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Chi potrebbe aiutarmi ad interpretare questo sogno?

Messaggioda Nessuno698 » 01/01/2015, 22:44

Salve! Ho fatto un sogno molto lungo che mi ha incuriosito parecchio e sono giorni che cerco di trovarci un'interpretazione adeguata perche' mi e' rimasto fortemente impresso in testa e ci penso molto spesso... Se avete pareri o idee fatemi sapere! Eccolo qui:
Sto su una spiaggia. C'e' una bellissima ragazza bionda, che mi sembra di aver gia' visto da qualche parte, che cerca di toccarmi e mi tocca… Mi insegue per tutto il tempo. Andiamo dentro l'acqua e mi ritocca. Ci sono dei bambini che pescano e si mette a pescare anche lei. Mi segue fino a casa di mia nonna. Comincio a prenderci confidenza e siamo sul divano. Entra mia nonna e appena entra mi allontano. C'e' mio zio sul sue letto e la nonna si sdraia sopra di lui per aiutargli a stirare la schiena siccome ha problemi con questa… Lo scrocchia.
Ora la ragazza non c'e' piu'… Io sto su una poltrona e osservo. C'e' mio zio, questa volta al pc con un caffe', ci sono varie persone che entrano ed escono, come mia cugina, che ride, Lorenzo che si e' travestito da donna ed e' altissimo. Comincio una serie di riflessioni sulla vita.
"Eh, mio zio non vede l'ora di crepare, I suoi sorrisi sono finti… Guarda come tutti fanno qualcosa invano e non serve a nulla… Per cosa? Per attirare l'attenzione degli altri? Per relazionarsi? A cosa serve tutto questo?"
Finisco la mia crisi esistenziale e mi giro. Sul tavolo dietro di me c'e' il telefono che sta ricevendo una chiamata dal mio amore. Lo prendo ed esco per rispondergli. Ci parlo, ma viene un vecchio che vuole dirmi qualcosa e io comincio a correre con il telefono all'orecchio perche' non voglio che Gabriel pensi a male. Gabriel riattacca. Sono irritata e triste. Il vecchio mi guarda e mi dice:
"Lo sai che hai la scarpa slacciata?"
"Non mi importa!" Urlo disperata perche' lui ha riattaccato e me ne vado.
Il posto in cui sto e' diverso adesso… E' enorme, una specie di edificio a piu' piani, con tantissime stanze dove alloggiano i ragazzi. Rientro. Sto al primo piano, c'e' la mia ex prof di educazione fisica che cerca di inseguirmi perche' io la evito. Mi gira la testa, non vedo bene. Mi dice qualcosa tipo "Ah, di nuovo qui, come l'altra volta!" Vuole togliermi il telefono per punirmi perche' l'altra volta avevo fatto qualcosa di male. Me lo toglie e inoltre vuole farmi rimanere li', ma io devo trovare un'altro modo per chiamare l'amore mio e spiegargli l'assurda situazione e percio' comincio a scappare. Mi insegue insieme a qualcun altro. Nel momento dell'inseguimento all'inizio osservo dall'alto il sogno, non sono piu' nel mio corpo. Vedo loro che mi inseguono e c'e' un accensore dal quale ad un certo punto esco io. Sono di nuovo nel mio corpo. Continuo a scappare e mi ritrovo una stanza come un labirinto, ma molto stretta. Ci entro, e' difficile passarci. Ci sono persone che vengono dal senso opposto percio' devo tornare indietro dove ci sono quelli che mi inseguono. La prima persona che arriva dal senso opposto e' Tiziana, cicciona, che mi aiuta. Salgo delle scale.
(…)
In qualche modo mi hanno trovato e ora devo fare una causa. Entro in questa grande sala, c'e' un giudice donna, con il volto velato con un tessuto bianco. All'inizio mi siedo qualche posto dietro, alla estrema sinistra, ma poi mi dicono che il mio posto e' in prima fila e devo andare li. Inizia la causa. Io piango. Piu' che altro perche' non posso far sapere nulla a Gabriel. Dietro me c'e' Diandra e una tizia figa con i capelli neri e lunghi vestita in modo alternativo, che mi dicono di fottermene. Non so nemmeno bene perche' sono in causa, ma e' per qualche stronzata. Il giudice comincia a parlare e per mettermi in imbarazzo dice che ho messo sotto il mio nome una poesia di un altro autore… Poi comincia a parlare di questo autore e dice che ha scritto un libro che si intitola come il mio soprannome Dora… Dice che nel libro spiega anche come la lettera D e la A sono opposte, contrarie (come lo yin e yang insomma), ma che si trovano nello stesso nome, nella stessa parola, e lo completano dall'inizio alla fine. Sento come se stesse parlando della mia personalita'. Interviene Sara, fa qualche domanda stupida. Il giudice si alza e si avvicina continuando a parlare. Dice anche che in alcune situazioni e' meglio trattenere le lacrime e io cerco di smettere di piangere. Quando si avvicina a me riesco a vedere il suo volto attraverso il velo. Dice che a volte da lontano non si riesce a vedere bene tutto, ma bisogna avvicinarsi per vederci chiaro. Sorride. Mi guarda negli occhi. Ci siamo capite. Sorrido. Dice che c'e' la pausa di 40 minuti e poi ci sara' la sentenza. Io voglio trovare un telefono per far sapere tutto al mio amore. Comincio avagare per questi corridoi. Vedo Sara R.che incazzata sbatte al muro una ragazza. Non ho intenzione di chiederle nulla. Proseguo ma diventa tutto deserto senza nessuno. Sento delle voci provenire da sotto e scendo le scale. C'e' un gruppo di persone tra cui un prof, quindi non ci chiedo nulla se non le informazioni su come ritornare. Vado poco piu' avanti e vedo che la causa e' ricominciata. Corro per tornare al mio posto, ma anche se sono in ritardo non mi dicono nulla. C'e' una ragazza dietro me che comincia a suonare il tamburo con le mani. Nikolija davanti a me che comincia a picchiettare con delle bacchette sul tavolo e a cantare una canzone in Serbo e pian piano tutti cominciano a fare la stessa cosa. Io non canto, ma batto le mani perche' non so le parole della canzone. Siamo un grande coro ed e' un grande momento. Dopo, la causa e' chiusa, io sono innocente. Il giudice vuole darmi dei fiori, penso dei tulipani, viola e bianchi, ma li da per sbaglio a Camilla. A me poi da sempre gli stessi fiori ma piu' piccoli e malmessi.
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