PARTE 2:
15 febbraio 2021
Serie di lucidi ore 5.00-6.30
[slpc]Mi trovo lucido davanti casa, sono appena uscito anche se non ricordo il momento del distacco. C'è un forte vento che nella realtà fisica sarebbe molto fastidioso ma nei lucidi al contrario mi piace quando ci sono queste condizioni meteorologiche particolari. Mi godo il vento per qualche istante, poi però mi ricordo dell'obbiettivo di esplorare il mondo sotterraneo, così entro subito nel giardino della casa di fronte e faccio il giro per raggiungere il portone d'ingresso alla casa. Ci metto un po' a trovare l'entrata, devo fare un po' di giri, salire dei gradini e infine giungo ad una serie di 3 o 4 gradini stretti che portano ad un portone. Entro e in casa trovo tutte le luci spente, è mattina presto quindi è ancora semi buio. Trovo subito la rampa di scale che porta di sotto ma prima devo accendere le luci o finirò col trovarmi al buio e dover ricominciare da capo. Ricordo un momento in cui mi guardo allo specchio e vedo che il mio aspetto è molto fedele a quello fisico, non riesco però a collocare cronologicamente questo ricordo all'interno dell'esperienza. Premo un interruttore ma la luce inizialmente non si accende, poi dopo un po' le scale sembrano illuminarsi quanto basta e inizio a scendere. Raggiungo il piano di sotto ma è quasi vuoto e piuttosto anonimo, c'è solo una scrivania con un computer portatile sopra. Scendo altri piani ma sono tutti spogli e anonimi, non mi arriva nessuna emozione o sensazione particolare, nulla a che vedere con lo scenario suggestivo ed inquietante della settimana scorsa. Capisco che è inutile scendere ancora, potrebbero esserci anche infiniti piani sotterranei senza che vi sia niente di interessante. Mi tuffo in avanti nel buio e cercoo di sfruttare questo stato per teletrasportarmi da qualche parte. Fluttuo nell'oscurità avvolto dalle vibrazioni, devo aggrapparmi a qualcosa di solido per sintonizzarmi in un altro ambiente. Cerco di pensare a qualcosa di particolare che conosco e che non sia a casa mia o dintorni, mi viene in mente il muretto del lungomare della mia città sul quale spesso ci sediamo o appoggiamo quando usciamo a fare passeggiate con i miei amici. Provo a sentirlo al tatto ma non funziona, la mia mente in questo momento fatica ad immaginare qualcosa che sia al di fuori di casa mia. Mi viene infatti in mente una delle sedie che ho nel seminterrato e questa la sento subito tra le mani, il peso e la consistenza corrispondono. Ora la vista si attiva e mi trovo appunto nel seminterrato di casa mia con la sedia in mano. La lascio e vado di sopra, esco e prendo il volo salendo di quota finché riesco, poi mi dirigo verso il centro. E' notte, vedo palazzi illuminati, strade e piazze, ma non le riconosco, non sono più nella mia città, c'è anche una strada sopraelevata che passa in mezzo agli edifici. Atterro in una piazza dove sembra esserci del movimento, ci sono negozi e locali. Vedo subito un edificio con delle insegne luminose ed uno schermo sul quale scorrono delle immagini. Da queste capisco che deve trattarsi di un cinema o teatro, per un attimo compare l'immagine di una bellissima ragazza mora. Ora con me c'è il mio amico A.S., entriamo insieme in un negozio[/slpc] e qui il sogno si dissolve. Successivamente [slpc]riparto dal letto, mi alzo e intravedo mio fratello nel buio, mezzo addormentato sul suo letto. Lo chiamo per nome ma non mi risponde, poi esco dalla mia stanza camminando, l'atmosfera è un po' pesante, mi sento seguito. Mi sollevo da terra ed inizio a fluttuare per salire al piano terra e qui mi sento afferrare per le gambe. E' mio fratello che sta cercando di tirarmi giù, mantengo la calma e gli dico che non può fermarmi, mi libero dalla presa e gli dico che se vuole posso portarlo con me. Lo prendo per un braccio e lo sollevo portandolo sopra con me, esco di casa tenendolo in braccio e nel frattempo gli parlo. Gli dico che il peso del corpo qui non è un problema, riesco infatti a portarlo senza alcuno sforzo, nonostante nella realtà fisica lui sia più alto e più pesante di me. Volo verso il mare e atterriamo poi sulla spiaggia, che nonostante sia notte è piuttosto affollata. Lui appare sconfortato, giù di morale, si lamenta di qualcosa. Gli dico che non deve abbattersi e che qui dove siamo ora può divertirsi come vuole senza conseguenze, a patto che non danneggi o disturbi le altre persone. Che siano altri sognatori o proiezioni del nostro subconscio vanno trattati con rispetto in ogni caso. Lui a questo punto se ne va per i fatti suoi ed io mi siedo un po' a giocare con la sabbia, scavo una buca e dopo un po' ci trovo l'acqua. Ora mi alzo e vado verso il mare[/slpc] ma da qui il ricordo sfuma.
