Autore: Cenyvad
Il Dottor Wolks e la Setta dei Loti Pallidi
Il fischio di una locomotiva straziava il silenzo e l'immota nebbia. Il dottor Wolks la fissava con apparente pazienza, ma in realtà in preda ad una terribile ansia. Aveva atteso l'arrivo del treno sotto la pensilina, insieme ad altre persone e un paio di Inumani. Questo sarebbe stato evidente a chiunque si fosse trovato lì, ma in realtà c'era altro. Dall'altro lato delle rotaie un grumo di oscurità fluttuava intorno alla testa del Capostazione. Solo Wolks, esperto di simili fenomeni, ne conosceva la vera natura. Si trattava di una Remora Nera. Un'entità parassitaria che si diceva fosse attratta da coloro che si erano macchiati di gravi delitti. Di questi tempi erano sempre di più le persone che se ne portavano inconsapevolmente una addosso. Il treno si avvicinò al capolinea senza rallentare ma vibrando vistosamente ed emettendo malsane fumate nere. Qualcosa nella caldaia non funzionava. I passeggeri in attesa, preoccupati, si allontanarono dalla banchina mentre il treno deragliava uscendo dalle rotaie in un caos cacofonico di fumo e urla di passeggeri in preda al panico. Wolks, che aveva intuito quanto stava per succedere, sollevò il bastone da passeggio sopra la testa e creò attorno a sè un campo di forza magico. Non lo avrebbe reso invulnerabile, ma perlomeno sarebbe stato al sicuro dalle schegge e frammenti che volavano nella sua direzioni. I suoi servi Inumani, invece si raggomitolarono nella loro corazza epidermica. La locomotiva si schiantò contro il capolinea con un tremendo botto che lasciava intendere che non vi sarebbero stati sopravissuti. Ma Wolks vide uscire dalle lamiere contorte della prima carrozza un giovane vestito di bianco. Si arrampicò indenne oltre i resti metallici della locomotiva per scattare proprio verso di lui! Era il momento di smettere i panni del mite dottore e tornare ad essere un assassino. Preparando il corpo alla lotta estrasse dalla tasca il suo trapanatore galvanico al quarzo, arma con la quale aveva un'abilità non comune. Il suo bersaglio si avventò rapidamente su di lui, senza dargli il tempo di prendere la mira. Iniziarono a lottare, e l'arma cadde sul pavimento della stazione, perforandolo di piu' di un pollice e conficcandovisi. Ma Wolks aveva altre risorse, non ultime i suoi Inumani. Il primo si sollevò sulle possenti zampe posteriori agitando gli pneumotentacoli verso l'aggressore, palesemente intenzionato a stritorarlo nella sua terribile morsa. Ma quest' ultimo non era uno sciocco e con un agile salto all'indietro riuscì ad evitarli. Ora si trovava a diverse iarde da Wolks quando all'improvviso fu colpito alle spalle da ronzanti lampi d'elettricità e cadde a terra in preda a terribili convulsioni, imprecando in maniera assai poco dignitosa. Wolks storse il naso, ma si sforzò di ignorare l'odore di carne bruciata avvicinandosi all'avversario ormai esanime. Ringraziò con un cenno una figura a malapena visibile attraverso il fumo per poi estrarre rapidamente il trapanatore dal suolo ed avventarsi sull'ora inerme assalitore per immobilizarlo puntandogli l'arma alla gola. "Sir Voltsworth!" - "Sono arrivato giusto in tempo vedo. Così quest'uomo era” - e qui Voltsworth guardo con sdegno il giovane vestito di bianco e che stranamente era rimasto tale nonostante la polvere ed il fumo della stazione "uno dei Loti Pallidi dei quali di questi tempi sentiamo tanto parlare." Il giovane storse la bocca mentre un rivolo di sangue percorreva la sua pelle fino ai capelli color platino. Il dottore si chinò sul ragazzo per guardarlo meglio. Il bianco delle sue vesti non era poi così dissimile dall'anomalo pallore della sue pelle ed i suoi lineamenti avevano un che di aristocratico - Wolks nascose un sussulto notando ciò - ma per il resto sembrava completamente umano. "La pagherete!" esclamo sputando sangue mentre Voltsworth si copriva il viso con un fazzoletto. Il ragazzo fu scosso da violente convulsioni, ma presto queste si trasformarono nella rigidità di un cadavere. "Una capsula di cianuro" commento Wolks pochi secondi dopo aver esaminato la bocca del morto "D'altronde non sono soliti farsi prendersi vivi. Sua Maestà non approverà..." Voltsworth sospiro', ma non disse nulla. "Piuttosto, voi, perchè siete qui?" - "Eravamo stati avvertiti dal Capostazione di Glenwitch che il treno non si era fermato come di consueto. Qualcuno dalla banchina aveva... notato strani movimenti e li aveva segnalati, ma non ci sono state indagini al riguardo. Capite che significa, Wolks?" Uno degli inumani si avvicinò al dottore porgendogli una pipa. "Era diretto qui, mi sembra evidente... Oramai hanno agenti ovunque. E non tutti consapevoli, apparentemente. Avete visto la Remora Nera sul capostazione prima?" Wolks si fermò per controllare che la pipa fosse ancora in buone condizioni "Forse potrebbe dirci qualcosa di interessante...se riuscissimo a trovarlo." Voltsworth gli porse un fiammifero. "Temo si sia gettato sotto il treno al momento dello schianto, gesto non insolito per un portatore di Remora ma stranamente...sconveniente per noi che sia successo proprio ora, concorderete. Ma questo non il luogo migliore per discutere di queste cose..." Voltsworth guardo attraverso il fumo che si stava diradando ed intravide delle figure che, dai tipici copricapi, riconobbe come i soccorsi taumaturgici. Wolks ne convenne, e aspirando pienamente una boccata di fumo si voltò e si diresse a passo spedito nella direzione opposta a quella di Sir Voltsworth, seguito dai suoi Inumani. La strada per il Circolo dove avrebbe dovute incontrarsi con gli altri membri non era lunga, ma Wolks affretto ancora di più il passo, voltandosi solo un attimo per vedere Voltsworth scambiare qualche parola coi soccorsi. Sollevò il bavero della giacca e sparì nella nebbia.