Ieri sono andato a dormire verso l'una dopo una giornata passata con gli amici e conclusa con piccola chat sul forum
Prima di dormire ho praticato qualche minuto di meditazione, dopo di che mi sono coricato lasciando aleggiare vivo l'ntento di sognare
Ecco quello che ricordo dei sogni di questa notte:
[..] C'è da gestire una eredità/passaggio di proprietà: non ricordo chi, ma è morto qualcuno. Non lo sento però come un evento triste o spiacevole, semplicemente così è.
La persona trapassata ha lasciato una macchina (non ricordo marca e modello, ma era una utilitaria piuttosto comune, carrozzeria bianca o grigio chiaro) ed un cuore.
Sì, un cuore: poco più grosso del pugno di un'uomo adulto e dalla forma di una patata: ricordo che l'ho visto per la prima volta appoggiato su di un tavolo, con alcune persone che lo osservavano per capire come prendersene cura (tra queste persone ricordo vagamente anche mia sorella). Mi avvicino per esaminarlo e vedo nel dettaglio i fasci muscolari che lo compongono contrarsi ritmicamente per farlo battere. Non ha ventricoli, ne tanto meno le imboccature per le arterie che portano il sangue da e verso il cuore stesso, in compenso però su di un lato ha una finestrella aperta chirurgicamente e tenuta in posa con dei fermi, all'interno della finestra si vede che nel nucleo di questo cuore c'è una sorta di "batteria" giallo fosforescente.
Mi spiegano che quel nucleo gli serve come sostentamento, ma va trovato il modo di alimentarlo, se no morirà di stenti.
Per un attimo mi passa per la testa il pensiero "Non ha una pelle o un involucro protettivo: a stare così all'aria aperta e a contatto di un tavolo asciutto non si rovina il tessuto muscolare esterno?". Pensiero che però dura qualche istante per poi venir sostituito dal fatto che quel cuore mi trasmette la sensazione di un cucciolo di animaletto domestico (che so di un gattino o di un cucciolo di coniglio da appartamento).
Alla sottotrama del cuore si intreccia quella della macchina: c'è l'utilitaria lasciata dal defunto che e da gestire, bisogna gestire l'immatricolazione, il passaggio di proprietà, l'assicurazione, ecc... solo che nessuno di noi ha i dati necessari per poter portare avanti queste burocrazie. Questa parte di trama inizia in un parcheggio coperto, è buio e siamo in una città tipo Torino.
Ricordo che siamo alcune persone attorno alla macchina e discutiamo su come gestire la faccenda (molti sono sconosciuti, riconosco un collega o due). Vicino a me c'è una signora sulla quarantina, dall'aspetto sobrio ma piuttosto attraente (lo stile mi ricorda un po' quello di Sandra Bullock), sembra essere quella che ne capisce di più, la vedo scartabellare i documenti che ci sono in macchina, leggerli... ad un certo punto si gira verso di me e mi fa "Qui c'è quasi tutto, ma manca il codice. Senza quello non possiamo farci nulla", scambiamo ancora qualche parola, dopo di che conclude che se ne sarebbe occupata lei, fa parte del suo lavoro. E si allontana.
Il sogno procede, frammentato (ma decisamente meno delle notti precedenti) e alternandosi tra la trama del cuore e quella della macchina.
Ricordo una scena dove sono in ufficio (quelli vecchi), dalla luce è un mattino di primavera inoltrata inizio estate. Sulla scrivania a destra della mia c'è il cuore mentre a sinistra c'è il mio collega DC, al quale dovrebbero andare sia la macchina che il cuore stesso. Mi ricordo qualcosa del tipo "Con il cuore abbiamo quasi capito, per la macchina invece mancano ancora dei documenti per poter completare il passaggio: mi sa che ti tocca aspettare ancora un po'".
Lui mi fa cenno di aver capito e che non c'è nessun problema.
Stacco di scena, siamo in una chiesa, c'è una grossa funzione (credo sia il funerale del defunto). Ricordo che sono nella navata sinistra, spalle alla parete della chiesa. C'è tantissima gente e non riesco a vedere quasi nulla.
Ad un certo punto sento un contatto, qualcuno si appoggia delicatamente al mio braccio destro, mi giro e c'è la signora della macchina a fianco a me, braccio contro braccio. Mi guarda, sorride... io sorrido... poi apre un portafoglio tenendolo basso, quasi come se volesse farlo vedere soltanto a me, in segreto. All'interno del portafoglio c'è un foglietto di carta ritagliato a dimensione di una tessera, con sopra scritto in stampatello un codice alfanumerico.
"L'ho trovato" mi fa con voce complice, dopo di che fa un occhiolino.
Rispondo con un sorriso "Bene!", proprio in quel momento un signore (che sembra tantissimo Keano Reeves da giovanissimo ma con i capelli lunghi come li porta adesso) la spinge spalla contro spalla e le fa "Un po' più in là"...
La spinge di nuovo "Un po' più in là..." e così facendo inizia a spingerla passo dopo passo oltre a me. Da come la vedo sorridere e dagli sguardi che si scambiano capisco che è il suo compagno, il quale di tanto in tanto mi guarda con fare un poco geloso. Saluto lei, facendole capire che per il codice ci saremmo parlati in seguito, poi distolgo l'attenzione dai due per non creare problemi vista la gelosia di lui.
Finisce la funzione, trovo mia madre, mia sorella e DC, dico loro del codice e iniziamo a dirigerci verso casa, per prenderci finalmente cura come si deve di quel cuore abbandonato (alla fine il codice seriva anche a quello).
Entriamo in casa (quella dove sono cresciuto da ragazzo), ci dirigiamo verso la camera di mia sorella (a sinistra rispetto alle scale che portano dal garage al corridoio centrale della casa), vedo però che ho lasciato la porta della camera aperta... mi prende un coccolone: il cuore era da solo indifeso sul tavolo centrale della camera, la porta aperta, i gatti...
Corro verso la camera urlando a bassa voce "No no no... ti prego fai che no..." entro nella camera e non vedo il cuore sul tavolo... mi fermo.
Guardo sotto il tavolo, niente.
Nel sogno non vedo fisicamente tracce di sangue ma allo stesso tempo è come se ci fossero state
Crollo in ginocchio urlando una serie di "no", disperato, i sensi di colpa che mi aggrediscono, violenti.
"L'ho lasciato lì da solo, indifeso, sul tavoolo, con la porta a perta... i gatti... devono esserselo mangiato!!!" Le persone che erano con me mi si fanno vicine, tentano di consolarmi, ma il dolore è troppo, continuo ad urlare L'ultimo "Nooo" si trascina dal sogno alla realtà e mi sveglio urlando.
Per fortuna ci metto pochissimi istanti a capire che nulla di tutto ciò era vero e la disperazione passa all'istante. Mi riaddormento quasi subito, poi mi risveglio, vado in bagno, torno a letto e controllo l'ora: le 5:15
Sospiro frustrato perchè manca poco alla sveglia e, nuovamente, non ho sognato nulla.
Mentre rimugino frustrato sul fatto che continuo a non riuscire a sognare, mi convinco a fare un attimo di mente locale e andare leggermente indietro con i ricordi... piano piano mi tornano in mente i concetti dell'eredità, della macchina e del cuore, ma come "ovattati"... "Ehi, aspetta, questi sono ricordi di sogni!" faccio, tra me e me.
Prendo il cellulare, appunto tre parole "Eredità, macchina, cuore" em mi lascio riaddormentare
Bene! Vedo che la meditazione e la costanza stanno portando i loro frutti