17 febbraio 2021
Lucidi ore 4.15-5.15
Sono in un ristorante e c'è un tavolo al quale è seduto un tizio famoso, credo un attore, ma non ricordo chi fosse. Per un motivo che non ricordo vengo allontanato dal tavolo o forse sono io che non voglio sedermici. Vado dunque a sedermi da un'altra parte, esco dalla sala attraversando un'apertura vicino al tavolo ed entrando così in una sala adiacente. Raggiungo un tavolo al quale sono seduti tre ragazzi e qui ho una sensazione di dejavu, mi sembra di aver già vissuto questa situazione. Mi siedo al tavolo e
inizio a rendermi conto di stare sognando e piano piano mi convinco che posso fare quello che voglio, anche tornare a quel tavolo di prima e sedermi lì. [slpc]Così mi alzo ed entro nella sala adiacente attraversando un'latra apertura, stavolta vicina a questo tavolo dove mi ero seduto. Raggiungo il tavolo e mi siedo ad un posto libero alla destra del capo tavola dove dovrebbe essere seduto l'attore. Prima però che io possa vedere di chi si tratta, una donna seduta di fronte a me si rivolge a me dicendomi << tu sei morto >>. Non lo dice in tono di minaccia, ma come semplice affermazione, come se vedendomi avesse tratto la conclusione che sono un defunto e che ciò non sia comunque una cosa anomala, come se fosse normale incontrare dei defunti in questo posto. Rispondo in maniera pacata dicendole che non è vero, sono vivo e sono qui perché sono un sognatore lucido ma ho ancora un corpo fisico che mi attende nella realtà fisica. Lei insiste sul fatto che io sia morto e io continuo a negare[/slpc], qui il sogno però si dissolve e mi ritrovo in dormiveglia o forse in un falso risveglio a riflettere sul perché quella donna pensasse che fossi morto. In seguito [slpc]mi trovo di nuovo lucido seduto ad un tavolo all'aperto ed una donna mulatta che percepisco essere la stessa di prima, anche se non ne avevo memorizzato l'aspetto fisico, arriva e poggia sul tavolo un vassoio con dei gamberi cotti e privati delle teste. Le chiedo dove li ha presi e lei mi risponde con una frase decisamente enigmatica: << vengono da 88 anni indietro >>. A questo punto mi viene naturale pensare << 88 anni indietro rispetto a quando ? >> Perciò chiedo alla donna quando esattamente avrebbe preso questi gamberi e lei risponde << diecimila...quattro, zero, due >>. Non capisco se ciò sia una data intera compresa di giorno, mese e anno o se intenda solo l'anno, in tal caso sarebbe 10402, ma tutto questo non ha molto senso. << Anno diecimila ? Beh per quella data lo credo bene che sarò morto ! >> Le dico scherzando e alludendo alla sua affermazione di prima nella quale sosteneva che fossi un defunto. Riprendendo questo discorso, le ribadisco che sono vivo ma non saprei come dimostrarglielo, lei potrebbe tranquillamente pensare che io sia morto e che non sappia di esserlo. Le chiedo poi come è la vita nell'anno 10000 e lei mi risponde che da dove viene lei le donne girano a seno scoperto.[/slpc] Tale affermazione sembrerebbe suggerire che provenga da una società primitiva, forse con 10000 intendeva 10000 avanti Cristo ? Non avrebbe senso però quel "88 anni indietro", che in un primo momento lasciava supporre che fosse una viaggiatrice temporale. Fatico ad immaginare un viaggiatore temporale che vada indietro nel tempo per prendere dei gamberetti ma fatico ancor di più ad immaginare una società primitiva che sia in grado di viaggiare nel tempo
. [slpc]Ora è seduta accanto a me e la osservo meglio, vedo che indossa un vestitino scollato, ma che comunque la copre a sufficienza. Mi viene in mente non so perché di chiederle se per caso da dove viene lei hanno tutti quel colore della pelle[/slpc]ma qui il sogno si dissolve, la lucidità svanisce e mi trovo ora in un falso risveglio a scrivere parole chiave sul mio diario per ricordare questo sogno. Mentre lo faccio vedo una foto in cui si vedono dei ragazzini mulatti che giocano, scrivo il numero 10402 sulla foto.
21 febbraio 2021
Serie di lucidi ore 7.00-8.30
Riporto qui alcuni episodi in ordine non cronologico.
Episodio 1:
M
i trovo a sorvolare una città che in un primo momento penso sia la mia ma poi osservando meglio gli edifici mi accorgo che non è così. Raggiungo il mare, la spiaggia è molto affollata nonostante sia notte e rischio di perdere lucidità in questa confusione.[slpc]Mi allontano dunque e raggiungo un punto più tranquillo, poi salgo a bordo di un gommone vagante a pelo d'acqua che deve essere sfuggito a qualcuno, voglio spingermi a largo[/slpc] ma qui lo scenario si dissolve.
