Sogno lucido del 30 Novembre 2014
Dentro il labirinto con Nebula e Amrod e tentata task della "cattedrale nel deserto"
Sono tornata a casa all’una passata stanotte e, il tempo di lavarmi, mi sono messa a letto. C’è stato un unico sogno normale, stabile e dalla trama ben definita (tipico per me) che ho portato avanti fino alle 7:15 di stamattina. La trama volgeva tutta sul mio compleanno che dovevo passarlo fra parenti e le mie due zie che mi soffocavano di attenzioni, spingendomi a prepararmi per una festa organizzata da loro come un tipico cenone di Natale e mettendomi a disagio. C’è stato anche un momento nel sogno in cui ho avuto un capogiro, tutto ha cominciato a girare ed apparire lontano come se fossi brilla e mi sentivo talmente stanca che ho pensato da un momento all’altro sarei svenuta, cosa che non è mai successa in vita mia. E’ stata una sensazione stranissima, forse con un po’ di fortuna avrei potuto sfruttarlo per prendere lucidità ma una delle mie due zie è infermiera ed è subito intervenuta portandomi allo stato di normalità. Se avessi continuato ad avere quella sensazione, probabilmente poteva nascere in me qualche dubbio sul fatto di essere in un sogno o meno…ma il PO ha fatto il lavoro che spesso fanno i PO, ovvero far perdere lucidità/sopire i dubbi.
Svegliatami appunto alle 7 dal sogno normale, mi sentivo in stato propizio per tentare di portare avanti la task iniziata con Nebula e Amrod.
Ho chiuso gli occhi concentrandomi sul ritmo del mio respiro ed ho visualizzato le dune del deserto.
Sento una musica al pianoforte cominciare e poi mi accorgo di lì a poco di star camminando sulla sabbia dorata che scintilla al sole. Stavolta non ho fatto molta fatica ad entrare in sogno. Devo ancora capire perché ci sono volte in cui mi riesce bene e volte in cui neanche se accendo un lumino al dio Morfeo succede qualcosa…
Alla mia destra c’è Nebula che mi cammina di fianco, il suo aspetto non è cambiato dall’ultimo sogno e neanche quello di Amrod avanti a noi ha subito cambiamenti da un sogno all’altro. Con noi non c’è nessuna jeep, siamo a piedi e Amrod ad un certo punto si volta verso me e Nebula dicendo
<<Vi devo portare in un negozio di vetreria in città. Devo comprare una cosa>>.
Immagino che, in un negozio che vende oggetti di vetro artigianale, debba comprare qualche bottiglia o forse qualche bicchiere e alambicco strani. Infatti ho subito un richiamo alla memoria del libro di Coelho, “l’Alchimista”. Magari anche Amrod vuole dilettarsi in alchimia…
<<Amrod, facciamo una task per volta altrimenti non ne usciamo più. Prima finiamo il labirinto>> gli rispondo mentre continuiamo a camminare.
Nebula ferma la nostra discussione indicando alla sua destra <<Eccolo là>>.
Guardiamo il punto messo in evidenza dal suo gesto e c’è effettivamente un labirinto situato in una specie di valle che si è formata fra le dune del deserto, come se questa volesse racchiuderlo e circondarlo per nasconderlo da sguardi e visite indiscrete.
Il labirinto ha un perimetro quadrato e non sembra molto grande ma ha una particolarità: è verde.
Ci dirigiamo là scendendo dalle dune sabbiose e in men che non si dica lo raggiungiamo anche se in realtà non facciamo molta strada. Ancora una volta è chiaro che le distanze si accorciano di molto nei sogni, non sono reali.
Arriviamo all’entrata del labirinto e lì ci fermiamo.
<<Ah beh, è coerente il mio subconscio: un rigoglioso labirinto di cespugli in mezzo ad un deserto…>> mi prendo in giro da sola per l’assurdità. Infatti il labirinto è costruito tramite l’ars topiaria, con le siepi tagliate a mo’ di pareti come se fosse parte di un giardino all’italiana. Probabilmente è l’influenza delle lezioni sui giardini storici e gli orti botanici che sto seguendo di recente in università.
In effetti mi sarei aspettata un labirinto di pietra, magari arenaria, ma tant’è ed i sogni sono belli anche perché tirano fuori cose impossibili.
L’entrata del labirinto è sottolineata da due piccole torricine di siepi un po’ più alte del resto del muro e con in cima quelli che sembrano due lampioni di quelli bianchi a palla che spesso si trovano nei giardini pubblici delle città.
Nebula e Amrod entrano ed io li seguo. C’è subito una scelta da fare in un incrocio a “T”: prendere la strada a destra o a sinistra?
