Riporto la quarta esperienza ad Oniria avuta qualche settimana fa
ONIRA #4 - C’E’ UNA MAPPA!
Ho dormito poco la notte per ragioni varie e nel pomeriggio mi viene così sonno che decido di fare un pisolino. Al primo tentativo nel momento dell’addormentamento mi paralizzo senza allucinazioni. Mi metto allora nelle orecchie dei suoni binaurali e questa volta mi addormento. Divento lucido nel sonno al primo sogno che faccio: mi trovo in macchina con i miei, sono seduto dietro con un mio amico. Siccome prima di addormentarmi avevo pensato all’eventualità di lucidare e optato per provare la task di Oniria, mi viene subito in mente mentre cerco di stimolare il tatto toccando i tessuti dei sedili della macchina. Ad alta voce ordino a chi sta guidando di dirigerci ad Oniria e mi viene assicurato che ci stiamo andando, con la voce con cui di solito si parla ai bambini che fanno i capricci. Guardo fuori dal finestrino e siamo in un grande spiazzo innevato, esco dalla macchina per guardarmi in giro. Siamo circondati da montagne molto alte coperte di neve che ci sovrastano completamente. Chiedo al mio amico dove fosse la torre di Oniria e lui mi dice che non si può vederla da così in alto e che dobbiamo scendere a valle. Passo qualche secondo nel sogno a ricostruire mentalmente una possibile mappa dell’isola, ricordando di avere visto queste cime innevate in almeno altre due occasioni. Quando ritorno al presente ho in mano una mappa di Oniria e con il mio amico ho una lunga discussione nel cercare di collocare le cime montuose sulla cartina. La parte più interessante della mappa è una parte in cui si vede l’isola raffigurata per intero: è disposta in verticale, di forma allungata più che larga, divisa in fasce in base alle varie caratteristiche geografiche. In basso a sinistra si allunga una lingua di terra, una specie di penisola che si stacca dal corpo principale. Quando distolgo gli occhi sono da solo immerso in una bufera di neve, faccio qualche passo e man mano che cammino la vista si fa via via più nitida finché a vista recuperata non mi si presenta davanti il panorama mozzafiato di tutta la catena montuosa. Ne sono rapito e rimango per un tempo imprecisato a godere di questa vista, finché non attira la mia attenzione una slavina che si stacca da una zona rocciosa per precipitare più in basso. Penso che mi piacerebbe vedere una valanga, quindi osservo con attenzione la neve sulle montagne e con una sorta di vista potenziata ne riesco a percepire e sondare la consistenza come se potessi toccarla, in particolare quella fresca. Dapprima provo a concentrare la vista in un punto specifico per provocare la valanga con la forza del pensiero ma con scarsi risultati, così provo con il fiato. Soffio verso una montagna e nell’aria si creano a partire dalla mia bocca come dei cerchi concentrici di pressione che viaggiano ad alta velocità e che colpiscono il fianco della montagna, causando il distaccamento di una grande massa di neve che sfocia in un’enorme valanga. La neve non accenna a fermarsi ed è talmente tanta che temo mi possa investire nonostante mi trovi a diversi chilometri di distanza. Sento delle voci chiamare il mio nome con preoccupazione, mi giro per cercare gli altri. Decido di andare ad esplorare liberamente senza concentrarmi su nessuna task in particolare se non appunto quella di memorizzare il paesaggio il più possibile. Raggiungo quindi una sorta di ostello vecchio e fatiscente, costruito in legno e con una struttura sinistra, simile a questo https://i.imgur.com/bzs1pyS.jpg. Appena dentro l’edificio però l’ambiento diventa più accogliente, i miei genitori sono seduti su un divano in una piccola hall con camino, con accanto a loro una quantità spropositata di valige di stile vintage. Io dico loro che vado a vedere le camere, quindi salgo una rampa di scale e al termine di uno stretto corridoio entro in un’altrettanto piccola camera con un letto a castello