Episodio 2: Sara
[slpc]Sono sul lungomare e voglio andare in spiaggia e farmi un bagno a mare. La mia attenzione però viene attirata da una ragazza mora molto bella che mi guarda sorridendo, non posso fare a meno di avvicinarmi a lei e sedermici accanto. Le chiedo come si chiama e lei risponde << Sara >>. Le dico che ho incontrato altre volte una ragazza di nome Sara e in particolare le dico dell'incontro con la ragazza misteriosa (della quale ancora non conosco il nome) del 1 novembre 2017 e le chiedo se per caso è la stessa persona. A quel punto lei inizia a dire varie cose che non riesco a seguire, le chiedo dove ci troviamo e lei risponde << Istanbul >>, poi dice di conoscere la mia città perché ci è stata una volta per fare non ricordo cosa. Ora ci alziamo ed andiamo verso il mare per farci un bagno, nel frattempo le chiedo se sa di non trovarsi nella realtà fisica in questo momento e lei fa una strana espressione e dice << no...non lo so >>, poi entriamo in acqua[/slpc] e qui il sogno crolla.
Episodio 3:
[slpc]Mi trovo a casa nel seminterrato, provo a volare ma non ho controllo e vengo tirato indietro. Insisto e punto prima verso le scale, poi verso le finestre della sala tentando di uscire da qui ma rimango bloccato dentro.[/slpc]
Episodio 4:
[slpc]Sono a casa, è buio e percepisco un'energia pesante, salgo le scale ed apro il portone un po' a fatica. Esco in strada e vado verso la casa di fronte, dove trovo il cancello spalancato come se fosse un invito ad entrare. L'obbiettivo è sempre quello di scendere nei sotterranei, attraverso il giardino e vedo che anche il portone è aperto. Entro e sento una canzone rock in sottofondo che però non conosco. La canzone si sente molto bene, è in inglese ed è orecchiabile, è un peccato che una volta sveglio io l'abbia dimenticata. Proseguo e sento il pavimento sotto di me scricchiolare, non è solido come dovrebbe essere, mi chiedo come mai. Mi affaccio in una stanza dove c'è un arredamento vintage, con elementi probabilmente di inizio '900. Ricordo una specie di sgabello rivestito da un tessuto bianco con ricami rossi, in generale tutta la stanza è arredata in questo stile e con colori simili. Raggiungo un corridoio, ci sono delle porte sulla sinistra, alcune aperte altre chiuse. Entro in una stanza in fondo al corridoio e qui sento i passi di qualcuno, penso che debba essere Gianfranco, deve aver sentito i miei passi. Vedo una botola sul pavimento e penso che potrei accedere ai sotterranei da lì, quando la apro però
vedo che è tutto buio e decido che non è il caso di scendere da qui. Ora arriva Gianfranco e mi dice qualcosa che non ricordo[/slpc], poi il sogno si interrompe.
26 febbraio 2021
Serie di lucidi ore 4.00-5.15
[slpc]Prendo lucidità mentre sono a casa nel seminterrato seduto forse per terra. Mi alzo in piedi, attraverso il salotto, sento della musica provenire dal piano di sopra, forse dalla TV. L'ambiente comunque è troppo confuso e ovattato, perciò mi butto contro una parete ed entro nello stato intermedio. Da qui provo a levitare direttamente dal letto ma incontro delle resistenze. La mia vista è ancora inattiva, tento di attivarla rimanendo in questo stato, per farlo provo a guardarmi le mani, le agito davanti a me ma al massimo le vedo come ombre nel buio. In seguito esco dalla mia stanza[/slpc]ma il ricordo qui si confonde tra i vari episodi, i quali riporto qui in ordine non necessariamente cronologico.
Episodio 1:
S[slpc]ono nello stato intermedio, mi alzo dal letto ed esco dalla mia stanza levitando e mi sposto fluttuando per tutto il seminterrato, osservando intorno a me. Le pareti sono dipinte in maniera simile a come erano fino a 6 anni fa, solo che ad accompagnare il blu al posto del giallo scuro c'è un arancione molto acceso. Anche la disposizione dei mobili è quella vecchia, continuo a spostarmi fluttuando e mi accorgo che una o due porzioni di parete sono verdi.[/slpc]
Episodio 2: Il passeggino supersonico
[slpc]Esco in strada, vedo una donna attraversare la strada, imbocco una delle tre strade che si dipartono dalla via di casa mia, quella più vicina alla ferrovia delle tre. Sono pesante, procedo troppo lentamente, anche correndo non aumenta sensibilmente la mia velocità. Ad un certo punto però vedo un passeggino lasciato incustodito e ci salgo sopra, lasciandomi trasportare dalle rotelle, anche se non dovessi aumentare di molto la mia velocità, per lo meno risparmierò energie. Inizialmente vado piano ma dopo un po' inizio ad accelerare e ad un certo punto devo darmi un freno o rischierei di schizzare via a velocità folle.[/slpc] Qui il ricordo si confonde con gli altri episodi.