Nebula decide per la sinistra e comunque una vale l’altra al momento. Percorriamo un po’ il corridoio sabbioso fra le siepi (che sono anche piuttosto basse) illuminate dal sole e alla fine di questo, c’è una specie di piccolo bunker squadrato, di cemento armato grigio e decisamente fuori luogo con il contesto. Il bunker fa angolo con il lato esterno del labirinto, perciò il corridoio che stiamo seguendo, una volta passato avanti il bunker, svolta subito a destra. Nebula sembra attratto dalla struttura e ci avviciniamo. La porta del bunker grigio, fatta di metallo pesante e spesso, è aperta. Nebula entra mentre Amrod si posiziona nello stipite della porta fra l’interno e l’esterno come se volesse evitare che questa possa richiudersi all’improvviso intrappolando il nostro compagno. Io invece rimango più all’esterno perché quel posto non mi piace e preferisco tenere d’occhio i due corridoi del labirinto. Nebula, sullo spessore dello stipite della porta, ci fa notare dei segni che sembrano causati da artigli.
<<Guarda, ci sono ancora i segni di quando eri qui>> mi dice allegro, quasi ridendo.
<<Ma io non ci sono mai stata…>> gli rispondo perplessa mentre li osservo. Sono graffi incisi sul cemento e sul metallo come se qualcuno...o qualcosa… avesse disperatamente lottato per poter uscire. E’ curioso che Nebula sia convinto sia stata io a farli. Buttando uno sguardo dentro la piccola stanza di cemento armato noto un letto spartano che è appoggiato con la testata sul lato sinistro della stanza e posto esattamente a metà di questa. Oltre al letto c’è un'unica luce proveniente da una lampadina che emette una luce gialla e che, appesa per i fili, penzola appesa dallo stesso lato della porta. Nient’altro.
Mi avvicino per sporgermi all’interno della stanza e vedo Nebula dirigersi alla parete opposta di quella dove c’è la testata del letto ed accucciarsi per esaminare qualcosa a terra. Anche negli altri lati ci sono incisi segni di graffi causati da grossi artigli.
Quando mi ritraggo per tornare all’esterno, Amrod non è più lui! Al suo posto c’è una ragazza dai capelli riccissimi marroncino-rossicci ed il rossetto rosso fuoco. Indossa una specie di leggera tunica scura ed un mantello che all’interno è di un colore blu-viola. Lei è lo stesso PO “sbagliato” dell’altro mio sogno precedente, ne sono sicura! Dov’è Amrod? Il sogno si destabilizza, forse per la sorpresa inaspettata, e lo perdo finendo nell'oblio del black world. Tento un rientro, ripercorrendo mentalmente le immagini del sogno appena fatto. Riesco a riprenderlo quasi immediatamente, ancora cosciente di sognare,
ma ora siamo di nuovo fuori, all’entrata del labirinto.
Stavolta entro io per prima e prendo la strada di destra al primo incrocio mentre Nebula ed Amrod mi seguono.
<<Fate andare avanti me per prima? Che cavalieri che siete…>> li prendo in giro scherzosamente, sottolineando il fatto che mandarmi in avanscoperta potrebbe significare espormi per prima ai guai. Ma la mia lamentela è appunto finta perché non mi dispiace in realtà, dato che lo interpreto come un volersi fidare di me.
<<Dove sarà il mostro del labirinto?>> sento Amrod dire dietro di me.
Non sapevo ci fosse un mostro in libertà e dato che Amrod ora lo ha nominato, è sicuro che lo incontreremo. Anzi, i miei due compagni non sembrano aspettare altro, sento in qualche modo che fremono dalla voglia di un po’d’azione e quindi non ho proprio dubbi sul fatto che prima o poi troveremo problemi.
<<Non ti preoccupare>> cerco di rassicurarlo <<probabilmente si sarà già accorto di noi nel momento stesso che abbiamo messo piede qui dentro>>.
Mostri o non mostri, io devo ancora fare la mia task personale. Mi serve trovare uno spiazzo, perciò adotto uno stratagemma che altri utenti del forum avevano attuato in passato per avere la planimetria del posto (non ricordo se era con Mirror, tuttoonulla o Ixbalam che ne avevo parlato tanto tempo fa). Appoggio una mano sulla siepe alla mia destra, la più vicina, e mi concentro. Nella mia visuale compare una mappa del labirinto con sottolineata la strada da fare per raggiungere uno degli spiazzi aperti più vicini: sinistra, seconda a destra, ancora sinistra e poi subito a destra. E’ piuttosto facile. La mappa si trasforma poi in una planimetria in 3D del posto, come se fosse un plastico o un modellino, e mi sembra di intravedere anche la posizione di una figura scura che identifico come il mostro (anche se non so cosa sia perché non è ben definito) che però è ancora lontano dalla nostra posizione. Saputo quello che volevo, faccio scomparire la mappa dalla visuale che altrimenti mi avrebbe dato un’idea di troppa finzione da videogioco. Faccio strada ai miei due compagni e percorrendo i corridoi sabbiosi che a mano a mano cominciano a salire con un certo dislivello, ci troviamo infine su uno spiazzo aperto gigantesco ed in pendenza, come se fossimo sul lato di una dolce collina, il labirinto di siepi verdi che ci circonda mentre il paesaggio sia all’esterno del labirinto che all’interno è cambiato da un deserto di sabbia ad uno roccioso di terra rossa con qualche sterpaglia secca qua e là (qui c’è forse lo zampino dell’influenza data dal sogno di Amrod).
