Ebbene sì, terrò anch'io un diario qui in cui annoterò i miei sogni lucidi.
Sapevo che prima o poi avrei dovuto tirare fuori i diari cartacei…anzi il diario cartaceo visto che l’altro al momento è disperso. Cercherò di cogliere e trascrivere ogni dettaglio possibile perché, più che per le persone qui, esso possa servirmi da autoanalisi e da buono studio se qualcuno ne fosse interessato. Sicuramente non sarò costante nell'annotarli, conoscendomi sono un po' pigra per queste cose ma da qualche parte e in qualche modo dovrò pure cominciare no?
Inizierò dagli albori dei tempi con il primo lucido in assoluto fatto nel lontano 21 Dicembre 2007
Sono in un pianerottolo tra una rampa di scale che scende verso il basso per un seminterrato ed un’altra che sale verso l’alto e che porta ad un altro piano. Tutto è ricoperto in legno chiaro come fosse una baita. Il seminterrato è illuminato da una luce fioca di cui non vedo la fonte. Il piano alto al contrario è buio, tetro. Tutto tace. Non c’è nessuno in giro, nulla di nulla che si muove. Decido di prendere la rampa del seminterrato dopo aver avuto la sensazione che al piano di sopra qualcosa potesse provocarmi timore. Scendo perciò con cautela ma negli ultimi gradini scivolo su qualcosa che mi fa finire a terra. La caduta continua sul pavimento liscio come ghiaccio e mi porta vicino al muro del seminterrato proprio di fianco alla rampa di scale. Li fra le assi di legno del muro osservo bene una porta nascosta che si confondeva con il resto della parete. Lentamente comincia ad aprirsi da sola e posso scorgere un buio tetro, indefinito al di la. Con un calcio la chiudo senza nemmeno rialzarmi da terra. Eppure questa si riapre. Ho una brutta sensazione, come sapendo che se si fosse aperta del tutto avrei dovuto affrontare qualcosa di pericoloso. Così mi viene dal petto di urlargli “Chiuditi!”. La porta si chiude con un tonfo iniziale ma a poco a poco ritorna ad aprirsi di nuovo. Ancora spaventata ma con la consapevolezza che il metodo funziona grido ancora “Chiuditi per sempre!”. E’ allora che la porta si chiude e scompare completamente senza lasciare alcuna traccia. Aspetto un po’ che succeda qualcosa, ma vedendo che tutto si è fatto tranquillo mi alzo dal pavimento. Capisco che ho evitato qualcosa di spregevole e che ciò l’ho fatto con la forza di volontà. Perciò mi viene subito da dire “ Se ho potuto fare questo allora posso fare tutto. Questo è il mio sogno”. Ho la consapevolezza di poter controllare, di poter decidere. Il seminterrato è ancora vuoto oltre che immenso perciò prendo a dire al vuoto dando forza a quello che dico con il gesto di battere due volte le mani “Vorrei che questo seminterrato fosse un ristorante”. Istantaneamente compaiono tavoli apparecchiati e le luci fioche piene d’atmosfera. Sorrido alla cosa e riprovo a ricreare il trucchetto battendo sempre due volte le mani e parlando ad alta voce “Vorrei ci fosse della gente”. Compaiono 2 o 3 miei amici che però non riesco a distinguere in volto. Li saluto e poi passo fra i tavoli. Non sono ancora soddisfatta. Batto le mani dicendo “Vorrei fosse un Pub!” e tutti i tavoli si trasformano in tavolini con aperitivi e lunghi bicchieri di stuzzicheria. Scuoto la testa e batto le mani chiedendo “Vorrei della musica”. Compare perciò uno stereo CD che comincia a mandare musica quieta. Riformulo perciò la richiesta specificando con il solito gesto “ Vorrei della musica dal vivo”. Lo stereo scompare facendo posto ad un gruppo di 4 persone arrivate dal nulla e subito suonano un pezzo jazz. Sento i miei amici che dietro le spalle discutono del luogo e mi fanno i complimenti per la costruzione del locale. Però il pub non mi soddisfa. Batto le mani e formulo la richiesta che diventasse un ristorante cinese. I tavolini si allargano divenendo tavoli pieni di decorazioni in tema. Apparecchiati di bacchette e al centro di ognuno di essi un piatto caldo e fumante con un gamberone rosso che emana un odore delizioso. Di li passa anche una cameriera cinese che mi saluta cordialmente mentre un cameriere della mia prima richiesta di ristorante mi si avvicina scontento dicendo che i ristoranti cinesi non vanno, che non sono abbastanza eleganti. Si allontana poi facendo comparire una porta su uno dei muri a suo piacimento, la apre e scompare li dietro. Ci penso su qualche secondo poi decido di seguirlo. Apro la porta e li trovo una stanza molto illuminata con dei tavoli e delle poltrone di pelle nera: è un ristorante di classe. La stanza ha una parete interamente vetrata dove al di là posso scorgere una città immersa in una notte di luna piena e deduco dalla vista che siamo a diversi piani d’altezza (nonostante la stanza prima è un seminterrato O.O). Mormoro fra me che dopotutto il cameriere ha avuto gusto. Riattraverso la porta tornando al mio ristorante cinese e dico “ok, voglio anch’io una bella vista!” battendo le mani. Mi ritrovo fuori, sul tetto del palazzo dove all’interno brulicano di vita i due così diversi ristoranti. Con me sul tetto ci sono gli amici che avevo fatto precedentemente comparire. Avanti a noi c’è una specie di stanzina di vetro che pare poter riportare all’interno grazie a delle rampe di scale, tanto che una coppia di mezza età ben vestita si avvicina alla porta della stanzina di vetro, la aprono facilmente e scendono per i ristoranti. Mi muovo d’istinto nel seguirli, mi avvicino alla stanzina ma la porta non c’è più, non c’è un pomello, niente per poter aprire qualcosa. Uno dei miei amici chiede “ Ora come entriamo?”. Gli rispondo semplicemente che questo è il mio sogno mentre contemporaneamente allungo una mano e istantaneamente compare il pomello con una porta. Entriamo nel minuscolo stanzino di vetro ma non ci sono le scale che possano portare di sotto, sono scomparse. Allora mi viene in mente un’altra idea e faccio ai miei amici “Vogliamo fare un giro?”. Chiudo dietro di noi la porticina di vetro e la cabina comincia ad alzarsi dal tetto e prendere il volo. Loro si mettono seduti a terra mentre io guido la cabina di vetro fra i palazzi della città.