Episodio 3:
[slpc]Sto camminando lungo la strada che fiancheggia la ferrovia, la stessa che avevo raggiunto nell'episodio del passeggino, probabilmente questo episodio è il continuo di quello ma dato che non ne sono sicuro preferisco metterlo a parte. Prima di raggiungere il sottopassaggio mi sento afferrare da dietro da due braccia, tento di liberarmi ma non c'è verso, le braccia mi tirano indietro e mi trascinano nello stato intermedio in paralisi. Mi sento l'entità aliena addosso, sento i suoi rantoli ed il solito risucchio dietro al collo. L'impulso iniziale è come sempre quello di svegliarmi ed uscire dalla paralisi, ma lo reprimo subito e rimango immobile. Sopporto questa situazione sgradevole aspettando il momento giusto per alzarmi dal letto, quando arriva mi alzo ed esco dalla mia stanza velocemente, mettendomi anche a canticchiare per esorcizzare la negatività. Salgo al piano terra ed esco in strada, a tratti continuando a lottare con un'ombra appena visibile che via via si fa sempre più debole.[/slpc]
La mia lucidità però viene meno, e mi ritrovo a colpire con un pugno un passante pensando sia ancora l'entità che vuole infastidirmi.
Episodio 4:
[slpc]Esco di casa e mentre mi dirigo verso il cancello mi si para davanti un tizio tarchiato con evidenti cattive intenzioni. La mia lucidità però stavolta è decisamente più alta e invece di reagire con violenza gli vado incontro con calma e leggerezza. Così facendo mi rendo praticamente intangibile e lo attraverso, poi mi volto sorridendogli e lui di punto in bianco cambia totalmente atteggiamento diventando gioioso e allegro.[/slpc]
Episodio 5:
[slpc]Esco in strada per l'ennesima volta, mi sono un po' stufato di questi ambienti bui e cupi così inizio a gridare al Sole di comparire così che diventi giorni. A tratti il cielo sembra schiarirsi ma non lo fa mai del tutto. Ad un tratto lo scenario crolla, mi ritrovo nel buio e sfrutto la situazione per teletrasportarmi altrove. Mi stabilizzo in un altro scenario, un'altra città, sempre di notte. Entro in un bar e vedo dei cornetti esposti dietro il vetro del bancone, sono pochi a dire il vero ma molto invitanti. Chiedo quanto costa uno di questi cornetti e il barista mi dice << 1500 >>, al che penso che mi stia prendendo in giro ma lui ripete la cifra senza dare segnali del fatto che stia scherzando. Forse il prezzo non è in euro, dunque chiedo in quale valuta sarebbe e nel frattempo vedo un tizio alla mia sinistra che sta pagando un cornetto con banconote colorate che assomigliano agli Euro ma non sono identiche. Forse lui stesso risponde alla mia domanda dicendo che la valuta è quella bulgara. Non so se mi stia prendendo in giro o se dice la verità, in ogni caso dico al barista che posso dargli al massimo 2 euro e lui accetta. Pago il cornetto ed esco dal bar assaggiandolo, rimango molto deluso, sa di poco ed ha una consistenza spugnosa, l'aspetto mi aveva tratto in inganno. Nel frattempo raggiungo un tavolino al quale siedono due tizi ai quali voglio fare alcune domande. Sto per sedermi con loro ma poi ci ripenso perché mi rendo conto che così rischierei di adagiarmi troppo e perdere lucidità. Mi rendo conto inoltre che i due non sembrano molto svegli, meglio provare con qualcun altro. Rientro nel bar e mi rivolgo al barista di prima, gli chiedo come si chiama questo posto e lui risponde con un nome di cui ricordo solo la parte finale "...Roma 08". Il suo aspetto nel frattempo si deforma, oppure semplicemente al suo posto viene un'altra persona, fatto sta che ora mi trovo a parlare con una donna. Mi dice qualcosa tipo che devo chiamare quel numero, le chiedo a quale numero si riferisca, non mi è stato dato nessun numero, e lei fa un'espressione che non so interpretare. Probabilmente si riferiva al numero "08", ma in che senso dovrei chiamarlo ? Forse vuole suggerirmi di giocarlo al lotto o qualcosa del genere. Continuo a parlare con la donna, le dico che sono un esploratore e che vengo da un altro mondo. Le chiedo poi da dove viene lei e quando è nata ma qui inizia a comportarsi in maniera strana, non risponde alle mie domande e sembra confusa. Alla mia destra c'è qualcuno che sembra ascoltare tutto ma per il momento non interviene nella conversazione. La donna ora diventa una bambina ed è triste, sembra che stia per piangere, dice che non ricorda nulla riguardo al luogo da cui viene e quando è nata, e di essere confusa. Ora interviene il tizio alla mia destra, fa qualcosa che non capisco e la bambina inizia a dissolversi e svanisce in uno scintillio di particelle a mezz'aria.[/slpc]
27 febbraio 2021
Serie di lucidi ore 6.30-7.30
[slpc]Prendo lucidità non ricordo in quali circostanze, esco di casa e mi lancio nel vuoto. Mi trovo per un po' sballottato qua e là con una pressione nella testa che però non diventa mai dolorosa. Vorrei stabilizzarmi in un qualche luogo ma in questo momento non ho controllo sul mio corpo astrale. Dopo un poi mi percepisco nel corpo fisico[/slpc] e finisco per svegliarmi. Resto comunque immobile e poco dopo mi riaddormento. Comincia poi la solita serie di episodi, inizialmente mi ritrovo più volte a rientrare nel corpo quasi subito dopo aver preso consapevolezza, poi più avanti la durate degli episodi si allunga. Riporto qui quelli che ricordo.
