Citrato ha scritto:Ragazzi, vi invito a leggere i link che vi fornisco prima di commentare.
Prima di quello studio,si è sempre creduto che i pazienti in un particolare tipo di stato vegetativo non avessero alcun segnale misurabile di attività elettrofisiologica nel loro cervello:
"According to existing scientific data, researchers and doctors had established that beyond the so-called "flat line" (flat electroencephalogram or EEG), there is nothing at all, no brain activity, no possibility of life.
E questa da dove l'hanno tirata fuori? Scusa il tono, ma appena ho cominciato ad interessarmi dell'argomento ho fatto delle brevi ricerche per la curiosità circa il grado di attività encefalica di una persona in coma e ho trovato subito che il ritmo in questi casi è delta, che poi può variare dai valori minimi (circa 0,5 Hz) a quelli massimi del range in questione (intorno ai 4 Hz), in base alla profondità dello stato di coma, ma non va a zero.
Se io ho trovato questa notizia tanto in fretta, a cosa si sono riferiti quelli che hai citato? A ricerche magari molto vecchie, quando un valore di 0,5 Hz non era apprezzabile strumentalmente?
Che poi la frase in sé è corretta, guardando bene: EEG piatto, cioè frequenza=0 Hz, morte cerebrale. Il fatto è che l'EEG di chi è in coma può avvicinarsi di molto allo zero, ma non lo raggiunge, se no non si parla più di una persona in coma, ma di una persona morta...
Perché, ti ripeto, io senza fare chissà ché ho subito trovato quell'informazione, magari potevano arrivarci anche loro.
Considerato che le onde sono radiazioni elettromagnetiche generate da cariche elettriche in movimento, quindi zero significa assenza di elettricità veicolata dai neuroni=morte cerebrale, che a sua volta=morte più in generale, dato che l'encefalo non si limita ai pensieri: gestisce tutto il corpo, in una miriade di aspetti differenti e vitali. L'unica cosa che puoi salvare in quel caso è il cuore, per qualche ora, mettendolo dentro un barattolo di acqua con qualche sale...
Per quello non ho letto il link, hanno qualche concezione di biologia quelli che pensano che si può rimanere vivi, anche allo stato vegetativo, senza attività elettrica dei neuroni?
Edit: adesso me lo sono letto, ero curioso, ne ho letto anche qualcun altro, poi li commento magari. Quanto a questo dice che hanno scoperto che il cervello ha ancora attività elettrica in un paziente in coma, esattamente come avevo postulato poche righe sopra (perché altrimenti sarebbe morto e non in coma), inoltre ho visto che l'articolo è del 2013; probabilmente io ho trovato subito la notizia del ritmo delta perché ho cercato quest'anno, anche se loro non parlano di ritmo delta, superficiale come denoti, ma di più profondi complessi Nu; va bene, altrimenti il cervello sarebbe morto e con quello la persona intera, ma come mai non erano al corrente anche di un ritmo delta basso?
Per il resto ok, dopo magari lo guardo con calma.
Quanto alle decine di minuti che ci passano tra un arresto cardiaco e la morte cerebrale ok anche quello, le NDE potrebbero proprio localizzarsi nell'attività che il cervello, come tu stesso affermi, compie prima di morire e torniamo a sopra:
Non nego il fenomeno, ma certe spiegazioni lasciano molto a desiderare. Perché in questo caso ci può stare un'esperienza di tipo onirico, come sostieni,
ma in quel lasso di tempo: ho risposto al topic perché si parlava di una REM di ventiquattro ore a cervello già morto...
Citrato ha scritto:L'esperimento sui topi rivela un EEG di appena 30 secondi e rappresenta solo una prova di principio sul fatto che il cervello emette ancora dei segnali dopo l'arresto cardiaco.
Certo questo è ovvio, il cervello non si spegne di scatto come un elettrodomestico a cui stacchi la spina, come ho spiegato altrove la morte è un processo graduale e procede su tempi diversi su tessuti diversi: non c'è la persona prima viva e poi morta, ma la persona che muore gradualmente in tutte le sue parti, non so se rendo l'idea, poi magari ti quoto il pezzo in questione; lo stesso ovviamente vale per i neuroni, impiegheranno il loro tempo a morire, perché nel momento in cui il cuore si ferma avranno ancora un po' di ossigeno a disposizione e zuccheri da bruciare con quell'ossigeno per tirarci fuori energia biochimica e funzionare, dopodiché ancora un lasso breve di tempo per funzionare col metabolismo anaerobico, una volta che l'ossigeno sia finito veramente. Non ho mai detto che muore tutto intero e in un istante, solo che ci impiega poco tempo.
Questo lo davo per scontato, sia per i topi che per gli uomini, il mio commento precedente era riferito al fatto che credevo (mi sbagliavo) che ti appoggiassi a questo per validare la REM di ventiquattro ore
post mortem... Scusa se ho frainteso.
Quello che volevo dire, in fondo, per non creare polemiche, è che spesso per certi fenomeni si cercano spiegazioni contorte, dimenticando le cose che già sappiamo e possiamo escludere.