Lucky144 ha scritto:Una volta sono uscito con una psicologa.
Mi ha detto che per essere felici ci vuole coraggio, alla tristezza invece ci siamo abituati.
Sante e sagge parole
Lucky144 ha scritto:Una volta sono uscito con una psicologa.
Mi ha detto che per essere felici ci vuole coraggio, alla tristezza invece ci siamo abituati.
Elisir ha scritto:fantastico eric.io e te andiamo mooooolto d'accordo e lo scorpione sono io perciò vedi che ci capiamo.essere felici fa paura lo so.ma ti dò un ulteriore esercizio da fare.inizi a scrivere e dici che ad un certo punto trovi sempre qualcosa di meglio da fare.ora,nel momento in cui questo accade rispondi su un foglio a queste domande:
1-come si chiama il sentimento che sto provando?
2-da cosa capisco che è proprio quello il sentimento?
3-cosa sente il mio corpo?
4-IN QUALE OCCASIONE MI SONO SENTITO COSì IN PASSATO?
se qualcosa non ti è chiaro puoi chiedermi quello che vuoi...ok?e fammi sapere che ne hai cavato fuori se ti va...un grande abbraccio.elisa
MightyBlue ha scritto:[...]
Per mia esperienza posso dire che la mattina mi sveglio con la mente tutto meno che chiara, togliendo le poche eccezioni in cui ho mantenuto la consapevolezza fino a prima di addormentarmi e questa si è estesa in modo più o meno inconscio nei microrisvegli.
Elisir ha scritto:fantastico eric.io e te andiamo mooooolto d'accordo e lo scorpione sono io perciò vedi che ci capiamo.essere felici fa paura lo so.ma ti dò un ulteriore esercizio da fare.inizi a scrivere e dici che ad un certo punto trovi sempre qualcosa di meglio da fare.ora,nel momento in cui questo accade rispondi su un foglio a queste domande:
1-come si chiama il sentimento che sto provando?
2-da cosa capisco che è proprio quello il sentimento?
3-cosa sente il mio corpo?
4-IN QUALE OCCASIONE MI SONO SENTITO COSì IN PASSATO?
se qualcosa non ti è chiaro puoi chiedermi quello che vuoi...ok?e fammi sapere che ne hai cavato fuori se ti va...un grande abbraccio.elisa
Dehriei ha scritto:Cos'è facile?
Imparare a tenere le posate è facile? Imparare a leggere è facile? Imparare a camminare è facile? A parlare? A socializzare? A relazionarsi? Tagliare la legna è facile? Nuotare è facile? Usare un computer è facile?
Passiamo la nostra vita ad imparare ad assimilare dall'esterno. Quando siamo piccoli ci insegnano un sacco di cose, altre le impariamo per codici genetici innati e predisposizioni. Da bambini c'è come una forza che ci supporta, la forza sconosciuta dell'agire senza riflettere: voglio imparare a camminare e lo faccio finchè non ci riesco. Crescendo sembra quasi che perdiamo questa facoltà, si muta, cresce con noi e si trasforma. Intorno a noi nasce il confronto, non più ristretto alla sfera familiare ma allargato alla sfera sociale. Il confronto ci fa mettere in discussione e fa nascere in noi domande, dubbi, rimedi. Sono una ragazza di 19 anni e peso 62Kg. Accendo la tv e vedo tutte modelle, tutte perfette, dal sorriso smagliante, senza rughe, felici, solari e che pesano 45 kg. Penso che voglio essere come loro. Il mio fisico è diverso, ho una costituzione diversa, una predisposizione ossea diversa, senza contare che mi mancherebbero anche 20 cm di altezza. Cosa faccio? Vado in paestra? Faccio la dieta? Mi opero? Vomito? Mi ammalo? Mi sento uno schifo.
Guardo la ragazza e mi dispiace per lei, potrei dirle che il mondo fa schifo, che intorno a noi c'è merda, che la società ti impone la magrezza, ma che lei è bellissima così. Potrei dirglielo perchè non sarebbe nemmeno una bugia se è questo quello che vedo. Certo potrebbe incattivirsi di più, svilirsi o sentirsi protetta e coccolata e quando sarà sola?
Potrei dirle invece che il dato di fatto è che lei ha un fisico differente, che c'è, se vuole e è disposta, la possibilità di dimagrire e di sentirsi meglio, di farsi un'analisi, capire cosa vuole, che ci sono occhi che amano le sue forme e aspettano solo lei. Le mentirei? No, se ne sono convinto. Ma potrebbe poi prendere una batosta nel constatare una realtà che ancora è differente e avere una ricaduta più grossa.
Cosa è giusto e cosa è sbagliato? L'estremo da una parte o l'estremo da un'altra?
Potrei invece pensare che mi dispiace un casino, che vorrei essere onnipotente per darle la soluzione, per vivere al posto suo e farmi carico di quella frustrazione, proteggerla, sorregeggerla, "salvarla". Giusto? Grande amore, scarsa fiducia nel prossimo. Ancora un bivio, ancora un cruccio. Cosa è giusto, cosa è sbagliato? E' facile?
Ogni uomo nasce e ha un percorso, il perchè ci è sconosciuto. A volte basterebbe un silenzio, un passo vicino insieme senza voler fare o dire troppo. Un silenzio di fiducia. Un silenzio di rispetto, di presenza, di amore senza richieste. Un silenzio di: ok sono qua se hai bisogno e di non preoccuparti se stai male è un giorno così.
Invece vogliamo fare di più, domandarci di più, infarcire di più per colmare quel senso di vuoto e inutilità presente nel nostro ego e che ci spinge a continuare a riempire anche li dove non c'è n'è bisogno o dove nessuno ti ha chiesto di farlo.
Cos'è facile? Cosa è giusto? Cosa è difficile? Cosa è sbagliato?
Impariamo con determinazione, correggiamo con paura? Già, correggere per chi per gli altri o per noi stessi? Se l'unica verità fosse che siamo soli, che non dobbiamo rendere conto a nessuno in questo mondo?
Chi mi ama mi segua? Perchè? Tu che fai per farti amare? Niente, sono così. Ti fidi? Ti piacio? Sei libero di scegliere!
Cosa ci rende incapaci di questi ragionamenti? Cosa ci fa pensare che non può essere tutto così facile?
Saremmo egoisti, avidi, solitari? E non lo siamo già pur non seguendo queste domande?
Sai che ti dico Erik? In bocca al lupo....La vita è un gran bel tentativo.
Lucky144 ha scritto:...e per quanto riguarda la ragazza fi 62kg.....mandatela da me
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