Episodio 1: Giostre per bambini
[slpc]Esco in strada, vedo un punto rosso in cielo e scopro che si tratta di un palloncino. Vedo infatti che al posto della casa accanto alla mia ci sono delle giostre per bambini, con dei palloncini appesi in alto. Vedo anche la Luna, che però è molto sfocata e più piccola di come dovrebbe essere.[/slpc]
Episodio 2:
[slpc]Sono a letto nello stato intermedio e sento mio padre che mi si avvicina, mi dice qualcosa e mi tocca. So che non può essere lui dato che è già uscito a quest'ora (prima di addormentarmi l'avevo sentito uscire di casa ), si tratta certamente dell'entità della paralisi. Mantengo la calma e rimango fermo, aspettando il momento giusto per potermi muovere ed alzarmi. Ad un certo punto faccio un primo tentativo di muovermi ma incontro ancora la resistenza dell'entità, faccio altri tentativi senza forzare troppo finché non riesco ad alzarmi e a quel punto ingaggio una breve lotta con l'entità che cerca di tirarmi indietro e bloccarmi. Riesco ad avere la meglio e a divincolarmi, dopodiché esco dalla mia stanza e vado di sopra. Esco di casa e prendo il volo a tutta velocità[/slpc], da qui però il ricordo sfuma e si confonde tra i numerosi mini episodi tutti simili tra loro.
Episodio 3:
[slpc]Non ricordo in quali circostanze mi ritrovo nello buio totale avvolto nelle vibrazioni e cerco di aggrapparmi a qualcosa per stabilizzarmi in qualche ambiente. Inoltre devo impegnarmi a non pensare alla mia stanza, devo immaginare un posto nuovo. Mi muovo nel buio nel tentativo di afferrare qualcosa ma non trovo niente e alla fine decido di toccare per terra e ancorarmi al suolo, che è forse il metodo più efficace. Inizialmente sento quello che sembra un pavimento con delle grosse mattonelle, poi mi tuffo in avanti e mi ritrovo su una superficie molto più ruvida. Ci sfrego sopra le mani, deve essere asfalto. Quando la vista si attiva sono sdraiato infatti su una strada asfaltata, di notte, l'asfalto è molto rovinato, dove sono io ci sono diverse buche, è ridotto molto male. Inizialmente ho l'impressione di essere davanti casa mia, quando mi alzò però mi guardo indietro e vedo una palazzina di 4 o 5 piani e così anche tutto intorno, decisamente non è la zona di casa mia. Noto subito una stranezza in questi edifici, attaccati ai balconi infatti ci sono degli strani oggetti simili a faretti che però non emettono luce. Ce ne sono più di uno per ogni balcone, non ho idea di cosa siano. Entro in quello che sembra un supermercato dove una donna alle mie spalle mi dice che siamo nel 2066. Ora incontro un tizio al quale chiedo cosa sono quegli oggetti e a cosa servono ma lui non risponde. Poco dopo però mi arriva una spiegazione per via telepatica in cui mi viene detto che quegli oggetti servono ad amplificare il rumore prodotto dalle automobili elettriche che passano per strada.[/slpc]
Episodio 4: Street food
E[slpc]sco dal portone e decido stavolta di passare per il giardino di mia zia, per poi uscire dal suo cancello. Cambia poco in realtà, ho tagliato risparmiando qualche metro. Vedo per strada dei tavoli apparecchiati con del cibo sopra, sembrerebbe un buffet. Dico a me stesso ad alta voce che per prima cosa devo stabilizzare, mi guardo i palmi delle mani e mi metto a sfregarle su un tavolo con una tovaglia. Poi mi chino a sfregare le mani sull'asfalto e qui mi sento osservato da qualcuno alla mia destra, mentre alla mia sinistra c'è qualcun altro che sembra stia facendo i miei stessi esercizi di stabilizzazione. Sono soddisfatto del tatto, ora voglio passare al gusto, prendo un pezzo di petto di pollo da un piattino sul tavolo e lo assaggio. E' morbidissimo, quasi si scioglie in bocca ed ha un buon sapore, sono soddisfatto e proseguo. Ora insieme a questa persona indefinita che stava facendo gli esercizi di stabilizzazione raggiungiamo un altro tavolo dove c'è un piatto coperto da un tovagliolo. So già che nel piatto c'è il dolce, qualcuno toglie il tovagliolo rivelando dei pezzi di crostata tagliata a quadratini. Non ricordo bene ora cosa ci fosse nella crostata, ma mi pare fosse di almeno due tipi diversi, uno dei due forse aveva un ripieno di colore rosa.[/slpc]Prima di riuscire ad assaggiarla però il sogno si dissolve. Mi sono soffermato troppo qui ad assaggiare del cibo, dimenticando il mio obbiettivo, come al solito il cibo e in particolare i dolci rappresentano per me una potente fonte di distrazione
.