con struttura in ferro arrugginito. A questo punto stupidamente decido di stendermi sul letto di sotto ma appena lo faccio mi assale una sensazione intensa che provoca la mia fuoriuscita dal corpo onirico. Ora nel lucido sono come un fantasma e passando attraverso la parete dell’ostello mi ritrovo all’aperto. Le montagne ci sono ancora ma l’ambiente è ora molto più scuro. Vago senza meta seguendo il profilo dei monti finché non intercetto delle strane creature mostruose, simili a queste https://static.wikia.nocookie.net/blood ... _Huntsman_№19.png/revision/latest/scale-to-width-down/250?cb=20180406074007. Le osservo mentre camminano sulla cime del monte ma decido di allontanarmi da loro, volando verso il basso. Man mano che scendo ai piedi delle montagne raggiungo una zona che il pomeriggio precedente non avevo notato, o perché non potevo vederla o perché non esisteva ancora. Si tratta di una grande area paludosa fatta di laghi putridi e melmosi, con alcune piccole costruzioni in legno a mo’ di ponti o passerelle sparse qua e là. Trovo una piccola imbarcazione in legno con un remo ormeggiata, ci salgo sopra e comincio la traversata della palude. Dopo poco però mi rendo conto che le creature di prima si trovano pure qui ed in numero anche maggiore, provo quindi a studiarne il comportamento cercando di non farmi vedere. Questi mostri sembrano programmati come in un videogioco, infatti percorrono sempre gli stessi percorsi all’infinito e nel momento in cui io entro nel loro raggio d’azione cominciano ad insospettirsi, ma mi basta allontanarmi di nuovo per riportarli nella condizione standard. Tuttavia quando abbandono la barca per salire su una specie di costruzione che si eleva sulla palude ne incrocio uno praticamente faccia a faccia. Al posto di affrontarlo mi defilo ma quello fa per rincorrermi e nella fuga, probabilmente a causa della concitazione, finisco per risvegliarmi nel corpo onirico. In realtà qui ho un momento di vuoto e per un attimo mi sembra di essermi svegliato veramente nella realtà, ma non è così. Mi trovo infatti ancora in sogno, tuttavia il paesaggio è cambiato radicalmente, non sono più in montagna bensì al mare. Sono insieme a C. e stiamo guardando il mare da una spiaggia, dietro di noi la torre di Oniria tutta bianca che svetta sul paese di casette bianche della prima esperienza ad Oniria. In realtà questa volta è più un obelisco vero e proprio, seppure gli spigoli siano molto arrotondati e con delle decorazioni incise sulla superficie. C. mi dice qualcosa ma non ci faccio caso, sono affascinato dal tramonto sul mare: il sole cala rapidamente e nell’ultimo tratto prima di sprofondare dietro la linea d’orizzonte sembra avere vita propria e giocare con la luna, che è spuntata alla sua destra; i due corpi celesti in questo frangente hanno le stesse dimensioni. Poi il sole si tuffa letteralmente nel mare per dare spazio ad una seconda luna luminosissima che orbita intorno all’altra, le due si incrociano diverse volte in delle eclissi, riesco anche a vedere dei piccoli corpi celesti che ci passano davanti formando degli aloni neri sulla superficie dei pianeti. Dopo questa visione incantevole vengo trascinato per la mano su un promontorio roccioso “per vedere l’alba”. Sono incuriosito avendo appena visto il sole tramontare ma effettivamente dopo poco tempo vedo un sole enorme e abbastanza irregolare come forma sorgere. Penso che potrebbe trattarsi probabilmente di un sole diverso oppure il tempo è semplicemente percepito diversamente. Mi viene da tirare fuori il telefono e faccio una foto, ne faccio una anche con C. Il sogno finisce con l’arrivo di un po scontroso che ci rimprovera per il nostro abbigliamento da spiaggia a detta sua poco consono, io gli intimo di allontanarsi e di non infastidire ulteriormente, prima di svegliarmi per via di rumori. Mi accorgo di avere dormito un paio d’ore, che è la durata che ho percepito anche in sogno.