Questo posto dovrebbe andare bene per quello che voglio fare. Porto le braccia avanti a me e con il gesto di protenderle verso l’alto, sento la terra tremare mentre la gigantesca struttura di un tempio-chiesa si crea dal terreno. E’ una struttura enorme e squadrata, fatta di gialla arenaria con una struttura che mescola le chiese armene, quelle gotiche ed i templi egizi. L’architettura riprende quasi più una torre, corta in lunghezza ma altissima e possente. Nella facciata ci sono due colonne esageratamente enormi sia in altezza che in diametro, proprio come nei templi egizi, che sorreggono un timpano greco che arriva a metà altezza dell’intera struttura e con in mezzo un orologio d’ingranaggi. Il tempio non sembra avere finestre ma a pareti cieche e in alto riesco a scorgere una cupola. La cupola sembra circondata da alberi e piante verdi e da lassù scendono delle piccole cascatelle d’acqua, simmetriche sia per distanza che di numero per un fianco e per l’altro, quasi a voler rappresentare i contrafforti che sono invece tipici di cattedrali gotiche come la Notre Dame a Parigi.
Ok, non era proprio così che mi aspettavo di evocarla, ma è un compromesso che non mi dispiace.
Non appena però la costruzione finisce di formarsi e quindi è giunto il momento per me di entrare e scoprire cosa c’è, degli esseri che sembrano goblin grigi ed armati di spade sbucano dal labirinto e cominciano ad attaccarci sia da destra che da sinistra. Nebula alla mia sinistra e Amrod a destra mettono subito in funzione le loro spade buttandosi nel combattimento. Anch’io sento l’adrenalina scorrermi e la gioia dell’affrontare nemici potendo contare su degli alleati. Salto sulle spalle del primo goblin che ho a portata di mano, vicino a Nebula, e facendomi crescere gli artigli nella mano sinistra gli faccio un taglio netto in gola. Mi allontano poi dal trambusto, dirigendomi dalla parte opposta all’entrata della mia architettura per tenere coperte le spalle dei miei compagni ed attaccare da lontano. Mentre Nebula usa una katana con la mano destra, con la sinistra tira una sfera di energia blu proprio sulla pancia di uno di questi goblin. Mi accorgo che uno degli esseri lo aggira per coglierlo da dietro di sorpresa e di cui lui, essendo troppo preso dal combattimento frontale con i goblin che lo assaltano, non si è accorto. Mimo il tirare fuori da un immaginario fodero alla mia destra una spada che mi convinco sia fatta di fulmini ed infatti scariche elettriche blu violacee si concentrano nella mia mano prendendo la forma di una saetta consistente. Dopodiché mimo il gesto della pistola fatto con le due dita della mano e, mirando al goblin alle spalle di Nebula, sparo letteralmente la saetta dritta nella sua testa. Lo colpisco in pieno e questo crolla a terra morto con un buco non indifferente nel cranio. Ma che cosa pazzesca! Perché non mi era mai venuto in mente prima? Eppure l’ho fatto come se fosse la cosa più normale del mondo.
Mimo di nuovo il tirar fuori da un immaginario fodero un’altra spada e anche stavolta mi ritrovo in mano un fulmine consistente che sprizza scariche blu violacee. Stavolta però non voglio tirarlo, mimo l’arrotolarmelo sul polso e lo scuoto. Questo si allunga e diventa molle finché non prende la forma di una frusta di scariche elettriche. Una è fatta…ora manca l’altra mano. Mi concentro e sulla mano sinistra creo del fuoco che prende ad allungarsi come se fosse lava. Mimo l’arrotolarmelo per il polso e aspetto finché non si forma una frusta che sprizza fiamme. Due fruste fatte di elementi, la mia felicità! Non pensavo di esserne capace. Non sento la sensazione di calore delle fiamme o di formicolio dovuta alle scariche, l’unica cosa di cui ho la sensazione è che ci sia qualcosa di attorcigliato attorno ai miei polsi come se fossero banali corde.
Rimango ferma lasciando Nebula ed Amrod combattere contro i goblin, pronta ad intervenire solo in caso di bisogno. Mi rendo conto però che questi non sono PO ostili importanti, sono un intralcio debole causato dal sogno che sia Amrod che Nebula sono più che capaci di eliminare anche senza il mio aiuto. E poi avevano così tanta voglia di combattere che non me la sento di togliere loro il divertimento. Tutto però comincia lentamente a sfumare in bianco. Cavoli, si sta destabilizzando. Cerco di concentrarmi sull’osservare il combattimento avanti a me, ma non serve ad ancorarmi al sogno. Ogni cosa diventa sfocata e nebulosa e mi sveglio. Mi sveglio e mi accorgo che sto già sorridendo da sola come una scema.
Questo è stato un buon lucido! Guardo la sveglia e sono le 9:40
PS: per chi gioca a Skyrim conoscerà di sicuro i Falmer. Ebbene quelli che ho chiamato goblin assomigliavano mostruosamente a loro.
Metto qui in spoiler sia un'immagine dei Falmer, sia un'immagine di una chiesa armena così forse aiuterà a dare un'idea.
Falmer
Chiesa armena