28 febbraio 2021
Vivido semi lucido e paralisi ore 6.00-7.50
Mi trovo ad un campo di calcetto per una partita tra amici, torniamo finalmente a giocare dopo mesi di stop a causa delle restrizioni per la pandemia. Mi cambio negli spogliatoi, chiacchiero con alcuni dei miei amici che prenderanno parte alla partita, vado in campo a posare il borsone sulla panchina, poi vado a prendere i palloni e le casacche. Il tutto è molto reale e stabile ma ad un certo punto
qualcosa mi fa sospettare di stare sognando. La voglia di giocare dopo tanto tempo però mi fa mettere da parte questa sensazione e mi lascia immerso nella trama del sogno. Quando torno in campo però mi accorgo che oltre al nostro gruppo di 10 persone ci sono altre due squadre ad occupare lo stesso campo. Un'intera squadra è seduta sulla panchina sulla quale avevo appoggiato il borsone, mi chiedo come mai siamo quattro squadre sullo stesso campo, deve esserci stato un errore al momento della prenotazione. Come faremo ora a giocare tutti quanti ? Prima che io possa pensare ad una soluzione però
mi ritrovo a fluttuare a circa un metro da terra, mi sento trasportare lentamente verso l'alto, cerco di atterrare ma non ci riesco, non riesco a controllare il mio corpo onirico, dopo un po' il sogno si dissolve. In seguito mi trovo in un falso risveglio in cui penso sia lunedì mattina e che tra poco io debba alzarmi per andare a lavoro. Sento dei rumori molesti che provengono dal garage e mi irrito perché vorrei sfruttare tutto il tempo a disposizione per dormire il più possibile. In seguito mi ritrovo in paralisi e [slpc]capisco che quello di poco prima fa era un falso risveglio. Mi alzo dal letto un po' a fatica ma subito la solita forza invisibile mi tira indietro. Mi sforzo di resistere a questa forza e cerco di allontanarmi il più possibile per sfuggire a questa attrazione. Ovviamente, come sempre in questi casi, l'atmosfera è pesante e la vista almeno all'inizio non è attiva. Esco dalla mia stanza ed avanzo nel buio totale, poi vado di sopra, attraverso il giardino ed esco nel parcheggio dietro casa. Percorro tutta la discesa a quattro zampe come un animale per cercare di andare più veloce. Quando giungo in fondo continuo a sentirmi tirare indietro ed inizio ad essere stanco, al che mi lascio andare e mi ritrovo pochi istanti dopo nel letto. Ora sento l'entità sopra di me, mi sento premere con forza il petto e la colonna vertebrale, a tratti la pressione si fa più intensa e quasi dolorosa. Sento il solito risucchio e formicolio dietro al collo e ovviamente il respiro dell'entità. Non posso muovermi di un millimetro ma non voglio arrendermi, cerco di rimanere rilassato aspettando il momento giusto per poter eseguire il distacco ma con quella forte pressione a petto e schiena mi risulta molto complicato. A tratti esco momentaneamente e parzialmente dalla paralisi senza però svegliarmi del tutto. Voglio ancora provarci ma ad un certo punto la morsa dell'entità diventa troppo forte, sento qualcosa di strano nel punto dietro al collo dove sento il risucchio e il formicolio, un rumore tipo di piccole bolle che scoppiano, lo sento due volte. Ora inizio a perdere sempre di più il controllo della respirazione, il quale mi permette di uscire quando voglio dalla paralisi, semplicemente alterandone l'intensità. Ora però mi sento come sprofondare nel sonno più profondo, nel quale non sarò più in grado di prendere il controllo del respiro. Mi aggrappo a quel poco che rimane e con uno sforzo notevole riesco ad alterare la respirazione quanto basta per uscire di nuovo dalla paralisi[/slpc]e stavolta decido di svegliarmi del tutto. Anche stavolta purtroppo la paura irrazionale generata ha avuto il sopravvento e non ho avuto il coraggio di lasciarmi andare. Razionalmente so che non corro alcun pericolo ma in quei momenti quella sensazione di apnea e di sprofondare nel vuoto assoluto fa sì che subentri l'istinto di sopravvivenza, il quale mi spinge a fuggire disperatamente da quella situazione.
