatore
chiedendomi cosa cotal creatura fosse
<<parla inquieto spirito
di qual sorte t’ha vinto,
e rivela la mia
per cui possa gioire
o versar pianto>> "


Virtualmente affine ad Alkimist
Avatar utente
Alrescha
 
Messaggi: 926
Iscritto il: 03/05/2012, 23:17
Ha  fatto 'Mi piace': 251 volte
'Mi piace' ricevuti:: 420 volte

Re: Opinioni sul mio racconto

Messaggioda dixit » 21/02/2014, 11:10

Grazie, sei preziosa! ;)
Voglio migliorare!
Avatar utente
dixit
 
Messaggi: 4402
Iscritto il: 31/01/2008, 14:01
Località: Italia
Ha  fatto 'Mi piace': 135 volte
'Mi piace' ricevuti:: 629 volte


Torna a Bar da Morfeo

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 45 ospiti