1 marzo 2021
Serie di lucidi ore 4.00-6.00
Episodio 1: Fuga in macchina
[slpc]Mi sveglio nello stato intermedio, mi alzo dal letto e sento suonare il citofono. Rispondo << chi è ? >> E mi sento rispondere da una voce maschile << sto c...o ! >> Non idea di chi sia questo "simpaticone" ma lo assecondo dicendogli che sto uscendo. Ho infatti la vaga consapevolezza che si tratta di un amico che è venuto a prendermi per uscire, per il momento resto nella parte e vediamo che succede. Esco e mi ritrovo un gruppo di quattro o cinque ragazzi davanti al cancello, a quanto pare non è da solo. Penso che non posso portarmeli dietro, saranno sicuramente una distrazione, devo liberarmene in qualche modo, ma come faccio senza offenderli ? Mi accorgo che si sono intrattenuti a parlare con qualcuno e ne approfitto per sgattaiolare via inosservato, mi dirigo verso l'incrocio e imbocco la via principale della zona, la quale arriva fino quasi al cavalcavia che porta in centro. Sono comunque troppo lento e decido di rubare una macchina parcheggiata per allontanarmi velocemente. Ne vedo una che potrebbe andar bene ma mi accorgo che c'è già una donna sul posto di guida. Ne adocchio allora un'altra poco più avanti, è un modello un po' vecchio, ma considerando che l'altra volta ero a bordo di un passeggino e sfrecciavo manco fosse una Ferrari, direi che mi posso accontentare
. Salgo in macchina e parto, in pochi secondi arrivo quasi alla fine della strada ma qui mi rendo conto che sto perdendo stabilità, dunque mi fermo e scendo
prima di perdere il contatto con lo scenario onirico. Pare sia comunque troppo tardi però, perché una volta fuori il sogno si dissolve. Mi ritrovo nel buio e cerco di aggrapparmi a qualcosa per stabilizzarmi da qualche parte.[/slpc] Il ricordo però qui va a confondersi tra i diversi episodi che seguono.
Episodio 2:
[slpc]Mi trovo in paralisi con le vibrazioni e le pressioni sul corpo, inizio a sentire l'entità ma stavolta non ho intenzione di scappare. Mi metto in posizione supina, mi faccio coraggio e chiedo ad alta voce di vedere e di vedere l'entità. Finora non l'ho mai vista, almeno non mentre sono in paralisi, non so cosa aspettarmi ma so che è un passaggio fondamentale se voglio scrollarmi definitivamente di dosso questa paura. Il fatto di non vederla da un lato mi ha permesso di sopportare e andare avanti con le mie esperienze senza impazzire, dall'altro però ha fatto sì che la situazione rimanesse statica per lungo tempo. Finora di fatto in un modo o nell'altro sono sempre fuggito, per dare una svolta a questa situazione devo affrontare l'entità faccia a faccia. Ora mi sento afferrare il braccio destro, cosa che non ricordo avesse mai fatto prima, se non per bloccare un mio tentativo di muovermi. Questa volta però ero completamente immobile, non stavo tentando di muovere quel braccio. A questo punto chiedo di essere tirato su e sollevato dal letto ma ciò non accade, forse sono troppo pesante. Ora inizio ad intravedere nel buio mentre sono ancora sdraiato supino ma non vedo nessuna figura minacciosa sopra di me. Alla fine mi rotolo giù dal letto e la sensazione che ho è che mi sto portando dietro l'entità e ci atterro sopra schiacciandola col mio peso contro il pavimento. Mi alzo ed esco dalla mia stanza[/slpc], poi non ricordo altro.
Episodio 3: Cambio di frequenza
[slpc]Mi trovo in paralisi, che stavolta però non è silenziosa come nella maggior parte delle volte, mi trovo infatti in un flusso continuo di voci strazianti, grida e pianti. Percepisco una grande sofferenza e disperazione, il che mi provoca un forte senso di inquietudine e angoscia. Vorrei interrompere la cosa e ad un certo punto sono sul punto di svegliarmi intenzionalmente ma poi decido di rimanere e sopportare. Circa un mese fa mi era capitato qualcosa di simile e sembrava che fossi costretto a subire tutto questo senza poterlo interrompere, potevo solo attendere che finisse. Questa volta invece forse sono più lucido, fatto sta che sento di avere maggiore controllo, così mi dico "se posso decidere di interrompere il flusso e svegliarmi, forse posso anche modificarlo e renderlo positivo". Mi sento infatti come se fossi una radio sintonizzata su una determinata frequenza, in questo caso molto bassa, e che posso quindi modificare quel flusso cambiando frequenza. Inizio perciò a focalizzarmi su pensieri positivi e a poco a poco le grida strazianti iniziano a mischiarsi a risate, come se ci fosse una sorta di interferenza. Poi piano piano sia le grida che le risate scompaiono e compaiono delle immagini in rapida successione, scene di vita quotidiana. Ad un certo punto mi trovo in prima persona nella scena, sono sdraiato su un letto e un bambino mi viene incontro e mi sfiora la testa dicendomi qualcosa a proposito di sistemarmi i capelli. Mi alzo a sedere e vedo che sono in una piccola camera da letto con due letti singoli, il mio e un altro alla mia destra, probabilmente quello del bambino. Mi alzo dal letto con il bambino che mi invita a seguirlo fuori dalla stanza. Prima di uscire mi guardo allo specchio e vedo che sono un ragazzino sui 13-14 anni, ho capelli scuri schiacciati sulla fronte, sono lucidi, come se fossero bagnati o sistemati con un gel. Esco dalla stanza e scendo una rampa di scale. Entro in quella che sembra essere una cucina e noto un piccolo televisore a tubo catodico sopra un mobile. Vedo poi un calendario appeso al muro sul quale si legge chiaramente in alto al centro "1970", poco sotto leggo invece "DICEMBRE" e sotto ancora i giorni del mese in colonna.[/slpc]Da qui in avanti il ricordo sbiadisce e anche la mia lucidità viene meno.
Episodio 4:
[slpc]Mi trovo in una grande struttura al chiuso, non ricordo come sono arrivato qui. Vedo una scritta in alto subito prima di una rampa di scale che porta di sotto, mancano le prime due lettere della parola, come se fossero scolorite o si fossero staccate, ma dal contesto in cui mi trovo riesco comunque a capire di che parola si tratta. Purtroppo ora non riesco a ricordare quale fosse, ma ricordo che sul momento era una parola che aveva perfettamente senso in questo contesto, indicava ciò che si sarebbe trovato scendendo le scale. Leggo un'altra scritta simile in alto sopra ad un'apertura che conduce dall'area in cui mi trovo ad un'altra. Curiosamente anche qui mancano le prime due lettere di una delle due parole, la seconda, ma capisco che l'insegna doveva essere "ZONA MERCATO". Alla fine opto per questa direzione, mi trovo in un corridoio molto largo al chiuso, il soffitto è alto, ci sono persone che camminano, scendono e salgono le scale che portano di sotto. Dopo qualche passo mi rendo conto che forse sarebbe stato più interessante scendere di sotto, un occasione per riprendere l'obbiettivo lasciato in sospeso di accedere ai sotterranei. Scendo dunque una rampa di scale e penso di raggiungere l'area indicata dalla prima insegna passando da qui, forse sono comunicanti. Ora raggiungo una zona in cui c'è un folto gruppo di persone ma soprattutto delle guardie armate, il che mi fa pensare che possa esserci qualcosa di importante che devono tenere al sicuro. Mi accorgo ora che ci sono altre persone con il mio stesso obbiettivo, vogliono esplorare l'area sorvegliata dalle guardie e che a prima vista sembrerebbe interdetta al pubblico. Ci muoviamo furtivi per non farci notare, aspettando il momento giusto per procedere, magari approfittando di una loro distrazione. Ora però mi accorgo che la gente entra in quell'area tranquillamente, non è affatto proibita. Forse queste persone si stanno nascondendo perché sanno di essere in qualche modo ricercate, forse quelle guardie hanno l'ordine di fermare solo loro, per chissà quale motivo. Non so se sono anche io nella lista nera, fatto sta che alla fine riusciamo tutti ad accedere senza problemi e scopriamo che non c'è nulla di interessante, l'area è un vicolo cieco con scaffali pieni di roba indefinita e un bagno in un angolo. A quanto pare abbiamo fatto un buco nell'acqua.[/slpc]
Episodio 5:
[slpc]Mi trovo semi lucido sul tetto di un palazzo di 7/8 piani, guardo di sotto, è alto ed ho un lieve senso di vertigine. Con me ci sono i miei amici D.R e A.S, il primo in particolare ha paura delle altezze e soffre di vertigini, per lui stare qui sopra non è esattamente a situazione ideale. Vediamo ora un tizio capellone che insegue un altro tizio saltando da un tetto all'altro dei palazzi della zona, i quali sono distanziati tra loro anche di diversi metri. I balzi che compie sono decisamente sovrumani e forse è questo che mi fa prendere lucidità e mi fa ricordare che anche io posso fare cose simili. Mi lascio andare ed atterro sul tetto di un edificio più basso, poi vedo il capellone che ha raggiunto il tizio che stava inseguendo, so che quest'ultimo è il cattivo e che il capellone sta cercando di fermarlo. Il cattivo dall'aspetto ricorda vagamente l'attore Liam Neeson. A differenza loro non ho molta dimestichezza con i super salti, così dico loro << voi potrete pure saltare da un tetto all'altro, ma io posso faredi meglio ! >> Detto questo mi lascio andare e rimango sospeso a mezz'aria, io posso volare, cosa che loro non sanno fare a quanto sembra. Scendo lentamente e colgo di sorpresa il cattivo tramortendolo con un
colpo di taglio della mano destra sulla nuca.[/slpc] Da qui il ricordo sfuma.